ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie. A cura di Laura Goria

Audur Ava Ólafsdóttir   “Miss Islanda”   -Einaudi- euro 18,50

 

Islanda anni 60 del secolo scorso, la giovane e brillante Hekla vuole diventare scrittrice ma, in un mondo conservatore e patriarcale, quello che le viene riconosciuto è soprattutto il merito per la sua bellezza mozzafiato. Le propongono di partecipare al concorso di Miss Islanda, senza accorgersi che lei sotto il vestito non è che abbia niente. Anzi la sua è una mente brillante che surclassa quelle di molti uomini; a partire dal suo borioso e inconcludente fidanzato.

Hekla porta il nome di un vulcano e spara incandescente lava nel tentativo di emergere come scrittrice in un paese -l’Islanda- che nel 1963 mostra pesantemente il suo volto maschilista e retrogrado. Possiamo leggere questa storia come metafora di tutti i talenti sprecati al mondo, e come ritratto di un’epoca in cui la letteratura al femminile era un sogno impossibile. Ekla lascia le distese di prati del suo paesino e plana a Reykjavík, la capitale islandese, crogiolo di circoli letterari e case editrici. Ma nulla sarà facile. Dovrà pubblicare sotto pseudonimo, verrà invidiata dal giovane poeta senza talento che si innamora di lei, troverà amicizia e comprensione nell’amico gay col quale condividerà anche il letto per una volta sola. Invece constaterà la differenza abissale rispetto alla sua amica che si limita ad essere moglie e madre, convinta che questo sia il vero, unico destino femminile. Hekla ha talento, coraggio a bizzeffe, macina le delusioni passando oltre e, con indistruttibile tenacia, rifiuterà le lusinghe del concorso di bellezza.

 

 

Emmanuel Carrère  “Vite che non son la mia”   -Adelphi-  euro 19,00

Due drammi sono al centro di questo coinvolgente e bellissimo libro di Emmanuel Carrère. Lui è stato testimone di entrambi e riesce a raccontarli con maestria, delicatezza, sensibilità e partecipazione strepitose. Caso volle che si trovasse nel 2003 in Sri Lanka, insieme alla sua compagna Helene, con la quale  il rapporto era in crisi. Poi tutto è cambiato con l’onda alta come un grattacielo che ha travolto ogni vita e cosa sulla sua strada. Lo Tsunami che ha falciato le coste del Pacifico ha distrutto interi villaggi di povera gente e, tra le tante esistenze che si è portato via, c’è anche quella della piccola Juliette, risucchiata mentre giocava con un amichetta in riva al mare. Aveva solo 4 anni ed era l’unica figlia di una coppia di turisti, Delphine e Philippe, giovani, belli, allegri e socievoli. Carrere assiste alla loro disperazione e li aiuta nella ricerca del corpo della piccola -tra un ospedale improvvisato e l’altro- poi a recuperarlo e a dirgli addio. Aspettatevi pagine che toccano l’anima e aiutano a sviluppare un’empatia profonda per l’orrore che passa attraverso i vari gironi dell’inferno delle calamità naturali. Unico lato positivo di questo disastro, il riavvicinarsi di Carrere alla sua compagna. La seconda tragedia riguarda proprio la sorella di lei. E’ la 33enne Juliette, moglie di Patrice, madre di tre bimbe piccole, magistrato tenace che già in passato ha combattuto con la malattia. Ora le è stato diagnosticato l’ennesimo tumore che in poco tempo finirà per stroncarla. Carrere racconta il calvario di questa morte annunciata che tutti i familiari affrontano con immenso coraggio. Vi troverete a leggere pagine sublimi e struggenti che vi portano al centro di tutto ciò che comporta una malattia terminale: soprattutto racconta la forza di grandi e piccini di fronte all’irreparabilità di una sentenza di morte inappellabile..

