ilTorinese

Suonando nei parcheggi

Caleidoscopio rock USA anni 60

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Mica solo Idaho, Wyoming e Colorado… Anche in Arkansas ci sono fior fior di foreste, su tutte la Ozark National Forest e l’importante Ouachita National Forest.

Quest’ultima evoca il nome del significativo fiume, che come un serpentone pieno di spire scende sinuoso fin verso la Louisiana per confluire nel Red River e infine andare a riposare nello smisurato letto del Mississippi al confine con lo stato omonimo. Ma torniamo in Arkansas, per notare che tra la Ouachita National Forest e il Jenkins Ferry State Park passa come un coltello in diagonale la “Interstate 30”, nata nei favolosi anni Sessanta per collegare l’area di Dallas (Texas) con quella di Little Rock (Arkansas). E lì sulla lama del coltello sorge la cittadina di Malvern, che, nonostante le circa 9000 anime, ebbe durante i “Sixties” una convinta compagine di appassionati di rockabilly e rock&roll (e derivati). Qui, attorno al 1965, si costituì la band The Yardleys, formata da Steve Walker (chit), Larry Byrd (b), Butch Allen (org), Bucky Griggs (batt), Bo Jones (tr). Si sa poco o nulla di questo gruppo, se non che era un formidabile manipolo da dance club ma anche da performances all’aperto, tipo parcheggi, piazzole presso supermercati o presso aree di rifornimento benzina, con prezzi stracciati e soluzioni “low budget” in allestimenti spesso improvvisati e con strutture non sempre solide e sicure; non erano raro nemmeno qualche “piccolo infortunio” dei membri della band, magari su assi traballanti, chiodi mal sistemati o amplificatori non ben fissati. Ma l’entusiasmo della gioventù vinceva su qualsiasi contrattempo od ostacolo e tutto sommato il risultato delle esibizioni era di buon livello, nonostante il contesto e le condizioni non proprio ideali…

Il raggio d’azione non era esteso e non superò mai i confini dell’Arkansas, spaziando nell’area tra Malvern, Hot Springs, Sheridan, Benton, Arkadelphia, Carthage e Pine Bluff; l’attività manageriale assolutamente ordinaria non portò a picchi di successo eccessivi ma tuttavia consentì l’ingresso in sala di registrazione. I 45 giri incisi furono due ed è da sottolineare il fatto che fossero interamente composti da brani originali della band, peraltro in tempi in cui le covers trovavano sempre spazio, spesso sul lato A. Il primo single fu inciso nel 1966: “Come What May” [Griggs – Byrd] (FS-100; side B: “The Light Won’t Shine” [Allen]), su etichetta Foundation records, pubblicato da High Fidelity Oleta, BMI. Il secondo, con influenze dai Rolling Stones, uscì già all’inizio del 1967: “Your Love” [Allen] (S.O. 3827; side B: “Just Remember” [Allen]), con etichetta autoprodotta Yardley.

Trascorso il periodo della sala di registrazione, si passò ad una fase sempre difficile per qualsiasi band: quella della constatazione del conseguito o mancato successo a livello di vendite, ma soprattutto di permanenza nelle classifiche delle radio locali; purtroppo per la band, l’esito a livello di classifiche fu piuttosto deludente e nessuno dei quattro brani originali riuscì a spiccare il volo nelle radio charts dell’Arkansas centro-meridionale. E’ presumibile che il colpo fosse difficile da assorbire e ciò è confermato dal fatto che da metà 1967 si perde qualsiasi traccia dei The Yardleys; probabilmente decisero di sciogliersi nel giro di pochi mesi, quasi sicuramente entro l’inizio del 1968.

Gian Marchisio

Colpisce un giovane con cocci di bottiglia. Arrestato dalla polizia

Poco prima delle nove di mercoledì sera, transitando in Lungo Dora Napoli, gli agenti del Commissariato Centro sono stati avvicinati da un tassista che ha segnalato loro persone in stato di agitazione in strada.

