ilTorinese

Sicurezza e salute sul lavoro, sanzioni per 40mila euro

Nella seconda decade del mese di ottobre, i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, avvalendosi del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno effettuato una serie di controlli periodici nell’area metropolitana relativamente alla sempre più attuale e delicata materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nonché la verifica della corretta instaurazione delle procedure del caso.
In particolare sono state controllate 21 attività commerciali (ristoranti, bar, pub, aziende di servizi) di cui 7 sono risultate irregolari; nelle aziende sanzionate sono state verificate in loco un totale di 12 posizioni lavorative, di cui 3 irregolari – due “in nero” ed una con l’impiego di un lavoratore clandestino sul Territorio Nazionale.
Nello specifico, le ispezioni hanno consentito di individuare:
– un’attività di ristorazione in Pianezza (TO), sanzionata penalmente per la mancata
redazione del DVR, per l’installazione di impianti di videosorveglianza senza
preventiva autorizzazione nonché per l’impiego di un lavoratore “in nero”;
– un’azienda di Torino operante nel settore dei servizi ecologici, sanzionata per la
mancanza del DVR;
– un albergo di Pragelato (TO), sanzionato penalmente per la mancata nomina del
servizio RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione);
– un’azienda agricola di Santena (TO), sanzionata penalmente ed amministrativamente
per l’impiego di un lavoratore “in nero” irregolare sul territorio nazionale;
– un minimarket etnico di Torino, sanzionato penalmente per la mancata redazione del DVR nonché per l’impiego di un lavoratore “in nero” – attività imprenditoriale sospesa;
– un’azienda di servizi di comunicazione di Torino, sanzionata penalmente per la mancata nomina del servizio RSPP e mancato aggiornamento del DVR – attività
sospesa.
Le posizioni dei lavoratori non assunti andranno regolarizzate per il periodo sommerso con la ricostruzione del rapporto professionale: i datori di lavoro dovranno versare la mancata contribuzione e retribuzione oltre alle sanzioni del caso (sono state contestate sanzioni amministrative pari a circa euro 40.000)

EDISU Piemonte e Guardia di Finanza: firmato protocollo

Per il contrasto alle frodi nel diritto allo studio universitario

È stato firmato  a Torino il Protocollo d’Intesa tra Edisu
Piemonte e il Comando Regionale Piemonte-Valle d’Aosta della Guardia di Finanza, alla
presenza del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del Vicepresidente e
Assessore al Diritto allo Studio della Regione Piemonte Elena Chiorino.
L’accordo, siglato dal Presidente di Edisu Piemonte, Alessandro Ciro Sciretti, e dal
Comandante Regionale della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Giovanni
Avitabile, mira a rafforzare la collaborazione tra le due istituzioni nel campo della
prevenzione e del contrasto alle frodi che possono minare l’accesso equo ai benefici
pubblici per il diritto allo studio.
Una collaborazione che si inserisce nel più ampio contesto di prevenzione degli abusi
economici e finanziari che possono danneggiare l’efficacia delle misure a sostegno del
diritto allo studio per gli studenti meritevoli e in condizioni economiche svantaggiate, che
ha visto a livello nazionale, su impulso del Ministro Anna Maria Bernini, il Ministero
dell’Università e Ricerca (MUR) siglare lo scorso 5 giugno un analogo Protocollo con le
Fiamme Gialle a Roma. Alla cui firma era presente anche una delegazione di Andisu,
l’Associazione nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio.
L’intesa stabilisce le modalità operative e le procedure che permettano di monitorare e
verificare l’idoneità dei beneficiari delle misure di sostegno messe in atto dall’Ente
regionale per il diritto allo studio, quali le borse di studio e l’assegnazione di alloggi agli
studenti e alle studentesse universitarie che partecipano al bando annuale. L’accordo
prevede, inoltre, attività di formazione e aggiornamento professionale rivolte al personale
delle due istituzioni, allo scopo di consolidare le procedure operative comuni e garantire
una sempre maggiore efficacia nelle azioni di controllo e prevenzione.

Venerdì 8 novembre sciopero dei mezzi pubblici

Venerdì 8 novembre 2024 è previsto uno sciopero nazionale della durata di 24 ore del servizio di trasporto pubblico locale per il rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri, proclamato dalle OO.SS. Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Autoferro senza il rispetto delle fasce di garanzia.

