Oggi Alma vive una nuova vita

Laura Di Cintio
Ufficio stampa OIPA Italia
CESANA TORINESE – Mancano ancora due mesi, ma cresce l’interesse attorno alla decima edizione della Granfondo Sestriere Colle delle Finestre – Via Lattea. L’appuntamento è per il 5 e 6 luglio 2025, ma Cesana Torinese è già in fermento.
Il perché lo aveva già spoilerato il Sindaco Daniele Mazzoleni alla serata di presentazione della nuova Pro Loco di Cesana.
In quella sede, che raccoglieva tanti esercizi commerciali del paese, albergatori e ristoratori, il Sindaco Mazzoleni aveva fatto l’annuncio che la decima edizione della Granfondo partirà da Cesana Torinese e non più da Borgata Sestriere.
Questa è la grande novità del decennale che ancor di più vuol far diventare la Granfondo uno degli eventi di punta dell’intero territorio dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.
L’altra grande novità è rappresentata dal percorso rinnovato ribattezzato “Short Edition” che diminuisce la distanza, ma non certo la spettacolarità delle grandi salite che sono, da sempre, la parte più emozionante e romantica del grande ciclismo.
Ci saranno quindi una Granfondo da 103 km ed una Mediofondo da 79 km, sempre col passaggio sul leggendario Colle delle Finestre.
Il Sindaco di Cesana Daniele Mazzoleni esprime la soddisfazione di poter ospitare il via della corsa: “Per Cesana è un onore poter ospitare la partenza della decima edizione di una corsa che ha scritto e sta scrivendo la storia del ciclismo d’alta quota. Noi stiamo lavorando per farci trovare pronti per l’appuntamento del 5 e 6 luglio e cercheremo di offrire la miglior ospitalità ad atleti e tifosi. La Granfondo diventa così chiaramente uno degli eventi di punta della nostra estate a Cesana e questo va nell’ottica di valorizzazione della stagione estiva che stiamo perseguendo”.
Traffico di migranti, arrestati tre pakistani
La Polizia di Stato, in stretto raccordo con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, all’esito di mirate ricerche sul territorio nazionale, ha dato esecuzione ad un arresto provvisorio per fini estradizionali emesso dall’Autorità giudiziaria pakistana nei confronti di tre cittadini di quel Paese, indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I provvedimenti sono stati convalidati dalle Corti d’Appello con il coordinamento delle Procure Generali competenti.
L’operazione, svolta dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Torino, Catanzaro e Brescia, ha interessato contemporaneamente le predette province, ove i soggetti sono stati localizzati, tratti in arresto e posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria italiana per lo svolgimento del procedimento estradizionale.
Nel corso dell’indagine è emerso il coinvolgimento degli arrestati nel traffico di migranti che partiti dal Pakistan, venivano fatti transitare dalla Libia, sulla rotta del Mediterraneo centrale, per fare ingresso illegale in Unione Europea, in particolare dalle coste italiane e greche.
Il sodalizio criminale pakistano sarebbe stato collegato anche a due gravi episodi di naufragio.
Il primo sarebbe avvenuto nel febbraio del 2023 a largo delle coste libiche, allorquando un barchino in ferro del tutto privo di dispositivi di salvataggio e di sicurezza, diretto verso l’Italia, si sarebbe ribaltato a causa delle avverse condizioni atmosferiche.
Il secondo sarebbe avvenuto nel giugno 2023 in acque SAR greche. In quel caso l’imbarcazione, nell’ambito di un viaggio organizzato dal gruppo investigato, tra cui i tre arrestati, sarebbe partita dalla Libia in data 18 giugno 2023 e si sarebbe ribaltata a largo delle coste elleniche di Pylos (GRE), causando la morte di numerosi cittadini pakistani.
Nel corso dell’indagine, inoltre, sarebbe emersa anche la capacità del gruppo criminale e dei tre indagati tratti in arresto, di procurare visti lavorativi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quindi in violazione del c.d. “decreto flussi”, per i cittadini pakistani entrati illegalmente nell’Unione Europea.
