Il Piemonte prosegue un’accurata attività di contact-tracing (tracciamento), che prevede la ricerca attiva dei casi con tamponi ai contatti stretti asintomatici, la progettazione di programmi di sorveglianza attiva sul personale di enti pubblici e privati con alto grado di rischio a scopo di prevenzione, l’incremento degli “hot spot” pediatrici per assicurare percorsi rapidi per l’effettuazione dei tamponi.
Queste alcune delle notizie fornite dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi che, su richiesta delle minoranze, ha illustrato in quarta Commissione le misure più importanti avviate per fronteggiare la pandemia del Covid-19 da qui ai prossimi mesi, periodo critico sia per la riapertura delle scuole sia per l’arrivo dei virus patogeni stagionali.
L’assessore ha ricordato che sono già oltre 25mila i test effettuati nell’ambito di piani di screening del personale del sistema sanitario regionale e di altri enti pubblici, mentre in due settimane sono stati effettuati da Asl e medici di medicina generale oltre 16 mila test sierologici rapidi per gli operatori scolastici.
L’assessore ha spiegato che fino alla settimana scorsa il Piemonte era l’unica regione del nord Italia con un basso rischio di propagazione del contagio, salito questa settimana a moderato, soprattutto per effetto dei contagi importati, di migranti e vacanzieri.
L’attuale elevata percentuale di asintomatici o paucisintomatici permette però di gestire molti più pazienti a domicilio, riducendo il carico di lavoro degli ospedali. A favorire un buon controllo dei contagi da maggio in poi è stata l’adozione di una nuova strategia che si è distaccata dalle indicazioni nazionali, prevedendo l’esecuzione di tamponi non solo ai sintomatici, ma anche alle persone che sono state a stretto contatto con il soggetto infetto. Quest’attività, così come il monitoraggio dei malati a domicilio, ha richiesto di incrementare il numero delle Unità Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), pari a una ogni 50mila abitanti e un ruolo importante hanno avuto i medici di famiglia, con l’attivazione dell’accordo integrativo Air-Covid, nella segnalazione dei casi sospetti e nell’effettuazione dell’isolamento tempestivo dei contatti stretti. È stata inoltre rivista e potenziata la rete dei laboratori di analisi con l’aumento graduale della capacità di analisi per la ricerca del Rna virale; sono poi state predisposte procedure per regolamentare i test sierologici e i tamponi da parte di soggetti privati.
Nell’ambito invece delle misure di ripresa dell’attività sanitaria l’assessore ha annunciato che la Regione ha ripreso la preparazione della campagna vaccinale per l’influenza stagionale, acquistando 1,1 milioni di dosi vaccinali che potrebbero essere aumentate fino a 1,5, prevedendone l’estensione della gratuità anche alla fascia di età 60-64 anni, secondo la possibilità indicata a livello ministeriale.
Da parte dei consiglieri del gruppo Pd sono stati chiesti numerosi chiarimenti, soprattutto in merito alla gestione dei tamponi per la riammissione scolastica dei bambini, alle dotazioni e ai percorsi Covid approntati dagli ospedali, alla situazione delle Rsa e alla necessità che un’attenta campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione antinfluenzale sia condotta anche dall’assessorato e non solo dalle Asl.
L’assessore ha spiegato che si intende potenziare gli “hot spot”, attualmente una ventina, che in ogni distretto permettono di effettuare un tampone con accesso diretto anche senza prenotazione, prevedendo una corsia preferenziale per i pazienti pediatrici. La decisione se sottoporre o meno il bambino al tampone rimarrà comunque sotto la responsabilità e il consulto del pediatra.
L’assessore ha inoltre condiviso le osservazioni del gruppo Monviso circa l’opportunità di estendere anche alle farmacie l’effettuazione dei test sierologici rapidi e intende valutare la possibilità che le farmacie e una rete di strutture sul territorio possano attivarsi anche per effettuare le vaccinazioni.