 

 

 Camilla Baresani   “Gelosia”  -La Nave di Teseo-   euro 18,00

Per raccontare il dramma della gelosia -e derivati disastrosi di questo pungente sentimento- la Baresani mette in scena i difficili rapporti tra il protagonista Antonio e le sue donne. Lui è un affascinante giovane che dal paradiso di Capri si trasferisce a Milano dove mette in piedi un’attività. Il romanzo inizia subito con un colpo di scena e un rebus. Il bell’Antonio Gargiulo riceve la telefonata della sua ex collaboratrice (ed ex amante) Sonia che si era lasciato indietro da tempo. Di più non vi dico perché sarà proprio l’esito di questo incontro a tenervi sulla corda per le successive 376 pagine, fino all’epilogo… imprevedibile.

Nel mezzo c’è la storia d’amore di Antonio e dell’intraprendente imprenditrice del lago di Garda Bettina. Lui che aveva già una tresca amorosa tenuta sottotraccia, all’epoca in cui la incontra dà una svolta alla sua vita e, dopo pochi mesi di appuntamenti su e giù per l’Italico stivale, le chiede di sposarlo. Poi il dolore i delle gravidanze finite male, una davvero malissimo col bimbo che nasce morto. Le attese e i progetti di nido familiare che si infrangono contro l’incapacità della moglie di portare a termine con successo una gestazione. La soluzione arriva dall’India, con l’adozione della piccola Maya di 4 anni. Ma in parallelo a questo matrimonio oscillante tra alti e bassi, vicinanza e  lontananza, Antonio si lascia travolgere dall’infuocato rapporto con la sua giovane collaboratrice Sonia: secca secca, quasi androgina. Un tradimento che pareva essere da poco, col tempo deflagra, perché lei non si accontenta più del sotterfugio. Vanno in scena la gelosia e i ricatti della giovane perché lui lasci definitivamente la moglie, o almeno porti alla luce la sua seconda vita. Il resto a voi scoprirlo.

 

 

 

 

 

 

La mostra dell’anno. Antico e moderno si fondono nel genio di Mantegna

Inaugurata il 12 dicembre, sarà aperta fino al 4 maggio a Palazzo Madama

È l’Ecce Homo proveniente dal Museo Jacquemart André di Parigi l’immagine guida di quello che si presenta come “l’appuntamento dell’anno” culturale torinese, “estremamente attraente”, sottolinea Maurizio Cibrario, presidente di Fondazione Torino Musei, presentando nei saloni di Palazzo Madama, elegante luogo espositivo, la mostra dedicata alla figura e all’opera di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 – Mantova, 1506). Sottotitolo indicativo “rivivere l’antico, costruire il moderno”, ovvero l’analisi della ricerca dell’antichità classica, di quella archeologia che pervade gran parte della sua produzione, come di quella prospettiva che spingeva l’autore verso una visione del tutto inaspettata e contemporanea, un mondo nuovo in cui confluivano (senza dimenticare gli apporti fiamminghi) le grandezze di Donatello e di Antonello da Messina, di Paolo Uccello, di Cosmè Tura e di Ercole de’ Roberti della scuola ferrarese, di Pisanello e di Giovanni Bellini per giungere alla vena poetica del Correggio, che unico seppe raccogliere, lavorando al suo fianco nella cappella funebre in Sant’Andrea a Mantova, l’eredità del Maestro, forse presto abbandonato e superato, vittima di quell’austerità che doveva cedere alle novità di un secolo che si stava aprendo proprio con la sua morte.

