ilTorinese

La Nazionale dei pizzaioli si prepara al record mondiale

Roberto Todisco, selezionatore e responsabile di comunicazione e crescita personale della Nazionale Italiana Pizzaioli durante una sua visita in Piemonte. Lo abbiamo intervistato a Casale Monferrato sulle attività ed i record della NIP.

E’ un’azienda di formazione nata a Forlì nel settore dell’Ho.re.ca., quindi Hotel, Ristoranti, Catering. Svolgiamo formazione avanzata per tutti quelli che sono pizzaioli e vogliono qualificarsi come istruttori tecnici, sino ad arrivare, in un percorso abbastanza complesso di master chef in pizzeria. Oltre a questo abbiamo anche all’interno una serie di corsi di formazione del personale dedicati alle aziende, dove parliamo di accoglienza, collaborazione, quindi come creare un team di collaboratori, e facciamo anche dei corsi dedicati ai camerieri per specializzare il cameriere in un consulente di sala, in più ci sono anche dei corsi personali sull’organizzazione del tempo. E’ un’azienda di formazione, non è una associazione che opera da oltre vent’anni.

Chi è l’ideatore della Nazionale Italiana Pizzaioli?

Il presidente Dovilio Nardi di Forlì che da oltre venti anni studia e progetta iniziative in questo settore, ultima in ordine è RIPARtiamoITALIA.

Accanto a questo avete anche un bel palmares di record del mondo …

Abbiamo 722 istruttori collegati con la Nazionale Italiana Pizzaioli in tutta Italia e anche all’estero, ma abbiamo anche 8 record certificati nel Guinness.

L’elenco comprende la pizza tonda senza glutine più grande del mondo di 1261,65 metri quadrati., il cappuccino più grande di 2350 litri, il pane senza glutine più lungo con 38,10 metri, la pizza dessert più lunga con 14,28 metri quadrati, la pizza più lunga con 1595,45 metri raggiunto ad Expo 2015 di Milano, il muffin senza glutine più grande, e nello stesso giorno a Roma il maggior numero di pizze fatte in 12 ore con 10065 (raggiunto in 8 ore) e il maggior numero di pizze in un’ora con 1500 (raggiunto in 52 minuti).

Stiamo adesso organizzando il nono e decimo record del mondo e siamo qui a selezionare i nostri nuovi collaboratori.

Per informazioni: tel. 328/2772669

Massimo Iaretti

 

Gallinara, venduta ma (almeno) non delocalizzata

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni /Per molti piemontesi e lombardi che frequentano anche casualmente la Liguria di Ponente, l’isola Gallinara è un topos, un ricordo affettivo che abbiamo sin da bambini, quando si poteva attraccare nel porticciolo dell’isola. Mio padre ci portava all’isola in motoscafo. Tutte le cartoline di Alassio e di Albenga (l’isola è nel territorio di quest’ultima) contengono da sempre l’isola, quasi come fosse una perla, che da tanti anni è proprietà di privati e che ha una  sua grande storia fin dall’epoca romana  e poi nel Medio Evo.

E’ impossibile venire a capo dei reali motivi per cui divenne proprietà privata. Andrò a fare una ricerca in proposito, ma basterebbe chiedere all’avvocato Cosimo Costa, presidente dell’istituto studi liguri per saperlo con certezza. Oggi la notizia dell’acquisto  dell’isola da parte  di un magnate ucraino con cittadinanza monegasca non rende tranquilli soprattutto gli ambientalisti, ma anche tanti semplici cittadini. Pare che fosse in vendita da dieci anni. Il Sindaco di Albenga Tomatis è stato pronto a mettersi in contatto con la sovrintendenza ligure per verificare la situazione. Io, d’istinto, ho pensato al diritto di prelazione che avrebbe lo Stato e la Regione Liguria oltre al Comune di Albenga. Riflettendoci con calma (la richiesta è di 10 milioni di euro) penso alle mille spese prioritarie per il Covid e la crisi economica e sono meno propenso ad un impegno per la Gallinara. Certo un pezzo di Italia cara a molti  finisce in mani straniere, come è capitato per tante industrie italiane. Il magnate ucraino va tenuto d’occhio, ma abbiamo almeno la consolazione che un’isola non si può delocalizzare. In linea di principio un’isola dovrebbe essere un bene pubblico, ma nell’Italia della pandemia tutte le certezze restano sospese. Inoltre non va mai dimenticato  quanti beni pubblici siano mal tenuti e in preda ai nuovi barbari. Anche questo è un altro motivo su cui riflettere. Il ministero dei beni culturali e quello dell’ambiente non sono proprio degli esempi di efficienza. Se l’Italia è in svendita ci saranno pure dei motivi, per quanto molto cattivi.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Campionati Italiani Assoluti Estivi, due atleti piemontesi a Bolzano