Gavi World Tour, a Torino il 5 maggio
Una giornata di degustazioni alla scoperta del grande bianco del Piemonte
Dopo il grande successo delle tappe di Miami ed Edimburgo, sarà Torino il prossimo 5 maggio ad ospitare, presso la sede AIS Piemonte in via Modena, il Gavi World Tour, l’evento che il Consorzio Tutela del Gavi organizza dal 2022 nelle più importanti metropoli internazionali.
Il momento di scoperta ed approfondimento dedicato alle diverse espressioni del Gavi DOCG vedrà protagoniste 29 cantine e 71 etichette di questo pregiato bianco piemontese.
Il programma della giornata prevede due distinti momenti: alle ore 13:00 la Masterclass riservata agli operatori e alla stampa. La sessione sarà condotta da Filippo Bartolotta, wine educator di fama internazionale attivo anche negli Stati Uniti. Nel pomeriggio, dalle ore 14.30, la Walk-around tasting aperta al pubblico, in cui i partecipanti vivranno attraverso la degustazione delle diverse referenze presenti, un viaggio sensoriale e culturale che permetterà di confrontarsi ed approfondire, direttamente con i vignaioli, le caratteristiche peculiari di questo vino.
Il Gavi DOCG, che con una quota di export del 92% gode di un grande successo all’estero, è il vino bianco secco maggiormente prodotto in Piemonte e mira, con questo evento, a tornare ad essere protagonista anche in Patria.
Espressione delle colline della provincia di Alessandria, come ricordato da Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi, questo nobile vino è testimonial del territorio nel quale nasce: “un’area dal grande valore storico e culturale, che merita di essere scoperta e apprezzata attraverso il suo vino”.
Per partecipare al Gavi World Tour è necessario accreditarsi e prenotare sul sito: https://gaviworldtour.com/it/torino
Alessandro Sartore
I piemontesi sono sempre più green
Il 92% preferisce il cartone per il packaging e chiede informazioni sempre più chiare sugli imballaggi
Il fatto che i piemontesi siano sempre più green emerge da un’indagine condotta su oltre mille consumatori italiani e da un focus dedicato alla regione. Il Piemonte si distingue per consapevolezza ambientale e attenzione al packaging sostenibile.
È quanto emerge dall’Osservatorio di Pro Carton, l’associazione Europea di Produttori di Cartone e Cartoncino, che ogni anno analizza la percezione dei cittadini europei sul ruolo del packaging in chiave ambientale. Lo studio ha coinvolto oltre 5 mila consumatori tra Italia e Regno Unito, Germania, Francia e Spagna, di cui più di mille in Italia.
All’interno del campione nazionale un focus specifico è stato riservato al Piemonte, consentendo di mettere in luce dati e tendenze peculiari della regione, in linea con il quadro italiano, ma con sfumature locali di grande interesse.
Secondo la fotografia di Pro Carton, le due sfide percepite come le più preoccupanti dai piemontesi sono il costo della vita ( lo dichiara il 67% degli intervistati) e il cambiamento climatico (62%). Seguono, con percentuali minori, la guerra (57%), la povertà ( 52%) e l’immigrazione (43%). Non solo, oltre 6 intervistati su 10 nell’ultimo anno si sono significativamente interessati al cambiamento climatico.
Il 65% di chi vive in Piemonte ha dichiarato di acquistare prodotti sostenibili, prestando attenzione al fatto che il prezzo si mantenga costante e eguale alle alternative tradizionali.
Per il 40% adottare uno stile di vita attento all’ambiente è diventato un fattore più importante rispetto allo scorso anno. Tra i comportamenti virtuosi messi in atto dai cittadini piemontesi negli ultimi dodici mesi spiccano l’aumento della raccolta differenziata, lo dichiara il 66%, l’acquisto di prodotti di provenienza locale (52%) e la riduzione del consumo di acqua (41%), risultati in linea con il resto del Paese.
