ilTorinese

Peperone di Carmagnola, ecco il programma

Dal 30 agosto all’8 settembre 2019 

Tutti gli eventi sono gratuiti ad eccezione dei concerti de Il Foro Festival – www.fieradelpeperone.it

Arriva al prestigioso traguardo dei 70 anni la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, la più grande manifestazione fieristica italiana dedicata a un prodotto agricolo che propone 10 giorni eventi gastronomici, culturali ed artistici per tutti i sensi e per tutte le età.

In un’area espositiva di 14.000 mq, con 8 piazze dedicate di cui 6 enogastronomiche2500 posti a sedere e più di 200 espositoriuna grande mostra che ripercorre la storia della Fiera e l’Accademia San Filippo, proposta grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino con tantissime proposte a cavallo tra gusto, cultura e attualità, i visitatori troveranno degustazioniworkshopshow cookingpercorsi didattici e sensorialicene a temastreet foodconcerti e spettacoli di vario genereteatrocabarettalk showconvegni, iniziative solidaliarea bimbiuna grande rassegna commerciale e altro ancora…

Con tanti ospiti – tra i quali ARTURO BRACHETTITINTOOSCAR FARINETTIALBERTO CIRIO e il giornalista PAOLO MASSOBRIO che modererà diversi incontri – questa sarà la prima edizione anti-spreco alimentare della Fiera grazie alla partnership con l’azienda Cuki che fornirà migliaia di Cuki Save Bag, la doggy bag nata nel 2016 dal progetto Cuki Save the Food, e alla partecipazione del Banco Alimentare del Piemonte che sostiene ad aiuta 106.201 piemontesi e che sarà protagonista di due incontri.

Per il secondo anno ci sarà anche “Il Foro Festival”, un rilevante evento collaterale che propone i concerti a pagamento dei Pinguini Tattici Nucleari il 31 agosto e degli Eiffel 65 + Marvin & Prezioso il 1° settembre, in una grande arena che può ospitare più di 5000 persone

Untorelli e popolo volubile

/
E dagli all’untore.  Ma anche i nostri moderni (tanti) untori si devono arrendere ai Magistrati e soprattutto allo Stato di diritto e alle sue regole sulla divisione dei ruoli tra Politica e Magistratura
  Il gip non ha convalidato l’arresto della Capitana Carola. Rambo ( deluso ) Lui che aveva già anticipato la sentenza . Carola colpevole e condannata al pubblico ludibrio. Non funziona così. La scarcerazione non vuol dire che la Capitana sia innocente, si vedrà. Dopo il fascismo l’ autonomia tra Magistratura e governo e Parlamento è uno dei pilastri della nostra Costituzione e della nostra democrazia.  Ma i moderni untorelli non se ne dolgono e vanno avanti.  Aiutati dal web sono imperterriti.
Altri casi come il Sindaco Pd emiliano già condannato perché considerato al pari di coloro che gestivano i servizi per l’affido, arrestati. Da Pinerolo all’ Emilia.  L’accusa è concussione. Cioè avrebbe favorito chi è indagato. Ma di queste sottigliezze agli untori nulla importa. Dalla Capitana alla quelli che sono per antonomasia colpevoli. Gli untorelli sono tutto.  Poliziotti magistrati politici inquirenti e giudicanti.  Se poi il magistrato non conferma le loro tesi il magistrato è colluso.  Così come i poliziotti ed avanti di questo passo.  Gli untori hanno sempre ragione nello spargere la loro quotidiana peste.  E passi che una parte di popolo la pensi così.  Il popolo che dai tempo di Masaniello è volubile.
Incoronato il Re pescatore  poi lo vende ai Borboni per un pezzo di pane, felice della sua decapitazione. Proprio così, popolo volubile ed anche infingardo.  In fondo ci abbiamo fatto l’abitudine.  Ma non  con chi vuole e dice di governare. Per governare non  si deve spargere peste, ideologia e demagogia.  Ci risiamo:  un conto sono le idee e le opinioni.  Un conto sostenere che chi non è d’accordo è contro e dunque delinque.  Siamo in democrazia e ci dobbiamo rimanere.
Patrizio Tosetto

Urina sulla tomba della madre dell’ex fidanzato

Una donna di 50 anni è  stata sorpresa mentre urinava sulla tomba della madre dell’ex compagno, al cimitero di Rivarolo

E’ stata denunciata dai carabinieri per vilipendio delle tombe e per atti persecutori.  L’ex fidanzato sarebbe  riuscito a filmare la donna con il cellulare e ha consegnato le immagini ai carabinieri.

