ilTorinese

Ricordare Norma Cossetto significa onorare le vittime di violenza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La commissione toponomastica della città di Reggio Emilia ha  bloccato  la delibera del Consiglio Comunale che prevedeva   una targa in ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’oro al Valor Civile, simbolo del martirio degli istriani infoibati ad opera dei partigiani di Tito

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Norma Cossetto era una giovane studentessa universitaria a Padova, allieva di Concetto Marchesi. Venne prelevata da casa, seviziata e stuprata con violenza bestiale  inaudita e poi ammazzata  e gettata in una foiba. La Commissione di Reggio Emilia afferma che mancano prove storiche certe della sua fine e giunge a mettere perfino in discussione il conferimento della Medaglia d’oro  da parte del Presidente della Repubblica Ciampi. E’ una forma di arroganza negazionista intollerabile  che oltraggia la figura della giovane studentessa istriana che  dopo le vicende belliche ottenne  la laurea honoris causa alla memoria su proposta del prof. Marchesi , deputato comunista ed insigne studioso. Il riconoscimento della giorno del ricordo, il 10 febbraio, sembrava aver posto fine alle discussioni di parte sulle foibe e sull’esodo Giuliano – Istriano – Dalmata . Solo una minoranza di vetero- comunisti votò  contro l’istituzione del giorno del ricordo  in Parlamento. In realtà tuttavia il 10 febbraio – malgrado la legge istitutiva – non viene ricordato in molte città e in tantissime scuole, violando la legge. Ma nessuno, finora, era giunto a mettere in discussione la morte tremenda a cui fu condannata Norma Cossetto, colpevole di avere un padre fascista. Eccepire addirittura sulla Medaglia d’oro è un’offesa alla verità storica oltre che alle comunità di esuli  esistenti, in primis all’ Associazione Dalmazia Venezia – Giulia. Mi sento particolarmente anche colpito  sul piano personale da questo vile negazionismo che solleva dei dubbi senza portare prove di sorta, se non discorsi di mera natura ideologica. Fui infatti  io a scrivere a Ciampi, segnalando il caso  della studentessa Norma Cossetto  e fu il Segretario Generale del Quirinale Gifuni ad avviare la pratica che ebbe  iter regolare e trasparente, come impone il conferimento di una medaglia d’Oro.   Ciampi ebbe il merito storico di aver riportato la verità storica sulle foibe e sull’esodo che Gianni Oliva aveva per primo evidenziato nei suoi libri. Rimettere in discussione in modo strumentale certe verità significa un arretramento barbaro della nostra  coscienza civile. Le memorie non sono mai condivise, ma i fatti storici non possono essere ridiscussi in base ad un revisionismo becero e arrogante. Norma Cossetto é un’eroina nazionale, una vittima che va onorata come vanno onorate tutte le vittime della violenza, di tutte le forme di violenza. E’ una giovane donna vittima della violenza sulle donne che oggi giustamente è oggetto di particolare attenzione.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Negozi aperti tra regole e buonsenso

Al terzo giorno dell’ #OrangeisthenewRed, la Torino arancione fa i conti con una situazione forse non troppo calcolata 

Nonostante i vari escamotage utilizzati da qualche azienda per fronteggiare un nuovo lockdown, che seppur breve, rischia di nuovo di mettere in ginocchio il settore terziario italiano, la scorsa domenica di riapertura “inaspettata” ha dato i risultati tanto desiderati a tutti quei commercianti che per volere o volare (eccezioni permettendo) hanno dovuto attenersi alle normative dettate dall’ultimo DPCM.

Ma la medaglia, come sempre avviene, ha una doppia faccia e se da una parte c’è il negoziante felice dall’altra troviamo un  Presidente della Regione che si mette le mani nei capelli.

Mi chiedo cosa si aspettasse, se riapri i negozi, la gente ci entra dentro… non è così fantascientifico!

Erano palesemente inevitabili gli assembramenti per le vie del centro, ancor di più quelli sui marciapiedi di fronte alle entrate dei negozi.

