ilTorinese

Il Derby della Mole n.201 è bianconero

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Juventus-Torino 2-1
McKennie.  N’Kolou
Bonucci

Un derby che ricalca perfettamente l’attuale momento ambiguo delle 2 squadre torinesi:Juve per un tempo distratta e Toro che puntualmente si fa rimontare dopo il vantaggio iniziale.Oramai  subire una rimonta è  diventato di moda, ma così fa proprio male. Il Toro domina il primo tempo con varie occasioni, passa in vantaggio, sbaglia il raddoppio e brucia almeno tre contropiedi importanti. Nella ripresa i granata si abbassano di nuovo troppo, come accaduto contro la Sampdoria, ed ecco che la difesa crolla con le gravi, ennesime indecisioni dell’ex grande portiere Sirigu che consentono alla squadra bianconera,padrona del campo nel secondo tempo,di  rimontare nel  finale su due calci piazzati in cui incomprensibilmente, a centro area, si sono trovati liberi di segnare indisturbati Mc Kennie e Bonucci, in entrambi i casi su cross perfetti di Cuadrado. Il cambio nel finale di Zaza per Lukic, ancora su situazione di vantaggio, ha donato maggiore convinzione alla Juventus di poter schiacciare il Toro nella propria area,con il solo Belotti a provarci, subendo molti  falli ma sempre in mezzo ad una selva di difensori bianconeri.. La squadra di Marco Giampaolo prosegue con il proprio  record di punti persi da situazione di vantaggio. E la classifica piange sempre di più.Ci vuole ben altro per salvarsi.Sorride,invece la Juve di Pirlo che con questi 3 punti ed una ritrovata fiducia s’avvicina sempre di più verso il primo posto.Stasera in ombra Ronaldo e Dybala ma ci hanno pensato le retrovie della squadra bianconera,sempre attenti,puntuali e precisi.Giocatori come Bonucci e Cuadrado che non tradiscono mai.

Vincenzo Grassano

Aggredita dal marito mentre telefona a un’amica

L’interlocutrice allerta i soccorsi, l’uomo viene arrestato

Mercoledì sera gli agenti della Squadra Volante intervengono in zona Nizza Millefonti a seguito della segnalazione di una lite in famiglia. Giunti sul posto, è una donna scossa ed agitata ad aprire la porta. Il marito, cittadino italiano di 36 anni, alla vista dei poliziotti, da in escandescenze, chiedendo alla moglie se fosse stata lei ad allertare le forze dell’ordine e invitando gli agenti ad andarsene. Passano alcuni istanti, l’uomo si placa e la donna racconta del proprio rapporto burrascoso, sfociato nel tempo in vessazioni, insulti e violenze fisiche.

Quel pomeriggio la vittima aveva avuto uno sfogo al telefono con un’amica riguardo al suo rapporto ma il trentaseienne, infastidito dalla chiamata, le si è avventato addosso, tentando di strapparle il telefono dalle mani. La compagna allora chiude la telefonata e nasconde il cellulare negli slip, per paura che l’uomo se ne impossessi e glielo rompa, come era accaduto qualche giorno prima. L’amica, dall’altro capo del telefono, sente alcune delle minacce che il marito rivolge alla moglie prima che si interrompesse la chiamata e allerta il 112 NUE. Da accertamenti emerge a carico del trentaseienne una precedente denuncia per maltrattamenti ed un ammonimento del Questore di Torino datato maggio 2019. Scattate le manette per maltrattamenti.

Covid, altre vittime ma contagi e ricoveri in calo. Oltre 3000 i guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1456nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 9,6% dei 15.100 tamponi eseguiti.

Dei 1456 nuovi casi, gli asintomatici sono 665, pari al 45,7%.

I casi sono così ripartiti: 439 screening, 681 contatti di caso, 336 con indagine in corso; per ambito: 258 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 79 scolastico, 1.119 popolazione generale.  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 176.519, così suddivisi su base provinciale: 15.371 Alessandria, 8291 Asti, 6124 Biella, 24.267 Cuneo, 13.623 Novara, 93.804 Torino,  6666 Vercelli,  5839 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 959 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1575sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 366 (+9 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4276 (-75 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 62.121.

