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Fiaccolata per l’orsa Daniza

Per le vie del centro di Torino con partenza da Via Roma angolo Piazza Carlo Felice

 

danizaSabato 4 ottobre in occasione della ricorrenza di San Francesco, patrono d’Italia e protettore degli animali, è stata organizzata una fiaccolata per le vie del centro di Torino (con partenza da Via Roma angolo Piazza Carlo Felice) in memoria di Daniza, l’orsa uccisa in Trentino. “La fiaccolata – dicono i promotori – è assolutamente pacifica e si svolgerà in contemporanea con molte altre città d’Italia, da Trento a Taranto, e ha lo scopo di chiedere giustizia per Daniza, per i suoi cuccioli che hanno poche probabilità di sopravvivenza e per dimostrare alla Provincia di Trento e al suo Presidente Ugo Rossi che gli italiani hanno capito perfettamente che l’attacco da parte dell’orsa al fungaiolo è stata solo una montatura per coprire gli interessi della Provincia (dalla fine del finanziamento di Life Ursus alla costruzione di un nuovo impianto di risalita delle piste da sci)”.

 

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Design orientale al Valentino: un ponte tra est e ovest

La manifestazione si concentra soprattutto sui giovani, la loro voglia di sperimentare e le loro idee innovative, che sono il fulcro di una nutrita rosa di appuntamenti. Largo alle nuove leve, innanzitutto, nel progetto “DESIGnato”, cantiere espositivo per talenti in erba, orientali ed occidentali, che si sentono “nati sotto la stella del design”

 

design2All’insegna di “Make a bridge moving in the cities” il 30 settembre parte la prima edizione torinese di “Oriental Design Week”e fino al 5 ottobre la Promotrice delle Belle Arti ospita i designer più innovativi di Cina, India, Iran e Corea. Arrivano da lontano per confrontarsi e dialogare con l’occidente e costruire un ponte tra est ed ovest, da percorrere sulle orme di nuove opportunità economiche. “Opportunità” è proprio la parola chiave del progetto, che raccoglie il testimone dal Fuori Salone Sarpi Bridge della settimana milanese dedicata al design, e fissa  nel capoluogo subalpino una tappa importante.design3

 

Nella settimana in cui il design si  declina  tra workshop, installazioni, mostre e performance, l’idea è  quella di creare nuove chance di lavoro per creativi ed aziende, accorciando così le distanze. La manifestazione si concentra soprattutto sui giovani, la loro voglia di sperimentare e le loro idee innovative, che sono il fulcro di una nutrita rosa di appuntamenti. Largo alle nuove leve, innanzitutto, nel progetto “DESIGnato”, cantiere espositivo per talenti in erba, orientali ed occidentali, che si sentono “nati sotto la stella del design” e qui trovano il palcoscenico giusto per esprimere il loro Dna artistico. Niente di meglio, poi, che farlo in compagnia di grandi artisti affermati, come Sakura Adachi, John Bennet e Brian Sironi.

 

design1Il paese capofila è la Cina, con numerose mostre ed installazioni; come il mega video “Made in Chinitaly” che lascia il visitatore oscillante tra fascinazione e sconcerto, alle prese con un  messaggio forte, chiaro, e allarmante. La velocità con cui sta cambiando la produzione tessile è simboleggiata da schermi che riproducono i frenetici aghi delle macchine da cucire, audio a tutto volume e colonne di stoffe colorate che scorrono in loop, no stop.altri eventi ruotano intorno al cibo e al design industriale che permettere di portarlo in tavola: le creazioni dei designer cinesi, selezionati dalle migliori scuole, sono in mostra a “The dinner”. Invece alle tante suggestioni della cucina orientale (in genere) si ispira l’installazione  olfattiva-sonora “Opium”.

 

Uno sguardo agli altri paesi ospiti conduce dalle tante applicazioni della versatile carta coreana Hanji alle creazioni dei designer indiani che, scopriamo, sono abili ad innovare, ma non rinnegano le loro tradizioni. L’Iran, un po’ a metà del ponte, è il paese del Medio Oriente con cui si vuole ampliare il dialogo e i riflettori sono allora puntati sul graphic design e sui poster dei giovani creativi; mentre a far la parte del leone sono le opere del famoso Reza Abedini, che nel disegno grafico individua la principale innovazione artistica di questo secolo.

