ilTorinese

Cultura della legalità, studenti a Roma

L’incontro con il presidente della Commissione Antimafia, il senatore Nicola Morra, e con il coordinatore del IV Tavolo  “Influenze e controllo criminale sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme”, il senatore Giovanni Endrizzi, sono stati i momenti culminanti del viaggio-studio a Roma (dal 6 all’8 novembre) dei vincitori, accompagnati dai loro insegnanti, della settima edizione del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro”, per le scuole medie superiori nell’anno scolastico 2018-2019.

A guidare la delegazione regionale, il consigliere componente dell’Udp, Giorgio Bertola, delegato all’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento, la struttura dell’Assemblea legislativa che ha indetto il concorso.

Morra ha salutato gli studenti evidenziando che “il gioco d’azzardo legale ed illegale ha un giro d’affari pari a 100 milioni di euro, poco meno della spesa italiana per la sanità. Il gioco innesca importanti forme di dipendenza e i sodalizi mafiosi si infiltrano all’interno delle organizzazioni legali che erogano le scommesse”.

Gli studenti hanno presentato a Endrizzi i video che hanno loro consentito di vincere il concorso ed aggiudicarsi il viaggio-premio. La Commissione ha inoltre acquisito agli atti i video dei ragazzi.

Bertola, introducendo le presentazioni dei ragazzi ha spiegato che “anche in Piemonte la spesa per il gioco e simile a quella del fondo sanitario regionale. Per questo la politica in Piemonte tutta si è presa la responsabilità di contrastare le ludopatie con una legge considerata tra le migliori a livello nazionale. I focus della legge sono la legalità, la salute, la tutela della famiglia e l’aspetto economico finanziario”.

“Spunti ammirevoli, capacità di cogliere sfumature decisive e fondamentali, evidenziata la minaccia sociale del gioco d’azzardo”. Con queste le parole Endrizzi ha elogiato il lavoro degli studenti. Nel dialogo con i ragazzi, il senatore ha spiegato che con il gioco d’azzardo “poni la tua felicità nelle mani di qualcosa di esterno da te”. Per combattere la possibilità di cadere in questa forma di dipendenza, ha continuato Endrizzi, “bisogna offrire spazi e percorsi stimolanti ai nostri giovani di cui l’Italia ha bisogno. Più che con norme proibizioniste bisogna incidere sulla domanda, anche facendo prevenzione nelle scuole. Proponendo ai giovani percorsi di vita di grande impegno, anche fatica, che portino alla soddisfazione e all’orgoglio di incidere nel nostro ambiente aiutando noi stessi e aiutando gli altri”.

Gli studenti, con i loro insegnanti, una trentina in tutto,  provengono da scuole situate in diverse province piemontesi: l’Istituto Pellati di Nizza Monferrato (At), l’Istituto Delpozzo di Cuneo, il Liceo Carlo Alberto di Novara, l’Istituto Einaudi di Alba (Cn), l’Istituto magistrale Da Vinci di Alba.

 

Trasporti a Torino, una lunga storia

Ma chi è l assessore ai trasporti del Comune di Torino? Professoressa Maria La Pietra , proprio
così, addirittura professoressa del Politecnico. Mi fiondo nel cercare il suo curriculum. E infatti
è specializzata in mobilità sostenibili. Curriculum ricchissimo di studi commissionati da enti
pubblici. Studi molto interessanti. Esperienze di gestione pratica: zero, e si vede in queste tre
anni come  la situazione cittadina è notevolmente peggiorata. Torino sconta anni di ritardi e rinvii.
Si pensi che il primo studio per la metropolitana è datato 1970.
Speso un miliardo ( molti soldi per allora ) e poi nulla . Con l’ arrivo dei comunisti si girò verso la
metropolitana leggera, in superficie. Non se ne fece nulla. Poi si tentò con i Tram protetti dai
trinceroni. Poche linee furono realizzate Molti torinesi “emigrarono” nella prima o seconda
cintura continuando a lavorare in città. Grande sviluppo dei mezzi privati ed incasinamento.

Eppure la testa per progettare ce l ‘ avevamo. Nel 1986 viaggi di lavoro
ad Amburgo. La metropolitana leggera locale era molto efficiente. Complimenti all’amministrazione .

