ilTorinese

Avetta (Pd): “Perchè gli ospedali vietati agli informatori scientifici?”

 “Ho presentato un Question Time per sapere se Cirio e Icardi sono interessati a incontrare gli informatori scientifici e risolvere la questione del loro accesso agli ospedali”. Bragantini: “Il Piemonte faccia come il Veneto: gli ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e gli informatori scientifici sono anche loro lavoratori della sanità”

 

“Agli informatori scientifici continua ad essere vietato l’accesso alle strutture sanitarie. L’Associazione Italiana Informatori Scientifici del Farmaco Regione Piemonte ha evidenziato come tale divieto non solo renda agli informatori scientifici difficoltoso l’esercizio della loro professione ma potrebbe causare importanti ricadute negative sotto il profilo occupazionale incidendo, oltre che sulla salute dei piemontesi, anche sui livelli di occupazione di molte imprese del settore.

 Peraltro, l’Associazione ha più volte sollecitato per iscritto un incontro sia al Presidente Cirio sia all’assessore Icardi, senza ottenere riscontro alcuno. Per questo ho presentato un Question time, per capire se, in che tempi e con quali modalità, la Regione Piemonte intenda affrontare e risolvere la questione dell’accesso degli informatori scientifici ai nostri ospedali e presidi sanitari”: lo dichiara il consigliere regionale Alberto Avetta (PD), che ha presentato in Consiglio regionale un Question Time sul divieto di accesso degli informatori scientifici alle strutture sanitarie regionali, conseguenza del fatto che il settore non è stato preso in considerazione dal Decreto Regionale n. 68 del 13 giugno 2020, né sono state adottate linee guida in materia, nonostante la normativa nazionale riconosca agli informatori scientifici un ruolo rilevante considerandoli parte integrante del sistema sanitario.

 “I nostri ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e tra i lavoratori della sanità bisogna includere anche gli informatori scientifici del farmaco-commenta Paola Bragantini, coordinatore della Segreteria regionale Pd Piemonte-Il Veneto ha riconosciuto l’interesse pubblico nello svolgimento dell’attività di informazione scientifica e ha consentito con apposita Delibera l’accesso regolato degli informatori scientifici nelle strutture ospedaliere, anche in deroga alle disposizioni limitative degli accessi adottate dalle singole strutture. Non si vede perché in Piemonte non si voglia mettere questa categoria di lavoratori nelle condizioni di poter svolgere la loro professione”.

Troppa leggerezza nell’assegnare il reddito di cittadinanza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Pietro Maso che nel 1991 uccise in modo barbaro a sprangate entrambi i genitori in concorso di tre amici, e’ riapparso alle cronache come detentore del reddito di cittadinanza. Il suo fu delitto orribile commesso allo scopo di fruire dell’eredità dei genitori. Venne condannato a 30 anni di carcere con il riconoscimento della seminfermità mentale al compimento del fatto,una formula ambigua, quasi una scappatoia da azzeccagarbugli di alto livello. Scontò 22 anni da detenuto e venne rimesso in libertà nel 2013 

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Dal 2016 venne  ricoverato in clinica psichiatrica .Venne anche  accusato anche di estorsione nei confronti delle sorelle che vennero messe sotto scorta. Nel frattempo, dopo essersi sposato, si separò.
Nel 2019 ottenne il reddito di cittadinanza, malgrado la sentenza contemplasse il divieto di poter fruire di erogazioni, data l’interdizione  perpetua dai pubblici uffici, di stipendi o assegni a carico dello Stato o di enti pubblici. Lo scorso anno si era parlato di una ex terrorista figlia di un magistrato ed ex parlamentare del pds che fruiva del reddito di cittadinanza e la cosa creò scandalo. Oggi il reddito di cittadinanza a Maso ha provocato  altra indignazione. Il delitto premeditato commesso è davvero grave, anche se la condanna che non comportò l’ergastolo, poteva apparire in qualche modo non rapportata al reato commesso. Va detto che Maso ha scontato almeno 22 anni di pena,cosa che molti terroristi, dissociandosi, non hanno scontato. Certo, appare scandalosa la leggerezza con cui venne concesso il reddito di cittadinanza  senza rispettare le norme di legge. E balza anche fuori il fatto che il reddito e ‘ un sussidio certamente non finalizzato, almeno in questo caso, alla ricerca di un lavoro.E forse in tantissimi altri casi e’ mero assistenzialismo. E’ giusto il reinserimento nella società del condannato al carcere. Io esaminai nel carcere delle Vallette uno studente condannato a decine di anni di carcere per mafia che desiderava laurearsi in Scienze Politiche. E’ giusto che vengano offerte opportunità di reinserimento, ma il reddito di cittadinanza a Maso lascia molto perplessi.  Ma forse è proprio il reddito di per sè che rivela dei limiti molto evidenti. Il caso di Pietro Maso lo dimostra in maniera quasi lapalissiana.
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(foto Corriere Veneto)

