ilTorinese

Valutazione di impatto sociale, parte il corso

“La necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto generato dalle imprese – spiega il professor Paolo Biancone, direttore del corso, organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino, in collaborazione con Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact – nasce dal passaggio da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), all’interno del quale le aziende, in particolare quelle del Terzo Settore, sono direttamente coinvolte

 

Parte il 27 gennaio la prima edizione del corso universitario di aggiornamento professionale “VALUTAZIONE DI IMPATTO SOCIALE”

OItre 80 tra professionisti, manager di cooperative, fondazioni e altre organizzazioni torneranno in aula per studiare un tema, la valutazione di impatto sociale, divenuto prioritario con i recenti obblighi normativi. “La necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto generato dalle imprese – spiega il professor Paolo Biancone, direttore del corso, organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino, in collaborazione con Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact – nasce dal passaggio da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), all’interno del quale le aziende, in particolare quelle del Terzo Settore, sono direttamente coinvolte con inevitabili conseguenze sulla necessità di implementare strumenti per la valutazione dell’impatto del proprio operato”. Il corso è articolato in 10 lezioni e attività di project working.

 

Le competenze acquisite saranno certificate da un preposto Ente di certificazione e daranno il via a una nuova figura professionale: il valutatore di impatto sociale.“La nostra attenzione scientifica e didattica – conclude il professor Biancone – è concentrata sul tema dell’impatto sociale, di concerto con i portatori di interesse del territorio, in primo luogo la camera di commercio di Torino e Torino Social Impact”. Sempre Torino sarà sede del prossimo colloquio scientifico internazionale sull’Impresa Sociale, promosso da Iris Network e organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino e Torino Social Impact . Giunto alla quattordicesima edizione, affronterà quest’anno il tema “L’impresa sociale e il suo ecosistema per lo sviluppo sostenibile”, attirando studiosi di varie area scientifiche che daranno il proprio contributo sul tema.

 

Di seguito i dettagli della call for paper

https://irisnetwork.it/wp-content/uploads/2019/12/colloquio2020-call-for-paper.pdf

Info sul corso

https://www.management.unito.it/do/home.pl/View?doc=Terza_missione/Formazione_continua.html

Con Torino Digital Days il post digitale è ora

La trasformazione post digitale è il tema della seconda edizione dell’evento con cinque giorni di talk, laboratori, eventi, performance, mostre e workshop gratuiti

 

Dopo il grande successo dello scorso anno ritornano i Torino Digital Days, un format ideato da due importanti realtà del mondo della comunicazione e del digital: il Gruppo Glebb&Metzger, composto dalle società Glebb & Metzger, Tandù e Wacky Weapon, con oltre 20 anni di esperienza in media relation, digital PR, visual, app web e mobile e attività unconventional per i social network, insieme a Bonobo Events, agenzia creativa specializzata nell’ideazione e produzione di format per eventi nell’ambito della comunicazione digitale.

 

“Il post digitale è ora” è il tema della seconda edizione dei Torino Digital Days, in programma dall’11 al 15 febbraio 2020 con cinque giorni di talk, laboratori, eventi, performance, mostre e workshop gratuiti e aperti a tutti ospitati in diverse location della città, per raccontare il ruolo onnipresente della tecnologia nelle nostre vite, che ci rende protagonisti in prima persona della convergenza tra il mondo fisico e il mondo digitale, per capire l’impatto della trasformazione digitale sulle nostre esperienze personali e collettive e per scoprire le opportunità e le sfide che le innovazioni digitali presentano non solo in termini di sviluppo tecnologico, ma anche per la comunicazione dei brand.

 

L’obiettivo dei Torino Digital Days è quello di fornire gli strumenti necessari ai cittadini, alle istituzioni e alle università, alle aziende e alle start-up, per interpretare al meglio come affrontare le sfide digitali del futuro, creando un’occasione per restare aggiornati sulle innovazioni tecnologiche più recenti e per condividere gli scenari attuali e le prospettive della trasformazione post digitale, offrendo un momento di scambio e confronto per rafforzare il network delle realtà presenti sul territorio con nuove possibilità per lo sviluppo concreto di idee e progetti in diversi ambiti.