Dopo tutto i commercianti e noi dipendenti possiamo fronteggiare la situazione all’interno del punto vendita come meglio riusciamo, oscillando tra un fare “Hitleriano” indispensabile per mettere in riga quei pochi ( ma anche tanti!) clienti insubordinati e un fare cordiale e servizievole come neanche il buon Alfred fa con il suo amato Batman!

E del fuori, però, chi se ne occupa se il buon senso della gente viene a mancare?

Ma comunque, tralasciando insignificanti (?) dettagli, il chiacchiericcio generale parla di un via libera necessario per tutti i torinesi che, soppressi da una logorante inattività da quarantena, una fantasia culinaria ormai consunta e travolti dalla frenesia dei regali di Natale,  non ce la facevano proprio più.

Eppure, mai come oggi l’ E-Commerce on line è un supporto ineguagliabile e nonostante i divieti da zona rossa, c’erano una marea di possibilità che permettevano una quarantena più “soft” rispetto la precedente…

Quindi, mi viene quasi da dire, è realmente tutto così NECESSARIO?

Non mi so ancora dare una risposta, forse dovremmo riprendere in mano la lista delle vere necessità, quella che i nostri nonni conoscono bene. Quella che utilizzavano ad esempio ottanta-novant’anni fa, quando fronteggiavano un problema ben più grande del nostro e con mezzi decisamente diversi.

Sicuramente, senza Internet!

Giorgia Di Salvo

“Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”

Per i tipi di “Atene del Canavese”, il nuovo libro di Donatella Taverna

Dalla medievale leggenda della fata Melusina a quella del sacerdote-medico Melampo, cui i serpenti avevano mordicchiato e “purificato” le orecchie.

Dai misteriosi “Pedoca” che abitano le cime e le valli segrete ricche d’oro, ai draghi serpentini e alati dalla bocca multilingue che emette fuoco, fino all’ “uomo selvatico” (òm searvy nelle vallate piemontesi), “mezzo uomo e mezzo scimmia” presente dai tempi dei tempi nella cultura popolare di molte regioni alpine e appenniniche: è “un mondo di fiaba che però contiene saggezze remote di cui troppo spesso ci si è dimenticati”, quello tracciato (fra scienza, letteratura e arte) dall’ultimo libro di Donatella Taverna ( torinese, scrittrice, giornalista e nota critica d’arte) che, dopo aver indagato in opere precedenti l’antico mondo del magico femminile, approfondisce ora l’argomento estendendolo ad esseri magici di natura differente nel suo recente “Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”. Oltre 200 pagine pubblicate dalla casa editrice “Atene del Canavese” (fondata, con nome altamente impegnativo, nel 2010 da Giampaolo Verga) e accompagnate dalle rigorose illustrazioni di Carla Parsani Motti – con cui la Taverna annovera una lunga storia di collaborazioni – il libro nasce da lontano. “Dall’interesse storico – ricorda la stessa Taverna – per il ruolo femminile nella società e dall’approfondimento su biografie femminili particolari dalla doppia valenza, storica e magica, come quella di Annette d’Alençon o della Regina Giovanna o di Anna di Cipro/Melusina: regine spesso trasformate in fate o in streghe nella legenda popolare e che acquisiscono poteri magici, taumaturgici oppure malefici. In alcune zone, ciò accade perfino a Maria Cristina di Savoia, la prima Madama Reale”. “Era dunque inevitabile, provenendo anche da una formazione postuniversitaria archeologico-antropologica, che mi lasciassi coinvolgere – sottolinea ancora la scrittrice – dalle correlazioni. Come nel caso delle fate che lasciano coppelle sui massi erratici, o di quelle che hanno zampe d’oca, di gallina o di mulo e rievocano tradizioni popolari che sono in realtà travestimenti fiabeschi di un passato remoto”. “Fate”. E “Pedoca”, “lontane genti di origini misteriose, con donne alte e bionde, bellissime, ma con i piedi palmati, che narrano di un modo mirabile in cui proprio fra le montagne piemontesi fu donata agli uomini una serie di consapevolezze importanti per la sopravvivenza, dalla fabbricazione del formaggio all’estrazione dell’oro”. “Ed é proprio attraverso le affabulazioni legate a questi esseri particolari– continua la scrittrice – che si rivela la civiltà del Piemonte preromano, ricca, straordinaria e complessa, studiata invece per lo più come se esprimesse soltanto rozzi pastori primitivi senza cultura e senza scrittura. Queste ricerche, sviluppatissime in Francia e in altre regioni italiane, in Piemonte sono state intraprese solo approssimativamente e di solito con scarsa cura e scarso approfondimento per le tracce rimaste, lasciando invece spazio a storielle di masche e fuochi fatui o a storie cupe di riti satanici che non hanno dal mio punto di vista alcun interesse archeologico e culturale, anche perché su questi argomenti si leggono troppo spesso vere e proprie sciocchezze prive di ogni fondamento”. Un libro dunque che intende anche colmare (attraverso la sua veste scientifica, con note e bibliografia in più lingue) spazi e desideri di “verità” storiche trascurate nel tempo. E che, nelle parole dell’autrice, già guarda a ben chiari progetti futuri. “Quelli più immediati – conclude infatti la Taverna – riguardano un ulteriore approfondimento dello studio di quelle genti lontane che precedevano la romanizzazione e che una così vasta e profonda traccia lasciarono nella nostra storia. Ma per creare un po’ di suspense dirò che l’intento è di ripartire dalla chioccia con i suoi dodici (o sette) pulcini d’oro…”. Un piccolo sasso gettato nello stagno delle curiosità. A noi individuare, nei cerchi dell’acqua, il giusto indizio. Per restare in tema di “misteri”.

