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Covid: oltre 3500 guariti, superano del doppio i contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1443 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 7,9% dei 18.227 tamponi eseguiti.

Dei 1443 nuovi casi, gli asintomatici sono 622, pari al 43,1%.

I casi sono così ripartiti: 394 screening, 704 contatti di caso, 345 con indagine in corso; per ambito: 235 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 84 scolastico, 1.124 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 184.527, così suddivisi su base provinciale: 16.222 Alessandria, 8813 Asti, 6380 Biella, 25.492 Cuneo, 14.326 Novara, 97.616 Torino, 6961 Vercelli, 6119 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 983 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1615 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 304 (+4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.857 (-148 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 53.700.

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.749.139 (+18.227 rispetto a ieri), di cui 847.912 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7052

Sono 59 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 7052 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1070 Alessandria, 418 Asti, 302 Biella, 760 Cuneo, 600 Novara, 3269 Torino, 335 Vercelli, 228 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

119.614 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 119.614 (+3514 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 9469 Alessandria, 6395 Asti, 3760 Biella, 14.915 Cuneo, 8573 Novara, 66.924 Torino, 4541 Vercelli, 3847 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 583 extraregione e 607 in fase di definizione.

Docente di liceo molestava le studentesse

Nella vita era un docente di storia e filosofia di un liceo cittadino, che vantava una carriera impeccabile ed una lunga esperienza nell’insegnamento, tanto da farlo apparire come un punto di riferimento per i suoi studenti, di cui amava circondarsi anche nell’ambito di attività extrascolastiche.

Purtroppo però, come scoperto dalla Polizia di Stato di Novara dietro a questo quadro rassicurante si nascondeva un’altra realtà.

Sono state le stesse vittime che, con il loro racconto agli investigatori, hanno rotto il muro di silenzio, consentendo alla Squadra Mobile di Novara, a seguito di una lunga e delicata indagine, di appurare che l’insegnante, facendo leva sul proprio ruolo, induceva giovani alunne a sottostare ad approcci di natura sessuale.

In particolare è stato accertato che il docente, con un vero e proprio comportamento seriale, individuava giovani studentesse di suo gradimento e abusando del suo ruolo nonché insistendo sul fatto che occorresse svolgere degli approfondimenti assolutamente necessari in vista della maturità, o per il completamento di ricerche e la scrittura di libri (alcuni di essi pubblicati), fissava con le stesse incontri privati in aule particolarmente appartate della scuola o, addirittura, presso la propria abitazione.

Era in queste occasioni, artatamente create, che metteva in atto gli abusi sessuali consistenti in baci sulla bocca e sul collo, palpeggiamenti in zone erogene ed in varie parti del corpo, attuando un contatto fisico non voluto e dal quale le giovani, sebbene sopraffatte dall’insegnante e scioccate dal suo comportamento, cercavano di divincolarsi in ogni modo o, in alcuni casi, impietrite, erano costrette a subire.

Su delega della Procura di Novara, si è proceduto ad esperire una perquisizione domiciliare ed il sequestro di alcuni supporti informatici in uso all’indagato (telefono cellulare, personal computer, tablet), nonché all’escussione di alcune ragazze, allieve o ex allieve del docente, emerse a seguito dell’analisi del materiale probatorio.

L’esame del materiale informatico sequestrato e l’escussione delle giovani ragazze ha consentito di raccogliere numerosi elementi probatori e suffragare il quadro accusatorio a carico dell’insegnante, già altamente circostanziato, che lo vedono autore di abusi sessuali in danno di almeno cinque studentesse, quattro appena maggiorenni ed una di 17 anni.

Nel corso dell’attività d’indagine è emerso che questi comportamenti lo stimato professore li poneva in essere da anni e che, nell’ambiente studentesco, alcuni  suoi discutibili atteggiamenti pubblici, erano tollerati e scambiati per dei “gesti affettuosi” mentre, in realtà, celavano un preciso modus operandi finalizzato a carpire la fiducia delle giovani vittime.