Pertanto il servizio di trasporto pubblico locale sarà garantito come da Delibera della Commissione di Garanzia n. 02/183 e così come previsto dalla L. 146/90 (modificata dalla L. 83/2000) e dall’accordo sindacale del 16/10/2024 come di seguito indicato.

SERVIZIO URBANO–SUBURBANO.

Linee parzialmente garantite* dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00:

METROPOLITANA – 2 – 3 – 4 – 4N – 5 – 8 – 9 – 10 – 11 – 13 – 15 – 17 – 18 – 35 – 36 – 55 – 68.

* Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce orarie indicate.

SERVIZIO EXTRAURBANO.

Per conoscere le corse garantite da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30, CLICCA QUI.

 

CENTRI DI SERVIZI AL CLIENTE E ALTRI SPORTELLI GTT.

Dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00 sarà garantito il 30 % del servizio programmato.

Lo sciopero potrà avere ripercussioni anche sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.

Rapina farmacia, riconosciuto dalla felpa e arrestato

La Polizia di Stato ha fermato un cittadino italiano di trentanove anni per rapina aggravata.

Nel cuore della notte una pattuglia del Commissariato di P.S. Barriera di Milano nota in via Montanaro un uomo corrispondente, nelle fattezze, all’autore di una rapina avvenuta qualche ora prima in una farmacia di corso Giulio Cesare.

La dinamica dei fatti e l’autore erano stati ripresi con chiarezza dalle videocamere di sorveglianza dell’esercizio, che avevano mostrato un uomo entrare, dirigersi al bancone di servizio e puntare all’indirizzo del farmacista un taglierino, facendosi consegnare 300€, per poi dileguarsi.

Gli agenti di pattuglia vengono colpiti, in particolare, da un dettaglio visibile nei filmati precedentemente diramati a tutte le Volanti: il soggetto ha la stessa felpa che indossava il rapinatore; pertanto, lo fermano immediatamente.

Il trentanovenne, che alla vista della pattuglia cerca invano di sottrarsi al controllo, è stato fermato per rapina aggravata, con l’applicazione della misura custodiale in carcere.

Un mondo fuggevole e transitorio

La mostra dal titolo “Paesaggio” rende omaggio a Franco Montanari a cui si deve l’importante collezione di stampe e dipinti giapponesi raccolti con fiuto di intenditore d’arte e gusto di esperto collezionista durante il 1953-54, periodo in cui si trovava a Tokyo come ambasciatore.

Il fondo, considerato il quarto per valore in Italia, lasciato in eredità al museo di Moncalvo, permette una visione del cosiddetto “mondo fluttuante” fuggevole e transitorio ossia tutto quanto appartiene alla natura, dai boschi alle montagne, dai fiumi alle cascate, dai laghi agli stagni rivelatori non solo di armoniosa bellezza ma anche di rappresentazione dei Kumi, divinità che dimorano nei luoghi sacri che, secondo il shintoismo, sono simbolo di purificazione.


Immergendosi nella natura ci si appropria della sua forza vitale, come bene intuì un simbolista quale Vincent Van Gogh nell’asserire poeticamente che l’artista giapponese, davanti ad un filo d’erba, si sente egli stesso fiore come anch’egli sentì nell’immedesimarsi nell’iris bianco dipinto in un suo quadro famoso.

Soprattutto furono gli impressionisti a rimanere affascinati da quest’arte delicata ed elegante affine al loro sentire nel cogliere l’attimo fuggente prima che si dissolva, a cominciare da Claude Monet che creò il proprio giardino identico a quello giapponese con ponticelli, stagni e ninfee e tappezzò le pareti della sua casa con stampe che, dopo l’apertura nel 1854 dei rapporti commerciali tra Giappone e occidente, circolavano in Francia.

In mostra sono esposte diverse opere che rappresentano il Monte Fuji, luogo di culto dedicato al sole e alla dea Amaterasutanto trattato da Hokusai e Hiroshige.

Lo troviamo protagonista ne “Il monte Fuji e le nere colline” a “inchiostro su seta”, di Kawabata Gyokusetsu, bellissimo paesaggio che evidenzia la bianca purezza del monte sovrastante gli scuri e grigi colli.

Allo stesso modo il kakemono del XVII secolo “Paesaggio innevato del monte Fuji” di Kano Masunobu rappresenta la sacrale purezza del monte che sorge, come apparizione, presso un tempio circondato di fiori.

