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“Prodotto di montagna”, il Piemonte è primo

AGROALIMENTARE: IL PIEMONTE E’ LA PRIMA REGIONE IN ITALIA PER NUMERO DI PRODUTTORI CHE UTILIZZANO L’INDICAZIONE “PRODOTTO DI MONTAGNA”

La ricerca condotta dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte dimostra il potenziale valore aggiunto di questa indicazione

Il Piemonte vanta, a livello nazionale, il maggior numero di aziende che hanno comunicato la volontà di utilizzare l’indicazione di qualità “prodotto di montagna”, per identificare i propri prodotti con il logo istituito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Attualmente sono quasi 300 i produttori piemontesi che risultano registrati nell’elenco regionale e in quello nazionale.

“Prodotto di montagna” è l’indicazione facoltativa di qualità istituita dall’Unione europea attraverso il Regolamento (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Il Mipaaf ha acquisito la normativa comunitaria a livello nazionale e, nel 2018, ha istituito il logo identificativo. In questo modo gli operatori del settore agroalimentare che producono e trasformano in territorio montano hanno la possibilità di utilizzare il logo “prodotto di montagna” sui prodotti di origine animale, su quelli di origine vegetale e su quelli dell’apicoltura.

Il gradimento per questa indicazione di qualità è stato oggetto di studio nella ricerca, prima in Italia, condotta nel 2019 dalla Sezione di Scienze Merceologiche del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino e dall’Assessorato all’Agricoltura, Cibo, Caccia e pesca della Regione Piemonte. L’indagine, pubblicata sul sito della Regione Piemonte, conferma quanto sia importante per le aziende piemontesi montane avvalersi del logo nella commercializzazione dei propri prodotti e mostra quanto sia apprezzata dal consumatore la possibilità di disporre di un segno di qualità capace di comunicare in modo semplice e chiaro le peculiarità qualitative di un prodotto agroalimentare.

“L’indicazione prodotto di montagna è un valore aggiunto che va a sottolineare non solo la qualità ma anche il lavoro dei nostri produttori che nelle aree montane operano in ambienti spesso difficili – precisa l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa – La ricerca ha dimostrato che il consumatore sa riconoscere questi aspetti chedifferenziano le produzioni di montagna dai prodotti alimentari convenzionali”. “L’indagine, frutto della proficua collaborazione tra Assessorato regionale all’Agricoltura e Dipartimento di Management , – prosegue l’assessore Protopapa – risulta essere un utile strumento di programmazione per la valorizzazione di una nuova filiera dell’agroalimentare in Piemonte che merita di essere sviluppata e sostenuta”.

La Prof.ssa Francesca Culasso, Direttrice del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino sottolinea “l’importanza di continuare questa proficua e consolidata collaborazione nelle attività di ricerca in ambito agroalimentare tra i due enti, che ha visto la partecipazione non solo di docenti ma anche di studenti, i quali hanno concluso il loro percorso formativo universitario sviluppando la tesi di laurea magistrale proprio in questo ambito”.

Giovanni Peira ed Alessandro Bonadonna, docenti della Sezione di Scienze Merceologiche del Dipartimento di Management e coordinatori dell’attività di ricerca, sottolineano che “l’indicazione facoltativa di qualità europea può costituire un’occasione di valorizzazione dei prodotti delle aziende agroalimentari ubicate in territorio montano. Per poter creare valore e redistribuire ricchezza in aree marginali come quelle montane, vi è infatti la necessità di ricostruire filiere territoriali, laddove il rapporto tra produttore e consumatore finale si è affievolito o, addirittura, si è interrotto. In tal senso è evidente, da un lato, la necessità di pesare adeguatamente la struttura dell’attuale foodsupply chain globalizzata e, dall’altro, di individuare eventuali strategie per potenziare o ricostruire strutture di filiera corta che coinvolgano anche le aree rurali più fragili come quelle montane. L’individuazione di opportunità derivanti dall’implementazione di strutture a filiera ridotta potrebbe quindi stimolare nuovi equilibri socio-economici a beneficio delle comunità locali e di prossimità”.

Il “Prodotto di montagna in Piemonte” Indagine sull’utilizzo dell’indicazione facoltativa, Regione Piemonte e Università di Torino, Dipartimento di Management è pubblicata sul sito della Regione Piemonte e scaricabile gratuitamente al link

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/promozione-qualita/prodotto-montagna-piemonte

Cannabis terapeutica, Grimaldi: “inaccettabile che i malati rimangano senza cure”

“Il Piemonte si doti delle strutture necessarie per produrre i farmaci in casa come previsto da una legge del 2015”.