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.655.759 (+15.100rispetto a ieri), di cui 820.139 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 6568

Sono 62 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 6.568 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 981 Alessandria, 394 Asti, 292 Biella, 709 Cuneo, 573 Novara, 3.039 Torino, 316 Vercelli,  201 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 66 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

103.188 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 103.188 (+3107 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 7975 Alessandria, 5462Asti, 3223 Biella, 12.443 Cuneo, 7078 Novara, 58.739 Torino, 3987 Vercelli,  3219 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 527extraregione e 535 in fase di definizione.

La storia della senzatetto e dei suoi cinque cani, convinta dai civich a farsi accudire

La sindaca Chiara Appendino racconta in un post su Facebook la storia di una donna senzatetto che, grazie al lavoro di persuasione della Polizia Municipale, ha accettato – dopo due anni – di trasferirsi in una struttura del Comune.

 

Scrive la sindaca: “Negli ultimi due anni chiunque sia passato dalle parti della fermata del tram della linea 10 ‘n.387- CAPRERA’ in direzione Torino Centro si è accorto della presenza di una donna in compagnia dei suoi cinque cani”.

La donna è una cinquantenne di nazionalità italiana la cui storia è iniziata come tante altre, con una famiglia solida alle spalle e un lavoro stabile in una grande azienda del torinese. A turbare gli equilibri di quella normale quotidianità, con molta probabilità, hanno inciso un licenziamento inaspettato, la successiva faticosa ricerca di un altro impiego e la nuova perdita dopo appena tre mesi.

“Da quel momento di instabilità – prosegue Appendino – sono iniziate le prime difficoltà relazionali all’interno della propria casa che l’hanno spinta ad abbandonare la famiglia con cui viveva, diventando a tutti gli effetti una donna senza fissa dimora. A nulla sono valsi i numerosi tentativi di aiuto del padre della donna che più volte ha tentato di convincerla di tornare a casa. Nonostante i ripetuti rifiuti della figlia, in tutti questi anni, non ha mai fatto mancare il suo affetto e la propria vicinanza, andando a trovarla ogni giorno per la strada, talvolta anche senza avvicinarsi o farsi vedere, solo per sincerarsi che stesse bene”.

Da circa sei anni la donna ha iniziato a stazionare nel quartiere Santa Rita, nella zona di piazza d’Armi, monitorata dagli agenti del Comando Sezione II della Polizia Municipale e dal Servizio BOA dell’Ufficio Adulti in difficoltà della Città. Alcune persone le portavano cibo e acqua mentre, a proteggerla e farle compagnia, ci pensavano i suoi cinque cani di varie taglie.

Dal 2018 la signora si è trasferita in maniera stabile nella fermata del tram della linea 10 e, da allora, probabilmente con l’aggravarsi del suo stato psico-fisico dovuto al fatto di vivere giorno e notte all’aria aperta, sono aumentate le segnalazioni dei cittadini circa le condizioni critiche della donna, le precarie condizioni igienico sanitarie del giaciglio ubicato su suolo pubblico e i comportamenti aggressivi dei cani.

“Finalmente, ieri, – conclude la sindaca – al termine di un lungo lavoro di persuasione effettuato dagli agenti del Comando Sezione II e dagli uomini del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale la donna, in evidente stato di sofferenza dovuto al freddo e ad altre patologie da cui è affetta, è stata convinta ad accettare le cure mediche di cui necessita e una sistemazione in una struttura ricettiva del Comune”.

I cinque cani, per i quali sono in corso le valutazioni sullo stato di salute da parte dei veterinari dell’ASL, sono stati portati nel Rifugio di Chieri dal Servizio Cattura del Canile di Grugliasco, con la piena soddisfazione delle Associazioni animaliste presenti durante l’intervento.