 

Anche quest’anno il cuore pulsante dei Torino Digital Days sarà il Main Event, in programma mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio 2020 dalle ore 9:30 alle 19 presso Combo, nuova location di oltre 5000 metri quadrati in Corso Regina Margherita 128.

 

Due giornate interamente dedicate al post digitale, alle sue declinazioni, sfumature e soprattutto realizzazioni nella nostra vita quotidiana con un palinsesto ricco di interviste, testimonianze e storie di successo suddivise in quattro aree tematiche“Nuove frontiere”, con un focus sugli scenari futuri, fuori dai luoghi e dai Paesi più comuni, esplorando eccellenze digitali anche in aree del mondo meno note; “Movimenti”, con i cambiamenti e le nuove opportunità offerte dal digitale nell’ambito del movimento di corpi, idee, culture e comunicazione; “Per il tuo bene”, con l’impulso del digitale alla ricerca scientifica che deve misurarsi anche con limiti e pericoli legati all’innovazione; “Finalmente liberi”, con il digitale come oggetto di interesse che si intreccia con gli stili di vita, creando nuovi stimoli per il divertimento, le passioni e il tempo libero.

 

Il calendario completo dei Torino Digital Days 2020 è disponibile sul sito www.digitaldays.it

 

Torino Digital Days è un progetto di Gruppo Glebb&Metzger (con le sue società Glebb&Metzger, Tandù Wacky Weapon) e Bonobo Events, con il supporto della Camera di commercio di Torino attraverso il suo Punto Impresa Digitale e con il patrocinio di Città di Torino, Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino e Club della Comunicazione d’Impresa.

Dalla Regione quasi duecento milioni per l’ambiente

In Consiglio regionale, in quinta Commissione, l’assessore Marnati ha illustrato le strategie finanziarie della Regione

Per l’anno in corso corrispondono a 180 milioni di euro le risorse a disposizione dell’assessorato regionale all’Ambiente, per un quarto circa di provenienza statale, la cui programmazione economica – finanziaria riguarda la Missione di bilancio “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”.

Lo ha confermato l’assessore Matteo Marnati in Commissione Ambiente – presidente Angelo Dago – illustrando il documento di economia e finanza regionale 2020-22 per le sue materie.

La  strategia regionale sullo sviluppo sostenibile (SRSS) rappresenta il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali partendo dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Sono stati definiti i seguenti programmi: lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente; la qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento; i rifiuti; il servizio idrico integrato; la tutela e valorizzazione delle risorse idriche; la tutela, valorizzazione e recupero ambientale.

Alcuni dei risultati previsti sono la finalizzazione della strategia sui cambiamenti climatici, la completa attuazione delle politiche ambientali a livello di Bacino Padano, la realizzazione di una green economy regionale, l’estensione, potenziamento e adeguamento funzionale dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, la riduzione dell’inquinamento diffuso da prodotti fitosanitari, la mappatura e censimento dei manufatti contenenti amianto presenti in Piemonte.

I lavori sono continuati con l’esame degli emendamenti riguardanti la proposta di legge che prevede il contenimento dei cinghiali, chiedendo la correzione della normativa numero 32/82 “Modifica per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale”. Le modifiche prevedono l’estensione dell’uso di mezzi motorizzati su strade comunali e vicinali non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico e al prelievo venatorio ma anche a chi svolge attività venatoria verso gli ungulati.

Parte il primo Treno Promemoria_Auschwitz

Sono più di mille i giovani piemontesi raccolti, per il Giorno della Memoria, intorno al Progetto di Arci e Deina Torino

L’appuntamento è per lunedì prossimo. Parte infatti il 27 gennaio (Giorno della Memoria, celebrato ogni anno a livello internazionale, su designazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime della Shoah e dell’immane genocidio compiuto dall’odio razziale nazista) il primo treno di “Promemoria_Auschwitz”, progetto organizzato congiuntamente dalle Associazioni Deina e Arci Torino, che propone un percorso d’educazione alla cittadinanza avente come   apice proprio il viaggio a Cracovia e la visita agli ex Lager di Auschwitz e Birkenau.

Le altre partenze sono programmate per martedì 4 e giovedì 13 febbraio.