Bimbi e obesità: un percorso all’ospedalino Koelliker

Gli effetti del Covid-19 si fanno sentire anche sull’infanzia: secondo un recente studio condotto congiuntamente dall’Università di Verona e dall’Università di Buffalo (USA) il lockdown avrebbe infatti alimentato il sovrappeso e l’obesità nei bambini e negli adolescenti.

Anche a fronte di un aumento di richieste in questa direzione registrato nel post Covid, l’Ospedalino Koelliker di Torino, struttura specializzata nella cura dell’infanzia, apre oggi un percorso specifico rivolto a bambini e ragazzi con problemi di eccesso ponderale in età scolare.

L’Ambulatorio di Sovrappeso e Obesità Infantile di Koellikerche prenderà in carico i giovani pazienti e le loro famigliesi avvale di un team multidisciplinare composto da 6 diversi specialisti: una Pediatra ed Endocrinologa, una Dietista, due Psicoterapeute, due Terapiste della NeuroPsicomotricità in Età Evolutiva (TNPEE).

Il solo approccio dietetico è infatti insufficiente per risolvere il problema dell’obesità nei bambini. Occorre un percorso educativo o ri-educativo più ampio, che coinvolge lo stile di vita: abitudini alimentari, attività motoria e atteggiamenti mentali. Naturalmente è indispensabile la supervisione di diversi specialisti che preveda il coinvolgimento del bambino e della famiglia attraverso il gioco, la scoperta e la sperimentazione. Il ruolo della famiglia, ed in particolare dei genitori, è fondamentale perché è enorme la loro influenza sulle abitudini dei bambini e le cause dell’obesità si possono rintracciare in abitudini alimentari scorrette fin dalla gravidanza e dallo svezzamento.

Per sensibilizzare genitori e cittadini su un disturbo tanto diffuso e allarmante, ma anche per offrire una consulenza e un supporto, Koelliker ha messo a disposizione uno spazio di discussione sui social con l’intervento di alcuni medici del percorso. La prossima video diretta sulla pagina Facebook dell’Ospedalino Koelliker si terrà il 30 luglio alle ore 18:30.

La Dott.ssa Patrizia Chiabotto, Medico Specialista in Pediatria e Endocrinologia spiega: “Cibo in eccesso e minore attività fisica durante il lockdown hanno peggiorato un quadro già allarmante secondo cui si stima che in tutto il mondo, nel 2016, fossero 40 milioni i bambini tra gli 0 e i 5 anni e oltre 330 milioni tra i 5 e i 19 anni a presentare sovrappeso o obesità. Problemi complessi che vanno affrontati in maniera multidisciplinare e che, se trascurati, non hanno solo ricadute estetiche ma conseguenze anche molto gravi sulla salute, con evoluzione in patologie e complicazioni tali da incidere addirittura sulla aspettativa di vita”.

“E’ molto importante – continua la dottoressa – intercettare precocemente quei bambini che si avviano verso lo squilibrio peso/altezza, così che possano essere portati alla correzione dell’eccesso di peso in modo più rapido e facile. E’ necessario iniziare con una valutazione clinica specialistica che escluda le rarissime obesità causate da malattie sottostanti (2-3% dei casi) e che preveda misurazioni corporee accurate e indagini diagnostiche specifiche per ogni paziente, grazie alle quali quantificare l’eccesso di peso e comprenderne la gravità.