Infine la Lega ha chiesto che anche gli autisti e il personale del servizio di trasporto pubblico che è a stretto contatto con il pubblico sia considerato ad alto rischio al fine di poter usufruire del vaccino antinfluenzale.
A causa del protrarsi dei lavori della Commissione il coordinatore del gruppo di lavoro sull’indagine conoscitiva sull’emergenza pandemica ha svolto le comunicazioni iniziali ma, d’accordo con gli altri commissari, ha deciso di rimandare la trattazione nel merito la prossima settimana.
5 giorni, 10 ospiti, 5 temi sui quali discutere per capire cosa possiamo aspettarci dalla scuola che sta per cominciare
In collaborazione con: Fondazione Agnelli, J medical, Lions Club Torino Crocetta Duca D’Aosta, Ospedale Koelliker Torino, Sci Club Sestriere
Che ne sarà della scuola? Dopo i lunghi mesi di lockdown, la chiusura delle scuole, la mancanza di attività extrascolastiche e relazioni sociali, ad una settimana dal suono della prima, attesissima campanella, è il momento di ripensare il futuro e affrontare la nuova sfida educativa senza lasciare indietro nessuno. Gli scenari possibili sono diversi…e bisogna farsi trovare pronti.
I protagonisti del ciclo di incontri “Per chi suona la campanella” sono i protagonisti della scuola: non solo alunni ma anche genitori, presidi, insegnanti, professionisti ed educatori. Ognuno ha vissuto il proprio lockdown, ciascuno con un punto di vista differente e problemi diversi da affrontare. Ma tutti hanno imparato qualcosa e hanno idee e suggerimenti per ripartire più consapevoli e preparati.
Per una settimana, dal 7 all’11 settembre alle ore 9, per 15 minuti al giorno, due ospiti si collegano con WINS – World International School of Torino – la scuola internazionale di Torino e con Enrico Gentina, il direttore creativo di TEDxTorino, in diretta streaming su Facebook per parlare di educazione nei suoi vari aspetti.
Cinque gli appuntamenti e i temi su cui discutere.
Si inizia lunedì 7 settembre con “DSA e didattica a distanza” un incontro sui DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Se la vera sfida del prossimo anno scolastico sarà non lasciare indietro nessuno, tra i primi temi da affrontare ci sarà quello degli alunni con disturbi specifici di apprendimento, a volte penalizzati dalla didattica a distanza. Se ne parla con il dott. Alessandro Mariani, Neuropsichiatra infantile Ospedale Koelliker di Torino e gli specialisti di WINS.
Ci sono i genitori che hanno avuto un ruolo molto importante durante il lockdown: hanno imparato (e re-imparato) molto, si sono seduti fra i banchi ma molte volte hanno dovuto salire in cattedra, capendo le difficoltà degli insegnanti più di quanto non avessero mai fatto. Ora, cosa li aspetta e come cambierà il loro approccio alla scuola nel prossimo futuro? Appuntamento a martedì 8 settembre con l’incontro “Le sfide dei genitori prima e dopo il lockdown”, con Miguel Angel Belletti ed Elasti alias Claudia de Lillo, per ragionare insieme attorno a questi temi.
Le tante ore trascorse dai ragazzi davanti al computer li hanno resi più confidenti con i mezzi tecnologici ma contemporaneamente li hanno esposti a rischi dei quali non sempre erano consapevoli. Mercoledì 9 settembre si parlerà di “Bullismo, cyberbullismo e cybersecurity”, con Maria Alessandra Parigi, presidente di Lions Club Torino Crocetta Duca D’Aosta e l’ing. Renato Albano. Temi urgenti da affrontare, ora più che mai: sono due facce della stessa medaglia che hanno preso, e possono prendere, forme nuove.
E ancora, giovedì 10 settembre “Digital Education tra accessibilità e inclusione“ con Andrea Gavosto, Presidente della Fondazione Agnelli, si affronterà il tema della didattica a distanza tra accessibilità e inclusione.
