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Amiantifera di Balangero: “Il Governo blocca 14 milioni per la bonifica”

Il Piemonte, sottolinea l’assessore Marnati, non è una regione di serie B e anzi è quella che in Italia fa registrare il più alto numero di morti causati da mesoteliomi, i tumori associati all’inalazione di fibre di amianto. I numeri parlano di 1 morto alla settimana

MA IL PIEMONTE È FANALINO DI CODA ANCHE NELLA CLASSIFICA DELLE ASSEGNAZIONE DEI FONDI STATALI PER LE BONIFICHE DEGLI EDIFICI PUBBLICI: 1 MILIONE SU 358 ASSEGNATI

Alla Regione mancano 14 milioni di euro già stanziati dallo stato e mai arrivati, per proseguire le opere di bonifica dell’amiantifera di Balangero. Rischiano così di fermarsi i lavori di messa in sicurezza della cava, un tempo la più grande d’Europa.

A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’Ambiente, Marnati, dopo una ricognizione con gli uffici sullo stato di avanzamento delle bonifiche in Piemonte. Ma se a Balangero i lavori rischiano di fermarsi, è anche peggiore la situazione finanziaria prospettata dal piano nazionale di bonifica dall’amianto degli edifici pubblici pubblicato nei giorni scorsi dal governo, che registra il Piemonte fanalino di coda con 1,1 milioni assegnati su 358 milioni complessivi.

Il Piemonte, sottolinea l’assessore, non è una regione di serie B e anzi è quella che in Italia fa registrare il più alto numero di morti causati da mesoteliomi, i tumori associati all’inalazione di fibre di amianto. I numeri parlano di 1 morto alla settimana. È ormai chiara dunque l’intenzione da parte del governo Pd-Movimento 5 Stelle di abbandonare la Regione nella lotta contro l’amianto.

In Piemonte ci sono ben 5 siti contaminati classificati di interesse nazionale: Balangero, Cengio, Casale Monferrato, Serravalle, Pieve Vergonte e pertanto rimarca l’assessore appare insensata l’assegnazione di 1 solo milione per la bonifica dall’amianto, oltre ai 14 che non vengono assegnati dal 2015 nonostante le decine di sollecitazioni da parte degli uffici. Nonostante l’attuale governo abbia deciso di abbandonare totalmente il Piemonte, l’assessorato ha stanziato con fondi regionali 1,2 milioni per 3 anni.

L’assessore chiederà l’intervento di tutti i parlamentari piemontesi per chiedere al governo la revisione della ripartizione e l’immediata assegnazione dei 14 milioni su Balangero.

Metro, ascensore in tilt: figlia disabile in braccio al padre sulle scale mobili

“La figlia è tenuta in braccio. L’altra mano è appoggiata al mancorrente scorrevole”

Stazione Vinzaglio della Metropolitana di Torino: l’ascensore non funziona e la carrozzina è rimasta alla base delle scale mobili, di fronte alle porte, inesorabilmente chiuse, dello stesso ascensore.
A segnalare il guasto, nessun cartello, nessuna indicazione, nessuna comunicazione. Niente di niente. Evidentemente è questa l’attenzione che questa Città dimostra di avere per le persone con disabilità.  Da quanto tempo l’ascensore è guasto? Corrisponde al vero quanto mi è stato riferito, cioè che questa situazione va avanti da prima di Natale? In che tempi pensiamo di ripristinare il normale funzionamento dell’ascensore? Perché il guasto non è stato segnalato all’utenza? Quando pensiamo di rimediare? Non sappiamo che un guasto di questo tipo non prontamente segnalato è un disagio peggiore di una barriera architettonica nota? Un  padre è stato costretto a prendere in braccio la figlia con disabilità e affidarsi alle scale mobili. Per la seduta di lunedì del Consiglio Comunale di Torino presenterò richiesta di comunicazioni urgenti sul tema.
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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino
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Guarda il video:
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Aggiornamento: nella serata di ieri l’ascensore è stato riparato e l’amministratore di Gtt ha chiesto scusa per quanto accaduto

Agnolotti e pesce non in regola: ristoratore denunciato

Agenti del Reparto di Polizia Commerciale della Polizia Municipale hanno effettuato un controllo in un esercizio pubblico in via San Pio V°

I titolari italiani del locale, una pizzeria ristorante, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria perché sono stati rinvenuti alimenti in cattivo stato di conservazione.

