ilTorinese

Al Campus Einaudi rinasce lo studio di Norberto Bobbio

Lo studio di Norberto Bobbio rivive all’interno della biblioteca del Campus Luigi Einaudi che porta il suo nome. Da oggi gli arredi, i libri e l’atmosfera della stanza del filosofo torinese nella sua casa di via Sacchi diventano un museo-ricordo ma anche un luogo di studio per docenti in visita al polo universitario che accoglie le ex Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche, dove Norberto Bobbio si è formato e ha lavorato.

“Oggi – ha detto l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia, intervenendo all’inaugurazione – vede la luce un luogo di grande prestigio per Torino, che ci permetterà di onorare la memoria di un grande intellettuale come Norberto Bobbio. Una operazione resa possibile dalla grande collaborazione tra istituzioni che da sempre contraddistingue questa Città sul piano culturale e non solo. Un ringraziamento particolare va anche al Centro di Formazione Musicale, altra storica istituzione culturale cittadina, che ha curato il momento di musica che impreziosisce questo momento inaugurale”.

Il nuovo Studio – nato dalla collaborazione tra l’Università di Torino, che lo allestito, la famiglia Bobbio, laCittà di Torino e il Centro Piero Gobetti – non sarà infatti solo un museo-ricordo del professore, ma anche un luogo vissuto, per ospitare postazioni di lavoro per docenti in visita all’Università torinese, che potranno quindi trascorre il loro periodo di visiting professor accolti in uno spazio e un’atmosfera di grande prestigio.

Un’iniziativa che si inserisce nel palinsesto degli eventi che ricordano il ventennale della scomparsa del grande filosofo, a dieci anni dalla costituzione della biblioteca universitaria a lui dedicata.

TORINO CLICK

Sanità pubblica, la preoccupazione dei torinesi: insufficiente a coprire le esigenze ma per oltre la metà resta centrale

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Aumenta il numero dei torinesi per cui la sanità pubblica, da sola, non è più sufficiente per le proprie esigenze di salute: erano il 50% l’anno scorso, ora sono il 63%. Lo dice la nuova ricerca di UniSalute e Nomisma, sulla base delle risposte di un campione di cittadini torinesi sulla loro percezione del Servizio Sanitario Nazionale

Come la giri, la giri, i cittadini torinesi percepiscono il Servizio Sanitario Nazionale come sempre più distante dalle loro esigenze. Lo rivelano i dati della nuova ricerca di UniSalute e Nomisma che ha interpellato un campione di cittadini per analizzare il loro rapporto e il grado di fiducia nei confronti della sanità pubblica.
Per l’88% i tempi di attesa si sono allungati rispetto a prima della pandemia, il 78% ritiene ci siano pochi medici e infermieri.
Per due su tre il servizio sanitario pubblico non è più sufficiente
In Particolare, dalla rilevazione è emerso come quasi due torinesi su tre (63%) pensino che il SSN – allo stato attuale – non sia più sufficiente per i loro bisogni sanitari e di cura. Il dato è in aumento rispetto all’anno scorso, quando solo la metà (50%) aveva dichiarato di ritenere la sanità pubblica non più adeguata a coprire tutte le proprie esigenze. Significativo anche il calo della percentuale di torinesi che si dicono soddisfatti delle cure ricevute nel pubblico, scesa al 41% rispetto al 56% del 2023.
Ma resta la fiducia nella sanità pubblica
Nonostante ciò, i cittadini torinesi sono consapevoli del ruolo centrale del SSN nel sistema di welfare del Paese, con il 51% che dice di avere comunque ancora fiducia nella sanità pubblica, e oltre uno su tre (38%) che continua a ritenerla una delle migliori al mondo. Rispetto al periodo pre-pandemia Covid-19, un intervistato su sei (17%) nota un maggior ricorso nel pubblico ai servizi di telemedicina e teleconsulto: un sostegno da parte della tecnologia che viene visto con favore, tanto che il 66% vorrebbe un maggior uso di soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza.
La nota dolente i tempi d’attesa
I tempi di erogazione delle prestazioni restano il problema principale riscontrato dagli intervistati, con l’88% che li considera eccessivi. L’85% del campione, inoltre, ritiene che rispetto a 5 anni fa i tempi di attesa si siano allungati, e di conseguenza puntare a ridurli (71%) e fornire maggiori disponibilità di date e orari (46%) sono i due aspetti più importanti su cui intervenire per migliorare il SSN.
Percezione diffusa che manchi personale sanitario
Ovviamente, queste criticità sono collegate anche alla carenza di personale sanitario, con medici e infermieri sempre più spesso costretti a sopportare carichi di lavoro estenuanti. Un problema che non sfugge ai torinesi: quattro su cinque (78%), infatti, sostengono che il numero di medici e infermieri in forze al Servizio sanitario nazionale sia inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini.

