ilTorinese

B2B online per Reale Mutua Basket e gli sponsor

La Reale Mutua Basket Torino, nella cornice della piattaforma Zoom, ha incontrato i suoi sponsor,  compagni di viaggio del progetto gialloblu.

Agli sponsor sono stati presentati i risultati in campo e fuori del lavoro di questi mesi, gli obiettivi e i tanti progetti in ballo che guardano al futuro. Un momento sempre importante per ogni società, ancor più in un contesto storico così delicato come quello che stiamo affrontando.

Un momento di confronto e dialogo, che ha visto protagonisti i partner della compagine torinese, messi virtualmente a contatto l’uno con l’altro, in meeting one to one, per promuovere e favorire nuove sinergie.

Il commento del direttore generale Viola Frongia: “Incontri come questo sono l’essenza della nostra azienda. Vogliamo che i nostri partner siano consapevoli del valore del loro investimento. Questo periodo storico, inoltre, ci sta insegnando ancor di più ad essere flessibili e resilienti e quanto sia importante il valore di fare rete. L’organizzazione del B2B digitale è stata una bella sfida e speriamo davvero sia stato uno strumento utile per incrementare la creatività e le opportunità dei nostri sponsor”.

Giacomo Dalle Rive, ufficio marketing e comunicazione Valmora : “Come Valmora ringraziamo per la disponibilità e l’occasione di creare sinergie in un momento in cui non è così semplice incontrare altre realtà”.

Covid, Ruffino: “Chiudere tutto è facile, ma la politica deve distinguere”

Decidere l’ennesimo lockdown fino a Pasqua è la strada più semplice da prendere. Distinguere, invece, dovrebbe essere il primo dovere della politica.

Regioni e Comuni hanno messo a punto nuovi protocolli di sicurezza, talvolta d’intesa con il ministero della Salute, rafforzando la profilassi anti-Covid. Nessuna sottovaluta l’aggressività del virus e delle sue varianti, ma non sarebbe realistica la scelta di chiusure generalizzate che non tengano in conto la capacità di reazione e l’organizzazione di ristoratori, gestori di palestre, piscine o bar.

     Ci sono imprese, soprattutto a conduzione familiare, che rispettano alla lettera i protocolli sanitari. In molti casi, anzi, li hanno ulteriormente potenziati con iniziative proprie. Come si può chiedere a loro di adeguarsi e chiudere tutto ben oltre Pasqua? Forse, dal 25 marzo, riaprono i musei. Se il governo si fida dell’organizzazione di chi dirige un museo, perché non dovrebbe fidarsi di chi gestisce una palestra o un ristorante? Nessun ristoratore e nessuna palestra hanno interesse a far circolare il virus perché sanno che li aspetta una chiusura prolungata. Il governo è impegnato ad accelerare sul piano vaccinazioni, e fa bene, ma non condanni a morte le attività economiche in regola con la profilassi.

on. Daniela Ruffino, deputata di “Cambiamo!”

Cirio: “la zona arancione è un sacrificio, il governo dia subito i ristori alle aziende”

Su Facebook il governatore del Piemonte Alberto Cirio dice a proposito della zona arancione in vigore da lunedì per la nostra regione:

“quello che ci viene chiesto è purtroppo un nuovo sforzo e so che è un sacrificio grande”.

“L’Rt è cresciuto sopra  l’1 e la pressione ospedaliera sta aumentando”, osserva il presidente che aggiunge:    “Al Governo abbiamo sollecitato che i ristori per le attività costrette a fermarsi siano immediati”.

Poste Italiane ha consegnato all’ospedale San Giovanni Bosco i vaccini Astra Zeneca

Sono arrivati a destinazione in queste ore i furgoni del corriere di Poste Italiane, SDA, per la consegna all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino di 6100 dosi del vaccino Astra-Zeneca .

Nella giornata di oggi alcuni mezzi speciali, attrezzati con celle frigorifere, hanno preso in carico i vaccini AstraZeneca a Chiavari e hanno proseguito il loro viaggio, sempre grazie ai mezzi di SDA, per raggiungere le loro destinazioni finali presso le Farmacie Ospedaliere di Cambiano, Rivoli e Ivrea a all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
In totale il Corriere Sda sta consegnando nelle regioni Sicilia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Trento, Bolzano, Calabria, Abruzzo, Marche 280 mila dosi Astra Zeneca.

