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Fondazione Crt recupera 135 beni storici

135 “gioielli” artistici e architettonici del Piemonte e della Valle d’Aosta potranno rinascere con i 2,4 milioni di euro di contributi assegnati da Fondazione CRT tramite il bando “Restauri Cantieri Diffusi”.

Obiettivo di questa progettualità è recuperare beni immobili e mobili – campanili, facciate, pavimentazioni, tele, statue, libri, arredi lignei – sottoposti a tutela, e promuovere la conoscenza e la piena fruizione dei luoghi da parte di fasce sempre più ampie di pubblico. Le risorse della Fondazione CRT renderanno possibile anche il restauro conservativo della facciata lato sud della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dell’altare maggiore della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino e della pavimentazione della Sala delle Grottesche del Castello della Manta nel Cuneese.

Saranno quindi aperti nei prossimi mesi 135 cantieriche coinvolgeranno oltre 250 imprese medio-piccole del territorio.

“La tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico nel contesto paesaggistico e ambientale ha un ‘senso contemporaneo’, un legame identitario con la vita della comunità: per i mecenati del XXI secolo come le Fondazioni, salvare la memoria e la bellezza dei luoghi, in linea con i principi stessi della Costituzione, significa lavorare concretamente per il bene comune – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia–. Il progetto ‘Restauri’ unisce al valore culturale anche quello economico-occupazionale, particolarmente significativo in questo momento di estrema difficoltà per il Paese, restituendo fiducia, speranza e una prospettiva di ripartenza: l’apertura dei cantieri per il recupero delle opere, infatti, creerà nuove opportunità di lavoro sul territorio funzionali alla ripresa, rafforzando la capacità di ‘resilienza’ dell’intera comunità”.

“Oggi più che mai, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, si comprende cosa significa non poter fruire della bellezza del patrimonio artistico-culturale e l’importanza di tutelarlo nel tempo – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Grazie anche ai meccanismi di detrazione e agevolazione fiscale dell’Art bonus, il contributo di Fondazione CRT per la rinascita della ‘grande bellezza’ diffusa a livello locale ma di rilevanza anche nazionale, attiva un doppio circolo virtuoso: ridà fiato a molte imprese nel nord Ovest e mette a disposizione del territorio ulteriori risorse – 730mila euro nell’ultimo anno – concretizzando il ruolo strategico della filantropia per garantire che l’arte sia, al tempo stesso, una ricchezza da valorizzare nel presente, ma anche un’eredità per il futuro”.

Salgono a oltre 2.700 i beni fatti rinascere da Fondazione CRT, nell’ambito di Restauri Cantieri Diffusi, con un investimento di oltre 45 milioni di euro.

Gallo (Pd): “Da Cirio nessuna prospettiva per il futuro”

“Nella calza della Befana  promesse vuote”

 “La calza della Befana che il Presidente Cirio ha regalato ai piemontesi è piena di promesse vuote e critiche al passato e priva di contenuti” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Cirio ha ragione quando dice che il 2020 è stato un anno complicato, ma l’azione della sua Giunta è stata fallimentare: la gestione della prima fase della pandemia è stata disastrosa, ma quella della seconda ondata, nonostante tutti i nostri inviti ad arginarla in anticipo, è stata ben peggiore: scarsità di tamponi, terapie intensive al collasso, confusione nella gestione dei contagi. Il Riparti Piemonte che avrebbe dovuto rilanciare la nostra Regione, prostrata dalla pandemia, è stato un fuoco di paglia e si è distinto per la scarsità di risorse: circa 150 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio” precisa Gallo.

“La sanità che Cirio ha ereditato – prosegue Raffaele Gallo – è decisamente migliore di quella che lui ha lasciato, come componente della Giunta Cota, all’amministrazione Chiamparino: invece di un piano di rientro si è ritrovato con un imponente piano di investimenti per l’edilizia sanitaria; anziché il blocco delle assunzioni, lo sblocco del turn-over e le prime politiche di potenziamento del personale; politiche che non hanno risolto tutti i problemi del Piemonte, ma hanno portato la nostra regione sul podio della classifica dei Livelli essenziali di assistenza nazionali. Questo continuo scaricare i problemi sul passato, dopo più di un anno e mezzo di legislatura, è stucchevole.  Per il Presidente Cirio è giunto il tempo di smettere di lamentarsi e cominciare, invece, a governare il Piemonte così da provare a risolvere alcuni dei molti problemi che interessano i piemontesi”.