Droga e abiti rubati: arrestato 22enne

TORINO PORTA NUOVA

PER DETENZIONE AI FINI DI SPACCIO DI STUPEFACENTI E RICETTAZIONE

 

L’intensificazione delle attività di vigilanza e prevenzione realizzate dalla polizia ferroviaria all’interno della stazione di Torino Porta Nuova, in occasione del periodo estivo, ha portato i suoi frutti: nella rete dei controlli è finito un 22enne italiano incensurato, originario del foggiano, che, nella serata del 26 giugno u.s., è stato tratto in arresto degli Agenti del Settore Operativo di Porta Nuova in quanto trovato in possesso di 28 pasticche contenenti un derivato dell’eroina e 5 dosi, già confezionate, di marjuana, nascoste all’interno degli slip.

Il giovane, al momento del controllo, era in procinto di prendere un treno diretto in Liguria, dove era sua intenzione cedere la sostanza stupefacente in una discoteca del savonese.Il 22enne risultava inoltre coinvolto in un procedimento penale istruito presso la Procura di Ivrea, nell’ambito di un’indagine avviata dalla Polizia Postale di Torino, relativa alla vendita su internet di diversi capi di abbigliamento di marca, provento di furto.

L’uomo, infatti, in precedenza, era stato impiegato presso una nota ditta di spedizioni e, in concorso con altri soggetti, si era impossessato del predetto materiale che aveva in custodia.La perquisizione domiciliare effettuata a casa dell’arrestato da parte dello stesso personale del Settore Operativo di Porta Nuova consentiva di rinvenire diversi indumenti di detta marca di abbigliamento sportivo, per un valore totale di oltre mille euro, provento dell’attività illecita.

La GdF sequestra 4 milioni di prodotti estetici potenzialmente dannosi

Oltre 4 milioni di articoli non conformi, con false etichettature e potenzialmente pericolosi per la salute, tra questi, migliaia di prodotti per l’estetica già esposti per la vendita

Questo il bilancio di un intervento della Guardia di Finanza di Torino che nei giorni scorsi ha perquisito le sedi di un’azienda, gestita da un’imprenditrice trentenne, dove venivano venduti articoli di varia natura, senza alcuna indicazione circa i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, le modalità di smaltimento e, non da ultimo, le precauzioni d’uso che gli acquirenti dovrebbero rispettare per il loro utilizzo senza alcun rischio per la salute.

 

L’operazione condotta dai Finanzieri del Gruppo Orbassano, ha interessato i due punti vendita dell’azienda, due noti store situati a Torino e Settimo T.se. Nel corso dell’intervento sono stati cautelati migliaia di prodotti per l’elettronica, privi di qualsiasi etichettatura e di provenienza ignota ma anche articoli per l’estetica, anch’essi in vendita senza alcuna certificazione, il tutto con evidenti rischi per la salute dei consumatori, visto che molti di questi ultimi vengono utilizzati a contatto con la pelle.

Non sono mancati, tra gli articoli sequestrati, i prodotti contraffatti; tra di essi gli occhiali da vista riportanti un noto marchio del settore ed accessori per l’elettronica sui quali era replicato il logo delle squadre calcistiche più blasonate.Al termine dell’operazione sono stati oltre 4 milioni gli articoli di varia natura sequestrati.

L’imprenditrice, una trentenne di origini cinesi residente a Torino, è stata denunciata alla Procura della Repubblica del capoluogo per contraffazione e frode in commercio. Rischia inoltre sanzioni sino a 25.000 euro.

L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e finalizzate a preservare il mercato da pratiche distorsive e lesive della concorrenza, proteggendo i consumatori dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea.

Buffon è tornato

Gianluigi Buffon è tornato alla Juventus questa mattina con l’ingresso al J Medical per le visite mediche

Ad accoglierlo alla Continassa un centinaio  di tifosi. Buffon ha iniziato  le visite prima della firma sul contratto che lo legherà per un anno alla società bianconera prima di diventarne dirigente alla fine della stagione.

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Nuove luci sui ponti Isabella, Umberto I e Balbis

Giovedì 4 luglio, alle ore 22.30 verranno inaugurate le nuove illuminazioni delle arcate dei ponti Umberto I° (corso Vittorio Emanuele II°), Isabella (corso Dante) e Balbis (corso Bramante) alla presenza della Sindaca Chiara Appendino, del Presidente del Gruppo Iren Renato Boero, dell’Amministratore Delegato di Iren Energia Giuseppe Bergesio edell’Assessore all’ambiente Alberto Unia.