Quasi 7 intervistati su 10 sono convinti che non si stia facendo abbastanza per arginare gli effetti del cambiamento climatico e che sarebbero necessarie azioni più concrete, come piantare più alberi (segnalato dal 62% dei partecipanti) e soprattutto riciclare maggiormente (67%). Una convinzione confermata dal fatto che, negli ultimi 12 mesi, il 52% dei partecipanti all’indagine ha riciclato di più rispetto allo scorso anno.
In Piemonte il cartone è il materiale preferito per il packaging. Uno degli aspetti più significativi riguarda la preferenza dei cittadini in tema di packaging: se posto davanti alla scelta tra plastica e cartone, il 92% dei piemontesi sceglierebbe l’imballaggio in cartone.
Secondo il campione intervistato, le caratteristiche che deve avere un packaging ideale sono : facile da riciclare (63%), realizzato con materiali naturali rinnovabili (43%) e dotato di istruzioni chiare per il corretto smaltimento ( 32%).
I cittadini sono consapevoli del ruolo che rivestono nella scelta del packaging da acquistare , ma nonostante questo ritengono che la responsabilità maggiore nella riduzione dei rifiuti degli imballaggi ricada sui produttori ( 70%).
“Il Piemonte si presenta come una regione attenta e sensibile al tema dell’ambiente”, commenta Winfried Muehling, direttore Marketing e Comunicazione di Pro Carton. “Nel complesso vediamo i consumatori italiani rispondere molto bene al riciclo. C’è un forte impegno per l’ambiente e per l’utilizzo ottimale delle risorse naturali per il bene del nostro pianeta”.
MARA MARTELLOTTA
Nelle Sale Chiablese, sino al 27 luglio
Un percorso lungo più di quattro secoli si snoda attraverso le sale Chiablese, in piazzetta Reale (curato in collaborazione con Arthemisia con la ricchezza di oltre cento opere, sculture disegni dipinti, prestiti da musei nazionali e internazionali e raccolte private, dalle collezioni sabaude, da Annamaria Bava, sino al 27 luglio), andando “Da Botticelli a Mucha”, un percorso attraverso “bellezza, natura, seduzione” che riserva nell’ultima piccola sala gli sguardi e i veli, gli occhi a tratti allucinati e le movenze azzardate, i sorrisi delle bellissime e sospirose di quel cinema muto che ai primi anni Dieci dello scorso secolo enumerò Sarah Bernhardt e la sua rivale italica Eleonora Duse, che avrebbe girato nel ‘16 il solo “Cenere” di Febo Mari, Lyda Borelli e Francesca Bertini dalla lunga vita, con un ultimo applauso per la sua monaca nel “Novecento” di Bertolucci, sino a Lina Cavalieri, ovvero “la donna più bella del mondo” con il viso e le curve in seguito della Lollo, immortalata da Boldini, regina del Salone Margherita, “massima testimonianza di Venere in terra”, secondo il conio di Gabriele D’Annunzio, travolta nel ’44 durante un’incursione aerea alleata.
