ilTorinese

I ponti, l’inclusività, la confusione della massificazione

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Pier Franco Quaglieni

L’ormai dimenticata rivista fondata dal fiorentino Piero Calamandrei si intitolava “Il ponte“. Dopo la guerra con molti ponti di Firenze distrutti , aveva sicuramente un senso. Ma era soprattutto la metafora politica  di un ex azionista diventato il cantore di una Resistenza che non aveva fatto. Cosa significava il ponte? Un collegamento tra tutti gli antifascisti o un collegamento dei laici con i comunisti , anche se Calamandrei aveva seguito Saragat nella scissione di Palazzo Barberini? Ho conosciuto alcuni direttori del “Ponte“ e notai la loro astiosa faziosità, malgrado i tempi fossero cambiati. L’Idea era quella di tante idee piuttosto confuse. Anche un altro mensile, assai meno importante, aveva nella sua testata il tema dell’ incontro. Un tema simile al ponte. Anche qui la confusione finiva di prevalere, salvo alcune fisse laiciste esibite in ogni numero fino a giungere all’irrisione di ogni religiosità. Mi è tornata in mente la metafora del ponte,  leggendo una intervista con mons. Francesco Savino in cui afferma che “essere omosessuali non è peccato”. L’intervista è una serie di ponti lanciati verso tutti. E’ comprensibile che la Chiesa “sia la casa di tutti e che tutti devono sentirsi a casa loro”. Ma la Chiesa “neutra“ che stinge i suoi valori per essere inclusiva al massimo grado, può diventare una chiesa priva di identità e in fondo non più frequentata dai cristiani, ma da altri che del cristianesimo accettano solo alcune apparenze, quelle più facili e superficiali.

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E l’idea della inclusività può diventare l’inizio della perdita di memoria storica (da dimenticare) e di senso religioso  smarrito per strada. Infranti tutti i confini, ci si illude di essere diventati migliori , ma si tratta solo di un’impressione fugace. Nel campo più generale della cultura deve prevalere un concetto plurale fatto di idee diverse e contrastanti, ma ridurre tutto al buonismo verbale finisce per appiattire e banalizzare  le idee. Non è obbligatorio lanciare ponti ad ogni costo, a volte i ponti levatoi metaforici appaiono indispensabili per schiarirsi le idee. Ci sono temi che portano a considerare  che tutte le vacche sono rosse, per parafrasare Hegel. La cultura crociana fondata sulla distinzione può aiutarci a non cadere nella confusione che ci porta a ripetere tutti le stesse cose. I ponti favoriscono i cori e i cori generano il conformismo.

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Se pensiamo ai grandi e piccoli inciuci politici dei tempi passati ci accorgiamo che essi non erano motivi di solidarietà di più ampio respiro, ma tentativi di soffocare le identità e i dissensi . I ponti lanciati in Italia cinquant’anni fa non hanno fatto circolare più liberamente le idee, ma hanno contribuito ad appesantire il clima. Oggi c’è la tendenza a vedere soprattutto un odio dilagante e un’intolleranza insopportabile: i manifestanti pro Pal ne sono una dimostrazione evidente e fastidiosa. Ma c’è anche il clima  ostile creato attorno all’ebraismo, un clima che tende a costruire ghetti da parte di chi, a parole, vorrebbe costruire ponti. Può sembrare un paradosso evidente , ma non è così. Su certi argomenti c’è lo scontro all’ultimo sangue, poi su altro si stende la melassa insulsa della  inclusivita’  ad ogni costo che diventa persino ridicola. Tocqueville vedeva nella democrazia maggioritaria la fine della libertà. A più riprese abbiamo avuto conferma che  Tocqueville sapeva guardare ai pericoli della irruzione delle masse. Anche oggi la massificazione delle intelligenze e perfino delle coscienze è un segnale allarmante. Forse bisognerebbe tagliare qualche ponte e schiarirsi le idee. La cultura è riflessione critica individuale, capace di continue revisioni. I cori indistinti sono l’esatto opposto della cultura. Le idee “chiare e distinte“ di Cartesio hanno più che mai un valore, anche se appartengono a quelle che Pannunzio definiva le “pattuglie di frontiera“.