Scoprimmo che il progetto originario era della nostra città.
Regalato ai tedeschi. Incredibile no? Loro realizzavano ciò che noi avevamo pensato. Difficile
farsene una ragione.
Quando la storia si ripete ha del ridicolo in sè. Mi sa che nel caso dell assessore La Pietra la
storia si sta ripetendo. Con un sospetto : l’ ex vicesindaco Montanari medita propositi di vendetta
per essere stato estromesso. E per essere a posto con se stesso si inventa una visione
ideologica .Sintesi : ritorno alle origini.
Il tutto mi fa pensare e la nebbia ideologica dei pentastellati si dirada.
Una parte di loro come La Pietra e Montanari arrivano dalla gruppetteria di sinistra. Non sono
poi così lontani i tempi in cui Montanari rappresentava la Città di Torino alle manifestazioni dei
No Tav ed antagonisti di vario genere. Montanari mandato dalla Appendino e poi scaricato in
malo modo. Il cemento : decrescita felice basata su una diminuzione dei consumi superflui,
o considerati superflui. La mobilità sostenibile con mezzi non inquinanti come biciclette ed
in ultimo i monopattini. In linea teorica accettabile. Praticamente un pasticcio, come il caso
delle multe ( poi tolte) ai primi monopattinisti. Sono costate le dimissioni al Comandante dei
Vigili Urbani. La confusione regna sovrana ed è difficile non considerare le responsabilità dell’Appendino.

Ore 18 di Sabato 9 novembre. Piazza Baldissera inchiodata dal traffico sembra il
solito film Storie di ordinaria follia. A conferma che la situazione è fuori controllo . Magari (ora) toglierà le deleghe
alla La Pietra. O magari no. Sicuramente saranno chieste le dimissioni dall’opposizione. Magari… magari…
Ma mi sa che si dovranno aspettare nuove elezioni. Il solito tempo d’ attesa quando Torino non ha più tempo.

 

Patrizio Tosetto

ECOMONDO, EN PLEIN DI CONSENSI PER IL ‘GRUPPO MARAZZATO

Pubblico e addetti ai lavori confermano stima e attenzione alla rinomata azienda ecologica italiana.

Ecomondo: ancora una volta, il ‘Gruppo Marazzato’ ha fatto centro.

 

La stimata azienda italiana leader nel settore delle bonifiche e nella gestione delle emergenze ambientali, nata nel 1952 per volere del fondatore Lucillo e sviluppatasi grandemente con il figlio Carlo e i nipoti Alberto, Luca e Davide – oggetto nel 2019 di un fortunato rebranding per l’amatissimo marchio dell’elefantino dal naso all’insù a opera del noto creativo e designer Stefano Colombo dell’agenzia milanese Blacklab presentato proprio in questi giorni a Rimini (insieme al nuovo claim che ora recita: ‘Soluzioni per il pianeta’) -, ha riscosso, come sempre,un crescente successo in termini di apprezzamenti e visite allo stand.

Un modo utile per conoscere da vicino una realtà unica nel suo genere in Italia tra quelle operanti nel comparto ecologico, in primis per il fatto che possiede attrezzature e impianti in grado di completare al meglio l’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti di ogni genere (caso più che unico in Italia), grazie all’esperienza e la solidità acquisite sul campo in quasi settant’anni di onorata attività sull’intero territorio nazionale, con una storia radicata e vincenteche prende le mosse dai primi trasporti su gomma compiuti nel Dopoguerra, per arrivare a quelli di sostanze pericolose, sino all’ecologia a 360°.

E, in più, una splendida collezione di camion storici perfettamente restaurati del secolo scorso(oltre 250 esemplari), la più grande in Italia e in Europa, testimonianza di un’innata inclinazione e altrettanta naturale vocazione anche alla cultura d’impresa.

Ma c’è di più. Ambiente, sicurezza e lavoro: questi i temi al centro del convegno nazionale, dal titolo “La formazione in ambito HSE: effettività, continuità, organizzazione”, promosso il 6 novembre scorso da ‘Assoreca’, dal 1994 la prima, più antica e autorevole associazione tra le società di consulenza e servizi per l’ambiente, l’energia, la sicurezza e la responsabilità sociale, che riunisce attorno a sé tutte le principali realtà professionali e industriali che operano a 360° nel delicato settore dell’attenzione, cura e rispetto per l’ecologia.

Al centro del dibattito, aperto dall’Avvocato Angelo Merlin, Presidente di Assoreca’ e stimato legale penalista in materia di ambiente e sicurezza sul lavoro,Il ragionamento collegiale, condiviso a più voci, con i relatori intervenuti, su come dare effettività e continuità all’obiettivo di fornire centralità al ruolo della formazione stessa, organizzandola scientificamente al meglio per prevenire ed evitare i rischi in cui possono incorrere, in tale ambito, le organizzazioni imprenditoriali”.

Al suo intervento hanno preso avvio i lavori, con l’ampia sessione tenuta da Davide Marazzato, Vice Presidente Vicario di ‘Assoreca’ e vertice del ‘Gruppo Marazzato, che dal 1952 si occupa di logistica, bonifiche ed emergenze ambientali, con Paolo Bocini, Vice Presidente della sezione ‘Laboratori’ di Assoreca, seguito, fra gli altri, anche dall’intervento di Ivano Bosi, Amministratore Delegato di Azzurra Srl e Consigliere Delegato di ‘Marazzato Soluzioni Ambientali Srl’, che ha raccontato “l’importanza della formazione nella gestione delle crisi e delle emergenze in azienda, condividendo tale tema alla tavola rotonda con Andrea Prati, Membro Effettivo Sezione Imprese ‘Assoreca’.