Così pure si coglie il senso di purificazione nel dipinto “Monaco che contempla il Fuji” di scuola Kano di ispirazione cinese.

Come non pensare alla stessa venerazione di Paul Cezanne per la montagna Saint Victoire dipinta ossessivamente una cinquantina di volte, in un solo anno, quale luogo dell’anima che dona serenità.

“Il ponte Nihon di Edo” di Utagawa Kunisada, autore dei famosi dipinti delle cascate di Saga, ci ricorda la suggestione esercitata sulle Japoneseries di Van Gogh e di Gauguin che in Polinesia si era portato stampe giapponesi da cui trarre ispirazione.


Tante le delicate scene notturne come “Dama con lanterna sotto la luna” di
Utagawa Hiroshige, in bianco-nero con due pennellate rosse a vivacizzare il pallido chiarore lunare ed i fiori bianchi creando un’atmosfera intima.

“Volpe bianca sotto la luna”,  kakemono della scuola UedaKochu, è invece legato alla simbologia beneaugurante in quanto l’animale è il messaggero di Hinari, dio shintoista della fertilità e dell’agricoltura.

Legato al simbolismo anche il dipinto “Jurojin e cervo sotto un pino” di  Maeda Chodo che ritrae il vecchio saggio appoggiato ad un pino tra i bambù e un cervo che alludono alla longevità.

Sintetico il raffinatissimo Kakemono del XX secolo “Le tre foglie rosse” di Ikegami Shuho che rende magistralmente,  purnell’essenzialità, l’idea della tradizione Momijigari ossia la caccia delle foglie rosse nel visitare i luoghi in cui gli aceri cambiano colore nell’autunno.

Con significati meno profondi ma intriganti, le due xilografie “Salendo sulla scala in giardino” e  “Caccia alle lucciole presso lo stagno” da originali di Suzuki Harunobu, appartenenti al genere popolare  di scenette quotidiane richieste dalle masse urbane.

Più impegnativo e sottilmente filosofico l’emakimono del XVII secolo di Kano Tan’yu “Paesaggio hatsuboku”, a inchiostro su seta, che presenta ben sette paesaggi distinti tra spazi vuoti, legato al minimalismo dei monaci Chan, genere allora ritenuto eccentrico e minore poiché astratto ma in seguito rivalutato,  durante il periodo Edo dai giapponesi che ne capirono lo spirito ispiratore del buddismo con la consapevolezza che la realtà è illusione.

Tutto ciò ha portato ad un percorso di illuminazione che coinvolge anche l’artista nella sua creazione ed è evidente, a distanza di secoli, come le avanguardie dell’astrattismo e dell’espressionismo astratto moderno e contemporaneo siano strettamente legate a queste precedenti ispirazioni.

Giuliana Romano Bussola

Indovina chi viene a teatro? Rocco Siffredi!

Assaporato il successo torinese di “Rocky” (che verrà di certo consolidato nella tournée che porterà lo spettacolo sino ad aprile per l’Italia, toccando Trieste e Milano e Roma, Bari e Bologna e Napoli tra le varie piazze), ospitati “La sposa cadavere”, titolo caro a Tim Burton, il Woody Allen di “Central Park West”, dove l’autore americano ancora una volta costruisce dialoghi scintillanti e battute fulminanti per tratteggiare e portare in scena cinquantenni in preda a tradimenti sentimentali e “Dio è una signora di mezza età” dove la protagonista Emanuela Grimalda si chiede senza posa “ma se il Diavolo veste Prada, Dio cosa si deve mettere”, Fabrizio Di Fiore Entertainment elenca nelle sale dell’Alfieri e del Gioiello in questo inizio di novembre titoli che non potranno che riscuotere da parte del pubblico, ancora un sicurissimo successo.