In San Pietro in Vincoli “Le meraviglie della mente” con Vanni De Luca

Per la stagione Iperspazi del cartellone condiviso di Fertili Terreni Teatro, andrà in scena, sabato 1 alle 21 e domenica 2 novembre, alle 19, in prima regionale, a San Pietro in Vincoli lo spettacolo “Le meraviglie della mente” con Vanni De Luca, le musiche sono di Fabio Valdemarin.
Le repliche si inseriscono all’interno della programmazione  del progetto “ORA!” Di AMA Factory  e LabPerm, vincitore dell’avviso pubblico “Circoscrizioni, che spettacolo…. Dal vivo! 2025”.

Milanese, classe 1988, Vanni De Luca è attore e scrittore e tra i pochi mnemonisti al mondo grazie a una straordinaria capacità di ricorrere all’arte di intrattenere grazie alla memoria,  diventata nel corso degli anni assoluta ragione di vita. Attivo anche come formatore in ambito aziendale, nonché conferenziere per i più importanti festival della scienza e della divulgazione, Vanni De Luca si presenta a Torino nella veste di performer con una serata che avvicinerà il pubblico ad un mondo ai più sconosciuto, riportando in scena l’arte dei fenomeni della memoria di inizio Novecento.
Nel suo spettacolo rivivranno le storie  di maestri quali Harry Kahne e William James  Maurice Datas, altrimenti noto come “The Memory Man”, personalità di cui farà rivivere in scena la capacità di calcolare il giorno di qualsiasi data della storia, di memorizzare  numeri in un lampo e sfidare i limiti del più assurdo multitasking. “Le meraviglie della mente “ non è uno spettacolo teatrale tradizionalmente inteso, quanto un tuffo nel passato per ripercorrere le spettacolari gesta dei calcolatori umani e fenomeni della mente degli inizi del Novecento.

Alcuni titoli hanno rivelato De Luca al grande pubblico dei teatri, “Prodigi” diretto da Davide Calabrese, “Valzer per un mentalista” per la regia di Marco Lorenzi e “L’arte della memoria nella Divina commedia “, ispirato al testo “Dante o della memoria appassionata” della storica delle letteratura italiana Lina Bolzoni. “Le meraviglie della mente” è una nuova imperdibile occasione per conoscere meglio un originale mnemonista tanto appassionato del poema dantesco quanto attento conoscitore delle biografie dei grandi della Storia, sempre in grado di eccellere nelle sue serate per un talento straordinario capace di incuriosire e meravigliare, suscitando non da ultimo dibattiti e curiosità. Vanni De Luca è la prova vivente  di come il cervello umano ed i suoi meccanismi siano ancora oggi ambiti da scoprire e conoscere meglio.

Il biglietto intero ha il costo di 13 euro se acquistato online, 15 in cassa la sera dell’evento.
Resta la possibilità di lasciare il biglietto sospeso tramite donazione online o Satispay e di entrare gratuitamente per gli under 35, grazie ai biglietti messi a disposizione attraverso la collaborazione con Torino Giovani.
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.fertiliterreniteatro.com

Mara Martellotta

Cristiano Cremonini tra i vincitori del Premio Letterario Nazionale Metropoli di Torino

Con il libro Il teatro della gente (Il). Da Puccini a Dalla, Calamaro Edizioni, il cantante lirico,
scrittore e studioso del melodramma bolognese Cristiano Cremonini ha ufficialmente vinto a pari
merito nella Sezione Speciale “Saggio”, il 22° Premio Nazionale di Arti Letterarie Metropoli di Torino
– Anno 2025.


L’autore ha ricevuto la targa d’argento e il diploma d’onore direttamente dalle mani del noto
antropologo Massimo Centini, membro della Giuria di saggistica assieme al giornalista e scrittore
Danilo Tacchino (dal 2001 direttore letterario del centro culturale “Arte Città Amica”), ed a Ernesto
Vidotto. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 25 ottobre alle ore 16.00, presso il Teatro
S. Giuseppe di Torino alla presenza di tutti i giurati e delle autorità cittadine.

«Cremonini – spiega la motivazione – con sapiente passione di musicista e conoscitore di storia
della musica, riesce a trasmettere in questo libro tutta la passione verso un’arte viva (il melodramma)
… L’autore ce la presenta attraverso aneddoti e racconti che rendono questi compositori più vicini
alla vita di ogni uomo comune».


