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Covid, il bollettino di domenica 10 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 813 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 60 dopo test antigenico), pari al 10,6% dei 7678 tamponi eseguiti, di cui 2855 antigenici. Degli 813 nuovi casi gli asintomatici sono 287, pari al 35,3%.

I casi sono così ripartiti: 132 screening, 417 contatti di caso, 264 con indagine in corso; per ambito: 41 RSA/Strutture socio-assistenziali, 55 scolastico, 717 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 210.840, così suddivisi su base provinciale: 18.774 Alessandria, 10.880 Asti, 7325 Biella, 29.208 Cuneo, 16.518 Novara, 109.952 Torino, 8007 Vercelli, 7365 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1097 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1714 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17(+4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2703 (+14 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 14.105.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.132.395 (+767rispetto a ieri), di cui 950.102 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8176

Sono 11 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8176 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1252 Alessandria, 521 Asti, 337 Biella, 941 Cuneo, 676 Novara, 3732 Torino, 383 Vercelli, 264 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

185.680 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 185.680 (+1326 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 15.998 Alessandria, 9069 Asti,6455Biella, 25.878 Cuneo, 14.356 Novara, 98.233 Torino, 6989 Vercelli, 6236 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 967 extraregione e 1499 in fase di definizione.

Milano – Reale Mutua Basket Torino 65 -63: squadra sull’orlo di una crisi di nervi

Il basket visto a distanza

Una sconfitta senza attenuanti. Così come si ignora il vantaggio quando manca un forte giocatore avversario, così deve essere quando capita ai propri colori. Cappelletti resta a casa, fermato per le note ragioni del periodo assurdo in cui viviamo, e quindi largo alle seconde linee, che tali sono e tali restano. Torino ha perso all’ultimo secondo, e poteva vincere con l’ultimo tiro, ma la cosa più grave è che sta perdendo la testa, sia della classifica, ormai lontana, sia nella conduzione del gruppo.

Non ci si può affidare a Penna e Bushati per risalire la china, perché non è il loro compito e non è nelle loro capacità fare la differenza. Clarke è un’incognita, sembra quasi giocare con timore di sbagliare e quindi non agisce perché forse teme che al primo errore ci sia un urlo e al secondo ci sia la panchina, oppure, ancora peggio, pensi ad altro o ad andare via.
Pinkins sembra l’ombra di quello che era l’altr’anno. Da ottimo giocatore, sempre di “A2” si intenda, però concreto ed efficace si è trasformato in poco o nulla in ambito realizzativo e nascosto in gran parte della partita. Alibegovic segna anche da metà campo quando non è sotto pressione ma poi non riesce ad essere concreto nell’arco di tutta la partita.
Toscano è un’incognita ulteriore e da gran lottatore e tiratore di triple piazzate si sta trasformando in qualcosa di poco comprensibile.
L’unica nota positiva è solo Ousmane Diop, che è pronto per il salto verso una categoria più alta e con qualcuno in grado di valorizzarlo. Fisico e potenza sono nulla se il controllo è troppo esagerato. Potrebbe e dovrebbe schiacciare, tirare da tre, stoppare, tirare giù rimbalzi ma agisce facendo il “compitino” che gli permette comunque di dominare sempre avversari e garantire almeno 20 punti a partita. A briglia sciolta potrebbe diventare un ottimo giocatore.
E’ evidente che sembra un disastro, eppure si è perso solo all’ultimo secondo e senza il play titolare!!! Cosa vuol dire? Che il livello è talmente basso che con un minimo di sforzo in più, soprattutto nella ricerca di tranquillità e serenità che sembra ampiamente mancare, si potrebbe vincere facile.
E’ nella mentalità del perdente essere sempre arrabbiati, sempre irati e pronti ad avercela con qualcuno. Qui non si tratta se e come si possa fare qualcosa. E’ evidente che il difetto è nel manico, di chi da sempre gestisce livelli buoni ma non ottimi di basket e che non è in grado di fare il salto verso l’olimpo della mentalità eccelsa. Se tutti sono forti, se tutti sono bravi, se gli altri sono sempre meglio… insomma se non si valorizza il proprio talento ma lo si soggioga al contenimento degli avversari, la strada si fa dura.
Basket Torino ha la squadra migliore dell’A2, a me piace chiamarla così … . Non lo dimostra perché gioca contratta e quando arriva punto a punto perde. Altrimenti, quando vince, è un massacro a nostro favore con partite stravinte. E’ la testa a fare la differenza. Non si vince solo partendo dalla difesa, e una squadra come Torino con tanti attaccanti dovrebbe fare paura più che avere lei timore degli altri. E invece no, e si perde. Non solo nel punteggio, ma soprattutto nel cuore dei pochi e fedeli rimasti tifosi dei colori gialloblù della Torino del basket. Le sconfitte passano ma le delusioni restano.
Minuti di antibasket come quelli sofferti e vissuti ieri sarebbe bene auspicarsi di non vederli più. Solo a titolo di esempio si è visto concretizzare un punteggio da 47 – 40 per noi a 47 – 48 per loro e si può ipotizzare in un periodo di tempo molto breve, non certo una decina di azioni senza un canestro realizzato (almeno da una parte e qualcosina di più dall’altra). Sembra quasi far dubitare che ci si alleni in settimana per poi realizzare uno scempio del genere in partita. Ma è la tensione nervosa e la non tranquillità sicuramente la ragione principale di tale situazione.
E’ ora di dare una scossa: positiva energia per rilanciarsi oppure debàcle mentale e campionato mediocre. Ai “poster” l’ardua sentenza.