Obiettivo del convegno – spiega Davide Marazzato, – è stato individuare un punto di emersione e convergenza circa le migliori best practices in materia, promuovendo l’integrazione, nella figura del formatore, di cultura tecnica e forma mentis che lo qualifichino sempre più quale garante di beni fondamentali e costituzionalmente tutelati per tracciare così le linee guida di un processo educativo, evocando una molteplicità di prospettive pedagogiche differenti riconducibili a una sintesi condivisa e fruibile in materia di corretto approccio alla tutela dell’ambiente.

Per Maurizio Scandurra, giornalista economico esperto in tematiche consumeristiche, “l’incontrovirtuoso tra le maggior realtà italiane del compartodimostra come la sinergia integrata tra attori con forme e forze diverse di un medesimo spazio di mercato estenda, massimizzandola, la capacità di problem-solving in un settore, come quello dell’ambiente, ove il mutamento e l’evoluzione sono all’ordine del giorno, stanti anche i repentini e sempre più frequenti cambiamenti climatici in corso di cui occorre prontamente tener conto”.

Ragazzo teneva mezzo quintale di fuochi d’artificio nella camera da letto

Guardia di Finanza Torino, “custodisce” in camera da letto oltre 50 chilogrammi di fuochi d’artificio. Denunciato ventenne.    

Un’improvvisata quanto pericolosa “santabarbara”, quella rinvenuta dalla Guardia di finanza di Torino in un’abitazione nei pressi di Beinasco, comune della prima cintura torinese.

Venerdì scorso i Finanzieri del Gruppo Orbassano hanno bussato alla porta di un ventenne residente in zona e già noto alle forze dell’ordine.

Nel corso della perquisizione gli inquirenti hanno scoperto come il giovane custodiva, probabilmente non conscio delle conseguenze che ne potevano derivare, numerosi scatoloni contenenti fuochi d’artificio di vario genere.

Il tutto era accatastato in modo improvvisato nella sua camera da letto, come un normalissimo arredo. 

 

Raffaele Gallo (Pd) presenta proposta di legge “salva prima casa”

FONDO IMMOBILIARE 

INTERVISTA AL CONSIGLIERE REGIONALE  PRIMO FIRMATARIO

Ha presentato in Consiglio regionale una proposta di legge che introduce un Fondo immobiliare “salva prima casa”. Di che cosa si tratta?

 

– Il Fondo immobiliare “salva prima casa” è uno strumento di protezione sociale che ha lo scopo di aiutare le persone in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui per l’acquisto della prima casa. Si tratta di una tutela nei confronti di coloro che si trovano in una condizione di temporaneo disagio economico e che hanno già utilizzato tutti gli strumenti attualmente esistenti: dalla rinegoziazione del mutuo al blocco delle rate. Queste persone potranno cedere, temporaneamente, il mutuo ad un Fondo immobiliare non oneroso, istituito da Regione, Fondazioni bancarie e Istituti di credito, attraverso una vendita amichevole, con la contestuale sottoscrizione del contratto di locazione e dell’opzione di rientro in possesso dell’immobile. Si tratta di un “salvagente” che permetterà alle famiglie di restare nella propria casa e di superare un momento di difficoltà che, in circostanze normali, comporterebbe la perdita dell’immobile. Attualmente, su circa 3,6 milioni di mutui relativi all’acquisto della prima casa, complessivamente accesi in Italia, oltre 350mila sono in sofferenza, per 150mila si è aperta la procedura e per 28mila è già avvenuto il pignoramento. In testa alla classifica dei pignoramenti troviamo proprio Milano e Torino. In questi anni, la crisi economica ha influito in modo pesante sulla vita di tante persone: chi ha perso il posto di lavoro o si trova, improvvisamente, in cassa integrazione spesso non riesce più a sostenere la spesa di un mutuo. La politica deve trovare risposte alle difficoltà dei cittadini e intervenire per consentire loro di conservare un bene così importante come la casa.

 

Come nasce l’idea di questa proposta di legge?

 

– Si parla spesso della necessità della Regione di “fare sistema” con altri partner sui grandi temi. In questo caso la Regione, coinvolgendo, attraverso protocolli d’intesa, Fondazioni bancarie e Istituti di credito, può contribuire a creare uno strumento di tutela e protezione molto importante. Nei Paesi anglossassoni esiste un Fondo Immobiliare di questo genere, ma si tratta di uno strumento oneroso istituito dalle banche. Quello previsto dalla mia proposta di legge sarebbe “non oneroso”, “etico”, ed è stato pensato grazie anche al coinvolgimento di esperti del settore. La proposta di legge non prevede oneri a carico della Regione perché, in questo momento, mi rendo conto della necessità di non gravare sul bilancio dell’Ente. Credo, tuttavia, che se la Regione trovasse risorse per finanziarlo, magari attraverso il Fondo sociale europeo, darebbe un segnale importante non solo ai partner degli Istituti di credito, ma anche a tutta la comunità piemontese. Questa decisione, tuttavia, non compete all’opposizione. E’ importante precisare che la legge può funzionare anche senza fondi regionali.

