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Il Consiglio comunale condanna i disordini in corso Giulio Cesare

La sindaca Chiara Appendino aveva espresso la propria condanna dei fatti già ieri in serata attraverso i social network

Un gruppo di antagonisti hanno insultato e aggredito gli agenti di polizia intervenuti per arrestare un rapinatore che aveva strappato la catenina d’oro dal collo di un anziano

In  apertura della riunione odierna del Consiglio Comunale di Torino, il presidente della Sala Rossa, Francesco Sicari, a nome della Conferenza dei Capigruppo e di tutto il Consiglio comunale ha letto un messaggio con il quale si esprime “la più ferma condanna rispetto ai fatti di violenza che sono avvenuti nel primo pomeriggio di domenica 19 aprile, in corso Giulio Cesare. Nel difficile momento storico che tutti stiamo vivendo, ha affermato Sicari, è inaccettabile qualsiasi forma di violenza. Alla vittima della rapina e agli agenti di polizia rimasti feriti durante l’intervento, esprimo vicinanza a nome del Consiglio Comunale”.

 

Pensionata 87enne in auto contromano in tangenziale

Ha  87 anni la pensionata  residente ad Alpignano che è stata fermata dalla polizia stradale di Settimo mentre percorreva contromano la tangenziale nord di Torino

L’anziana era al volante di una Fiat Panda e  ha percorso nella direzione sbagliata il tratto compreso tra gli svincoli di Borgaro e Caselle. Oltre alla multa verrà richiesta in  prefettura  la conseguente revoca della patente. Ai poliziotti che l’hanno accompagnata a casa ha detto di essersi smarrita.

Nuova vita per i Musei e i giardini reali

L’ estate porterà nuovi allestimenti ai Musei Reali. Il mese di maggio (se ancora non sarà possibile la riapertura) servirà a riattivare il  cantiere dei Giardini

Una volta terminati i lavori verranno posizionate nuove grandi fioriere.

Per quanto riguarda i programmi, come anticipa il quotidiano La Stampa, alla riapertura si terranno corsi di acquerello all’aperto  e percorsi sensoriali guidati  da esperti tra piante secolari  e  fiori. Per la fine dell’estate è prevista l’inaugurazione  dei  giardini di levante, quelli che si affacciano  su viale dei Partigiani.

 

(foto: il Torinese)

Il Po mai così limpido

Chiare fresche dolci acque  Tra i pochi effetti positivi del coronavirus è da registrare come le acque del Po non siano mai state così limpide

Complici le industrie ferme per il lockdown, il Grande fiume si presenta cristallino e di un bel colore azzurro.  Gli scarichi delle aziende, infatti, sono ad oggi pressoché inesistenti.

Attenzione, però: ciò non significa che l’inquinamento sia del tutto sparito e che si possa bere l’acqua, magari ai Murazzi, come se si trattasse di una fonte di montagna. Comunque lo spettacolo è davvero inusuale. Godiamocelo finché sarà possibile.

 

(foto Mihai Bursuc)

Lavava l’auto più volte al giorno lontano da casa, multato dalla GdF

Dal rivenditore di mascherine “fai da te”, all’azienda di costruzioni che continuava la sua attività nonostante i divieti, sino all’uomo sorpreso a lavare sempre la stessa auto più volte al giorno.

Oltre 1000 persone identificate, una sessantina quelle sanzionate per assembramento, circa 6.000 gli esercizi commerciali controllati.  È un primo bilancio dell’attività di controllo del territorio effettuata dalla Guardia di Finanza di Torino in tutta la Val di Susa da quando sono iniziate le restrizioni per fronteggiare l’emergenza “coronavirus”.

Oltre 50 i Finanzieri della Compagnia di Susa e della Tenenza di Bardonecchia impegnati giornalmente sulle principali arterie stradali, all’interno dei parchi cittadini e nei maggiori luoghi di aggregazione.

Come detto, c’è chi è stato sorpreso a lavare la stessa auto più volte al giorno ed in un autolavaggio distante chilometri dal comune di residenza, oppure l’azienda di costruzioni e forniture edili che, non curante della situazione emergenziale, continuava la propria attività a pieno regime.