Archiviati domenica scorsa i Campionati Italiani di Categoria, i tuffi tricolori tornano protagonisti con i Campionati Italiani Assoluti Estivi, in programma alla piscina Karl Dibiasi di Bolzano da mercoledì 5 agosto – a venerdì 7 agosto.

Sono 50 gli atleti in gara, in rappresentanza di 15 società. Tra loro i piemontesi Matilde Borello e Eduard Timbretti Gugiu, entrambi tesserati per la Blu 2006 Torino e vincitori di medaglie ai Categoria dei giorni scorsi disputati a Roma. In particolare, Eduard si è laureato campione italiano Junior nelle due prove dal trampolino e ha aggiunto l’argento dalla piattaforma; nella stessa categoria, Matilde si è piazzata terza dai 3 metri, dopo aver sfiorato il podio dal metro.

Nei prossimi giorni Matilde Borello sarà nuovamente in gara nel trampolino 1 e 3 metri, Eduard Timbretti Gugiu in tutte e tre le prove. I due si tufferanno anche in coppia nel sincro misto dai 3 metri, specialità nella quale saranno all’esordio. Eduard sarà inoltre impegnato nel sincro 3 metri e nella piattaforma sincro, in coppia rispettivamente con Gabriele Auber (Marina Militare) e Andreas Sargent Larsen (Circolo Canottieri Aniene). Il comunicato completo con il programma dettagliato delle gare su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20200804172445&area=3&menu=agonismo&read=tuffi

Quando alla Fiat c’era Romiti e la crisi era colpa dei padroni

L’11 settembre deve proprio essere una data tragicamente ricorrente. L’ 11 settembre del 1980 cominciò a Torino lo sciopero alla Fiat contro i licenziamenti.

Come si è arrivati a questo punto? In particolare come si viveva ad agosto? La gioia delle ferie spazzata via dalla strage di Bologna. Che fossero stati i fascisti con la complicità dei servizi segreti deviati non c’era alcun dubbio.

Due anni prima venne assassinato Aldo Moro e bombe da tutte le parti. Nel 1979 elezioni
anticipate. Il Pci non ci stava più ad essere lo sgabello della Dc. Si prese la sua botta elettorale,
i socialisti di Craxi non sfondarono e si aprì la stagione del pentapartito e del famoso Caf Craxi
Andreotti e Forlani con De Mita guastatore. Fermandosi trasversalmente il partito del debito
pubblico. Forse per questo la Fiat assunse 19000 mila operai. Li assunse per la prima volta dagli
uffici di collocamento.

Fu l’anno in cui il gruppo ebbe più dipendenti di tutta la sua storia. Qualcosa non tornava
visto che l’auto italiana non funzionava. I piazzali erano pieni di auto invendute ed aumentava
l’ indebitamento con le banche. Cesare Romiti non aveva definitivamente vinto. Fatto fuori
Cantarella la finanziarizzazione era un gioco fatto. C’era la complicazione degli operai, stava iniziando l’
operazione snellimento. In altre parole si facevano più soldi con la finanza e dopo aver prodotto
auto bisognava venderle. Caratteraccio quello di Cesare Romiti scelto dall’Avvocato che, sulla
scelta dei suoi stretti collaboratori non ne sbagliava una. Sicuramente un po fané sui carichi
di lavoro, ma grande uomo di mondo. Dal nonno aveva preso arguzia ed intelligenza , non la
“cattiveria ” delle scelte nette. Anche per tutto ciò venne scelto Cesare Romiti. Gestore delle scelte
draconiane. Prima fra tutte indebolire radicalmente il sindacato.