Sabato 2 novembre (ore 19,30) e domenica 3 (ore 16,00) Andrea Rizzolini esplora con Th!nk” (fidatevi, nessun refuso, la scrittura esatta è proprio questa!) al Gioiello – grazie al suo stile unico che fonde momenti di teatro, letteratura e filosofia, a illusioni perfettamente congeniate – i limiti di una forma d’arte come oggi è inteso il mentalismo, ormai diventato tanto popolare quanto troppe volte frainteso. Uno spettacolo che ti tiene con il fiato sospeso e l’attenzione posta in guardia ad ogni istante, uno spettacolo dove non è più così ovvio che cosa è reale e che cosa non lo è. Negli stessi giorni, nella sala di piazza Solferino (con orari 15,30 e 19,30 il sabato e 15,30 la domenica), grandi brani con “Broadway Celebration”, appuntamenti imperdibili per quanti vogliono riascoltare i più grandi successi dei musical d’oltreoceano, i brani più famosi tratti da “Rocky Horror Show” a “Rent” e “Jesus Christ Superstar”, da “Mamma Mia!” a “Sister Act” e “Matilda”, da “Les Misérables”a “Cats” a “Hair”, da “Hairspray” a “Grease”, da “Evita” a “The Phantom of the Opera”. Per tutte le memorie e per tutti i gusti. Otto performer che compongono la sezione dei solisti, un’orchestra d’eccezione e, per la tappa torinese, il supporto di oltre 300 coristi. La regia è affidata a Melina Pellicano, ad Alex Negro il compito di dirigere questo enorme cast.

E poi, lunedì 4 alle ore 21, sul palcoscenico dell’Alfieri, Ladies (moltissime) and Gentlemen (parecchi, tutti lì a tentare di carpire qualche segreto) a riempire per “Siffredi racconta Rocco”, produce con gran fiuto Paolo Ruffini e dirige con leggerezza (si spera) Paolo Ruffini. Ospite d’onore, la consorte diletta Rózsa Tassi, nome d’arte – si diceva un tempo, a nascondere un’anagrafe non troppo ingentilita: per cui Maria Luisa Ceciarelli divenne Monica Vitti, Valeria Abbruzzetti Valeria Moriconi o Carolina Mignone la leggendaria quanto principesca Milly e quanto era brutto Rosa Antonia Falzacappa invece di Rossella Falk -, agghindato e esterizzato a ricoprire un più comune Rosa Caracciolo. Anche Rocco Siffredi nasconde il passato di Rocco Antonio Tano, sessantenne, ormai, di Ortona, un tempo catturato dal bell’Alain Delon che in “Borsalino” si era beccato appunto il nome di Roch Siffredi. Lui, una vita trascorsa tra porno e una pausa da modello, abituato a pagare le bollette di casa dando smoderata fiducia e attività a piene mani, senza scioperi o casse integrazione, a una fisicità amatoria che per decenni non ha conosciuto limiti, non fosse per l’appoggio incondizionato di papà Gennaro e mamma Carmela, felice di conquistarsi l’appellativo in terra madre di “colosso di Ortona” per ovvi motivi. Lui che ha viaggiato tra Riccardo Schicchi e Moana, che s’è messo felicemente sulla scia di Gabriel Pontello e di John Holmes, lui che ha vinto sul terreno del porno premi che stanno allo stesso livello degli Oscar (quando si parla di performances e doti interpretative!) e ha dato fiato alle trombe con la sua casa di produzione, che ha per un paio di volte interrotto l’attività per trovarsi con molta serietà altri gusti, interessi, indirizzi affidandosi alle qualità registiche, affatto trascurabili, della francese Catherine Breillat – oddio, eravamo sempre da quelle parti ma cercando qualche chilo in più di gusto e qualche riga in più di sceneggiatura: i titoli comunque erano “Romance” e “Pornocrazia” -, motivo non ultimo i figli che crescevano e che dovevano ricordare un padre che porno era stato in passato ma che ne stava uscendo e, senza rinnegare nulla, porno non era più. “Lunga promessa ecc”, avrebbe scritto dagli inferi padre Dante.

Lui che sente serpeggiare una crisi religiosa e sogna ad un tratto ogni rispetto per Rózsa e una vita votata alla monogamia, lui che si vede con il viso di Alessandro Borghi in “Supersex” che è la sua vita e tutto il suo credo, lui che otto anni fa ha costruito, con l’intera family, una serie che quotidianamente raccontava il suo nido familiare, “Casa Siffredi” che fa tanto Vianello e Mondaini ma con qualche fuoco e vibrazione in più, lui che s’è costruito un piccolo impero, da 215 milioni di dollari si vocifera, con una casa a Budapest con elicottero in giardino e una catena di ristoranti e una personalissima linea di moda e altro ancora, sennò come fai a vivere? Lui che, per la serie “anche i porno hanno un cuore”, s’è mostrato in lacrime davanti alla platea televisiva di più che mezza Italia, lo scorso anno – tutto padre e nulla porno – rimirando le gesta del giovane figlio Lorenzo a “Ballando”, sotto l’occhio complice della Carlucci, con il fine di lasciare sconcertata la cuoredipietra Lucarelli, caustica e feroce in ben altri numerosi momenti. Quella sera il monumento è riuscito completo. Un quadretto di vita e impresa familiare: ma che farà alle 21 di lunedì 4 novembre, sul palcoscenico dell’Alfieri? Ci vediamo a teatro.

e.rb.