 

Testimoniano quanto l’unione faccia la forza alcuni progetti multiculturali. La partnership tra Cina-Italia ha prodotto “902 Project”, collaborazione tra giovani designer cinesi ed aziende tessili/manifatturiere italiane. Sul fronte delle trasformazioni urbane c’è “Watersheds”: 4 progetti, messi a punto da un team interdisciplinare di studiosi, su come rigenerare le città di Guangzhou, Hong Kong, Torino e Venezia, sulla base del loro rapporto con l’acqua (nel caso subalpino, il fiume Sangone). Frutto della collaborazione tra Cina e India è invece “Barcode”, prima serie di tappeti dedicata all’artista cinese Zhang Rui e ai suoi dipinti che puntano il dito contro l’eccessivo e ormai globalizzato consumismo.

 

A Torino  vengono riproposti anche due lavori già presentati, in parte, alla Milano Design Week. L’installazione “Fragment’s Collection”, che esprime la sfaccettata e complessa realtà cinese attraverso pannelli trasparenti in cui è simbolica la sovrapposizione di piccoli pezzi (o frammenti) di immagini e volti. Il rapporto con il sesso, più o meno  tabù, a seconda dei tanti paesi e culture dello scacchiere  mondiale, lo racconta la collezione “Menage a Quatre” che, tra gli oggetti in mostra, vanta anche una collezione di vibratori di inizio 900.

 

E last but not least, ci sono progetti collaterali nuovi e interessanti: arrivano da Shangai le “Silent Protest” del fotografo Eric Leleu e le performance di arte contemporanea cinese & sperimentazioni di teatro sociale di Xiao Ke e Zhou Zihan. Mentre a raccontare “I coraggiosi anni 70” italiani, c’è un grande nome nostrano. L’imprenditore chierese Beniamino Bonetto che, partito da una falegnameria, è arrivato a concepire e creare la sua innovativa linea di  arredamento; tra cui i primi “ultrapiatti”, costruiti in collaborazione con grandi maestri artigiani. In mostra un’ importante riedizione dei suoi arredi che rappresentano pagine importanti della storia del design Made in Italy.

 

 Laura Goria

 

Famiglia al centro della società, una giornata per riflettere

Spiega Giampiero Leo, uno dei promotori: “Noi crediamo che la famiglia sia veramente una delle cellule fondamentali della società e, se si deteriora questa cellula, non può che risentirne l’organismo sociale intero”

 

famileo2Grande partecipazione alla  Giornata per la Famiglia promossa dal Forum delle Associazioni Familiari, svoltasi per tutta la giornata di domenica in Piazza Carlo Alberto, col titolo “La Famiglia Alleanza fra generazioni Ricchezza per la nostra città”. famileo1

 

famileo3Spiega Giampiero Leo, uno dei promotori: “Noi crediamo che la famiglia sia veramente una delle cellule fondamentali della società e, se si deteriora questa cellula, non può che risentirne l’organismo sociale intero. Questa valenza della famiglia esiste da sempre ma, oggi, in una società parcellizzata, disarticolata e individualista come questa (non a caso i sociologi la definiscono società liquida, e parlano di coriandolizzazione della società), la sua funzione è fondamentale come non mai”.famileo5famileo4

 

Tentano di rapire bimbo di tre anni alla festa di Borgaro

carabinieri xxDecisivo l’intervento del padre del bambino, dopo l’allarme dell’altro figlioletto ha individuato l’uomo tra la folla, lo ha notato e inseguito

 

Momenti di paura per il papà di due bimbi, durante la festa di paese a Borgaro. A un certo punto il genitore li ha persi di vista e ne ha ritrovato uno poco dopo. Il bambino ha detto al papà che il fratellino era più avanti con un signore. Si è trattato probabilmente di un vero e proprio tentato sequestro. Sulla vicenda che ha coinvolto il bambino di 3 anni nel Torinese. I carabinieri di Borgaro stanno indagando. Decisivo l’intervento del padre del bambino, dopo l’allarme dell’altro figlioletto ha individuato l’uomo tra la folla, lo ha notato e inseguito, fino a quando questi non è fuggito su un’auto grigia guidata da un complice.