Una mostra, a cura di Sandrina Bandera e Howard Burns, con l’apporto di Vincenzo Farinella come consultant curator per l’antico, promossa dalla Fondazione Torino Musei, da Intesa San Paolo, dalla Camera di Commercio e organizzata da Civita Mostre e Musei, il risultato di scommesse e di telefonate e viaggi, di richieste non sempre soddisfatte e irraggiungibili (il Cristo morto di Brera) o inamovibili come gli affreschi della mantovana Camera degli Sposi, la Cappella Ovetari di Padova, il grande ciclo all’antica dei Trionfi di Cesare ( tuttavia ospitati nella Corte Medievale di Palazzo Madama attraverso uno spettacolare apparato di proiezioni multimediali, tre schermi di 7 x 3,50 metri con audioguide in italiano, inglese e francese), un progetto iniziale sviluppato in 18 mesi soltanto, la visione finale di oltre 130 opere – diciannove dipinti, una decina di disegni e otto lettere del Mantegna -, la partecipazione di musei italiani e stranieri, una mostra che vuol essere “una scossa culturale” da parte di un Comune che negli ultimi anni ha difettato di grandi appuntamenti nelle proposte artistiche. “Considerando l’importanza dell’appuntamento che occuperà i periodi invernale e primaverile – ha ancora sottolineato Cibrario -, nell’intenzione di fare davvero squadra, abbiamo voluto rivolgerci ai tanti operatori della rete cittadina, Unione Industriale, Confesercenti e Federalberghi e non soltanto, perché da loro possa partire la cassa di risonanza verso un successo che speriamo grande, la promozione continua che raggiunga pure l’estero, Francia e Svizzera in primo luogo, una strada di ritorno allo sforzo economico messo in campo dagli organizzatori”. I dati sono davvero alti e quel ritorno lo pretendono: 870mila euro il San Paolo (Michele Coppola, responsabile arte e cultura della Banca, mentre ribadisce il legame stretto tra l’Ente e la città, confessa di stare “ancora con le dita incrociate”), 750mila Civita, 350mila Torino Musei e 80mila Camera di Commercio (“dobbiamo occuparci di turismo e cultura – dice Guido Bolatto – e siamo dell’opinione che gli alberghi di Torino non debbano riempirsi soltanto per Artissima o per le partite della Juve”).

E allora che cosa ammireremo sino al 4 maggio 2020, quando la mostra chiuderà? Il piano nobile sarà tra l’altro occupato, nell’allestimento di Loredana Iacopino, dal grande affresco staccato proveniente dalla Cappella Ovetari, parzialmente sopravvissuto al drammatico bombardamento della seconda guerra mondiale ed esposto per la prima volta dopo un lungo e complesso restauro e dalla lunetta Sant’Antonio e San Bernardino sorreggono il monogramma di Cristo (1452), proveniente dal Museo Antoniano di Padova. Grazie ai prestigiosi prestiti internazionali, da alcune delle più grandi collezioni del mondo – tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Louvre e il Musée Jacquemart André di Parigi, il Metropolitan di New York, il Cincinnati Art Museum, il Liechtenstein Museum di Vienna, lo Staatliche Museum di Berlino, nonché le raccolte italiane degli Uffizi, del Castello Sforzesco e del Poldi Pezzoli di Milano, del Museo Antoniano e dei Musei Civici di Padova, dell’Accademia Carrara di Bergamo, della Fondazione Cini e dell’Accademia di Venezia, del Capodimonte di Napoli, dei Musei Civici di Pavia, della Sabauda e del Museo d’Antichità di Torino, del territorio mantovano con i Musei Civici, il Seminario Vescovile e la Basilica di Sant’Andrea – saranno in mostra Una sibilla e un profeta (1495, Cincinnati), Baccanale con Sileno (1470, stampa a puntasecca su carta, Metropolitan di New York), Sacra Famiglia con San Giovanni (1500 ca., National Gallery londinese), Madonna con Bambino e Santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa (1453 ca., Jacquemart André di Parigi), Battesimo di Cristo (1504, Basilica di Sant’Andrea a Mantova). Ancora grandi nomi del Rinascimento nell’Italia settentrionale a confermare gli stretti rapporti con il Mantegna: Antonello da Messina con il suo Ritratto d’uomo (1476), conservato nelle stesse raccolte di Arte Antica di Palazzo Madama, Giovanni Bellini con Ritratto di giovane senatore (1485) da Padova e Madonna col Bambino (1455) da Pavia, Cosmè Tura con San Giorgio (1460 – 1465) proveniente dalla Fondazione Giorgio Cini, Il matrimonio mistico di Santa Caterina (1510 – 1515) dal National Gallery di Washington.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: Andrea Mantegna, “Ecce Homo” (1500 – 1502), tempera su tela di lino, Musée Jacquemart André, Parigi;