Alle 22.30 la Sindaca Appendino, il Presidente del Gruppo Iren Boero, l’AD di Iren Energia Bergesio e l’Assessore Unia dal ponte Umberto I°, in prossimitàdell’Arco del Valentino, attiveranno l’accensione sequenziale dei ponti.

L’azzurro sarà il colore del ponte Umberto I°, il verde acqua per il ponte Isabella e il bianco per il ponte Balbis. Oltre alle arcate saranno illuminate anche le sponde prospicienti con tonalità bianca, come richiesto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.Su ciascun ponte, a cura della Pro Loco Torino, suonerà un gruppo musicale che allieterà la serata, dalle ore 22.00 alle 23.00.

Queste nuove installazioni luminose rientrano nel progetto iniziato a Natale con il ponte Vittorio Emanuele I° (piazza Vittorio Veneto) che prevedeva a conclusione l’illuminazione architettonica dei quattro ponti storici.  In quell’occasione il ponte Vittorio Emanuele I°, la Mole Antonelliana e la sommità del Monte dei Cappuccini erano state illuminate di blu.

L’illuminazione architettonica dei quattro ponti storici di Torino è stata realizzata grazie al posizionamento di circa 200 apparecchi di illuminazione, tutti a tecnologia LED, installati in gran parte da un team di alpinisti specializzati in questa attività. Il sistema di controllo permette la gestione da remoto di tutti i colori delle arcate dei ponti, con la possibilità di variare a piacimento e in tempo reale colore e intensità di illuminazione.

 

(foto Mihai Bursuc)

Fermati sei pusher con droga e denaro

LA POLIZIA DI STATO HA SEQUESTRATO 53 DOSI E 4335 EURO IN CONTANTI

 

La sua reazione alla vista delle volanti non è passata inosservata. Ha provato sin da subito a sfuggire alla Polizia, divincolandosi tra i tavoli del bar nel quale gli agenti del Commissariato “Mirafiori” era appena entrati per effettuare un controllo.

Il ragazzo, un diciannovenne della Mauritania, in piazza Caio Mario, ha presentato ai poliziotti un documento di un’altra persona spacciandolo inizialmente per il proprio per poi entrare in contraddizione dicendo che l’aveva trovato per terra. Questi elementi hanno insospettito ancora di più gli operatori che lo hanno controllato: l’uomo aveva con se 2 telefoni cellulari e quasi 1100 euro in banconote all’interno delle tasche dei pantaloni. Troppo denaro per un giovane senza occupazione che, infatti, nascondeva nella suola delle scarpe 22 involucri di cocaina. Lo straniero, senza fissa dimora, con precedenti di Polizia e irregolare sul Territorio Nazionale, è stato arrestato, lunedì scorso, per spaccio di sostanza stupefacente e falsa attestazione delle proprie generalità.

 

Personale dell’Ufficio Prevenzione Generale ha invece arrestato, in tre distinti interventi, tre cittadini stranieri: un gabonese di 31 anni, un maliano di 27 anni e un senegalese di 32.

Il trentunenne, in via Crevacuore, alla vista della volante si è fermato e, girandosi contro il muro, ha iniziato a deglutire qualcosa. Gli agenti hanno provato immediatamente a fermarlo ma lui ha reagito colpendoli con spintoni e pugni. Sono stati rivenuti nelle sue tasche 175 euro e 2 telefoni cellulari. L’uomo è stato arrestato per spaccio, per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. E’ stato, inoltre, denunciato all’Autorità Giudiziaria poiché inottemperante all’Ordine del Questore di lasciare il Territorio Nazionale.

Nel quartiere Barriera di Milano, e precisamente in via Montanaro, nel pomeriggio di sabato sono stati fermati a distanza di due ore un ventisettenne del Mali e un trentaduenne del Senegal. Stesso modus operandi: stazionavano nei pressi delle intersezioni stradali, attendevano i clienti e consegnavano loro gli involucri di stupefacente, prelevati dalla bocca. Entrambi irregolari, il primo è stato trovato in possesso di 90 euro, mentre il secondo di 250. Sono state sequestrate 2 dosi di crack ed entrambi gli acquirenti sono stati sanzionati amministrativamente per la detenzione dello stupefacente.