Comitato Vittime Rsa, documentazione consegnata in Prefettura

La Fondazione promozione sociale onlus, animatrice del Comitato vittime nelle Rsa, e il Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base al quale aderiscono venti associazioni e organizzazioni che operano per la promozione e la tutela dei malati cronici non autosufficienti e delle persone con disabilità/autismo con limitata o nulla autonomia, hanno consegnato nei giorni scorsi  al Prefetto di Torino le proprie istanze in merito al sistema di presa in carico di malati e persone con disabilità non autosufficienti, anche in relazione alla redazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (cosiddetto Recovery Plan o #Next Generation Eu).

Le organizzazioni hanno chiesto formalmente al Prefetto di inviare al Governo le osservazioni consegnate, nelle quali è sottolineato che la pandemia ancora in corso ha dimostrato che il sistema di presa in carico dei più deboli fra i malati e le persone con disabilità non risponde alle loro esigenze di tutela della salute e ha subito – specie negli ultimi anni – tagli nel riconoscimento di diritti e delle risorse collegate, non accettabili. Nemmeno risponde alle loro esigenze di relazione – esigenze che sono come e anche più di quelle degli altri cittadini – l’attuale loro confinamento nelle strutture (per motivi di scarico di responsabilità, più che per precauzioni cliniche) oppure a casa (è il caso delle tantissime persone con disabilità lasciate illegittimamente senza le prestazioni dei servizi sanitari e socio-sanitari di cui sono titolari).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è l’occasione per una inversione di rotta decisiva, a condizione che le risorse ad esso connesse siano orientate all’intervento sul fronte della riforma dei servizi territoriali e residenziali, così come all’istituzione di un sistema di cure domiciliari che non si limiti a sporadici passaggi di medici o infermieri (nell’ordine di qualche ora all’anno), ma costituisca una vera presa in carico sanitaria del malato nel suo contesto di vita. Oggi – stando alle bozze di Piano che sono circolate e al programma di azioni preannunciato al Parlamento dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi – non è così.

Da qui l’inquietudine delle organizzazioni, il pericolo ravvisato che la strage del Covid19 venga dimenticata, l’urgenza di far pervenire al Governo le proposte di intervento.

Le associazioni hanno consegnato al Prefetto i documenti, già inviati al Presidente del Consiglio e al Ministro della salute,  che riassumono le azioni indispensabili per affrontare il problema delle visite, della messa in sicurezza dei luoghi di cura, della priorità delle prestazioni domiciliari per chi è a casa ed ha necessità di un assegno di cura.

«Sosteniamo che oltre ad un obbligo giuridico di fornire le cure adeguate ai malati sancito dalla Costituzione e della legge istitutiva del Servizio sanitario, vi sia un debito morale del Paese nei confronti di quanti sono in tali condizioni, che va onorato subito – ha spiegato Maria Grazia Breda, Presidente della Fondazione promozione sociale – con la previsione di interventi innovativi e radicali che rispondano veramente alle esigenze dei pazienti nella gestione delle cure di lungo termine (LTC) e delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie erogate nelle strutture residenziali previste dai Livelli essenziali delle prestazioni (Lea)».

Per Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM – Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva «le prestazioni Lea – servizi residenziali, comunità alloggio, centri diurni, cure domiciliari – non possono subire riduzioni. Le famiglie sono allo stremo, per questo abbiamo avviato una causa pilota per la riapertura completa dei Centri diurni: alle istituzioni spetta trovare gli spazi per i servizi, se quelli attuali non sono adeguati e nel frattempo garantire quanto meno le prestazioni domiciliari necessarie».

Le istanze riguardano:

–       La priorità nella somministrazione dei vaccini anti Covid per malati non autosufficienti e loro parenti, con l’obiettivo di riaprire alle visite in piena sicurezza e pur con tutte le tutele del caso;

–       L’inserimento nelle azioni di sviluppo dei servizi territoriali delle prestazioni sanitarie domiciliari di lungo termine (LTC): potenziamento dell’ospedalizzazione a domicilio e dell’Adi, con il riconoscimento – come Lea – di un contributo economico universalistico con oneri a carico del Servizio sanitario, così come già previsto in ambito Lea per i ricoveri convenzionati in Rsa;