Undici sale e dieci sezioni, un percorso attraverso le tante forme di rappresentazione della bellezza, dell’eterno femminino, espresso in più differenti declinazioni, ad iniziare dai disseminati bassorilievi archeologici di età romana, e statue, al Quattrocento di Sandro Botticelli con la sua “Venere” (1485-1490, sinuosa ed elegante “espressione di un ideale di bellezza umanistico di stampo neoplatonico”, probabile ritratto di quella Simonetta Vespucci che fu amata da Giuliano de’ Medici, bellezza senza pari del proprio tempo: una versione pressoché identica è conservata alla Gemäldegalerie di Berlino) che trovò posto nelle collezioni Gualino dopo l’acquisto degli anni Venti – ora in bella e definitiva mostra alla Galleria Sabauda a cui il mecenate l’aveva destinata nel 1930: opera che finì nelle mani della Banca d’Italia allorché il regime, per nulla soddisfatto della disobbedienza dell’imprenditore, decretò il confino e una infelice requisizione, che portò l’opera ad arricchire significativamente gli arredi dell’ambasciata italiana a Londra. Sulla parete della sala odierna, s’allineano altresì i risultati delle indagini diagnostiche compiute sull’opera tra il 2020 e il 2023, i particolari e le correzioni, i ripensamenti dell’artista, e anche questo è manna per l’appassionato d’arte. La dea, simbolo altresì della forza generatrice della natura, avvicinata qui all’opera dallo stesso titolo di Lorenzo di Credi, dove più è considerata la plasticità del soggetto, gareggia in bellezza con il “Volto di fanciulla” disegno autografo di Leonardo, realizzato tra il 1478 e il 1485 circa e proveniente dalla Sabauda (il visitatore potrà accedere al nuovo “Spazio Leonardo” posto al primo piano, previo l’acquisto del biglietto combinato Mostra + Musei Reali e/o dei soli Musei Reali).
La seconda sezione vede un omaggio al Mito di Elena, bellezza e femminilità immortalate nelle tavole del tardo Cinquecento di Lambert Sutris e da due splendidi arazzi posti ad inizio del secolo successivo, dovuti alla Manifattura di Bruxelles, come dal gruppo marmoreo rappresentante “Il ratto di Elena” di Francesco Bertos (1738). E ancora le tre Grazie, considerate fin dall’antichità la personificazione in toto della grazia femminile, l’arte di Canova in tre disegni – un nudo femminile, un gruppo di ninfe con un amorino e un disegno a carboncino ritenuto uno dei più intensi tra i fogli preparatori per il celebre gruppo scultoreo, provenienti dalle collezioni della Biblioteca Reale ne mostra tutta la bellezza. Un’eleganza e una aggraziata raffinatezza che ritroviamo più in là con il gruppo “La danza” del torinese Edoardo Rubino. La successiva sezione ci fa conoscere il “Taccuino romano” di Girolamo da Carpi, ferrarese, attivo nella prima metà del Cinquecento, pittore e architetto affermato, dedito qui a quello che viene considerato il suo capolavoro, schizzi a raffigurare monumenti romani e sculture antiche, un grande album contenente 180 fogli, disegnati tutti su entrambi i lati, oggi smembrato e diviso tra la Biblioteca Reale di Torino, che ne detiene il maggior numero, ben novanta, il Rosenbach Museum&Library di Philadelphia e il British Museum londinese. Quanto attiene alla “meraviglia della natura”, è proprio del trionfo degli “album naturalistici” di Carlo Emanuele I, la natura intesa come dispiegamento di forze vitali, la rappresentazione coloratissima di fiori e pesci e uccelli, tavole che all’inizio del Seicento facevano parte della “camera delle meraviglie” del duca.
Con intenso interesse si guarda al “fascino dell’arte classica” e all’influenza che essa ebbe nella nascita del nostro Rinascimento. I punti d’attenzione sono Firenze e Roma, ma anche la meno importante Padova, grazie alla lunga permanenza del genio di Donatello e con l’influenza che certe sue opere ebbero ad esempio sugli allievi della bottega di Francesco Squarcione, quali Mantegna, Marco Zoppo e il dalmata Giorgio Schiavone, di cui dalla Sabauda arriva la “Madonna con il bambino”, una tavola composta tra il 1456 e il 1460, una rispettosa quanto vivace rivisitazione del mondo antico in quel maestoso arco trionfale che avvolge la Vergine, in quegli inserti di marmi policromi e porfido, nei festoni di frutti e nei putti, alcuni in carne e ossa, altri come bronzetti animati. Ancora i nomi di Macrino d’Alba e del Garofalo, ancora il gusto per le “grottesche”, sviluppatesi con il primo venire alla luce della Domus Aurea neroniana, un tripudio inarrestabile di figure umane e mitologiche, di oggetti e di mostri, di prodotti del mondo vegetale, che coinvolgono con successo i nomi di Perin del Vaga e Giovanni da Udine, come quello di Baccio Bandinelli di cui s’ammira un foglio con “Due studi di figure femminili”, come non si passa indifferenti dinanzi all’imponenza della testa colossale proveniente da Alba, forse appartenente a una divinità femminile.