La fermata n.387 “CAPRERA”, una volta sgomberata, è stata successivamente pulita e sanificata dal personale GTT.

Canalis (Pd): “Modello di tutela dei minori da potenziare”

“Il sistema piemontese è sano, ricco di professionalità di prim’ordine, fondato su una tradizione normativa, procedurale, operativa e di Terzo Settore che per molti aspetti ne ha fatto un apripista e un modello per il resto d’Italia, ma è affaticato ed indebolito dalla carenza di personale e di risorse e dalla scarsa omogeneità territoriale ed integrazione tra comparto sociale, educativo e sanitario, che rischiano di rendere gli allontanamenti tardivi”. Questa è la diagnosi dei gruppi consiliari di minoranza in Consiglio Regionale, al termine dell’Indagine Conoscitiva svoltasi da ottobre 2019 a luglio 2020.

“Per il Piemonte è sbagliato parlare di “allontanamenti facili”, in numero eccessivo o motivati dalla povertà economica – dichiara la vice segretaria del Pd Piemonte e consigliera regionale Monica Canalis. “Il 96,44% dei 60.068 minori presi in carico dai servizi sociali al 31/12/2018 era seguito in famiglia e il 58,17% dei 2.597 minori fuori famiglia era riconducibile alle seguenti tre tipologie: Minori stranieri non accompagnati (17,67%), affidamenti intra familiari (24,68%) e affidamenti consensuali (15,82%). Solo il restante 41,83% è rappresentato da allontanamenti giudiziali extra familiari.  Si conferma pertanto che nella maggior parte dei casi l’allontanamento è l’extrema ratio, come previsto dalla Legge 184/1983, è consensuale, intrafamiliare o riguarda i minori soli provenienti da altri Paesi. Le cause più frequenti di allontanamento sono inoltre legate a carenze educative, problemi psichiatrici o dipendenze dei genitori e non alla povertà materiale. Il problema dell’eccesso di allontanamenti in Piemonte o dell’allontanamento fatto esclusivamente per carenza di reddito è dunque un problema che non esiste ed è stato circondato da una propaganda, politica e mediatica, che nuoce gravemente a tutto il sistema dei servizi e della rete di volontariato, che dimentica i dati di un contesto socialmente sempre più disgregato, tradisce un forte pregiudizio verso gli operatori, verso il lavoro fatto in passato anche dalle giunte di centro destra, verso i poveri, verso le famiglie affidatarie, verso la gravità dei maltrattamenti di natura psicologica accanto a quelli di natura fisica.

In Piemonte occorre piuttosto un dialogo sereno e aperto con tutti gli attori coinvolti ed una concreta dotazione di risorse finanziarie per rafforzare le professionalità e le progettualità in campo.

Non basta lasciare i bambini in famiglia, ci vogliono più servizi a servizio delle famiglie e bisogna ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo una maggiore collaborazione tra il settore educativo, sanitario e sociale ed una maggior omogeneità territoriale.

 

Morte di 17 anziani nella Rsa, proseguono le indagini

Indagini in corso da parte della procura di Ivrea e dei carabinieri del Nas  sulla morte di 17 ospiti della residenza per anziani di Borgomasino, nel Canavese.

I decessi sono avvenuti in circa quindici giorni, dopo quello di una donna che era risultata positiva al test rapido covid.

I  tamponi effettuati hanno poi scoperto la positività di 36 ospiti su un totale di 42. Dopo la segnalazione delle famiglie degli anziani  la procura ha aperto un fascicolo per atti relativi, al momento senza indagati o ipotesi di reato.  I carabinieri del Nas stanno effettuando gli accertamenti.

Controlli dei carabinieri, 7 arresti nelle ultime 24 ore

Sette  arresti è il bilancio dei controlli disposti nelle ultime 24 ore dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino.