Gianni Milani

Nelle foto

– Cover libro
– Donatella Taverna
– Carla  Parsani Motti: “Draghi”
– Carla Parsani Motti: “Melusina”

 

Torino e le sue montagne per l’Unesco

Nella sua ultima seduta  il Consiglio Comunale di Torino ha adottato due provvedimenti – una mozione e un ordine del giorno – presentati dal consigliere Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) per valorizzare la presenza Unesco a Torino e nel territorio piemontese, soprattutto nelle montagne.

In particolare, la mozione impegna Sindaca e Giunta ad avviare, di concerto con la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, un programma di valorizzazione della città come bene Unesco e di avvalersi di Turismo Torino e Provincia per promuovere itinerari turistici che valorizzino le residenze sabaude. Chiede inoltre di individuare adeguate forme di evidenziazione dei siti sedi di beni Unesco, in particolare le Residenze Sabaude, tramite indicazioni segnaletiche e digitali.

L’ordine del giorno invita invece Sindaca e Giunta a stimolare, in collaborazione con la Regione Piemonte e la Regione Valle d’Aosta, l’istituzione di un Comitato promotore che valuti le azioni da intraprendere e le potenziali ricadute sul territorio, per la costruzione di un dossier di candidatura per i forti alpini piemontesi e valdostani a patrimonio dell’Unesco. Si chiede altresì di avviare un dialogo con l’Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani), per concertare modalità di coinvolgimento dei Comuni interessati dall’iniziativa.

Covid, tre nuove linee per processare tamponi molecolari

I macchinari sono destinati all’ospedale di Biella, al Mauriziano e all’Asl TO3. Marnati: “Potenziamo i laboratori per aumentare la loro produttività”

Grazie all’acquisto di Regione Piemonte si potenziano le linee di processazione per tamponi virologici molecolari: infatti sono state consegnate tre nuove linee di macchinari (ciascuna composta da un termociclatore e da un estrattore di materiale genetico, nelle foto allegate) destinate rispettivamente all’ospedale di Biella, al Mauriziano e all’Asl TO3.

Si tratta di strumenti che andranno ad implementare il numero di tamponi processati e che a pieno regime potranno garantire l’effettuazione di ulteriori 500 test al giorno su ciascuna linea. Per l’acquisto, costato complessivamente 230mila euro, è stata utilizzata la gara già aperta per l’acquisto degli strumenti di Arpa e Upo.