Paolo Michieletto

“Per cambiare Torino una forte credibilità politica e umana“

Comunali Torino; Liberi e Uguali, Articolo Uno, Sinistra Italiana e Possibile: ” la battaglia con le destre sarà molto dura”.

“Per mettere in campo progetti ambiziosi e radicali serve innanzi tutto una credibilità umana e politica che sconfini oltre la propria parte, perché siamo consapevoli che la battaglia civile contro il candidato delle destre sarà molto dura. Ci sarà bisogno di tutta la nostra forza per non lasciare Torino nelle mani dei benzinai d’odio. Non sarà certo la rivincita del 2016, sarà tutta un’altra partita” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Matteo Cantamessa, Articolo Uno Torino, Elena Chinaglia, Sinistra Italiana Torino e Francesca Druetti, Possibile Torino, in merito alle candidature per il centro-sinistra a Sindaco di Torino.

“Un mese fa, dopo la disponibilità di Mauro Salizzoni, ho provato a dire perché, secondo il nostro punto di vista, quella candidatura aveva più chance di altri. Vorrei però che fosse chiaro un punto – precisa Grimaldi: il sondaggio odierno mi pare dica ancora più plasticamente che, per il futuro della nostra città, possiamo scegliere nomi capaci di allargare il nostro consenso anche al di fuori del campo del centro sinistra, ma di certo non possiamo puntare su candidature che lo restringono e che non possono nemmeno giocarsi la partita al secondo turno”.

“Continuiamo a pensare – proseguono gli esponenti della sinistra torinese – che all’interno di questa pandemia sarebbe meglio scegliere un candidato o una candidata che possa subito mettersi al lavoro per scrivere il progetto per il futuro della nostra città. Per farlo insieme a chi ha progetti ambiziosi, a chi si batte per la giustizia sociale e ambientale, a chi non vuole più che Torino sia la capitale della deindustrializzazione e delle cassa integrazione, del lavoro povero e sottopagato, della disoccupazione giovanile e delle smog city italiane; a chi ha in mente una città modello per la sua qualità della vita. Se non si troveranno gli spazi per una sintesi – concludono Grimaldi, Cantamessa, Chinaglia e Druetti – l’unica alternativa sono le primarie, trovando le modalità per farle in sicurezza”.

“Parlaconme”, una puntata tutta al femminile

In onda giovedì 7 gennaio scorso su Radio Vida Network condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

Prosegue con successo la trasmissione dal titolo “Parlaconme” sulla web radio di Carmagnola, Radio Vida Network (www.radiovidanetwork.it) , condotta dalla Agrifood & OrganicSpecialist e Social Media Manager Simona Riccio, ogni giovedì dalle 18 alle 19.