C’è stato lo spazio anche per un’operazione della Tenenza di Bardonecchia che dopo una breve indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, ha scoperto come un commerciante torinese aveva allestito nella sua abitazione una mini-fabbrica, con tanto di macchina plastificatrice, dove confezionava e vendeva mascherine chirurgiche, cappellini in carta ad uso ospedaliero ed altro materiale utilizzato per il confezionamento dei dispositivi medici; il tutto in condizioni igienico sanitarie precarie visto come sono stati trovati gli ambienti e gli articoli sequestrati.

Il cinquantenne, acquistava grandi quantità di mascherine e altri dispositivi medici, su importanti piattaforme on line, curando personalmente il singolo confezionamento e la successiva vendita al dettaglio presso alcuni punti vendita di Bardonecchia, tra l’altro a prezzi offerti al consumatore finale decisamente superiori al mercato.

Peccato che il tutto avvenisse in pessime condizioni igienico sanitarie e che tutti gli articoli rinvenuti fossero privi di ogni forma di garanzia a tutela del cliente, vista l’assenza di qualsivoglia indicazione circa la loro natura e provenienza e con caratteristiche difformi da quelle previste dalla normativa.

Nel corso delle perquisizioni sono stati anche rinvenuti numerosi farmaci, parafarmaci e integratori alimentari di dubbia provenienza e dalla composizione sconosciuta per i quali sono in corso ulteriori approfondimenti da parte dei Finanzieri di Bardonecchia presso le competenti autorità del farmaco.

Due le persone denunciate alla Procura della Repubblica torinese e oltre un migliaio le mascherine sequestrate.

Fase 2: quali risposte per bimbi e genitori?

Crediamo che sia arrivata l’ora di dedicare una parentesi ad una situazione che stanno vivendo tutte le famiglie italiane ed alla necessità di avere delle delucidazioni e delle risposte sul futuro prossimo dell’educazione e della gestione dei nostri bambini e ragazzi. 

Sono difatti settimane che i genitori, silenziosamente, si stanno occupando della cura e della didattica dei propri figli, sono allo strenuo delle forze, ma chi ha bambini nelle classi materne ed elementari (soprattutto le prime classi) è vicino alla beatificazione, vista la poca indipendenza dei più piccoli e la contemporanea necessità di apprendere e avanzare con il programma per non rimanere indietro proprio all’inizio della carriera scolastica.

Durante questa quarantena, noi genitori, siamo passati attraverso lezioni online che durano ore per dire un “ciao”, microfoni sempre accesi di tutti, messaggi video con didattica, mail continue di compiti, fotocopie, stampanti senza cartucce e consumo internet da gestire, interrogazioni generali su classi interattive, durante le quali  abbiamo riscoperto la tensione che provavamo noi alla loro età, siamo addirittura riusciti a spiegare, senza perder troppo la pazienza, argomenti totalmente dimenticati, come le lettere del corsivo maiuscolo, l’utilizzo dell’abaco e dei regoli, fino ad arrivare ai disastrosi lavoretti creativi manuali.

Siamo passati sopra al nostro smart working, siamo riusciti a procurare ad ogni figlio un dispositivo elettronico, quasi totalmente dedicato (a nostre spese e lo hanno dovuto fare anche i più contrari tra noi all’uso, o abuso, della tecnologia tra i più piccoli), siamo riusciti a coordinare le lezioni online di più figli, (dove l’assistenza da parte del genitore è richiesta continuamente), in pratica stiamo lavorando, forse più di quando ci recavamo nelle nostre aziende a svolgere il nostro lavoro per niente smart, ma che ora ricordiamo quasi come l’odore dello zucchero filato al luna park.

E non bisogna dimenticarsi come possano vivere questo momento quelle famiglie già caratterizzate da situazioni critiche, i cui bambini, perdendo la scuola, perdono l’unico esempio di relazionalità adeguato a cui potevano affidarsi prima dell’epidemia.

In pratica Ognuno di noi ha fatto davvero il possibile e senza modestia CI SIAMO RIUSCITI, tutti, ognuno a proprio modo.

Tutto questo è indubbiamente servito a dare un valore più grande all’insegnamento, sono certa che quando tutto finirà gli insegnanti avranno nei nostri cuori un posto più rilevante.

Adesso però abbiamo bisogno di RISPOSTE o quantomeno di una visione concreta del futuro che prenda in considerazione le problematiche inerenti a genitori e bambini.