“Stiamo continuando a potenziare i nostri laboratori – commenta l’assessore regionale con delega alla ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – con l’intento di renderli più autonomi possibile e in grado di processare un maggior numero di tamponi”

Trasporto pubblico e scuola: fondi statali incerti

“Il 30 agosto scorso si sono stabilite le linee guida per il trasporto pubblico e nell’occasione la ministra ai Trasporti si è impegnata affinché una parte delle risorse venisse destinata per l’acquisto di scuolabus per Comuni e Province e l’altra per il trasporto pubblico. Sulla base di questo preciso impegno – ha detto l’assessore – la Regione si è mossa sulla base della promessa di emanazione del relativo decreto legge, avvenuta l’8 settembre ma non risulta essere stato ancora approvato. In definitiva la certezza dei fondi statali non c’è, mentre come Regione ci siamo comportati come tutte le altre aumentando considerevolmente i servizi a disposizione dei cittadini con 3700 corse e oltre 110 bus turistici. Ciò non vuol dire che siamo soddisfatti”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi rispondendo all’interrogazione di Alberto Avetta (Pd) che chiedeva se la Regione avesse intenzione di usufruire dei fondi statali, se il problema del sovraffollamento fosse stato gestito in maniera adeguata e se si intenda rivedere il Piano del Trasporto Pubblico.
“Il nostro obiettivo principale è quello di mettere in sicurezza tutti gli studenti delle scuole attraverso un trasporto pubblico con capienza dei mezzi al 50 percento e facendo slittare i flussi nella tarda mattinata per provare a intercettare un momento di  utenza morbida sia nelle tratte urbane che extraurbane con il ricorso anche ai bus turistici”, ha aggiunto Gabusi che ha continuato: “Siamo la prima Regione d’Italia che ha presentato una proposta concreta presso l’Ufficio Scolastico regionale e oggi avremo un confronto con gli Enti locali e il mondo della scuola attraverso l’incontro con i sindacati e gli uffici scolastici provinciali per condividere quello che è un progetto. Per troppi mesi si è perso tempo prezioso mentre è soltanto di questi ultimi giorni la decisione da parte dei ministri dei Trasporti e dell’Istruzione d’incaricare i Prefetti di mettere d’accordo il mondo dei trasporti con quello della scuola”.
Gli altri due principali problemi affrontati dalla Regione sono gli assembramenti alle fermate che in base alle proposte saranno divisi a metà per via delle fasce orarie prestabilite con l’ampliamento dei punti di carico degli autobus, nonché dalle tratte extraurbane con bus che non hanno la possibilità di controllare l’afflusso degli utenti. Per ovviare si ricorrerà alla “bolla” con prenotazione che potrà essere utilizzata per l’intero anno con la possibilità di ricorrere al tracciamento epidemiologico potendo così isolare, in caso di necessità, solamente il mezzo”.
Nel periodo della pandemia la Regione ha provveduto a sottoporre numerosi questionari sul tema che hanno visto il coinvolgimento di 825 aziende, 312 scuole di secondo grado, 148mila questionari studenti e 8200 questionari dipendenti.

 

La Regione e i tamponi alla polizia penitenziaria

In Piemonte, secondo i dati forniti dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, sono 42 i positivi al Covid su 4.263 detenuti ospitati nei 13 Istituti penitenziari piemontesi; 187 sono invece gli operatori penitenziari positivi. Partendo proprio dalla situazione piemontese, il consigliere Pd Domenico Rossi ha interrogato l’assessore alla sanità Luigi Icardi sulla necessità di includere la polizia penitenziaria nella Campagna di screening anti-covid.

“Nessuna dimenticanza o lacuna rispetto alla polizia penitenziaria”- spiega l’assessore che puntualizza come non ci sia alcuna delibera di giunta da modificare. La polizia penitenziaria, pur non essendo stata citata espressamente, è ovviamente contemplata tra le Forze dell’Ordine destinatarie degli screening regionali e quindi inclusa nella somministrazione dei tamponi a disposizione delle Asl piemontesi. L’attività di screening è stata avviata, anche per la polizia penitenziaria, la scorsa primavera. In totale sono 1.552 i tamponi rapidi messi a disposizione dei distretti penitenziari, per il personale e gli ospiti delle strutture penitenziarie piemontesi. Altra cosa sono invece i tamponi che la singola amministrazione penitenziaria può richiedere, a suo carico, cosi come ogni altra azienda piemontese, nell’ambito del piano prevenzione del personale dipendente”.