Volontari in festa all’Open day

volontari1volontari2Particolarmente riuscita la presentazione ai cittadini delle attività associative torinesi, con la presenza di decine di stand

 

Successo di partecipanti alle numerose manifestazioni svoltesi in Piemonte, in occasione dell’Open Day del volontariato regionale. Sono in tutto circa 3000 le realtà del settore che operano nella nostra regione. Particolarmente riuscita la presentazione ai cittadini delle attività associative torinesi, con la presenza di decine di stand, domenica, in piazza San Carlo (nelle foto).

 

“Il volontariato – ha affermato l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari  – rappresenta una grande risorsa non soltanto per il Piemonte, ma per l’intero Paese. Nella nostra Regione operano 3.000 Associazioni delle quali fanno parte 500.000 volontari impegnati in settori diversi, dal socio-assistenziale, all’ambiente, dai beni culturali alla protezione civile, dalla sanità allo sport”. “La nuova modalità organizzativa scelta quest’anno per la Giornata regionale del volontariato – ha proseguito Ferrari – non si limiterà ad un convegno nella città di Torino, ma si estenderà a tutto il territorio piemontese, consentendo così il coinvolgimento delle associazioni presenti e attive nelle diverse realtà che potranno presentare i servizi e le attività ai cittadini” . “Lo scopo della Giornata regionale del Volontariato – ha continuato l’assessore – è quello di dare a tutte le Associazioni che, quotidianamente, si impegnano ad erogare prestazioni sotto forma di servizi e consulenza ai cittadini, un’opportunità di promozione e di ricerca di nuovi volontari e di consentire ad esse di coinvolgere, maggiormente, gli Amministratori locali nelle diverse attività”

 

(Foto: il Torinese)

Le eccellenze della sanità piemontese

sanitaDialisi polmonare e trapianti

 

“Un grande risultato per la sanità piemontese, che dimostra l’eccellenza di molte nostre strutture ed in particolare della ricerca universitaria che, attraverso le scoperte scientifiche, contribuisce a migliorare l’attività clinica quotidiana”.

 

E’ il commento dell’assessore regionale Antonio Saitta alla notizia della sperimentazione, per la prima volta al mondo, della dialisi polmonare effettuata dalle Terapie intensive dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino (diretta dal professor Marco Ranieri) e del Sant’Orsola di Bologna (diretta dal professor Stefano Nava).

 

I risultati sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica internazionale “Critical care medicine”, organo ufficiale della Società americana di Terapia intensiva.

 

Saitta ha partecipato, a Roma, alla Commissione Salute dove, tra gli altri punti all’ordine del giorno della discussione, è stato approvata la richiesta, presentata dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, di rinnovo dell’autorizzazione ministeriale all’espletamento di attività di trapianto di parti di fegato da donatore vivente.

 

Il Centro di trapianto di fegato, diretto a Torino dal professor Mauro Salizzoni, è al 1° posto in Italia per numero di interventi.

 

La rete di donazione e trapianto di organi tessuti e cellule è un’altra riconosciuta eccellenza della sanità piemontese: per volumi di attività e qualità dei programmi la nostra regione occupa un’ottima posizione nazionale.

Il Centro regionale Trapianti del Piemonte è diretto e coordinato dal Professor Antonio Amoroso.

 

(www.regione.piemonte.it)

Savoia-Visconti, sposalizio a Rivoli

rivoli1rivoli2Nel cuore della cittadina, coinvolte le piazze principali, i ristoratori del centro storico e la Bocciofila “La Rivolese”, la più antica bocciofila d’ Italia, nata nel 1897

 

Un ampio programma storico culturale ha preso vita nel cuore di Rivol per  la prima rievocazione storica dello sposalizio Savoia- Visconti. Coinvolte le piazze principali, i ristoratori del centro storico e la Bocciofila “La Rivolese”, la più antica bocciofila d’ Italia, nata nel 1897.

 

Sbandieratori e gruppi storici hanno partecipato alla rievocazione partita ufficialmente da Piazza Martiri della Libertà e proseguita per le vie e per le piazze, tra cui Piazza Bollani, dove si è svolta la cerimonia nuziale tra Bianca di Savoia e Galeazzo Visconti, accompagnata da Canti Gregoriani dell’epoca nella Chiesa Collegiata Alta. 