“Dopo le problematiche della scorsa primavera, i farmaci cannabinoidi sono di nuovo introvabili o di difficile reperimento. Ci giungono numerose segnalazioni che alcune farmacie ospedaliere non riescono ormai da mesi a far fronte ad ordini con ricetta medica che interessano le terapie Bedica e FM2 a causa di blocchi doganali; questa situazione è ancora più grave a causa dell’impossibilità di reperire per l’immediato futuro le 2 terapie e neppure i rispettivi equivalenti” – denuncia di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Ricordo che quei farmaci sono assolutamente fondamentali per molte categorie di pazienti, quelli affetti da forte dolore oncologico e non, da disturbi cronici associati a sclerosi multipla o a lesioni del midollo spinale, da alcuni effetti avversi della chemioterapia, della radioterapia o da alcune terapie per l’HIV e di glaucoma, quello che resiste alle terapie convenzionali, pertanto – prosegue Grimaldi, che annuncia un’interrogazione urgente in Commissione per fare luce sulla situazione – è assolutamente necessario che il servizio sanitario pubblico renda disponibile questi trattamenti sanitari. Questi continui problemi minano la continuità terapeutica, rischiano di vanificare i miglioramenti raggiunti sinora e possono portare ad una regressione pericolosa dal punto di vista medico e da quello della qualità della vita dei pazienti”.

“La Regione Piemonte ha il dovere di garantire i farmaci ai pazienti piemontesi a prescindere da eventi esterni che possano pregiudicarne l’approvvigionamento – prosegue Grimaldi – pertanto occorre che partano al più presto i progetti e le azioni sperimentali previste dalla nostra legge regionale del 2015, affinché il Piemonte possa diventare più autonoma nell’approvvigionamento dei farmaci. Se non è in condizioni di farlo – conclude Grimaldi – la Regione si faccia promotrice di una chiamata nazionale e internazionale per insediare imprese che producano i farmaci sul nostro territorio, sostenendo presso i Ministeri competenti le azioni volte ad ottenere le autorizzazioni necessarie”.

Prosegue il tour de force per le due squadre torinesi

Sabato 19 dicembre alle ore 20.45
Parma-Juventus

Domenica 20 dicembre alle ore 12.30
Juventus-Bologna

Stati d’animo differenti nel mondo bianconero granata

Qui Juve: i bianconeri del tecnico Pirlo stanno preparando con attenzione e concentrazione la difficile gara a Parma contro i ducali:vero crocevia e snodo importante per svoltare verso il primo posto in classifica.Mancheranno i lungodegenti infortunati Chiellini e Demiral,difensori centrali.In compenso tutti in buona forma il resto della squadra,trainati come sempre dall’eterno fuoriclasse Ronaldo.In esempio di classe e dedizione alla causa.Nessuna sorpresa nella formazione che partirà titolare:un solo
dubbio,la titolarità all’inizio di Dybala.

Qui Toro: orgoglio ferito e la consapevolezza che il Toro può salvarsi.Ecco cosa è emerso dall’amara
trasferta di Roma.Contro il Bologna i granata di Giampaolo,oltre agli sprazzi di buon gioco e la grinta dimostrata in varie gare,dovranno assolutamente vincere.I felsinei sono una diretta concorrente della bassa classifica.Basta parole:ora i fatti.Confermato il 3-5-2 con
probabile maglia da titolare per l’esterno di fascia Simone Edera,che ha ben figurato nella sfortunata gara di ieri sera.Sicura conferma tra i pali per M.Savic…in difesa certo il rientro del terzino sinistro Rodriguez.

Vincenzo Grassano

Vaccini, Uncem: “Camper Primula anche nei piccoli centri”

“Ad Arcuri e Speranza dico ‘non solo padiglioni per il vaccino nelle piazze delle grandi città’. Ma anche ‘camper-primula per il vaccino’ che possano salire nelle valli alpine e appenniniche, raggiungere i paesi, tutti i borghi, per la somministrazione del vaccino a tutti.