Nella scorsa legislatura la vostra maggioranza di centrosinistra aveva già approvato una legge su questo tema.

 

– Sì, eravamo già intervenuti sul tema della casa e delle politiche dell’abitare. Fa parte delle priorità del Partito Democratico e di tutto il centrosinistra tutelare il diritto delle persone a costruirsi un futuro e l’acquisto della prima casa fa parte di questo futuro. Per tanti è la realizzazione di un sogno. La “legge salvasfratti” della scorsa legislatura è rivolta ad una platea ristretta: ai nuclei familiari con che hanno un livello ISEE per l’accesso all’edilizia agevolata. La mia proposta di legge ha l’obiettivo di estendere anche al ceto medio che può trovarsi in difficoltà e che è tagliato fuori dai sostegni previsti dalle leggi. Il “salva prima casa” non è in competizione con il “salvasfratti” e nemmeno alternativo, ma complementare. Tra l’altro, è importante segnalare che, purtroppo, la legge “salvasfratti” è, attualmente, ferma perché mancano i decreti attuativi che la nuova maggioranza di governo non ha ancora approvato.

 

Quali saranno, a Suo parere, i tempi di discussione della Sua proposta di legge?

 

– Dopo cinque mesi senza aver discusso nulla, affronteremo, nelle prossime settimane, l’Assestamento di Bilancio. Chiederemo che la discussione della proposta di legge venga calendarizzata in Commissione nel mese di gennaio. Non ci sono altri provvedimenti da affrontare e riteniamo fondamentale che, finalmente, si esaminino proposte importanti per i piemontesi. Chiediamo che si entri nel merito di temi concreti, che ci si confronti, che si discuta e che si metta la parola fine alla politica degli annunci. La protezione sociale e la difesa della casa sono fondamentali per il Partito Democratico.

 

Quali sono gli altri temi sui quali si concentrerà il Partito Democratico in Consiglio regionale?

 

– Personalmente sto lavorando ad altre due proposte di legge che depositerò all’inizio del 2020 e delle quali avremo tempo di discutere. Il nostro Gruppo ha presentato almeno dieci provvedimenti che toccano temi come l’istruzione, l’agenda digitale, l’inserimento delle persone disabili, per citare alcuni temi. Attendono solo di essere calendarizzati.

 

“Tutto il Toro del Mondo”

Emiliano Mondonico e il Toro nel libro di Beppe Gandolfo
A Volpiano mercoledì 13 novembre

Per la rassegna di appuntamenti culturali «Incontro con l’autore», mercoledì 13 novembre alle 21 nella biblioteca comunale (via Carlo Botta 26), il giornalista Beppe Gandolfo presenta «Tutto il Toro del Mondo» (Priuli & Verlucca). Il libro nasce, si legge nella presentazione, «per celebrare Emiliano Mondonico e il suo mezzo secolo con il Toro», dall’esordio in campionato, come calciatore, il 29 settembre 1968 fino alla vittoria in Coppa Italia, come allenatore, il 19 giugno 1993.

Beppe Gandolfo, torinese, corrispondente per il Piemonte e la Valle d’Aosta delle testate Mediaset, è autore di numerosi libri di cronaca e ha scritto, insieme ad Aldo Rabino, «Il mio Toro, la mia missione», vincitore del Premio Selezione Bancarella Sport 2013.

L’isola del libro. Speciale Downton Abbey

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Si dice “Downton Abbey“ e si traduce “successo assicurato”. Basta vedere le sale in cui è proiettato il film ispirato all’omonima serie tv firmata da Jiulian Fellows (Premio Oscar migliore sceneggiatura per “Gosford Park” e autore anche del libro “Snob” del 2005). Dopo 6  felici  stagioni della fiction che ha inanellato premi importanti (3 Golden Globe 15 Emmy), ora ritroviamo l’aristocratica famiglia Crawley sul grande schermo. Siamo nel 1927, in affanno per l’arrivo dei sovrani, con inevitabile ansia e scompiglio a tutti i livelli della dimora. Il regista Michael Engler ha girato il film nell’Highclere Castle e ci fa tornare indietro all’epoca di spettacolari magioni, privilegi nobiliari, stuoli di servitori. Una ricostruzione raffinata e sfarzosa, scenari da favola, in cui recitano gli stessi attori che ci hanno incantati alla tv con tutta la loro bravura. Ma quello fu anche un periodo di grandi cambiamenti politici, economici e sociali. Allora perché non approfondire leggendo i libri che stanno dietro allo schermo? Ecco qualche spunto.