Andrea Mantegna, “Madonna con Bambino e Santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa” (1453 – 1454), tavola, Musée Jacquemart André Parigi;

Giovanni Bellini, “Ritratto di giovane senatore” (1485 ca.), olio su tavola, Museo d’arte medievale e moderna, Padova;

Cosmè Tura, “San Giorgio” (1460 – 1465), tempera su tavola, Fondazione Giorgio Cini, Galleria di Palazzo Cini, Venezia.

+Europa Torino con i piccoli comuni contro i tagli

“Sono incomprensibili e inaccettabili i contenuti del  Decreto Fiscale di fine dicembre”

FONDO DI SOLIDARIETA’ COMUNALE, TAGLIO AI TRASFERIMENTI PER MOLTI PICCOLI COMUNI DEL 5%.  LA CONFERENZA STATO-CITTA’ AVEVA DATO L’OK: INACCETTABILE INVERSIONE DI MARCIA. CIRIO DIA UN SEGNO DI VITA E AFFRONTI LA SITUAZIONE. 

+Europa Torino si schiera al fianco dei piccoli comuni (in Piemonte oltre 800), affinché venga affrontato il nodo del taglio governativo sul fondo di solidarietà comunale, stimato intorno al 5%. La Conferenza Stato-Città dell’11 dicembre aveva dato il via libera a un sistema di perequazione che doveva prevedere aumenti, agevolando l’equità. Invece l’anno inizia con un taglio preoccupante!

Così commenta Marco Cavaletto, coordinatore di +Europa Torino: “Sono incomprensibili e inaccettabili i contenuti del  Decreto Fiscale di fine dicembre. La Regione Piemonte continua nel suo immobilismo, mentre i Comuni provano a ricavare i dati in queste ore dal sito del Ministero dell’Interno: basta fare un confronto per i piccoli comuni con le disponibilità dell’anno precedente per capire la gravità della situazione. Chiediamo perciò al Presidente Cirio e alla sua giunta un segno di vita e ci auspichiamo venga immediatamente affrontato questo tema con il Dipartimento Finanza Locale del Ministero dell’Interno per correggere questa situazione”.

Scoperti ad armeggiare tra le auto in sosta: arrestati

Sono circa le 20.30 di venerdì, quando gli agenti del commissariato Centro, dopo aver ricevuto
segnalazione da parte di un passante, si portano in via San Quintino. Tre uomini sono stati visti
aggirarsi tra le auto in sosta
In prossimità del luogo indicato, gli operatori individuano gli stessi tre soggetti, cittadini
algerini di 32, 25 e 21 anni, armeggiare nei pressi di una macchina parcheggiata. Alla vista
della volante, i rei tentano immediatamente la fuga, senza successo. Nell’appurare l’effettiva
rottura del finestrino posteriore, gli agenti perquisiscono i tre individui. Una forbice ed una
lama vengono rinvenute nella tasca del ventunenne, mentre all’interno di un borsone
vengono ritrovati diversi indumenti sportivi, un paio di scarpe, un power bank e documenti
vari, di proprietà degli intestatari della macchina. Effettuati ulteriori controlli, gli agenti
scoprono che i tre algerini sono irregolari sul territorio nazionale e che il più giovane è già
destinatario di un provvedimento di espulsione emesso nel settembre dello scorso anno. Alla
luce dei fatti vengono arrestati per furto aggravato e gli effetti personali trafugati, restituiti ai
legittimi proprietari.