 

Intervallata dalla degustazione di prelibatezze medievali, la rievocazione si è conclusa con la cena a buffet presso la Bocciofila, dalla quale, per l’occasione, è stato possibile accedere e visitare la Grotta del Ninfeo, realizzata nel 1500 per volere di Emanuele Filiberto di Savoia, secondo il modello romano. 

 

(Foto: Jacopo Radich – il Torinese)

 

Angela Barresi

Solo un pareggio all’Olimpico per i Granata

toro bandieraTORINO FIORENTINA 1 – 1

 

Avevano segnato il primo gol ma ai granata non è stato sufficiente per vincere contro la Fiorentina. E all’Olimpico il risultato finale  è 1-1. E’ stato Quagliarella a portare in vantaggio il Toro al 17′ del secondo tempo con una  azione di Sanchez Mino-Bruno Peres. I viola, però, ce l’hanno fatta a pareggiare al 33′  con Babacar che ha approfittato di un’uscita errata di Gillet e ha insaccato.

Sanità, D. Ravetti: “Dialogare con le associazioni”

molinette “Bisognerebbe evitare il contenzioso giudiziario, riportando il tema ad un confronto dialettico, abbandonando le aule di tribunale dove per anni le istituzioni regionali si sono trovate contrapposte ai rappresentanti dei cittadini più deboli e delle loro famiglie”

 

“Un’audizione urgente sui servizi ai malati non autosufficienti” lo ha chiesto stamattina Maria Grazia Breda, portavoce delle principali associazioni di volontariato nel settore socio-sanitario, al presidente della  IV commissione (Sanità) del Consiglio regionale del Piemonte, Domenico Ravetti (Pd).

 

“Alcune emergenze – dichiara il presidente della Commissione Ravetti –  sollevate dalle associazioni sono condivisibili”. Le associazioni sollevano il rischio che dal prossimo gennaio migliaia di malati assistiti a domicilio smettano di ricevere l’assegno di cura a causa dell’incertezza di risorse. “Quanto mi hanno illustrato oggi – prosegue Ravetti – impone di mettere il problema in cima all’elenco delle priorità, andando a modificare la delibera con cui la giunta Cota è intervenuta in materia di cure domiciliari”.

 

Sul provvedimento oggi pesa un ricorso davanti al Tar firmato da numerose associazioni ed enti gestori dei servizi socio assistenziali. “Bisognerebbe – rimarca il presidente Ravetti – evitare il contenzioso giudiziario, riportando il tema ad un confronto dialettico nella sedi proprie, sia in Consiglio che in Giunta regionale, abbandonando le aule di tribunale dove per anni le istituzioni regionali si sono trovate contrapposte ai rappresentanti dei cittadini più deboli e delle loro famiglie.Per questo motivo mi sono impegnato ad audire i rappresentanti delle varie associazioni già nelle prossime settimane, al fine di tentare di ricostruzione un dialogo costruttivo. L’interesse di tutti – conclude – è garantire l’offerta verso i malati dei servizi dovuti loro per legge”.

 

(Foto: il Torinese)

Don Imad prega per il suo popolo

IRAQ ESODO 2Iraq esodoIl prete caldeo cattolico di 36 anni, parla al telefono con amici iracheni del Kurdistan. Nato a Dohuk,città della regione curda (diocesi di Zakho), trasformata, a causa dell’Isis, in un immenso campo profughi, è ospite di una parrocchia di Moncalieri. L’esodo dei cristiani dall’Iraq e dal Medio Oriente è al centro delle preoccupazioni della chiesa irachena. Il rischio di abbandonare del tutto il Paese è concreto e serio

 

“Se l’Isis avesse puntato direttamente sulla capitale invece di concentrarsi a nord,forse le mura di Baghdad non avrebbero retto alle torri di assedio del Califfo e chissà con quali conseguenze sull’Iraq e sugli equilibri della regione mediorientale. C’è mancato davvero poco e ora saremmo qui a raccontare un’altra storia. Posso dire che siamo stati fortunati pur nella tragedia infinita che vive il mio Paese”. E’ preoccupato ma non teme per il futuro Imad Gargees, prete caldeo cattolico di 36 anni, al telefono con amici iracheni del Kurdistan. Nato a Dohuk,città della regione curda (diocesi di Zakho),trasformata, a causa dell’Isis, in un immenso campo profughi, Imad è ospite di una parrocchia di Moncalieri. 