Nelle immagini: la locandina di “Rocco racconta Siffredi” e Rocco Siffredi con la moglie Rózsa Tassi; una scena d’insieme di “Broadway Celebration”.

Frankenstein. Ritorna il mito dell’ “horror – fantascientifico”

Alla “Libreria Bodoni” di Torino, presentazione del nuovo libro e dell’EP dedicati alle figure letterarie protagoniste del romanzo di Mary Shelley

Sabato 2 novembre, ore 17

Composto a soli diciannove anni, fra il 1816 e il 1817, dalla scrittrice britannica Mary Shelley, pubblicato nel 1818 e modificato dall’autrice per una seconda edizione del 1831, “Frankenstein o il moderno Prometeo” o, più semplicemente “Frankestein”, non è soltanto il gotico capostipite dell’“horror fantascientifico”, ma anche “una profetica anticipazione delle ansie contemporanee sul destino dell’ambiente”: a questo classico della letteratura occidentale, “OHT – Office for a Human Theatre” (studio di ricerca, fondato a Rovereto – Trento nel 2008 dal regista teatrale Filippo Andreattaha dedicato lo spettacolo teatrale Frankenstein”, che si conclude con la pubblicazione “FRANKENSTEIN  – if you love solitude, you don’t love freedom” (“bruno editore”, 2024), in cui si raccolgono la ricerca e i viaggi dello stesso Filippo Andreatta nei luoghi in cui si svolge il romanzo.

Della pubblicazione di Andreatta, insieme al progetto teatrale “FRANKENSTEIN” di “OHT-Theatre”, si parlerà sabato 2 novembreore 17, in un incontro presso la “Libreria Bodoni” (via Carlo Alberto 41, SpazioB) di Torino, in cui il regista teatrale e curatore Filippo Andreatta ed il produttore, compositore e sound designer Davide Tomat racconteranno genesi ed identità delle due produzioni.

“Attraverso la frenetica sperimentazione del dottor Viktor Frankenstein e della sua creatura – dichiara Andreatta – ho vissuto anch’io un esperimento estremoIl progetto ha preso diverse forme: un’installazione, uno spettacolo, una reading session e un EP. L’ultima è stata il libro. Un libro che comprende tutti questi esperimenti e i viaggi che ho fatto nei luoghi del mostro, che è esso stesso un esperimento, una creatura prodotta dall’assemblaggio della ricerca di ‘OHT’ con la narrazione di Mary Shelley”Il volume ripubblica l’edizione del romanzo del 1831 innestando sopra le sue parole contributi della curatrice Lucrezia Calabrò Visconti, della filosofa e docente Dehlia Hannah, della guida di aree polari Kelsey Camacho, dello stesso regista Filippo Andreatta, e i materiali prodotti dal progetto.

Anche l’’EP (“Extendend Play”) OHT Frankenstein di Davide Tomat, come il testo, si sviluppa in un percorso personale e soggettivo, empatizzando con lo spettatore e la narrazione. Frutto diretto della scena e delle azioni dei performer, è stato scritto, eseguito e registrato durante le prove. E il suono appena nato, proprio come il protagonista del romanzo, impara a muoversi nel mondo, prendendo coscienza di sé attraverso l’interazione con gli esseri umani.

Spiega lo stesso compositore, Davide Tomat“Per la realizzazione del suono dello spettacolo, ho utilizzato principalmente sintetizzatori analogici polifonicisistemi modulari ‘Eurorack’, strumenti ad aria, campionamenti di elementi scenici e registrazioni sonore dei movimenti e dei respiri del ‘performer’. La mia intenzione era quella di sfruttare il più possibile ‘VCO’ analogicipresenti nei sintetizzatori e modulari analogici, che nascono e si modulano direttamente attraverso l’elettricità, arricchendoli con elementi acustici e naturali della scena e dei ‘performer’, per poi trasformarli tramite tecniche di ‘ri-sintesi’ e processi digitali. Il mio obiettivo era ricercare la scintilla elettrica ancestrale che dà vita alla materia e, attraverso il respiro ed il corpo, creare un essere contemporaneo capace di un’esistenza autonoma”.