Animali & Ambiente, tavolo regionale

Riceviamo e pubblichiamo

Il Tavolo Animali & Ambiente augura a tutti coloro che hanno a cuore gli animali e l’ambiente un nuovo anno che sia di buon auspicio per la tutela di tutti gli esseri senzienti non umani e per l’ambiente

Le associazioni animaliste e ambientaliste che costituiscono il Tavolo continueranno anche nel 2020 a combattere per un mondo migliore, impegnandosi a conquistare maggiori diritti per gli animali e per la tutela dell’ambiente.

A questo proposito il Tavolo Animali & Ambiente rende nota l’imminente apertura di un tavolo di confronto permanente presso l’Ufficio di Presidenza della Regione Piemonte. Questo, a seguito dell’incontro avvenuto a fine dicembre con il presidente Alberto Cirio. E’ stato un incontro costruttivo in cui il presidente Cirio ha mostrato disponibilità a valutare le richieste delle associazioni, accogliendone subito due. Il Tavolo ha presentato il documento programmatico inerente ai temi sulla tutela degli animali e dell’ambiente, e gli ha sottoposto le seguenti richieste come inizio di collaborazione:
⦁ Richiesta di istituzione di un Tavolo di confronto permanente presso gli uffici della Presidenza, così come egli stesso ci aveva proposto nel nostro precedente incontro, che potrebbe essere indicativamente a cadenza bimestrale.
⦁ Richiesta di essere consultati sui provvedimenti in materia di ambiente e animali in modo tale da evitare i soliti ricorsi al Tar quando ormai le decisioni sono state già prese.
⦁ Richiesta che l’attuale legge sulla caccia non venga modificata in senso peggiorativo dal punto di vista della tutela della fauna selvatica.
⦁ Richiesta di valutare positivamente le nostre proposte sulle strategie da adottare per il controllo dei cinghiali, iniziando fin da subito a revocare l’utilizzo dei cani.
Quale primo risultato dell’incontro, il presidente Cirio si è impegnato a istituzionalizzare un tavolo di confronto permanente, con incontri periodici, nell’ambito dell’Ufficio della Presidenza.
Ha inoltre dichiarato che non è intenzione della sua Presidenza mettere mano all’attuale legge sulla caccia.
Il punto 4 è quello su cui ci sarà più da lavorare, visti i diversi e spesso contrapposti interessi in gioco, e, quindi, si dovranno effettuare analitiche valutazioni in sede di confronto.
In linea generale, si è parlato anche di organizzare eventi e progetti per sensibilizzare i cittadini, ad iniziare da quelli più giovani, al rispetto verso gli animali in quanto esseri senzienti.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

 

 

 

Sci di Fondo, Coppa Europa a Pragelato

Si avvicina il giorno tanto atteso dagli appassionati della Val Chisone, quello del ritorno di una gara internazionale di sci di fondo sulle piste olimpiche di Pragelato

 

Nella località che nel 2006 ospitò le gare a cinque cerchi dello sci nordico, infatti, è in programma il 18 e 19 gennaio 2020 una tappa di OPA Cup, primo evento internazionale a Pragelato dalle Universiadi del 2007.

È tanto l’orgoglio degli organizzatori e artefici dell’evento, in primis ovviamente del Sindaco di Pragelato, Giorgio Merlo, che all’epoca dei Giochi Olimpici del 2006 era parlamentare e seguì l’evento con un ruolo istituzionale: «Quella olimpica fu un’esperienza straordinaria e purtroppo irripetibile per tutta la provincia di Torino, un vero e proprio volano per lo sviluppo e la crescita del territorio, che diede alla nostra località una visibilità importante. È un peccato che non sarà replicata nel 2026 perché avrebbe le medesime positive ricadute. Ma ciò non frena l’intero comprensorio della Via Lattea, che vuole continuare a essere un primo attore nel panorama degli sport invernali. Noi ovviamente ci candidiamo a fare il nostro lavoro per il settore in cui siamo specializzati, quello dello sci nordico». 

