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In Piemonte 65 nuovi decessi. I pazienti guariti sono 613, in totale finora 13.434 positivi

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di martedì 7 aprile

613 PAZIENTI GUARITI  E 752 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 613 (107 in più di ieri): 42 in provincia di Alessandria, 30 in provincia di Asti, 31 in provincia di Biella, 70 in provincia di Cuneo,  25 in provincia di Novara, 339 in provincia di Torino, 34 in provincia di Vercelli, 31 nel Verbano-Cusio-Ossola, 11 provenienti da altre regioni.

Altri 752 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 1.349

Sono 65 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 20 al momento registrati nella giornata di oggi.

Il totale complessivo è ora di 1.349 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 252  ad Alessandria, 62 ad Asti, 95 a Biella, 20 a Cuneo, 144 a Novara, 542 a Torino,  71 a Vercelli, 67 nel Verbano-Cusio-Ossola, 24 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 13.434 le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 1.966 in provincia di Alessandria, 633 in provincia di Asti, 594 in provincia di Biella, 1.190 in provincia di Cuneo, 1.075 in provincia di Novara, 6.425 in provincia di Torino, 670  in provincia di Vercelli, 633 nel Verbano-Cusio-Ossola, 184 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 64 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 429.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 46.927, di cui 26.474 risultati negativi.

NOTA AL BOLLETTINO

Da questa sera, verranno allegati al bollettino i dati delle guarigioni e dei decessi suddivisi per giorno, in modo da facilitare la lettura dell’andamento dell’epidemia, evitando equivoci interpretativi dovuti all’ordine di caricamento dei dati.

CORDOGLIO

«Al dolore per le vite che si sono spente oggi si aggiunge anche la nostra profonda tristezza per la morte, in un incidente stradale, del maresciallo dell’esercito Massimiliano Taddeo, da settimane al nostro fianco, qui all’Unità di crisi, nell’affrontare questa difficile situazione. Alla sua famiglia va tutto il nostro affetto e la riconoscenza per l’impegno e la dedizione con cui ha sempre lavorato sul campo – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme agli assessori alla Sanità Luigi Icardi e alla Protezione Civile Marco Gabusi -; al nostro cordoglio si unisce quello di tutta l’Unità di Crisi e dei volontari della Protezione civile che operano in Corso Marche».

 

Coronavirus alle Vallette. Ai domiciliari Defilippi condannato per il delitto Rosboch

Nel carcere delle Vallette due reclusi sono risultati positivi al tampone. Messi prima in isolamento, sono stati condotti in abitazioni di pertinenza delle loro famiglie e collocati in regime di detenzione domiciliare

Si tratta di Gabriele Defilippi, condannato in via definitiva a trent’anni di reclusione per l’omicidio della ex insegnante, Gloria Rosboch di  Castellamonte, e di uno dei quattro giovani processati per i fatti di piazza San Carlo, Hamza Belghazi, condannato a 10 anni e 4 mesi in primo grado

Peggio ma meglio

La poesia

La scrittura è un ponte che collega il pendio della banalità all’etere oppure alla malattia, non conta quale sia la giusta via.

Assurgo raramente alla giusta conclusione, perchè la vita sta nell’azione e nella scaltra deduzione di dover isolare la devozione, lasciando spazio alla prolificità della chimera.

Quando sbagliamo ignoriamo la giusta correzione, perchè conoscendo l’archè svanirebbe l’illusione di cimentarsi in un’indagine riservata agli esseri troppo ricchi di etica e poveri di inventiva poetica.

Luca Testa

Mille maschere Decathlon adattate per terapie respiratorie

Sono un migliaio le maschere da snorkeling Decathlon che l’Unità di crisi del Piemonte ha adattato e distribuito agli ospedali piemontesi per i trattamenti di insufficienza respiratoria dei malati covid

Lo comunica l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, complimentandosi con i coordinatori dell’Area Dea dell’Unità di crisi Gian Alfonso Cibinel e dell’Area Rianimazione Sergio Livigni che hanno portato a termine l’operazione, con l’aiuto concreto e generoso di aziende e singoli cittadini piemontesi.