Usiamo camper, rivestiamoli della primula scelta per indicare la ‘rinascita’ e facciamo in modo che nel primo semestre 2020, nei tempi previsti per la somministrazione, vadano dappertutto. Facciamoli disegnare da giovani studenti di design, coordinati dall’Istituto di Architettura Montana, ad esempio. Facciamo salire le unità mobili di somministrazione anche nei piccoli Comuni. Camper-primula che vadano incontro alle fasce più deboli, più fragili, agli anziani, ma anche alle famiglie che risiedono nei borghi montani. Coordiniamo insieme, con Uncem, con il CTS e il Ministero della Salute, il Piano. Siamo pronti, a disposizione. Non solo padiglioni. Sì a unità mobili per il vaccino anti-covid”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.

Inquilino litiga con l’amministratore e colpisce un agente

Arrestato dalla Squadra Volanti

Nei giorni scorsi gli agenti della Squadra Volanti intervengono in uno stabile nei pressi del Parco Dora dove precedentemente era stata segnalata una lite. L’amministratore di condominio riferisce agli operatori di essere stato minacciato e percosso da un inquilino dopo averlo redarguito dal far accedere nei locali dello stabile in orari notturni, persone esterne al palazzo. I poliziotti bussano alla porta dell’uomo, cittadino italiano di 42 anni. È palese agli operatori lo stato di alterazione psico-fisica del soggetto, verosimilmente dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche e psicotrope. Il quarantaduenne assume da subito un atteggiamento irriguardoso nei confronti degli agenti, insultandoli prima e minacciandoli poi, gettando un cutter in terra. Pochi istanti dopo, insofferente al controllo, colpisce con una testata l’operatore della Volante e tenta di morderlo. Definitivamente bloccato ed accompagnato all’autovettura di servizio, questi danneggia la portiera posteriore con un calcio. L’uomo, con precedenti di Polizia di vario genere, è stato arrestato per resistenza a P.U., lesioni personali, danneggiamento e denunciato per minacce.

Mauriziano, chiusa la vertenza su ospedale Lanzo e presidio Valenza

La Giunta regionale del Piemonte stamattina ha ratificato l’accordo raggiunto in Assessorato regionale alla Sanità tra la Fondazione Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte e le Aziende sanitarie locali To4 e Alessandria sull’ospedale di Lanzo e il presidio sanitario di Valenza, i due immobili che la Fondazione affitta alla Regione dal 2003 per uso sanitario e sui quali pende dal 2009 un contenzioso ultradecennale legato al riconoscimento dei canoni di locazione e alle spese anticipate dalla Regione per la manutenzione degli immobili.

In particolare, sono stati approvati i conteggi transattivi relativi ai canoni decurtati delle spese di manutenzione straordinarie sostenute dall’Asl di Alessandria e dall’Asl To 4 fino al 31 dicembre 2019 il cui l’importo è pari a 623.240 euro per il presidio di Valenza e a 1.114.376 euro per il presidio di Lanzo, per un totale complessivo di 1.737.616 euro.

«Porre fine a questa storica vertenza locataria – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – era fondamentale per poter guardare con maggiore razionalità e funzionalità ai bisogni strutturali delle Sanità del territorio di Lanzo e Valenza. Abbiamo già disposto le perizie per avere modo di individuare il migliore percorso di utilizzo sanitario delle due strutture. Ora che il campo è sgombro da contenziosi, sarà possibile ragionare sull’entità del canone di affitto o sull’eventuale acquisizione degli immobili. Ringrazio i rappresentanti delle parti in causa che hanno collaborato al buon esito della trattativa».

Per il Sindaco di Valenza Maurizio Oddone “questa non è la vittoria di una parte politica, ma di tutta la Città. Abbiamo lavorato tutti questi mesi in silenzio perché quanto affermato in campagna elettorale diventare una realtà e così grazie all’impegno dell’assessore Icardi è stato, nonostante il periodo di emergenza sanitaria“.

 

Massimo Iaretti

 

Bollettino Covid, i dati di oggi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.365nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 155 a test antigenico), pari  al 6,2 %  dei 22.170 tamponi eseguiti, di cui 12.677 antigenici

Degli 1.365  nuovi casi, gli asintomatici sono 613, pari al 44,9%.