Gli agenti si sono immediatamente recati sul posto indicato dove hanno visto un cittadino straniero che stava tentando di colpire con un cocci di bottiglia una persona riversa per terra che cercava di parare i colpi. Accortosi della presenza dei poliziotti, il reo, un cittadino marocchino di 32 anni, si è dato alla fuga in direzione di corso Vercelli, dove è stato fermato nonostante la resistenza opposta.

La vittima, un giovane cittadino egiziano, presentava diversi tagli alla nuca, motivo per il quale veniva trasportato in ospedale e poi dimesso con prognosi di 10 giorni.

I poliziotti hanno poi appreso che, senza particolari motivi, l’aggressore aveva insultato il giovane egiziano. Quando quest’ultimo aveva chiesto spiegazioni circa il comportamento del suo interlocutore, era scattata l’aggressione da parte del trentaduenne cittadino marocchino, il quale, dopo aver rotto una bottiglia di vetro contro il muro iniziava a colpire la vittima.

Alla luce dei fatti, il cittadino marocchino è stato tratto in arresto per tentato omicidio e resistenza a P.U.

 

 

 

Liliana Segre, a Chieri cittadinanza onoraria

Riceviamo e pubblichiamo

I Consiglieri Comunali Tommaso Varaldo e Rachele Sacco: “Grazie al Sindaco per aver accolto la nostra proposta: Chieri conferirà la cittadinanza onoraria alla Senatrice a vita Liliana Segre, instancabile e preziosa testimone di una delle barbarie più tragiche della storia”

“Abbiamo presentato una mozione che impegna il Sindaco di Chieri sia a conferire alla Senatrice a vita Liliana Segre la cittadinanza onoraria del Comune di Chieri sia a organizzare un momento di incontro con la Senatrice e i giovani, per ascoltare la Sua preziosa testimonianza oltre che per condurla a visitare ciò che rimane dell’antico ghetto ebraico della Città. Apprendiamo con gioia la dichiarazione del Sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, che accoglie con favore la nostra iniziativa attivandosi da subito con la procedura per il conferimento. Il nostro invito al Sindaco, attraverso una mozione, è quello di compiere un gesto di grande valore simbolico che non deve in alcun modo subire strumentalizzazione politica. Per le Istituzioni, ad ogni livello, è doveroso porre in essere ogni azione volta alla sensibilizzazione della memoria dell’Olocausto, in particolare tra i più giovani. La Senatrice a vita Liliana Segre rappresenta per tutta Italia un’instancabile e preziosa testimonianza di una delle barbarie più tragiche della storia: l’Olocausto. Instancabile per il Suo alto impegno civile di testimonianza e di difesa di valori di Libertà e Democrazia. Preziosa perché è una delle più autorevoli voci della Memoria italiana. Siamo certi che la Città di Chieri accoglierà con gioia e onore la Senatrice Liliana Segre come cittadina onoraria”

Lo dichiarano in una nota stampa congiunta i Consiglieri Comunali di Chieri Tommaso Varaldo e Rachele Saccco