Prevenzione tumori maschili. “Un baffo per la ricerca”

A novembre, per il decimo anno consecutivo, la Fondazione Ricerca Molinette organizza la campagna “Un Baffo per la Ricerca”, con il duplice scopo di raccogliere fondi a favore della struttura complessa di urologia della Città della Salute e della Scienza di Torino e di sensibilizzare sull’importanza della prevenzione dei tumori maschili.
La campagna si svolge con il contributo di Fondazione Venesio, Rotary e Rotaract Distretto 2031 di Torino.
I tumori urologici sono tra le 5 neoplasie più frequentemente diagnosticate nel nostro Paese: un ruolo fondamentale nella possibilità di curare queste neoplasie è giocato dalla diagnosi precoce e dalle campagne di sensibilizzazione, insieme ovviamente all’accesso a terapie efficaci ed innovative. Per contrastare ritardi diagnostici ed insuccessi terapeutici, l’urologia universitaria delle Molinette, guidata dal professor Paolo Gontero, ha elaborato un progetto che unisce l’attività sociale di sensibilizzazione all’attività sul campo con un ambulatorio itinerante che offre visite preventive gratuite. Come avviene in campo ginecologico, dove le campagne di prevenzione sono ormai routinarie, è fondamentale instaurare una coscienza clinica e azioni di prevenzione anche nella popolazione maschile.
«Prevenzione e ricerca sono strumenti sempre più efficaci per difendere la salute dei cittadini ed è particolarmente importante il lavoro delle associazioni per continuare a diffondere la cultura della prevenzione che, insieme ai progressi della ricerca, possono contribuire in modo determinante a salvare molte vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti », dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
«Ringrazio la Fondazione Ricerca Molinette e il professor Paolo Gontero con i suoi collaboratori per il loro impegno costante sul fronte della prevenzione dei tumori maschili. La ricerca è determinante nella diagnosi precoce e nella cura della malattia ed è altrettanto importante la sensibilizzazione dei cittadini. In Piemonte abbiamo una grande tradizione sul fronte della prevenzione dei tumori grazie al lavoro capillare della Rete oncologica e a tanti centri di eccellenza che garantiscono cure di qualità. Grazie ad iniziative come questa possiamo ancora migliorare il nostro livello di assistenza», afferma l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.

LE GIORNATE DELLA PREVENZIONE: TUTTI I SABATI E LE DOMENICHE DI NOVEMBRE.
Tutti i sabati e le domeniche di novembre, dalle 10 alle 16, gli urologi dell’Ospedale Molinette saranno a disposizione della cittadinanza in alcune piazze auliche di Torino, a bordo di un ambulatorio mobile appositamente attrezzato, per dare informazioni sui tumori maschili. Il target della popolazione è duplice:

  • ragazzi under 35 per lo screening del tumore del testicolo, al fine di visitarli, informarli ed educarli all’autopalpazione dei testicoli
  • uomini tra i 50 ed i 70 anni per lo screening del tumore della prostata, per visitarli e sollecitare il controllo periodico del Psa, il marcatore sanguigno tipico del tumore prostatico

Ikea Torino Collegno: “Quiet hours” per le persone con neurodivergenze

 

Ikea introduce le “Quiet hours” all’interno del negozio di Torino per le persone con neurodivergenze.