Alimenti freschi come ravioli, panetti di polenta fritta, crepes, tacchino, fagioli  erano stati portati arbitrariamente allo stato di congelazione, senza far uso di abbattitore non presente nel locale), mentre altri alimenti – filetti di gallinella, astici – sono risultati conservati privi di idonea copertura adatta a scongiurare il pericolo di alterazione degli stessi.

Sui menù, inoltre, non era chiaramente riportata l’origine degli alimenti stessi (fresca o surgelata) e, pertanto, è scattata anche la denuncia di tentata frode in commercio.

Foibe, Allasia: “No alle ideologie fondate sulla discriminazione”

Il presidente del Consiglio regionale: “Le ideologie fondate sulla discriminazione e sulla negazione dell’altro, di qualunque colore politico o religioso esse siano, inevitabilmente conducono alla negazione dei valori dell’uomo”

COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELLE FOIBE E DELL’ESODO DEGLI ISTRIANI, IN OCCASIONE DEL GIORNO DEL RICORDO

Oggi la tragedia delle foibe e dell’esodo fanno parte della memoria di tutti gli italiani e della storia del Paese e ricordarla deve rappresentare l’occasione per rafforzare una storia condivisa nella coscienza degli italiani, contribuire alla costruzione di una identità consapevole delle tragedie del passato, contro ogni pulizia etnica e ogni odio razziale.

Le ideologie fondate sulla discriminazione e sulla negazione dell’altro, di qualunque colore politico o religioso esse siano, inevitabilmente conducono alla negazione dei valori dell’uomo.

Noi siamo qui oggi, rappresentando le istituzioni e tutti coloro che ricoprono responsabilità pubbliche, per esercitare il compito di promuovere ogni iniziativa utile alla memoria di quelle tragiche vicende.

 

All’Alfieri “I soliti ignoti”, repliche sino a domenica, tra gli attori Giuseppe Zeno

Vinicio Marchioni è interprete e regista: “Vorrei che il pubblico applaudisse divertito, commosso e innamorato di questi personaggi indimenticabili”

“Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada”, dice Vinicio Marchioni. Perché di sfida si è davvero trattato.

 

Appropriarsi della sceneggiatura dei Soliti ignoti che nel 1958 Mario Monicelli scrisse con la insostituibile collaborazione di Suso Cecchi D’Amico e della coppia Age&Scarpelli – l’operazione di adattamento la si deve oggi ad Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli -, far rivivere su di un palcoscenico l’Italia da poco uscita dalla guerra con tutta la sua miseria, con le periferie romane e il sottobosco fitto di allegre anime perse, di delinquenti da strapazzo campioni dell’arte d’arrangiarsi, portare sessant’anni dopo soprattutto la vitalità tragicomica di un cinema che s’irrobustiva in modo definitivo e cambiava registro per significare appieno una pagina nuova, quella della commedia all’italiana, capace di essere, sotto diverse angolazioni e aspirazioni, una delle facce di maggior successo del cinema di casa nostra. Si rimandavano in soffitta finalmente le tante derivazioni farsesche, del varietà e dell’avanspettacolo, il facile divertimento basato a tratti sull’improvvisazione, sull’effetto immediato e scontato, sulla scenetta dal blando doppio senso o della gag più o meno sgangherata, per porsi di fronte al gioco ondivago della quotidianità, alla necessità di affrontare una volta per tutte argomenti drammatici visti imperturbabilmente sotto la lente dell’approfondimento dei caratteri, della leggerezza e dell’ironia, di una calma comicità. Peppe er Pantera, Tiberio, Mario, Dante Cruciani che insegna ai giovani ad aprire le casseforti, Ferribotte e Capannelle, tutti a tentare il colpo a via delle Cannelle, dietro piazza Venezia, il colpo che dovrebbe cambiare per sempre la loro vita, non sono più maschere ma uomini in carne e ossa, veri, come mai autentici, per le strade e per le piazze di Roma, alla fermata del tram che li dovrebbe portare chissà dove, a fare il gran botto e, caduta una semplice parete, a ritrovarsi a guardarsi in faccia uno con l’altro, a ritrovarsi alla fine ingabbiati in un nuovo lavoro cui hanno sempre cercato di sfuggire, mantenerne la spericolata semplicità, questa era la sfida.

“Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti ignoti per me è uno di questi -, prosegue Marchioni, oggi quarantacinquenne, divenuto famoso con il Freddo nel televisivo Romanzo criminale di Sollima, preziose collaborazioni al cinema con Valeria Golino, Paolo Genovese (The place), Donato Carrisi e Ivano Di Matteo (Villetta con ospiti, tuttora al cinema, un curriculum teatrale di tutto rispetto, da Ronconi ad un non dimenticato Kowalsky nel Tram di Williams per la regia di Latella ad una personale rivisitazione di Cecov (Uno zio Vanja). “Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero”. Marchioni ha guardato ad una storia, immersa ormai nel passato, e ne ha esaltato le tematiche eterne che la possono avvicinare a noi, considerando ad esempio quella povertà che aveva le proprie radici nel dopoguerra ma che è ancora presente, sebbene sotto altre forme, in tante zone d’Italia; ha riconsiderato la “vitalità indistruttibile” – anche a percorrere binari che non portano da nessuna parte – di un gruppo di uomini, con la loro arruffata sfrontatezza, con gli sbagli, con gli amori sinceri e no che s’intrecciano lungo la storia, con le risate e con le paure, con il divertimento e la commozione di un tempo che ancora oggi possono coinvolgerci (“spero che gli spettatori possano uscire da teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili”).

Con lui e l’amico Giuseppe Zeno, sul palcoscenico dell’Alfieri da stasera (ore 20,45, domani sabato ancora stesso orario) a domenica (ore 15,30), sono Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi e Marilena Anniballi; le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Milena Mancini, le musiche di Pino Marino.

 

Elio Rabbione

 

La foto di Vinicio Marchioni è di Valeria Mottaran; la foto di Giuseppe Zeno è di Azzurra Primavera; mentre quella di scena è di Lanzetta-Capasso

Arrestati i ladri dei farmaci anticancro. Avevano rubato per più di un milione di euro

I carabinieri della compagnia di Moncalieri e il Nas di Torino hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere

 

L’ordine è stato emesso dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – “Gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana” – nei confronti di altrettante persone coinvolte, a vario titolo, nel furto di medicinali tumorali alla farmacia dell’ospedale di Orbassano.

In particolare si tratta di un italiano di 30 anni, abitante a Napoli, ritenuto l’autore materiale del furto e di un egiziano di 43 anni, abitante a Crema, accusato di ricettazione, perché nella sua casa è stata trovata buona parte dei farmaci rubati, non correttamente conservati e dunque potenzialmente pericolosi per la salute dei pazienti.

La notte tra il 13 e il 14 maggio dell’anno scorso, dopo aver oscurato con una vernice spray le telecamere di sorveglianza,   uno dei due arrestati con altre due persone – già identificate e denunciate a piede libero nel gennaio scorso – ha rubato oltre 1.110 confezioni di medicinali per un valore di oltre 1,3 milioni di euro.

L’oggetto del furto induce a ritenere che i farmaci rubati fossero destinati a mercati specifici e certamente non leciti. Durante le indagini, i carabinieri hanno già recuperato un borsone pieno di farmaci abbandonato su un treno a Treviglio, in provincia di Bergamo.

Tutti i farmaci recuperati sono stati restituiti all’avente diritto in attesa di essere distrutti a causa delle cattive modalità di conservazione cui sono stati sottoposti.

La Dental School di Torino compie 10 anni

Un convegno al Mauto. Il Centro di eccellenza raddoppia le sue prestazioni: oltre 109.000 l’anno, A un anno dalla laurea il 97% degli studenti ha un’occupazione stabile

 

Sabato 15 febbraio, dalle ore 9 alle ore 18 presso il Centro Congressi del Museo dell’Automobile (corso Unità d’Italia 40), si tiene il Convegno evento dal titolo “Dental School 10 anni”, organizzato dai professori Stefano Carossa ed Elio Berutti per celebrare il decennale della fondazione della Dental School di Torino.

Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stimano che il 90% della popolazione mondiale soffrirà di una qualche malattia della bocca nel corso della vita e, in molti casi, i problemi del cavo orale possono essere evitati grazie a programmi di prevenzione, diagnosi e cura. La salute orale inoltre si riflette sullo stato di salute generale, con forti legami tra malattie odontostomatologiche e patologie di natura sistemica.

Per far fronte a questo bisogno assistenziale la Dental School (Centro di Eccellenza per la Ricerca, la Didattica e l’Assistenza in Campo Odontostomatologico) della Città della Salute e dell’Università degli Studi di Torino, convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale, dispone di circa 8.000 m² situati al secondo piano dello storico edificio polifunzionale del Lingotto. La Dental School, grazie ad una dotazione di attrezzature sofisticate e tecnologicamente avanzate, si pone come unica struttura regionale che fornisce tutti i tipi di trattamenti odontoiatrici da quelli di base a quelli ad alta complessità, sia su pazienti portatori di patologie solo odontostomatologiche sia su pazienti affetti da patologie sistemiche anche gravi.

Altri 8.000 m², situati al terzo piano, sono dedicati all’attività didattica e di ricerca e sono sede dell’unico Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria presente nelle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, con 270 studenti attualmente iscritti. Oltre al Corso di Laurea Magistrale sono attivi un Corso di Laurea triennale in Igiene Dentale, due Scuole di Specializzazione in Ortognatodonzia e Odontoiatria Pediatrica e numerosi Master, per un totale di circa 200 studenti. Numeri che acquistano ancor più valore se letti insieme al relativo tasso di occupazione: secondo il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, il 97% degli studenti ha già un’occupazione stabile ad un anno dalla laurea.

L’attività di ricerca, che vanta una media di circa 45 pubblicazioni all’anno su riviste internazionali, verrà ulteriormente potenziata, insieme alla didattica, grazie all’allestimento di un nuovissimo Research and Training Centre, dedicato alla chirurgia, alla diagnostica digitale ed alla rigenerazione tissutale con un’ottica fortemente multidisciplinare. Il progetto è reso possibile grazie al finanziamento Ministeriale “Dipartimenti di eccellenza”, che ha premiato il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi di Torino, cui afferisce la Dental School ed al bando INFRA-P della Regione Piemonte.

Le attività assistenziali di ricerca e di didattica hanno avuto in questi dieci anni uno sviluppo significativo. Il volume delle prestazioni assistenziali è più che raddoppiato, fino ad arrivare alle circa 109.931 del 2019. È stata potenziata soprattutto l’attività rivolta ai pazienti con patologie sistemiche, redigendo percorsi interni alla Città della Salute che contemplano i trattamenti odontostomatologici come parte integrante della terapia complessiva.

L’attività di didattica di terzo livello è stata fortemente incrementata. Nell’Anno Accademico 2019-20 sono stati attivati 14 Master, la metà erogati in lingua inglese, per un totale di circa 110 studenti, dei quali un terzo con titolo estero.

L’attività di ricerca, che negli ultimi 10 anni ha prodotto 347 pubblicazioni scientifiche, ha registrato un notevole incremento dei finanziamenti ricevuti tramite bandi competitivi e tramite collaborazioni con aziende del settore.

Ad aprire i lavori del convegno i saluti istituzionali del Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, dell’Assessore della Regione Piemonte Luigi Icardi, dell’Assessore del Comune di Torino Alberto Sacco, del Direttore Generale della Città della Salute di Torino Silvio Falco e del Direttore della Scuola di Medicina di UniTo Umberto Ricardi. Molti i momenti significativi della giornata, a partire dalla lectio magistralis di Giulio Preti, professore onorario di medicina e chirurgia dell’Università di Torino. A seguire, l’analisi di tematiche in ambito odontoiatrico, tra bilanci del passato (“Guida alla Medicina Orale negli ultimi 10 anni”; “Com’è cambiata l’endodonzia”) ed uno sguardo verso il futuro della professione (“Nuovi orientamenti ortognatodontici”; “Nuove soluzioni in chirurgia oromascellare”).