L’associazione Aglietta alla Trans Freedom March

Riceviamo e pubblichiamo
Trans Freedom March/Torino/Manzi e Camoletto (Radicali Italiani):
saremo come sempre al fianco della comunità LGBT. Italia detiene
maglia nera nel’Unione Europea per numero di omicidi dettati da
transfobia.
Riteniamo sbagliata proibizione bandiere che non siano della comunità
trans, non-binary e intersex.
Domenica 17 novembre, alle ore 16:00, partirà da Piazza Vittorio
Veneto (per concludersi in Piazza Castello), la Trans Freedom March
2019, per commemorare le vittime di transfobia del 2019 e per
celebrare le identità trans nelle loro più variegate sfaccettature.
In occasione del cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall (28
giugno 1969, simbolicamente il momento di nascita del movimento di
liberazione LGBT moderno in tutto il mondo), la Marcia di domenica
sarà dedicata alla memoria delle attiviste Marsha P. Johnson e Sylvia
Rivera.
Alla Trans Freedom March saranno presenti anche Virginia Camoletto
(Giunta Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Silvja Manzi
(Direzione Radicali Italiani), che hanno dichiarato:
L’impegno radicale è sempre stato quello di combattere per i diritti
civili. Radicali Italiani e Associazione radicale Adelaide Aglietta
ribadiscono il loro sostegno e la loro partecipazione alla Trans
Freedom March, rinnovando la tradizione di lotte insieme alla comunità
LGBT. A maggior ragione in un anno (ottobre 2018<settembre 2019) in
cui sono state uccise 330 persone (ma il dato è sicuramente
sottostimato) in tutto il mondo, vittime di transfobia. L’Italia è il
Paese dell’Unione Europea con il più alto numero di omicidi
transfobici (39 dal 2008 ad oggi).
Proprio in nome della sincerità che deve esserci sempre fra compagni e
compagne di lotta, riteniamo che la richiesta degli organizzatori
della Marcia di non portare bandiere se non quelle delle comunità
trans, non-binary e intersex, anche se motivata dal fine di evitare la
strumentalizzazione della causa, non sia utile alla comunità LGBT. Le
persone hanno diritto di capire chi marcia al loro fianco e chi lotta
con loro, anche semplicemente per non sentirsi sol*.

Vigili del fuoco piemontesi in piazza a Roma

200 VIGILI DEL FUOCO PIEMONTESI PROTESTERANNO IL  19
NOVEMBRE A PIAZZA MONTECITORIO PER CHIEDERE PARI
TRATTAMENTO RETRIBUTIVO, PREVIDENZIALE E DI CARRIERA CON GLI
ALTRI CORPI DELLO STATO
Iniziativa del sindacato Conapo per fondi in legge di bilancio.
Circa 200 Vigili del Fuoco partiranno da tutto il
Piemonte per manifestare a Roma. L’iniziativa è del Conapo, il sindacato autonomo che da
anni denuncia l’inaccettabile condizione delle retribuzioni e delle pensioni dei Vigili del
Fuoco i quali, come certificato dall’ISTAT, percepiscono mediamente 7 mila euro in meno
l’anno rispetto alle Forze di Polizia, cui si aggiunge la mancanza dei peculiari istituti
previdenziali che negli altri Corpi compensano operatività e specificità. Una retribuzione
pro capite inferiore di circa il 20% rispetto ai pari grado della Polizia.
“Rischiamo la vita ogni maledetto giorno per soccorrere chi ne ha bisogno…” spiega il
Vicesegretario Regionale Piemonte, Alessandro Basile. “Mi domando se la nostra vita valga
di meno di quella degli appartenenti agli altri Corpi dello Stato! E domando ai leader di
tutte le forze politiche, che si sono avvicendati in questi anni alla guida del nostro Paese,
cosa racconteranno di nuovo alle nostre mogli e ai nostri figli quando un altro di noi perirà
in servizio durante l’espletamento della nostra missione istituzionale! Siamo stanchi degli
abbracci e delle strette di mano, ora abbiamo bisogno di una legge che assicuri per sempre
pari dignità ai pompieri Italiani.
I Vigili del Fuoco Piemontesi, insieme ai colleghi di tutta Italia, invieranno al governo Conte
il forte segnale del loro malessere: chiedono ai responsabili dei partiti di maggioranza, Di
Maio, Zingaretti e Renzi “il dovuto rispetto nella legge di bilancio in discussione in questi
giorni in Parlamento e lo stanziamento di risorse finanziarie per la creazione di un fondo
economico – più volte promesso – dedicato specificatamente ad eliminare il divario esistente
con gli altri Corpi dello Stato, operazione per la quale il Ministero dell’Interno ha calcolato
che – fanno sapere i sindacalisti – occorrono 216 milioni di euro all’anno”.
“I politici si ricordano di noi solo durante le emergenze o ai nostri funerali,” spiega il
Segretario Regionale Piemonte Claudio Cambursano, per sfruttare la nostra popolarità ma
ci dimenticano sistematicamente quando chiediamo di darci la stessa dignità retributiva e
pensionistica degli altri corpi e continuano a trattarci come un corpo di serie B. Ora nella
legge di bilancio è il momento di dimostrare rispetto ai Vigili del Fuoco. Rivolgiamo un
appello al Premier Conte, al Ministro dell’Interno Lamorgese e al Ministro dell’Economia
Gualtieri, ma anche a tutti i politici di maggioranza e opposizione, perché i vigili del fuoco
e la sicurezza sono di tutti e necessitano di impegni concreti e bipartisan”.
Per la manifestazione indetta dal CONAPO, unitamente alle organizzazioni sindacali
APVVF – SINDIR VVF e DIRSTAT VVF, confluiranno a Roma – in Piazza Montecitorio – i
Vigili del Fuoco da tutta Italia, dalla Valle d’ Aosta alla Sicilia ma hanno annunciato
sostegno con una delegazione anche i Vigili del Fuoco della Slovenia.

