ilTorinese

Segnaletica coperta e marciapiedi impraticabili

Caro direttore, la Città di Torino, come è noto, ha adottato  ” lo sfalcio ridotto” , per permettere alle piante di arrivare fino al seme e per permettere a tutte quelle specie di animaletti che vivono tra le piante di riprodursi. Iniziativa anche lodevole ma contestualmente  non osserva una sfalciatura mirata laddove si rende necessaria. Capita infatti di incappare in strade dove la segnaletica verticale è ricoperta da una florida  jungla, con relativo pericolo per la circolazione. Capita di imbatterci in strade i cui marciapiedi  sono totalmente impraticabili perchè totalmente invase  da fitta vegetazione che non consente  ai cittadini di camminarci.  Va bene  la sfalciatura ridotta ma quella essenziale va fatta costantemente.

 foto Luigi Gagliano 

Lo Russo fan di Vasco

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha incontrato Vasco Rossi, a margine dei due concerti che la rockstar ha tenuto in città. Ecco il commento del primo cittadino sui social: “Alcuni artisti riescono, con la loro musica, a segnare intere generazioni.
Vasco Rossi è sicuramente tra questi: incontrarlo, da suo fan di sempre, è stata una bella emozione.
Torino lo ha accolto alla grande, lo abbiamo visto ieri sera con un grande concerto e lo Stadio Olimpico, pienissimo, a cantare insieme a un mito della musica.
Vasco mi ha detto che ama Torino, che è una città che gli piace molto: sinceramente, non potevamo ricevere complimento più bello da un’icona come lui. Perché quando artisti di questo calibro si sentono a casa qui, significa che la nostra città ha un’anima che si fa sentire.
Continuiamo su questa strada, aprendo sempre più spazi all’energia della musica e alla bellezza di stare insieme.
E grazie Vasco, per quello che hai dato a Torino, per la magia che ci hai regalato con l’avvio del tuo tour!“

Allerta gialla per i temporali in Piemonte

L’instabilità meteo è in aumento e la Protezione Civile ha diramato un’allerta gialla  da oggi lunedì 2 giugno per il Piemonte, con particolare attenzione alle aree a nord del Po. L’avviso è legato all’arrivo di temporali localmente intensi, con possibili grandinate, allagamenti e fenomeni di versante isolati.

Ieri, domenica 1 giugno si sono registrati i primi segnali di instabilità, con rovesci sparsi sull’alto Piemonte e fenomeni isolati sulle pianure occidentali, soprattutto in prossimità dell’arco alpino. Tuttavia, secondo Arpa Piemonte, sarà da lunedì che la situazione meteorologica peggiorerà sensibilmente.

Il principale flusso perturbato si abbasserà di latitudine, favorendo l’ingresso di correnti umide da sud-ovest e infiltrazioni di aria più fredda in quota. Questo porterà a un deciso aumento dell’instabilità, con rovesci e temporali, anche di forte intensità, che si alterneranno fino a metà settimana, soprattutto sui settori occidentali e settentrionali. Le zone sudoccidentali vedranno fenomeni più sporadici e meno intensi, mentre tra Astigiano e Alessandrino le precipitazioni saranno per lo più assenti, salvo occasionali piovaschi nelle aree prossime al confine con la Liguria.

25 Aprile e 2 Giugno

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Il 25 aprile ricorda la fine di una guerra terribile e la Liberazione. Ancora oggi è una data purtroppo  divisiva. Il 2 giugno che ricorda il referendum del 1946 tra Monarchia e Repubblica  e fu per alcuni anni una data altrettanto divisiva perché i monarchici in Italia furono oltre dieci milioni e l’esistenza di un partito monarchico (il PNM , perché gli altri furono partitini) portò necessariamente a tenere conto che le ragioni della Monarchia non potevano essere ignorate.
Così fecero i primi presidenti De Nicola ed Einaudi, ambedue monarchici come Croce. Il Re Umberto II partì  per l’esilio per evitare una guerra civile. Un atto che va ricordato come una gloria del suo breve Regno. Poi con la fine del partito monarchico, la morte inevitabile degli elettori monarchici del ‘46 e la inadeguatezza rispetto ad Umberto II dei suoi eredi hanno fatto sì  che la data divisiva sia diventata data unificante tra gli Italiani. A raggiungere questo obiettivo è stato decisivo Il presidente Ciampi, anticipato da Cossiga. Il 25 aprile una parte di Italiani, soprattutto del Sud, dove non ci fu la guerra civile, lo sente estraneo. Molti giovani non sentono affatto nessuna delle due date.