Dopo la pausa natalizia la trasmissione ha ripreso giovedì 7 gennaio scorso con la partecipazione, tutta al femminile, di treinteressati ospiti: Nuccia Alboni, Responsabile Marketing  di Ortonatura Melanzi’, Teresa Diomede, Ceo dell’Azienda AgricolaRacemus, e Patrizia Manghi, Division Manager dell’azienda SalFrutta.

La puntata è stata incentrata sul tema del confronto in merito allaproduzione agroalimentare da Nord a Sud e sulle esigenze di innovazione avvertite nello stesso settore. Il dibattito è risultato tanto più interessante in quanto le tre realtà produttiverappresentate dalle ospiti della trasmissione sono espressioni di treterritori diversi, Ortonatura Melanzi è di Vittoria; l’azienda Racemus sorge a Rutigliano, in provincia di Bari, ed esporta il 90 per cento della sua produzione prevalentemente in Spagna e Portogallo e, a seguire in Germania, Olanda e Repubblica Ceca; Sal Frutta, nata nel lontano 1988, comprende una serie di prodotti delle aziende di proprietà Zone Vocate Emilia Romagna (Gattatico, Reggio Emilia) e Zone Vocate Sicilia (Acate e Ragusa).

Dal confronto tra le ospiti è emersa la forte richiesta di un maggiore confronto tra le realtà produttive agroalimentari e di un cambiamento degli stessi mercati agroalimentari, in direzione della necessità di far emergere anche i prodotti particolari e di nicchia, in modo tale da promuoverne la conoscenza in maniera più approfondita, sia nei confronti dei negozianti, sia dei consumatori finali. È anche emersa dal confronto nato in trasmissione la richiesta di un’esigenza di innovazione nei centri agroalimentari, soprattutto per quanto riguarda il fattore del cambiamento dell’orario di lavoro, in considerazione del passaggio generazionale dei lavoratori che operano all’interno degli stessi.

Un altro elemento che è fortemente emerso nella sua importanza è quello riguardante il packaging, che deve risultare sempre più innovativo, rispondendo alle esigenze di un utente finale, il consumatore attuale, che deve essere informato in maniera sempre più capillare. Solo un maggior grado di conoscenza, infatti, e una relazione più adeguata con i produttori possono facilitare l’acquisto da parte del consumatore, che si sentirà maggiormente tutelato. Un altro aspetto che è stato analizzato durante la trasmissione, soprattutto da parte della manager Teresa Diomede, Ceo dell’Azienda  Agricola Racemus, è stato quello della digitalizzazione, che ha fatto il suo ingresso nel settore agroalimentare per consentire di aprirsi anche ai mercati esteri, che l’Azienda Racemus è stata, per esempio in grado di conquistare, anche facendo uso della piattaforma di Alibaba, per ottenere una vetrina di vendita all’estero.

Mara Martellotta 

Un Toro spento e nullo perde meritatamente contro il Milan privo di 7 titolari

Milan-Torino 2-0

Incredibile e vergognoso l’atteggiamento messo in campo dal Toro, contro il Milan, specie nel primo tempo. Atteggiamento passivo, indolenza e sufficienza.Giusta sconfitta per 2-0 con un solo tiro in porta e traversa colpita da Rodriguez. I granata venivano da un filotto positivo di 4 partite con 1 vittoria e 3 pareggi che lo avevano portato in zona salvezza al 17esimo posto.Da stasera riprende l’incubo serie B con il 19 esimo posto e piena zona retrocessione. Squadra abulica, a tratti stanca,giocatori in stato confusionale, come la società ed il mister Giampaolo. Cosa occorre? tante cose: ad esempio al presidente Cairo interessa ancora il Toro in serie A ed in generale come squadra oppure attende la serie B come soluzione inevitabile per guadagnare i 25 milioni di euro del paracadute assegnato alla compagine  che retrocede?
I tifosi granata, a forza di pensar male c’azzeccano.Il ds Vagnati sa cosa deve fare? Sa come e dove intervenire? Marco Giampaolo temo abbia le ore contate alla guida del Toro. La squadra è confusionaria, non ha un’anima, a parole è con il tecnico ma la classifica ed i risultati dicono tutt’altro.Ora arriva la Coppa Italia martedì sera sempre a Milano contro i rossoneri per gli ottavi di finale:servirebbe uno scatto d’orgoglio, chissà…e poi lo spareggio salvezza contro lo Spezia sabato 16 gennaio alle ore 18.Intanto sullo sfondo l’ombra di Davide Nicola come allenatore e la speranza che il mercato porti un centrocampista ed un attaccante. Lasse Schone e Leonardo Pavoletti aspettano la chiamata di Vagnati ma crediamo proprio che Cairo lo impedirà e non acquisterà nessuno.