 

E’ lontano dalla tragedia del suo popolo ma la segue costantemente e presto tornerà nella sua terra,appena completerà gli studi di Diritto canonico per le chiese orientali a Roma. A Dohuk,un’ora e mezza di auto da Erbil,capoluogo del Kurdistan,è un brulicare di gente disperata,fuggita dagli orrori di Mosul e dai villaggi della Piana di Ninive,in cui detta legge l’esercito del conquistatore,il califfo Abu Bakr al Baghdadi. “Mosul è una città chiusa,isolata dal mondo,in cui regna il terrore,Dio solo sa quel che sta accadendo nella seconda città dell’Iraq,quasi due milioni di abitanti,molti dei quali sono fuggiti in tempo mentre tanti altri non ce l’hanno fatta e sono ora sottoposti alle dure e barbare norme imposte dal califfato”.La travolgente avanzata dell’Is,lo“Stato islamico”creato in poche settimane a cavallo tra Siria e Iraq da Al Baghdadi,ha travolto città e villaggi e da un giorno all’altro oltre 120.000 cristiani sono stati costretti a fuggire senza niente in mano,lasciando la casa e i loro beni.

 

“Un fiume umano che si è riversato sulle città di Erbil,Suleymaniye e Dohuk,gente stravolta e terrorizzata ma viva,racconta Imad, che ora ha bisogno di tutto. Sono stati accolti nelle case dei parenti,nelle chiese e nelle scuole mentre i meno fortunati hanno trovato rifugio nei giardini pubblici,sotto gli alberi o vicino al deserto”. Dalla pianura di Ninive filtra per fortuna anche qualche buona notizia. Alcuni villaggi cristiani occupati dai fondamentalisti islamici sono stati liberati dai peshmerga,i combattenti curdi,con l’appoggio dell’aviazione americana e irachena ma finora solo ad Alqosh hanno potuto rientrare alcune famiglie di cristiani siriaci.

 

L’esodo dei cristiani dall’Iraq e dal Medio Oriente è al centro delle preoccupazioni della chiesa irachena. Il rischio di abbandonare del tutto il Paese è concreto e serio. “Se lasciamo l’Iraq saremo tagliati fuori per sempre dalle nostre origini e dalla nostra storia,osserva don Imad,eravamo più di un milione prima della guerra del 2003 e ora siamo meno di 300.000.Noi cristiani rischiamo di sparire dall’Iraq,come sono spariti gli ultimi ebrei negli anni Settanta”. Come fermare l’esodo dei cristiani di fronte all’avanzata dell’integralismo islamico? Imad risponde con ottimismo: “non credo che il califfato durerà molto tempo e i territori occupati verranno liberati anche se il post califfato sarà tutto da costruire. Il “califfo” farà prima o poi la fine di Bin Laden,sarà costretto a nascondersi in qualche grotta e poi sarà scovato. La soluzione deve venire dai Paesi arabi le cui autorità dovrebbero controllare capillarmente le moschee e ciò che gli imam predicano nei luoghi di culto.

 

Non basta aderire a parole alla Coalizione internazionale anti-Isis,e i Paesi arabi,alcuni dei quali sono responsabili di averlo finanziato e armato,devono inviare contingenti militari combattendo sul campo gli estremisti islamici. E’ necessario prendere le distanze,in modo chiaro,dai terroristi e denunciare apertamente i crimini dell’Isis. Solo così si volta pagina”. E’ giovane Imad,tutta una vita davanti e il sogno di vivere un giorno in un Kurdistan iracheno indipendente:“uno Stato vero,con una vera capitale,musulmani,cristiani e yazidi insieme per ristabilire una coesistenza pacifica”.Il ritorno alla normalità diventa difficile anche nel Kurdistan dove i profughi cristiani rischiano quest’anno di non frequentare le scuole trasformate d’urgenza in centri di accoglienza e soccorso. Centinaia di scuole tra Erbil,Zakho e Ankawa ospitano chi è fuggito da Mosul e dintorni e sono tutte piene di sfollati.
          

Filippo Re