“La politica della Giunta Cirio – conclude Gallo – si è contraddistinta per la mancanza di una visione e per l’incapacità di prevedere interventi con un’efficacia a lungo termine: contributi una tantum a pioggia non servono a far ripartire il Piemonte, ma sono semplici cure palliative. Purtroppo, da quello che abbiamo sentito, non crediamo che nel 2021 il centrodestra potrà dare al Piemonte nulla di più che slogan come in questo anno. I nostri cittadini invece meritano misure concrete di sostegno e di rilancio per far ripartire l’economia e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Associazione Pannella: “Vaccinare anziani e malati carcerati”

LETTERA APERTA DELL’ASSOCIAZIONE MARCO PANNELLA DI TORINO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE: 

“SUL VACCINO MASSIMA PRIORITA’ ANCHE PER LE PERSONE ANZIANE E MALATE ALL’INTERNO DELLE CARCERI”. 

 

Al Presidente della  Regione Piemonte Alberto Cirio

 

 

Signor Presidente,

 

con l’arrivo del vaccino anti-Covid, si pone, anche nella nostra Regione, il problema della necessità di una vaccinazione dell’intera popolazione in presenza di una pandemia. Con esso il problema della priorità di somministrazione e la necessità di definirne i criteri, anche affrontando i problemi bioetici e pratici connessi.

 

È molto importante tenere conto delle necessità degli individui anche a prescindere dalla loro condizione sociale.

 

Le chiediamo di considerare con la massima attenzione e urgenza la condizione della popolazione detenuta affinchè non vi sia alcun tipo di  discriminazione. Il carcere presenta inoltre criticità dovute al sovraffollamento che suggerirebbero massima priorità per la vaccinazione sia per i rischi di gravi conseguenze per la popolazione detenuta e anche per il personale costretto già a duri turni di lavoro in condizioni spesso difficili. Chi si trova in condizioni di detenzione non ha la possibilità di mantenere le distanze necessarie come il resto della popolazione e ci auguriamo che i tecnici, che indicano i criteri di priorità riguardo la vaccinazione della popolazione, non ignorino tali condizioni. 

 

Auspichiamo pertanto che la nostra Regione guardi nella giusta direzione e che le scelte che guideranno la vaccinazione dal Covid-19 tengano conto di chi si trova privato della sua libertà personale. Le chiediamo  eventualmente di sollecitare anche il nostro Governo ad avere maggiore attenzione per le gravi conseguenze che si potrebbero determinare all’interno delle carceri laddove il sovraffollamento può alimentare il diffondersi dell’epidemia Covid-19.

 

Anche l’Associazione Marco Pannella di Torino partecipa all’iniziativa nonviolenta dell’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini che ha ripreso nelle scorse ore uno sciopero della fame per sensibilizzare le istituzioni e il Ministro della Giustizia su questi temi.

 

L’ASSOCIAZIONE PARTECIPA ALL’INIZIATIVA NONVIOLENTA DI RITA BERNARDINI AFFINCHE’ IL GOVERNO SI MOBILITI SULLA CONDIZIONE DI SOVRAFFOLLAMENTO DEI DETENUTI RIGUARDO IL RISCHIO PANDEMIA COVID-19.

Stellantis, Italexit: “Colpevole silenzio del Governo italiano”

“IL FUTURO DI TORINO È IN PERICOLO”


Con la fusione tra FCA e PSA finalmente gli Agnelli riescono ad abbandonare una volta per tutte il settore automotive: formalmente saranno gli azionisti di maggioranza, ma nella stanza dei bottoni si muoveranno in prevalenza i dirigenti francesi.