Scuola e lavoro: per ragazzi e famiglie “Obiettivo Orientamento”

Con un investimento di 6,5 milioni di euro, partono sui territori le nuove attività di Obiettivo Orientamento Piemonte per il triennio 2019-2021: una rete di 130 sportelli e un sistema coordinato di azioni e servizi per ragazzi, scuole e famiglie

Una rete di oltre 130 sportelli di orientamento in Piemonte e un sistema coordinato di azioni e servizi per ragazzi, scuole e famiglie: la Regione Piemonte dà il via alle nuove attività di orientamento, progettate per il triennio 2019-2022 e finanziate dal Fondo Sociale Europeo, con un investimento di 6,5 milioni di euro. Obiettivi principali del sistema regionale, pensato per sostenere i ragazzi tra gli 11 e i 22 anni nella scelta consapevole dei percorsi più adatti, nei vari cicli di studio e nelle prime fasi della vita professionale, sono il coinvolgimento delle fasce scolastiche più precoci, il supporto per i casi di insuccesso o dispersione scolastica, il coinvolgimento dei genitori, la formazione degli orientatori, il raccordo con il mondo delle imprese e dei professionisti.

«Obiettivo Orientamento Piemonte si consolida e si rafforza su tutti i territori – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino – garantendo interventi capillari e concertati: il sistema degli sportelli, infatti, copre l’intera regione, grazie a raggruppamenti territoriali di enti accreditati, che operano in chiave di coprogettazione con scuole, università, servizi per il lavoro, ma anche con istituzioni, organizzazioni datoriali, fondazioni e associazioni».

«Riteniamo l’orientamento una delle politiche attive più efficaci e da sostenere – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Per combattere la cosiddetta fuga di cervelli serve offrire ai giovani, già a partire dalle fasce d’età più basse, tutti gli strumenti e le informazioni che li aiutino a fare la scelta giusta per il proprio futuro. Non c’è nulla di male nell’andare a studiare o lavorare all’estero, a patto però che questa sia una scelta e non una necessità. Ecco perché l’orientamento diventa non solo importante, ma fondamentale per consentire ai ragazzi di costruire il loro futuro in Piemonte».

Punti di orientamento per disoccupati più giovani sono attivi anche nei Centri per l’impiego. Nel Torinese, le attività sono gestite dai Centri per l’impiego della Città Metropolitana di Torino. Tra le novità della nuova programmazione, il coinvolgimento delle scuole secondarie di primo e secondo grado che potranno attivare punti di accesso e consulenza orientativa, seminari informativi per genitori sull’offerta di istruzione e formazione, oltre alla creazioni di equipe territoriali di riferimento per i territori.