Possiamo sicuramente affermare che “Il teatro della gente”, progetto editoriale in due volumi
dedicato alla storia del Teatro Comunale di Bologna e ai grandi personaggi della musica che hanno
celebrato nel mondo l’Emilia-Romagna, si sia fatto apprezzare sia dalla critica, che ha definito
“calviniana” la fluidità dello stile narrativo dell’autore (rivista “Sipario” – S. Duranti Poccetti), che dalle
giurie di vari concorsi letterari nazionali e internazionali: Il suo primo volume, “da Farinelli a
Wagner”, risultato finalista nel 2023 al Premio Letterario Internazionale “Charles Dickens”, l’anno
successivo si era aggiudicato il 3° podio al Premio Internazionale Letterario ed Artistico “Giglio Blu”
di Firenze, mentre il suo secondo libro, “da Puccini a Dalla”, nel marzo di quest’anno si è classificato
primo al Premio Letterario Internazionale “Ettore Malosso” (FI), quarto – su 133 opere in gara – al
Premio Letterario Internazionale “Il Saggista”, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino,
ed ha ottenuto la Segnalazione della Giuria al 5° Premio Letterario Internazionale “Samnium” (BN).
Alla pari con l’opera di Cremonini sono stati premiati i saggi di Ferdinando Emilio Abbate (Roma),
Maurizio Aragno e Luigi Grassia (Torino), Marco Lombardi (Savona) e Sara Lorenzetti (Macerata).

La scheda del libro:
https://www.ilcalamaroedizioni.com/catalogo#ilteatrodellagenteII

All’Hiroshima Mon Amour, Carlo Lucarelli omaggia Pasolini con “PPP | Un segreto italiano”  

 

C’è un’energia speciale che attraversa le mura dell’Hiroshima Mon Amour, storico tempio della cultura alternativa torinese. Qui, dove la musica incontra il teatro e la sperimentazione non conosce confini di genere, prende il via una nuova settimana ricca di appuntamenti da segnare in agenda. Dal 3 al 7 novembre, il celebre locale di via Bossoli propone un calendario fitto di spettacoli capaci di coinvolgere e sorprendere un pubblico eterogeneo, fedele alla sua vocazione più autentica: quella di spazio vivo e inclusivo per l’arte in tutte le sue forme.

Ad aprire la rassegna, lunedì 3 novembre, sarà PPP | Un segreto italiano, lo spettacolo di e con Carlo Lucarelli, un viaggio intenso e appassionante nel mistero e nel mito di Pier Paolo Pasolini. Al centro dello spettacolo, la figura immensa e controversa di Pasolini – poeta, scrittore, regista e intellettuale tra i più lucidi del Novecento. Lucarelli parte da una scoperta personale: alcuni corsivi e editoriali ritrovati nella soffitta della casa di famiglia a Mordano. Da lì prende forma un’indagine che attraversa l’Italia degli anni Settanta, tra tensioni sociali, misteri e ombre ancora aperte.

In scena, le parole si intrecciano a ricordi, riflessioni e ricostruzioni che ripercorrono le vicende legate all’assassinio dell’intellettuale friulano, uno dei grandi “misteri italiani”. A dare corpo all’atmosfera del racconto contribuiscono Elena Pau, voce narrante e cantante, e Alessandro Nidi al pianoforte, con un tessuto musicale che accompagna e amplifica la narrazione.

Il viaggio sonoro include brani del cantautorato italiano degli anni di Pasolini – da De Gregori a Lolli – e canzoni a lui dedicate da artisti come Giovanna Marini e Fabrizio De André. Non mancano, infine, alcune composizioni scritte dallo stesso Pasolini per il teatro e il cinema, testimonianza di una voce poetica capace di trasformarsi anche in musica.

Un appuntamento speciale per ricordare, interrogare e celebrare una delle menti più potenti e scomode della cultura italiana del Novecento.

Valeria Rombolà

Riapre Bottega Paideia

Via Villa della Regina 9/D, Torino — www.bottegapaideia.it

 

Una piccola bottega che unisce stile, design e idee originali da tutto il mondo… con un cuore solidale.

 

Riapre a Torino La Bottega Paideia, il negozio solidale di Fondazione Paideia, diventato negli anni un riferimento per chi cerca regali e oggetti unici con un valore più grande: sostenere i bambini con disabilità e le loro famiglie.

Un concentrato di raffinatezza, tante proposte scelte con cura da tutto il mondo: la Bottega è un luogo speciale dove trovare oggetti per la casa e la tavola, accessori, piccoli pezzi di design da collezionare. Oggetti belli per sé e idee regalo che non si vedono ovunque ma anche giocattoli, prodotti beauty e le golose proposte gastronomiche prodotte in Fattoria Sociale Paideia.