Il comprensorio sciistico della Via Lattea, il secondo più grande d’Italia, composto da sette località del Piemonte (Oulx, Cesana, Claviere, San Sicario, Sauze d’Oulx, Sestriere e Pragelato) più la località francese di Monginevro, il 18 e 19 gennaio sarà grande protagonista, dal momento che a Sestriere si svolgerà la tappa di Coppa del Mondo di sci alpino e a Pragelato l’OPA Cup di fondo, un evento importantissimo quest’ultimo per la Val Chisone: «È un appuntamento a cui teniamo molto – ha sottolineato Merlo – perché rappresenta il ritorno di un grande evento internazionale sulle nostre piste olimpiche, in attesa di poter ospitare in futuro magari anche una gara di Coppa del Mondo. Dopo le Universiadi del 2007 purtroppo qui è calato il sipario, quindi il ritorno internazionale, grazie all’OPA Cup, rappresenta per noi un’inversione di rotta per restituire a Pragelato ciò che merita, sperando di innescare un processo di rinascita per la nostra straordinaria realtà sportiva». 

Merlo ha poi descritto i vari passaggi che hanno portato all’organizzazione della tappa di OPA Cup: «Quando ci siamo insediati, avevamo individuato la necessità di sponsorizzare e puntare sui grandi eventi per rilanciare la nostra località. Abbiamo parlato con tanti tecnici esterni e le associazioni sportive, in primo luogo Pragelato Races, guidata ottimamente da Dante Roggia insieme a coloro che lavorano con lui, e federali, come la FISI, così si è arrivati ad avere questa opportunità. Merito anche della pista di fondo di Pragelato, senza dubbio una delle migliori nelle Alpi Occidentali. Il nostro obiettivo è investire su questa pista e di conseguenza sull’eccellenza del nostro territorio. Grazie al contributo della FISI avremo questa opportunità per iniziare il cambio di rotta». 

L’idea non è quella di fermarsi all’OPA Cup. «Abbiamo l’obiettivo ambizioso di puntare in futuro a ospitare la Coppa del Mondo – ha ammesso il Sindaco Merlo – per tornare protagonisti nel panorama mondiale dello sci nordico. Pragelato ha una grande vocazione culturale e storica, ma senza dubbio ha anche una spiccata predisposizione agonista. Dobbiamo sfruttare al meglio le grandi potenzialità invernali della nostra località e valorizzarle, grazie allo sci di fondo». 

Intanto la risposta è stata fin qui molto positiva: «Tutti gli alberghi stanno registrando numerose prenotazioni. Il comitato organizzatore sta lavorando con grande impegno da tanti mesi e sono convinto che questo evento sarà per noi un bel biglietto da visita per il futuro. Non siamo un paese sperduto ma una località olimpica, questa è la nostra vocazione».

Il prossimo 8 gennaio, presso lo Shop 1882 Vergnano Bar Group di Corso Torino 64, a Pinerolo, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione dell’evento. Il programma delle gara prevede sabato 18 gennaio una mass start in classico di 30km per gli uomini e 15km per le donne, mentre la domenica si disputerà un’individuale in skating di 10km per gli uomini e 5km per le donne. La competizione sarà valida anche per la Coppa Italia Gamma e Rode. 

Smog, da mercoledì il semaforo rosso che blocca anche i Diesel euro 5

AGGIORNAMENTO Da dieci giorni consecutivi in cui le micropolveri hanno superato i 50 microgrammi al metro cubo, pertanto scatta a Torino il semaforo ‘rosso’. Da mercoledì 8 gennaio non potranno circolare anche i veicoli diesel euro5. Si tratta della prima volta che accade da quando, lo scorso primo ottobre, sono entrati in vigore i provvedimenti antismog.