Consulta l’elenco degli Sportelli regionali di orientamento

Le attività degli sportelli di orientamento
In tutta la rete di sportelli, orientatori specializzati offrono una serie di servizi gratuiti e organizzano diverse attività individuali o laboratori in classe. In particolare, gli sportelli si occupano di:

  • educazione alla scelta attraverso colloqui di informazione orientativa e definizione dei singoli fabbisogni;
  • riprogettazione della carriera scolastica e/o lavorativa attraverso un tutoraggio individuale, per studenti che hanno necessità di riprogettare un percorso, di rimotivarsi e di rientrare in istruzione/formazione;
  • sviluppo di competenze orientative con attività utili a maturare la consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza e confrontarli con le esigenze dettate dalle evoluzioni del mercato del lavoro e le proprie attitudini/i propri interessi;
  • orientamento alla professionalità attraverso incontri rivolti a gruppi di studenti per orientarli verso il mondo del lavoro, anche grazie a testimonianze qualificate su percorsi professionali ed esperienze di autoimprenditorialità.

I numeri
Sono stati più di 130 mila, nel periodo 2016-2019, gli adolescenti ed i giovani coinvolti nelle attività di orientamento del sistema regionale, oltre 400 le scuole coinvolte, 400 gli orientatori in rete. Per il triennio 2019/2022 i numeri sono destinati a crescere visto il consolidarsi della rete operativa, delle azioni di animazione territoriale a cui si aggiunge il coinvolgimento di genitori e dei ragazzi fin dal 1° anno della secondaria di 1° grado.

Eventi e strumenti
Obiettivo Orientamento Piemonte è presente con postazioni informative dedicate e seminari per le famiglie nei Saloni di orientamento e nelle manifestazioni organizzate sui territori, in cui vengono presentati anche gli strumenti di orientamento realizzati dalla Regione Piemonte, come le Guide di orientamento dopo il primo ciclo e dopo il secondo ciclo di studi. Il palinsesto, gli strumenti, i referenti regionali dell’iniziativa e tutti gli approfondimenti sulle pagine del sito istituzionale dedicate all’orientamento.

“Anni di piombo e di tritolo”

IL LIBRO DI GIANNI OLIVA PER NON DIMENTICARE CIO’ CHE E’ STATO E PER FARLO CONOSCERE A CHI NON C’ERA ANCORA

 

Il 4 novembre scorso l’Associazione Vitaliano Brancati ha presentato, presso Circolo degli Scrittori di Torino, l’ultimo libro di Gianni Oliva: Anni di Piombo e di Tritolo. Oltre all’autore erano presenti il presidente dell’associazione Gianni Firera, l’ex procuratore della Repubblica Armando Spataro e il senatore Giorgio Benvenuto.

E’ dettagliato e drammatico il racconto di Oliva, è una ricostruzione puntuale e minuziosa di ciò che accadde in quel ventennio angoscioso, in quegli anni dolorosamente definiti “di piombo e di tritolo”, dal dicembre 1969 con l’attentato di Piazza Fontana e l’esplosione della Banca Nazionale dell’Agricoltura fino all’assassinio di Roberto Ruffili il 16 aprile del 1988. Due decenni di terrorismo “rosso” durante i quali furono assassinati magistrati come Emilio Alessandrini, operai come Guido Rossa, giornalisti come Walter Tobagi e Carlo Casalegno, condannato a morte il presidente della DC Aldo Moro e di stragi “nere” come quella di Piazza della Loggia, del treno Italicus e della stazione di Bologna, scempi che fecero quasi quattrocento vittime e mille tra feriti e invalidi.