E le mense? I nostri figli mangeranno solo panini? E se non potranno fare sport, che ne sarà della loro salute? Venerdì 11 settembre appuntamento a tema “Sport ed educazione alla salute” con Luca Semperboni, Direttore Sanitario del J medical e Simona Novara, responsabile comunicazione dello Sci club Sestriere, si parlerà dell’importanza dell’attività motoria e delle alternative che il prossimo anno metterà di fronte agli alunni e agli insegnanti.
Questi e altri temi sono sul tavolo.
“PER CHI SUONA LA CAMPANELLA”. TUTTI GLI APPUNTAMENTI:
Lunedì 7 settembre, ore 9-9.15. DSA e didattica a distanza. Con il dott. Alessandro Mariani, Neuropsichiatra infantile Ospedale Koelliker di Torino e gli specialisti di WINS.
Martedì 8 settembre, ore 9-9.15. Le sfide dei genitori prima e dopo il lockdown. Con Miguel Angel Belletti ed Elasti alias Claudia de Lillo.
Mercoledì 9 settembre, ore 9-9.15. Bullismo, cyberbullismo e cybersecurity. Con Maria Alessandra Parigi, presidente di Lions Club Torino Crocetta Duca D’Aosta e l’ing. Renato Albano.
Giovedì 10 settembre, ore 9-9.15. Digital Education tra accessibilità e inclusione. Con Andrea Gavosto, Presidente della Fondazione Agnelli.
Venerdì 11 settembre, ore 9-9.15. Sport ed educazione alla salute. Con Luca Semperboni, Direttore Sanitario del J medical e Simona Novara, responsabile comunicazione dello Sci club Sestriere
Tutti gli appuntamenti potranno essere seguiti in diretta streaming sulla pagina Facebook di Wins (www.facebook.com/WORLDINTERNATIONALSCHOOL) e di TEDxTorino (www.facebook.com/1.TEDxTorino).
Dal Piemonte / Era stato fermato dalla polizia per il ritrovamento del cadavere carbonizzato del genitore
Il figlio 23enne, è accusato di avere ucciso il padre 61 enne e di aver bruciato il cadavere nel giardino della villa in collina di Casale Monferrato in cui abitava.
Il ragazzo ha poi confessato il delitto e si trova ora nel carcere di Vercelli. Dalle ricostruzioni emerge che i due litigavano frequentemente.
CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30
26.975 PAZIENTI GUARITI E 415 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.975 (+21 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3377 (+0) Alessandria, 1613 (+1) Asti, 849 (+0) Biella, 2584 (+5) Cuneo, 2.415 (+3) Novara, 13.811 (+5) Torino, 1157 (+7) Vercelli, 986 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 183 (+0) provenienti da altre regioni.
Altri 415 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI SONO 4151
1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è quindi 4151 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 399 Cuneo, 374 Novara, 1837 Torino, 224 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 33.293 (+37 rispetto a ieri, di cui 23 asintomatici; dei 37: 17 screening, 14 contatti di caso, 6 con indagine in corso; quelli importati sono 14 su 37) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4210 Alessandria, 1925 Asti, 1084 Biella, 3169 Cuneo, 3069 Novara, 16.585 Torino, 1585 Vercelli, 1193 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 287 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 186 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 8 (+0 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 105 (– 6 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 1639.
I tamponi diagnostici finora processati sono 614.752, di cui 344.898 risultati negativi.
Tra tanti problemi irrisolti, come il nodo degli insegnanti mancanti, gli alunni di alcune scuole sono già in classe da oggi, in attesa della ripartenza generale del 14 settembre
Si tratta degli studenti delle prime classi di primaria della Coppino, dell’Ic Foscolo dell’Ic Nigra, dell’Alvaro-Gobetti, delle scuole medie del Convitto Umberto I, di alcune classi del liceo classico D’Azeglio. Da oggi rientrano in aula per il Piano integrativo che riguarda fasce di programma che non resta stato possibilità realizzare con la didattica a distanza
“Ora la Regione prenda la situazione in mano e governi il ritorno alla normalità garantendo piena sicurezza”.