Dei 2400 giovani che partono e aderiscono a livello italiano, ben 1050 sono piemontesi, 290 solo da Torino; i restanti da Alba, Bra, Novara, Moncalieri, Cuneo, Grugliasco, nonché dall’Università degli Studi del Piemonte Orientale (15 studenti) e da altri enti e volontari del Progetto (80 giovani).

Viviamo anni – sottolinea Andrea Polacchi, presidente Comitato territoriale Arci Torino – in cui, troppo spesso, pulsioni revisioniste e reazionarie fanno breccia, creando confusione soprattutto tra i più giovani. Per questo siamo contenti di sostenere, anche quest’anno, Arci Deina e i tanti ragazzi e ragazze che hanno preso parte a questo importante percorso formativo, di cui il viaggio a Cracovia è il momento centrale». E aggiunge: “Da anni camminiamo al loro fianco convinti che la memoria è maestra di vita ed è fondamentale per combattere ogni forma di discriminazione e razzismo”.

Gli incontri

I giovani partecipanti si sono preparati al viaggio con incontri di formazione in cui è stato approfondito il contesto storico della Seconda Guerra Mondiale e della deportazione. Con cineforum, laboratori di scrittura creativa e workshop interattivi, il gruppo ha cominciato a conoscersi, dialogare e confrontarsi. La formazione prevede inoltre un approfondimento sulla storia locale gestito con incontri tematici e visite ai musei e ai luoghi storici più significativi.

Il viaggio

Il primo viaggio, come detto, si inizierà il 27 gennaio e si concluderà il 2 febbraio; il secondo il 4 febbraio per concludersi il 10 febbraio e il terzo il 13 febbraio per terminare il 19 febbraio.

I partecipanti al progetto, provenienti da otto regioni italiane, viaggeranno tutti insieme in treno. A Cracovia i giovani vivranno un intenso percorso che li guiderà attraverso le fasi storiche che hanno preceduto la deportazione. Con l’affiancamento di guide specializzate, visiteranno alcuni luoghi fondamentali per ripercorrere quel periodo storico: l’ex ghetto ebraico di Cracovia, la Fabrika Emalia Oskara Schindlera, la Fabbrica-Museo dedicata alla vita di Oskar Schindler e all’occupazione nazista della città di Cracovia, e il quartiere ebraico di Kazimierz. Una intera giornata sarà dedicata alla visita degli ex lager di Auschwitz e Birkenau, dove hanno perso la vita oltre un milione di persone.  Nel corso del viaggio i giovani scriveranno le proprie emozioni e rifletteranno sulle conoscenze acquisite, si confronteranno, vedranno film e spettacoli teatrali e infine con una grande assemblea plenaria avranno la possibilità di confrontarsi su temi di attualità e di riflettere sul loro ruolo di cittadini del presente.

Partner

Il progetto è organizzato grazie alla collaborazione e il sostegno di numerosi enti territoriali e gode del patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e del sostegno e/o patrocinio di oltre 50 fra Province e Comuni.

Il ritrovo

L’assemblea di partenza degli studenti provenienti da Torino e provincia si terrà lunedì 27 gennaio, ore 8,30, nell’Aula Magna del Campus “Luigi Einaudi” al civico 100 di Lungo Dora Siena.

Interverranno rappresentanti della Città di Torino e del Rettorato dell’Università degli Studi che saluteranno i ragazzi prima della partenza.

g.m.

Le foto  sono di: Simone Cargnoni, Filippo Marselli ed Alessio Righi

 

Eternit, Schmydheiny a giudizio per 392 omicidi

Processo “Eternit Bis” Casale Monferrato a novembre 2020 : l’ex A.D. a processo per le persone decedute per mesotelioma da esposizione ad amianto

 

Il presidente ONA, Ezio Bonanni: “Rimaniamo in prima linea a chiedere la condanna dell’imputato, ma, grazie all’intervento del Ministro Bonafede sulla prescrizione, sarà più difficile per il magnate svizzero

– “Finalmente il magnate svizzero potrà essere inchiodato alle sue responsabilità per i decessi per mesotelioma e altre malattie asbesto correlate che ha provocato violando tutte le misure di sicurezza in danno dei lavoratori ma anche dei cittadini. Rimaniamo in prima linea a chiedere la condanna dell’imputato, ma, grazie all’intervento del Ministro Bonafede sulla prescrizione, sarà più difficile per il magnate svizzero farla franca. Questa volta abbiamo più fiducia nella giustizia italiana“, commenta soddisfatto il Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Avv. Ezio Bonanni, dopo la lettura del dispositivo del Giudice dell’Udienza Preliminare, Fabrizio Filice che ha rinviato a giudizio Stephan Schmydheiny, per omicidio volontario (art. 575 c.p.), per la morte di 392 persone, di cui 62 dipendenti dell’Eternit Casale Monferrato e 330 residenti delle zone limitrofe, tutti deceduti per mesotelioma per l’esposizione ad inquinamento ambientale da amianto.