Questo libro non nasce con l’obiettivo di svelare particolari inediti sui fatti accaduti ma con la volontà, come dice l’autore, di raccontare gli anni di piombo a chi non c’era, quegli anni che egli stesso ha vissuto a Torino, un periodo nefasto che vide l’uccisione di 20 persone, molti feriti e gambizzati, vite che portano ancora oggi lesioni indelebili, non solo fisiche.

“In mezzo c’ero anche io, non tra quelli che sparavano, non tra quelli che lanciavano molotov” dice l’autore parlando dei cortei dell’ultrasinistra, “in quegli anni era molto più facile essere radicale che moderato: un insidioso conformismo dell’anticonformismo” dichiara, spiegando poi che questa tendenza condizionava ogni forma di pensiero e comportamento e che l’ideologia era la misura di tutte le cose, una sorta di farmaco che anestetizzava la morale. “Perché mi sono salvato? Mi piacerebbe dire che ho fatto una scelta ragionata, invece credo di non averlo fatto solo per paura” spiega Gianni Oliva “ la paura è una grande protezione”, la paura come filtro, come salvaguardia, quella cosa che non ti fa “varcare il confine tra protesta e crimine” e aggiunge che per commettere il male non è necessario essere cattivi, che non c’è nessun percorso interiore o sociale profondo dietro le azioni criminose che hanno portato assassini ad armarsi e che non ci deve essere nessuna giustificazione alla violenza alla quale non bisogna piegarsi, tollerare o legittimare.

Secondo Oliva, che ha un passato di insegnante di Italiano e latino, la scuola dovrebbe dedicare più tempo all’insegnamento della storia contemporanea e perché non ci sia “un cortocircuito nella memoria collettiva” e per non far perdere senso alla storia stessa, si dovrebbero ricordare con più facilità i nomi delle vittime che quelli dei carnefici, quei carnefici a cui certamente spetta il diritto di parola, come dovrebbe essere in uno stato di diritto, ma che non dovrebbero avere pulpiti nelle università o palchi nelle trasmissioni televisive consentendo così alle loro ragioni di essere affermate senza un contraddittorio. “Chi ha commesso il male può percorrere la strada individuale del pentimento o mantenere la convinzione delle proprie follie, ma deve farlo in privato lontano dalle luci della ribalta” scrive Oliva, invece talvolta assistiamo ad un ribaltamento dei ruoli e chi ha ucciso o usato violenza in nome di una idea diviene un protagonista giustificato. Come disse Andrea Casalegno, figlio di Carlo il giornalista ucciso nel 1977, “uno può diventare un ex-terrorista ma non un ex assassino”, a conferma che la responsabilità morale resta per sempre come chi se ne andato, morto assassinato senza sapere perché.

In questo libro si ripercorre la storia di quei due decenni e si evidenzia come il nostro paese fosse portato avanti a due velocità, una “conservatrice e retrograda” che nel 1954, come ricorda Oliva, condanna al carcere la “Dama Bianca” di Fausto Coppi per adulterio, l’altra più aperta e attenta al processo di modernizzazione, quella del miracolo economico che migliorò lo stile di vita, che innalzò il livello di scolarizzazione, che fece sognare e sperare migliaia di famiglie.

Ricordare e conoscere quindi, fare i conti con un passato che troppo spesso si dimentica, quel passato che ha lasciato alcune zone grigie e suggerisce una domanda sul piano storico: erano davvero necessari 385 omicidi e centinaia di invalidi prima di vincere la guerra?