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Fiona Carnarvon  “Lady Almina e la vera storia di Downton Abbey”  -Vallardi-  (2013)  euro 15,90

Il libro è stato scritto da Lady Fiona, 8° contessa di Carnarvon che ha sposato l’erede della casata, Geordie. Diventata la custode del maniero ha colto il fascino del luogo e soprattutto della storia dell’antenata Lady Almina, 5° contessa di Carnarvon. Dopo approfondite ricerche in archivi e documenti di famiglia ha scritto questa bellissima biografia romanzata che è molte cose. Romanzo storico, di costume, scenario di glorie e drammi familiari, appassionante lettura che ci conduce nei fasti di un’epoca ormai tramontata.

Lady Almina era figlia illegittima di Alfred de Rothchild, uno degli uomini più ricchi al mondo, che non la riconobbe mai legalmente; ma l’adorò, viziandola e foraggiandola economicamente.

La sua posizione sociale un po’equivoca fu ampiamente superata dal patrimonio ereditato dal padre. E la sua dote allettò George Edward, 5° conte di Carnarvon, personaggio di spicco della nobiltà inglese. Uomo dalle passioni eclettiche –leggere, conoscere le nuove tecnologie, viaggiare- e, come molti blasonati dell’epoca, proprietario di spettacolari tenute, ma scarso di liquidità e gravato dalle tasse. A 19 anni Almina lo sposa con una sontuosa cerimonia.

George, passerà alla storia per aver scoperto, insieme a Howard Carter, la tomba di Tutankhamon e, certo, l’eredità della moglie gli consentì di condurre le sue dispendiose campagne archeologiche in Egitto, di rimettere in sesto il castello di Highclere, nonché di saldare molti debiti. Fu un matrimonio felice e Almina una moglie esemplare. Bravissima nell’organizzare lussuose feste, ricevere nobili e principi, ma soprattutto eccezionale nel dedicarsi agli altri. Aveva l’animo da  infermiera e durante la prima Guerra Mondiale trasformò il castello in un ospedale in cui i feriti venivano curati da medici provetti e trovavano, a volte salvezza, sempre, comunque, conforto e dedizione. Quando il marito si ammalò misteriosamente poco dopo aver scoperto il sepolcro del giovane faraone nella Valle dei Re (dando adito alla teoria della maledizione verso chi disturbava il loro sonno eterno) lei corse al suo capezzale e lo curò amorevolmente fino alla fine. Lord Carnarvon morì a soli 57 anni, nel 1923, poco dopo la sua scoperta: probabilmente per  un morso di zanzara infettatosi e sfociato in setticemia. Almina ne riportò la salma in patria, poi inseguì il suo sogno di creare un ospedale. Ci riuscì nel 1927 e lo chiamò Alfred House, in onore dell’amato padre, che aveva reso possibile la sua vita straordinaria.

Ad Almina si ispira in parte il personaggio di Cora della fiction.

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Margaret Powell  “Ai pani bassi”  -Einaudi-  (2012)  euro 16,50

Lo stesso mondo scintillante dei nobili e delle loro immense mansion, qui viene raccontato partendo dal basso. E’ uno spaccato della vita dello stuolo di servitori che rendevano funzionante al millimetro la gestione  della casa. L’autrice Margaret Powell, nata nel 1907 a Hove in Inghilterra (morta nel 1984) iniziò a lavorare a soli 14 anni nella lavanderia di un albergo. Poi fu assunta come aiuto-cuoca in una ricca casa  londinese. Il successo delle padrone di casa dipendeva dall’esercito di persone che lavoravano per loro. Castelli e grandi tenute richiedevano decine e decine di servitori le cui varie mansioni erano rigorosamente incasellate in una rigida gerarchia. Strategici erano il maggiordomo e la governante che organizzavano e dirigevano il lavoro di cameriere, sguattere e dipendenti di sesso maschile, la cui importanza scalava in base all’anzianità.

Il lavoro era mastodontico all’epoca in cui i signori si cambiavano 4 o più volte al giorno, ospitavano continuamente altri nobili di riguardo e membri della corona, pranzi e cene consistevano in raffinate ed elaborate portate, argenti e porcellane andavano continuamente puliti, e l’acqua per il bagno dei signori veniva portata in appositi secchi su per i piani…..Perché tutto questo funzionasse  come un meccanismo ben oliato la servitù era essenziale.

E nel libro emerge anche il rapporto di reciproco rispetto che negli anni 30 legava a stretta mandata padroni di casa e personale di servizio.