 

Meningococco B: “Ampliare la gratuità dei vaccini”

Proposta l’estensione della profilassi al meningococco agli adolescenti

La Regione Piemonte ampli, così come hanno fatto le amministrazioni regionali  di Friuli Venezia Giulia, Puglia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, la platea a cui offrire gratuitamente la vaccinazione per il Meningococco B, includendo anche le fasce di età ritenute a rischio.

È questa la richiesta che il capogruppo regionale di Luv Marco Grimaldi ha rivolto in aula a Palazzo Lascaris, nell’ambito delle question time, all’assessore regionale alla sanità.

In Piemonte, negli ultimi 11 anni di sorveglianza, ha riferito in Consiglio l’assessore regionale,  si è registrato un tasso di incidenza medio di malattia invasiva da meningococco di 3 casi ogni 1.000.000 abitanti. Nel 2018 i casi di malattia batterica invasiva sono stati 5 di cui 2 da sierotipo B (entrambi con età superiore ai 60 anni). L’assessore ha dunque rassicurato sul fatto che si tratti di un’infezione molto rara, con un’incidenza bassissima.

Campionato Italiano di Categoria, atleti piemontesi a Riccione

Nuoto per salvamento / Dopo una pausa di circa due mesi riparte la stagione di gare nazionali 

L’appuntamento è a Riccione fino a domenica per il Campionato Italiano Invernale di Categoria, come sempre aperto a Esordienti A, Ragazzi, Junior, Cadetti e Senior.
Le prime due categorie saranno impegnate tra oggi pomeriggio e venerdì mattina, mentre a partire da venerdì pomeriggio toccherà ai più grandi. Numeri come sempre importanti per questo evento, che nei prossimi giorni coinvolgerà 1413 nuotatori di 87 società provenienti da tutta Italia; 12 saranno piemontesi, rappresentate da molti atleti che andranno a caccia di medaglie, per continuare la tradizione vincente della nostra regione in campo nazionale. Nella stessa manifestazione dell’anno scorso furono 63 le medaglie dei nuotatori piemonesi, 38 individuali e 25 di staffetta, divise in 23 ori, 21 argenti e 19 bronzi. A queste si aggiunsero un record italiano assoluto e tre di categoria, oltre a vari piazzamenti di rilievo nelle classifiche per società. Il più recente appuntamento nazionale è stato invece quello degli Assoluti Invernali, a dicembre a Milano, e gli atleti della nostra regione tornarono a casa con 6 ori, 7 argenti e 1 bronzo. L’articolo completo con il programma e l’elenco di atleti e società piemontesi in gara su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20200212074338&area=6&menu=agonismo&read=salvamento

I vestiti del grande cinema in mostra alla Mole

 

La Sartoria Annamode è un’autentica  eccellenza torinese del Made in Italy dagli anni Cinquanta a oggi nel realizzare abiti per il cinema

Alla Mole, il Museo Nazionale del Cinema inaugura venerdì 14 febbraio la mostra ‘Cinemaddosso, i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood’, curatrice  Elisabetta Bruscolini.

 

Sono esposti 100 costumi per 40 film. Nel percorso  ogni abito è esposto come un’opera d’arte e corredato da brani di film, citazioni, e pannelli touch. Passeggiando sui 280 metri della rampa sotto la volta dell’edificio  dell’Antonelli si rivivono  70 anni della storia imprenditoriale al femminile delle sorelle Anna e Teresa Allegri, che hanno reso celebre la Annamode in tutto il mondo.

 

“La mostra – sottolinea  il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo (nella foto ) – è il primo grande evento organizzato dal Museo nell’ambito delle celebrazioni di Torino Città del Cinema 2020″.

Sarà  visitabile fino al 15 giugno. Esposti  costumi di film come Guerra e Pace di King Vidor (1956), Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964),  Marie Antoinette di Sofia Coppola (2006).