Il GIP presso il Tribunale di Novara, su richiesta della Procura di Novara – ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza per ripetute violenze sessuali continuate, aggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale e dall’aver approfittato dello stato di inferiorità delle vittime, nonché integrati il pericolo di reiterazione del reato e quello di inquinamento probatorio – ha emesso nei confronti dell’insegnante, la misura cautelare dell’interdizione dalla professione di docente per la durata di un anno, che è stata eseguita il 9 dicembre scorso.

Oltre ai risvolti giudiziari di questa triste vicenda preme evidenziare alle cittadinanza, ed in particolare alle parti offese di queste tipologie di reato, che la Polizia di Stato e le Istituzioni sono molto attente al contrasto di questi vili reati. Denunciare è l’unico modo per far emergere deprecabili comportamenti e porre fine ad incresciose situazioni che possono creare, nel tempo, anche dei danni psicologici alle fragili vittime.

 

Idee per Torino al Radical Corner

Domani, domenica 12 dicembre, alle 15:30 in piazza CLN, di fronte a via Roma, si svolgerà un Radical Corner.

Sulla scaletta per parlare interverranno tra gli altri Igor Boni e Giovanna Giordano per presentare ai cittadini torinesi progetti e idee per la nuova Torino.
L’evento è stato intitolato “Non andrà tutto bene ma ce la faremo insieme”.
I promotori: “C’è chi discute nelle segrete stanze e chi lo fa, come e più di sempre, tra i cittadini e con i cittadini torinesi.”

Nasconde la droga a casa dell’ex compagna Lei lo scopre e gli danneggia l’auto

Sono da poco passate le 21 in zona Barriera Milano ed una cittadina segnala al 112 NUE la presenza di una persona intenta a danneggiare i finestrini e il parabrezza di un veicolo parcheggiato con un oggetto metallico.

La Volante giunta sul posto rintraccia una donna, trentaseienne originaria della Repubblica Centrafricana, che ammette quanto appena causato alla macchina motivandolo con un scatto d’ira nei confronti dell’ex compagno, proprietario del mezzo in questione. La trentaseienne poco prima aveva scoperto che l’uomo, un coetaneo proveniente dalla Nigeria, usava la sua abitazione per nascondere sostanza stupefacente e materiale da confezionamento. A questo punto i poliziotti perquisiscono la residenza della donna dove trovano suddetto materiale, insieme a quello da taglio, all’interno di un armadio della camera da letto mentre in un ripostiglio sul balcone due buste contenenti cocaina, per circa 30 grammi, erano occultate all’interno di un tappeto.

Il nigeriano, con diversi precedenti di Polizia, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente mentre la sua ex compagna denunciata per danneggiamento.

Aggiornato il piano pandemico: più terapie intensive, presto la prima fase per l’avvio dei vaccini

«Ora che la pandemia ci permette di rialzare la testa, siamo già al lavoro per aggiornare il nostro piano pandemico».

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio,nel corso della conferenza stampa  per presentare come il sistema sanitario regionale si stia attrezzando per fronteggiare un’eventuale terza ondata, che, ha continuato il presidente: «Ci auguriamo tutti di non doverne affrontare le conseguenze.Ma affinché ciò sia possibile dobbiamoprepararci, potenziando ancora di più i nostri posti letto e il sistema di contact tracing, accanto al piano per le vaccinazioni anti-covid, che saranno lo strumento fondamentale per vincere questa battaglia».