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Jessica Fellowes  “ Il mondo di Downton Abbey. Dietro le quinte della serie tv”   -Rizzoli- (2012)  -euro 21,90

Più che raccontarle, queste pagine occorre sfogliarle beandovi delle immagini che avete visto nella serie tv, di cui è il libro ufficiale. La Fellows raccoglie scene, arredi, sontuosità, segreti, drammi e passioni delle prime due stagioni della fiction. Ed ecco raccolte in 300 pagine le riprese più belle, i costumi nei loro particolari, pettinature, gioielli, toilette delle signore… e tanto altro. Una full immersion in Dowton Abbey. La casa, la tenuta, la vita domestica, gli appuntamenti in società, le questioni di etichetta, destini  e mansioni della servitù, amori e passioni, la Grande guerra e i dietro le quinte.

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Emma Marriot  “Downton Abbey: the official film companion” –Headline- euro 29,64

Il libro è in inglese ma fruibile da tutti perché a farla da padroni sono soprattutto le immagini ufficiali del film. Siamo nel 1927, una lettera con le insegne reali annuncia a Lord e Lady Grantham che Re GiorgioV e la Regina Mary visiteranno lo Yorkshire e si tratterranno a Dawton Abbey per un giorno e una notte. Arriveranno a bordo della loro Daimler e con il nutrito seguito reale di servitori. Facile immaginare lo scompiglio a tutti i livelli della nobile dimora. Nulla può essere affidato al caso o andare storto, nessun minimo dettaglio va trascurato. Un vortice di ansia alleggia sui preparativi. Persino lo storico maggiordomo Carson, ormai in pensione, viene richiamato in servizio; mentre vecchie rivalità tra la servitù tornano a galla e stanno per scatenarsene di nuove con  l’arrivo dei domestici dei sovrani. Solo l’anziana, impermeabile e indistruttibile Lady Violet (interpretata, come nella fiction, da una strepitosa Maggie Smith) vivrà con la sua solita sorniona calma e indomita saggezza anche questa gloriosa pagina della sua esistenza.

Nel libro troverete foto magnifiche della produzione, interviste con il cast, dietro le quinte delle scene, immagini della fastosa scenografia, dagli esterni ricostruiti ai sfarzosi saloni in cui i sovrani faranno il loro ingresso.

 

 

 

Con Legambiente la “RiEvoluzione” per combattere i cambiamenti climatici

Si è concluso a Torino il congresso di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta con l’elezione dei nuovi dirigenti regionali: Giorgio Prino presidente, Alice De Marco direttrice, Sergio Capelli amministratore, Angelo Porta vicepresidente

“Oggi l’emozione e l’entusiasmo sovrastano la stanchezza. Ritrovarsi in famiglia, in compagnia dei tanti soci e delle belle storie che racconta la nostra associazione, ci dà l’energia per iniziare a scrivere questa nuova pagina, di un libro già ricco e che continua. Una RiEvoluzione che ci dà la spinta per affrontare i tanti temi che ci stanno a cuore, per essere consapevoli che è il tempo del coraggio, il tempo di essere pronti a fare la nostra parte per Cambiare il Cambiamento Climatico”. Sono queste le prime parole pronunciate dal neo eletto presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Giorgio Prino al termine del congresso interregionale dell’associazione ambientalista che ha visto la partecipazione al Sermig – Arsenale della Pace di Torino di oltre 150 delegati dei circoli territoriali, e che ha portato al completo rinnovo delle cariche statutarie: a fianco del presidente guideranno l’associazione nei prossimi quattro anni Alice De Marco, direttrice, Sergio Capelli, amministratore, Angelo Porta, vicepresidente.

“In questi giorni più di 11000 scienziati, oltre 250 che lavorano in enti e accademie italiane, hanno firmato un documento che evidenzia come oggi il tema non sia più il cambiamento climatico, ma l’emergenza climatica -ha dichiarato ancora il neo presidente Prino-. E hanno indicato delle soluzioni. Soluzioni che passeranno giocoforza da un Green New Deal, tappa obbligata di un percorso che ci porti fuori dalla drammatica situazione attuale. La sfida per tutti noi è declinare localmente le soluzioni globali. A partire dalla campagna associativa Change Climate Change, lo faremo!”.

#RIEVOLUZIONE: il tempo del coraggio” è il titolo della plenaria da cui sono emerse analisi e priorità associative. Il Piemonte è un territorio complesso, terra di acqua e di montagne che si dimostra sempre più fragile e bisognoso di attenzioni. Atten­zioni che non possono non essere una delle priorità di Legambiente per i prossimi anni. A partire dalle città -in cui si concentrano quasi la metà dei residenti regionali- e dall’ecologia urbana. Il costante stato emergenziale sull’inquinamento atmosferico, una Regione che supera di poco il 60% di raccolta differenziata a fronte di obblighi di legge del 65%, la necessità di una nuova mobilità leggera e meno impattante, l’inquinamento elettromagnetico e la nuova sfida del 5G sono solo le punte avanzate dei problemi che affliggono il tessuto urbano. Attenzioni che si devono riversare sul territorio tutto, fortemente colpito dal dissesto idrogeologico, tragicamente evidente negli ultimi avvenimenti che hanno interessato il basso Piemonte. A partire dalla tutela dei corsi e specchi d’acqua per arrivare allo stop al consumo di suolo, al recupero, rin­novo, rigenerazione del già costruito. Attenzioni che non possono non comprendere il trasporto ferroviario, positivo per ambiente e pendolari, per il quale l’associazione chiede la ria­pertura delle linee ferroviarie sospese, strumento fondamentale anche per il contrasto all’inquinamento atmosferico.

