ilTorinese

‘’La notte delle ninfee’’, come si malgoverna un’epidemia

Immaginiamo uno stagno popolato da ninfee nel quale durante la notte giorno dopo giorno, il numero di queste piante acquatiche raddoppia e aumenta in quantità esponenziale, sotto gli occhi del coltivatore-raccoglitore,  il quale ignaro della rapidità di riproduzione delle piante, tarda nel fare la manutenzione dello stagno.

Producendo la rovina dell’ecosistema-stagno se lo ritrova saturo a dismisura di ninfee appassite, contro le sue stesse aspettative di un prospero raccolto. Così si esprime partendo da questa metafora illuminante, il sociologo torinese Luca Ricolfi della Fondazione David Hume nel suo ultimo saggio   ( ‘’La notte delle ninfee’’, Come si malgoverna un’epidemia, La nave di Teseo, pagg.185  euro 17).  Studiando attentamente i dati statistici sulla epidemia italiani e del resto del mondo, dal febbraio dell’anno scorso, ne evidenzia la loro gestione sconsiderata da parte del governo giallo-rosso, appena arrivato al capolinea. Un testo comprensibile anche per i non addetti ai lavori nel quale vengono smascherate le  inadempienze e i ritardi negli interventi, le bugie volte a nascondere il tutto, da parte dei governanti. Arrivando  alla conclusione che la seconda ondata si sarebbe potuta fortemente contenere e nel migliore dei casi addirittura evitare, se solo si fosse agito con interventi tempestivi ed efficaci. Migliaia di morti in meno e miliardi di Pil non andati in fumo. Una analisi però che fa riflettere amaramente, anche con una punta di rabbia, sui cortocircuiti che intervengono tra gli istituti di ricerca e le ragioni economiche della politica, evitando di fare prevalere le istanze  del consenso a breve termine, su quelle prioritarie della tutela della salute pubblica, tanto più che nella ultima parte della trattazione il professor Ricolfi, spiega dettagliatamente come  soddisfare le necessità di entrambe. Se non si fa da subito ciò che si sarebbe dovuto fare da tempo, altre ondate sono inevitabilmente dietro l’angolo. Il ricercatore torinese mosso dall’ottimismo della volontà sostiene che ‘’bisogna guardare ai modelli di intervento di quei paesi che hanno raggiunto risultati più che soddisfacenti nella lotta al virus, ma con  il pessimismo della ragione sempre sulla falsariga del motto gramsciano ci avverte che ‘’l’attesa messianica del vaccino avvolgerà tutto e tutti, quasi niente cambierà davvero, nessuno sarà chiamato a rispondere delle sue azioni. Ne ora ne mai’’. La notte della Storia è potenzialmente alle porte. Ma nulla ci impedisce di ben sperare.

Aldo Colonna

Ha bisogno di medicine ma è malato a letto: lo aiuta la polizia

Gliele consegna a casa una Volante della Polizia di Stato

 

Ieri sera, dopo le 21, giunge alla Centrale Operativa di Ivrea la richiesta di aiuto di un cittadino italiano sessantacinquenne: l’uomo è allettato per dei forti dolori alla schiena e non è in grado di recarsi autonomamente presso il servizio di guardia medica per ritirare l’impegnativa necessaria per l’acquisto di un farmaco di cui ha urgente necessità. L’uomo, tra le lacrime,  riferisce di aver anche provato a prenotare un taxi ma di non essere stato fortunato. L’operatore Radio della Polizia di Stato, appurato col servizio guardia medica che alcune pastiglie del farmaco in questione erano in giacenza anche da loro, e che avrebbero potuto agevolmente fornirle, ha dunque inviato una pattuglia. Gli agenti si sono occupati di ritirare e   consegnare tempestivamente all’uomo ammalato le pastiglie, di modo che potesse iniziare subito la terapia necessaria.

Il pregiudizio contro i farmacisti e il vaccino

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La mancata somministrazione dei vaccini, come aveva falsamente promesso l’incredibile commissario Arcuri che aveva già fallito sulla scuola e sulla fornitura dei banchi, e‘ legata al fatto che la visione statalista del ministero della Salute, in mano ad uno degli ultimi, patetici moikani comunisti, impedisce la collaborazione con i privati, come hanno dimostrato il problema dei tamponi che sia pure in ritardo sono stati poi risolti per merito delle farmacie che si sono attrezzate ad hoc ovviamente a loro spese, superando i blocchi della burocrazia ministeriale.