I mercati finanziari hanno accolto con entusiasmo la novità spingendo verso l’alto il valore delle azioni dei due gruppi. La ricaduta sulla città di Torino e sull’Italia rischia però di essere catastrofica: l’azienda ha già deciso che la sede legale sarà in Olanda, i fornitori italiani saranno sostituiti in buona parte da quelli francesi e la produzione dei nuovi modelli del segmento B (il più importante in Europa) avverrà in Polonia. Torino diventerà quindi una delle tante sedi periferiche, con Mirafiori ormai ridotta a “mascherinificio di Stato”. Conte e Gualtieri, nel frattempo, restano in silenzio infischiandosene delle ripercussioni sul nostro tessuto economico e sociale.
Italexit con Paragone considera questo atteggiamento irresponsabile e punta il dito contro il grave problema di fondo che ha sempre contraddistinto i rapporti tra le istituzioni e la più grande industria privata in Italia: quando la Francia ha salvato Peugeot dal fallimento ha preteso di entrare nell’azionariato e di esercitare un ruolo di primo piano nelle scelte dell’azienda; l’Italia, nonostante 250 miliardi di euro di finanziamento pubblico (diretto e indiretto) dal 1975 a oggi, non ha mai posseduto una singola azione di Fiat/FCA e anche il recente prestito garantito da 6 miliardi si è concluso con una pacca sulla spalla per non indispettire l’Unione Europea.
In questo momento storico non possiamo più permetterci il lusso di avere uno Stato che non vuole intromettersi nelle questioni private, soprattutto se sta usando soldi pubblici. La Costituzione pone la tutela dell’interesse generale al centro del nostro ordinamento: mettere a rischio il futuro di circa 90 mila dipendenti diretti di FCA, e altre decine di migliaia nell’indotto, è o non è un attacco frontale contro la collettività?
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

Confagricoltura: “pronti a collaborare al Patto per il Piemonte”

Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Pronti a collaborare  per fare meglio”. Piano di Sviluppo Rurale: finora il Piemonte ha erogato poco più del 60% dei fondi disponibili per il periodo 2014-2020. “Bene la volontà di ridurre drasticamente la burocrazia”.

 

Concordiamo con il presidente Cirio sulla necessità di un Patto per il Piemonte e siamo pronti a impegnarci per costruire e realizzare un piano di rilancio dell’economia che veda l’agricoltura tra i principali artefici della ripresa”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, intervenendo sulle dichiarazioni del presidente della Regione Alberto Cirio, condivide gli obiettivi indicati dalla giunta subalpina. “Dobbiamo lavorare tutti insieme – afferma Allasia – per definire un nuovo Programma di Sviluppo Rurale che consenta alle imprese di poter sfruttare completamente e in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione”.

Confagricoltura evidenzia che nel periodo di programmazione che si è appena chiuso, pur tenendo presente che le risorse residue potranno essere utilizzate nei prossimi due anni,  la capacità di spesa del Piemonte si è dimostrata assai limitata.

In base ai dati non definitivi al 31 dicembre 2020 elaborati da Agea relativi all’avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta il Piemonte si posiziona al 60,34%, a fronte dell’impegno pressoché totale delle risorse. “Questo significa che il sistema di pianificazione, gestione dei bandi, rendicontazione e collaudi ha funzionato a rilento e che può e deve essere migliorato”, commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia.

Apprezziamo l’impegno del presidente Cirio che ha dichiarato di voler ampliare il ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post per le autorizzazioni e i contributi regionali, al fine di velocizzare snellire il carico burocratico per cittadini e imprese –  ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – perché l’agricoltura, che nell’anno del Covid ha continuato a lavorare per assicurare cibo di qualità e materie prime di valore alle industrie agroalimentari locali che hanno potuto mantenere posizioni importanti anche sui mercati internazionali, è pronta a fare la propria parte, con oltre 42.000 imprese agricole attive e 65.000 occupati, nell’interesse del territorio e dei cittadini”.