Qui lo shopping è bello due volte: ogni acquisto diventa un gesto solidale, il ricavato sostiene le attività della Fondazione Paideia che si prende cura ogni giorno di bambini con disabilità e delle loro famiglie con riabilitazione, supporto psicologico e momenti di felicità condivisa.

 

 

 

La Bottega riapre in vista del periodo più atteso dell’anno, pronta ad accogliere chi vuole scegliere un dono speciale con un significato autentico o semplicemente godersi una passeggiata in uno dei quartieri più affascinanti della città.

Situata in Via Villa della Regina 9/D, a due passi dalla Gran Madre, Bottega Paideia è una tappa che non può mancare in un itinerario autentico alla scoperta di Torino.

 

Orari

30 e 31 OTTOBRE dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (chiuso lunedì e domenica)

Dal 4 al 30 NOVEMBRE dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (chiuso lunedì e domenica)

Dal 1 al 23 DICEMBRE con orario continuato dalle 10 alle 19 dal martedì alla domenica, lunedì dalle 15 alle 19 (chiuso il lunedì mattina)

 

Per chi preferisce lo shopping da casa, una selezione esclusiva è online su

https://shop.fondazionepaideia.it/marchio/bottega-paideia/

 

Le grange dei marchesi Cavour e Gozzani

Le grange vercellesi costituivano già nei tempi antichi un vasto territorio compreso tra Crescentino, Livorno Ferraris, Trino e 
Fontanetto Po, rappresentando fonte di ricchezza per la presenza di abbondante acqua.
Continuamente contese dalle comunità e abbazie di San Genuario e Lucedio, erano considerate le fattorie dei monasteri. L’abbazia di Santa Maria di
Lucedio fu costruita nel 1109 al tempo di Guglielmo I° di Monferrato, passata ai monaci cistercensi provenienti dalla Francia con atto del 1123 redatto dal marchese Rainero. La tenuta di Lucedio era costituita dalle attuali grange di Castel Merlino, Montarolo (Montis Auriolo), Montarucco, Ramezzana, Darola ovvero la Versailles delle risaie (Corte Auriola), Leri (Alerii) e con altri appezzamenti del Canavese e Monferrato rappresentò la massima espansione della risicoltura.
Leri, una delle grange più antiche, comprendeva una fortificazione oggi inesistente e fu bonificata dai monaci per la coltivazione del riso, acquisita dal monastero di San Genuario nel 1179. Lucedio era una posizione strategica lungo la via Francigena, motivo di scontro tra le dinastie Gonzaga, Savoia e Napoleone, rappresentando un centro di potere economico, politico e religioso. Con l’occupazione francese del Piemonte, la tenuta di Lucedio venne divisa con Decreto della Commissione Esecutiva del 1801 in seimila azioni del valore di 500 lire ciascuna, obbligandone l’acquisto ai cittadini più facoltosi, ma nel 1804 ritornò al demanio. Nel 1807 Napoleone cedeva Lucedio e le sei grange al cognato Camillo Borghese, governatore generale del Piemonte prima della restaurazione, per tre milioni di lire quale quarta parte del prezzo delle 322 opere formanti la galleria d’arte romana del valore di dodici milioni di lire, da lui venduta al governo francese.
Caduto Napoleone, Borghese voleva vendere le sette grange ai privati, ma i Savoia ne sequestrarono i beni dalla Magistratura. Ritenuto illegale il sequestro dal protocollo di Parigi del 1816, le grange furono vendute  dal Borghese nel 1818 al marchese Michele Benso di Cavour, al marchese Carlo Giovanni Gozzani di San Giorgio (figlio di Carlo
Antonio e Sofia D’Oria) e a Luigi Festa, direttore di una società immobiliare di affitti proprietà di Giuseppina Gattinara e Marco Antonio Olivero, già tenutaria delle grange concessa dal demanio nel 1807. La spartizione della tenuta avvenne nella misura di 24/24: 6/24 al Festa con Darola, Montarolo e 1/2 Ramezzana, 6/24 al Cavour con Leri e Montarucco, 12/24 al Gozzani con Lucedio, Castel Merlino, 1/2 Ramezzana e la tenuta S. Bernardino di Trino. La spartizione effettiva avvenne solo nel 1822. All’Ordine Mauriziano furono restituite prima le tenute di Montonero nel 1818, quindi Gazzo e Pobietto nel 1827, già passate al demanio e poi vendute alle Regie Finanze dello Stato nel 1854.