MITO,  Meomartini e Scappucci presidente e prossima direttrice artistica del festival

 

I Sindaci delle Città Milano e di Torino, Giuseppe Sala e Stefano Lo Russo, hanno nominato nuovo Presidente di MITO SettembreMusica Alberto Meomartini, dirigente d’azienda e imprenditore, già al vertice di alcune delle più importanti industrie energetiche del Paese e da sempre attivo in ambito culturale. Al suo fianco, come direttrice artistica per la programmazione 2026 e 2027, è stata scelta Speranza Scappucci, direttrice d’orchestra sul podio delle principali istituzioni musicali del mondo.

«Dal 2007, MITO SettembreMusica ha saputo costruire una solida alleanza tra Milano e Torino all’insegna di un programma musicale di qualità. Il Festival è stato capace di rinnovarsi senza perdere la sua identità e mantenendo sempre al centro il suo pubblico. Un successo che vogliamo ulteriormente consolidare con queste nomine: diamo il benvenuto al nuovo presidente Alberto Meomartini, certi che saprà raccogliere la preziosa eredità della compianta Anna Gastel, e alla nuova direttrice artistica Speranza Scappucci, che dalla prossima stagione sarà la prima donna alla guida di MITO. Un sentito ringraziamento al maestro Giorgio Battistelli, direttore artistico delle ultime due edizioni, per aver saputo valorizzare al meglio la sinergia tra le due città»,dichiara il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

«MITO SettembreMusica è una delle esperienze culturali più importanti nate dalla collaborazione tra Milano e Torino. In questi anni ha saputo crescere, coinvolgere sempre più pubblico e portare la musica classica contemporanea in spazi e contesti sempre nuovi. Voglio ricordare con grande affetto Anna Gastel, che ha guidato il Festival con passione e competenza, e ringrazio il maestro Giorgio Battistelli, che con le ultime edizioni ha dato a MITO una direzione artistica solida e innovativa. Ora il testimone passa ad Alberto Meomartini, milanese, uomo di grande esperienza e sensibilità culturale, e a Speranza Scappucci, direttrice d’orchestra di livello internazionale. A entrambi rivolgo i miei auguri di buon lavoro. Con il loro contributo, MITO continuerà a crescere e a rappresentare al meglio lo spirito culturale delle nostre città», dichiara il Sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Alberto Meomartini (Milano 1947) è stato presidente di società come Snam, Italgas e Saipem, ed è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale di ENI. Già Presidente di Assolombarda, membro della Giunta e del Comitato Direttivo di Confindustria, Vice Presidente della Camera di Commercio di Milano, è stato componente dei CdA dell’Università Bocconi, del Teatro alla Scala e del Museo Poldi Pezzoli di Milano. «Ho trascorso una parte importante della mia vita professionale, e del mio impegno culturale, – sottolinea il neo Presidente Alberto Meomartini –tra Milano e Torino: motivo in più di orgoglio per questa nomina prestigiosa della quale ringrazio i sindaci e gli assessori alla Cultura. Oggi però voglio prima di tutto ricordare la figura di Anna Gastel che, come Presidente di MITO SettembreMusica, tanto ha dato a questo Festival e alle comunità delle due città. Il mio impegno sarà rivolto a rafforzare l’identità dell’iniziativa sin dall’imminente edizione 2025, ideata da Giorgio Battistelli, e asostenere i nuovi progetti che presenterà Speranza Scappucci».