 

Vira probabilmente verso il rosso il semaforo del piano antismog. Non è prevista pioggia per i prossimi giorni ed è quindi facile  che  a metà settimana scatti il rosso, previsto una volta  raggiunti i 10 giorni consecutivi con una concentrazione di Pm10 oltre 50 microgrammi al metro cubo.  Il da farsi si deciderà  martedì mattina e il provvedimento scatterebbe dal giorno successivo. Con il rosso le limitazioni al traffico verrebbero allargate anche ai diesel Euro 5 immatricolati prima dell’1 gennaio 2013. Il blocco totale degli Euro 5, invece,  partirebbe solo dopo 20 giorni di superamento consecutivo di 50 mcg.

Tragedia della miseria: clochard muore per il freddo

Un uomo di 36 anni  è stato trovato morto nel pomeriggio a Torino alla periferia sud-ovest, in strada del Portone nel mezzo della boscaglia. L’uomo era di origine greche, di 36 anni, a chiamare il 118 è stato un passante e la causa della morte è’ molto probabilmente  l’assideramento. Il decesso sarebbe avvenuto qualche giorno fa.

Quattro artisti alla galleria Malinpensa by Telaccia

Tra loro lo scultore esistenzialista Carlo Pazzaglia 

La galleria d’arte torinese Malinpensa by La Telaccia ha ospitato una mostra nel periodo natalizio dedicata a quattro artisti, Sasa Ceraudo, Giancarlo Cerri, Elio Marino e lo scultore Carlo Pazzaglia.

Giancarlo Cerri è un pittore milanese classe 1938, da oltre dieci anni ipovedente. Definisce le sue opere “quadri dipinti senza vedere i colori, ma solo ricordandone la forza e l’intensità”. I quadri recentemente realizzati da Giancarlo Cerri sono costruiti con una tecnica molto particolare, posizionando sulla tela alcune carte di varia misura, adatte a creare spazi geometrici all’interno dei quali dipingere. Perciò le sue opere, prima di essere create sulla tela, vengono dipinte per “immaginazione compositiva”.

Elio Marino, pittore nativo di Napoli e da oltre trent’anni attivo nel panorama artistico nazionale ed internazionale, con studio a Milano, ha aderito a vari gruppi artistici ispirati alla pittura astratta-informale ed al Gruppo 70 Milano, prediligendo il collage materico ed anche l’uso della vernice industriale nei suoi quadri. Oggi la sua ispirazione stilistica astratto-informale si è orientata verso la creazione di un mondo fantastico, in cui le stesse forme si contrappongono e si dissolvono nell’ambiguita’ della metafora dell’esistenza umana.

Carlo Pazzaglia, nato a Bologna nel 1952, ma ora residente a Sestola, sul confine tosco emiliano, è passato attraverso diverse attività, tra cui lo scalpellino, prima di approdare alla scultura, che rappresenta la matrice e l’espressione della sua arte. La durezza e la compattezza dei sassi da lui raccolti lungo il corso dei fiumi, nell’Appennino modenese, la resistenza di materiali da lui usati, il marmo ed il ferro, o il legno, contraddistinto da una grande fisicità, rappresentano le sue  materie prime. Fonte di ispirazione del suo lavoro scultoreo, che si concentra nell’amore per l’essenziale e nella sintesi e semplificazione materica, rimane la scultura esistenzialista di Giacometti.

Prossimo appuntamento espositivo per la galleria Malinpensa sarà in Austria ad Art Innsbruck dal 16 al 19 gennaio prossimi, in occasione della ventiquattresima kermesse, dove sarà presente con artisti selezionati del panorama internazionale contemporaneo. Quindi la galleria torinese prenderà parte, dal 14 al 17 gennaio prossimi, alla sedicesima mostra mercato di Arte moderna e contemporanea ad Arte Genova, con le opere di celebri artisti, quali Ugo Nespolo, Piero Gilardi, Lavinia Salvatori, Giuseppe Pontella, la scultrice Rabarama, Antonio Salinari, Rossana Chiappori ed Anna Maria Terracini.