Vincenzo Grassano

Fondazione Crt recupera 135 beni storici

135 “gioielli” artistici e architettonici del Piemonte e della Valle d’Aosta potranno rinascere con i 2,4 milioni di euro di contributi assegnati da Fondazione CRT tramite il bando “Restauri Cantieri Diffusi”.

Obiettivo di questa progettualità è recuperare beni immobili e mobili – campanili, facciate, pavimentazioni, tele, statue, libri, arredi lignei – sottoposti a tutela, e promuovere la conoscenza e la piena fruizione dei luoghi da parte di fasce sempre più ampie di pubblico. Le risorse della Fondazione CRT renderanno possibile anche il restauro conservativo della facciata lato sud della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dell’altare maggiore della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino e della pavimentazione della Sala delle Grottesche del Castello della Manta nel Cuneese.

Saranno quindi aperti nei prossimi mesi 135 cantieriche coinvolgeranno oltre 250 imprese medio-piccole del territorio.

“La tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico nel contesto paesaggistico e ambientale ha un ‘senso contemporaneo’, un legame identitario con la vita della comunità: per i mecenati del XXI secolo come le Fondazioni, salvare la memoria e la bellezza dei luoghi, in linea con i principi stessi della Costituzione, significa lavorare concretamente per il bene comune – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia–. Il progetto ‘Restauri’ unisce al valore culturale anche quello economico-occupazionale, particolarmente significativo in questo momento di estrema difficoltà per il Paese, restituendo fiducia, speranza e una prospettiva di ripartenza: l’apertura dei cantieri per il recupero delle opere, infatti, creerà nuove opportunità di lavoro sul territorio funzionali alla ripresa, rafforzando la capacità di ‘resilienza’ dell’intera comunità”.

“Oggi più che mai, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, si comprende cosa significa non poter fruire della bellezza del patrimonio artistico-culturale e l’importanza di tutelarlo nel tempo – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Grazie anche ai meccanismi di detrazione e agevolazione fiscale dell’Art bonus, il contributo di Fondazione CRT per la rinascita della ‘grande bellezza’ diffusa a livello locale ma di rilevanza anche nazionale, attiva un doppio circolo virtuoso: ridà fiato a molte imprese nel nord Ovest e mette a disposizione del territorio ulteriori risorse – 730mila euro nell’ultimo anno – concretizzando il ruolo strategico della filantropia per garantire che l’arte sia, al tempo stesso, una ricchezza da valorizzare nel presente, ma anche un’eredità per il futuro”.

Salgono a oltre 2.700 i beni fatti rinascere da Fondazione CRT, nell’ambito di Restauri Cantieri Diffusi, con un investimento di oltre 45 milioni di euro.

Gallo (Pd): “Da Cirio nessuna prospettiva per il futuro”

“Nella calza della Befana  promesse vuote”

 “La calza della Befana che il Presidente Cirio ha regalato ai piemontesi è piena di promesse vuote e critiche al passato e priva di contenuti” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Cirio ha ragione quando dice che il 2020 è stato un anno complicato, ma l’azione della sua Giunta è stata fallimentare: la gestione della prima fase della pandemia è stata disastrosa, ma quella della seconda ondata, nonostante tutti i nostri inviti ad arginarla in anticipo, è stata ben peggiore: scarsità di tamponi, terapie intensive al collasso, confusione nella gestione dei contagi. Il Riparti Piemonte che avrebbe dovuto rilanciare la nostra Regione, prostrata dalla pandemia, è stato un fuoco di paglia e si è distinto per la scarsità di risorse: circa 150 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio” precisa Gallo.

