ilTorinese

Piazza Fontana e il vaccino contro gli ideologismi

Di Pier Franco Quaglieni
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Il modo in cui si sta ricordando l’eccidio di piazza Fontana di 50 anni fa non mi piace. La ricostruzione “storica” di Paolo Mieli su Rai 3 ,ad esempio, appare faziosa e insieme ipocrita. Ma anche molti  articoli di giornale rivelano una incapacità di storicizzare eventi che, per altro, ebbero un impatto emotivo grandissimo che rivive ancora nei ricordi di chi ha vissuto quei giorni.
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Cinquant’anni  fa, quando seppi di quella  quella tragica notizia dalla radio in macchina, rimasi attonito e sconvolto. Ero molto impegnato con pochi amici per la inaugurazione della prima sede del Centro  Pannunzio in via Bava 27, non lontano da Palazzo Nuovo dove si erano trasferite le Facoltà Umanistiche. Ero in contatto con Alberto Ronchey, allora direttore de “La Stampa”, che aveva assicurato la sua presenza e soprattutto il suo appoggio ed ero in contatto con Arrigo Olivetti che aveva consentito l’apertura della sede. Rimasi attonito e sconvolto. All’improvviso smisi di pensare alla nuova sede in allestimento. La violenza brutale stava dando un colpo mortale non solo alla vita democratica,ma alla vita tout- court, alla vita di gente normale. La ferocia era tale che essa non mi consentì di fare altri ragionamenti.
Le violenze sessantottine e le stesse violenze dell’autunno caldo del ‘69 scomparivano di fronte a piazza Fontana . Cercai di farmi un’idea solo successivamente. Fu illuminante ciò che mi disse Ronchey in modo lucido e freddo. Piazza Fontana segnò la fine irrimediabile degli Anni 60, i migliori del secolo scorso. Anni di pace,lavoro,benessere diffuso, democrazia liberale. Iniziarono invece gli anni del terrore e della violenza senza fine e della faziosità senza limiti, quelli degli opposti estremismi, come li definì Spadolini.
Due giorni dopo  il 14 dicembre venne inaugurata la sede del Centro Pannunzio e il Questore di Torino, per l’interessamento di Olivetti consentì  la cerimonia, malgrado il divieto in tutta Italia di tenere manifestazioni. Fu un riconoscimento importante al nuovo Centro che si richiamava alla lezione di libertà, di tolleranza e di democrazia di Pannunzio. Toccò a me giovanissimo il discorso principale di quel  14 dicembre pannunziano  e parlai con il cuore gonfio di dolore e di sdegno ,dedicando quel giorno alle vittime di piazza Fontana. Mi sentii all’improvviso molto  più vecchio della mia età.
Certo, però, non pensai a stragi di Stato come di lì a poco si cominciò a parlare. Io continuai ad avere fiducia nello stato democratico e non credo di aver sbagliato.Sconfitto il terrorismo rosso e nero, riprendemmo la via della democrazia nella libertà. L’Italia seppe riprendersi. La Magistratura sulla tragedia di piazza Fontana non fu all’altezza, molti opinionisti scrissero cose ignobili come i firmatari del manifesto contro il commissario Calabresi, accusato della morte di Pinelli considerato inizialmente responsabile  della bomba di Milano . Furono anni difficili, durissimi, davvero di piombo.
Come ha scritto  Gianni Oliva  anni non solo di piombo, ma anche di tritolo nei quali il nero dei neo – fascisti si confuse con il rosso  dell’estremismo di sinistra. Fu compito dei democratici come Carlo Casalegno che pagò con la vita il suo coraggio, denunciare i responsabili senza distinzioni false ed ambigue. Guido Calogero nei primi anni 70 sosterrà incredibilmente che andava modificato il giudizio rispetto alle diverse violenze  in base al loro colore politico . Un errore in cui cadranno in molti . Un colloquio illuminante  con Ronchey e poi con Casalegno mi vaccinò rispetto agli ideologismi e mi indicò la strada da seguire .  La violenza andava combattuta a prescindere dalla sua matrice ideologica come male oscuro della democrazia e della stessa vita civile.