I fatti gli diedero ragione.
Sempre Cesare Romiti definì gli anni 70 il decennio della Follia. Qualche ragione sulla
ingovernabilità degli stabilimenti l’aveva. Uno degli slogan maggiormente in vigore era : La
Fiat l’Indocina ce l’ha in officina. Dove portava tutto questo bailamme? Soprattutto se si voleva
tanta occupazione bisogna o fare la ” rivoluzione ” o vendere le auto. Diverse vie non c’erano. Nei
mesi precedenti c’erano stati tentativi di abboccamenti tra Fiat e sindacati che avevano respinto
al mittente le richieste di licenziamenti.

Fausto Bertinotti segretario Cgil regionale aveva coniato il motto: l’uso politico della Fiat della
crisi. Un timido tentativo di confronto fu fatto da Piero Fassino allora responsabile fabbriche
delle Federazione Torinese Comunista.

Si Svolse al Teatro Nuovo la Conferenza Nazionale Fiat. Fassino entrava a pieno titolo nel gota
nazionale. Ma quasi totalmente inascoltato. Rileggendo gli atti del convegno un buon senso che
non era figlio di quei tempi. Giorgio Amendola fu l’ unico che apertamente scrisse su RINASCITA:
La Fiat ha ragione. Avanti così ci sfasciamo.

Molto ma molto più modestamente passai 10 giorni bellissimi di vacanza all’ isola del Giglio con
la famiglia e il mio Vate in assoluto, il  Professore Romolo Gobbi.

Al pomeriggio mi catechizzava descrivendo per filo e per segno cosa sarebbe avvenuto. Tipico
dei solitari visionari Romolo ci azzeccava perché non aveva nulla da difendere e da perdere. Altra
cosa erano i dirigenti sia del sindacato come del PCI. Se avesse avuto ragione la Fiat dovevano
ammettere di aver sbagliato in quegli anni. Non era nelle corde dei politici e sindacalisti di allora.

Semplificando la colpa della crisi settore auto italiano era dei padroni. Dovevano essere loro,
solo loro che pagavano gli effetti negativi della crisi non licenziando. Avevano dunque un obbligo
morale che dovevano saldare e basta. Ora può apparire un modo bizzarro di ragionare. Non
poi così tanto se si pensa che c è qualcuno che ragiona ancora così. Addirittura c’ era chi la
considerava un’ occasione per la nazionalizzazione. Sintesi: lo Stato, attraverso l’ Iri si comprava
tutto. Forse non avevano tutti i torti, fatti i conti lo Stato (forse) tirava fuori meno soldi di
quelli che ha tirato fuori tra cassaintegrazione ed agevolazioni o costiuendo società come Tne
Spa che ha dato oltre 100 milioni a Fiat, diventando padrona di un pezzo di Mirafiori e di fatto
non ha mai operato.

Ma si sa che dei se e dei ma sono piene le fosse della storia  ed il più delle volte
servono ad inutili polemiche. Una cosa è certa: in quell’agosto di attesa una certa sinistra, un
certo sindacato , un certo Pci non avevano capito che il vento era cambiato. Direi di più, quella
certa sinistra, quel certo sindacato stava scrivendo o leggendo un libro che non capiva. Che non
voleva capire o forse che non poteva capire.

E dopo 40 anni Torino non è più capitale di nulla se non del suo rimpianto per i fasti passati.