I casi sono così ripartiti: 435 screening, 606 contatti di caso, 324 con indagine in corso; per ambito:  281 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 67 scolastico, 1.017 popolazione generale.  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 190.635, così suddivisi su base provinciale: 16.872 Alessandria, 9.325 Asti, 6.592 Biella, 26.393 Cuneo, 14.832 Novara, 100.449 Torino, 7.182 Vercelli, 6.377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.015 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.598sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 243 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.516 (81 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 40.286

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.841.358 (+ 22.170rispetto a ieri), di cui 879.688 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7.461

Sono 79 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 7.461 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.144 Alessandria, 454 Asti, 318 Biella, 818 Cuneo, 623 Novara, 3.444 Torino, 354 Vercelli, 236 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70  residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

139.129 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 139.129 (+2784 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 11.650 Alessandria, 7.079 Asti,  4.296 Biella,  18.423 Cuneo, 11.264 Novara, 75.059Torino, 5.025 Vercelli, 5.014 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 642extraregione e 677 in fase di definizione.

Prima volta al mondo: trapianto di fegato da donatore Covid positivo in ricevente Covid positivo

All’ospedale Molinette di Torino  Per la prima volta al mondo nei giorni scorsi è stato effettuato con successo un trapianto di fegato da un donatore Covid positivo in un ricevente Covid positivo, presso l’ospedale Molinette di Torino dall’équipe del professor Renato Romagnoli. 

A seguito dell’apertura da parte del Centro Nazionale Trapianti di un programma di donazione di organi salvavita da soggetti con infezione da SARS-CoV-2 (da riservare a riceventi anch’essi positivi), il 10 dicembre scorso la Rianimazione dell’ospedale di Domodossola (VCO) ha segnalato al Centro Regionale Trapianti piemontese (diretto dal professor Antonio Amoroso) la volontà donativa espressa dai familiari di una donna di 66 anni risultata positiva al virus. Le condizioni del fegato erano compatibili con la donazione, mentre lo screening per SARS-CoV-2 era risultato positivo sia sul tampone nasofaringeo sia sulle secrezioni bronchiali.

L’offerta di tale organo è stata immediatamente accettata dal Centro Trapianto di Fegato di Torino nella serata del 10 dicembre, in quanto quel giorno stesso era stato riattivato nella lista d’attesa un uomo di 63 anni originario dalla Calabria, affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva, compatibile con la donatrice. L’uomo, inserito in lista d’attesa il 15 ottobre, era risultato per la prima volta positivo al Covid su tampone nasofaringeo il 9 novembre, dopo aver avuto per alcuni giorni febbre e tosse. Le sue condizioni respiratorie si erano mantenute stabili ed era stato posto in isolamento domiciliare, senza necessità di ricovero ospedaliero. Scaduti i 21 giorni di isolamento, il paziente era stato visitato dal responsabile della Terapia Insufficienza Epatica, dottor Antonio Ottobrelli, in data 1° dicembre, allorchè il tampone nasofaringeo era risultato ancora positivo per SARS-CoV-2, mentre gli esami ematici e radiologici avevano evidenziato un chiaro peggioramento della situazione tumorale. Il mattino del 10 dicembre il dosaggio su sangue degli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 aveva mostrato un livello elevato, mentre il tampone nasofaringeo era risultato per la prima volta negativo. Posto di fronte alla possibilità di eseguire un trapianto con il fegato di una donatrice Covid positiva, il paziente aveva immediatamente fornito il suo consenso, ben conscio che l’evoluzione della sua patologia tumorale epatica avrebbe potuto in brevissimo tempo portarlo all’esclusione dalla lista d’attesa.

Così, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre l’équipe del Centro Trapianto Fegato, equipaggiata con idonei dispositivi di protezione individuale, ha proceduto con il prelievo del fegato della donatrice Covid positiva nella sala operatoria allestita nell’ospedale di Domodossola. Contemporaneamente, il candidato ricevente è stato convocato e sottoposto agli accertamenti pre-operatori necessari per accedere alla sala operatoria per il trapianto. Come di routine in questo periodo di pandemia, è stato sottoposto ad un ulteriore tampone nasofaringeo per ricerca SARS-CoV-2. Dopo poche ore, ovvero poco prima di entrare in sala operatoria, il referto del tampone ha evidenziato tracce ancora misurabili del virus. Di fronte all’improvvisa necessità di scegliere se proseguire o meno con il trapianto salva-vita, il bilancio rischi-benefici ha fatto propendere l’équipe medico-chirurgica per andare avanti con il trapianto. La sala operatoria del Centro Trapianto Fegato è stata rapidamente convertita in Sala Covid dal personale infermieristico e gli anestesisti dell’Anestesia Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna), adeguatamente protetti, hanno proceduto con la preparazione del paziente per l’intervento.