La comunità di Lucedio fu così soppressa e aggregata al comune di Trino nel 1818 e ancora oggi ne forma una frazione. Michele Benso era in effetti l’amministratore di Lucedio, ma il Borghese voleva inserire al suo posto Evasio Gozzani di San Giorgio, già amministratore, con il figlio Giuseppe, del Borghese e della moglie Paolina Bonaparte nelle segreterie di Roma. Non trovando accordo economico, Evasio (definito il marchese pazzo) propose l’acquisto di Lucedio al nipote Carlo Giovanni, il quale era già in affari con il Benso per la creazione della prima società di navigazione del lago Maggiore con una società di Locarno. Evasio riuscì ad inserire in casa Borghese il nostro architetto Luigi Canina, dove ebbe inizio la propria fortuna. Carlo Giovanni nel 1827 lasciò in eredità il suo enorme patrimonio, costituito in sette milioni di lire, al cugino d’Austria Felice Carlo Gozani.
Con il proprio fallimento dichiarato dal tribunale di Casale nel 1861, in parte dovuto al gioco d’azzardo, Felice Carlo fu costretto a vendere le grange di Lucedio a Raffaele de Ferrari duca di Galliera, insignito nel 1875 del titolo principe di Lucedio per i servizi resi alla patria dai Savoia con Regio Decreto. Le stazioni ferroviarie genovesi furono intitolate ai coniugi de Ferrari, Genova Principe di Lucedio de Ferrari e Genova Brignole dal nome della moglie Maria Brignole Sale. Tramite l’acquisto del conte Paolo Cavalli d’Olivola nel 1937, oggi Lucedio è proprietà della figlia contessa Rosetta, pronipote della contessa Paolina Gozani sepolta a Casale nella tomba gentilizia del marito Alessandro Cavalli d’Olivola, legale del padre Felice Carlo sepolto a San Giorgio nella tomba gentilizia del conte Umberto Cavalli d’Olivola. Il marchese Carlo Giovanni e i suoi genitori sono sepolti nel sotterraneo, da loro acquistato, della chiesa parrocchiale di San Giorgio edificata dal nonno di Carlo Giovanni, marchese Giovanni Battista Gozzani.
Titus Gozani, ultimo marchese di San Giorgio vivente della linea austriaca e la moglie Eva Maria Friese, abitanti in Germania, nel 1998 fecero visita alla cugina Rosetta nella tenuta di Lucedio e nel 2019 ritornarono, su nostro invito, nelle proprietà dei loro antenati, i palazzi Treville e San Giorgio Gozzani di Casale e il castello Gozzani di San Giorgio. Il padre di Titus, marchese Leo Ferdinando III°, incontrò nel 1937 il cugino conte Paolo Cavalli d’Olivola nel castello Gozzani di San Giorgio. La grangia di Leri proprietà di Michele Benso, vicario e sovraintendente generale di polizia e politica di Torino, venne affidata nel 1835 al secondogenito Camillo e alla contessa di Clermont-Tonnerre, società che si sciolse con la morte del marito.
La nuova società formata dal conte Camillo Benso di Cavour, dal fratello primogenito marchese Gustavo e dall’agricoltore Giacinto Corio portò una forte innovazione all’azienda applicando i nuovi principi dell’agronomia, confermando quanto Camillo aveva manifestato nella valorizzazione delle
Langhe. Da pochi anni è in corso un progetto di recupero per tutelare e valorizzare il Borgo Leri Cavour, luogo di riposo dello statista, promosso dall’associazione L.E.R.I. Cavour ODV presieduta da Roberto Amadè. Il Borgo ha organizzato domenica 11-12-2022 il primo concerto di Natale sul piazzale della chiesa, ospitando il Casale Coro diretto dal maestro Giulio Castagnoli.
Armano Luigi Gozzano 