Fondi dissesto, Ravetti (pd): “Regione faccia la sua parte”

Da Palazzo Lascaris

“SONO D’ACCORDO CON MOLINARI. MA LA REGIONE NON  DEVE RESTARE A GUARDARE”

 “Ho letto l’intervento di Riccardo Molinari e sono d’accordo con lui. Le condizioni del nostro territorio e del territorio ligure meritano un Accordo di Programma con il Governo per definire specifici interventi e adeguate risorse.

Sarebbe necessaria anche una semplificazione normativa per evitare tempi lunghi per opere fondamentali. Ma i primi soggetti Istituzionali che dovrebbero dare priorità a questa vicenda rispetto ad altre sono proprio le Regioni Piemonte e Liguria” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Mi pare che, già in sede di assestamento di bilancio, il Piemonte avrebbe potuto garantire maggiori risorse. Il nostro emendamento che chiedeva di stanziare 5 milioni di euro sulle urgenze post alluvionali al testo della Giunta che, invece, non ne prevedeva è stato solo in parte accettato con una riduzione a 3 milioni. Inoltre ci pare opportuno aprire una fase nuova sulle competenze legislative regionali su alcuni argomenti che molto hanno a che vedere con la tutela del territorio, quali, per esempio, il consumo del suolo o la gestione dei corsi d’acqua, compresi quelli minori” conclude Ravetti.

Tenta di lanciarsi dal ponte Carpanini: la polizia lo salva

Messo in salvo dagli agenti del Commissariato Centro
Lunedì, poco dopo le 19, transitando in corso Vercelli gli agenti del Commissariato Centro sono
stati attirati dalle urla di un uomo che provenivano dal ponte “Carpanini” che dichiarava
l’intenzione di gettarsi nel fiume poiché, come raccontato dopo ai poliziotti, provato da diverse
situazioni personali. L’uomo aveva già oltrepassato il cornicione del ponte e si trovava con i
piedi sul parapetto, aggrappato con le mani alla ringhiera e le spalle rivolte verso il vuoto.
Vista la situazione, gli agenti sono accorsi sul posto e trattenendo l’uomo per il giaccone lo
hanno portato in sicurezza nonostante la sua stazza. L’uomo ha tentato nuovamente di
avvicinarsi al parapetto, senza però riuscirsi. L’uomo che con ogni probabilità aveva abusato di
sostanze alcoliche veniva poi trasportato in codice verde in ospedale a causa di un
mancamento.

We.ca.re stimola l’innovazione sociale

Caucino: “Oggi presentiamo un vero e proprio circuito di idee per cambiare il sociale”

L’assessore alle Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità, Chiara Caucino, è intervenuta, al collegio Carlo Alberto di Torino, alla presentazione del percorso di accompagnamento regionale dei 22 progetti elaborati per l’iniziativa “We.ca.re. 1”.

We.ca.re. (Welfare cantiere regionale) nasce per stimolare l’innovazione sociale, per creare risposte locali volte al benessere del territorio. I destinatari sono le fondazioni socio-assistenziali, il Terzo settore e le imprese che producono valore aggiunto dal punto di vista sociale.

“In che termini dobbiamo innovare? Condividere i lavori realizzati oggi – ha proseguito Caucino – significa dare un impulso e cercare una strategia a lungo termine. Si fa innovazione mettendo insieme le singole esperienze e le progettualità. Questo evento di lancio rappresenta il primo step di un percorso condiviso per un welfare sostenibile soprattutto in futuro. É un momento di scambio e confronto a cui sono lieta di partecipare perché nasce dalla volontà concreta della nostra Regione di dare un importante impulso alle realtà che operano nel sociale”.

Quattro le linee di intervento previste da We.ca.re.: sperimentazione di azioni innovative di welfare territoriale (finanziata con 6,4 milioni di euro); progetti di innovazione sociale per il Terzo settore (3,6 milioni di euro), promozione del welfare aziendale (4 milioni di euro) e rafforzamento di specifiche attività imprenditoriali (5 milioni di euro).

Le prime due misure hanno prodotto rispettivamente 22 e 33 progetti e, nel complesso, gli elaborati hanno generato la collaborazione di più di 250 organizzazioni territoriali.

Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i lavori avviati che saranno poi monitorati e accompagnati nel loro percorso di realizzazione.