 

Per info: “Libreria Bodoni”, via Carlo Alberto 41, SpazioB, Torino; tel. 011/5834491 o www.libreriabodoni.it o www.oth.artg.m.

Nelle foto: “Frankenstein” Libro, ph. Filippo Andreatta; Davide Tomat, Cover EP “OHT Frankenstein”

Ritorna Umbertissima alla sua seconda edizione nella galleria Umberto I

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Due giorni di arte, moda, design, musica e letteratura

Venerdì 1 e sabato 2 novembre, in concomitanza con il weekend dell’arte, la galleria Umberto I, ex ospedale di via della Basilica, a Torino, ospiterà per il secondo anno consecutivo la rassegna d’arte Umbertissima. Si tratta di due lunghe serate organizzate da JK’s Gallery e Cristinai & Co, dedicate ad arte, fotografia e design, moda, talk, musica classica, elettronica e jazz. Venerdì prenderà il via la rassegna alle 18 con le mostre “I Love You, Fuck You! Dedicated to…”, “Gallery friends”, “Galerie des Refusès”, “Gallery Face”, set fotografico e shooting di Gianni Oliva e Michele Rubino, “Fai un salto in galleria”, fotografie di Michele d’Ottavio. Alle 19.30, alla JK’s Gallery si aprirà uno spazio dedicato ai libri, che avrà un appuntamento importante alle 21 con “Boom del bookparty-quando la lettura diventa gesto sociale” con Abracabook. Sabato 2 novembre, alle 19.30, al fianco delle presentazioni librarie, ci saranno le performance di moda, che vedono in scaletta Cristina Pistoletto Parade, “Instant Collage Composition”, performance dell’artista, danzatrice, creatrice di moda Samanta Lai, in collaborazione con Belfiore Danza Contemporanea. L’atmosfera di Umbertissima sarà accompagnata da una colonna sonora composta da musicisti Jazz di musica classica e di set di Franco B.E. Non mancherà l’arte anche sotto forma di luci d’artista, in quanto la galleria accoglie la luce d’artista di Marco Gastini dal titolo “L’energia che unisce si espande nel blu”. 

Mara Martellotta 

Foto: Museo Torino

Il grande rugby torna a Torino: il 23 novembre la sfida tra gli azzurri e gli All Blacks

E’ iniziato il conto alla rovescia per Torino e l’Allianz Stadium che, sabato 23 novembre, ospiteranno il test-match conclusivo delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series tra l’Italia di Gonzalo Quesada e gli All Blacks neozelandesi, la squadra simbolo del grande rugby internazionale che sfiderà gli Azzurri nello stadio di casa della Juventus.

Il capoluogo piemontese, che nella propria storia ha accolto la Nazionale Italiana Rugby in tre occasioni, sempre allo Stadio Olimpico,, torna ad ospitare l’Italrugby a nove anni di distanza dall’ultimo appuntamento – in preparazione alla Rugby World Cup 2015 contro la Scozia – e lo fa con la sfida più iconica e sentita di un trittico autunnale che, per Lamaro e compagni, prenderà il via sabato 9 novembre ad Udine contro l’Argentina per poi proseguire domenica 17 novembre a Genova contro la Georgia prima di concludersi con l’appuntamento torinese, il più atteso non solo dagli appassionati ma dagli sportivi di tutta Italia.


Quasi quarantamila i biglietti già venduti da FIR per la partita contro la Nuova Zelanda, unico avversario sulla scena internazionale, insieme all’Inghilterra, mai battuto nei precedenti confronti dall’Italrugby.

 

Torino e l’Allianz Stadium continueranno ad ospitare la Nazionale Italiana Maschile anche nel 2025 e nel 2026, grazie all’accordo sottoscritto tra FIR e Juventus e che porterà ogni autunno nell’impianto del capoluogo il più prestigioso dei tre appuntamenti autunnali previsti dal calendario internazionale, consolidando la città sabauda come meta di riferimento per il turismo sportivo. 