“L’universo della bellezza femminile” si alterna tra la virtù e la castità, “allegorie” che ancora una volta prendono a prestito il corpo femminile in tutta la sua avvenenza, l’immagine di Lucrezia emblema di eroismo e di forza morale, le varie Sibille in sei tele sono opera di Orsola Maddalena Caccia, monaca e pittrice, figlia di Guglielmo denominato il Moncalvo dal piccolo centro piemontese dove trascorse la maggior parte della vita e morì, un ciclo proveniente dal palazzo della famiglia Dal Pozzo del ramo di Castellino, in Moncalvo, una delle testimonianze più alte della produzione dell’artista; “Regine, principesse e belle di corte”, visi regali vissuti tra il Seicento e l’inizio del Settecento, trentasette ritratti femminili raccolti nell’Appartamento dei Principi di Piemonte (qui ne sono esposti sedici) tra gioielli preziosi e abiti sontuosi, giochi di ricami e passamanerie, non ultimi esempi di signorilità la Contessa di Castiglione, seducente agente segreto pronta a far breccia nel cuore dell’Empereur, e Margherita di Savoia, grazie ai pennelli di Michele Gordigiani (nel 1872), prima regina d’Italia che vede crescere la propria popolarità presso i sudditi grazie ai molti viaggi e alle pubbliche cerimonie, presenti entrambe in omaggi che guardano già alla fotografia. E l’incantevole Sissi, dalla tragica fine, resa celebre dai film della Schneider. Il finale che suona “Incanto e seduzione tra Ottocento e Novecento”, dove sono le prove importanti di Giacomo Grosso (“Nudo di donna”, 1915, dallo sguardo carico di sensualità nascosto dietro il braccio destro ripiegato, in cui il pittore rivisita “La source” di Ingres in una concezione più intima) e di Leonardo Bistolfi (testa di “La bellezza liberata dalla materia”, 1906, per il monumento funebre a Segantini a St Moritz, proveniente dal Museo Civico di Casale Monferrato), di Cesare Saccaggi la cui “Semiramide”, dipinta intorno al 1905, è venuta di recente a far parte delle raccolte dei Musei Reali torinesi. Nei passi finali, il “Ritratto femminile”, bellissimo gesso dovuto ancora a Bistolfi, comunica con le figure di Alphonse Mucha, cecoslovacco, nome di punta dell’Art Nouveau, scomparso nell’immediato indomani dell’invasione hitleriana del suo paese, avvolte di fiori e rimandanti ancora una volta allo spirito di raffinatezza del Rinascimento italiano: uno stile personalissimo che apriva le porte alla Belle Èpoque.
Elio Rabbione
Nelle immagini, Sandro Botticelli, “Venere”; tra gli allestimenti della mostra “Da Botticelli a Mucha”; “Nudo di donna” di Giacomo Grosso e “La bellezza liberata” di Leonardo Bistolfi; in primo piano “La danza” di Edoardo Rubino e alle spalle “Le tre grazie” di Pietro della Vecchia, tra i capolavori della mostra.
Nuova apertura al Lingotto per Medi-Market
Il gruppo di parafarmacie di origine belga Medi-Market, in virtù della posizione strategica e del dinamico tessuto urbano che caratterizza la Città di Torino, ha scelto proprio il capoluogo sabaudo per l’apertura del suo 50° punto vendita. Si tratta del terzo del centro urbano e del quinto della Provincia. Arrivata in Italia nel 2019, Medi-Market è oggi presente in diverse regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio e in Piemonte, dove è presente con ben sette negozi.