In particolare a Torino, in via Genova, a bordo dell’autobus 35 GTT, diretto a Nichelino, i carabinieri hanno arrestato un senegalese di 31 anni per spaccio. L’uomo è stato bloccato subito dopo aver ceduto ad un altro passeggero, un italiano 36enne di Nichelino, una dose di crack. La perquisizione personale dell’extracomunitario ha permesso di trovare altre sette dosi della medesima sostanza. Il cliente è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore di sostanze stupefacenti.
Nel quartiere Pozzo Strada, è stato arrestato un italiano di 25 anni, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, in attuazione di un ordine di carcerazione emesso dall’Autorità giudiziaria per un cumulo di condanne pari a quattro anni, per reati contro il patrimonio.
Nel quartiere Cenisia, i militari dell’Arma hanno arrestato un italiano di 47 anni per maltrattamenti in famiglia. L’uomo al culmine di un litigio ha picchiato i genitori, di 73 e 82 anni, ed ha distrutto alcuni mobili di casa. Le vittime sono riuscite a chiamare il 112 e i carabinieri, prontamente intervenuti, hanno fermato l’uomo. Successivi approfondimenti hanno consentito di stabilire che gli episodi di violenza, fisica e psicologica, duravano da circa 2 anni ed erano dettati da continue richieste di denaro per l’acquisto di stupefacenti e alcol.
In Corso Trapani, vicino al parco Ruffini, quartiere Pozzo Strade, gli equipaggi del Nucleo Radiomobile hanno arrestato un senegalese di 33 anni, senza fissa dimora, per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Sottoposto a controllo, l’uomo ha ingoiato diverse dosi di droga che nascondeva nella bocca. La successiva perquisizione personale ha permesso di trovare 300 € in banconote di piccolo taglio, probabile provento dell’attività illecita.
A Carignano, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno sottoposto a detenzione domiciliare un italiano di 28 anni, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione per furto, danneggiamento e violazione della sorveglianza speciale. L’uomo deve scontare un anno e nove mesi di pena.
A Borgaro Torinese, i militari della stazione di Caselle Torinese hanno arrestato un 23enne Italiano, censurato, trovato in possesso a seguito di perquisizione domiciliare di oltre 100 grammi di “amnesia”, un mix di marijuana e anfetamine.
Infine a Vinovo, stessa sorte è toccata ad un 30enne del luogo, che i carabinieri della Stazione di Leinì hanno trovato in possesso di circa 120 grammi di sostanze stupefacenti tra hashish e marijuana. Anche in questo caso la droga era detenuta all’interno dell’abitazione.

Google premia il lavoro del “Torinese”

E’ un riconoscimento al lavoro giornalistico al tempo del Covid, quello che “Il Torinese” ha ricevuto  da Google, attraverso il  Journalism Emergency Relief Fund, il fondo per l’emergenza che il motore di ricerca più noto al mondo ha costituito durante il lockdown per sostenere chi si occupa di informazione locale.

Un progetto che coinvolge tutto il globo. Le testate locali, dice  il direttore delle news di  Google Richard Gingras nel presentare l’iniziativa «sono una risorsa vitale per mantenere connesse nel migliore dei modi le persone e le comunità».

Aggiunge Riccardo Terzi,  Google Head of News & Publishers Partnerships, Italy & CEE: «Google si interessa al giornalismo locale per diversi motivi,  come l’innovazione di prodotto, la ricerca di nuovi modelli di business e  la gestione dei dati. E’ alla ricerca di soluzioni e nuovi strumenti per sostenere un giornalismo di qualità. Poiché le risorse per l’innovazione non sono sempre alla portata di tutti, la società ha deciso di investire proprio su questo a diversi livelli, anche su realtà molto locali ma che rappresentino esperienze di qualità».

Una iniziativa che, al di là dei fondi riconosciuti, che se non cambiano le sorti di una realtà editoriale sono comunque molto preziosi,  rappresenta soprattutto un segnale di attenzione – forse l’unico finora manifestatosi -nei confronti di piccole testate che cercano di offrire un’informazione il più possibile completa ai  cittadini su quanto sta accadendo in questa difficile fase.
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Un segnale che ci si aspetterebbe da parte delle istituzioni. Appunto, e le istituzioni? Non pervenute.