“Rendere ancora più accessibili e accoglienti i negozi per tutte le persone”

Con questo obiettivo Ikea Italia introduce le “Quiet hours” nel punto vendita di Torino Collegno, e mette a disposizione dei visitatori una stanza relax accessibile in ogni momento e in cui avere una pausa e ritrovare serenità e tranquillità in caso di sovraccarico sensoriale. Le Quiet hours saranno attive ogni mercoledì dalle 18 alle 21. In questa finestra temporale saranno adottati accorgimenti finalizzati a ridurre le sollecitazioni sonore per permettere a chi è particolarmente sensibile ai rumori e agli stimoli uditivi, come in caso di neurodivergenza, di sperimentare un ambiente sereno. Infatti, nel giorno della fascia oraria indicata, i negozi interverranno sulla musica e gli annunci vocali, cosiccome sui mezzi meccanici che possono essere di disturbo. Ikea è il primo retail in Italia a ospitare la stanza relax, uno spazio allestito ad hoc per accogliere anche le persone con neurodivergenze durante la visita in negozio. Posizionata al piano terra, nel punto vendita vicino all’ingresso, la stanza sarà a disposizione dei visitatori in ogni momento della giornata, arredata appositamente per garantire una permanenza in tutta sicurezza grazie all’adozione di accorgimenti specifici.

“La missione di Ikea è quella di creare un condizione quotidiana migliore per tutte le persone e, spinti da questo, abbiamo voluto incontrare anche le necessità e le aspettative delle persone con neurodivergenze, introducendo le Quiet hours nel punto vendita di Torino – dichiara Oleg Panin, manager Ikea Torino Collegno – continueremo ad impegnarci per offrire ai nostri clienti un’esperienza confortevole all’interno dei nostri negozi e che li faccia sentire come a casa”.

La fase pilota ha interessato gli store del Lazio e della Lombardia, e l’iniziativa è stata estesa a tutti i 22 negozi Ikea in Italia. 

MARA MARTELLOTTA 

Grimaldi (AVS): Una scatola di ovetti Kinder costa più del lavoro di chi la confeziona

“Una scatola di ovetti Kinder costa 9 euro e 50, 3 euro e mezzo in più di un’ora di lavoro delle addette al confezionamento della Proteco S.r.l., che opera in appalto per Ferrero” – ha detto in Aula il Vicecapogruppo di AVS, Marco Grimaldi, mostrando la scatola rivolto alla Ministra Calderone nel corso del question time.
“L’outsourcing” – ha proseguito Grimaldi – “dilaga in tutto il mondo del lavoro e il Governo ha dato l’ultima spinta, con la possibilità di avere in un’azienda il 100% di lavoratori somministrati. Si imponga invece per legge la parità di trattamento economico tra i dipendenti della ditta appaltante e quelli della ditta appaltatrice, si faccia sì che le esternalizzazioni tornino a rispondere a una logica di specializzazione, si impedisca agli imprenditori di scegliere il contratto multiservizi nella logistica, nella grande distribuzione o nell’industria alimentare. Basta lavoro povero in un Paese ricco”.

La Regione investe oltre 1 milione di euro per nuovi scuolabus

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato un finanziamento di oltre un milione di euro per l’acquisto di 28 nuovi scuolabus, destinati al trasporto degli alunni della scuola dell’infanzia e dell’obbligo. Questo intervento rappresenta un importante passo verso la modernizzazione e la sicurezza del servizio di trasporto scolastico nella nostra regione.

L’assessore alle Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile e Trasporti, Marco Gabusi, ha sottolineato l’importanza di garantire un servizio di trasporto scolastico efficiente e sicuro per tutti gli studenti piemontesi. «Investire nei mezzi di trasporto significa investire nel futuro dei nostri giovani ragazzi. Questi nuovi scuolabus non solo garantiranno viaggi più sicuri, ma contribuiranno anche a una mobilità più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità dell’aria nelle nostre città», hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore Gabusi.

L’acquisto di questi 28 scuolabus è stato possibile grazie a un impegno economico straordinario, mai realizzato prima su questa scala, che dimostra l’attenzione dell’assessore Gabusi e della Regione Piemonte verso il benessere e la sicurezza degli studenti. «È stato uno sforzo importante, non previsto, che abbiamo voluto compiere per rispondere alle necessità delle famiglie piemontesi e migliorare la qualità del trasporto scolastico», ha aggiunto Gabusi.