Speranza Scappucci (Roma 1973) direttrice d’orchestra e pianista, è stata la prima italiana a dirigere un’opera al Teatro alla Scala (I Capuleti e i Montecchi di Bellini nel 2022). Diplomata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, si è perfezionata alla Juilliard School di New York Già Principal Guest Conductordell’Opéra Royale de Wallonie” di Liegi, dal 2025 è PrincipalGuest Conductor della Royal Opera House di Londra, è nota al pubblico televisivo per aver affiancato Corrado Augias in diverse trasmissioni su Rai3. «Ringrazio di cuore il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala ed il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – afferma Speranza Scappucci – nonché gli Assessori alla cultura Tommaso Sacchi e Rosanna Purchia per la fiducia che ripongono in me affidandomi questo prestigioso incarico. Accetto questa nomina con entusiasmo, ma altresì con un grande senso di responsabilità. Da subito ci metteremo al lavoro per le programmazioni 2026 e 2027, con l’obiettivo di mantenere l’eccellenza di MITO SettembreMusica. Ma di questo e molto altro parleremo in autunno, dopo l’edizione 2025 appena presentata».

Torino Click

‘Regina Music Fest’ per i piccoli degenti: rinvio per maltempo

Il Regina Music Fest 2025 si è spostato nei reparti dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino
Nonostante le precarie condizioni meteorologiche che non hanno permesso lo svolgimento del Regina Music Fest 2025 nell’area antistante l’ingresso dell’ospedale Regina Margherita, il Regina Music Fest con i suoi artisti si è spostato all’interno dei reparti per soddisfare l’attesa dei bambini, delle loro famiglie e degli operatori, che hanno trascorso un pomeriggio all’insegna dello svago e del sorriso grazie a numerose attività di intrattenimento e gioco.

A causa di previste condizioni meteorologiche avverse, le attività previste nel pomeriggio del 2 giugno nell’area antistante l’ingresso dell’ospedale Regina Margherita in occasione del Regina Music Fest non potranno svolgersi e vengono rimandate a data da destinarsi. Per soddisfare l’attesa dei bambini e delle loro famiglie di trascorrere un pomeriggio in musica, rimangono confermate alcune attività di intrattenimento e gioco  all’interno dei reparti.

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Il 2 giugno si terrà il ‘Regina Music Fest’ per i piccoli degenti del Regina Margherita e per la raccolta fondi per l’ampliamento della struttura riabilitativa

Lunedì 2 giugno Torino ospita la terza edizione del ‘Regina Music Fest’, un appuntamento quest’anno dedicato ai piccoli degenti del Regina Margherita,  in piazza Polonia.

Si tratta di un appuntamento speciale che trasformerà piazza Polonia in un palcoscenico a cielo aperto, dove risuoneranno le musiche di artisti come Neja, regina della Dance anni ’90, e Willie Peyote, cantautore torinese tra i più noti nella scena hippy hop italiana.  Saranno presenti le 4Calamano, sorelle di Varazze celebri per le loro armonie a cappella e il trio D! PS, la cui musica fonde elettronica, rap e indie pop. Non mancheranno i Bandakadabra, con fiati  e percussioni in stile brass band e I Patagarri, finalisti del più noto talent italiano che coinvolgeranno il pubblico con la loro travolgente energia gipsy jazz. Un tocco di internazionalità giungerà  dagli artisti senegalesi Ablaye Magatte Dieng, mentre Pietro Morello, musicista e tiktoker , guiderà  la manifestazione insieme a Cristina Chiabotto e Mattia Villardita.

Completeranno il clima festoso le performance itineranti dei trampolieri di Settimo Circo, travestiti da Kiss, con giochi e racconti.

La kermesse, che avrà  inizio alle ore 16, è patrocinata da Ugi, in collaborazione con la Città della Scienza e della Salute di Torino.

Grazie a supporto di Reale Foundation e Iren, l’edizione 2025 sostiene un progetto ambizioso,  che è  quello dell’ampliamento dell’area riabilitativa dell’ospedale, con uno spazio dedicato ài più  piccoli. Con la collaborazione del collettivo Sant3 Molest3 e grazie al settore educativo del gruppo Iren, Eduiren, verrà  realizzato un arazzo collettivo da scoprire fatto di materiali di scarto, che torneranno a nuova vita.

Ingresso gratuito con offerta libera.