L’intervento chirurgico, durato 9 ore, è stato eseguito in prima persona dal professor Renato Romagnoli, coadiuvato dai suoi più validi collaboratori. A causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessità di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, l’operazione è stata non solo tecnicamente difficile, ma anche particolarmente faticosa. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali del paziente durante il trapianto ha confermato la presenza di una carica virale. Per questo motivo, come indicato dalla Direzione Sanitaria Molinette, il paziente a fine trapianto è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1 (diretta dal professor Luca Brazzi). Già 24 ore dopo il trapianto il paziente, ben risvegliato grazie alla buona funzione del fegato trapiantato, è stato estubato. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali è risultata ancora positiva in 1° e 3° giornata post-operatoria, mentre il tampone nasofaringeo si è negativizzato, a testimoniare lo stato di infezione in via di risoluzione. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono attualmente nella norma, ed il paziente verrà a breve trasferito presso l’Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato.

Ancora una volta, lo sforzo multidisciplinare – non solo clinico ma anche organizzativo – di un grande ospedale italiano ha reso possibile quanto fino a poco tempo fa era ritenuto del tutto impensabile. In questo caso sono risultati fondamentali il supporto del laboratorio di Microbiologia (diretto dalla professoressa Rossana Cavallo) e dell’Infettivologia (diretta dal professor Francesco De Rosa). La recente infezione da coronavirus non impedisce dunque la donazione ed il trapianto di organi in sicurezza.

 

Danneggiate le vetrine dei negozi di Damilano

Nella notte un raid vandalico ha danneggiato le vetrine delle attività commerciali di Paolo Damilano, l’imprenditore che  ha annunciato l’intenzione di candidarsi sindaco di Torino per il centrodestra.

Ignoti nella notte hanno infatti colpito le vetrate del pastificio Defilippis, in via Lagrange, e del bar Zucca di via Andrea Doria.

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia esprime la propria condanna per il gesto: “Esprimo massima solidarietà a Paolo Damilano e ferma condanna per gli atti vandalici contro le sue aziende. Sono gesti inaccettabili che vanno condannati affinché venga fermata ogni forma di intimidazione nel rispetto della democrazia. E’inammissibile che si debbano subire azioni violente solo perché si decide di intraprendere un determinato percorso politico. Le idee e la voglia di cambiamento non si fermano con le intimidazioni. Auspico che in breve tempo le forze dell’ordine possano identificare e consegnare alla giustizia gli autori di questi vili ed idioti gesti.”

Commentano Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, parlamentari di Forza Italia:

“I gravi atti di intimidazione contro il candidato del centrodestra Paolo Damilano non sono molto diversi dal terrorismo. A Damilano va la nostra amicizia e solidarietà. Chi pensa di inquinare il processo democratico delle elezioni a Torino ha sbagliato i suoi conti. Damilano è il candidato del centrodestra, ma da oggi diventa il candidato di tutti i torinesi che rifiutano la violenza e non si piegano alle intimidazioni. Chi deve vigilare sulla sicurezza, e sappiamo che sono fedeli servitori dello Stato, raddoppi l’attenzione e punti i riflettori su quei settori dell’estremismo sociale e politico che a Torino hanno avuto molto, troppo spazio”.

Il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni: “Bisogna espellere il virus della denigrazione”: “Esprimo la mia solidarietà a Paolo Damilano, bersaglio di vigliacchi atti vandalici. Anche se ignoriamo gli autori e le loro motivazioni, spero che questo non sia un brutto inizio di campagna elettorale da parte di chi ha voluto dare, a modo suo, il benvenuto a Damilano nella scena politica torinese. La nostra città ha bisogno di serenità e di gentilezza, non di livore e violenza. Gli avversari politici si sconfiggono nelle urne, e si contrastano con le idee. Ci sarà un grande lavoro da portare avanti per espellere dalla politica e dalla società il virus della denigrazione”.

I “Suonatori da caccia” di Stupinigi e Venaria riconosciuti dall’Unesco

La candidatura partita nel 2014 dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Alla Reggia di Venaria e alla Palazzina da Caccia di Stupinigi si festeggia. Ieri è arrivata, da Parigi, una notizia che si attendeva da tempo: il riconoscimento Unesco, tra i patrimoni immateriali, dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia. Stiamo parlando del corno naturale, «senza valvole o pistoni», in uso nella tradizione sabauda e francese. E’ frutto di una candidatura internazionale  tra Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo, annunciata proprio in Piemonte, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, nel 2014.