I comuni finanziati che riceveranno un contributo di circa 40.000 euro ciascuno sono:

Provincia di Vercelli

Alto Sermenza

Quarona

Varallo

Villata

Provincia di Novara

Armeno

Boca

Meina

Pogno

San Maurizio D’Opaglio

Provincia di Alessandria

Bassignana

Cassano Spinola

Villanova Monferrato

Provincia di Asti

Castell’Alfero

San Damiano d’Asti

Provincia del Verbano Cusio Ossola

Crevoladossola

Ornavasso

Varzo

Provincia di Cuneo

Envie

Pianfei

Pontechianale

Roccavione

Provincia di Biella

Lessona

Quaregna Cerreto

Salussola

Provincia di Torino

Locana

San Carlo Canavese

Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea

Villarbasse

Il finanziamento è parte di un programma più ampio volto a migliorare la qualità dei servizi pubblici e a promuovere la sostenibilità nei trasporti. L’acquisto di nuovi scuolabus non solo offre un servizio migliore alle famiglie, ma rappresenta anche un’opportunità per incentivare l’uso del trasporto pubblico tra i più giovani.

La Regione Piemonte è impegnata a garantire la massima sicurezza e il comfort per tutti gli studenti, lavorando in sinergia con i Comuni per ottimizzare il servizio di trasporto scolastico e rispondere alle esigenze delle famiglie.

L’Altro Nebbiolo

Cascina Gilli – Castelnuovo Don Bosco
Venerdì 25 ottobre 2024

In una bella cornice autunnale di un pomeriggio piovoso , si è svolta una degustazione con tre sorprendenti interpreti del vitigno Nebbiolo piemontese.
In questa zona della collina torinese Cascina GILLI nel 1983 incomincia la sua avventura con la Freisa . Da oltre 20 anni il vitigno Albugnano di DNA Nebbiolo e’ ormai protagonista di queste colline.
Ecco un’occasione per festeggiare.

Degustazione condotta da Gianpiero Gerbi con assaggi di Nebbiolo di diverse interpretazioni territoriali.

CASCINA GILLI
Albugnano “Neuv” 2021 En Primeur
Il nome “Neuv” per noi racchiude un significato molto profondo simboleggiato dal numero 9 ovvero l’ultima delle cifre: per questo rappresenta la fine di un ciclo e
indirettamente, l’apertura di un ciclo nuovo.
Vitigno: 100% Nebbiolo
Vigna 20 anni circa
Vinificazione e affinamento: Vinificazione in acciaio inox. 20 giorni sulle bucce .Affinamento in barrique al 25% nuovi per circa 18 mesi . Poi 15 giorni in acciaio.
Tipologia del terreno: Marna argillosa grigia con importante componente calcarea( 15 mill d’anni ). Terreno gessoso che dona al vino olfatto fresco .
Altitudine ed esposizione: 440 m s.l.m. / SSE correnti d’aria che asciugano le vigne
Al naso: sentori di viola, amarena e cioccolato sottile.
In bocca: sentori di cioccolato sottile, tabacco.
Elegante ma giovane

FONTECUORE
Pegaso
Nebbiolo Canavese 2018
Nel Canavese la viticoltura è presente dal 1700 .
Vigne di 15 e 20 anni
Mt 350 , versante S/o
Terreno Morenico di 10 milioni di anni proveniente dalla Val d’Aosta . Terreno povero, con ph basso acido ,ricco di ciottoli e di Marne profonde marginali.
Vinificato in acciaio, poi 16 mesi di Barrique usate ,no microfiltrazione e poi di nuovo acciaio per 20 giorni
Al naso: Profumi vegetali eleganti, profondi e Long time , un po’ di foglia di tabacco
In bocca: vino poco muscoloso, dato proprio dal terreno composto di sabbie , pietra sciolte presenti, ma non di pronta beva e un pH basso garantisce longevità a questo vino.
Elegante e pulito.

BARBAGLIA
Cascina del Buonumore
Colline Novaresi doc rosso 2023
vigne di 15 anni, 85% Nebbiolo 15% Vespolina metri 450 ,versanti sud e sud ovest
terreno porfido friabile con componente ferrosa , 15 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio
Al naso: sentori di pompelmo rosa e arancia rossa
In bocca: sentori netti di pompelmo rosa e arancia rossa .di pronta beva

BARBAGLIA
Boca 2019
Boca della parte sud del super vulcano di 40 milioni con detriti africani che portano porfido e altri minerali e il vento del fiume Sesia che arriva dal Nord pulendo le vigne. Questo terreno è l’ultima parte prima della roccia, tanta pioggia, componenti sorgive, terreno ricco di ferro.
vigne di 20 anni , mt 400, 80% Nebbiolo 20% Vespolina
21 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio poi 24 mesi di Botti francesi da 1000 e 2200 poi 3 mesi in acciaio
Al naso: sentori di pompelmo rosa
In bocca: sentori di agrumato ,amarena e una leggerissima astringenza finale segno evidente di una longevità del vino .