Mara Martellotta

“I giovani, l’Europa, le guerre”, chiude il Festival dell’Economia di Torino

Lunedì 2 giugno: giornata conclusiva del Festival con Marta CartabiaCharles (Chad) JonesBarbara PetrongoloNicholas SternAnthony VenablesMartin WolfLuigi Zingales. L’economista ucraino Yuriy Gorodnichenko e l’economista russo-americano Oleg Itskhoki chiuderanno la giornata al Teatro Carignano alle 18.00 riflettendo su “I giovani, l’Europa, le guerre“. A seguire il direttore scientifico Tito Boeri traccerà un bilancio dei temi emersi in questa edizione e condividerà alcune riflessioni conclusive sulle sfide che attendono le nuove generazioni del mondo.

Domani, lunedì 2 giugno, a Torino la quarta e ultima giornata del Festival Internazionale dell’Economia 2025, a cura di Editori LaterzaCollegio Carlo Alberto (CCA) – Torino Local Committee (TOLC), con la direzione scientifica di Tito Boeri.

Domani, lunedì 2 giugno, si concluderà l’edizione 2025 del Festival Internazionale dell’Economia con una giornata densa di incontri che confermeranno ancora una volta i tratti distintivi della manifestazione: pluralità di voci, attenzione alla complessità e rigore nell’analisi. Sarà il momento di tirare le fila di un’edizione che ha messo al centro “Le nuove generazioni del mondo“, affrontando i temi cruciali per comprendere e affrontare le sfide che ci attendono: dalla crisi demografica all’istruzione, dalla mobilità sociale alle trasformazioni dell’organizzazione sociale, famigliare e del mercato del lavoro.

La giornata si concluderà al Teatro Carignano, dove, dopo il dialogo dal titolo “I giovani, l’Europa, le guerre” (ore 18.00) tra l’economista ucraino Yuriy Gorodnichenko e l’economista russo-americano Oleg Itskhoki, il direttore scientifico del Festival Tito Boeri traccerà un bilancio delle quattro giornate. Un’occasione per raccogliere e condividere riflessioni, idee e proposte emerse nel corso delle quattro giornate e restituire una visione consapevole delle prove che attendono le nuove generazioni del mondo.

Una selezione degli appuntamenti della quarta giornata

Dopo “Generazioni” e “Mismatch”, la terza delle Parole chiave del Festival è “NEET” (Circolo dei lettori ore 10.00). Sui giovani Not (engaged in) Education, Employment or Training interverrà Alessandro Rosina, dopo l’introduzione di Alessandra Scandura, ponendo l’accento sullo spreco di risorse che questo fenomeno, che in Italia raggiunge livelli tra i peggiori in Europa, rappresenta e sulle possibili strategie per rispondere alla sfida di creare le condizioni per cui i giovani possano esprimere il loro potenziale.

Nel contesto di Torino Futura, iniziativa con cui la Città di Torino intende permeare tutti i grandi eventi culturali cittadini con azioni e attività specifiche rivolte a giovani e giovanissimi, il formato Economia Futura ospiterà “Manuale di sopravvivenza elettorale: dall’idea al voto” (Collegio Carlo Alberto, Classroom 3 ore 11.00): il workshop, curato da Youtrend, propone un’analisi critica e interattiva del sistema elettorale come elemento centrale della democrazia rappresentativa. Verranno esaminate le principali tipologie di sistemi elettorali e il loro impatto sulla rappresentanza e sulla distribuzione del potere politico. Attraverso attività partecipative, simulazioni e dibattiti, i partecipanti saranno coinvolti in una riflessione sulle sfide e le possibilità della partecipazione democratica oggi. Il workshop è riservato al pubblico under 35 e accessibile solo su prenotazione.