A Torino 40 galleristi per la mostra mercato antiquaria Apart Fair

Al palazzo della Promotrice delle Belle Arti, in viale Balsamo Crivelli 11, a Torino, si inaugura il 29 ottobre, alle ore 10, la mostra Apart Fair, che si consolida come il più importante appuntamento in Piemonte per il mondo dell’antiquariato e tra i più rilevanti a livello nazionale. Apart Fair, giunta alla sua nona edizione, introduce la settimana dedicata alle arti a Torino. L’evento è organizzato dall’Associazione Piemontese Antiquari A.P.A., in collaborazione con ASCOM Confcommercio Torino e Provincia  e Federazione Italiana Mercanti d’Arte F.I.M.A, con il patrocinio del Comune di Torino, Regione Piemonte e il contributo della Camera di Commercio di Torino. Si conferma come una delle mostre più autorevoli a livello nazionale, con 40 galleristi provenienti da tutta Italia e dall’estero, che espongono una selezione delle loro opere migliori, dal design contemporaneo all’archeologia, dai mobili agli arazzi, dai tappeti ai vetri, opere provenienti dall’Europa, dall’Asia e dall’America. Tra i capolavori, un paesaggio dI Giorgio Morandi, un’opera di Arnolfo Di Cambio e un’altra di Salvator Rosa. La fiera è sicuramente tra le poche, a livello nazionale, a garantire l’assoluta autenticità delle opere, con una doppia garanzia del gallerista e del comitato scientifico della F.I.M.A, che ne esprime una valutazione. Viene anche verificata la legittima proprietà e la valutazione corretta dell’opera. Accanto a terracotte archeologiche cinesi, figurano dipinti dell’Ottocento, gioielli, mobili, arazzi e aeropitture futuriste, e non mancano i juke box e una macchina per fare i pop corn. Nel salone centrale emerge l’imponente opera dell’artista torinese Luisa Rabbia.
Una novità di quest’anno è rappresentata dallo spazio dedicato alla fotografia alchemica, dove un gruppo di fotografi specializzati stampano ritratti utilizzando tecniche ottocentesche per i visitatori che lo desiderino. Non mancheranno incontri tematici curati da storici dell’arte.
Tra le opere in mostra spiccano le aeropitture della galleria Pirra di Torino, un bronzo di Giorgio De Chirico della galleria 56 di Bologna, un arazzo ispirato alla “Guernica” di Picasso, della galleria Sorgato di Milano, una grande tela di Leonardo Roda della galleria Ars Antiqua di Milano. Lo spazio di fotografia alchemica raggruppa 30 ritratti d’autore che dialogano con le tele in esposizione.

Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino – viale Balsamo Crivelli 11, Torino.

Telefono: 011 6615252 -0115622645

associazionepiemonteseantiquari@email.com

Mara Martellotta

Come nacque davvero la grande Manifestazione SITAV di Piazza Castello 

Si avvicina l’anniversario: era il 10 novembre 2018: quasi 40.000 persone dissero NO alla DECRESCITA