“Sono passati sei mesi da quando le RSA, in piena emergenza Covid, sono state giustamente chiuse senza dare la possibilità agli ospiti e ai pazienti di interagire con i propri affetti più cari se non, più recentemente, attraverso un vetro. Da ieri le linee guida dell’Istituto superiore di sanità dettano le condizioni per la riapertura delle visite in sicurezza pertanto – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – ci aspettiamo che la Regione guidi al meglio questo delicato passaggio, contemperando l’esigenza di accelerare un progressivo ritorno alla normalità anche nelle RSA, con le necessità sanitarie e di sicurezza legate alla fragilità degli ospiti di quei luoghi”.
“La scorsa primavera abbiamo criticato aspramente la Giunta Cirio per la mala gestione dell’emergenza Covid nelle RSA, dallo scaricabarile di responsabilità verso le direzioni delle strutture residenziali, fino alle drammatiche settimane in cui, tra DGR in bozza e pubblicate dopo modifiche last minute, le RSA diventavano i focolai più grandi e pericolosi di Covid in Regione – prosegue Grimaldi. Oggi invitiamo la Giunta regionale a usare i propri poteri e le ampie competenze in materia sanitaria per governare questa delicata fase in cui, oltre alla riapertura delle visite per i parenti dei pazienti, c’è il via libera per la ripresa in sicurezza delle attività di gruppo all’interno delle strutture”.
“Sperando di non dover affrontare una nuova ondata di Covid virulenta come la prima, e che non ci sia bisogno di richiudere ermeticamente quei luoghi, è incredibile come, tra un’ondata e l’altra, non si siano trovate le soluzioni per ripristinate un po’ di normalità nelle RSA; ed è altrettanto inaccettabile – prosegue Grimaldi – che non siano ancora trovate soluzioni per gli eventuali pazienti Covid non autosufficienti che se sintomatici non possono stare nelle strutture residenziali ma che, una volta dimessi dagli ospedali, non possono rientrare immediatamente nelle RSA. Le persone anziane e gli individui più fragili che risiedono nelle RSA necessitano di cure, assistenza e soprattutto affetto – conclude Grimaldi – perciò riteniamo assolutamente fondamentale che la Regione faccia tutto ciò che è in suo potere per accelerare i tempi delle riaperture delle strutture verso l’esterno, garantendo agli ospiti di riabbracciare i propri cari”.
La foto di Vincenzo Solano
Magnifica Torino / La Mole riflessa e altri giochi di luce e cromatici creati dalla pioggia di queste ore
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Vigdis Hjorth “Eredità” -Fazi – euro 18,50
In Norvegia Vigdis Hjorth è un’autrice famosa ed ha conquistato fama internazionale proprio con questo romanzo, pubblicato nel 2016 nel suo paese ed ora tradotto da Fazi. “Eredità” ha vinto premi prestigiosi, è nella Longlist dell’americano National Book Award 2019, e si discute su quanto sia auto fiction, ovvero realtà o finzione letteraria? Lasciate perdere questa querelle, piuttosto fate caso alla bellezza del romanzo e all’abilità dell’autrice nel raccontare con estrema finezza psicologica.
La famiglia norvegese del romanzo è gelida quanto basta, a suo modo spietata. Voce narrante è quella di Bergljot che narra traumi del passato e un presente difficile.
La sua è una famiglia complicata dalla quale ha preso le distanze da oltre 20 anni; nasconde un segreto indicibile che ha segnato tutta la sua vita e spalancato il baratro nei confronti dei familiari.
I suoi genitori in là con gli anni, decidono di fare testamento per i loro 4 figli. Il primogenito Bard, Bergljot e le sorelle Asa e Astrid; le più vicine in tutti i sensi ai genitori, alle quali destinano le due case al mare. Un lascito sperequato, un’ingiustizia e un tradimento perché il loro valore affettivo travalica quello economico e apre crepe abissali tra gli eredi.