Accolte quindi le tesi dei Pubblici Ministeri Francesco Alvino, Roberta Brera e Gianfranco Colace, i quali, durante le tre udienze nelle quali sono state esposte le argomentazioni e le conclusioni delle parti, avevano rilevato la volontarietà e la finalità di lucro che ha animato la condotta dell’imputato che, lungi dall’essere contraddistinta da imprudenza, negligenza e imperizia, è per lo più caratterizzata da quella consapevolezza, coscienza e volontà proprie di un comportamento doloso.

Bonanni, affiancato da una squadra di legali, tra cui l’Avv. Alberto Costanzo è da anni in prima linea nella battaglia contro la fibra killer in tutta Italia e nella zona di Casale Monferrato, ricorda che è attivo lo sportello di consulenza ed assistenza gratuita dell’associazione, https://www.osservatorioamianto.com/assistenza-legale-amianto/“.

Il processo, dinanzi la Corte di Assise di Novara, inizierà il prossimo novembre.

La protesta dei pesci di fiume

100 sit-in e flash mob su fiumi e torrenti. La mobilitazione indetta da 18 associazioni ambientaliste per chiedere al ministro Costa lo stop ai progetti idroelettrici che mettono a rischio i corsi d’acqua naturali

“Inaccettabile che le Regioni aggirino la procedura di infrazione sulla Direttiva acque: dobbiamo evitare un ulteriore danno ai nostri fiumi, già provati dagli effetti della crisi climatica”

100 sit-in e flash mob in tutta Italia per salvaguardare gli ecosistemi di fiumi e torrenti contro i rischi legati ai troppi progetti idroelettrici incompatibili con la tutela dei corsi d’acqua e della loro biodiversità. Prelievi eccessivi e nuovi cantieri ad alta quota, in luoghi per lo più incontaminati, minacciano la vita di centinaia di corsi d’acqua naturali.

La mobilitazione, denominata “La protesta dei pesci di fiume”, si svolgerà oggi, 25 gennaio, in tutta Italia dalle 14 alle 17: un appuntamento convocato da 18 associazioni ambientaliste per chiedere al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa il rispetto della Direttiva Quadro Acque, anche quando si tratta di energia idroelettrica. L’obiettivo è bloccare progetti nei corsi d’acqua naturali che accedono agli incentivi previsti dal nuovo Decreto Rinnovabili FER 1 che provocherebbero un ulteriore danno ai nostri fiumi, già provati dagli effetti della crisi climatica, a fronte di un irrisorio contributo di energia rinnovabile.

A promuovere gli eventi sul territorio italiano sono: Free Rivers Italia, Legambiente, Alpi Kayak, Arci Pesca Fisa, CIPRA Italia, CIRF, Federazione Italiana Canoa Turistica, Federazione Nazionale Pro Natura, Federrafting, Forum Italiano Movimenti per l’Acqua, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Salviamo il Paesaggio, Spinning Club Italia, Unione Nazionale Pesca a Mosca UNPeM, Tavolo Nazionale Contratti di fiume, WWF Italia.

Nel mirino delle associazioni è finito il decreto Rinnovabili FER 1 che non ha eliminato gli incentivi agli impianti idroelettrici nei corsi d’acqua naturali, come previsto nella bozza originale, ma ha fissato dei criteri da rispettare previsti dalle Direttive europee, che ora si vuole aggirare nella loro applicazione. Nello specifico, il Decreto stabilisce che per poter accedere all’incentivo il sistema ARPA/SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) deve verificare e certificare che la concessione di derivazione sia conforme alle Linee Guida del Ministero Ambiente per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche (approvate con D.D. n. 29/STA del 13.02.2017, in particolare alle tabelle 11 e 13 dell’allegato 1 del decreto). Le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) sono però orientate ad applicare, al posto di queste tabelle, quelle meno tutelanti delle Direttive Derivazioni Distrettuali, emanate dagli otto Distretti Idrografici italiani. Un’applicazione che costituirebbe un grosso passo indietro rispetto agli obiettivi di tutela delle acque e vanificherebbe il lavoro svolto finora allo scopo di evitare gli incentivi a centinaia di nuovi impianti che non rispettano la Direttiva Quadro Acque.