Solo così è possibile mettere a punto una strategia terapeutica personalizzata e veramente efficace”.

www.ospedalinokoelliker.it

Piatto dell’estate: il poke impazza tra i torinesi

+89% giugno su aprile. Sul podio avocado, salmone, edamame per un mix perfetto di freschezza e gusto che conquista tutti

 Bello, colorato e gustoso, con ingredienti freschi e personalizzabile in base ai propri gusti: queste le principali caratteristiche del poke, il piatto a base di pesce crudo di origine hawaiana che ha spopolato sulle coste californiane e che, grazie a Poke House, sta conquistando anche i palati dei torinesi. 

 

Poke mania: il food trend dell’estate

Vera e propria tendenza, secondo i dati delle piattaforme di delivery, il poke prosegue senza battute d’arresto la sua conquista dei gusti degli italiani, con un boom di ordini di +112% giugno su aprile, e dei torinesi (+89%) che lo posizionano al terzo posto nella classifica delle cucine più ordinate. 

 

Avocado, salmone ed edamame: i super ingredienti che hanno conquistato i torinesi

Se il poke è il piatto al quale i torinesi non riescono più a rinunciare, avocado, salmone, ed edamame sono gli ingredienti che li hanno fatti innamorare di Carlina House: l’insegna di Poke House di fronte l’imponente architettura di piazza Carlina, in via Santa Croce 2, inaugurata lo scorso 6 giugno. Nove poke su diecicontengono l’avocado, uno su due il salmone e sei gli edamame per un mix freschissimo di proteine, frutta e verdura a cui difficilmente si può resistere. Dagli omega-3 e antiossidanti del salmone, alle innumerevoli proprietà nutritive e “grassi buoni” dell’avocado, fino all’altro contenuto proteico degli edamame, gli ingredienti preferiti dai cittadini del capoluogo piemontese rappresentano a pieno il concept culinario di Poke House: dare vita a un piatto equilibrato nelle proprietà nutrizionali, e al tempo capace di sorprendere e viziare con sapori ogni volta inediti. 

 

I torinesi, largo ai creativi

Oltre il 75% dei poke è frutto della fantasia dei torinesi, che preferiscono creare la bowl secondo i propri gusti, dando vita così a combinazioni sempre uniche e diverse. Tra le ricette di Poke House invece spicca la Sunny Salmon, con il 48% delle preferenze, seguita dalla White Fish, ricetta estiva per eccellenza, con il 20%. 

 

Le proteine, star dei poke lover

Il salmone è di gran lunga la proteina più amata dai torinesi: presente nel 51% dei poke preparati da Poke House, che doppia il tonno, secondo in classifica con il 25% delle preferenze. Seguono il pollo (cotto per i non amanti del pesce) presente nel 10% delle bowle il branzino e l’insalata di granchio, entrambi con circa il 5%. La via vegana è ovviamente aperta, ma in quel caso ci si affida al seitan, presente in oltre il 4% delle ricette. Lo trovate diversamente invogliante? Provate ad aggiungere carote, cetrioli, patata dolce croccante, cocco, sesamo e insaporite con la salsa al mango e teriyaki per una poke bowl perfetta.

 

Un peccato di gola leggero e senza sensi di colpa

“Se è vero che le mode passano, ma i gusti restano, allora quello per il poke è forse una delle evoluzioni gastronomiche più importanti nel panorama culinario di oggi. Questo perché sono un piatto sano e gustoso, sempre originale grazie agli infiniti abbinamenti di ingredienti di qualità che lasciano ampio spazio alla fantasia e ai desideri del singolo, ma soprattutto equilibrato nelle proprietà nutrizionali. La sua versatilità e freschezza, e il basso apporto calorico lo rendono una delle ricette più in voga durante la bella stagione, capace di accontentare tutti. In poco più di un mese dall’apertura del nostro ristorante in Piazza Carlina, abbiamo infatti registrato un vero e proprio boom di richieste e la tendenza in vista dell’estate si prospetta ancora più in crescita”. – commentano Vittoria Zanetti eMatteo Pichi, co-founder di Poke House.