 

Pusher trovato con 5 mila euro nelle suole delle scarpe

Si finge minore, arrestato dalla Polizia di Stato per spaccio

E’ stato fermato martedì sera in corso Palermo. Gli agenti del Commissariato “Barriera Milano” lo avevano notato poco prima in via Barbania dove, alla vista della volante, con un gesto fulmineo, si era disfatto di un fazzoletto bianco che buttava tra le auto in sosta. All’interno del tovagliolo sono stati trovati 10 frammenti di crack e 440 euro in contanti. Non erano le uniche banconote possedute dal ragazzo. Gli agenti hanno trovato altri 5000 euro nascosti all’interno delle suole delle sue scarpe.

Dai messaggi sui cellulari sono emerse diverse conversazioni dalle quali si evince chiaramente la sua “professione”. Il pusher prima di essere fermato dalla Polizia stava per consegnare ad un cliente 10 dosi al prezzo di 400 euro.

Il giovane, originario del Senegal, si è finto sin da subito minore di età. Dagli accertamenti effettuati è emerso che circa un anno e mezzo fa era stato sottoposto al protocollo BALDELLI, ovvero ad accertamenti sanitari che consentono di individuare una fascia di età compatibile con la persona, ed era stato refertato con un’età compresa tra 17 e 19 anni. All’epoca dei fatti, per reati simili, poiché ritenuto minore d’età, era stato sottoposto alla custodia cautelare minorile. Oggi, maggiorenne, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e falsa attestazione delle proprie generalità.

 

Volpiano, pasti caldi in classe per tutti gli studenti senza aumentare le tariffe

“I maggiori costi, pari a 155mila euro, finanziati con le risorse del Comune”

Il Comune di Volpiano ha disposto, d’intesa con l’Istituto comprensivo, l’adeguamento del servizio di refezione scolastica alle misure di prevenzione dell’epidemia Covid-19 per tutte le classi, comprendendo anche la quinta elementare del plesso «Guglielmo da Volpiano» e le superiori di primo grado della «Dante Alighieri», finora escluse per motivi logistici dalla somministrazione del pasto caldo in aula, sostituito dal «cestino tipo gita». «Con la nuova organizzazione – precisano dagli uffici comunali – tutti gli studenti usufruiranno del medesimo servizio. La fornitura del pasto caldo in aula comporta, complessivamente, un aumento di costi pari a 155mila euro per l’anno scolastico 2020-2021, interamente finanziati con fondi dell’amministrazione comunale e senza aumenti di tariffe».

Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Grazie al fatto che il Comune ha i conti in ordine abbiamo potuto sostenere le spese aggiuntive per la refezione scolastica utilizzando le risorse disponibili, senza chiedere ulteriori esborsi alle famiglie. Questa situazione dimostra, ancora una volta, come sia fondamentale la gestione efficiente del bilancio di un’amministrazione pubblica».

Più di mille insegnanti aderiscono al progetto per il ritorno a scuola in sicurezza

Sono finora più di 1100 i docenti, insieme al personale non docente, che hanno aderito a “Scuola sicura”, il progetto sperimentale messo a punto dalla Regione Piemonte per garantire il ritorno in classe in sicurezza dopo le festività natalizie.

Da quando l’iniziativa è partita, il 4 gennaio, la risposta del personale scolastico è stata immediata, pur in giorni ancora festivi, e in tanti tra docenti e personale Ata hanno accettato di effettuare volontariamente un tampone (antigenico o molecolare) ogni quindici giorni, prenotandolo tramite il proprio medico di famiglia. Degli oltre 1140 tamponi prenotati, 970 sono stati già eseguiti e l’8,6% è risultato positivo.

Dalla prossima settimana si partirà con la seconda parte del progetto: il monitoraggio, sempre su base volontaria, degli studenti delle seconde e terze medie. Lunedì 11 gennaio è in programma una riunione con l’Ufficio scolastico regionale e i dirigenti delle scuole del Piemonte per condividere alcuni aspetti legati, in particolare, alla raccolta delle adesioni e al consenso informato per le famiglie. Con il supporto del referente Covid di ogni scuola, verrà effettuato uno screening modulare che coinvolgerà una volta al mese tutti gli studenti che aderiranno: ogni settimana verrà testato un quarto di ogni classe con tamponi, rapidi o molecolari, e per sottoporsi al test i ragazzi dovranno essere accompagnati dai genitori in uno dei 70 hotspot presenti in tutto il Piemonte.