“Abbiamo già vinto una grande sfida – ha concluso Caucino – quella di essere riusciti a produrre un Piemonte sociale vincente attraverso questi progetti che hanno riscontrato un’ottima risposta territoriale, un Piemonte quindi ricco di nuove idee e soprattutto proiettato al futuro. Sto lavorando proprio in questa direzione, con l’obiettivo di creare sinergie e confronto tra operatori, attraverso la realizzazione degli Stati generali del Sociale previsti per il prossimo autunno”.

Scommettitore seriale ai calciatori: “Perdete le partite o morirete”

Sei messo sotto tiro…il mio è un lavoro ti avviso oggi devi perdere la partita…sappiamo tuo indirizzo e tutto … abbiamo scommesso 250 mila euro… ci sono albanesi e calabresi avvisa tutta la difesa che la partita si deve perdere al 1000% perché se per puro caso salta … ti puoi considerare un morto che cammina

CALCIOSCOMMESSE: IDENTIFICATO E DENUNCIATO “SCOMMETTITORE SERIALE”

 

Sei messo sotto tiro…il mio è un lavoro ti avviso oggi devi perdere la partita…sappiamo tuo indirizzo e tutto … abbiamo scommesso 250 mila euro… ci sono albanesi e calabresi avvisa tutta la difesa che la partita si deve perdere al 1000% perché se per puro caso salta … ti puoi considerare un morto che cammina e puoi anche andare a denunciare e peggio ancora sarai scannato … ti puoi scavare la fossa perché ti vengo subito ammazzare e … se ti rifiuti di giocare oppure fai qualche altra cazzata che non gli fai fare i gol subito … puoi considerare la fine per te … sarai scannato mentre che cammini per strada… sappiamo tutto su di te un saluto dall’Albania…”.

 

Questo, sostanzialmente, il tenore dei messaggi inviati tramite whatsapp ai calciatori – analogo in tutti e tre i casi sui quali i Carabinieri hanno fatto luce – dei quali l’uomo riusciva a “carpire” il numero di cellulare attraverso i loro profili social.

Le indagini sono scattate lo scorso 30 settembre, a seguito dell’esposto-denuncia-querela presentata ai Carabinieri di Alessandria, da un calciatore della squadra del Monza che, in ritiro con la squadra nel capoluogo alessandrino in vista della partita con la Juventus U-23, valida per la 7^ giornata del Campionato di Serie C Girone A, dalle prime ore del mattino aveva cominciato a ricevere sul proprio cellulare i messaggi contenenti pesanti minacce.

Per convincere la vittima, l’ignoto malfattore aveva fatto seguire alle minacce ben 5 screenshot relativi ad altrettante giocate sulla partita, effettuate sulla piattaforma di un noto sito di scommesse on line.

Il calciatore, accompagnato da un dirigente della società, consegnava ai militari anche copia di un analogo esposto-denuncia indirizzato, poco prima, alla Procura Federale della FIGC di Roma e alla Lega Pro di Firenze dall’AC Monza SPA, a firma del suo A.D. Adriano Galliani.

A causa della gravità delle minacce, venivano immediatamente attivate riservate misure di vigilanza, sia nei pressi del luogo ove la squadra del Monza si trovava in ritiro, sia, tramite i Carabinieri del posto subito informati, in corrispondenza dell’abitazione dei familiari del calciatore. Nello stesso tempo venivano avviate articolate e complesse indagini di natura tecnica.

Neanche a dirlo, la partita Juventus U-23 – Monza si concludeva con un secco 1 a 4 per i lombardi, che non faceva altro che far aumentare la preoccupazione del denunciante, che in seguito riceveva una telefonata dall’utenza incriminata alla quale decideva di non rispondere.

Le indagini consentivano in breve di:

  • – risalire al titolare dell’utenza dalla quale erano partiti i messaggi minatori, che risultava essere intestata ad una persona della provincia di Catania, morta alcuni anni prima;
  • – accertare, grazie anche alla collaborazione fornita dall’Ufficio legale della Lega di Serie C, che analoghe minacce – alcune delle quali partite dallo stesso numero di quelle rivolte al calciatore del Monza – erano state rivolte, quella stessa tornata, ad altri due calciatori di altrettante squadre di calcio militanti nello stesso campionato, la Pro Vercelli, impegnata con la Pergolettese e la Viterberbese, che avrebbe dovuto giocare contro la Vibonese;
  • – individuare, da parte dell’utenza incriminata, una fitta rete di connessioni web ai principali siti di scommesse on line, nonché di attribuire uno degli ulteriori analoghi episodi delittuosi, all’intestatario di un profilo social.