Patrizio Tosetto

Spaccio, furti e rapine: 18 arresti in 24 ore

Sono 18 le persone arrestate dalla Polizia di Stato a Torino nelle ultime 24 ore. Ad intervenire i poliziotti in servizio di Volante, sia dell’Ufficio Prevenzione Generale che dei Commissariati cittadini. La tipologia dei reati commessi è varia: si va da arresti per possesso di stupefacente ai fini di spaccio ad esecuzione di misure cautelari in carcere per reati dello stesso tipo, per arrivare a furti e rapine.

In particolare, 4 cittadini italiani di età compresa fra i 21 e i 24 anni sono stati sorpresi questa notte dagli agenti del Comm.to Madonna di Campagna mentre scappavano dopo aver commesso un furto presso la stazione ferroviaria “Torino Stura”: dopo aver forzato un vagone, erano saliti a bordo di un convoglio fermo ed avevano asportato un estintore, un martelletto spaccavetri ed altro materiale utilizzato dalle FF.SS:; uno di essi aveva anche imbrattato con una bomboletta spray il vagone mentre uno dei complici filmava la bravata degli amici. I 4 sono stati sorpresi coi volti travisati ed indossavano dei guanti da lavoro, utilizzati per non lasciare le proprie impronte. I 4 giovani, due dei quali universitari, uno cameriere in un ristorante in collina, l’ultimo meccanico, resisi conto di ciò che avevano fatto,  hanno detto che si sarebbero meritati di essere presi a calci nel sedere.

Sono invece 5 gli arresti per rapina. Gli episodi si sono verificati in due luoghi del centro città: il primo in piazza Vittorio Veneto, nei pressi di via Plana, ove un ragazzo minorenne, in compagnia di un amico, intenti a vedere un video sul cellulare, sono stati minacciati da un cittadino italiano venticinquenne armato di coltello, affiancato da un complice, anch’egli italiano, affinchè gli consegnasse il telefonino. La vittima, spaventata, ha obbedito, e non stante un cittadino straniero sia intervenuto a difesa dei ragazzi loro hanno minacciato anche lui col coltello, riuscendo ad allontanarsi. Pochi istanti dopo è transitata da lì una pattuglia di Polizia che, raccolte le descrizioni dei rapinatori li ha individuati poco distante, recuperando il cellulare appena rapinato ed assicurando alla giustizia gli autori del fatto, che hanno entrambi precedenti specifici.

Più tardi, attorno alle 23.30, invece, in piazzale Valdo Fusi, due ragazzi di sedici anni sono stati avvicinati da 3 cittadini marocchini più grandi di loro di una decina di anni. I tre li hanno minacciati e colpiti con schiaffi, dopodichè hanno portato via ai due amici un power bank per cellulare ed il portafogli di uno dei due contenenti poche decine di euro. I ragazzi sono riusciti ad avvisare il 112 dando le indicazioni del gruppo che li aveva aggrediti e poco distante, in Piazzale Valdo Fusi, una Volante li ha individuati arrestandoli, con la refurtiva ancora addosso. I tre hanno precedenti specifici.

Al Poli la laurea in intelligenza artificiale applicata all’industria 4.0

Il primo dottorato su questa tematica prende avvio con la firma della convenzione tra Cnr, Sapienza Università di Roma, Politecnico di Torino, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università di Napoli “Federico II” e Università di Pisa

 

L’Intelligenza artificiale (Ai) è diventata in questo ultimo periodo oggetto di grande attenzione, nel nostro Paese e a Torino in particolare, con la proposta di costituire proprio nella capitale sabauda l’istituto italiano dell’Ai promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il Politecnico di Torino fa un altro passo nella valorizzazione delle competenze sull’Intelligenza artificiale con l’avvio, dall’Anno Accademico 2021/2022, del corso di dottorato di ricerca in Intelligenza Artificiale declinata nelle applicazioni per l’Industria 4.0, parte del Dottorato nazionale in Intelligenza artificiale (PhD-AI.it) promosso con la firma di una convenzione tra Cnr, Sapienza Università di Roma, Politecnico di Torino, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università di Napoli “Federico II” e Università di Pisa. Con il coordinamento del Cnr e dell’Università di Pisa, il Dottorato si articolerà in cinque corsi, promossi sul territorio nazionale da raggruppamenti di università ed enti pubblici di ricerca. Il Politecnico sarà università capofila per il corso “PhD-AI.it: Area industria 4.0”.