Si avvicina il settimo anniversario della grande Manifestazione SITAV di piazza Castello. Il 10 novembre 2018 quasi 40.000 persone dissero NO alla DECRESCITA proposta dai grillini e dissero SÌ alla CRESCITA con la costruzione della TAV l’opera che, 160 anni dopo il primo Traforo voluto da Cavour, rimetterà Torino al centro della rete degli scambi commerciali e turistici d’Europa  con possibilità sì collegamento sino alla Cina. Giachino che essendo stato al governo capiva bene il significato dell’accordo di governo tra la Lega e i cinque stelle, già il 14 Giugno 2018 lanciava la raccolta firme in una conferenza stampa cui parteciparono Francesco Forte e Fabrizio Comba. Dopo la caduta del Ponte Morandi tra alcuni amici tra cui Piermario Cornaglia, Angelo Pramaggiore e Giorgio Marsiaj era già circolata l’ipotesi di organizzare una Marcia dei 40.000 (vedi Lo Spiffero) ma la intenzione della Sindaca Appendino di far votare in Consiglio Comunale un ordine del giorno Torino Città No Tav preoccupò molto la Città e la Petizione di GIACHINO giunse la mattina del 29 ottobre a raccogliere 8.000 adesioni. Dopo il NO del Consiglio Comunale alla TAV voluto dalla Sindaca Appendino la petizione online SiTAV lanciata dall’ex Sottosegretario ai trasporti Mino GIACHINO cresceva al ritmo di diecimila firme al giorno. Il primo scontro tra i NoTav e i SITAV si tenne sotto i portici del Comune prima che iniziasse il Consiglio e i Notav gridavano “GIACHINO via da Torino”.  Il dibattito in Consiglio fu acceso e a un certo punto l’opposizione con Piero Fassino e Roberto Rosso abbandono’ l’aula.
Così il giorno dopo il Consiglio Comunale in una intervista a Lodovico POLETTO de La Stampa Giachino con oltre 25000 firme disse che voleva organizzare una ManifestaIone con gli industriali e senza bandiere di partito (La stampa 31.10.2018). Nel pomeriggio del 31.10 Lodovico Poletto suggerì a Giachino di coinvolgere anche le Madamin. Nel frattempo  Giachino aveva concordato un incontro riservato con Gherzi e Gallina della Unione Industriali di Torino . Incontro al quale  Giachino invito’ le Madamin che intervennero con Giovanna Giordano e Patrizia Ghiazza. In quell’incontro Giachino che aveva ricevuto la notizia che i partiti volessero organizzare una manifestazione il 17 No vembre propose di organizzare la Manifestazione senza bandiere di partito il lsabato 10 novembre.
Tanto è vero che martedì 6 Novembre in un simpatico articolo sulla cronaca de La Stampa Mattia Feltri riferiva, a modo suo, la pressione del Commissario di FI Zangrillo affinché la manifestazione non fosse organizzata da Giachino ma bensì dai partiti.
Giachino dopo aver avvertito la Questura nella giornata di venerdì 2, lunedì mattina firmava in Questura la richiesta della Manifestazione a nome della Associaziine SILAVORO. Inizialmente il Comune cercò di intralciare la manifestazione in piazza Castello ma fu decisivo l’intervento del Prefetto così Giovedì 8 novembre in una affollata Conferenza stampa  Giachino e le Madamin presentavano la Manifestazione ai giornali.
Sabato 10 la grande sorpresa di una piazza Castello stracolma. Una piazza pacifica che non insultava nessuno , con cartelloni che ricordavano Cavour. Quella mattina la Petizione SITAV su change.org raggiunse 60.000 firme di adesione. Davanti agli schemi televisivi c’erano tutti i leader nazionali . In piazza Castello c’erano i leader locali del partiti , da Guido Crosetto a Maria Stella Gelmini a Piero Fassino.
Nel pomeriggio Giachino ricevette le telefonate di complimenti di Gianni Letta e Silvio Berlusconi. Il 6 dicembre mentre a Palazzo Chigi il Premier Conte con Di Maio e Toninelli confermava alla delegazione delle Associazioni imprenditoriali l’orientamento negativo del governo, nel pomeriggio dello stesso giorno al Viminale Salvini riceveva Giachino accompagnato dal consigliere comunale Ricca e iniziò l’incontro chiedendo a Giachino :
“Perché è così importante per Voi torinesi la TAV?” E  Giachino  rispose :”Matteo se la linea passa dalla Liguria come proponeva il Vicesindaco grillino o sopra le Alpi , TORINO sarà tagliata fuori dallo sviluppo per cento anni.
SALVINI ebbe il grande merito di capire e fu così che il 7 agosto 2019 in Senato la Mozione NoTav dei cinque stelle venne bocciata a stragrande maggioranza. Per il Parlamento, l’unico organismo che rappresenta la volontà del popolo italiano, la TAV e’ un’opera nell’interesse nazionale. Giova ricordare cosa rispose Cavour, quando il Re gli sottolineava una folta opposizione al primo Tunnel del Frejus : “Maestà noi dobbiamo governare anche per quelli che non capiscono”. Dovrebbe essere la prima Lezione di Educazione civica o di Formazione politica.
Gli anni persi in particolare dai due Governi Conte e da altre incertezze o incompetenze l’opera ha avuto un forte aumento dei costi e entrerà in funzione solamente nel  2033/4. Mentre noi ne avremmo già bisogno oggi della TAV , del Terzo Valico e della Nuova Diga al porto di Genova m per aumentare la crescita della nostra economia e del lavoro.
Ora il grande augurio è che il Governo, attraverso il Commissario e il Prefetto, e la Regione facciano la loro parte coinvolgendo subito e con molta attenzione i Comuni della Valle interessati al cantiere del secolo perché i Sindaci della Valle non debbono mai sentirsi da soli a gestire un’opera così importante per il nostro futuro ma al contempo impattante nel territorio.
M.G.