Un piano unico nel suo genere in Italia su cui la Regione Piemonte ha investito 7 milioni di euro e che, come ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente Alberto Cirio, “ha solide basi scientifiche, perché predisposto dai nostri epidemiologi ed esperti con il via libera anche del mondo medico”.

“Siamo felici della buona risposta che il progetto sta avendo dal personale scolastico e confidiamo molto nella partecipazione anche delle famiglie – afferma l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino -. Il Piemonte sta compiendo un grande sforzo su questa sperimentazione, ma prevenire e monitorare è fondamentale per riuscire a garantire in sicurezza la continuità didattica. Nei prossimi giorni, inoltre, cominceremo ad approfondire anche le proposte arrivate dai diversi territori per sviluppare progetti personalizzati a livello provinciale”.

“Un’iniziativa importante perché consente di monitorare una delle fasce di età più sensibili nel percorso di crescita e di averne un quadro approfondito dal punto di vista epidemiologico – dichiara Domenico Careddu, segretario della Fimp Piemonte, la Federazione italiana dei medici pediatri -. A 12-13 anni si è già in piena adolescenza, un periodo in cui aumenta la dimensione della socialità, ma allo stesso tempo anche la necessità di autonomia per i ragazzi. È pertanto fondamentale aiutarli a capire l’importanza delle misure di sicurezza, come l’uso della mascherina e il distanziamento, ma anche sensibilizzarli su progetti di prevenzione come questo. Si tratta di un piano che ci vede attivamente coinvolti, attraverso la promozione di una adeguata comunicazione alle famiglie, grazie al rapporto di fiducia che, come pediatri di libera scelta, abbiamo costruito nel tempo con i genitori ed i loro figli. Quando necessario, sapremo anche offrire un contributo concreto, che abbiamo garantito da inizio pandemia e continuiamo a garantire quotidianamente, per la gestione dei casi individuati allo screening e del supporto alle famiglie, nell’ottica di favorire il contenimento dei contagi in piena collaborazione con i Sisp ed i colleghi medici di famiglia”.

“È importante riuscire a sensibilizzare il più possibile le famiglie – rileva Pietro Presti, consulente strategico per il Covid della Regione – affinché sul monitoraggio per gli studenti ci sia la stessa risposta positiva che stiamo avendo dal personale scolastico, che nella prima settimana di avvio del progetto ha già dato ottimi risultati”.

Come va il mercato del vino?

Calano le vendite in Italia, va un po’ meglio all’estero. Giacenze in aumento e ordini in calo per i prossimi quattro mesi. “Per fronteggiare l’emergenza e riprendere competitività serve un piano strategico, gli aiuti finora concessi solo una goccia nel mare”.

 

L’emergenza Covid cambia i modelli di consumo e le imprese vitivinicole piemontesi che imbottigliano vini di qualità fanno i conti con gli effetti della pandemia. “Il mercato del vino sta cambiando profondamente: il canale della ristorazione e dei bar si è ridotto fortemente e in alcuni casi pressoché annullato; si recuperano spazi nella distribuzione organizzata dove i margini però sono ridotti all’osso e, fortunatamente, tengono le esportazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma le prospettive non ci lasciano tranquilli”.

L’organizzazione degli agricoltori del Piemonte che annovera le più prestigiose firme dell’enologia regionale, ha realizzato un’indagine su un campione significativo di cinquanta produttori – imbottigliatori vitivinicoli delle più denominazioni più significative.

La vendemmia 2020, pur con produzioni pressoché nella norma, è risultata superiore ai livelli dello scorso anno e, per alcune tipologie di prodotto, le prospettive di commercializzazione risultano critiche. In attesa di poter riprendere l’attività commerciale e promozionale per agevolare le vendite sul mercato interno e le esportazioni – spiega Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – abbiamo sottoposto alle imprese un questionario, riferito ai primi 11 mesi del 2020, per ottenere informazioni utili per programmare per tempo l’adozione di interventi di riequilibrio dell’offerta”.