«In tempo di emergenza – osserva l’assessore regionale Icardi -, il Piemonte sta dimostrando di saper fare sistema attraverso le sue risorse migliori, professionali e di comune generosità. Davvero un bell’esempio per tutti, del quale siamo orgogliosi e grati».

Il progetto originario di adattamento delle maschere Decathlon è di un’azienda di Brescia, che lo ha messo gratuitamente a disposizione di tutti, mentre l’azienda Ergotech di Settimo Vittone, sempre gratuitamente, si è messa a disposizione per stampare su linea industriale i raccordi in plastica necessari per la modifica dell’apparecchiatura.

Parallelamente, l’Unità di crisi ha raccolto le donazioni spontanee delle maschere Decathlon (700 regalate direttamente da Decathlon, 200 dall’Ordine dei medici del Piemonte, 50 dalla Protezione civile di Alessandria, oltre a quelle consegnate dai singoli cittadini), interagendo con l’azienda per riassembrarle e distribuirle agli ospedali, con tanto di video-tutorial per il loro corretto montaggio e utilizzo da parte di medici e operatori sanitari.

«Si tratta di una maschera da usare in stato di necessità – precisa Icardi -, quando non c’è altro modo di agire a beneficio del paziente che manifesti insufficienza respiratoria grave, cioè quando non siano disponibili i presidi utilizzati in questi casi, come i caschi Cpap e le maschere Fullface. La “validazione” delle maschere Decathlon è stata prodotta direttamente dall’Unità di crisi della Regione Piemonte, fermo restando che il prodotto non è stato certificato dall’Istituto superiore di Sanità, né autorizzato dal Ministero della Salute. Sul piano clinico – rileva l’assessore -, le maschere hanno ottenuto un ottimo riscontro, contribuendo in modo decisivo a risolvere situazioni drammatiche».

Più assistenza ai senza fissa dimora

Sono state approvate dalla Giunta, ieri sera, le linee guida per contenere il diffondersi del virus nei centri di accoglienza per le persone senza fissa dimora.

“Abbiamo lavorato – sottolinea Chiara Caucino, assessore regionale al Welfare – per tutelare anche le persone meno fortunate che, in questo grave periodo di emergenza, non hanno una casa in cui alloggiare. Per questo abbiamo predisposto alcune indicazioni essenziali di prevenzione che assicurino la continuità di un servizio oggi così prezioso per coloro che, altrimenti, vivrebbero per strada”.

Si tratta di azioni valide per tutto il territorio piemontese, che prevedono: un rafforzamento delle Unità di strada per verificare il numero e le necessità di chi non accede con regolarità ai servizi dedicati; il collegamento diretto con il Servizio sanitario in caso di sospetto contagio e, infine, l’implementazione degli orari di apertura dei servizi di ospitalità e delle mense operanti.

Nel caso di soggetti da sottoporre a quarantena, o positivi al Covid-19 ma asintomatici, si procederà ad allestire luoghi adeguatamente attrezzati e idonei a garantire la salvaguardia della salute pubblica. Ai pazienti positivi con sintomi importanti sarà inoltre garantito il ricovero presso le sedi ospedaliere.

“Quello della Regione – conclude Caucino – è un impegno di solidarietà nei confronti dei più deboli. È un dovere sociale e morale delle Istituzioni fornire un supporto concreto a chi ne ha bisogno, proprio per evitare che ad emergenza si aggiunga emergenza”.

La mensa dei poveri chiede aiuto

L’appello alla solidarietà del sacerdote cottolenghino Don Adriano Gennari: “Da inizio pandemia siamo passati dagli abituali 130 a più di 270 pasti al giorno”.

A Torino la ‘Mensa dei Poveri’ fondata nel 2008 in Via Belfiore 12 da Don Adriano Gennari, sacerdote cottolenghino anima carismatica del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ lavora senza sosta per sfamare gli indigenti e i senza tetto della città, nel cuore del difficile quartiere multietnico e popolare di San Salvario.