Si parla di fase 2 e ripartenza. Tutti noi stiamo entrando nell’ottica che presto torneremo a lavorare effettivamente, chi prima chi dopo, ma comunque delle scuole nessuna notizia, nessuna prospettiva, nessuna visione, con le scuole chiuse fino a data da destinarsi, i centri estivi probabilmente chiusi tutta all’estate (altrimenti che senso avrebbe tenere chiuse le scuole che non costano a differenza di questi ultimi).

La prima domanda sorge spontanea… dove li lasciamo i bambini per 5 mesi? 

Ammesso e non concesso che da settembre tutto torni alla normalità!
Non potremo lasciarli ai nonni poiché si rischia di vanificare gli sforzi per il loro isolamento, soprattutto considerando il rischio maggiore se il genitore si reca a lavoro, isolamento che sopra ad una certa soglia d’età, probabilmente, verrà protratto a lungo.
Non possiamo contare sul congedo parentale che è di soli 15 giorni (non contando che nelle piccole aziende, dopo mesi di mancata produzione, non si guarderà di buon occhio l’utilizzo di questo sistema). In ogni caso la copertura sarebbe di 1/10 del periodo necessario!
Non potremo lasciarli ad una baby-sitter poiché, considerando 10 euro /ora, come previsto dal decreto legge, per 8 ore al giorno, calcoliamo una spesa media di 1800 euro al mese. Senza considerare che in realtà un lavoratore tendenzialmente resta fuori casa per 9 o anche 10 ore al giorno. Cifra improponibile per la maggior parte delle famiglie, anche considerando il bonus di 600 euro indicato nel decreto cura Italia, infatti più del doppio del costo rimarrebbe a carico delle nostre famiglie!!!

Ci chiediamo come faremo a gestire il nostro lavoro e la loro educazione e come potremo organizzarci in tempo, senza avere alcun tipo di informazione utile dalle istituzioni, che anzi sembrano essersi completamente dimenticate dei più piccoli e delle famiglie.

Le soluzioni peseranno su qualcuno in particolare e sul sistema famiglia più in generale. Chi guadagna di meno nella famiglia, di solito le donne (sembra impossibile nel 2020 in Italia, ma questa è la situazione reale), sarà costretto a rinunciare al proprio lavoro? Dovremo indebitarci per delegare la cura e la cultura dei nostri figli?

Non tener conto della problematica, allarga ulteriormente il divario sociale e non gratifica la scelta, già molto ardua, e sempre meno di moda, di avere dei figli in Italia. 

Siamo molto contrariati dal fatto che non vengano date linee guida chiare che prendano in considerazione una questione destinata a scoppiare nel brevissimo periodo. Non è possibile continuare a dare mezze risposte, o non darle affatto, alle nostre fatiche, ed essere in balia di una task force tutta al maschile. Ci chiediamo se avremmo potuto avere migliori risposte se ci fossero state anche figure femminili di spicco deputate a gestire questa emergenza. Tali questioni riguardano 10 milioni di studenti a cui dovrebbe essere garantito il diritto all’istruzione e anche il diritto a vivere le relazioni tipiche della loro età.

Ci sembra assurda la totale assenza di informazioni e di attenzione da parte di tutti gli organi governativi e di tutti i gruppi di lavoro incaricati di gestire al meglio questa situazione. Perché i piccoli studenti di oggi dovranno gestire il domani del nostro paese e dimenticarseli vuol dire non avere alcuna visione di futuro.

Noi famiglie italiane troveremo per forza, e nostro malgrado, delle soluzioni, come abbiamo fatto finora, ma purtroppo i bambini non possiamo portarli tutti in Parlamento a Conte, cosa che servirebbe quantomeno per una seria presa di coscienza da parte delle istituzioni.

Gettando il cuore oltre l’ostacolo, mi auguro vivamente che non solo arrivino risposte e rassicurazioni per questa imminente problematica, bensì questa tragedia possa porre le basi per un discorso più ampio, che tenga conto del disagio e delle esigenze delle famiglie, delle donne lavoratrici e del sistema che orbita intorno ai figli che, evidentemente, ha ancora molta strada da fare per porre l’Italia nella condizione di aumentare serenamente il proprio numero demografico.
Questione che è di vitale importanza per tutti.