Quando il padre muore la questione diventa improrogabile e porta a galla antiche rivalità, abusi in famiglia, gelosie e sudditanze affettive.
Scoprirete cosa ha determinato il distacco della protagonista dalla sua famiglia altamente disfunzionale e che la ferita è ancora aperta.
Un libro che vale la pena di leggere perché affronta tematiche profonde, sonda i meandri affettivi dei protagonisti ed è scritto divinamente…
Banana Yoshimoto “Il dolce domani” -Feltrinelli – euro 12
Libro snello per un argomento mastodontico: come sopravvivere alla morte di chi amiamo?
La scrittrice giapponese ce lo dice in appena 104 pagine, spaziando dal dolore sconvolgente alla stentata sopravvivenza di chi resta con ricordi che fanno male. Ma racconta anche come si può tornare alla vita.
Protagonista e voce narrante è la 28enne Sayoko, rimasta vittima di un incidente d’auto insieme al suo compagno e grande amore, lo scultore Yȏichi. Lui muore sul colpo, lei si ritrova semiagonizzante con un bastone di ferro conficcato nella pancia… e se prima credeva che la vita potesse essere eterna, ora lo schianto è contro la dura realtà: «La morte è sempre a un passo da noi».
Quella di Sayoko e Yȏichi era una bellissima storia di amore, intimità e profonda comprensione in una relazione a distanza che riusciva a stare in equilibrio, con lui che viveva a Kyoto e lei a Tokyo. Il destino sferra il suo colpo mortale a fine estate mentre tornano da un soggiorno alle terme…e per lei nulla sarà mai più come prima.
Il romanzo è la cronistoria di come Sayoko affronta il dolore al risveglio in ospedale, tra traumi fisici e soprattutto lo strazio soverchiante per la morte di Yȏichi.
Anche se i due non erano sposati il loro era un legame talmente saldo che i genitori di lui la trattano in tutto e per tutto come la vedova del figlio.
Ma lei sente di aver ormai perso la sua “Mabui”, ovvero l’anima. E a Okinawa si dice che se ti cade il “Mabui” devi tornare a raccoglierlo nel punto in cui è caduto. Ecco quello che si appresta a fare, tra mille difficoltà interiori e tanta nostalgia, Sayoko.
Un libro che parla di morte, ma anche di tanta speranza, scritto dopo il terremoto e lo tsunami di Fukushima e dedicato dall’autrice alle popolazioni colpite.
Kathleen Rooney “Lillian Boxfish si fa un giro” -8tto Edizioni- euro 19,00
Non si può non amare la protagonista e voce narrante di questo gioiello, pubblicato da una nuova e coraggiosa casa editrice fondata da 4 donne intraprendenti, esperte di editoria e con un palato letterario finissimo e di alto livello.
Lillian è un’arzilla e divertentissima vecchietta di 85 anni che festeggia sola soletta l’ultimo giorno dell’anno 1984 a New York -che non è solo lo sfondo del romanzo, ma la grandiosa e affascinante coprotagonista- e lo fa camminando avvolta nella sua pelliccia, agghindata a festa.
Una lunga passeggiata anche nei ricordi della sua vita che sciorina in pagine magnifiche, piene di ironia, intelligenza e sensibilità; leggere e profonde allo stesso tempo.
Negli anni 20 Lillian era arrivata nella Grande Mela e aveva trovato lavoro come copywriter per il grande magazzino di lusso Macy’s. Brillante, arguta, divertente e determinata era diventata in poco tempo una leggenda del mondo pubblicitario, la prima donna in questo campo e pagata profumatamente.
Poi il colpo di fulmine per Max, l’attesa del figlio e la fine del lavoro, perché negli anni 30 le donne con figli non sapevano neanche cosa fossero le tutele della maternità.
Lillian camminando farà incontri che aprono spiragli nei suoi ricordi e riportano a galla successi e gioie, ma anche fallimenti e rinunce.