 

I vaccini debbono poter essere acquisiti all’estero dalle organizzazioni nazionali dei farmacisti i quali debbono essere autorizzati ad organizzarne la somministrazione diretta con la collaborazione di un medico privato. Il costo della prestazione sarebbe molto limitato e alla portata di moltissimi.  Se ho fatto il vaccino per l’influenza, lo debbo alla mia farmacia di Torino dove ho comprato il vaccino. Altrimenti avrei dovuto attendere chissà quanto tempo. Non è solo una questione di efficienza in condizioni di emergenza, ma è anche una questione di giustizia sociale: chi ne ha la possibilità, può provvedere pagando il vaccino ed e’ giusto che lo possa fare, riducendo il numero delle richieste. I criteri fissati per la somministrazione appaiono discutibili. Ad esempio, medici in pensione che non esercitano più, hanno avuto una vaccinazione non giustificata rispetto ad altri coetanei chiaramente penalizzati. Io è una vita che faccio esami al Cidimu e certo non mi sottopongo a code di molti mesi, se non di anni per fare una risonanza.  Così operando, contribuisco anche a ridurre le liste di attesa a vantaggio di altri .
In epoca tragica di pandemia occorre andare oltre le chiusure ideologiche e trovare una sinergia con le farmacie che hanno svolto e svolgono un ruolo determinante nella tutela della salute . Solo gente ottusa non riesce a capire che i vaccini si devono poter fare anche in farmacia .

Un appello per la montagna

CNA e UNCEM promuovono una lettera-appello al Presidente e alla Giunta regionale e ai Parlamentari Piemontesi per una “Discriminazione positiva” delle aree montane

CNA Piemonte e UNCEM hanno spedito  una lettera appello indirizzata ai Parlamentari piemontesi, al Presidente Alberto Cirio e ai componenti della Giunta regionale per chiedere una “discriminazione positiva” delle aree montane.

Scrivono nel documento CNA Piemonte e UNCEM (allegato): “Indichiamo alcuni elementi che a nostro giudizio rappresentano linee di lavoro per definire una diversa gestione e parametrazione per i territori montani:
1. Densità abitativa: distinguere tra alta e bassa, quindi in questa chiave trattare in maniera diversa e meno restrittiva i sistemi vallivi, in cui la possibilità già prevista di mobilità di 30 km per i residenti di Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti rappresenta un elemento positivo, ma che da solo non è sufficiente a mitigare i problemi che si segnalano;
2. Mobilità e trasporti pubblici: assumere la prevalenza del trasporto privato come elemento di maggior mitigazione dei contatti e dei contagi, a differenza di quanto avviene con l’utilizzo inevitabilmente più massiccio dei mezzi pubblici nelle aree urbane e metropolitane;
3. Profilazione del rischio delle specifiche attività: si pensi agli uffici pubblici o di utilità collettiva (es. banche e uffici postali), ai pubblici esercizi. In questo quadro è possibile considerare percorsi e flussi nei piccoli centri meno complessi e più gestibili che nelle aree urbane. In questo ambito risulta incomprensibile la serrata alle ore 18.00 dei pubblici esercizi che invece devono avere la possibilità di operare anche oltre le ore 18.00 alle stesse condizioni previste durante la giornata, fermo restando il rispetto del cosiddetto orario di coprifuoco. Il tema della revisione degli orari (uniforme e coerente) dei pubblici esercizi è peraltro necessario anche per il resto del territorio;

4. Residenti e aventi titolo seconda casa: sono i beneficiari di questo modello di gestione specifico vallivo anche nel caso in cui la nostra Regione sia inquadrata come “zona arancione”.

“Ci sono oggi una sofferenza e un disagio sia di natura economica sia sociale nelle valli perché le restrizioni hanno messo in forte difficoltà anche una minima e adeguata quotidiana vivibilità su quei territori; dove, come noto, il periodo invernale è per sua natura particolarmente rigido. La CNA Piemonte è stata doppiamente sollecitata, dai suoi imprenditori e dagli amministratori locali a partire dalle valli torinesi, per esprimersi a sostegno di questa specificità dei territori montani – ha spiegato il presidente regionale della CNA Piemonte Fabrizio Actis -. Vogliamo che, con lo stesso principio arcobaleno con il quale l’Italia è stata divisa in colori diversi, adesso si scenda nella specificità delle singole regioni, perché è chiaro che non si possa regolare la vita dei cittadini, delle imprese, dei pubblici esercizi, dei commercianti, degli albergatori e dei lavoratori a Torino come a Pragelato”.