 

Sempre in relazione allo spaccio di sostanza stupefacente, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato, nei giorni scorsi, un cittadino del Burkina Faso di 43 anni. Un’attenta attività info-investigativa ha consentito di rinvenire, all’interno dell’appartamento del quarantatreenne, in via Quarto dei Mille, 28 dosi di crack, 2650 euro in contanti, un bilancino di precisione e diverso materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente. Nelle ultime ore, inoltre, hanno arrestato in corso Vigevano un nigeriano di 29 anni senza fissa dimora. L’uomo è stato sorpreso mentre cedeva sostanza stupefacente in cambio di denaro. E’ stato trovato in possesso di 1 ovulo di cocaina e 70 euro in contanti.

 

Matteo Salvini domenica alla Festa della Lega di Fubine

Il Segretario Federale della Lega Matteo Salvini, vicepremier e Ministro dell’Interno, sarà a Fubine (AL) domenica 7 luglio, alle ore 20.30, ospite della Festa della Lega, nell’area sportiva Cerrina 

Ad accoglierlo ci saranno l’on. Riccardo Molinari, Presidente dei parlamentari della Lega alla Camera e Segretario della Lega in Piemonte, e l’on. Lino Pettazzi, sindaco di Fubine.

La Festa della Lega di Fubine si snoderà su due week end, dal 5 al 7 luglio e dal 12 al 14 luglio, e vedrà fra i suoi protagonisti numerosi esponenti di primo piano della Lega.

“Sarà l’occasione – sottolinea Riccardo Molinari – per ‘fare il punto’, dopo un anno di Governo che ha prodotto importanti risultati concreti (‘quota 100’, maggiori risorse per gli enti locali, stop all’immigrazione clandestina, per citarne alcuni), ma soprattutto per guardare al futuro: sviluppo economico, sicurezza, maggior autonomia per le amministrazioni regionali. In Piemonte qualche settimana fa gli elettori hanno scelto in maniera inequivocabile la Lega, affidandoci la guida della Regione, e di numerosi comuni,compresa una città come Novi Ligure, tradizionale ‘roccaforte’ della sinistra. Sarà nostro compito lavorare concretamente, nei prossimi cinque anni, per ridare speranza, dignità, forza alla nostra orgogliosa e laboriosa comunità”.

Tensioni in Eritrea: come ai tempi del Negus rosso

/

“Sembra di essere tornati ai tempi di Menghistu Hailè Mariam, il Negus rosso che negli anni Ottanta governava l’Etiopia con il pugno di ferro e confiscava con l’uso della violenza i beni della Chiesa cattolica come conventi, scuole e centri medici”

 

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

 

Etiopi ed eritrei non dimenticano quanto accadde tra il 1977 e il 1991 sotto la sua dittatura comunista e oggi, in Eritrea, indipendente da Addis Abeba dal 1993, sembra di essere tornati a quei tempi. Funzionari governativi dell’Asmara hanno fatto irruzione nei conventi di suore dove si trovano molti centri sanitari, hanno messo i sigilli, hanno cacciato il personale e i pazienti, terrorizzando religiosi e suore che da decenni svolgono servizio in questi presidi sanitari. Il leader del regime di Asmara, il dittatore Isaias Afewerki, usa la forza contro dissidenti e cattolici e non si allontana molto dai metodi violenti del Negus governando con strapotere autoritario. In carcere sopravvivono oltre 10 mila prigionieri politici in condizioni pietose e non per nulla il regime è stato condannato dall’Onu per crimini contro l’umanità. Al potere dal 1993, anno dell’indipendenza, Afewerki guida una dittatura utilizzando sistemi oppressivi per limitare la libertà politica, di stampa e di associazione. Nessuna critica è ammessa verso il regime e dal 1993 non si sono più svolte elezioni presidenziali. La pace tra l’Etiopia e l’Eritrea raggiunta con l’Accordo di Algeri nel 2000 che ha posto fine al conflitto tra i due Paesi non ha cambiato i metodi della tirannia e ha lasciato irrisolte alcune questioni come la definizione dei confini tra le due nazioni. Le stesse religioni sono perseguitate e decine di eritrei appartenenti alle Chiese pentecostali, poste fuorilegge nel 2002, sono stati arrestati a maggio perchè pregavano in casa. Ora nel mirino del regime sono finiti tutti gli ospedali cattolici del Paese, chiusi d’autorità. Nel 2002 lo Stato eritreo (51% musulmani e 46% cristiani su una popolazione di poco più di 5 milioni di abitanti) ha ammesso quattro confessioni religiose: la Chiesa ortodossa, la Chiesa cattolica, la Chiesa evangelica luterana e l’islam sunnita ma i fedeli hanno una libertà di culto assai limitata. I cristiani incarcerati per la loro religione sono alcune migliaia e si può essere arrestati anche solo per il possesso di una Bibbia nella propria abitazione.