“La sanità che Cirio ha ereditato – prosegue Raffaele Gallo – è decisamente migliore di quella che lui ha lasciato, come componente della Giunta Cota, all’amministrazione Chiamparino: invece di un piano di rientro si è ritrovato con un imponente piano di investimenti per l’edilizia sanitaria; anziché il blocco delle assunzioni, lo sblocco del turn-over e le prime politiche di potenziamento del personale; politiche che non hanno risolto tutti i problemi del Piemonte, ma hanno portato la nostra regione sul podio della classifica dei Livelli essenziali di assistenza nazionali. Questo continuo scaricare i problemi sul passato, dopo più di un anno e mezzo di legislatura, è stucchevole.  Per il Presidente Cirio è giunto il tempo di smettere di lamentarsi e cominciare, invece, a governare il Piemonte così da provare a risolvere alcuni dei molti problemi che interessano i piemontesi”.

“La politica della Giunta Cirio – conclude Gallo – si è contraddistinta per la mancanza di una visione e per l’incapacità di prevedere interventi con un’efficacia a lungo termine: contributi una tantum a pioggia non servono a far ripartire il Piemonte, ma sono semplici cure palliative. Purtroppo, da quello che abbiamo sentito, non crediamo che nel 2021 il centrodestra potrà dare al Piemonte nulla di più che slogan come in questo anno. I nostri cittadini invece meritano misure concrete di sostegno e di rilancio per far ripartire l’economia e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Associazione Pannella: “Vaccinare anziani e malati carcerati”

LETTERA APERTA DELL’ASSOCIAZIONE MARCO PANNELLA DI TORINO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE: 

“SUL VACCINO MASSIMA PRIORITA’ ANCHE PER LE PERSONE ANZIANE E MALATE ALL’INTERNO DELLE CARCERI”. 

 

Al Presidente della  Regione Piemonte Alberto Cirio

 

 

Signor Presidente,

 

con l’arrivo del vaccino anti-Covid, si pone, anche nella nostra Regione, il problema della necessità di una vaccinazione dell’intera popolazione in presenza di una pandemia. Con esso il problema della priorità di somministrazione e la necessità di definirne i criteri, anche affrontando i problemi bioetici e pratici connessi.

 

È molto importante tenere conto delle necessità degli individui anche a prescindere dalla loro condizione sociale.

 

Le chiediamo di considerare con la massima attenzione e urgenza la condizione della popolazione detenuta affinchè non vi sia alcun tipo di  discriminazione. Il carcere presenta inoltre criticità dovute al sovraffollamento che suggerirebbero massima priorità per la vaccinazione sia per i rischi di gravi conseguenze per la popolazione detenuta e anche per il personale costretto già a duri turni di lavoro in condizioni spesso difficili. Chi si trova in condizioni di detenzione non ha la possibilità di mantenere le distanze necessarie come il resto della popolazione e ci auguriamo che i tecnici, che indicano i criteri di priorità riguardo la vaccinazione della popolazione, non ignorino tali condizioni. 

 

Auspichiamo pertanto che la nostra Regione guardi nella giusta direzione e che le scelte che guideranno la vaccinazione dal Covid-19 tengano conto di chi si trova privato della sua libertà personale. Le chiediamo  eventualmente di sollecitare anche il nostro Governo ad avere maggiore attenzione per le gravi conseguenze che si potrebbero determinare all’interno delle carceri laddove il sovraffollamento può alimentare il diffondersi dell’epidemia Covid-19.

 

Anche l’Associazione Marco Pannella di Torino partecipa all’iniziativa nonviolenta dell’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini che ha ripreso nelle scorse ore uno sciopero della fame per sensibilizzare le istituzioni e il Ministro della Giustizia su questi temi.

 

L’ASSOCIAZIONE PARTECIPA ALL’INIZIATIVA NONVIOLENTA DI RITA BERNARDINI AFFINCHE’ IL GOVERNO SI MOBILITI SULLA CONDIZIONE DI SOVRAFFOLLAMENTO DEI DETENUTI RIGUARDO IL RISCHIO PANDEMIA COVID-19.