Venivano quindi attivate, tra l’altro, complesse intercettazioni di flussi di comunicazioni telematiche che, unitamente all’analisi di quelle telefoniche, consentivano di risalire all’intestatario del profilo, le cui generalità venivano richieste con apposito decreto notificato all’ufficio legale del social media interessato.

 

L’indagine permetteva infine di:

  • – identificare con certezza l’effettivo utilizzatore delle utenze telefoniche e del profilo social da cui erano partiti i messaggi minatori;
  • – localizzare tale soggetto nel comune di Palagonia, in provincia di Catania e di constatare come questi fosse un vero e proprio “scommettitore seriale”, essendo solito esercitare con continuità, sebbene di importi minimi, un numero rilevante di giocate sulle principali piattaforme e siti di scommesse on line;
  • – verificare – mediante apposito decreto notificato ad una nota società di scommesse on line maltese – che gli screenshot con le ricevute relative alle giocate per diverse migliaia di euro inviate ai calciatori erano in realtà state artatamente modificate aumentandone e di molto gli importi, al fine di esercitare ulteriore pressione psicologica su questi ultimi per convincerli a truccare le partite;
  • – appurare come il malfattore oltre che a minacciare i calciatori fosse anche solito individuare, sempre attraverso i social media, soggetti facilmente influenzabili che, indotti ad effettuare scommesse on line su risultati prospettati come “sicuri” in quanto “pilotati”, qualora fossero risultati, ancorché casualmente, davvero vincitori, venivano successivamente anch’essi minacciati al fine di ottenere una percentuale della vincita;
  • – escludere, allo stato, eventuali legami con la criminalità organizzata.

Pertanto, si decideva di passare all’azione. Personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Alessandria veniva inviato in Sicilia dove, coadiuvato nella fase esecutiva dai militari del Nucleo Investigativo di Catania e della Compagnia CC di Palagonia, faceva irruzione nell’abitazione di S. A. D. B., palagonese di 25 anni, all’interno della quale rinveniva e sequestrava gli apparati telefonici e numerose schede sim, tra cui gli smartphone e le schede utilizzati per commettere i reati. Il giovane, che messo alle strette ammetteva spontaneamente di essere l’autore delle minacce di cui si è detto, veniva quindi denunciato in stato di libertà per i reati di tentata estorsione pluriaggravata.

 

 

 

Nuovo volo Torino-Kyiv con SkyUp Airlines

Il 12 dicembre 2019 SkyUp Airlines debutta con il suo primo volo da Kyiv a Torino. Sarà ora possibile volare due volte a settimana dalla capitale dell’Ucraina all’importante centro economico e industriale d’Italia.

“Oggi abbiamo fatto un altro passo nell’implementazione del nostro programma strategico di sviluppo del network. Torino diventa la quarta destinazione della compagnia aerea SkyUp in Italia. Da ora in poi, gli ucraini hanno l’opportunità di esplorare un’altra regione d’Italia e scoprire nuove città in questo incredibile Paese. Allo stesso tempo, è importante per noi aprire l’Ucraina al mondo. Siamo lieti che ora saremo in grado di mostrare la nostra capitale ai residenti piemontesi. Kyiv è una delle città più antiche d’Europa, ricca di siti storici e culturali. Allo stesso tempo, la città è moderna e dinamica” ha affermato Yevhenii Khainatskyi, Chief Executive Officer di SkyUp Airlines.

Orari e prezzi dei voli Kyiv – Torino – Kyiv:

Quando: giovedì, domenica

Tariffa del biglietto senza bagaglio: da 50,49 € *

“Siamo molto soddisfatti di accogliere SkyUp Airlines come nuova compagnia aerea nel nostro scalo. Con il volo diretto per Kyiv si amplia il ventaglio di destinazioni low-cost da Torino, offrendo la possibilità di un nuovo collegamento a tutti coloro che per motivi di turismo o di lavoro desiderano recarsi in Ucraina. Il volo serve, inoltre, l’ampia comunità ucraina presente in Piemonte, che conta oltre 10mila cittadini residenti, e faciliterà le imprese del nostro territorio che hanno legami commerciali con questo interessante mercato” ha dichiarato Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.