“L’Intelligenza Artificiale è un ambito di ricerca nel quale il nostro Ateneo può vantare competenze di prim’ordine, e il territorio presenta un tessuto imprenditoriale molto interessato a questi temi. Proprio alle applicazioni per l’Industria 4.0 si rivolgerà il corso di dottorato del Politecnico di Torino, ambito nel quale il nostro Ateneo può mettere a disposizione le proprie attività di ricerca, ma anche l’attività del Competence Center dedicato proprio ai temi della manifattura del futuro”, commenta il Rettore Guido Saracco.

I dottorandi del PhD-AI.it riceveranno sia una “formazione orizzontale”, sugli aspetti fondazionali dell’Ai, comune tra i cinque corsi, sia una “formazione verticale”, relativa alla propria area di specializzazione. Il PhD-AI.it prenderà avvio con l’anno accademico 2021/2022 (37° ciclo). Per i primi due cicli (37° e 38°) sono già disponibili complessivamente 194 borse (97 cofinanziate dal Cnr e 97 cofinanziate dal ministero attraverso l’Università di Pisa), per un investimento complessivo che, col co-finanziamento degli atenei, supera i 15 milioni di euro. Il bando di ammissione al PhD-AI.it verrà pubblicato agli inizi del 2021 e i corsi avranno inizio a novembre 2021.

“Siamo davvero contenti”, commenta la professoressa Barbara Caputo, responsabile del Dottorato PhD-AI.it per il Politecnico: “Questo accordo sancisce la centralità del nostro Ateneo, e del territorio tutto, a livello nazionale ed europeo nella ricerca di base e applicata sull’Intelligenza Artificiale moderna, basata sull’elaborazione di enormi quantità di dati e su tecniche statistiche dell’apprendimento automatico, proiettata verso Industria 4.0.”.

Il Politecnico sta investendo in modo consistente in questo campo, con una particolare attenzione agli aspetti teorici ed applicativi legati al suo utilizzo in ambito industriale. Questo permette di sviluppare competenze su tutti gli aspetti legati alla manifattura predittiva, alla robotica industriale e all’automotive, campi nei quali tradizionalmente il territorio di Torino e del Piemonte è leader internazionale.

“Ma l’AI moderna ci permette anche di essere incisivi nell’analisi di immagini da satelliti come supporto all’agricoltura, di sviluppare nuovi modelli di e-commerce in grado di cambiare e personalizzare l’esperienza di acquisto online e supportare il settore a 360 gradi, dalla gioielleria al tessile all’alimentare, di sviluppare algoritmi all’avanguardia per il monitoraggio delle infrastrutture, di supporto all’economia circolare e al mondo della finanza”, prosegue Barbara Caputo, che conclude: “Questo dottorato è un tassello importante nella strategia più ampia del Politecnico su questo tema e sul tema del Digitale, basata sull’eccellenza nella ricerca di base dell’Ateneo, i legami forti con la rete Internazione ELLIS (European Laboratory on Learning and Intelligent Systems) e le sinergie con la Fondazione LINKS, il Competence Center CIM4.0  e l’incuba

Asti-Cuneo, forse i lavori partono davvero

Il presidente della Regione Piemonte sottolinea che ora i lavori possono iniziare

Consegnato ieri il cantiere del lotto 2.6b della A33 alla ditta costruttrice: lo comunica il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, sottolineando che si tratta di una notizia importante, innanzitutto perché consente di non far scadere le autorizzazioni già in essere per l’avvio dei lavori preliminari e perché rappresenta un altro passo avanti concreto per il completamento di un’opera attesa da più di 30 anni.

Secondo il Presidente della Regione ora il cantiere può partire davvero.