Il formato Confronti dedicherà, in questa giornata, diversi incontri al tema dell’inserimento delle nuove generazioni nel tessuto economico italiano e alle possibili strategie per favorire questo processo. GEI – Associazione italiana economisti di impresa cura il dibattito “Nuove generazioni e imprese” (Museo Nazionale del Risorgimento, Sala Codici ore 11.30), che sarà l’occasione per confrontarsi sull’emigrazione giovanile, sulla carenza di figure professionali qualificate, sulla scarsa attrattività del lavoro industriale, nonché sulla risposta delle imprese che attivano nuove politiche di assunzione. Dopo l’introduzione di Gianluca Toschi, interverranno Valeria Negri, Salvatore Poloni e Alessandro Rosina, coordinati da Alessandro Terzulli. All’importanza delle politiche giovanili a livello locale sarà dedicato “Dove dorme il futuro?” (Oratorio San Filippo Neri, Auditorium 14.30) con il contributo di Michela Favaro, Andrea Gavosto, Andrea Lecce, Patrizia Polliotto e Carlo Ratti, e il coordinamento di Maria Laura Di Tommaso. Le politiche giovanili locali mirano a migliorare le condizioni di studio per le nuove generazioni intervenendo in vari ambiti, come le strutture ricettive e l’accesso al credito. A questo processo, cruciale per lo sviluppo economico regionale, collaborano attivamente università, enti locali, corpi intermedi e istituzioni con finalità sociali.

Gli Incontri con l’autore, ospitati dal Circolo dei lettori e coordinati da Eva Giovannini, vedranno ospiti Andrea Garnero Roberto Mania, autori de La questione salariale (Egea), di cui discuteranno con Giorgio Airaudo Giulia Tancredi (ore 11.45). Nel pomeriggio interverrà Alberto Saravalle, autore insieme a Carlo Stagnaro di Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne) (Fuoriscena): Saravalle discuterà del libro con Marco Leonardi (ore 15.00).

Donne e mercato del lavoro nel XXI secolo” (Collegio Carlo Alberto, Auditorium ore 12.30) è il titolo dell’intervento di Barbara Petrongolo, che, dopo l’introduzione di Carlo Cambini, affronterà le radici della disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro: dalle diverse scelte educative tra uomini e donne alla scarsa presenza femminile nelle carriere più remunerative, fino all’impatto sproporzionato della genitorialità sui guadagni delle donne. Petrongolo metterà in luce le cause di questa disparità e le iniziative che potrebbero aiutare le nostre società a progredire verso la parità di genere.

Giorgio Barba Navaretti e Marco Buti discuteranno il tema “La guerra dei dazi. Come andrà a finire?” (CAMERA, Sala Gymnasium ore 12.30), coordinati da Massimo Gaggi. Barba Navaretti e Buti analizzeranno le conseguenze economiche e geopolitiche della nuova guerra commerciale avviata da Donald Trump: gli effetti sulla produzione globale, sugli equilibri internazionali e sul rischio di escalation dei conflitti. Una riflessione sui legami tra tensioni commerciali e instabilità globale.

Luigi Zingales terrà un intervento dal titolo “I robot sostituiranno i bambini?” (Museo Nazionale del Risorgimento, Aula Camera Italiana ore 15.00), introdotto da Greta Ardito. In un contesto segnato da forte declino demografico in Occidente e da rapidi sviluppi nell’Intelligenza Artificiale, Zingales metterà a confronto due paure contemporanee: la riduzione della popolazione e l’aumento della disoccupazione tecnologica. Possono queste due crisi compensarsi a vicenda? E a quali condizioni i robot potrebbero realmente sostituire la forza lavoro delle nuove generazioni?

Marta Cartabia e Cass Sunstein discuteranno di “Università e libertà di espressione” (CAMERA, Sala Gymnasium ore 15.30), coordinati da Massimo Gaggi. La libertà di parola è un principio fondamentale nei campus universitari, dove il confronto tra idee diverse è alla base della formazione e della ricerca. L’incontro affronterà il delicato equilibrio tra tutela della libertà di espressione e necessità di regolamentazione, cercando di definire dove passi il confine tra una restrizione legittima e una inaccettabile.

La quarta giornata, e con essa il Festival, si concluderà con gli economisti Yuriy Gorodnichenko Oleg Itskhoki, il primo ucraino e il secondo russo-americano, protagonisti di un incontro il cui titolo riassume molti dei temi di questa edizione: “I giovani, l’Europa, le guerre” (Teatro Carignano ore 18.00). A seguire ci sarà spazio per un bilancio dei quattro giorni di Festival con il direttore scientifico Tito Boeri. Dopo tanti dialoghi, workshop, eventi e lezioni alla frontiera della ricerca, sarà l’occasione di riflettere su quanto emerso a proposito del tema al centro del Festival: le sfide che attendono le nuove generazioni del mondo.