Apre a Torino “Rigenera Care”

Il primo poliambulatorio in Piemonte per la medicina rigenerativa personalizzata e di precisione e medicina estetica di ultima generazione

Rigenera Care è un progetto di medicina rigenerativa che unisce approccio clinico avanzato, tecnologie d’avanguardia e trattamenti su misura per ogni paziente, con l’obiettivo di valorizzare la naturale capacità di autorigenerazione del corpo umano. Il poliambulatorio è stato inaugurato il 24 ottobre scorso in via Carlo Marenco 32. Un luogo davvero speciale per la città, in quanto ex sede del quotidiano La Stampa, ed è proprio qui che prende vita Rigenera Care, un’iniziativa nata dalla visione di un team multidisciplinare. Tra i sostenitori, l’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio, che rivestirà il ruolo di ambassador di Rigenera Care, Luca Boffa, CEO del Gruppo Building e Barbara Valle, Presidente della BAV 15 Srl, che con il gruppo InvestTO hanno finanziato il progetto. All’evento di apertura, guidato dalla conduttrice televisiva Cristina Chiabotto, hanno anche preso parte il dottor Vincenzo Di Donna, rappresentante del team medico del poliambulatorio, e Massimiliano Miano, Presidente della Circoscrizione 8 della Città di Torino.

“La medicina rigenerativa rappresenta un’evoluzione del concetto di cura – ha dichiarato il dottor Vincenzo Di Donna – non si limita a gestire i sintomi, ma stimola i processi di riparazione e rigenerazione del corpo. Attraverso protocolli personalizzati, fondati sulle ultime scoperte scientifiche e tecnologie all’avanguardia, accompagnano l’organismo a guarire in modo naturale, puntando su prevenzione e benessere duraturo”.
La medicina rigenerativa si basa su un principio chiave: il nostro corpo possiede, fin dalla vita fetale, la possibilità di autoripararsi. Con il tempo questa funzione viene indebolita dall’invecchiamento e dallo stress ossidativo, oltre a comportamenti negativi come lo scarso movimento o una dieta scorretta. Tuttavia, grazie alle moderne tecnologie, oggi è possibile riattivare questi meccanismi naturali, come sangue e grasso, capaci di innescare processi di rigenerazione. Negli ultimi anni questo approccio ha trovato applicazione clinica sempre più concreta. Ma se la medicina rigenerativa si è diffusa, meno comune è la sua evoluzione verso la personalizzazione e la precisione. La prima guarda al paziente con trattamenti su misura, in base alle sue caratteristiche biologiche, la seconda è nelle mani del medico, che può scegliere l’approccio terapeutico più adatto grazie a un’ampia disponibilità tecnologica e scientifica.
Solo i centri realmente avanzati possono coniugare entrambe: personalizzazione come attenzione verso il singolo individuo e precisione come la capacità di decidere tra più soluzioni clinicamente valide. Quello che rende Rigenera Care unico è proprio l’integrazione di questi due concetti fondamentali, che costituiscono la base su cui si fonda il progetto.
“Ho creduto in questo progetto fin dall’inizio – ha dichiarato Claudio Marchisio – perché rispecchia una visione della salute che sento mia: curare si, ma anche prevenire, accompagnare, far funzionare il corpo nel modo migliore possibile. In Rigenera Care ho visto una mission concreta, un approccio innovativo e umano”.

Info: info@rigeneracare.com – via Carlo Marenco 32, Torino  – telefono: 347 3850728

Mara Martellotta

FOTO PIERO OTTAVIANO

Graglia premia le giovani promesse del baseball e softball

Il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia ha ricevuto  a Palazzo Lascaris le squadre cuneesi under 12 di baseball di Boves e di Fossano e di softball under 13 di Fossano, che si sono distinte, classificandosi nella terna dei vincitori, nelle gare disputate al Torneo delle Regioni svoltosi in Sardegna a inizio ottobre.

Graglia, cui è stata donata una simbolica palla da baseball, ha lodato gli atleti e i loro accompagnatori – il presidente e il vicepresidente del Fossano Miranda Scotto Sabrina Olivero e gli allenatori del Fossano Claudio Sandrone e del Boves Andrea Melis – per i risultati conseguiti, sottolineando l’importanza “di regole e disciplina per conseguire, con impegno e passione, obiettivi importanti”.
Prima dei saluti, Graglia ha donato ai giovani atleti e ai loro accompagnatori una pergamena. Con i primi si è congratulato “per l’eccellente risultato sportivo ottenuto con grinta e determinazione al Torneo delle Regioni 2025”; con i secondi si è complimentato “per l’impegno e la passione con la quale si sono dedicati alle società sportive e ai ragazzi”: risultati che rappresentano un indubbio motivo di orgoglio per tutto il Piemonte.