“Il 12 dicembre 2019 è una giornata molto importante per la comunità degli ucraini che vivono in Piemonte e non solo per loro, ma anche per le aziende ed imprenditori piemontesi che potranno con più facilità viaggiare in Ucraina e prendere contatti commerciali ed imprenditoriali”, ha sottolineato il Console Onorario di Ucraina in Piemonte, Dario Arrigotti, il giorno dell’inaugurazione del collegamento diretto effettuato dalla compagnia SkyUp Airlines tra Torino e Kyiv.

L’assessore scrive a Greta: “Stiamo facendo moltissimo per il clima”

«Sono felice che Greta Thumberg venga a Torino e in Piemonte. Stiamo facendo moltissimo per il clima del nostro territorio attraverso misure strutturali. Il 2020 sarà infatti l’anno della svolta, quando finalmente applicheremo il piano strategico da 180 milioni di euro attraverso 47 misure mirate a migliorare la qualità dell’aria».

Così l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati manda un messaggio a Greta Thumberg, la leader degli attivisti di Fridays For Future in visita, domani, a Torino. «Vorrei che tu sapessi, comunque, che non è ancora sufficiente ciò che stiamo facendo. Infatti vogliamo sviluppare la tecnologia dell’idrogeno partendo dai treni per poi estenderlo a tutto il sistema della mobilità e al riscaldamento. Un grande obiettivo che vedrà il Piemonte attivo e protagonista per la lotta ai cambiamenti climatici e che possa essere da esempio per le altre regioni. Mi auguro che tu possa apprezzare il nostro impegno».

La storia di Bruno Pittatore dalle Langhe alla Torino industriale

Cercavo domani

Lunedì 16 dicembre, alle 18.oo, la Sala Didattica del Polo del ‘900 in via del Carmine a Torino ospiterà la presentazione del libro di Bruno Pittatore “Cercavo domani” (Impremix Edizioni).

L’evento è promosso dall’Istituto Gramsci e dalla Fondazione Vera Nocentini. Dopo l’introduzizone di Gianguido Passoni e i saluti di Marcella Filippa, interverranno con l’autore – moderati dal giornalista della Rai Stefano Tallia – Enrico Galimberti ed Ettore Durbiano. L’autore, raccontandosi in questo libro intervista accompagna il lettore attraverso il “secolo breve” fino a lambire gli eventi più recenti della storia del nostro paese. È la vicenda di un militante comunista del tutto originale, che ha iniziato il suo percorso come operaio, terminando come imprenditore. Un uomo che ha potuto osservare la politica da diverse angolazioni restando sempre dalla stessa parte. Nato nel settembre del 1928 a Barolo, nelle Langhe, figlio di mezzadri Pittatore durante la guerra partigiana, conosce i capi della Resistenza nelle Langhe. Giovanissimo iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, nei primi anni Cinquanta ne diventa un attivo militante e, dopo il licenziamento dalla FIAT Materiale Ferroviario per motivi politici-sindacali, funzionario con incarichi in varie parti d’Italia. Tornato a Torino, nel 1959 diventa segretario della 13a sezione PCI (Oltrepò) e pochi anni dopo della 9a (Barriera di Milano). In quegli stessi anni intraprende l’attività in proprio e, da piccolo imprenditore prima e da dirigente d’azienda poi, viaggia nei Paesi del blocco comunista, fa parte della commissione “Ceti medi” del PDS e fonda il circolo culturale “Efesto”, luoghi di confronto sui temi dell’economia e del lavoro negli anni della transizione dal PCI al PDS ai DS. Tutt’ora attivo, non manca di partecipare alla vità sociale e politica torinese, frequentando la sede provinciale del PD di via Masserano.

M.Tr.

Auto rubate rivendute o affidate a carrozzerie compiacenti

I Carabinieri eseguono 3 arresti e 11 perquisizioni 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo una misura cautelare personale nei confronti di 3 italiani (uno in carcere e due ai domiciliari) ritenuti responsabili in concorso di furto aggravato e ricettazione di autovetture e di porto abusivo di armi e munizioni.