 

Mara Martellotta

Sugli schermi “Pinocchio” di Matteo Garrone

PIANETA CINEMA
A cura di Elio Rabbione

Un’opera mancata, dai toni lugubri e dai trucchi eccessivi

Al termine della proiezione del Pinocchio di Matteo Garrone (quanto al confronto grande, diciamolo subito, con quel precedente Racconto dei racconti, visivamente entusiasmante, narrativamente perfetto), la prima domanda che ti fai è a chi sia rivolto il film, a chi è dedicato. E ti rispondi: non ai bambini, che certo s’intimoriscono ai toni lugubri della vicenda, alle tinte spesso scure, forse anche a certi trucchi animaleschi che confinano con il babau, a certa noia che t’assale in non pochi tratti; e non agli adulti, cui viene infelicemente sottratto il senso dello spettacolo, il guizzo del divertimento, il piacere del sorriso e salendo più su della risata, il palpito della sorpresa. Perché anche quando l’accoppiata di sceneggiatori Garrone e Massimo Ceccherini (il secondo a firmare come cosceneggiatore? perché? in che modo? per quale manna dal cielo: pronto pure a gonfiarsi inverosimilmente il ruolo della Volpe, un make up tenuto bene a bada, unghie lunghe e luride, una forestucola di capelli arruffati, un paio di baffi striminziti, tenendosi quello del Gatto – Rocco Papaleo – tre passi indietro a ripetere stancamente le sue battute) s’inventa un’andata di Geppetto nella misera trattoria a ricevere per pietà un misero pasto caldo, nel momento stesso in cui cercherebbe un piccolo lavoro, un tavolo, una sedia o una porta da aggiustare, ogni battuta, ogni movimento del parolaio Benigni diventa piano, ripetitivo, inconcludente, di troppo.

Benigni che nella parte centrale (per grande fortuna) sparisce per lasciare il posto al burattino di legno e alle sue tante avventure – calate in un’Italia ottocentesca di borghi con quattro case, di povertà, di distese di grano, di bettole scalcinate, di aie, di gente che vuol fregarti e che ti frega, di una giustizia che è tutta un teatrino, di un mare che sputa mostri -, il teatrino e Mangiafuoco (uno dei tanti luoghi bui con Proietti inutilizzato tra lacrime e perdoni, l’incontro con il Gatto e la Volpe che s’è detto e il campo dei miracoli, le cinque monete da seppellire e il raggiro, la Fatina azzurra che più anonima non si sarebbe potuta scegliere, quasi da dar ragione a Pinocchio a fuggire da lei, il tribunale, Lucignolo e il paese dei balocchi buttati via con quattro pennellate e così sia, la trasformazione in ciuco, la pancia della balena e il ritrovamento del padre seppellito dentro, la resurrezione a bambino vero e pieno di buoni propositi. Un lentissimo srotolarsi di episodi che tutti conosciamo (qualcuno per durata o economia è stato abolito), fedelissimi all’opera di Carlo Lorenzini ovvero Collodi ma senza che nessuno si sollevi dalla freddezza dei toni e ti afferri, ti faccia per un attimo soltanto tornare bambino (anche questo potrebbe essere un bel risultato), faccia sì che tu t’abbandoni al percorso di vita del povero burattino. E credo che questa negazione sia in gran parte dovuta proprio là dove regista e produttori più hanno creduto, spendendo ore di lavoro e quattrini (e allora pensate al candore di Comencini e Manfredi e dell’impareggiabile Andrea Balestri nello sceneggiato televisivo datato 1972), voglio dire in zona trucco: perché tutto quel posticcio, quel carnevale di piume, quelle barbe e quei baffi, quelle squame, quella patina fintolegno che ricopre il viso del piccolo Federico Ielapi impediscono ai sentimenti, alle emozioni di venir fuori, di prendere spazio, di essere lo scheletro del film. Che è un’opera mancata, destinata all’indignazione di chi guarda, all’occhiata all’orologio, alla pazienza, alla definitiva indifferenza verso una delle più belle figure della letteratura infantile. Con buona pace della Poesia, incredibilmente spazzata via.