“Nonostante la richiesta delle organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria che denunciano la decisione di escludere, nella delibera di giunta dello scorso 3 novembre, gli agenti dagli screening per le forze dell’ordine, la Giunta non intende modificare il documento – ha dichiarato il consigliere Pd Domenico Rossi – Secondo quanto risposto dall’assessore Icardi, gli agenti di polizia penitenziaria rientrano nella categoria “polizia”. Peccato che nell’elenco di specifica ci siano tutti i corpi tranne il loro e che nei fatti, in alcune carceri piemontesi, come quello di Torino, i tamponi non siano stati effettuati dall’Asl, ma l’amministrazione penitenziaria abbia dovuto provvedere in maniera autonoma. In altri territori, invece, le aziende sanitarie hanno provveduto. Ancora un caso di confusione nella gestione della pandemia Covid-19 che colpisce un ambito molto delicato”.

 

Laboratori e giochi per le famiglie, i musei a casa tua

GAMPalazzo Madama e MAO sempre vicini, anche se da remoto

La Fondazione Torino Musei, anche se i musei sono chiusi, continua a essere presente sui canali digitali per stare vicino al suo pubblico. Le opere, gli spazi, le collezioni e le mostre sono visitabili, grazie alla ricca programmazione social e agli appuntamenti sulle piattaforme online. 

 

In occasione delle festività natalizie la GAM, il MAO e Palazzo Madama arricchiscono le consuete proposte con una serie di laboratori e giochi interattivi che si possono svolgere a casa: le famiglie potranno collegarsi ai webinar gratuiti e seguire passo passo le indicazioni del personale educativo dei musei per realizzare decorazioni a tema natalizio, oppure cercare le tracce per giocare tra le opere, o ancora scegliere di partecipare alle attività grazie ai video presenti sui canali YouTube e InOnda di GAM, MAO e Palazzo Madama.

 

Scopri tutte le proposte:

 

GAM A partire da mercoledì 23 dicembre 

ESCAPE ROOM GAM 

È il 23 dicembre e il museo è chiuso!

Tu non puoi entrare e noi, lo staff del Dipartimento Educazione, non possiamo uscire, siamo nelle sale della Galleria, come faremo? Semplice!  Guarda il video sul paesaggio e i suoi colori, che abbiamo preparato, risolvi intriganti enigmi, un po’ di fantasia e ci incontreremo per augurarci Buone Feste!

Dal 23 dicembre clicca su questo link per scaricare il video Paesaggi a colori (costo € 3,50), necessario per giocare e aiutarci a uscire. Una volta che hai visto il video collegati al sito: https://sites.google.com/view/escape-room-gam e inizia l’avventura!

L’attività sarà a disposizione per tutto il periodo natalizio.

Per informazioni: Dipartimento Educazione GAM

Tel. 0114436999

e-mail: infogamdidattca@fondazionetorinomusei.it

 

PALAZZO MADAMA Mercoledì 30 dicembre ore 16
Webinar su piattaforma Teams
LA LUNA
Pittori, poeti, esploratori, tutti da sempre guardano alla luna affidandole sogni e speranze e ammirandone il profilo nella notte, la luce bianca e la bellezza. Proviamo anche noi a lasciarci ispirare dall’ultima luna piena dell’anno per dipingere il notturno cielo invernale.

Cosa occorre per il laboratorio?
– un cartoncino nero formato A4
– colla vinilica
– tempera bianca
– una matita bianca o da disegno

– pennello e piatto di carta

– una manciata di farina per la polenta

Per partecipare scrivi entro il 29 dicembre a: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

e riceverai l’invito a partecipare al laboratorio gratuito sulla piattaforma Microsoft Teams

 

 

INOLTRE… 

INONDA Il canale digitale di Fondazione Torino Musei
Una piattaforma on line per scoprire e approfondire i segreti di GAM, MAO e Palazzo Madama attraverso nuovi contenuti didattici. inonda.fondazionetorinomusei.it

Sui canali Youtube di GAMPalazzo Madama e MAO sono disponibili playlist speciali, con video realizzati dai direttori, dai conservatori, da colleghi e da professori universitari che approfondiscono le collezioni e le esposizioni temporanee.