Gli arrestati fanno parte di un gruppo criminale che vede coinvolti altri 11 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata ai furti, ricettazione e riciclaggio di autovetture, in particolare dei marchi Fiat e Abarth, che agiva in Torino e provincia.

I furti erano commissionati da carrozzieri, i quali cannibalizzavano le autovetture per i ricambi e per rivenderli a clienti ignari della provenienza.

In 5 mesi di indagini i Carabinieri della Compagnia di Venaria Reale hanno accertato più di 14 episodi delittuosi e recuperata refurtiva per oltre 200.000 euro fra auto e pezzi di ricambio.

Violati i profili di migliaia di giocatori on-line. Truffa da 30 milioni

Perquisizioni della Guardia di Finanza di Torino nelle sedi di due concessionari di rete per il gioco in rete.  Coinvolte decine di sale scommesse in tutta Italia, 3 le persone denunciate, 60 i siti “congelati”

 

Accesso abusivo ai sistemi informatici ed esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa. Questa l’accusa nei confronti dei due rappresentati legali dei concessionari di rete per il gioco on line, perquisiti poche ore fa dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’imponente operazione che ha visto coinvolte numerose regioni in tutta Italia: dalla Lombardia al Lazio, dall’Abruzzo sino alla Sicilia.  

L’operazione è “nata” proprio nel capoluogo piemontese, dopo che i Finanzieri, alcuni mesi fa, avevano denunciato i due titolari di una sala scommesse illegale, mascherata da punto raccolta, nel quartiere Lingotto.

I due concessionari coinvolti nell’inchiesta, avevano predisposto le loro piattaforme di gioco, (nate con il solo scopo di promuovere il gioco in rete attraverso l’apertura di conti intestati agli utenti) in modo tale da memorizzare i dati sensibili di accesso ai conti gioco aperti dai clienti, senza l’immissione di password personali. Così facendo, i conti personali e i profili degli ignari giocatori potevano essere “utilizzati” anche in loro assenza in quanto i dati rimanevano memorizzati sul conto madre di ogni singolo punto vendita.

La truffa ideata, oltre ad aggirare l’apparato concessorio dei Monopoli di Stato, ha causato una vorticosa falla nell’intero database che avrebbe dovuto garantire la riservatezza dei dati personali dei clienti, invece, così facendo, era possibile accedere ai singoli profili, e di conseguenza ai conti gioco, cliccando sulla sola userid del cliente.

Ad aggravare la posizione dei concessionari la creazione di 60 siti denominate SKIN che attraverso i punti di ricariche (PVR) presenti sul territorio consentivano di ricevere scommesse su canale di raccolta fisica senza aver pagato la relativa concessione statale che per tale attività ammonta a 6.000 euro a punto vendita.

Tra l’altro, in questo modo, nei punti vendita, spacciati per la maggior parte come internet point, potevano tranquillamente accedere i minori in quanto privi di particolari restrizioni e divieti.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dai Finanzieri del Gruppo Torino, è culminata questa mattina con decine di perquisizioni nelle provincie di Roma, Napoli, Milano, Palermo e Teramo e Torino.

Come detto, a finire sotto inchiesta i due rappresentati legali dei concessionari statali con sede a Roma e Napoli nonché l’amministratore di una terza società Milanese in quanto è risultata affiliata ad uno dei concessionari. Oltre sessanta i siti di gioco on-line “congelati”.

Le perizie effettuate dalla Direzione Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma e dalla Sogei S.p.A. hanno accertato che tali concessionari dovevano esclusivamente:  “osservare e/o far rispettare, nell’eventuale attività di promozione e diffusione dei giochi oggetto di convenzione, dei relativi contratti di conto di gioco e di rivendita della carta di ricarica, il divieto di intermediazione per la raccolta del gioco a distanza nonché il divieto di raccolta presso luoghi fisici, anche per il tramite di soggetti terzi incaricati, anche con apparecchiature che ne permettano la partecipazione telematica”.

Per le gravi responsabilità che stanno emergendo dopo l’operazione della Guardia di Finanza di Torino, l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli valuterà l’opportunità di ritirare la concessione statale.