Lucrezia Eleonora Bono

“Tolleranza zero per salvare Aurora e Barriera”

Riceviamo e pubblichiamo / I gravi fatti accaduti ieri pomeriggio in Corso Giulio Cesare (Polizia sotto “scacco” da decine e decine di persone), hanno mostrato all’Italia, attraverso i media, il solito copione: parole di solidarietà a partire dalla Sindaca e da tutte le Forze  politiche alle forze dell’ordine, con gli  spettatori che si attendevano invece parole dure e promesse di interventi futuri con il pugno di ferro.

 Raffaele Petrarulo, consigliere comunale della Lista  civica Sicurezza e Legalità, è impegnato da anni in prima persona con comitati e cittadini a chiedere presidi interforze e dell’esercito in Barriera ( tra le tante battaglie, la petizione del 2014 al Sindaco Fassino con oltre 1000 firme di cittadini che erano stufi della microcriminalità dilagante e che ricevette come risposta  “ma siete visionari?”… con la prosecuzione del solito ping pong e rinvio di azioni risolutive).
      Questo singolo atto, è l’avvertimento che non si può più porgere l’altra guancia e Petrarulo chiede alla Sindaca ed al Prefetto, di attuare immediatamente il modello #TOLLERANZAZERO adottato dal Sindaco di New York Rudolph Giuliani, che riuscì in poco tempo a fare di New York e del Bronx in particolare, una città con una vivibilità accettabile, iniziando ad inculcare alle persone che dal biglietto della metro/tram non pagato agli scippi, questi non sarebbero più stati tollerati, e così avvenne.
     Da noi sono passati circa 6 anni, due Sindaci… ma siamo rimasti alle solite frasi di solidarietà: ci dispiace, ecc… ORA BASTA: “  la Sindaca e il Prefetto debbono intervenire con forze commisurate alla gravità della situazione creatasi o la zona da degradata passerà a polveriera con la miccia già innescata che o la si spegne ora o porterà ad una violenta esplosione che nessuno desidera, ma che inevitabilmente è il finale scritto da questi eventi che si stanno ripetendo sempre più con frequenza e intensità”.
Lista  civica Sicurezza e Legalità

La spesa arriva comodamente a casa

Emergenza Coronavirus:  i servizi di spesa a domicilio visibili anche in app in collaborazione con Ascom Confcommercio Torino e Provincia e Coldiretti

Per facilitare la vita ai cittadini e sostenere gli esercizi commerciali e le aziende durante l’emergenza, Junker, su invito del Comune di Torino, ha inserito in app l’accesso alle mappe aggiornate delle consegne a domicilio, create dalle associazioni di categoria.

Tramite un link permanente – posto nella pagina del Comune di Torino in Junker – ogni utente potrà accedere direttamente dal suo smartphone alle mappe originali e visualizzare gli esercizi aderenti, zona per zona, e relative schede, complete di recapiti per il contatto diretto.
Junker sostiene queste iniziative mettendo a disposizione il suo canale di informazione diretto verso oltre 45mila utenze dotate della app in città e rilanciandole periodicamente con messaggi diretti.

Informazioni su Junker: http://www.junkerapp.it

“La polizia difende la vittima, gli antagonisti i rapinatori”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Segretario Generale del SIULP, sindacato di polizia di Torino, Eugenio BRAVO, in relazione al fatto di cronaca avvenuto ieri nel borgo Aurora

Torino, Corso Giulio Cesare, le Volanti arrestano in strada gli autori, stranieri, di una rapina…questi reagiscono, aggredendo violentemente i poliziotti per cercare di sfuggire alla cattura. Nonostante tutto i malfattori vengono assicurati alla giustizia ed immediatamente, in mezzo alla strada, in un quartiere che ritengono “il loro”, una sessantina di antagonisti dei centri sociali mettono in atto il loro consueto teatrino; megafono in mano invadono il corso, bloccano il traffico dei mezzi pubblici, imbrattano un tram ed aizzano la popolazione a ribellarsi allo “Stato di polizia” che sta giustamente provvedendo ad arrestare i delinquenti.

Nel contempo vengono inviati sul posto 40 uomini del Reparto Mobile e 10 del Reggimento Carabinieri, tenuti tuttavia ad una distanza di circa 200 metri, i quali si limiteranno necessariamente a controllare la situazione, senza intervenire salvo che questi soggetti decidano di muoversi in corteo, cosa che non accade, pertanto lo spiegamento di forze attende paziente che questi signori, in autonomia e quando lo riterranno opportuno lascino il territorio.