Un romanzo che vi trascinerà senza sosta, terapeutico perché pieno di ironia e saggezza, ispirato alla vera storia di Margaret Fishback, il primo pubblicitario donna più pagato al mondo. Un gioiello da non perdere, che vi lascerà dolcezza e buonumore a iosa.
Glenn Cooper “Il sigillo del cielo” – Editrice Nord- euro 20,00
Al centro di questo thriller c’è una misteriosa pietra nera, fulcro dei destini di vari personaggi che viaggiano su tre piani temporali diversi – tra umano e divino- con svolte inaspettate e continue.
La storia inizia con il famoso archeologo 62enne Hiram Donovan che, durante uno scavo in Iraq nel 1989, trova sepolta nella sabbia una pietra levigata a specchio. Un disco di ossidiana, perfettamente piatto e rotondo, 10 cm di diametro, uno di spessore… e quando un raggio di sole ne colpisce la superficie, qualcosa di inspiegabile accade allo scienziato. Contravvenendo alla sua etica, non dichiara la scoperta, la nasconde e la invia alla moglie, in America, per studiarla con calma in un secondo tempo. Peccato che il destino abbia in serbo per lui una morte violenta, mascherata da incidente.
Massachusetts, ai tempi nostri, il figlio di Hiram, Carl, che ha seguito le orme paterne ed è University Professor ad Harvard, deve fare i conti con la morte dell’anziana madre Bes. E’ stata assassinata nel suo lussuoso appartamento di Park Avenue a New York, messo a soqquadro ma dal quale sembra non sia stato rubato nulla.
Carl affronta il dolore e, insieme alla fidanzata Jessica, smonta la casa materna, trovando la busta spedita oltre 30 anni prima dal padre, ancora sigillata. Da quel momento in poi anche le loro vite saranno in pericolo.
Terzo piano temporale all’indietro, nel 1095 a Mosul dove tutto ha inizio, con il monaco Daniel Basidi che parla con gli angeli….
A mozzarvi il fiato sarà l’ossessione per questo oggetto che ha travolto imperatori, religiosi e avventurieri, una minaccia per il mondo che tocca a Carl affrontare.
Non smentisce la sua bravura Glen Cooper, uomo dai mille talenti e selfmade-man, in questo romanzo in cui innesta anche la sua laurea in archeologia ad Harvard. Nel suo curriculum c’è anche un dottorato in medicina ed è stato a capo di un importante industria di biotecnologie. Non basta, oltreché autore del best seller “La biblioteca dei morti” al quale sono seguiti altri romanzi di successo è anche sceneggiatore e produttore cinematografico.
Il Prc-Se al presidio davanti al Tribunale di Torino
“libertà per le studentesse e gli studenti antifascisti “
Riceviamo e pubblichiamo / Venerdì una delegazione di Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio davanti al Tribunale di Torino in solidarietà degli studenti antifascisti colpiti da misure cautelari. I fatti si riferiscono al 13 febbraio scorso.
“La polizia in assetto antisommossa carica studenti e studentesse accorsi a difendere un convegno al Campus Einaudi – titolo del convegno “fascismo, colonialismo, foibe” – cui partecipano Moni Ovadia e lo storico Stojan Spetic dalla provocazione di fascisti del Fuan inneggianti al ventennio. Dopo la carica 31 giovani antifascisti vengono denunciati, tre di questi vengono arrestati e altri 19 sottoposti a dure misure cautelari. Un vero e proprio capovolgimento della realtà: gli studenti puniti per aver fatto antifascismo, i fascisti lasciati liberi di provocare. Fascisti, sia detto, che godono dell’appoggio di talune forze e istituzioni locali, le stesse che dichiarano “fazioso” e “divisivo” il 25 aprile, che distribuiscono nelle scuole libri di storia (sic!) editi in ambienti vicino alla estrema destra. Fatti incresciosi che non possono e non devono più ripetersi, che vanno impediti con la mobilitazione popolare e antifascista. Intanto come Rifondazione Comunista chiediamo che sia restituita piena libertà a tutte e tutti gli studenti antifascisti “.