Piano di vaccinazione anti-Covid

Il piano di vaccinazione contro il coronavirus Covid-19 prevede tre fasi in successione: la prima riguarda il personale sanitario e delle RSA, la seconda il personale scolastico, le forze dell’ordine, i soggetti fragili e gli over 60, la terza il resto della popolazione.
La prima fase, che sarà avviata a fine gennaio, riguarda la somministrazione del vaccino e il relativo richiamo a 120 mila soggetti delle aziende sanitarie e 75 mila delle RSA. I vaccini saranno consegnati da Pfizer ai 28 hub sanitari individuati in Piemonte, che la Regione sta attrezzando con 30 congelatori in grado di assicurare la temperatura di – 80° richiesta per la corretta conservazione, e da lì saranno smistati ai presidi sanitari e alle RSA per procedere con la prima somministrazione e il richiamo dopo una ventina di giorni. Il completamento della prima fase è perciò atteso in circa 50 giorni.
I 28 hub selezionati coprono tutto il Piemonte in ragione della popolazione servita: 10 sono nel Torinese, 4 nell’Alessandrino, 2 nell’Astigiano, 1 a Biella , 4 nel Cuneese, 3 nel Novarese, 2 nel Verbano, 2 nel Vercellese.
La somministrazione del vaccino sarà operata 7 giorni su 7 da team formati e composti ognuno da un medico, 4 infermieri, 4 OSS e 4 addetti amministrativi.
«Per questa prima fase abbiamo scelto di portare il vaccino alle persone e non viceversa per garantire la massima sicurezza al delicatissimo settore sanitario in quella che è a tutti gli effetti una sfida epocale – sottolinea il Commissario per l’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte Antonio Rinaudo -. Questo vaccino presenta caratteristiche tali per cui dobbiamo prestare massima attenzione alla logistica, assicurando, ad esempio, una catena del freddo perfetta e l’ottimizzazione di tutte le fasi preparatorie e di somministrazione».
Per le fasi successive del piano vaccini, che coinvolgono le categorie a rischio e la cittadinanza in generale, il percorso potrà prevedere l’utilizzo di grandi strutture coperte debitamente attrezzate.

«A Torino l’attuale ospedale temporaneo Valentino si presta benissimo a questa operazione – ha spiegato il Commissario generale dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte Vincenzo Coccolo -. L’area verrà rimodulata con una zona di accesso, l’accettazione, l’area di attesa, cinque aree di somministrazione con 60 postazioni ognuna, e una sala post somministrazione per eventuali monitoraggi specifici. Avremo una capacità di somministrazione di 10 mila dosi al giorno».

Potenziamento terapie intensive e subintensive

Sono 774 i posti letto in terapia intensiva che il sistema sanitario regionale potrà mettere in campo nell’ipotesi che alla seconda segua una terza ondata epidemica da coronavirus Covid-19.
La scorsa settimana, infatti, si è conclusa la procedura d’urgenza bandita da Scr, su mandato del Dirmei, per l’acquisto delle attrezzature necessarie ad attivare ulteriori 160 letti di rianimazione nei principali ospedali piemontesi, che andranno ad aggiungersi alla dotazione di 327 posti strutturali disponibili all’inizio dell’epidemia e agli ulteriori 287 provvisori che gli ospedali sono stati in grado di allestire in fase emergenziale.
Tutto ciò, prima ancora che vengano realizzati i 299 posti del piano Arcuri, per i quali la Regione è stata autorizzata a procedere soltanto ad ottobre.
«Sull’implementazione dei posti letto di terapia intensiva – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – la Sanità regionale ha compiuto uno sforzo gigantesco. Nella prima fase della pandemia ha triplicato le disponibilità, passando da 327 a 614 posti immediatamente attivabili. Ora aggiunge 160 nuovi posti, già in fase di realizzazione, con un investimento di 22 milioni di euro deciso a settembre, prima che diventasse operativo il piano Arcuri, che prevede ulteriori 299 posti. Complessivamente, il Piemonte potrà contare su un totale di 1.073 posti letto di terapia intensiva, tra strutturali e funzionali. Parallelamente, sempre la Regione ha provveduto ad acquistare le apparecchiature per allestirne ulteriori 120 posti di terapia subintensiva, che si aggiungeranno ai 135 esistenti e ai 305 del piano Arcuri, per un totale di 560 posti letto».

Il giorno di piazza Fontana finì la mia fanciullezza

12 dicembre 1969. Alle ore 16.37 una bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano causò 17 morti ed 88 feriti.