Poche parole per descrivere un film già visto e rivisto, un film che già nella normalità quotidiana desterebbe rabbia e tristezza, se non che c’è da considerare un PICCOLO particolare…..non stiamo forse vivendo un lasso temporale fra i più critici della nostra esistenza? Non stiamo forse vivendo un’emergenza sanitaria così grave che ha portato alla chiusura di tutto ciò che era possibile chiudere, comprese le persone all’interno delle proprie abitazioni? Le forze dell’ordine non sono impegnate costantemente in un estenuante controllo del territorio allo scopo di scoraggiare e perseguire chiunque, senza giustificato motivo, si faccia trovare per strada? Non siamo costantemente ostaggio del numero dei contagi che in Piemonte continua a salire?

Bene, in tutto questa surreale e drammatica situazione che stiamo vivendo il film che vi abbiamo sommariamente tramato diventa un colossal dell’assurdo….migliaia di uomini impiegati per verificare il titolo cartaceo ai cittadini, senza distinzioni di classe, età, sesso e religione e 50 uomini necessariamente inermi ad osservare altrettanti “professionisti del disordine” che infrangono tutte le norme urgenti e straordinarie messe in atto per contrastare l’emergenza sanitaria. In nome della loro presunta libertà, questi arroganti facinorosi, con il loro comportamento incosciente, pregiudicano tutti gli sforzi e i sacrifici delle autorità e dei cittadini. Ci chiediamo quale pensiero possa aver pervaso le menti di tutti quei poveri cittadini i quali, oggi pomeriggio, (ieri, ndr)  “ostaggi” all’interno delle loro dimore, hanno assistito a tutto ciò.

Una task force per la Fase 2 della sanità guidata dall’ex ministro Fazio

Il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi:  “Oggi che le ferite sono ancora aperte possiamo capire le criticità del sistema: da lì ripartiremo per costruire una sanità di territorio”

 

Una task force di esperti che possa analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese, al fine di ripartire da lì per la futura programmazione. È una Fase 2 anche per la sanità quella su cui il Piemonte si prepara a lavorare: oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Icardi, approverà una delibera che istituisce un gruppo di esperti a supporto dell’Assessorato alla Sanità e della Giunta.

 

Ne faranno parte figure autorevoli del mondo istituzionale, medico e scientifico a cominciare da Ferruccio Fazio: all’ex ministro della Salute, oggi sindaco di Garessio, sarà affidato il compito di presiedere la task force. Medico nucleare e pioniere in Italia nell’utilizzo della PET, fu proprio Ferruccio Fazio nel 2009, allora vice ministro della Salute, a gestire l’emergenza in Italia da virus A/H1N1 – la cosiddetta influenza suina – coordinando una specifica Unità di crisi nazionale per affrontare la pandemia.

 

Al suo fianco nel gruppo di lavoro ci saranno anche il prof. Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino Guido GiustettoPietro Presti, coordinatore straordinario per il coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino.

 

«Innanzitutto desidero ringraziare tutti gli esperti del gruppo di lavoro, a cominciare da Ferruccio Fazio, per la grande disponibilità a mettere le proprie competenze a servizio della Regione e del territorio – sottolinea il presidente Alberto Cirio –. Accanto a una Fase 2 per l’economia, al Piemonte serve anche una Fase 2 per la sanità. Dobbiamo fare una analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema sanitario necessita di maggiori interventi e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di “ricostruire”, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio».

 

«Ringrazio tutti coloro che hanno accolto il nostro invito a farne parte – commenta l’assessore alla Sanità Luigi Icardi –. Insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese».

 

La task force avrà il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale, analizzandone il contesto attuale alla luce delle crescenti criticità cumulatesi negli ultimi anni, ma anche mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane. Obiettivo costruire una strategia per la futura programmazione sanitaria con particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto assistenza ospedaliera e territoriale.

 

Parteciperà ai lavori del gruppo anche il prof. Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

 

La task force, inoltre, si interfaccerà nei suoi vari obiettivi con i rappresentanti di tutte le categorie di riferimento sia in ambito accademico che sanitario.