Stellantis, Italexit: “Colpevole silenzio del Governo italiano”

“IL FUTURO DI TORINO È IN PERICOLO”


Con la fusione tra FCA e PSA finalmente gli Agnelli riescono ad abbandonare una volta per tutte il settore automotive: formalmente saranno gli azionisti di maggioranza, ma nella stanza dei bottoni si muoveranno in prevalenza i dirigenti francesi.

I mercati finanziari hanno accolto con entusiasmo la novità spingendo verso l’alto il valore delle azioni dei due gruppi. La ricaduta sulla città di Torino e sull’Italia rischia però di essere catastrofica: l’azienda ha già deciso che la sede legale sarà in Olanda, i fornitori italiani saranno sostituiti in buona parte da quelli francesi e la produzione dei nuovi modelli del segmento B (il più importante in Europa) avverrà in Polonia. Torino diventerà quindi una delle tante sedi periferiche, con Mirafiori ormai ridotta a “mascherinificio di Stato”. Conte e Gualtieri, nel frattempo, restano in silenzio infischiandosene delle ripercussioni sul nostro tessuto economico e sociale.
Italexit con Paragone considera questo atteggiamento irresponsabile e punta il dito contro il grave problema di fondo che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le istituzioni e la più grande industria privata in Italia: quando la Francia ha salvato Peugeot dal fallimento ha preteso di entrare nell’azionariato e di esercitare un ruolo di primo piano nelle scelte dell’azienda; l’Italia, nonostante 250 miliardi di euro di finanziamento pubblico (diretto e indiretto) dal 1975 a oggi, non ha mai posseduto una singola azione di Fiat/FCA e anche il recente prestito garantito da 6 miliardi si è concluso con una pacca sulla spalla per non indispettire l’Unione Europea.
In questo momento storico non possiamo più permetterci il lusso di avere uno Stato che non vuole intromettersi nelle questioni private, soprattutto se sta usando soldi pubblici. La Costituzione pone la tutela dell’interesse generale al centro del nostro ordinamento: mettere a rischio il futuro di circa 90 mila dipendenti diretti di FCA, e altre decine di migliaia nell’indotto, è o non è un attacco frontale contro la collettività?
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

Confagricoltura: “pronti a collaborare al Patto per il Piemonte”

Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Pronti a collaborare  per fare meglio”. Piano di Sviluppo Rurale: finora il Piemonte ha erogato poco più del 60% dei fondi disponibili per il periodo 2014-2020. “Bene la volontà di ridurre drasticamente la burocrazia”.

 

Concordiamo con il presidente Cirio sulla necessità di un Patto per il Piemonte e siamo pronti a impegnarci per costruire e realizzare un piano di rilancio dell’economia che veda l’agricoltura tra i principali artefici della ripresa”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, intervenendo sulle dichiarazioni del presidente della Regione Alberto Cirio, condivide gli obiettivi indicati dalla giunta subalpina. “Dobbiamo lavorare tutti insieme – afferma Allasia – per definire un nuovo Programma di Sviluppo Rurale che consenta alle imprese di poter sfruttare completamente e in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione”.

Confagricoltura evidenzia che nel periodo di programmazione che si è appena chiuso, pur tenendo presente che le risorse residue potranno essere utilizzate nei prossimi due anni,  la capacità di spesa del Piemonte si è dimostrata assai limitata.

In base ai dati non definitivi al 31 dicembre 2020 elaborati da Agea relativi all’avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta il Piemonte si posiziona al 60,34%, a fronte dell’impegno pressoché totale delle risorse. “Questo significa che il sistema di pianificazione, gestione dei bandi, rendicontazione e collaudi ha funzionato a rilento e che può e deve essere migliorato”, commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia.

Apprezziamo l’impegno del presidente Cirio che ha dichiarato di voler ampliare il ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post per le autorizzazioni e i contributi regionali, al fine di velocizzare snellire il carico burocratico per cittadini e imprese –  ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – perché l’agricoltura, che nell’anno del Covid ha continuato a lavorare per assicurare cibo di qualità e materie prime di valore alle industrie agroalimentari locali che hanno potuto mantenere posizioni importanti anche sui mercati internazionali, è pronta a fare la propria parte, con oltre 42.000 imprese agricole attive e 65.000 occupati, nell’interesse del territorio e dei cittadini”.