Ai nastri di partenza l’inaugurazione di Otium Pea Club. Green Pea, 8 dicembre

Manca poco finalmente all’apertura di Green Pea e di Otium Pea Club. L’inaugurazione iniziale programmata a fine estate è stata posticipata all’8 dicembre per motivi ovvii ed a tutti conosciuti.

Come spesso succede è dalle intuizioni migliori che nascono quei progetti che poi, a loro volta, si trasformano in realtà. Green Pea ne rappresenta il tipico esempio; costituisce il primo superstore della sostenibilità” torinese e green retail park al mondo,dedicato all’arredamento e all’abbigliamento tutto rigorasamente ecofriendly. La famiglia Farinetti, che ha ideato il progetto e realizzato questa intuizione, ha scelto l’area di Torino a fianco ad Eataly, al Lingotto, e la creazione di Green Pea è avvenuta completamente nel rispetto dell’ambiente, riscaldato da energie rinnovabili e arricchito da un bosco di alberi.

All’ultimo piano di Green Pea sorgerà Otium Pea Club, il nuovo spazio destinato all'”ozio creativo”.

Per comprendere quale sia stata l’intuizione da cui si è partiti bisogna tornare indietro nel tempo di circa 2500 anni quando filosofi quali Aristotele, Platone, Socrate e Pericle, cambiarono il mondo con le loro idee sui concetti di bellezza e democrazia, ma soprattutto inerenti il concetto di tempo e sul migliore uso che l’uomo ne potesse fare, l’”ozio” appunto.

2500 anni dopo, il sociologo contemporaneo Domenico De Masi ha rielaborato il concetto di “ozio” e ne ha ideato il concetto contemporaneo di “ozio creativo” inteso come sintesi di lavoro, studio e gioco.

Questa è l’idea a cui si ispira il rooftop Otium Pea Club.  Non sarà quindi un “ozio” in senso stretto o quello a cui tutti possono pensare subito, sarà un “ozio creativo”, come ci ha confermato Pier Rosito Co-fondatore di To-Be Events, l’agenzia torinese specializzata in eventi eno-gastronomici, che già collabora, nel campo della comunicazione, con Eataly.

Otium Pea Club rappresenta il primo esempio di Member Club dedicato al perseguimento di un “ozio creativo” con un upgrade culturale e filosofico nei contenuti della sua offerta, che lo differenzieranno sostanzialmente da altri Club analoghi presenti in Italia, essendo questi ultimi maggiormente orientati al solo concetto di fitness. Inoltre i soci, durante la fase di selezione propedeutica per l’ammissione al Circolo, non verranno discriminati per estrazione o gerarchia sociale, come spesso accade nella maggior parte dei MemberClub sparsi in giro per il mondo. Si cercherà poi di garantire una pari distribuzione di soci tra uomini e donne ed i minori di 18 anni non verranno ammessi.

Otium Pea Club rappresenta uno spazio di 600 mq tra lounge bar e Spa, che avrà come obiettivo quello di realizzare un “ozio creativo”, ben lontano e diverso dal concetto di “ozio”, inteso come inerzia.

L’obiettivo principe sarà quello di dare l’opportunità ai propri soci di recuperare, prima, e riappropriarsi, poi, del proprio tempo. Verrà data la possibilità ad ognuno di poter lavorare in un ambiente ecofriendly e progettato secondo una filosofia green, secondo la modalità più in voga del momento, lo smart working, senza dimenticare la sala meeting, a disposizione per eventi di lavoro o per incontrare i propri clienti, nel rispetto fin da subito della normativa anti Covid.

A conferma della filosofia green ed ecofriendly volta a sfruttare le risorse geotermiche disponibili da una falda acquifera, posizionata a quaranta metri di profondità per esempio, arriverà l’acqua alla temperatura di 18 gradi.