 

Maria La Barbera

Natale a colori in via Frejus

Ritorna “Natale a Colori”, evento organizzato da Federeventi Piemonte in collaborazione con l’Associazione Commercianti di via Frejus (Torino).
La festa si terrà durante la giornata di domenica 17 novembre dalle ore 9 alle ore 19, il tutto con il patrocinio della Circoscrizione 3
Negozi aperti, via pedonale e bancarelle, associazioni sportive, sociali e culturali con esibizioni dal vivo, artigiani e prodotti tipici, giostre per bambini. Saranno questi alcuni dei punti fermi della festa di via Frejus insieme alla possibilità di fare i vostri acquisti per le imminenti feste.
All’evento parteciperanno anche le associazioni culturali del territorio.
Grande attesa, nel pomeriggio, per la Casa di Babbo Natale allestita per l’occasione. Babbo Natale raccoglierà di persona le letterine dei più piccoli. Le Luci di Natale saranno accese alle ore 18.
Sin dalle ore 9.00 sarà possibile recarsi nei negozi della via o passeggiare tra le bancarelle extralimentari in cerca dei prodotti tipici dell’artigianato. I bar, le pizzerie e i ristoranti rimarranno aperti per offrire le loro specialità, per una colazione o un pranzo di qualità. Largo anche agli stand allestiti da commercianti, artigiani, produttori e hobbisti. Balli e musiche della tradizione italiana.
Durante l’arco della manifestazione la strada sarà pedonalizzata.
Radio Jukebox trasmetterà in diretta dalla festa dalle 9.00 alle 15.00 e racconterà quello che avviene in diretta, con la simpatia e l’ironia del famoso conduttore Wlady.

Maltempo: circolazione ferroviaria ripresa su varie linee

IN PIEMONTE E LIGURIA

 

Alessandria – San Giuseppe di Cairo, Genova – Acqui Terme, Alba – Bra – Cavallermaggiore, Cuneo – Limone e Torino –  San Giuseppe di Cairo –  Savona

Torino, 15 novembre 2019

È tornato alla normalità, nel basso Piemonte e nell’entroterra ligure, il traffico ferroviario sulle linee interessate dal maltempo, con abbondanti piogge e vento forte.

Linea Alessandria – San Giuseppe di Cairo

Circolazione ferroviaria regolare dalle ore 12.35 fra Spigno e Piana, linea Alessandria – San Giuseppe di Cairo. Era sospesa dalle ore 11.10 per la presenza di rami sui binari, abbattuti dal forte vento che ha interessato la zona.

Dalle ore 9.50 la circolazione era tornata regolare anche fra Acqui Terme e San Giuseppe di Cairo, linea Alessandria – San Giuseppe di Cairo, interrotta dalle ore 5.00 per la presenza di rami sui binari.

Due treni regionali cancellati e autosostituiti con autobus. Uno limitato nel percorso.

 

Linea Genova – Acqui Terme

È tornata regolare dalle ore 11 la circolazione ferroviaria sulla linea Genova – Acqui Terme, rallentata dalle ore 6.15. Il maltempo che ha interessato la zona ha causato inconvenienti tecnici agli impianti di circolazione di Campoligure e al sistema di distanziamento dei treni fra Campoligure e Rossiglione.

Otto treni regionali hanno registrato ritardi fino a 80 minuti.

Linea Alba – Bra – Cavallermaggiore

Regolare dalle ore 9.45 la circolazione ferroviaria sulla linea Alba – Bra – Cavallermaggiore, sospesa dalle ore 6.15 per la presenza di rami sui binari, a causa del forte vento.

Un treno regionale ha registrato un ritardo di 170 minuti, tre sono stati cancellati e sei limitati nel percorso. Attivato un servizio autosostitutivo fra Bra e Alba.

Linea Cuneo – Limone

 

Circolazione ferroviaria regolare dalle ore 9.40 fra Borgo San Dalmazzo e Robilante, linea Cuneo – Limone, sospesa dalle ore 6.20 per un guasto a un treno causato dal maltempo.

Quattro treni regionali sono stati limitati nel percorso e sostituiti con bus.

Linea Torino – San Giuseppe di Cairo – Savona

 

Dalle ore 8.10 è ripresa la circolazione ferroviaria fra Fossano e Mondovì, linea Torino – San Giuseppe di Cairo, rallentata dalle 6.30 per la presenza di rami sui binari provocata dal maltempo.