 

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Poke House – Californian soul, Hawaiian taste

Nato dal sogno di due amici – Matteo Pichi, classe 1986, e Vittoria Zanetti, classe 1991 – Poke House si propone di portare un angolo di California in città e di farlo attraverso un format giovane e innovativo: sia nell’offerta culinaria, con signature che si ispirano fedelmente alle ricette della West Coast, sia nello stile, attraverso un design che colpisce per l’intensità dei colori, la semplicità degli arredi dai materiali naturali, e la selezione di quadri che rievoca quelle atmosfere calde e accoglienti tipiche delle città californiane. Le poke bowl rivisitate in chiave californiana e arricchite da salse preparate rigorosamente in “House”, possono essere composte in autonomia oppure seguendo le ricette/signature.

Bovini di razza piemontese: le preoccupazioni del mondo agricolo

Elezioni Anaborapi, l’allarme di Cia e Confagricoltura Piemonte

Situazione di preoccupazione all’interno dell’Anaborapi (Associazione nazionale bovini razza Piemontese): Cia e Confagricoltura Piemonte esprimono perplessità e allarme per le modalità di svolgimento delle elezioni dei delegati che rappresenteranno gli allevatori all’assemblea generale a Carrù, nel prossimo autunno.  Lo scorso 23 luglio a Carrù erano previste le elezioni per le nove sezioni di razza delle sei province del Piemonte più le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Liguria.

Gli appuntamenti erano stati rimandati a causa dell’emergenza sanitaria, ma questa tornata, spiegano Cia e Confagricoltura, si è svolta secondo modalità contestabili, come raccontano i rappresentanti Anaborapi Gian Piero Ameglio per Cia Piemonte e Alberto Brugiafreddo per Confagricoltura Piemonte: “La prima assemblea del Comitato di razza di Cuneo avrebbe dovuto avere inizio alle ore 9,30 e a seguire le altre, il presidente Renato Giordano non era presente e non si è svolta alcuna discussione su nessun tema, ai presenti è stata consegnata la scheda elettiva per la compilazione. Giordano è arrivato pochi minuti prima di mezzogiorno, quando la maggior parte dei partecipanti era già andata via, molti dei presenti non hanno nemmeno votato né perfezionato la presenza. Si sono ottenuti una manciata di voti a fronte di centinaia aventi diritto”.

Confagricoltura e Cia Piemonte esprimono forte preoccupazione per il futuro dell’allevamento della Razza bovina Piemontese. Continuano Ameglio e Brugiafreddo: “Negli ultimi anni si sono verificati importanti risultati positivi in seno alla selezione di razza e al sistema tra Consorzio di Tutela, Cooperative per la vendita e Libro genealogico: questo ha premiato il territorio, l’allevamento e la tipicità delle carni di pregio di questa splendida razza. Nonostante questo, gli accadimenti che si sono verificati nelle assise delle sezioni dei delegati all’assemblea generale, ci paiono alquanto irregolari e poco rispettoso nei confronti di tutti quei soci che ripongono fiducia nel sistema della delega e della rappresentanza. Da molti anni diamo il nostro qualificato contributo al sistema, ma mai come oggi ci è parso di assistere ad una scalata volta al controllo dell’apparato. Il nostro auspicio è che il dialogo e l’interesse collettivo prevalgano sempre nella piena trasparenza”.

Anziana mamma coltivava piante di luppolo per il figlio ma era marijuana

Grottesca scoperta degli agenti della Squadra Volante a Santa Rita

 

Quando gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti in un condominio del quartiere Santa Rita, dopo aver appreso che in un alloggio c’era una coltivazione di marijuana, sono quasi rimasti sorpresi dalla disponibilità della donna nei loro confronti e a dal suo invito a entrare in casa.

L’anziana signora, una ottantenne, pensava che le piante fossero destinate alla produzione di birra come le aveva detto il figlio che le aveva portate lì un paio di settimane prima. Da questi aveva avuto il compito di annaffiarle, cosa che con dovizia aveva fatto, tanto che le piante avevano raggiunto l’altezza di 130 cm e un metro mezzo.

I poliziotti sono poi andati a casa del figlio, nel quartiere Mirafiori, dove era presente anche la moglie. Qui, in diversi ambienti dell’alloggio, gli agenti hanno trovato 18 piante di marijuana, oltre a una lampada per coltivazione indoor, a diversi semi e a un barattolo contenente sostanza vegetale. Nell’abitazione, gli agenti hanno anche trovato alcuni proiettili di diverso calibro inesplosi.