«Questa situazione potrebbe portare nuovamente ad approvare progetti devastanti sui corsi d’acqua naturali come già capitato negli anni passati – denunciano le associazioni –. Ci appelliamo al ministro dell’Ambiente Sergio Costa affinché venga scongiurato il pericolo di ripetere gli errori del passato che hanno permesso negli ultimi dieci anni autorizzazioni e incentivi a oltre 2000 impianti che non rispettano la Direttiva Quadro Acque, oggetto anche di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. La biodiversità acquatica, già oggi fortemente a rischio per i cambiamenti climatici in atto, potrebbe subire un ulteriore e pericoloso contraccolpo. Occorre rivedere le regole per l’idroelettrico – proseguono le associazioni – prevedendo regole chiare nella tutela dei corsi d’acqua, che spingano al recupero energetico da acquedotti e a un utilizzo più efficiente degli impianti esistenti, per mantenere la produzione idroelettrica di cui abbiamo bisogno nella transizione energetica. Un revamping degli impianti esistenti non solo consentirebbe di produrre più energia, ma consentirebbe anche di valorizzare gli invasi esistenti con contemporanei interventi di naturalizzazione e riqualificazione».

L’Italia è tra i maggiori produttori di energia idroelettrica in Europa e la fonte idraulica, in base ai dati dell’ultimo rapporto del GSE, si conferma quella che garantisce il principale contributo alla produzione di energia elettrica nazionale da FER (43% della produzione complessiva nel 2018, in aumento rispetto al 35% del 2017) nel nostro paese. I piccoli impianti sono, però, molte volte realizzati in contesti montani che conservano un’elevata qualità ambientale. Le autorizzazioni a costruire sono spesso state date in violazione della Direttiva Acque, come dimostrano le due procedure di accertamento aperte dall’Unione europea nei confronti dell’Italia.

Per le associazioni i cambiamenti climatici in atto obbligano sempre più ad un’attenta valutazione del contesto ambientale in cui si opera e per quanto concerne le risorse idriche e i corsi d’acqua il tema si fa ancora più delicato, specialmente nell’arco alpino. È invece urgente avviare interventi di rinaturazione fluviale diffusi per recuperare le aree di esondazione naturale e restituire naturalità ai fiumi per aumentare la sicurezza, tutelarne la biodiversità e avviare una seria politica di adattamento ai cambiamenti climatici.  Negli ultimi 150 anni le Alpi hanno, infatti, registrato un aumento delle temperature di quasi due gradi centigradi: più del doppio della media globale dell’intero pianeta. E gli eccessivi prelievi a scopo idroelettrico di questi ultimi anni hanno comportato pesanti ripercussioni sui corsi d’acqua che dovrebbero indurre a un ripensamento della gestione complessiva della risorsa.

In Piemonte e Valle d’Aosta sono 25 i sit-in, 13 quelli organizzati da 9 Circoli di Legambiente:

  • Circolo Legambiente Val Lemme (AL):
    • Dighe dell’Orba alla confluenza del Lemme, in comune di Fresonara
    • Rio Ghiaion, in Val Borbera
  • Circolo Legambiente Vercellese (VC):
    • Fiume Sorba, località Rassa
  • Circolo Legambiente Ovadese (AL):
    • Torrente Piota, Silvano d’Orba sul tratto sotteso dall’impianto idroelettrico “La Pieve”
  • Circolo Legambiente e Biellese (BI):
    • Torrente Concabbia, frazione Valmosca Campiglia Cervo
  • Circolo Legambiente Cuneo (CN):
    • Canali irrigui Vignolo
  • Circolo Legambiente Barge (CN):
    • Fiume Po, Sanfront
    • Fiume Po, Crissolo, presso captazione Centrale Calcinere
    • Fiume Po, Oncino località Bigorie
  • Circolo Legambiente Dora Baltea (TO):
    • Dora Baltea, Parco Dora Ivrea
  • Circolo Legambiente val Pellice (TO)
    • Torrente Pellice, Ponte blu di Villar Pellice
  • Circolo Legambiente della Valle d’Aosta (AO):
    • Torrente Buthier, Aosta al ponte di via Clavalité sul torrente Buthier
    • Torrente Saint Barthelemy, Gressoney la Trinitè – Staffal

I Circoli Legambiente hanno organizzato i sit-in in collaborazione con i volontari del progetto VisPO, presenti alle iniziative.

