Letta arriva nel “covo di vipere”

Mauro Salizzoni getta la spugna.  Verrebbe da dire , tanto rumore per nulla. Strada spianata,  oramai,  per Lo Russo. A Roma Enrico Letta  accetta di diventare segretario del PD dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti.

Al netto delle distanze e delle ovvie diversità tra le due vicende,  qualche similitudine c’ è. Principalmente la sinistra del PD ne ” prende da orbi ” e gli ex democristiani cercano di rimettere insieme i cocci rotti. Con , se me lo concedete,  il Fatto Quotidiano diventato organo ufficiale dell’ area di , diciamo così,  sinistra che va dai cinquestelle alla sinistra sbrindellata. Così il ” vecchio liberale ”  Travaglio cerca di indirizzare questa nebulosa . Verso cosa?  Difficile dirlo. Travaglio grande difensore del governo Conte e grande critico del Governo Draghi. Sintesi : la sinistra era per il governo Conte e il centro destra per il governo Draghi. Spero che mi si perdonerà la eccessiva schematizzazione. La crisi del PD è irreversibile? Un prezzo ( magari ) per il Pd da pagare sarà chiudere i conti con un pezzo di cultura fondativa. Chiudere con chi a sinistra,  pensava o sperava che il pd fosse il nuovo riformismo di sinistra. In altre parole il Pd si deve dare una identità,  perlomeno si dovrebbe dare una identità. Ma anche , se non soprattutto la sinistra ( dovrebbe) darsi una identità o più specificamente darsi una forma organizzata nel volere o potere fare politica. Appunto il caso di Mauro Salizzoni è emblematico. Ora i suoi sponsor si dividono essenzialmente in due grandi categorie.  La prima continua con forme di mediazione con altri soggetti politici o altri candidati. Direi: troppo tardi. La seconda: è colpa del PD che non lo ha voluto.  Perché è una colpa non volerlo? I soliti buontemponi che giustificano sempre i loro fallimenti con le colpe altrui. Mauro Salizzoni sarebbe stata un ottima proposta se appunto costruita per tempo politicamente. Comitati d’ appoggio,  costruzioni di commissioni per il programma e , soprattutto la scelta di un regista o di una cabina di regia. Una volta si chiamava tattica per realizzare una strategia. Ora , viceversa, vince  anche negli epigoni dell’ allora Pci l’ essere Naif. Ma mi rendo conto di essere  oramai decisamente desueto. Chi ha avuto modo di parlare con Salizzoni sottolinea la sua amarezza e soprattutto il totale disinteresse di Roma. Con un punto in comune con Zingaretti: il Pd è un covo di vipere. Non quella componente o quell’ altra componente , ma tutto il Pd. Ora Letta ha accettato con questa puntualizzazione: non con tutto il Pd ma con il Pd che ci sta. Direi auguri e figli maschi e , visto i tempi moderni , speriamo che sia donna. Enrico Letta ha tanta esperienza ed il dente avvelenato con Matteo Renzi. E’ un politico lucido che difficilmente perde la pazienza. Ma è anche un moderato che vorrà portare il Pd oltre le attuali secche del mortale abbraccio con i pentastellati. Siamo al crepuscolo degli Dei,  ammesso che questi siano Dei o siano stati considerati  Dei. Non penso,  concretamente, che questa sinistra coglierà questa occasione per ridefinirsi. Sian ben chiaro , non solo la sinistra italiana. Voler continuare ad essere ciò che si è sempre è il suo più grande limite. Anche perché credendosi più importante della realtà la si inventa di sana pianta . Ciò che accade è sempre più forte di chi vorrebbe un’ altra realtà. Crepuscolo degli Dei , in fondo mi dispiace nella sua accezione finale. Ammetterlo è condizioni essenziale per chiedersi che cosa uno vuole o vorrebbe e che che cosa si può invece aspettare.

Patrizio Tosetto

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