Al congresso interregionale del Cigno Verde sono intervenuti anche rappresentanti del mondo politico, culturale, associativo e delle impreseAlberto Unia, assessore all’Ambiente della Città di Torino; Angelo Robotto, Direttore Generale Arpa Piemonte; Massimo Aghilar, consigliere Arci Servizio Civile Piemonte; Ernesto Bertolino, Amministratore Ri-Generation; rappresentanti dei Fridays For Future. Le conclusioni sono state affidate a Nunzio Cirino Groccia, amministratore nazionale di Legambiente.

Il congresso di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha salutato e ringraziato per il lavoro svolto negli ultimi otto anni i dirigenti uscenti dell’associazione: Fabio Dovana, presidente, Francesca Gramegna, direttrice, Fabrizio Bo, amministratore, Federico Vozza, vicepresidente, Francesca Galante, responsabile campagne. “Gli anni che stiamo vivendo segnano un momento storico senza precedenti: la consapevolezza che la lotta ai cambiamenti climatici debba essere messa al centro di ogni politica sembra essere un’idea condivisa da tutti. Le piazze di tutto il mondo si riempiono di persone, spinte dall’entusiasmo dei più giovani, che rivendicano un nuovo paradigma, una vera e propria rivoluzione –ha dichiarato il presidente uscente Fabio Dovana-. Tutti noi, cittadini, imprese, amministrazioni, dobbiamo essere in grado di cogliere questa sfida, passando dalle parole ai fatti. E’ giunto il tempo della concretezza. Proprio per questo auspichiamo che chi amministra i nostri territori, a partire dalla Regione Piemonte, dia segnali forti e concreti in questa direzione, che abbandoni quindi idee di sviluppo novecentesche per politiche più sostenibili ambientalmente, economicamente e socialmente”.

A questo link “#RIEVOLUZIONE: il tempo del coraggio”, il documento programmatico approvato dal Congresso di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta:  https://bit.ly/2qGnUYc

Raduno Alpini, Udine batte Alessandria

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ANA 2021, LE CITTA’ AL BALLOTTAGGIO
Alessandria non è riuscita a raggiungere il prestigioso traguardo dell’organizzazione
dell’Adunata nazionale delle ‘Penne Nere’ per il 2021. Quindi il Piemonte rimarrà
anche per il prossimo anno ‘a bocca asciutta’. E questo nonostante l’appoggio del
Comune e di tutta la Provincia perché sarebbe stato certamente un evento notevole.
Il Consiglio Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini sabato mattina ha
assegnato la sede a Udine che organizzerà così il suo sesto raduno. Il capoluogo
friulano ha superato 16 a 7 Alessandria al ballottaggio dopo che una prima
votazione aveva eliminato Brescia e Matera. A Milano la Sezione di Alessandria era
presente con il presidente Bruno Dalchecco, il vice presidente vicario Corrado
Vittore, il vice presidente Mario Venezia, i consiglieri Marco Gabello, Mauro
Barzizza, Franco Corti e il portavoce Daniele Bertin. “Abbiamo fatto tutto quello
che era possibile, ci riproveremo nei prossimi anni, certamente. Un ringraziamento
al Comune di Alesandria, che era presente a Milano con l’assessore Cherima Fteita
e ci è stato vicino dall’inizio alla fine” dice Bertin.
Massimo Iaretti

In 50 mila al Festival che diventerà “Biennale tecnologia”

Dal 2020 il Festival diventa Biennale Tecnologia: un’iniziativa cittadina che si ripeterà ogni due anni

Tanti studenti, ma anche bambini, famiglie, curiosi, cittadini comuni che entravano per la prima volta al Politecnico o nelle altre sedi del Festival: si chiude con un bilancio stimato di oltre 50mila presenze la prima edizione del Festival della Tecnologia.

Rassegna ideata e organizzata dal Politecnico di Torino nel 160esimo anniversario dalla sua fondazione – con la curatela del Rettore Guido Saracco, del delegato per la Cultura e la Comunicazione  Juan Carlos De Martin e del giornalista Luca De Biase – il Festival è nato con l’intento di esplorare la relazione tra tecnologia e società con un approccio umanistico democratico: partendo dal presupposto che la tecnologia non sia soltanto il risultato di scienza e innovazione, ma sia prima di tutto il frutto della creatività umana, il programma del Festival aveva lo scopo di riavvicinare la cittadinanza ai grandi temi e alle importanti sfide che una società a forte connotazione tecnologica deve affrontare oggi. Questo straordinario riscontro di pubblico è una conferma dell’attualità e dell’importanza di una rassegna che si poneva questi obiettivi, a dimostrazione del fatto che solo coltivando e promuovendo il dialogo interdisciplinare tecnologia e umanità potranno crescere insieme in maniera costruttiva e democratica, perché Tecnologia è umanità.