“L’appello di CNA e UNCEM al Governo e alla Regione per individuare opportunità di organizzazione differenziate delle attività economiche nelle aree montane, è particolarmente attuale in vista dei nuovi decreti che il Governo dovrà varare. Dobbiamo riequilibrare una situazione di sperequazione che oggi penalizza le valli piemontesi. La montagna ha bisogno di interventi differenziati”, ha aggiunto il presidente regionale di UNCEM  Roberto Colombero.

Il voucher vacanza prorogato al 30 giugno Ecco come funziona

L’ASSESSORE AL TURISMO, VITTORIA POGGIO: «RICADUTE SUL TERRITORIO DI 48 MILIONI CHE SUPERANO L’INVESTIMENTO DI 5 MILIONI DELLA REGIONE»

Il presidente della Federazione dei Consorzi Turistici Piemonte Incoming, Andrea Cerrato: «Operazione diventata un caso studio a livello nazionale, ed è stata l’unica concreta iniziativa tra pubblico e privato che permette la sopravvivenza di molte aziende della filiera turistica»

Torino 15 febbraio 2021

Da oggi 15 febbraio fino al 30 giugno 2021, sarà di nuovo possibile acquistare un voucher per trascorre una vacanza di tre giorni in Piemonte con una 1 notte pagata dal cliente, 1 notte pagata dalla Regione Piemonte e la terza omaggiata dall’albergatore: grazie a questa formula, nel 2020 sono stati venduti oltre 32.000 voucher.

«Con una ricaduta in termini economici di 48 milioni di euro – ha sottolineato l’assessore al Turismo, Vittoria Poggioil gettito di questa operazione soltanto in termini di Iva, supera i 5 milioni investiti dalla Regione e secondo i nostri calcoli si stima che nell’arco dei prossimi due mesi saranno venduti oltre 10.000 voucher vacanza, in attesa di un rifinanziamento della legge sul Riparti Turismo Piemonte. L’operazione – ha aggiunto l’assessore – ha anche una valenza culturale per aver consentito di far conoscere il Piemonte ai Piemontesi che hanno scoperto le infinite “storie di bellezza” delle nostre colline, montagne, laghi, ma anche borghi e città».

«Il voucher vacanza – ha rimarcato il presidente della Federazione dei Consorzi Turistici Piemonte Incoming, Andrea Cerratoè diventato un caso studio a livello nazionale: è stata, infatti, l’unica concreta iniziativa tra pubblico e privato che servirà a permettere la sopravvivenza di molte aziende della filiera turistica, in particolare per quanto riguarda la montagna, ma anche per promuovere la stagione primaverile di colline, laghi e città».

Transizione ecologica, Verdi: “un assessorato a Torino”

L’annuncio che nel nuovo Governo Draghi si prevede l’istituzione di un Ministero per la Transizione ecologica trova il plauso dei Verdi-Europa Verde Torino  e  rilanciamo l’iniziativa a livello locale.

E se quello immaginato da Draghi punta a creare una struttura ad hoc per favorire la transizione ambientale, visto che il 37% delle risorse messe in campo dal Recovery Fund serviranno a finanziare azioni per il clima e la biodiversità, secondo i Verdi anche nei comuni della nostra provincia c’è molto da fare su questo tema e per questo si apprestano a chiedere, già dalle prossime elezioni per il Comune di Torino l’istituzione dell’assessorato alla transizione ecologica.
Così dichiarano la Co-portavoce Regionale dei Verdi- Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa e i Commissari dei Verdi-Europa Verde della provincia di Torino Antonio Fiore e Angela Plaku.Se è pur vero che stiamo ancora vivendo in pieno la crisi pandemica che ricordiamo potrebbe essere stata causata da comportamenti non corretti da parte dell’uomo nei confronti della natura, non dobbiamo dimenticare che negli ultimi anni il riscaldamento globale ha causato numerose catastrofi naturali senza peraltro dimenticare l’inquinamento atmosferico della citta’ di Torino così come l’organizzazione non adeguata di alcune tematiche di grande importanza quali il ciclo delle acque e la gestione dei rifiuti.

Crediamo sia tempo di agire anche a scala locale, ed è per questo che il nostro impegno sarà quello di chiedere, già dalle prossime elezioni per il Comune di Torino  l’istituzione dell’assessorato alla transizione ecologica il quale verrà inserito nel nostro programma di lista per le prossime comunali a Torino

Sono tanti i temi sui quali sarà importante lavorare per riqualificare e rilanciare la Città in modo moderno e innovativo.