La comunicazione è stata trasmessa nei giorni scorsi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dalla società Asti-Cuneo e questa mattina è stata comunicata al governatore.

Partono quindi le operazioni per l’avvio dei lavori preliminari: la preparazione delle aree con i tracciamenti topografici e la materializzazione degli ingombri dell’infrastruttura, l’asportazione del soprasuolo e la realizzazione delle recinzioni delle aree di cantiere e la bonifica da eventuali ordigni bellici. Si procederà inoltre con il pagamento degli espropri.

CR7 voleva lasciare la Juve per il PSG?

Secondo il giornale sportivo France Football Cristiano Ronaldo stava seriamente pensandodi lasciare la Juventus per trasferirsi al Paris Saint-Germain, ma poi il Coronavirus ha sconvolto  il mondo.

Nell’articolo si parla della presunta delusione di Ronaldo  per il rendimento dei bianconeri durante la stagione e del desiderio di giocare vicino a due grandi come Neymar e Kylian Mbappé.

CR7 avrebbe fatto pressioni per andare via ma le implicazioni finanziarie del lockdown lo hanno fermato e dopo la vittoria dello scudetto pare che Cristiano resti a Torino.

(foto Claudio Benedetto)

Quasi 4 mila identificati nei controlli della Polfer

11 persone indagate, 3.393 identificate, di cui 957 stranieri, 231 minori e 681 con precedenti di Polizia. 39 veicoli controllati. 254 le pattuglie impegnate per la vigilanza delle stazioni, 66 impiegate a bordo treno e 9 in abiti civili per attività antiborseggio; 13 i servizi lungo linea e 12 di Ordine Pubblico. Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta. 

 

Gli operatori sono stati impiegati nella settimana di riferimento sia a bordo dei treni regionali, sulla base di servizi specifici di scorta, che nelle stazioni principali. In quelle minori, dove non vi è un presidio di Polizia Ferroviaria, sono stati effettuati specifici servizi di vigilanza e controllo, in particolare nel fine settimana, quando si registra un maggior afflusso di viaggiatori diretti nelle località turistiche balneari del Sud Italia e della Liguria.

 

Questi i risultati operativi:

a Torino, un ventiduenne italiano, residente nella provincia di Cuneo, è stato sanzionato amministrativamente dagli Agenti del Settore Operativo di Torino Porta Nuova per possesso di due involucri contenenti sostanza stupefacente tipo cocaina, celati all’interno del marsupio al seguito;

 

un italiano di 52 anni è stato rintracciato nei pressi del binario 18 della stazione di Porta Nuova, seminudo e in evidente stato di alterazione psico-fisica. Accompagnato presso gli uffici di Polizia è stato emesso a suo carico un Ordine di allontanamento dall’ambito ferroviario fino al 4 p.v.; inoltre veniva sanzionato amministrativamente anche per ubriachezza.

 

Nella provincia di Alessandria gli operatori Polfer in servizio presso la stazione di Novi Ligure hanno denunciato un algerino di 39 anni, senza fissa dimora, per turbativa e interruzione di pubblico servizio poiché, nella stazione ferroviaria di Arquata Scrivia, occupava abusivamente i binari, attraversandoli incautamente, causando l’interruzione della circolazione sulla tratta Alessandria – Genova per 35 minuti. Raggiunta la stazione impresenziata, l’uomo è stato bloccato e accompagnato in ufficio per l’identificazione e dalla consultazione della Banca Dati FF.PP. è risultato inottemperante all’Ordine del Questore di Torino di abbandonare il territorio nazionale.