I treni in viaggio hanno registrato ritardi fino a 60 minuti. Tre treni regionali sono stati cancellati e uno limitato nel percorso.

 

Circolazione ripresa dalle 8.10 anche sulla linea San Giuseppe di Cairo – Savona, sospesa dalle ore 6.00 per la presenza di alberi sui binari a causa del forte vento.

Quattro treni regionali sono stati cancellati e autosostituiti.

Pinocchio, il processo alla nostra coscienza

Sogno, emozioni, il tentativo riuscito di conciliare il mondo dei bambini e quello degli adulti, l’inclusione dei meno fortunati: tutto questo e molto altro é andato in scena questa mattina nell’aula del Consiglio regionale con “Processo a Pinocchio”, uno spettacolo realizzato dall’UNICEF e interpretato dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Santena per riflettere sulla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Pinocchio, il burattino lacerato dal desiderio di entrare nel mondo dei grandi e, al tempo stesso, dal bisogno di restare lontano dalle responsabilità e dai vincoli imposti dalla società si trova, suo malgrado, ad affrontare un processo con tanto di avvocato accusatore, di difensore, di giudice e giuria che dibattono sulla sua colpa di essersi sottratto ai doveri di ogni bambino, marinando la scuola, vendendo l’abbecedario che il povero babbo Geppetto gli aveva comprato a prezzo della propria unica casacca, scegliendo di credere agli imbonitori, a quel Gatto e a quella Volpe che, ingannandolo, gli avevano promesso alberi grondanti zecchino d’oro.


I personaggi del capolavoro intramontabile di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, sono sfilati davanti agli occhi dello spettatore, spiegando, uno dopo l’altro, gli articoli di una convenzione che ormai ha raggiunto i 30 anni, ma che in tante parti del mondo e, purtroppo anche in Italia è ignorata, negata, svilita. Il diritto a vivere, a essere protetto, ad avere genitori, a non essere trattato da nessuno diversamente da un altro per il colore della pelle, la nazionalita’, il sesso, la religione, la lingua, perché disabile, ricco o povero, il diritto ad essere ascoltato: quanti diritti approvati da tante nazioni vengono quotidianamente disattesi.
Sono stati i personaggi di Pinocchio, oggi, a ricordarcelo con la semplicità della fiaba, processando il burattino colpevole di avere sognato una realtà che non esiste perché gli zecchini non si seminano né si raccolgono, perché non ci si deve fidare della prima Volpe che si incontra, perché il Paese dei balocchi è avvelenato e nasconde dietro a lecca-lecca e allo zucchero filato pene indicibili, ma anche figura che ci ricorda che i grandi devono comprendere le inclinazioni, i dubbi, le insicurezze dei bambini, devono capire prima di giudicare, hanno il dovere di indirizzare e non di punire, di garantire il gioco, di difendere il sogno, di costruire un adulto che domani sarà in grado di creare una società più giusta, perché, citando Antoine de Saint-Exupery “tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano”.
Naturalmente il processo è terminato con l’assoluzione del burattino che, sicuramente, diventerà un bravo bambino e un adulto responsabile, anche se l’augurio è che conservi sempre dentro di sé quel fanciullino innocente di pascoliana memoria che lo aiuterà a non perdersi nei momenti più difficili della vita.
Agli spettatori resta una lezione difficile da dimenticare perché lo spettacolo ha parlato al cuore, ci ha mostrato l’inclusione di chi è meno fortunato, coinvolgendo una bambina disabile che ha sfidato l’impossibile e si è chiuso con l’inno di Mameli, interpretato anche con la lingua dei segni perché potesse arrivare anche a chi non può sentire, abbattendo le barriere.
Il burattino si è allontanato saltellando, accompagnato dai consigli della sua coscienza, quel Grillo che spesso sembra parlare poco al cuore, ma che, nostro malgrado, ci guida nel cammino dell’esistenza.

Barbara Castellaro