Persone che la pandemia da Covid-19 ha lasciato ancor più di prima in difficoltà e senza tutto. “Siamo passati dal servire ogni sera dalle 16 alle 19 più di 270 pasti caldi al giorno ai poveri che attendono in fila indiana con pazienza e opportunamente distanziati, rispetto alle media di circa 130 in tempi normali”, racconta Don Adriano Gennari.

“La nostra mensa vive di Divina Provvidenza, dell’aiuto preziosissimo del ‘Banco Alimentare’ che ringrazio di tutto cuore per il suo insostituibile apporto e altrettanto impagabile impegno, ma anche di carità umana. Abbiamo bisogno dell’aiuto generoso di tutte le persone sensibili, per continuare ad assistere quotidianamente i bisognosi, fra cui aumentano giornalmente anche molti italiani che, sino a poco tempo fa, mai avremmo pensato di vedere in coda a una mensa sociale”, è l’appello del sacerdote torinese.

“Anche perché, con i supermercati presi d’assalto, non riceviamo da loro quasi più cibo in dono con cui approvvigionare le nostre cucine, per via delle scorte esaurite. E la chiusura da un mese a questa parte delle mense aziendali ci priva anche degli avanzi giornalieri che invece per noi, normalmente, fanno la differenza nell’alimentare quante più bocche possibili”.

Per chiunque voglia dare il proprio contributo, utile ad acquistare bevande e alimenti, è possibile chiamare o scrivere sms o messaggi via Whatsapp al numero 3756188246, oppure scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica info@cenacoloeucaristico.it. Tutte le informazioni sul sito www.cenacoloeucaristico.it.

Maresciallo impegnato nell’emergenza sanitaria muore nello scontro in moto

Un maresciallo dell’Esercito è morto questa mattina in un incidente stradale avvenuto a  Torino. In  moto, si è scontrato con un’auto all’incrocio tra corso Ferrucci e corso Mediterraneo

L’urto è stato  violentissimo e  l’intervento dei sanitari del 118 è stato inutile. Per i rilievi è intervenuta anche la polizia municipale.
La vittima era in  servizio presso la sala operativa della Protezione civile regionale che sta affrontando l’emergenza coronavirus.  Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, esprime “profondo cordoglio alla famiglia e agli affetti più cari, a nome della Forza Armata e suo personale”.  L’Esercito si è subito attivato per fornire il supporto e il sostegno necessario ai congiunti del militare.

Il terziario è a pezzi: crollo tra il 50 e il 70 per cento del fatturato

Il terziario torinese a causa del Coronavirus ha patito un enorme crollo di fatturato, stimato tra  fra il 50 e il 75% , in particolare nel settore del turismo, dell’accoglienza e della somministrazione con punte fino al 90% per le guide turistiche, le agenzie viaggi e l’organizzazione degli eventi.

Anche l’abbigliamento è  in grave sofferenza. I dati sono dell’Ascom Confcommercio e “segnano la profonda sofferenza economica che ha travolto le piccole e medie imprese del terziario torinese – dice Maria Luisa Coppa presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia e Confcommercio Piemonte – mentre continua la corsa delle grandi piattaforme dedicate all’e-commerce. Alla politica chiediamo concreti interventi di sostegno alle nostre imprese, in materia di liquidità con finanziamenti a fondo perduto, credito, sburocratizzazione e provvedimenti di velocizzazione per pagamenti e cassa integrazione per i dipendenti delle imprese”.

Covid-19, prestiti ai dipendenti fino a 2 milioni a tasso zero

Di Tanno, Intergea: “Un impegno che arriva dove il sistema creditizio è imbrigliato dalla burocrazia” 

“Le famiglie hanno bisogno di liquidità e la necessità è immediata, per fronteggiare spese correnti, mutui, affitti, bollette”, spiega Alberto di Tanno, presidente del Gruppo Intergea e di Nobis Filo diretto assicurazioni.