Capodanno cinese: Torino festeggia l’ “anno del topo”

Dal 24 al 26 gennaio Torino saluta l’anno del Topo e Via Lagrange e la Rinascente saranno il centro del Capodanno Cinese 2020. Le associazioni che riuniscono la comunità cinese in Piemonte daranno vita a un ricco calendario di appuntamenti per celebrare la più importante ricorrenza del Paese del Dragone

Un evento che coinvolge tutta la cittadinanza realizzato grazie all’impegno dei presidenti storici della comunità cinese a Torino, che conta quasi 11mila residenti.  

“Il Capodanno per la comunità cinese di tutto il mondo è un importante momento di incontro, di cultura, di tradizione. La comunità cinese in questa occasione vive non solo un momento di condivisione, ma sottolinea l’importanza del riconoscimento della propria Storia. Il 2020, l’anno del Topo, abbiamo la consapevolezza che sarà un anno di crescita, di sviluppo, di cooperazione sociale con le istituzioni del territorio e al livello nazionale”, sottolinea Paolo Hu Shaogang, Presidente della Federazione Nazionale Italia – Cina (Fenaic). Un grazie particolare va alla Città di Torino per la collaborazione Istituzionale e alla Rinascente che ha con convinzione collaborato per la realizzazione di questo grande evento”, aggiunge Giovanni Firera, Direttore del Capodanno Cinese di Torino e vice presidente Fenaic.

La Rinascente, sponsor dell’avvenimento, ha inserito l’evento nel programma culturale della catena. Lo store si fa teatro di eventi imperdibili che raccontano le diverse sfumature di una cultura millenaria. Cominciando dalle vetrine che rappresentano un vero e proprio omaggio ai simboli del Capodanno Cinese: in una scenografia dove domina il rosso, circondato da lanterne beneauguranti, il Topo fa il suo ingresso sulla scena. Vestito di grafiche dallo stile ricercato e contemporaneo, il negozio rappresenta un trait d’union tra passato e futuro. Perché quella che si celebra è una tradizione che non smette mai d’incantare, capace di coinvolgere il pubblico attraverso una grande varietà di temi. Anche l’esterno di Rinascente sarà allestito con lanterne e simboli rossi. Si parte venerdì 24 alle 16 con una parata delle associazioni cinesi e la danza benaugurale del Drago e del Leone. L’inaugurazione ufficiale sarà a Palazzo Cisterna (dalle 17.30 su invito) con la consegna del Premio Internazionale Italia-Cina al console generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano Song Xuefeng, alla sindaca Chiara Appendino e al rettore del Politecnico Guido Saracco.

Tutti i giorni delle celebrazioni sono previsti percorsi gastronomici, show musicali legati alla tradizione, danze, cerimonia del tè e laboratori di calligrafia. Tra i principali appuntamenti, la sfilata della stilista Luna Chen che presenterà abiti della tradizione cinese. Gli spettacoli, tra cui quelli del fuoco, saranno in via Lagrange. Una profonda relazione, quella che lega la comunità cinese a quella piemontese, sia per gli scambi culturali sia per le connessioni economiche. Le esportazioni piemontesi, infatti, rappresentano il 13% delle vendite italiane in Cina, mentre in Piemonte converge il 7,6% dell’import cinese in Italia. Con una quota pari al 3,6% delle esportazioni regionali complessive la Cina è in 8° posizione e il secondo partner extra europeo dopo gli Stati Uniti. Inoltre la provincia di Torino vende alla Cina oltre il 56% delle merci esportate dalla regione Piemonte.  Il Capodanno Cinese 2020 di Torino è curato da “aiquattroeventi” e “Stabilimento delle arti” sotto la direzione artistica di Michela Maggiolo, con il patrocinio di Città di Torino e Camera di Commercio Italo – Cinese.