La mobilità cittadina, ad esempio, è ancora troppo legata al traffico veicolare e di conseguenza risulta poco orientata a forme diverse di trasporto: per questo motivo troviamo indispensabile un completo cambio di paradigma. I servizi per la mobilità dovranno essere ottimizzati, diventando strumenti di fondamentale importanza per la Torino  del futuro, una Città che ha il potenziale di trasformarsi in un interessante laboratorio in cui potranno essere realizzati progetti di crescita non solo ecologica, ma anche economica e sociale, partendo dal grande patrimonio ambientale in cui abbiamo la fortuna di vivere (implementando ad esempio lo sviluppo di parchi e orti urbani e di strategie urbane sostenibili).

Sarà importante promuovere il recupero e la riqualificazione energetica degli edifici, partendo da quelli pubblici:incentivando la riqualificazione dei quartieri con servizi di svago e prossimità raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bicicletta. In modo particolare sarà importante individuare i principali punti nevralgici e nodi intermodali della Città, come la stazione, l’Università, i poli sportivi e culturali e creare tra essi una rete di connessioni veloci formata non solo da un sistema di micromobilità dolce, ma anche da un trasporto pubblico e infrastrutture verdi efficienti. Il tema della socialità correlato alla gestione del verde pubblico dovrà essere oggetto di particolari iniziative: la rigenerazione urbana delle numerose aree dismesse dovrà avere come obiettivo quello di incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro correlati a settori innovativi.
Nel corso dei prossimi mesi ci piacerebbe approfondire tutte queste tematiche anche attraverso un confronto diretto con i Cittadini, le Associazioni e le Imprese, che invitiamo fin da ora a prendere contatto con noi per eventuali proposte e iniziative.

Cinque fotografi torinesi per un “ritratto d’asporto”

“Stop selfie. Make a portrait” – www.ritrattidasporto.it

“Il selfie è l’istantanea di un pirla che immortala la sua vanità”: Vittorio Sgarbi dixit. E anche sulla bulimia da selfie (“slang” imperante dell’odierno mondo social, inserito perfino nel prestigioso “Oxford Dictionnary”), lo Sgarbi furioso – come sua consuetudine – va giù pesante e non le manda davvero a dire. Esagerato? Eccessivo? A ognuno il suo giudizio.

Certo è comunque, fatte salve le debite distanze dai folklorici eccessi del verbo sgarbiano, che con lui non si può non essere d’accordo nella denuncia di un marcato e palese “narcisismo” in quell’ossessiva filososofia che guida occhi e mani del bulimico popolo del selfie. Del “selfie ergo sum”, attento di più (inconfutabile dato di fatto) all’apparire che all’essere. E distante, proprio per questo, anni luce dal classico ritratto fotografico, firmato da fografi professionisti, dalla tecnica ineccepibile e attenti a cogliere l’intima essenza, la poesia e l’emozione duratura nel tempo del soggetto ritratto. A sottolinearlo è il progetto “Stop selfie. Make a portrait” ideato dal noto fotografo torinese Silvano Pupella (ultima mostra nello spazio più prestigioso in Italia per la fotografia, la casa dei “Tre Oci” a Venezia), insieme ad altri quattro colleghi ben intenzionati “a sfidare la modernità e a proporre, come nel passato, un ritratto artistico, frutto della passione e dell’esperienza”.

Basta (o per lo meno, calma) con i selfie. Fatti (fare) un ritratto! A dirlo, con Pupella, sono gli amici fotografi Gianni Oliva (reduce dal grande successo dell’ultima personale “Istanti donati” allo spazio d’arte “San Fedele” di Milano), l’eporediese Stefania Ricci, la giovane Federica Bertolino e Andrea Michelini. Immediata l’adesione all’iniziativa anche da parte di “ArtPhotò”, progetto messo in piedi a Torino nel 2016 da Tiziana Bonomo con l’obiettivo di proporre, organizzare e curare eventi legati al mondo della fotografia. Un vero e proprio ritratto “da asporto” (espressione super-citata, ahinoi, in questi tristi tempi di lockdown sanitario) è la proposta dei magnifici cinque. Un ritratto d’autore, stampato e firmato dall’artista-fotografo e consegnato all’istante, dopo lo scatto. Da portare a casa, “ per se’ stessi, per i propri famigliari o come regalo diverso dal solito e sicuramente originale e gradito in occasione soprattutto del periodo natalizio”.