–       Il riconoscimento delle Rsa accreditate come parte integrante della filiera delle strutture sanitarie del Servizio sanitario;

–       Una nuova programmazione di ospedali di territorio polifunzionali che non si fermi agli ospedali di comunità e al loro modello di ospedali «a tempo», senza collegamento con il sistema di continuità della presa in carico dei pazienti non autosufficienti;

–       L’avvio per le persone con disabilità intellettiva e/o autismo di un percorso innovativo di riconversione delle strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie, affinché siano previsti sin d’ora spazi per assicurare percorsi separati all’interno dei locali in caso di infezioni e/o epidemie, in modo da assicurare lo svolgimento regolare delle loro attività a pieno regime, anche in caso di epidemie.

Fatturato e occupazione: un disastro per il turismo a un anno dall’inizio della pandemia

I dati sono tutti negativi. Occupazione, consumi, fatturato: gli indicatori del commercio e del turismo in Piemonte dopo un anno di pandemia  sono pessimi secondo l’analisi  dell’ufficio studi di Confesercenti.

In tutto sono 12.000 i posti di lavoro svaniti tra titolari e collaboratori, inoltre il calo del fatturato medio è tra il 35 e il 40%, con picchi elevatissimi nel settore del turismo: -70% per quanto riguarda gli alberghi, campeggi e rifugi alpini, -60% per bar e ristoranti, -80% per bus turistici e noleggi con conducente, -90% per guide, agenzie di viaggio e animatori turistici

La Juve si ferma a Verona

Barak risponde a Ronaldo
Terzo posto e -7 dall’Inter capolista

Era una sfida cruciale, importante per capire se la Juve poteva ambire al decimo scudetto consecutivo  o se per quest’anno sarebbe stato meglio accontentarsi dei primi quattro posti. I bianconeri di Andrea Pirlo,reduci dalla brutta sconfitta in Champions contro il Porto e dalla vittoria casalinga contro il Crotone, questa sera hanno impattato per 1-1 contro il Verona  di Ivan Juric, una delle sorprese più liete del campionato, nell’anticipo della 24esima giornata di Serie A in scena allo stadio Bentegodi: decidono il 26esimo centro in stagione di Cristiano Ronaldo (19 in campionato) in 29 partite e il pareggio di Barak con il sesto centro in Serie A  I bianconeri, reduci da quattro vittorie nelle ultime sei, restano terzi a meno 7 dall’Inter e a meno 3 dal Milan. Coriacei scaligeri, noni in classifica a 35 punti, meno 11 proprio dalla Juve: già la passata stagione gli uomini di Juric sconfissero i bianconeri, mentre all’andata era arrivato un pareggio.
Ora testa alla Champions League con la gara di ritorno contro il Porto dove occorrerà vincere almeno  1-0 per qualificarsi ai quarti di finale della competizione.

Vincenzo Grassano

Covid, il bollettino di sabato 27 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.188 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 214 dopo test antigenico), pari al 4,6% dei 25.766 tamponi eseguiti, di cui 17.978 antigenici. Dei 1.188 nuovi casi, gli asintomatici sono 446 (37,5% ).

I casi sono così ripartiti: 198 screening, 642 contatti di caso, 348 con indagine in corso; per ambito: 20 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 107 scolastico, 1.061 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 250.260, così suddivisi su base provinciale: 21.809 Alessandria, 12.786 Asti, 8.558 Biella, 33.847 Cuneo, 19.417 Novara, 132.115 Torino, 9.256 Vercelli, 9.307 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.213 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.952 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 166 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.956 (+18 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.508

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.988.227 (+25.766 rispetto a ieri), di cui 1.154.725 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.365

Sono 14 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno dioggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.365 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.415 Alessandria, 598 Asti, 380 Biella, 1.108 Cuneo, 776 Novara, 4.272 Torino, 424 Vercelli, 307 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

225.625 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 225.265 (+654 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.540 Alessandria, 11.620 Asti,7.658 Biella, 30.977 Cuneo, 17.666 Novara, 118.418 Torino, 8.272 Vercelli, 8.226 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.117 extraregione e 1.771 in fase di definizione.