“Il successo di questa prima edizione ci rende molto orgogliosi e indica che siamo sulla strada giusta: Torino e tutto il territorio accolgono con curiosità ed entusiasmo le novità, anche culturali, e il nostro Ateneo, insieme a tutti gli attori che hanno creduto in questa iniziativa, può davvero contribuire a promuovere la creazione di una massa critica di intenti per far ripartire la città e la nostra regione”: il Rettore del Politecnico  Guido Saracco chiuderà questa sera la quattro giorni che ha trasformato Torino nella capitale della tecnologia.

Al termine di un “Processo alla tecnologia” – con lo stesso Saracco, il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Stefano Geuna e il Presidente del CNR Massimo Inguscio come giudici, e Gianmarco Montanari e Simona Morini come avvocati dell’accusa e della difesa – il Rettore annuncerà che il Comune di Torino ha adottato la manifestazione e la renderà un evento cittadino: dal 2020 Torino avrà la sua Biennale Tecnologia.

La Sindaca Chiara Appendino commenta: “Vedere nascere il Festival della Tecnologia a Torino è motivo di orgoglio per tutta la Città. Come abbiamo dimostrato in questi anni, innovazione e tecnologia possono essere una potente leva di sviluppo, sulla quale investire in termini di risorse e competenze, valorizzando il know-how di prim’ordine già esistente sul territorio. Questo evento, che diventerà biennale, alternandosi a Biennale Democrazia, sarà un potente attrattore di eccellenze, ricercatori, imprese, studenti e innovatori. Lavoreremo insieme al Politecnico e alle realtà coinvolte affinché divenga un punto di riferimento del settore, nazionale e internazionale“.

Il Festival si è aperto con il conferimento della Laurea ad honorem in Ingegneria Gestionale al Premio Nobel Joseph Stiglitz mentre, nella giornata di sabato, a Samantha Cristoforetti è stato conferito il medesimo riconoscimento in Ingegneria Aerospaziale. Nei quattro giorni del Festival, sono stati oltre 160 gli incontri in programma, con 350 relatori da tutto il mondo nelle oltre 23 sedi e con la collaborazione di più di 50 partner. Il Politecnico, inoltre, ha aperto le porte dei suoi dipartimenti e laboratori di ricerca per coinvolgere i visitatori in una serie di esperienze uniche. L’iniziativa Politecnico Aperto, con più di 120 attività e incontri, ha permesso ai partecipanti di conoscere – tra i tanti temi affrontati – le applicazioni di realtà virtuale in settori come la robotica e l’industria 4.0, le sperimentazioni per l’urbanistica del futuro, le soluzioni per una mobilità autonoma e sostenibile. Tra le attività di ricerca presentate anche le prospettive di robot umanoidi e umani robotizzati, la robotica di servizio, la salvaguardia dell’ambiente. Il Festival ha poi proposto incontri e attività pensati per avvicinare i più giovani alla riflessione sulla tecnologia con laboratori, workshop e spettacoli per bambini e ragazzi al Villaggio della Tecnologia, in piazzale Duca d’Aosta.

Tante poi le sedi satellite del programma Festival OFF, che ha visto oltre 30 incontri a Torino, ma anche ad Alba, Ivrea e Vercelli.

Chi non ha potuto seguire gli incontri dal vivo per il grande afflusso di pubblico ha però avuto a disposizione un ricco palinsesto di incontri in streaming sul sito del Festival, in un’aula dedicata e dal punto informativo in Piazza Castello. Nei prossimi giorni sul sito e sul canale YouTube saranno disponibili tutti i video degli incontri.

“Siamo estremamente soddisfatti: un pubblico ampio e attento ha seguito gli incontri divulgativi, ma anche quelli più specialistici, ha ascoltato ospiti illustri e esperti mondiali nelle rispettive materie. Inoltre, abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei nostri studenti e dell’intera comunità politecnica: posso dire che abbiamo centrato l’obiettivo principale che ci proponevamo quando abbiamo immaginato questo Festival, cioè aprire le porte del nostro Ateneo e instaurare un dialogo con la società civile”, commenta Juan Carlos De Martin, co-curatore del Festival insieme a Luca De Biase, che conclude: “Un’esperienza entusiasmante! Le persone che sono venute al Festival per riflettere con serietà e autenticità sulla società che stiamo costruendo, relatori e pubblico, hanno creato una dinamica culturale di alta qualità. Torino ha dimostrato di saper riconoscere una proposta sincera, offerta generosamente dal Politecnico. Questo Festival può diventare un nuovo classico”.