Altri vini che mi sono piaciuti nella serata :

CASCINA GILLI
VINO SPUMANTE ROSATO
EXTRA DRY da Malvasia
Da tre mesi in bottiglia.
Al naso: fiori bianchi ,Candies e mandorla leggera
In bocca: bel mandorlato nel finale.Eleganza e semplicità

CASCINA GILLI
MALVASIA DI CASTELNUOVO DON BOSCO
2023
Al naso: sentori di rosa e lampone
In bocca: dolce, preciso e leggermente asprigno nel finale .Perfetto e di pronta beva.

Un ringraziamento alla perfetta organizzazione di Cascina Gilli . Un evento da ripetere per dare continuità al vitigno Albugnano.

I protagonisti della serata :
Silvia Barbaglia (Az.Barbaglia-Alto Piemonte)
info@vinibarbaglia.it
Stefano Desderi (Tenuta Fontecuore-Canavese)
fontecuore@fontecuore.it
Paolo Vergnano ( Cascina Gilli- Albugnano )
Federico Mussetto
Davide Gasperini
info@cascinagilli.it

Alla prossima

LUCA GANDIN

La Crimea di Cavour e la nascita della Romania. Dai principi Drãculesti ai regnanti dei Balcani

Lo sciame sismico originato dall’emigrazione dei Gozzano di Luzzogno a Cereseto, Casale Monferrato e Agliè riaffiora nella regione balcanica durante il periodo della guerra di Crimea appoggiata da Cavour. La genealogia dei Gozani in Ungheria è rappresentata sul dipinto conservato nella casa del marchese di San Giorgio Monferrato Titus von Gozani e della moglie Eva Maria Friese, abitanti a Dusseldorf senza eredi maschi, fonte di inesauribili informazioni storiche sulla loro antica casata. Il diploma di nobiltà fu concesso ad ambo i sessi di questa famiglia dall’imperatore Franz I° nel 1817 a Vienna, da poco ritrovato con relativi sigilli nell’archivio provinciale di Marburg.

Singolare la vicenda di Odo von Gozani figlio di Ludvik nobile dell’impero austriaco, marchese di San Giorgio Monferrato e fratello di Sidonia, di Ferdinando II° nonno di Titus e marito della baronessa Sophie Josephine Helene von Neustaedter di Zagabria. Odo, politico e capo ideologico nato nel 1885 a Lubiana, avvocato al servizio d’Austria come amministratore civile nella prima guerra mondiale, segretario di stato e inviato a Budapest come ministro degli interni, fu dimesso a causa delle sue idee nazionalistiche per aver esercitato una forte influenza sul movimento del fronte patriottico nel fallito colpo di stato austro-nazista. La paura di un atto di vendetta per falsa testimonianza davanti al tribunale militare di Vienna lo portò al suicidio.

Sidonia von Gozani, zia di Odo, sposò a Lubiana nel 1863 Joseph Maria Coleman Gerliczy, membro di una nobile casata d’Ungheria risalente al 1200 appartenente al patriziato onorario di Fiume nel 1600. Il diploma di nobiltà fu conferito loro nel 1626 dall’imperatore e re Ferdinando II° del litorale ungarico, confermato nel 1838 per tutti i discendenti di ambo i sessi. Le tre corone d’oro sugli elmi dello stemma del 1557, ufficializzato nel 1774, rappresentano la vicinanza all’autorità imperiale. Personaggio di spicco fu il cavaliere Giovanni Felice Gerliczy, bisnonno di Joseph, capitano e assessore al commercio, cancelliere della sanità e proprietario del palazzo barocco di Fiume nel 1750 ereditato dal fratello Giuseppe. Un disegno originale del palazzo, ex sede del teatro, si trova nell’archivio di stato austriaco.