Il Centro Commerciale “Lingotto”, situato nel cuore del centro cittadino, in via Fenoglietti 230, fa da cornice al nuovo punto vendita, uno spazio in cui è possibile trovare un vasto assortimento di prodotti che abbracciano tutti i più recenti trend nel campo del beauty, dalla skincare coreana alla dermocosmesi naturale, passando per integratori finalizzati al benessere e alla performance sportiva, oltre a un’intera gamma di prodotti per mamma e bambino. In negozio è inoltre possibile confrontarsi con il personale altamente qualificato che, da sempre, contraddistingue i punti vendita del brand, dai farmacisti agli esperti di cosmesi, beauty, nutrizione ed erboristeria, capaci di fornire informazioni e consigli in merito ai farmaci da banco senza prescrizione medica e alle referenze beauty presenti in store.
Il nuovo punto store si distingue per un ampio spazio espositivo progettato per un’esperienza d’acquisto completa e confortevole, con più di 200 marchi e oltre 10.000 prodotti di qualità a prezzi accessibili. Questa l’offerta che Medi-Market porta al “Lingotto”, con l’obiettivo di rendere la salute e il benessere sempre più accessibili, seguendo il claim aziendale “prezzo, scelta, consiglio”. Promozioni extra in numerosi periodi dell’anno e sconti fino al -50% caratterizzano Medi-Market, un gruppo che trova la propria direzione nel rendere la salute e il benessere sempre più accessibili a un numero crescente di utenti. Tutto questo riservando ulteriori vantaggi e servizi personalizzati anche agli iscritti al servizio di fidelizzazione “My Freedelity Program”, con offerte, omaggi e buoni regalo esclusivi, ma non solo.
L’apertura al Lingotto arriva dopo due altre importanti aperture, nel centro storico di La Spezia e all’interno di “The Wow Side – Shopping Centre” a Roma. Medi-Market è alla ricerca di personale in tutta Italia, anche in Piemonte.
Medi-Market sta assumendo personale specializzato. Tra i requisiti fondamentali per gli aspiranti farmacisti sono previsti la laurea in Farmacia o CTF, l’iscrizione all’Ordine dei Farmacisti e la disponibilità a inserimenti formativi. Agli addetti alla vendita è invece richiesta passione per il cliente.
Medi-Market è un gruppo di farmacie (Pharmacy by Medi-Market) e parafarmacie (Medi-Market) leader in Belgio nel settore della salute e del benessere. Il gruppo conta ad Aprile 2025 170 punti vendita in Belgio e Lussemburgo, Italia e due webshops. Dal 2019 sono presenti sul territorio italiano con 50 parafarmacie dislocate tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Lazio.
Mara Martellotta
Entrerà in vigore lunedì 5 maggio, come deciso dalla Regione Piemonte, la riorganizzazione nel Torinese delle tratte a bassa o bassissima frequentazione coperte con autobus.
Dopoil lavoro di confronto effettuato in questi mesi con i sindaci e le aziende per verificare, incrociare e validare i dati relativi all’utenza, anche grazie ai 2 milioni di euro aggiuntivi messi a disposizione dalla Regione per questa tipologia di linee, restano attive la 442 Avigliana-Nichelino-Rivoli e la 85 per Rivalta. Confermato anche il servizio per la linea bus Ivrea-Milano, operativa con il cambio a Carisio su una seconda linea autostradale senza alcun costo aggiuntivo sul biglietto. Nelle prossime settimane, sulla base dei dati di traffico, i tecnici verificheranno la possibilità di ripristinare il servizio diretto.
L’utenza media tra tre e otto passeggeri, a seconda dell’orario, comporta invece la cancellazione delle linee 259 Carmagnola-Carignano-Torino, 259K Torino-Carmagnola-Textile, 265 Torino-Verrone e Piossasco-Pianezza.
La Regione assicura il monitoraggio costante dell’andamento dei flussi e si impegna ad attivare con tempestività la reintroduzione delle corse sospese qualora si verifichi un potenziale aumento di utenza, in particolare in relazione a riprese produttive significative delle aziende interessate.