 

La storia l’ha catalogato come il primo atto di una ‘strategia della tensione’ che insanguinò l’Italia e diede il via ad una scia di sangue che si protrasse per tutti gli anni Settanta e parte degli anni Ottanta, ponendo fine al sogno italiano, quasi una cesura con gli anni Sessanta del ‘boom economico’. Il 12 settembre del 1969 anche a chi scrive rimarrà impresso nella memoria per tutta la vita e fu il giorno che, suo malgrado, finì la fanciullezza e capì come vita fosse una corsa ad ostacoli e non un cammino lastricato di fiori. Alle 14, circa, mia mamma Lucia, terminò il suo cammino terreno, consumata da un cancro al seno, da due mastectomie e dalla cobaltoterapia. Avrebbe compiuto 36 anni il giorno dopo, Santa Lucia. A 50 anni di distanza quella maledetta giornata la ricordo minuto per minuto come fosse un film (ma purtroppo era tutto, drammaticamente, vero) e i ricordi si intrecciano con quelli di quanto era avvenuto a Milano.

 

Al mattino, a scuola, avevo scritto in un tema che speravo che la mamma guarisse, poi a pranzo dai nonni, anche per evitare che fossi lì quando l’inevitabile sarebbe accaduto (mio fratello Fabrizio era da amici di famiglia), i titoli di Tuttosport, la vittoria della promessa dello sci Gustavo Thoeni in Val d’Isere. Poi la telefonata di mio padre Marco, la faccia sconvolta della nonna Rosa, la mia domanda ‘La mamma è morta’ rimasta senza risposta in un silenzio eloquente, la corsa da via Savio a Via Morini e …. L’entrata nell’età adulta senza volerlo e senza saperlo. Ma anche il pomeriggio con Davide, un amico che se n’è andato anche lui troppo presto (ma con lui e la sua famiglia c’è un ricordo che nessuno potrà mai sciogliere, mai, mai, mai), la notizia che era successo qualcosa a Milano. E alla sera, tornando dai nonni in via Savio, la notizia che Carosello, un rito per i bambini di allora, non c’era, per “rispetto delle vittime di piazza Fontana”, come disse l’annunciatrice dopo il telegiornale.

 

Questo è quello che ricordo di quel giorno. Ma piazza Fontana tornò nella mia vita, qualche anno dopo. Francesco, il padre di Marisa, mia seconda mamma mia e di mio fratello, (una donna stupenda che lasciò Milano e un lavoro di segretaria alla Locatelli per venire a Casale e crescere due figli che non erano nati da Lei e fu per noi una Mamma in tutto e per tutto), era di Milano. E negli anni Sessanta aveva l’ufficio in via Larga ed il conto proprio alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana. Parlando ad un Massimo ormai diventato ragazzo, mi disse che il venerdì, essendo giorno di mercato, ed essendoci la presenza di molti agricoltori venuti dalla provincia era d’uso fermarsi per chiudere magari delle contrattazioni e la banca rimaneva aperta oltre l’orario solito. Quindi chi aveva messo la bomba, a suo avviso, l’aveva fatto per fare il maggior danno possibile in termini di vite umane. E una volta che l’avevo accompagnato proprio nell’agenzia BNA di piazza Fontana mi presentò un cassiere che, dopo, mi disse, era stato ferito quel maledetto giorno. Ecco perché piazza Fontana e il 12 dicembre li porto sempre con me indissolubilmente.

 

Il giorno dopo per l’Italia venne portata ad una drammatica realtà, per me finirono i sogni di bambino e conobbi la dura realtà della vita. E sono ricordi che non dimenticherò mai. Ma che mi hanno fatto conoscere cosa vuol dire soffrire, cosa vuole dire reagire, cosa vuol dire costruire, cosa vuole dire avere attorno una famiglia meravigliosa e degli amici che ti stanno vicino nei momenti più bui. Perché, grazie a Dio, dopo l’ora più buia torna il sole.

 

Massimo Iaretti

 

Regione, approvato l’assestamento di bilancio

Il Consiglio regionale ha approvatoa maggioranza l’assestamento di bilancio. Un provvedimento solo tecnico, ha ribadito anche in aula l’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha così motivato il voto negativo sugli emendamenti proposti dall’opposizione.