Rivalta: nuova autopompa per i vigili del fuoco volontari

Il mezzo è stato acquistato grazie al contributo di 6 Comuni della cintura torinese

Il distaccamento volontario dei Vigili del Fuoco di Rivalta ha finalmente una nuova
autopompa. Grazie alla disponibilità di sei comuni della cintura torinese e al bando di
finanziamento della Regione Piemonte è stato possibile raccogliere i fondi necessari per
dotare i volontari rivaltesi di un mezzo adeguato alle esigenze di intervento e controllo del
territorio.


La nuova autopompa è costata 197.381 €, somma finanziata con i 50.381 € raccolti dai
volontari e con 20.000 € provenienti dal bando regionale. Una commessa che non sarebbe
però stata possibile senza i fondi stanziati dalle amministrazioni comunali: 1.000 € da
Volvera, 3.000 € da Sangano, 14.000 € da Bruino, 29.000 € da Piossasco, 40.000 € da
Orbassano, 40.000 € da Rivalta.

«Sono molto contento che con un vero lavoro di squadra tra comuni siamo riusciti a realizzare
quello che sembrava un sogno: acquistare un nuovo mezzo con tutte le migliori tecnologie e
attrezzature» spiega il vicesindaco di Rivalta Sergio Muro. «Credo di esprimere un’opinione
condivisa quando dico che i nostri volontari se lo meritano: sono un gruppo che lavora da oltre
cent’anni sul territorio con professionalità e dedizione». «Tutti abbiamo assistito ai loro
interventi – aggiunge ancora il vicesindaco – e solo nell’ultimo mese a Piossasco e Bruino
hanno contribuito a risolvere due incendi importanti».

L’automezzo, un Iveco EuroCargo 120E25 doppia cabina di classe 2000-4000lt capace di
ospitare fino a 5 volontari, è stato consegnato sabato 27 febbraio 2021 nel corso di una breve
cerimonia nella caserma dell’Associazione Vigili del Fuoco Volontari a Rivalta di Torino.
Alla cerimonia sono intervenuti il dottor Franco De Giglio, responsabile del Settore Protezione
Civile e Sistema AIB della Regione Piemonte, i sindaci dei comuni che hanno finanziato il
progetto, i parroci di Rivalta, i volontari della Croce Bianca, il gruppo di Protezione Civile e i 38
volontari del gruppo dei Vigili del Fuoco di Rivalta.

«Questo mezzo rafforza non solo l’attività dei Vigili del Fuoco Volontari di Rivalta, ma
contribuisce a migliorare l’efficacia degli interventi di soccorso sui nostri territori» ha detto il
presidente della Delegazione del Distaccamento rivaltese Massimo Bruno. «Vogliamo
ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato in questa che all’inizio sembrava una missione
impossibile: le amministrazioni comunali, i nostri volontari e i tanti cittadini che hanno deciso
di supportare la nostra attività. Lo riteniamo un segno di riconoscimento e di stima nei
confronti del nostro lavoro».

Torino Tricolore contro i parcheggiatori abusivi

Riceviamo e pubblichiamo / Questa mattina, una ventina di volontari di Torino
Tricolore, ha presidiato il posteggio della stazione Porta Nuova per
impedire ai posteggiatori abusivi di chiedere il pizzo ai torinesi.
“Stamattina abbiamo deciso di presidiare il posteggio di Porta Nuova
occupato, ogni giorno, da posteggiatori abusivi che, sotto minaccia,
estorcono soldi ai mal capitati – ha dichiarato Matteo Rossino portavoce
di Torino Tricolore – un problema che esiste da troppi anni e che sembra
essere diventato parte della città ormai.”
“Pochi giorni fa un signore anziano è stato aggredito proprio in questo
posteggio per aver dato una mancia troppo misera a un posteggiatore,
ieri davanti all’ospedale Regina Margherita un’altra persona è stata
minacciata per aver detto di non voler pagare – continua Rossino – La
situazione è decisamente scappata di mano a chi dovrebbe garantire la
sicurezza dei cittadini, questo fenomeno esiste da tempo e sta
peggiorando.”
“Per una mattina abbiamo permesso ai torinesi di posteggiare in piena
libertà e soprattutto in sicurezza, senza temere per la propria
incolumità e per la propria auto – ha concluso Rossino – ci auguriamo
che, dopo questi episodi gravissimi, chi di dovere inizi a occuparsene
seriamente prima che succeda qualcosa di peggio, se no torneremo noi a
presidiare.”