I movimenti religiosi cosiddetti “non ufficiali” secondo il governo eritreo sono considerati strumenti di sovversione, e quindi non sono tollerati ma lo stesso discorso vale per tutte le organizzazioni della società civile che non sono allineate alle direttive del regime di Asmara. Secondo le organizzazioni dei diritti umani le forze di sicurezza continuano a fare irruzioni nelle case private dove fedeli di religioni non riconosciute si riuniscono a pregare e l’unico modo per essere rilasciati è quello di ripudiare la religione. Le prospettive per la libertà religiosa sono tutt’altro che rosee. “Il fatto che il governo abbia portato avanti la stessa politica di stretto controllo sulle istituzioni religiose, continuando a limitare le loro attività, dimostra, scrive l’Acs, l’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” nel Rapporto 2018 sulla libertà religiosa nel mondo, che negli ultimi anni ben poco è cambiato. A causa di divieti e restrizioni è particolarmente difficile trovare informazioni riguardanti l’attuale situazione della libertà religiosa in Eritrea e nulla suggerisce che in Eritrea possano registrarsi cambiamenti positivi nel prossimo futuro”. Rincara la dose il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che lo scorso anno ha incluso l’Eritrea tra i Paesi che destano particolare preoccupazione a causa delle gravi violazioni della libertà religiosa. Ma cosa è accaduto? La Chiesa sarebbe stata colpita come vendetta per le critiche mosse al governo eritreo il quale ha subito reagito con violenza ordinando alla Chiesa cattolica di consegnare allo Stato tutte le strutture sanitarie gestite dalla Chiesa. Agenti del governo si sono presentati nelle strutture cattoliche e hanno chiesto agli amministratori di firmare un documento che sancisce il passaggio di proprietà delle strutture. La tensione è salita alle stelle, gli amministratori si sono rifiutati di firmare e hanno chiesto agli uomini di Afewerki di confrontarsi con le autorità cattoliche. A quel punto i funzionari pubblici hanno chiuso i centri sanitari, evacuando il personale e lasciando molti malati senza assistenza medica. Il provvedimento ha suscitato molta preoccupazione nelle comunità cattoliche e nella popolazione. Una legge del 1995, in realtà mai entrata in vigore, prevedeva che tutte le strutture sociali come scuole e centri medici fossero amministrati dall’autorità pubblica.

 

Questa disposizione ha però iniziato a essere applicata solo negli ultimi anni. Tra il 2017 e il 2018 sono state chiuse otto cliniche cattoliche. I Vescovi cattolici, nell’aprile scorso, avevano chiesto “un processo di riconciliazione nazionale che garantisse giustizia sociale” per tutti e che il governo eritreo realizzasse profonde riforme per aiutare la popolazione più povera ma queste parole non sono state ben accolte dai vertici del regime. Ecco dunque ciò che sarebbe successo. “Quella lettera, aggiungono i prelati, apriva alla riconciliazione e al dialogo nazionale per superare insieme le difficoltà del Paese. Nelle nostre parole non c’era quindi un intento critico ma piuttosto costruttivo. Probabilmente il regime ha interpretato la lettera come un attacco e ha reagito di conseguenza”. La Chiesa cattolica gestisce in Eritrea 40 tra ospedali, centri sanitari e ambulatori, tutti a servizio della popolazione, senza alcuna distinzione di etnia o religione, che forniscono cure quasi sempre gratuite. In una lettera inviata al Ministro della Sanità Amna Nurhsein i vescovi eritrei hanno espresso perplessità e rincrescimento nei confronti della decisione del governo: “dichiariamo che non consegneremo di nostra volontà le nostre istituzioni e quanto fa parte della loro dotazione. Privare la Chiesa di queste e simili istituzioni vuol dire intaccare la sua stessa esistenza, ed esporre alla persecuzione i suoi servitori, i religiosi, le religiose, i laici”.

Dal settimanale “La Voce e il Tempo”