I protagonisti della quarta giornata

Tra i protagonisti della quarta giornata Giorgio Airaudo, segretario generale CGIL Piemonte, Giorgio Barba Navaretti, professore di Economia all’Università degli Studi di Milano e presidente della Fondazione Collegio Carlo Alberto, Marco Buti, professore all’Istituto Universitario Europeo (EUI), già direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione europea, Marta Cartabia, giurista, già professoressa di Diritto costituzionale all’Università Bicocca di Milano, presidente della Corte Costituzionale e Ministra della Giustizia, Michela Favaro, vicesindaca di Torino, Andrea Garnero, economista dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, Yuriy Gorodnichenko, professore di Economia a Berkeley e leader dell’Iniziativa Ucraina del Centre for Economic Policy Research (CEPR), Oleg Itskhoki, economista e professore di Economia presso la Harvard University, Charles (Chad) Jones, professore di Economia presso la Graduate School of Business della Stanford University e membro dell’American Academy of Arts and Sciences, Andrea Lecce, responsabile Direzione Impact, Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Marco Leonardi, professore di Economia all’Università degli Studi di Milano, Valeria Negri, direttrice del Centro Studi Territorio e Ambiente di Assolombarda, Barbara Petrongolo, professoressa di Economia presso l’Università di Oxford e direttrice del Programma di Economia del Lavoro del Centre for Economic Policy Research (CEPR), Patrizia Polliotto, segretaria generale della Fondazione CRT, Salvatore Poloni, presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Carlo Ratti, architetto, urbanista e teorico dell’architettura, Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano e coordinatore scientifico dell’Osservatorio giovani dell’Istituto G. Toniolo, Alberto Saravalle, professore di Diritto dell’Unione europea all’Università di Padova, Nicholas Stern, professore di Economia e governo presso la London School of Economics, dove dirige il Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, Cass Sunstein, professore presso la Harvard Law School, dove dirige il Program on Behavioral Economics and Public Policy, Giulia Tancredi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Anthony Venables, Senior Research Fellow presso il Dipartimento di Economia di Oxford, dove in precedenza è stato BP Professor of Economics, Gianluca Violante, professore di Economia alla Princeton University, dove è anche direttore del progetto Global Research in Digital Economics (GRID), Martin Wolf, firma economica del Financial Times, già economista alla Banca Mondiale, Luigi Zingales, professore di Imprenditorialità e Finanza alla Booth School of Business dell’Università di Chicago.

Tutti gli eventi del Festival sono a ingresso gratuito, e aperti al pubblico con accesso libero fino a esaurimento posti. Per alcuni appuntamenti potrebbe essere richiesta la prenotazione. Per rimanere aggiornati: www.festivalinternazionaledelleconomia.com

A Melezet la mostra fotografica “Storie di donne e bambini. Volti di un tempo”

Le pareti delle case della storica frazione di Bardonecchia ospitano le foto dei volti e delle vite di donne e bimbi di ieri a salvaguardia della storia e delle tradizioni locali

 Maggio, da poco concluso, nella Conca bardonecchiese equivale ad un momento di sogno dove le fioriture dei profumatissimi lilla’, dei colorati gladioli, dei fiori spontanei prataioli, il profumo intenso delle erbe, delle giovani pigne, delle tenere gemme ricche di preziosi olii essenziali lo rendono un momento dell’anno davvero particolare per bellezza ed intensità di emozioni. In questo contesto in cui la natura pare non stancarsi di elargire i suoi doni con grande generosità ed abbondanza, a Melezet, una delle antiche e storiche frazioni che la compongono, si è svolta in questo lungo week end di fine Maggio l’inaugurazione della mostra “ Storie di donne e bambini. Volti di un tempo” nell’ambito della rassegna “ Dran k’la sie tro tar ”, frammenti di memoria di storie bardonecchiesi. Una mostra fotografica ” en plein air “che si snoda nelle vie del borgo, non su cavalletti più o meno stabili ma sugli antichi muri delle sue solide case che parlano esse stesse di secoli di storia vissuta. Si tratta di una raccolta di fotografie d’epoca tratte e date in prestito dalle collezioni private, dagli affascinanti vecchi album fotografici che le famiglie locali hanno messo a disposizione, andando così ad arricchire il percorso diffuso già esistente e nato nel 2019.