 

Sempre a Novi Ligure gli operatori hanno denunciato un marocchino di 26 anni, senza fissa dimora, per oltraggio a P.U., vilipendio e danneggiamento. Nella circostanza sono intervenuti su richiesta del Capotreno in quanto il soggetto si era rinchiuso nel bagno del treno. L’uomo, privo del titolo di viaggio, si mostrava da subito nervoso e agitato. Accompagnato presso gli uffici di polizia continuava a tenere atteggiamenti offensivi nei confronti degli operatori, a tratti anche violenti, cercando anche di auto lesionarsi dando testate al vetro antisfondamento presente in ufficio. Richiesto l’intervento dei sanitari, veniva trasportato presso il locale nosocomio in preda ad un forte stato di agitazione. Anche nei locali dell’ospedale riusciva a danneggiare alcuni arredi cercando di guadagnare la fuga dalla finestra e, pertanto, veniva ricoverato d’urgenza. Dimesso il giorno successivo, essendo il soggetto sprovvisto di regolare permesso di soggiorno, veniva posto a disposizione dell’ufficio Immigrazione. Lo stesso soggetto, due giorni dopo, ancora a bordo treno, si è quindi reso responsabile di aggressione e rapina ai danni di un Capotreno, sottraendo violentemente il tablet di servizio durante il controllo dei titoli di viaggio. Prontamente fermato ed identificato, sempre dalla Polfer di Novi Ligure, è stato arrestato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Visto che per l’occorso il treno veniva soppresso ed i viaggiatori trasbordati su altro convoglio, il soggetto veniva denunciato anche per interruzione di pubblico servizio.

A Vercelli, infine, gli operatori del Posto Polfer della locale stazione hanno denunciato un moldavo di 40 anni, rintracciato a bordo di un Treno Regionale Veloce durante un servizio di scorta, in quanto destinatario di decreto di espulsione del Prefetto di Torino e di un Ordine del Questore di Torino emesso nel febbraio 2019.

I “sussurri” della natura si perdono nelle opere di Serena Zanardo

Sino al 25 ottobre presso la Galleria “Arte per Voi” di Avigliana

Si è scritto che la mostra Sussurri nel bosco, a cura di Luigi Castagna e Giuliana Curino, con cui Serena Zanardo presenta le sue opere fino al 25 ottobre (ogni sabato e domenica, dalle 16 alle 20) presso lo spazio di “Arte per Voi” ad Avigliana, è “da visitare in punta di piedi”: e credo sia vero.

Un insieme di sensazioni e suggerimenti, una ricerca per ascoltare quanto le piccole entità di un fiore o di un albero possono dirci, una poetica delicata e sottile, fatta a volte di una natura anche senza peso, che non può farci restare insensibili. Un racconto, un cumulo di pensieri, reso sottovoce, ma allo stesso tempo forte, vivace, pieno di significati. Una rappresentazione del mondo naturale che corre parallelo a storie e leggende, ad un mondo in cui ancora circolano sogni, figure impercettibili, panorami avvolti dalla nebbia, spruzzi di neve, colori accesi e altri che a fatica tentano di esplodere dal terreno, crescite solitarie e macchie folte. Visioni immediate o forse ricordi che riemergono a poco a poco, lenti. A guardare il tratto perfetto delle sue Sinfonie che cavalcano il tempo delle stagioni, di certi fiordalisi – non immagini destinate semplicemente al foglio ma autentiche tracce di vita – o il tangibile lavoro di un’ape sul fiore su cui s’è posata (All’opera) o la massa di un cardo (Fiore della vita), sontuoso e sfaccettato, pronto a essere colto con ogni attenzione, o i tralci di una vite, appare tutta la poesia e la tecnica della Zanardo (acquerello, tempera e matite colorate su carta), la sua voglia di partecipare a quel mondo che descrive, di porgerlo a chi guarda in ogni variopinta bellezza, concretizzando quegli angoli appartati, quelle tracce, gli intrichi di frutti e fiori con una invidiabile delicatezza. Che forse non può essere allontanata da un’ombra di malinconia.

rb.

 

“Fiore della vita”, 2018, cm. 18 x 27, acquerello e matite colorate su carta

“All’opera”, 2016, cm. 29 x 18,5, acquerello e matite colorate su carta

“Nel blu dipinto di blu”, 2020, cm. 26 x 16, acquerello, tempera e matite colorate su carta