QUALCHE CURIOSITA’

Moda: L’antica raffinatezza degli abiti tradizionali cinesi incontra i colori e la sensualità della nuova moda a cavallo tra oriente e occidente. Luna Chen è nata a Zhejang, provincia orientale sulla costa del Pacifico, ma è ormai torinese d’adozione e ha creato un suo marchio di moda cinese Made in Italy. Reinterpreta il Qipao, un antico abito che risale alla dinastia Qing ed era indossato dalle donne mancesi costrette in questa sorta di tunica larga e dritta che ne copriva le forme. Negli anni venti a Shangai i Qipao sono stati ridisegnati e hanno affascinato tutto il mondo grazie alla protagonista del film “L’Amore è una cosa meravigliosa” del 1955, che li indossa con eleganza. Luna Chen, che prima di riuscire a diventare stilista lavorava come commessa in un negozio torinese, nei modelli che realizza gioca liberamente con lunghezze e aderenze per renderli contemporanei.

Musica: Erhu, hulusi, guzheng. Per i neofiti della musica tradizionale orientale possono sembrare solo parole complicate e incomprensibili. Invece nascondono un universo di suoni armoniosi tutto da scoprire. Sono gli strumenti che saranno presentati durante gli appuntamenti musicali del Capodanno cinese. Guzheng è la cedra cinese e ha più di 2500 anni di storia, l’hulusi è il flauto a forma di zucca. Il nome deriva dall’unione delle parole cinese HULU (zucca) e SI (seta, in riferimento alla morbidezza del suo suono). Hulusi è originario della provincia dello Yunnan e appartiene alla tradizione del popolo Dai. E’ stato inventato nel 221 a.C. e ha più di due mila anni di storia. Si tiene verticalmente ed è composto da tre canne di bambu inserite in una zucca che ha l’uso di contenere l’aria. L’erhu – detto anche Hu qin (cordofono barbaro) – è una tipologia locale di fidula munita di due corde e composta da una piccola cassa armonica di forma esagonale su cui è tesa una pelle di serpente.

Gastronomia: Se si pensa ai piatti tipici della cucina cinese, ricchissima di sapori diversi, c’è una pietanza che più di tutte racconta la storia della Nazione. E’ l’anatra laccata alla pechinese, un complesso piatto che fu per secoli consumato all’interno della corte imperiale. La ricetta iniziò poi a diffondersi anche tra le classi agiate della capitale cinese grazie a cuochi che avevano prestato servizio a corte e che dopo aver lasciato il palazzo imperiale aprirono ristoranti in città. Proprio questa ricetta si potrà assaggiare tra i banchi del percorso gastronomico organizzato tra via Lagrange e via Teofilo Rossi. E poi ravioli con vari ripieni e involtini di riso. Il tutto accompagnato dalla degustazione di pregiate varietà di tè.

 

Maria La Barbera

Sospesa la sperimentazione sui macachi

Il Consiglio di Stato sospende l’esperimento.Il Tavolo chiederà alla Regione Piemonte di promuovere con l’Università di Torino borse di studio sui metodi alternativi

Riceviamo e pubblichiamo

Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS Gaia, apprende con estrema soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato di accogliere il ricorso della LAV, decisione che ha ribaltato la sentenza del TAR del Lazio del dicembre scorso.

Il Grado Supremo della Giustizia Amministrativa ha ordinato la sospensione dell’esperimento sui macachi dell’Università di Torino presso l’Università di Parma per l’impossibilità di trovare alternative a una sperimentazione considerata invasiva sugli animali. Secondo i giudici è chi sperimenta su animali che deve provare che non esistono alternative, così come lo deve fare il Ministero della Salute che poi autorizza secondo Legge la procedura sperimentale.

Nel comunicato LAV si legge: “Nella comparazione degli interessi, scrive la Corte, prevale l’interesse della LAV alla tutela degli animali. E ha condannato il Ministero e le Università a rifondere 3000 euro di spese legali all’Associazione.”E’ una grande soddisfazione e un incoraggiamento per tutte le associazioni e tutti i volontari che si sono battuti in questi anni per fermare un progetto che prevedeva la sperimentazione su sei macachi che per cinque anni sarebbero stati sottoposti ad interventi chirurgici di cui non si conoscono gli effetti, immobilizzati in gabbie e poi soppressi.