Ecco perché il Gruppo Intergea ha stanziato fino a 2 milioni di euro di prestiti a interessi zero per i suoi 300 dipendenti, per far fronte all’impatto economico dell’emergenza Covid-19. Questo è l’ultimo provvedimento di solidarietà legato alla situazione Coronavirus, deciso dal gruppo torinese leader nella distribuzione automotive, che conta tra i suoi marchi Autoingros, Logica, Theorema, Forza e Tecnogest.

“Le odierne misure restrittive – aggiunge Di Tanno – per quanto necessarie al fine di contenere il virus, stanno mettendo a dura prova le imprese, piccole e grandi, e tutti i lavoratori. Come azienda che opera nel mercato dell’automotive, abbiamo adottato questa forma di aiuto per i nostri dipendenti”. Nello specifico si tratta di un prestito che varia, per chi ne fa richiesta, tra i 5mila e i 10mila euro a dipendente, da restituire in dieci anni a tasso zero.

“È un impegno concreto e solidaristico che arriva là dove il sistema creditizio è ancora imbrigliato in rigidi parametri burocratici. Le persone rappresentano il vero valore di un’impresa e l’impresa cerca di fare la sua parte senza tentennamenti, attraverso il supporto e lo sviluppo di soluzioni per i singoli”.

Una misura che si aggiunge a quelle che il Gruppo ha già posto in essere per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Tra le prime approvate, c’è l’anticipo delle provvigioni di marzo e aprile per gli agenti della compagnia assicurativa Nobis Filo diretto e una polizza assicurativa per tutti i 600 lavoratori del gruppo auto e assicurazioni, che prevede indennità e diarie da ricovero in caso di degenza ospedaliera o isolamento domiciliare.

Tutte le concessionarie del Gruppo Intergea hanno attivato le necessarie misure di prevenzione, previste dai decreti emanati dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza Covid-19.

“Gli autosaloni si stanno attrezzando e sono pronti a riaprire anche intensificando le protezioni di sicurezza, non appena sarà superato il blocco”, prosegue Di Tanno, sottolineando come le concessionarie si siano già munite di paratie di separazione con il pubblico, mascherine e prodotti igienizzanti; anche gli spazi sono stati modulati e ripensati per mantenere le adeguate distante precauzionali, in vista della cosiddetta fase 2.

I nuovi laboratori Comau per l’elettrificazione

Comau, azienda leader a livello globale nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per il settore dell’automazione industriale, pioniera nello sviluppo di processi e applicazioni avanzati di saldatura laser, ha creato laboratori laser altamente specializzati per supportare le aziende nello sviluppo, nell’implementazione e nell’ottimizzazione dei processi laser che riguardano la costruzione e l’assemblaggio di motori e batterie elettrici.

 

Con due laboratori a Grugliasco (Torino) – uno specializzato in batterie e l’altro dedicato agli e-motor, insieme ad altri laboratori a Shanghai e Detroit, Comau ha rafforzato a 360° la sua catena di valore nel settore elettrico con l’offerta di una vasta gamma di processi laser per vari settori industriali, come quello automobilistico, aerospaziale, della General Industry, energia e Oil & Gas.

In tal modo, Comau mira ad aumentare l’efficienza, la velocità e il valore della produzione delle aziende, consentendo loro di offrire soluzioni operative altamente competitive nel campo dell’elettrificazione. Per questo, i suoi laboratori laser specializzati sono stati dotati di robot Comau NJ-220, in grado di lavorare simultaneamente e su diversi tipi di applicazione, alimentati dall’innovativo sistema LHYTE (Laser Hybrid Technology), sviluppato da Comau in collaborazione con Prima Electro. LHYTE è adatto a numerose e differenti applicazioni grazie ad una soluzione brevettata che consente di alternare automaticamente laser a fibra e a diodi per garantire una giunzione ottimale e ad alta precisione, fondamentale per l’assemblaggio di una batteria elettrica o di un motore elettrico. LHYTE è inoltre in grado di gestire la complessità di lavorare materiali, come rame e alluminio, che presentano diverse temperature di fusione, garantendo al contempo una forte tenuta del giunto con un basso livello di resistenza elettrica.