 

Il catalogo della maggior parte delle opere dei musei è consultabile online. È possibile cercare gli artisti e le  opere preferite nelle collezioni di Palazzo Madama, della GAM e del MAO.

 

www.fondazionetorinomusei.it

www.gamtorino.it

www.palazzomadamatorino.it

www.maotorino.it

Politica, competenza e classe dirigente: il nuovo saggio di Giorgio Merlo

La Fondazione Giovanni Goria e la Fondazione Carlo Donat-Cattin promuovono l’incontro: Politica, competenza e classe dirigente: il nuovo saggio di Giorgio Merlo

Mercoledì 2 dicembre 2020 alle ore 17
in diretta sulla piattaforma Fb della Fondazione Giovanni Goria


Intervengono:

David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo

Sergio Chiamparino, Consigliere Reg. Pd già sindaco di Torino e presidente della Regione Piemonte

Riccardo Molinari, Presidente del gruppo parlamentare della Lega alla Camera

Gianna Martinengo, Imprenditrice e docente – Panel Stoa Parlamento Europeo

Padre Francesco Occhetta, gesuita e politologo

Modera:

Giuseppe Novero, giornalista

Saluti:

Marco Goria, Presidente della Fondazione Giovanni Goria

Carlo Cerrato, Segretario generale della Fondazione Giovanni Goria
Gianfranco Morgando, direttore della Fondazione Carlo Donat-Cattin

 

La politica, la competenza e la classe dirigente. Un confronto partendo dal saggio di Giorgio Merlo edito da Marcianum che reca proprio questo titolo e che muove una severa critica alla politica del presente. Le tre parole presenti nel titolo sono strettamente intrecciate tra di loro e sono, di fatto, indissolubili. Se la politica e i politici, e quindi anche i partiti, oggi vogliono recuperare credibilità tra i cittadini e autorevolezza nella pubblica opinione, non possono non porsi il tema della qualità della classe dirigente e, nello specifico, anche della sua competenza. Una richiesta che è divampata dopo l’emergenza sanitaria che ci ha colpiti ma che richiede, al contempo, risposte chiare e non più evasive, e cioè la capacità di saper indicare una prospettiva e perseguire un progetto politico senza appaltare il tutto all’improvvisazione, alla casualità e all’inesperienza indicati come elementi di netta discontinuità e di rottura rispetto al passato.

Poliziotto libero dal servizio ferma automobilista indisciplinato

Il conducente è stato denunciato e sanzionato

 

Nei giorni scorsi  all’incrocio tra largo Orbassano e corso Adriatico un agente della Polizia di Stato, libero dal servizio, a bordo della propria auto, vede una Fiat Punto sfrecciargli davanti nonostante la luce semaforica del veicolo segnasse il rosso. La vettura compie una serie di manovre pericolose nel traffico, tagliando la strada a diverse automobili ferme all’incrocio. Il poliziotto allertando la centrale operativa attraverso il 112 NUE e non perde di vista l’automobilista indisciplinato, che fermerà poco dopo in corso IV Novembre. L’operatore di Polizia e la pattuglia del commissariato San Secondo giunta sul posto controllano il conducente. Si tratta di un cittadino italiano di 44 anni con numerosi precedenti di polizia

Da accertamenti eseguiti sul quarantaquattrenne è emerso come questi fosse sprovvisto di patente di guida, essendogli stata ritirata nel giugno del 2017, mentre il veicolo su cui viaggiava risultava sottoposto a sequestro amministrativo dai primi di novembre in quanto trovato a circolare diverse volte durante l’estate senza copertura assicurativa. Inoltre, l’uomo è risultato colpito da un avviso orale, emesso ad agosto dal Questore di Torino, dove gli è stato imposto il divieto di possedere ed utilizzare qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmettente predisposto al fine di sottrarsi ad un eventuale controllo di Polizia, armi di modesta capacità offensiva o riproduzioni di esse, strumenti in libera vendita in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti, programmi informatici ed altri strumenti di cifratura o crittazione di conversazione o messaggi.

Il quarantaquattrenne è stato denunciato per guida senza patente e sanzionato per violazione all’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile, per aver circolato con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo, per violazione della segnaletica stradale e per l’uso, durante la marcia, di apparecchi radiotelefonici.