“E’ un assestamento che sostanzialmente risponde alle questioni poste dal Mef e dalla parifica della Corte dei Conti, oltre alle prime azioni di spending review, senza alcuna aggiunta di somme sui vari capitoli – ha spiegato Tronzano – Nella grave situazione in cui ci troviamo abbiamo accolto il richiamo alla prudenza della Corte dei Conti, che ci ha invitato a garantire il finanziamento prioritario solo alle spese obbligatorie e indifferibili. Abbiamo chiare le priorità del Piemonte, abbiamo messo in circolo 131 milioni di euro destinati a 80 mila imprese, ma le entrate sono in calo di oltre 169 milioni e la perdita sfiorerà i 200 milioni entro fine anno. In questa situazione non possiamo fare di più. Il prossimo sarà un anno durissimo, vogliamo continuare sulla scia delle passate amministrazioni nel contenimento del disavanzo e nell’equilibrio del bilancio, per non lasciare pesanti eredità alle future generazioni”.

Soddisfatti dell’assestamento i gruppi di maggioranza. Alberto Preioni (Lega): “Siamo contenti di questa approvazione perché ci ricorda l’enorme sforzo fatto per contrastare il Covid, con i 131 milioni di euro andati alle partite Iva che tengono in piedi il paese e il Piemonte. Abbiamo aiutato con orgoglio la parte produttiva della regione, ci aspettiamo che il governo faccia altrettanto”.
Paolo Ruzzola (Fi) ha ricordato non solo la quantità di risorse impegnate, ma anche la tempestività dell’erogazione: “Dopo pochissimi giorni dall’approvazione del Consiglio i primi fondi arrivavano già ai destinatari. E’ stato un risultato straordinario, ottenuto grazie alle scelte della politica e al prezioso lavoro svolto dalla struttura tecnica”.

Paolo Bongioanni (Fdi) ha citato, oltre ai 131 milioni, “i 36 milioni erogati a favore del sistema sanitario e i 10 milioni per l’alluvione, reperiti in fretta nonostante il bilancio sia ridotto all’osso. Le nostre attese sono per il bilancio previsionale, dove bisognerà tener conto che l’epidemia sta ancora colpendo, in particolare la piccola impresa, cui occorrerà continuare a rivolgere la nostra attenzione”.

Molto critiche invece le opposizioni sull’assestamento di bilancio. Daniele Valle (Pd) ha parlato di “un dibattito dimezzato, c’è stato un venir meno del metodo del confronto con cui si affrontano queste discussioni. La giunta ha mantenuto una rigidità totale sulle nostre richieste, considera il confronto una perdita di tempo. L’assestamento non è tecnico, all’interno sono stati fatti spostamenti di risorse che sono scelte politiche. Mi auguro comunque che il confronto si possa fare sul bilancio previsionale”.

Marco Grimaldi (Luv) ha stigmatizzato l’assenza di confronto tra maggioranza e opposizione: “A farne le spese solo stati i ragazzi delle scuole che, unici in Italia, seguono la didattica a distanza, ma senza gli strumenti per realizzarla. Non avete voluto mettere un euro in più per il diritto allo studio scolastico. C’è chi con una Isee di 8 mila euro non riesce a comprare gli strumenti per seguire le lezioni”.

Sean Sacco (M5s) ha parlato di un “assestamento deludente, avremmo voluto una maggiore attenzione alle disuguaglianze. E’ vero che le partite Iva hanno avuto grosse difficoltà, ma il governo è intervenuto più volte, Il bonus regionale non ha cambiato la loro condizione, anche perché le risorse sono state distribuite senza un criterio oggettivo, con l’ulteriore rischio per le imprese di dover restituire il contributo se non correttamente rendicontato”.

Il Mes sanitario: il supplizio di Tantalo per l’Italia

Tantalo era figlio di Zeus e di Plouto (un’oceanina, o ninfa del mare); fu re di Lidia, padre di Pelope e di Niobe. Un giorno il re uccise Pelope servendolo in pasto agli dei, e si macchiò di altre gravi colpe. Per i suoi misfatti Tantalo nell’oltretomba fu condannato a stare dentro un laghetto presso alberi carichi di frutta, sempre affamato e assetato perché l’acqua e i frutti si ritiravano non appena lui vi si avvicinava.