Ferenc Gerliczy von Arany, pronipote di Giovanni Felice sposato con Gilda Fejèrvàry di Vienna, edificò la chiesa di Nostra Signora d’Ungheria accanto al loro castello di Desk. Il figlio Felix Vince Ferenc Gerliczy-Burian, nato a Oradea e morto a Nizza detto il conte Liechtenstein, acquisì notevole prestigio sposando la principessa Elsa Stirbey Bibescu di Cãmpina. A Oradea il cugino Szatarill Gerliczy, allievo del famoso pittore simbolista Gustav Klimt, edificò l’attuale Gerliczy Palace. Nel 1928 il castello di Desk fu venduto e trasformato in sanatorio infantile, oggi sede della clinica medica dell’università di Szedeg.
Barbu Stirbey, presidente del consiglio dei ministri e cugino della principessa Elsa figlia del principe Dimitrie Stirbey, possedeva uno dei patrimoni più grandi della Romania. Barbu era intimo confidente e amante della regina Maria Vittoria che lo soprannominò il principe bianco. Di bell’aspetto, elegante e raffinato nel comportamento era sposato  con la cugina principessa Nadeja Bibescu, pronipote di Napoleone Bonaparte. Elsa discendeva dal nonno Barbu Dimitrie Stirbey detto il dominatore, sovrano dal 1848 al 1853 in regime di statuto organico nel primo regno di Muntenia con capitale Bucarest e di Oltenia con capitale Craiova. Famoso il ritratto di Martha Lahovari Bibescu, nipote di Barbu e George Bibescu che abdicò nel 1848, eseguito da Giovanni Boldini nel 1911 che, come osserva la nostra critica d’arte Giuliana Romano Bussola, esercita le sue famose pennellate a sciabola per dare movimento e leggerezza. Martha, scrittrice e poetessa nata a Bucarest nel 1886 e morta a Parigi nel 1973, fu vestita per decenni dallo stilista parigino Christian Dior.

Barbu dovette fuggire a Vienna durante l’invasione russa in Crimea, rientrando dopo l’intervento del regno di Sardegna deciso da Camillo Cavour a fianco di Napoleone III° e della Gran Bretagna in difesa della Turchia. Dopo il trattato di Parigi, a seguito della disfatta dell’impero russo, Barbu sostenne nel 1856 la riunione dei principati di Moldavia e Valacchia sperando di diventarne principe, generando nel 1859 la nascita della futura Romania. Ma il suo mandato era scaduto, abdicò ritirandosi a Parigi e alla morte fu sepolto nella cappella Bibescu a Pére-Lachaise, il monumentale cimitero parigino dove riposano Balzac, Chopin, Callas, Edith Piaf, Jim Morrison e la nipote Martha Bibescu. Bellissimi i palazzi Stirbey Bibescu di Buftea, Brasov e Bucarest, quest’ultimo venduto dai discendenti per undici milioni di euro nel 2005. Quattro secoli prima, questi regnanti furono preceduti da Vlad II° Dracul detto il drago e dal figlio Vlad III° Tepes l’impalatore, famosi principi Drãculesti.
Armano Luigi Gozzano

Torna a Torino il Social Festival Comunità Educative

Torna a Torino il Social Festival Comunità Educative, il grande appuntamento dedicato ai mondi della scuola e dell’educare. Una settimana di lezioni magistrali, seminari, workshop, attività con le classi, mostre espositive. 77 eventi, più di 200 voci dai mondi dell’arte, della pedagogia, delle scienze, della cura, per mettere al centro del pensiero della città i percorsi di crescita delle nuove generazioni. Tema dell’edizione di quest’anno: “la cura del mondo”.

Educarci alla sostenibilità è la sfida più grande che oggi abbiamo come società. Di fronte alla crisi ambientale e climatica, siamo tutti chiamati ad apprendere altri modi di vivere e convivere, produrre e consumare. Non è più possibile continuare a distruggere il pianeta, erodere le risorse, vivere a debito delle future generazioni. È urgente educarci a una nuova relazione con la Terra e con l’ambiente di cui siamo parte.

Formare coscienze ecologiche diventa allora il primo obiettivo di ogni istituzione formativa e educativa della società. Attraverso approcci integrati e pratici le scuole, i servizi educativi, le associazioni culturali e sportive, il terzo settore, le famiglie possono fornire alle nuove generazioni le consapevolezze e le competenze necessarie per vivere in modo rispettoso e responsabile dei delicati equilibri degli ecosistemi in cui siamo immersi.