Il campione preso in esame è composto per il 36% da aziende con una superficie inferiore a 5 ettari di vigneto, il 25 % con la superficie tra il tra i 5 e 10 ettari, il 30% tra i 10 e i 20 ettari e il 9% oltre i 20 ettari. Il 32% dei viticoltori imbottigliatori intervistati produce meno di 10.000 bottiglie, il 41% da 10 a 50mila  bottiglie il 27% oltre 50mila bottiglie.

L’82% dei vitivinicoltori nei primi undici mesi di quest’anno evidenzia un calo complessivo di vendite (il 31% ha avuto una flessione superiore al 30%); il 7% rileva vendite stazionarie, mentre l’11% registra un aumento, seppur contenuto.

Il 77% denuncia un calo delle vendite in Italia; il 7% ha mantenuto le posizioni, mentre il 16% incrementato la commercializzazione.  Per quanto riguarda le esportazioni il 69% denuncia un calo delle vendite, per il 23% il mercato è stazionario, mentre l’8%  ha incrementato le vendite.

Il 52% degli intervistati ha mantenuto stazionari i prezzi di vendita delle bottiglie, il 41% ha applicato una politica di sconti per poter mantenere i volumi, ma c’è anche un 7% che è riuscito ad aumentare i prezzi.

Per quanto riguarda le giacenze alla produzione il 23% delle cantine mantiene i volumi stazionari rispetto allo stesso periodo del 2019, ma il 56% evidenzia un aumento degli stoccaggi (dei quali il 12% oltre il 20% dei volumi);  il 16% ha le scorte in calo.

La situazione degli ordini per i prossimi quattro mesi, rispetto allo stesso periodo 2019-2020, è quella che preoccupa maggiormente: il 72% degli intervistati evidenzia ordini in calo (dei quali il 23% oltre 30%); per il 19% il portafoglio ordini è stazionario, mentre il 9% delle cantine ha ordini in crescita.

Dal questionario è emersa un’indicazione interessante sulle misure necessarie per affrontare l’emergenza”, spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia. Il 73% degli intervistati reputa lo stoccaggio uno strumento insufficiente per gestire l’emergenza. Anche la riduzione della produzione di uva per la prossima vendemmia non è considerata una misura risolutiva (si espresso in questo molto il 69% degli intervistati). La misura che, a malincuore, gli intervistati privilegiano è la distillazione di crisi, giudicata utile dal 43% degli intervistati.

Dalle interviste emerge un clima di sfiducia nei confronti degli interventi adottati dalle istituzioni pubbliche. Solo il 9% delle aziende che hanno partecipato al questionario reputa utili gli interventi varati dal Governo; il giudizio migliora per quanto riguarda le iniziative adottate dalla Regione Piemonte, con il 21% che giudica la distillazione di crisi una misura positiva per alleggerire il mercato. L’88% degli intervistati ritiene che non si siano tenute in debita considerazione le indicazioni della filiera vitivinicola.

Tra i suggerimenti raccolti da Confagricoltura un intervento di detassazione, la moratoria sui mutui e, soprattutto, un effettivo snellimento della burocrazia. Per gli imbottigliatori di vini di qualità aderenti a Confagricoltura “gli aiuti economici sono una goccia nel mare e non sono mirati alla salvaguardia delle imprese agricole”. Occorre “dare maggior ascolto alle associazioni di categoria e adottare interventi mirati per supportare l’internazionalizzazione delle piccole imprese”. Occorre inoltre indirizzare la politica vitivinicola verso la valorizzazione della qualità. “Che si tratti di vendemmia verde, distillazione o stoccaggio – suggeriscono le imprese – gli interventi dovranno riguardare i soli vini doc e docg, vero patrimonio da proteggere”.

I vaccinati in Piemonte sono più di 42 mila

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che oggi (dato delle ore 17:31) le persone che hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid sono state 5.564.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto alla somministrazione di 42.090 dosi, corrispondenti al 50,8% delle 82.810 finora consegnate al Piemonte.

La Fase 1, come noto, coinvolge il personale del servizio sanitario regionale, accanto ad ospiti e operatori delle Rsa.