 

“Dopo il ciclismo, il grande tennis, con questo match Torino e il Piemonte fanno un ulteriore passo avanti e arrivano a ospitare una sfida iconica, che risveglia passione e interesse anche tra chi non è tifoso di rugby. Avere qui, la nazionale italiana e i celeberrimi All Blacks significa rendere, ancora una volta, questo territorio la capitale mondiale dello sport. E ci piace che questo avvenga con il rugby, una disciplina bellissima che finalmente recluta appassionati e tifosi anche nel nostro Paese. Eventi come questo non sono solo spettacolo, ma rappresentano un’opportunità di crescita che coinvolgono le famiglie, ispirano i giovani e soprattutto lasciano un’impronta nel tempo. E, come amministratori, abbiamo il dovere di sostenere e promuovere questo fermento sportivo, perché lo sport crea legami, identifica valori e ci permette di guardare al futuro con maggiore fiducia e coesione” hanno dichiarato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessore allo Sport Marina Chiarelli. 


“Accogliere gli All Blacks, vera e propria leggenda del mondo del rugby e icona dello sport mondiale, sarà un imperdibile evento – ha dichiarato il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo- e, insieme, una importante opportunità di visibilità per il territorio. Nell’anno che vede la nostra Torino sempre più meta di grandi eventi sportivi internazionali, con il grande successo del Tour De France in estate, il mese di novembre, dopo le attesissime Nitto Atp Finals, porterà in città i campioni del rugby insieme ad appassionati e tifosi da tutto il mondo per un match che si annuncia sin d’ora attesissimo. Un appuntamento che intende essere il primo passo per la presenza del grande rugby a Torino e del quale siamo davvero molto contenti”.

“Vedere in campo la Nazionale italiana che sfida un simbolo dello sport internazionale come gli All Blacks – ha aggiunto l’assessore allo Sport della Città di Torino Domenico Carretta – è un orgoglio per Torino e si inserisce nella nostra visione di città come polo attrattivo per i grandi eventi sportivi, che possono essere di ispirazione per tante ragazze e tanti ragazzi e avvicinarli alla pratica sportiva di base”.

“Siamo felici di poter aprire le porte dell’Allianz Stadium alla Nazionale Italiana di Rugby, in quello che sarà il primo grande evento non calcistico ospitato dalla sua apertura. Ancora più orgogliosi dell’accordo raggiunto con FIR, che ringraziamo per la fiducia, perchè ci consentirà di proseguire questo percorso anche nei prossimi anni. Come Juventus siamo da sempre molto attenti agli eventi del nostro territorio e anche in questo caso abbiamo voluto dare un forte segnale e accompagnare l’avvicinamento a questo grande match con la mostra “The Hearth of Rugby” che ospiteremo all’interno dello Juventus Stadium fino al 24 novembre 2024” ha detto il Presidente di Juventus FC, Gianluca Ferrero.

Andrea Duodo, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha dichiarato: “Siamo profondamente emozionati per il trittico internazionale d’autunno che ci attende e la sfida di Torino contro gli All Blacks rappresenta l’acme delle nostre Vittoria Assicurazioni Autumn Series.

A quindici anni dalla storica sfida di San Siro, riportiamo gli All Blacks nel cuore del Nord Italia, in uno degli stadi più iconici dello sport nel nostro Paese. Un evento che ha fin da subito catturato l’attenzione e l’immaginazione di tutti, rugbisti e appassionati di tutti gli sport: ospitiamo la squadra di rugby più leggendaria al mondo, l’avversario più temibile, nello stadio più suggestivo. Tutto è pronto per vivere una serata di rugby che resterà nella memoria di tutti noi”.

“Ringrazio il Presidente Ferrero e la Juventus che hanno condiviso da subito questa visione e che, assieme a FIR, hanno creato le condizioni affinché questo sogno si realizzasse, non solo oggi ma anche per il futuro, consolidando i nostri eventi internazionali quali asset strategici per la nostra Federazione e per tutto il movimento, al quale garantiscono un forte impatto economico rappresentando al contempo una straordinaria opportunità di contaminazione del grande pubblico con i valori tipici del nostro Gioco. Voglio ringraziare anche il Governatore Cirio e il Sindaco Lo Russo per il loro sostegno, così come l’Esercito Italiano, che ha messo a disposizione le proprie strutture per la preparazione della nostra Nazionale. I nostri Azzurri trascorreranno qui tutta la settimana, generando un importante lascito su tutto il movimento rugbistico, in particolare tra i più giovani” ha aggiunto il Presidente federale.