Questo è il supplizio di Tantalo”, punizione che impedisce al colpevole di soddisfare i suoi bisogni. Questa premessa è necessaria per capire in che situazione si trova oggi l’Italia, stremata dal coronavirus, con migliaia di imprese sull’orlo del fallimento e milioni di famiglie in gravissime difficoltà economiche.

I miliardi necessari per sopravvivere e per cercare di rilanciare l’economia sono tanti e finora il governo li ha trovati indebitandosi per cifre folli (oltre 140 miliardi di euro in pochi mesi, caricando sulle spalle delle prossime generazioni un onere che sarà insopportabile).
Eppure, davanti al governo, c’è una tavola riccamente imbandita, ricca di ogni ben di Dio, dove i miliardi abbondano e sono addirittura gratis: basta allungare la mano per prenderli…
Però appena Conte allunga la mano… zac! i miliardi si allontanano e restano lì inutilizzati, lasciando l’Italia preda della fame e della sete!
Spieghiamo l’allegoria in termini semplici per tutti.
La tavola riccamente imbandita è il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) sanitario, cioè il sistema creato dalla Comunità europea per offrire ai Paesi membri un sostegno economico da destinare al potenziamento delle strutture sanitarie.

Il meccanismo è “figlio” del più ampio MES ordinario, creato nel 2012 in sostituzione del precedente sistema detto “salva Stati”, che interviene per risolvere situazioni di grave crisi in uno dei diciannove Stati che hanno adottato l’euro.
Detto fondo è stato utilizzato negli anni passati, con ottimi risultati, per aiutare Paesi come Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’aiuto era offerto sulla base di rigidi principi (le famose “condizionalità”) e previa approvazione, da parte del Paese beneficiario, di vasti programmi di riforma e soprattutto di aggiustamenti macroeconomici tendenti a riequilibrare la situazione finanziaria e ridurne il suo debito pubblico. Tutti ricordano soprattutto le gravose condizioni imposte dalla cosiddetta “troika” (gruppo di esperti della comunità delegati ad imporre le regole del risanamento) alla Grecia; pochi ricordano che i greci dovettero “bere l’amaro calice” dell’austerità, ma ne uscirono riconquistando la loro affidabilità sui mercati (oggi i titoli del debito greco pagano uno spread rispetto ai bund tedeschi simile a quello dell’Italia!).Forse è per questo che l’attuale MES è percepito in maniera negativa, come un salvagente utile sì, ma rischioso per chi lo chiede (perché deve rinunciare alla “sovranità economica” cedendone parte all’UE).

Ma il “MES sanitario”, pur essendo una derivazione del MES, se ne differenzia radicalmente.
Il fondo si chiama Pandemic crisis support (una linea di credito precauzionale rafforzata), che serve a finanziare il potenziamento e il miglioramento dell’assistenza sanitaria diretta ed indiretta. Un intervento specifico e finalizzato, quindi, creato proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia in atto. A disposizione degli Stati ci sono 240 miliardi di euro; la quota riservata all’Italia è di 37 miliardi, che potrebbero essere utilizzati non solo per acquisto di macchinari, potenziamento della rete diagnostica, ampliamento o costruzione di nuove strutture sanitarie, ma anche per assumere nuovi medici ed infermieri.Tecnicamente si tratta di un prestito a tasso zero con durata 8 anni, ottenibile presentando un piano preciso ed articolato contenente i dettagli relativi a come e quanto si dedicherà a specifici progetti. Il piano deve essere presentato entro il 31 dicembre 2022.