L’iter per aderire a “Stop selfie. Make a portrait” è semplicissimo. Si va sul sito https://www.ritrattidasporto.it , dove è possibile visionare le opere dei fotografi coinvolti, si sceglie il preferito e si prenota telefonando al 351/5423240. Il set su cui si sarà invitati a posare è lo “Spazio Eventa” di via dei Mille 42, a Torino. Naturalmente nel rispetto di tutte le regole imposte dalle normative anti-Covid. “Ed è proprio in questi lunghi mesi di distanziamento sociale – dice Silvano Pupella – che il valore di un ritratto d’autore diventa forte più che mai per fissare un momento intimo di intensa emozionalità. Certo i selfie consentono di avere una grande quantità di immagini, ma di quelle immagini alla fine non rimane nulla se non nella memoria dello smartphone; mentre una fotografia di qualità, stampata come si deve, resta un ricordo che dura nel tempo e questo 2020 sarà un tempo sicuramente e tristemente da ricordare”.

“’ArtPhotò’ – spiega da parte sua Tiziana Bonomo – ha immediatamente aderito all’iniziativa perché crede nei fotografi, nella loro arte, nella loro creatività. La foto scattata da un professionista cela il desiderio di affidarsi a qualcuno che ci ritragga per come desideriamo essere visti e soprattutto ricordati. Per questa ragione ‘Stop selfie. Make a Portrait’ offre la possibilità di scegliere tra autori con occhi, sensibilità ed esperienze diverse in base a come si spinge il desiderio di essere fotografati. Inoltre il set di ‘Spazio Eventa’ è un luogo accogliente che mette a proprio agio anche i più intimiditi dalla macchina fotografica”.

Gianni Milani

***

Nelle foto

– Gianni Oliva: “I 18 anni di Lucia”
– Silvano Pupella: “Ritratto con Charlotte”
– Stefania Ricci: “Tiziana per caso”
– Andrea Michelini: “La schiena di Anna”
– Federica Bertolino: “Ritratto uno”

“Appesantito” dalla refurtiva non riesce ad andare lontano

Fermato dalla Polizia per furto

Con in spalla un grosso sacco rigonfio si stava incamminando su via De Sanctis quando è stato fermato dagli agenti delle volanti. Non aveva fatto nemmeno 200 metri a piedi, in effetti dato il carico da 90 che trasportava non poteva arrivare molto lontano. Poco prima aveva commesso un furto ai danni di un bar sulla stessa via. Si era intrufolato nel dehors, forzando l’accesso con delle aste in metallo prelevate dai bidoni dell’immondizia, ed aveva sottratto dalle mensole del locale diversi oggetti ornamentali tra cui 1 pentolone con i manici in rame e 1 portabottiglie in ferro battuto, aveva poi sradicato 5 applique in rame che risultavano saldate alle grate del dehors e 1 insegna in legno e plastica con lampadine che era stata divelta dal suo alloggiamento. Durante queste fasi ogni volta che passava un’auto si nascondeva per evitare di farsi notare.

Il giovane, un venticinquenne romeno con precedenti specifici, è stato arrestato per furto aggravato, denunciato all’Autorità Giudiziaria per porto di oggetti atti ad offendere, poiché è stato trovato in possesso di un grosso cacciavite, e sanzionato amministrativamente per non aver rispettato le disposizioni anti Covid.

La scena era stata notata e dettagliatamente descritta alla Polizia da un uomo che, intorno le due di notte di lunedì, era uscito sul balcone di casa a fumare una sigaretta.

Sicurezza strade, Pd: “Adeguare rete Città Metropolitana”

Alberto AVETTA e Monica CANALIS (Pd): “La Città Metropolitana di Torino inizi un percorso di adeguamento e messa in sicurezza delle strade provinciali ai sistemi di sicurezza europei obbligatori per le nuove autovetture dal 2022.”

«L’Unione europea ha imposto alle case automobilistiche, a partire dal 2022, di immettere su tutti i modelli di nuova omologazione i sistemi di assistenza alla guida ADAS. Tra questi sistemi è previsto il lane assist, un sistema che mediante telecamere mantiene la vettura nella corsia di marcia utilizzando come guida i segnali stradali orizzontali. Chiediamo quindi alla Città Metropolitana di Torino che inizi un percorso di adattamento e messa in sicurezza delle strade provinciali ai nuovi dispositivi ADAS, dispositivi oggi già disponibili su numerose autovetture. La Città Metropolitana di Torino, per storia e know how, è certamente il luogo adatto per affrontare da subito questa importante sfida sul fronte della mobilità, unendo innovazione tecnologica a sicurezza stradale».

 

Alberto AVETTA – consigliere regionale PD

Monica CANALIS – vice segretaria PD Piemonte e consigliera regionale