Un progetto finanziato con 2 milioni di euro dei contribuenti, che avrebbe implicato, secondo gli stessi ricercatori, “grave sofferenza”. Un esperimento doloroso, inutile e senza ritorno, compiuto ai danni di creature senzienti. E’ ormai nota l’elevata percentuale di fallimento dei test sugli animali. Sono trascorsi cinquant’anni da quando la sperimentazione sugli animali è stata giudicata non attendibile per l’innegabile diversità genetica fra uomo ed altri animali. Infatti la ricerca su nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto ad oggi passi importanti grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli.

La decisione del Consiglio di Stato premia la battaglia della LAV e di tutte le associazioni e i singoli volontari che si sono uniti in questa campagna, promuovendo manifestazioni in tutta Italia e tavoli di raccolte firme sia cartacee che online.Questa vittoria segna un importante precedente per chi si oppone agli esperimenti sulle centinaia di migliaia di animali che vengono ogni anno torturati per una pratica medievale, eticamente inaccettabile, e inutile ai fini scientifici. Ora il Tavolo Animali & Ambiente ha intenzione di chiedere alla Regione Piemonte di promuovere con l’Università di Torino borse di studio sui metodi alternativi. I macachi di Torino costituiscono un caso emblematico per protestare contro gli esperimenti su tutti gli animali. Non si può moralmente accettare che degli esseri senzienti vengano torturati senza motivo.  L’attuale conquista è solo un primo passo poiché si attende la pronuncia definitiva del TAR del Lazio. Il Tavolo continuerà a vigilare fino a quando i macachi non saranno liberi e al sicuro.

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

“Su tutte le porte: qui abita un ebreo, qui abita un antifascista”

Scritte antisemite a Mondovì, LUV e PD lanciano mobilitazione

“Quello che è accaduto a Mondovì ha lo scopo, come altri gesti a cui assistiamo ormai troppo spesso, di spostare il limite, di forzare la mano, di provare a mettere in discussione anche ciò che invece è a fondamento della nostra Repubblica” – afferma Marco Grimaldi, capogruppo di LUV in Regione. – “Lo diciamo apertamente, questi gesti sono vigliacchi e disgustosi. Noi siamo qui, oggi come ogni giorno, a ribadire che il Piemonte è antifascista e che i revisionisti, i fascisti, i nostalgici, non passeranno. Mai”.

“Dobbiamo reagire!” – affermano Marco Grimaldi e il consigliere del PD Daniele Valle, dopo la scritta ‘Jude hier’ (qui abita un ebreo) comparsa sulla porta di casa della famiglia di una staffetta partigiana e prigioniera politica a Ravensbruck. – “La misura è colma e la legittimazione di razzismo e violenza verbale ha riportato a galla anche l’antisemitismo. D’altra parte spadroneggia una destra vile, che un giorno vota il sigillo civico per Liliana Segre, e due giorni dopo propone leggi razziali contro i rom”.

“Il problema è serio e il caso Mondovì è l’ultimo in ordine di tempo; oggi” – ricordano Grimaldi e Valle – “una senatrice di 90 anni sopravvissuta ad Auschwitz necessita della scorta. Per questo motivo abbiamo chiesto a tutti coloro che che non accettano questa barbarie di affiggere davanti alle propria porta di casa l’adesivo ‘qui abita un’ebreo, qui abita un’antifascista’. Non ci intimidiranno”.

Tentano di vendere furgone rubato ma i carabinieri si fingono acquirenti

Hanno cercato di vendere un furgone rubato su una piattaforma specializzata sul web. Il proprietario del mezzo ha visto  l’’inserzione e ha avvisato i carabinieri della compagnia di Venaria.  I militari quindi hanno iniziato una trattativa con i venditori e dopo aver concordato il prezzo  di vendita in 3500 euro hanno fissato un appuntamento a Torino in via Bormida.  I carabinieri si sono presentati all’incontro e dopo aver visto il furgone si sono qualificati. Un nomade di 23 anni residente a Torino in via Germagnano presso il campo nomadi e  un italiano di 44 anni sono stati denunciati per ricettazione.