Per questo il Social Festival Comunità Educative 2024, dopo le precedenti edizioni dedicate al rapporto scuola e città (“Ci vuole una città per fare una scuola”, I edizione 2022) e al rapporto corpo/mente/apprendimento (“Corpi in movimenti, menti in evoluzione”, II edizione 2023), quest’anno è dedicato a esplorare i percorsi educativi di apprendimento alla sostenibilità ambientale.

Prendersi cura dell’ambiente equivale a prendersi cura di noi stessi – afferma Carlotta Salerno, assessora alle Politiche educative della Città di Torino –. Dedicare dunque la terza edizione del Social Festival alla sostenibilità è stata la scelta più naturale che potessimo compiere. Oggi più che mai, soprattutto in qualità di componenti della comunità educativa, è infatti necessario contribuire a custodire ciò che ci circonda. Dal 6 al 9 novembre rifletteremo su come possiamo aumentare la consapevolezza di co-appartenere al nostro pianeta, di imparare a connetterci con esso e abitarlo con gentilezza. L’offerta di laboratori, speech, ospiti e opportunità aumenta di anno in anno grazie alla direzione scientifica di Animazione Sociale e al magistrale lavoro degli uffici della Città, di Città Metropolitana e di Iter. Buon Social Festival a tutte e tutti!“.

Imparare a pensarsi non padroni ma ospiti del mondo: è questa la sfida che interroga i mondi della scuola e della cura educativa. Educarsi ad abitare la Terra con passo leggero, perché sostenibilità significa soddisfare le proprie esigenze vitali senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare le loro. Si tratta allora di imparare sempre più a vivere in una Terra che ci è data in prestito.

Nella settimana del Social Festival, attraverso l’ascolto di voci autorevoli e l’immersione in attività didattiche ed esperienziali, insegnanti, educatori, professionisti della cura, genitori, studenti, cittadini, potranno apprendere nuove posture di stare al mondo, scoprire le relazioni e le connessioni che ci costituiscono, entrare in contatto con la bellezza della biodiversità e i modi di custodirla mediante le scelte quotidiane.

Il Social Festival Comunità Educative inizierà lunedì 4 novembre alle ore 18 con la lectio magistralis di Massimo Recalcati “Elogio dell’insegnamento: accendere il desiderio di abitare la vita” che si terrà alle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo.

Proseguirà ­nei giorni seguenti con oltre 70 eventi tra cui attività con le classi di ogni ordine e grado, seminari e workshop aperti alla cittadinanza, conferenze e mostre.

Tra i tanti appuntamenti si segnalano:

  • la plenaria dedicata al progetto COESI che racconterà come prendersi cura dell’ambiente scolastico con una lezione di Cecilia Marchisio, professoressa dididattica speciale di Unito (“COprogettarE Scuole Inclusive”, 6 novembre, ore 9-13, Collegio San Giuseppe, via San Francesco da Paola 23);
  • la conferenza d’apertura “Siamo terra viva. Educarsi alla sostenibilità” (all’Aula Magna della Cavallerizza Reale, via Verdi 9), con la presenza del Sindaco della Città di Torino e della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo,  del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Stefano Suraniti, della pro-rettrice alla didattica di Unito, Barbara Bruschi, e con le lezioni di Mauro Ceruti, teorico della complessità, Chiara Giaccardi, sociologa dell’Università Cattolica di Milano, Franco Lorenzoni, pedagogista e scrittore, Giorgio Brizio, attivista e scrittore, Duccio Demetrio, pedagogista e filosofo;
  • la sessione dedicata al sistema educativo per l’età 0-6 anni (“Quale ambiente educativo per l’età 0-6?”, 7 novembre, ore 15-17,30, Cavallerizza Reale, via Verdi 9);
  • la festa per i 20 anni di ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile che dal 2004 promuove percorsi e attività̀ in campo educativo rivolti a scuole e famiglie (“20 anni di ITER. Un’ appassionante avventura educativa”, venerdì 8 novembre, ore 14:30-18, segue aperitivo, Cascina Falchera, Strada di Cuorgné 109).

L’evento è promosso e organizzato dal Comune di Torino, da Città Metropolitana di Torino e da ITER – Istituzione Torinese per l’Educazione Responsabile, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino e la direzione scientifica della rivista Animazione Sociale.

Il programma completo è disponibile su: https://socialfestival-comunitaeducative.it

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