Presso i locali dell’Associazione Assomont, che è anche stata la sede dell’ex scuola della frazione e che oggi ospita la Scuola di Intaglio, tra le mura di questo bel palazzotto d’epoca a pochi passi dalla stupenda Parrocchiale di S. Antonio Abate, si è svolta la presentazione della mostra, curata dall’Associazione Jonas  e realizzata con la partecipazione del Comune con un occhio attento alla valorizzazione delle tradizioni locali, alla presenza del Sindaco Chiara Rossetti, dell’Assessore alla Cultura Maria Teresa Vivino e di un folto pubblico molto interessato cui è seguito in conclusione un simpatico aperitivo conviviale. L’Associazione Jonas per il volontariato culturale opera sul territorio valsusino dal 2004 a salvaguardia del patrimonio artistico fornendo supporto al Centro Diocesano Culturale per l’apertura al pubblico di musei e storiche cappelle nell’ambito del Sistema Museale Diocesano.

E’ noto che le frazioni di Bardonecchia sono preziosi serbatoi di conoscenza della vita e delle tradizioni di questa antichissima terra alpina, di uomini e donne di grande dignità e di instancabili lavoratori, terra bellissima tanto da averle valso l’appellativo di “ perla delle Alpi “ ma difficile da coltivare per le condizioni climatiche invernali ed in passato non facile da raggiungere essendo la zona più a Ovest d’Italia, tutti tratti caratteristici di cui queste fotografie d’antan ne sono in parte testimoni. Si tratta di una raccolta di reperti fotografici dei primi decenni del Novecento che raccontano di donne e bambini, delle loro vite, dei loro rapporti, delle loro tradizioni.

Con i tipici abiti femminili da lavoro le donne andavano quotidianamente nei campi a portare al pascolo gli animali, nell’ampio grembiule raccoglievano le erbe dei prati che diventavano ottime e gustose minestre per la sera in famiglia mentre gli uomini di casa svolgevano i lavori più pesanti, aravano, seminavano, curavano il raccolto soprattutto di segale e patate ma pare in parte anche di canapa. Questi volti di un tempo ci raccontano della loro vita semplice e dignitosa, di quando i bambini erano accuditi dalle nonne e dalle “ magne ”, le preziose zie che si prendevano amorosa ed insostituibile cura delle nuove generazioni di famiglia oltre a filare e ad occuparsi della cucina spesso frugale ma sostanziosa.

Alcune di loro emigravano in Francia dove rimanevano anche per tutta la durata della loro vita lavorativa presso famiglie locali o alberghi, altre si sposavano e non facevano ritorno pur inviando a casa notizie e foto che ora vanno ad arricchire le collezioni private esposte mentre poche altre tornavano e ricompravano la loro casa avìta. Va qui sottolineata l’evidenza dell’importanza della fotografia come serbatoio di documenti e memoria visiva dell’umanità di ieri e quindi fonte certa di informazioni sulle tante sfaccettature di esistenze mai conosciute ma raccontate, di periodi studiati su libri di storia mai vissuti ma che nelle immagini prendono vita e si fanno reali, andando ad arricchire e spiegando la storia locale.

Nelle vie di Melezet le testimonianze familiari ammirate con curiosità mista ad un’attitudine di rispetto, quasi con il timore di turbare la privatezza di quei momenti intimi diventano ricordi collettivi, emozionanti momenti privati condivisi. “ Questa mostra a complemento del percorso di cronaca quotidiana iniziato alcuni anni fa, questo tema a carattere fotografico oggi molto attuale e di grande impatto spalanca una finestra sul vissuto di Melezet in un percorso anche didattico, ricordando chi ha vissuto questi luoghi ed immaginando la loro esistenza – ha detto il Sindaco Chiara Rossetti – perché ognuno ha uno spazio nella collettività per non dimenticare e portare avanti la storia e le tradizioni di questa nostra terra. Avviciniamoci quindi al percorso per poterne fruire in quel silenzio avvolgente che parla e che si avverte per le vie del borgo, per rispettare i tempi che sono stati e quelli che verranno”.

 

 Patrizia Foresto