Otium Pea Club sarà aperto per i soli soci e i loro ospiti per un massimo di due a volta, dalle 10 alle 19, e tutti coloro che lo frequenteranno avranno a disposizione non solo un cocktail bar, dietro il quale lavorerà uno dei migliori barman torinesi Giorgio Lupi, ma anche una ampia proposta gastronomica, che spazierà dalla colazione all’after dinner, passando per il pranzo,l’aperitivo e la cena (su prenotazione). A questo si aggiunge tutta una zona dedicata al Wellness che includerà una piscina e una Spa. La piscina sarà a sbalzo, unica nel suo genere, con vista sulle Alpi, e avrà una lunghezza di 20 metri, sospesa per la maggior parte della lunghezza ad una altezza di 21 metri e riscaldata in inverno. La Spa, invece, metterà a disposizione dei proprio soci una vasca idromassaggio, bagno turco, sauna e sale massaggi.

Aristotele Platone Socrate e Pericle vi faranno compagnia.

Buon ozio creativo!

Emanuele Farina Sansone

Se il Salone del libro diventa “comunale”

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni    Il Salone internazionale del libro “Vita nova” aperto ieri a Torino rivela tutte le difficoltà create dal Covid e si rivela un’impresa di cortissimo respiro culturale

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Quando venne scelto Nicola La Gioia a dirigere il Salone ,si capì subito che quella scelta, così dettata da motivazioni prevalentemente  politiche ,non avrebbe potuto portare a buoni risultati  e infatti il Salone  si impantanò subito nelle polemichette sull’editore del libro di Salvini a cui venne negato lo spazio espositivo che aveva regolarmente acquistato.
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Ma che adesso La Gioia voglia farci passare per Salone internazionale del libro venti lezioni da alcuni teatri italiani e promozioni librarie in 34 librerie torinesi  con un po’ di bonus da dieci euro riservati a studenti piemontesi  (malgrado le scuole chiuse), appare un’ azione  leggermente sfrontata e priva di significato e di respiro editoriale. Utilizzare il Salone internazionale per dare un po’ di soccorso a 34 librerie torinesi in difficoltà’ ci sembra una scelta assai discutibile  che riporta il Salone, che raramente fu davvero internazionale, ad ambito comunale, come le tante iniziative simili che si tengono in Italia per promuovere il libro. Era una cosa da non fare perché non consona con le tradizioni del Salone la cui caratteristica era il pluralismo e il fervore di iniziative promosse da grandi  e piccoli editori. Non basta mettere in un programma Saviano e Sgarbi per garantire la pluralità delle voci, così come  non bastano 34 librerie  torinesi per dare l’idea anche remota  di quello che era il Salone in passato. E’ un Salone fatto con i fichi secchi per fare un favore a 34 librai che  ci auguriamo possano trarne  un qualche auspicabile e legittimo  profitto in tempi difficili.
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Un appoggio appunto forse utile per sostenere questi librai in affanno, ma non certo per sostenere  la cultura intesa in modo adeguato. In ogni caso  un progetto di difficile realizzazione, considerato il divieto di assembramento anche nei negozi. Nessuno può pretendere grandi cose da  una Torino divenuta zona arancione, ma nessuno sentiva la necessità di una edizione così ridotta da far apparire il Salone un’iniziativa totalmente  priva del suo spirito originario. Il libraio Pezzana che fu il vero ideatore del Salone, non avrebbe mai pensato ad una cosa del genere perché il libraio Pezzana, ideando il Salone, seppe andar oltre gli interessi delle librerie torinesi. Cercando sul sito del Salone  non appare  inoltre un programma concreto e non capisce cosa accadrà nelle 34 librerie che hanno aderito al progetto a cui auguriamo la massima fortuna anche se non contribuisce certo a riaffermare il nome di  Torino come città del libro che la fine miserevole della UTET Grandi  opere ha definitivamente cancellato. Appare emblematico dell’ importanza di questo Salone “ internazionale“ il fatto che il settimanale “Torinosette“  gli dedichi  un articolo a quattro colonnine, il doppio dello spazio riservato ad un  piccolo convegno da remoto su Vittorio Emanuele II i cui relatori sono così noti da non essere neppure nominati.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com