Il governo al momento si è espresso con decisione contro l’ipotesi di far ricorso al MES sanitario; ma all’interno i pareri sono discordi e le tensioni aumentano. Il premier ha infatti affermato che i soldi del MES non sono una panacea, bensì prestiti, che non possono finanziare spese aggiuntive, che il risparmio in termini di tasso d’interesse è irrisorio e, soprattutto, che chiederlo provocherebbe uno “stigma” (termine che probabilmente è sconosciuto alla gran parte degli italiani; ma la trasparenza in questi tempi è un valore ininfluente…).
In realtà il rischio di dare un segnale di debolezza ai mercati è abbastanza contenuto: la debolezza della nostra economia è ben nota a tutti e ben evidenziata dai rating delle agenzie internazionali, che ci collocano all’ultimo livello dell’investimento, giusto un gradino sopra il livello speculativo dei “junk bond” …Il problema vero per l’Italia è un altro e cioè l’assenza di piani concreti e credibili per poter chiedere i fondi del MES sanitario: da mesi si discute su come utilizzare fondi per la “ricostruzione”, si convocano Stati generali, si creano “task force”, si elaborano “linee guida” ma si tratta solo di enunciazioni di principio, senza contenuti concreti e soprattutto senza indicazioni degli investimenti legati ai progetti!
In questo modo, non presentando un piano concreto a Bruxelles, tutto rimane un semplice “flatus voci”, e la tavola riccamente imbandita dall’Europa resta davanti all’Italia che non potrà mai approfittarne…

 Gianluigi De Marchi

Consulente finanziario indipendente
demarketing2008@libero.it

Si aggirano furtivi nella notte tra i veicoli del deposito…

Volante arresta trentaquattrenne straniero per tentato furto

Domenica sera un cittadino ferma una Volante in transito su via Botticelli. L’uomo riferisce che dal proprio smartphone, grazie al quale monitora le telecamere della sua depositeria, aveva visto poco prima due soggetti intenti ad armeggiare sui veicoli presenti. I poliziotti raggiungono rapidamente la struttura ed, una volta al suo interno, iniziano il sopralluogo volto alla ricerca dei due. All’improvviso il rumore di un oggetto metallico caduto al suolo rompe il silenzio: i due individui, spaventati alla vista degli operatori, hanno abbandonato il loro bottino e stanno correndo in direzione del muro di cinta per tentare la fuga. Il primo, approfittando di un varco nella recinzione, riesce a scappare mentre il secondo, trentaquattrenne di nazionalità romena, dopo aver superato dei rovi ed alcuni motocicli, scavalcando un cancello, cade in terra. Un poliziotto posizionato nei pressi dell’area d’ingresso raggiunge lo straniero e lo blocca.

Il trentaquattrenne, con precedenti specifici, viene arrestato per tentato furto aggravato.

Alla scoperta del Cimitero Monumentale in diretta streaming tra fede e arte

Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse Comunità religiose di Torino.

Il Cimitero Monumentale di Torino racchiude un prestigioso patrimonio storico – artistico e,
come molti altri siti analoghi, rientra tra le mete turistiche degli amanti dell’arte e della storia.
Gli Altri culti è il titolo con cui vogliamo proporvi una serie di appuntamenti online alla scoperta
dei riti acattolici, delle sepolture di interesse artistico e dei personaggi di rilievo presenti.
Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse
Comunità religiose di Torino.

 

Domenica 13 dicembre ore 18.00
Conoscere il Cimitero evangelico del Monumentale di Torino
Il cimitero evangelico, già denominato acattolico, è memoria della storia dolorosa del popolo
valdese e della sua discriminazione in materia di fede cristiana.
Non è però solo questo perché raccoglie anche la presenza di stranieri di religione riformata
trasferiti a Torino o per aprire fabbriche e laboratori, o di militari in servizio presso la corte
Sabauda.
Tra le sepolture che andremo ad illustrare anche la presenza di alcuni militari britannici morti a
Torino per una epidemia.

Prenotazione obbligatoria al 011.5211788 – info@arteintorino.com
Costo: 5€ a partecipante; 8€ per l’acquisto di due appuntamenti.

Pagamento anticipato obbligatorio tramite Paypal o bonifico bancario
Coloro che parteciperanno alle visite guidate online potranno usufruire di uno sconto per le nostre
visite in presenza svolte al Cimitero Monumentale.

L’appuntamento sarà annullato in caso di mancato raggiungimento del numero minimo.
Diretta streaming attraverso piattaforma Gotomeeting.

Progetto a cura di Theatrum Sabaudiae Torino
Con il supporto di AFC Torino SpA – Ufficio Eventi e Valorizzazione cimiteri Torino
Introduzione a cura di Emanuela Moroni Guida e Accompagnatrice turistica.
https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html