Alla luce del rinvenimento, i coniugi, un quarantanovenne e una ventottenne, sono stati tratti in arresto per la detenzione e la coltivazione delle piante di marijuana. L’uomo è stato anche denunciato in stato di libertà per detenzione abusiva di armi.

Non dimentichiamoci dei diritti negati a Hong Kong

Sabato 25 luglio, in Piazza Carignano a Torino si è svolto un flash mob per esprimere piena solidarietà alla popolazione di Hong Kong e per denunciare i rischi di una involuzione autoritaria e repressiva del governo cinese.

Hanno partecipato giovani e militanti di quasi tutti i partiti politici (con l’eccezione di L.E.U. e 5stelle) L’incontro è stato aperto da Patrizia De Grazia, mentre Giampiero Leo ha portato l’adesione del Coordinamento interconfessionale e i saluti del Presidente della Regione Alberto Cirio.

Si è anche deciso di dar vita a un gruppo permanente di lavoro su questi temi, presso L’Istoreto (Istituto Storico della Resistenza del Piemonte)

 

Venerdì di fuoco, allarme caldo: temperature fino a 40 gradi a Torino

Le temperature arriveranno fino a 40 gradi. Sono dieci le città da  bollino rosso venerdì 31 luglio, come indicato dal il bollettino del ministero della Salute sulle ondate di calore

L’allerta riguarda Roma, Bologna, Torino, Firenze, Campobasso, Pescara, Rieti, Frosinone, Bolzano e Perugia. Per queste ultime due città bollino rosso anche oggi. Invece la prossima settimana torneranno i temporali al Centronord.

Più a rischio gli anziani, le persone con problemi di salute o i bimbi  molto piccoli. Arpa Piemonte, Agenzia regionale per la protezione ambientale, suggerisce  di non uscire nelle ore più calde della giornata e di tenere in casa le imposte chiuse, per evitare il passaggio della luce, ma consentendo  il ricambio d’aria. L’aria condizionata  va regolata a temperatura non troppo bassa rispetto all’esterno. E poi bisogna bere molta acqua e mangiare frutta fresca, evitando l’esercizio fisico nelle ore più calde.

Bollettino covid: nessuna vittima, dieci contagi. Ferme a 5 le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

26.077 PAZIENTI GUARITI E 651 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.077 (+25 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3198 (+1) Alessandria, 1575 (+0) Asti, 843 (+0) Biella, 2439 (+3) Cuneo, 2352 (+2) Novara, 13.442 (+13) Torino, 1098 (+4) Vercelli, 962 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 168 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 651sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO IN TOTALE 4128

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte

Il totale rimane di 4128 deceduti risultati positivi al virus: 679 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 372 Novara, 1821 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.646 (+10rispetto a ieri, di cui 7 asintomatici. Dei 10 casi, 4 screening, 6 contatti di caso . I casi importati sono 1 su 10) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4104 Alessandria, 1885 Asti, 1056 Biella, 2926 Cuneo, 2811 Novara, 15.982 Torino, 1351 Vercelli, 1152 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 269 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 5(invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 124 ( invariato rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 661.

I tamponi diagnostici finora processati sono 496.601, di cui 272.689risultati negativi.

Autonomia, Ravetti (Pd): “più vicino a amministratori e cittadini”

“Ringrazio i colleghi che mi hanno affidato il ruolo di Vicepresidente della VII Commissione che si occuperà di Autonomia, Federalismo e Enti locali, affrontando temi importanti e delicati per la nostra Regione” dichiara il neo Vicepresidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale Domenico Ravetti (Pd).

“Questo ruolo – prosegue Ravetti- mi permetterà di essere ancora più vicino agli Amministratori locali e, attraverso le loro esigenze, ai cittadini. Cercherò un costante confronto con il Governo nazionale per ottenere l’autonomia del  Piemonte su specifiche materie, un’autonomia che non leda i principi di solidarietà e coesione nazionale”. “D’intesa con gli amministratori locali – conclude Ravetti- questa Commissione dovrà occuparsi anche di riorganizzare le relazioni tra i nostri Comuni per garantire sempre maggiori servizi di qualità. In questo senso sarà fondamentale aprire un fronte anche sul federalismo fiscale”.