Il dossier italiano ha come protagonista la comunità costituita dai suonatori dell’Equipaggio della Reggia Venaria, formazione musicale rivitalizzata nel 1996 dall’Accademia di Sant’Uberto-Onlus, associazione culturale che ha seguito l’iter della candidatura. La sede legale dell’Accademia è a Stupinigi, quella operativa-musicale alla Reggia di Venaria: due sedi che sottolineano il legame storico del suono del corno con il loisir reale. L’Accademia ha curato una ricerca molto approfondita su questo strumento amatissimo nelle corti europee. Sempre l’Accademia è stata la creatrice dell’Equipaggio che ha girato l’Italia, sconfinando anche in Francia, Portogallo e Slovenia, portando la voce dei corni del Piemonte. Parallelamente, la missione dell’Associazione si è concretizzata nell’organizzazione di una serie di iniziative.

Per presentare la candidatura, coordinata tecnicamente e scientificamente dal Servizio Unesco del Segretariato Generale del Mibact, l’Accademia, con il Ministero dei Beni Culturali, ha coinvolto Regione Piemonte, Reggia di Venaria, Palazzina di Stupinigi, Città di Venaria e Nichelino.  «Questo riconoscimento riguarda direttamente la nostra regione in quanto l’Italia è rappresentata dal Piemonte, dai suonatori dell’Equipaggio della Regia Venaria, gruppo musicale dell’Accademia di Sant’Uberto. La soddisfazione per il riconoscimento dell’arte si aggiunge ai  tanti riconoscimenti Unesco avuti dal Piemonte, architettonici, naturalistici, gastronomici, con la peculiarità di contribuire al loro avvaloramento ricostruendone dal vivo il paesaggio sonoro» sottolinea Vittoria Poggio, assessore alla cultura della Regione Piemonte.

La pratica dello strumento ha una storia unica rispetto agli altri: nato e sviluppato tra  XVII e XVIII secolo per le cacce reali è stato simbolo del potere e della magnificenza delle corti d’età barocca, ma contemporaneamente opportunità per i musicisti, subito introdotto nella musica d’arte, in ambito militare e d’ intrattenimento.

«Nel corso di 25 anni di attività, l’ Accademia di Sant’Uberto ha ideato e realizzato iniziative diverse, concerti ed appuntamenti in Italia, dalla ripresa della festa di Sant’Uberto alla Reggia di Venaria, alle Chasses Royales a Stupinigi alla Musica en plein air. Ha operato anche all’estero, con convegni, mostre, studi e ricerche, pubblicazioni collegate al grande tema del loisir di corte – spiega il presidente dell’Accademia Pietro Passerin d’Entrèves –  Attualmente è in corso il progetto “Musica da Vedere”, una particolare visita guidata dove la narrazione dei cicli di dipinti venatori a Stupinigi e alla Venaria Reale è accompagnata dal vivo dal suono del corno da caccia che corrisponde ad ogni azione rappresentata».

 

Il presidente racconta, poi, questi anni di intense ricerche: «Abbiamo fatto un grande lavoro di studio sullo strumento nel corso della candidatura: ha condotto a risultati di un certo rilievo». Tra questi, il ritrovamento di un corno originale sabaudo settecentesco, sicuramente impiegato a Stupinigi, di cui sono state eseguite due copie, usate poi dall’Equipaggio in concerto. Parallelamente, gli studi hanno portato all’identificazione del ciclo pittorico di Jan Miel alla Venaria come “la più antica rappresentazione europea di corni da caccia circolari”. Non è stato tralasciato alcun aspetto: come vuole la tradizione europea, i suonatori di corno da caccia vestono una tenuta attuale, che ricorda l’antica, connotata da un particolare colore. I torinesi, a seguito di un’accurata ricerca, vestono il rosso e bleu du roi con galloni oro e argento come nei quadri di Vittorio Amedeo Cignaroli  della Palazzina di Stupinigi.

Il riconoscimento è un incentivo a promuovere la trasmissione e diffusione di quest’arte: mentre la formazione continuerà alla Reggia di Venaria, parallelamente si lavorerà a sviluppare il dialogo con altre  comunità di suonatori con pratiche assimilabili a quella del corno da caccia in uso in Piemonte e Francia (come il corno barocco o il Parforce della tradizione mitteleuropea).