L’appuntamento con Artissima sarà all’Oval Lingotto da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre. L’edizione 2025 si intitola “Manuale operativo per nave spaziale Terra”, ispirato all’eclettica figura di Richard Buckminster Fuller e al suo omonimo libro del 1969. Richard Buckminster Fuller può essere considerato una delle persone professionalmente più poliedriche al mondo, non solo è una figura molto eclettica. Oltre ad essere un architetto ed un inventore, il suo approcio era decisamente artistico: non si limitava alla tecnologia pura ma integrava sempre una visione creativa del suo lavoro.
Alcuni dei suoi modelli, come le strutture geodetiche e la Dymaxion riflettono un connubio tra funzionale e sensibilità estetica, mentre le strutture geodetiche sono sistemi architettonici, in genere sfere o cupole, formati da una rete di triangoli che, distribuendo il peso in modo uniforme, le rendono molto stabili e robuste, ottimizzando l’utilizzo dell’energia, la Dymaxion (composto aplologico costituito da tre tra le parole preferite di Fuller: DY=dynamic, MAX=maximum, and ION=tension) rappresenta un progetto per migliorare la condizione di vita dell’uomo.
“Mi accorsi che un’area in cui la scienza non veniva applicata era la casa. L’antipriorità era la facciata – ha dichiarato Fuller – Perciò nel 1927 mi dedicai all’idea di esplorare le più avanzate tecniche di produzione per sviluppare dei prototipi di crollo dell’ambiente per gli esseri umani che pesassero meno, e ho scoperto che potevo farlo”.
I mezzi di trasporto invece che lui ipotizzava li definiva come “idee su ruote”, con una forma che può ricordare il Volkswagen Transporter degli anni Settanta.
Proprio questa sua visione “out of the box” lo porta ad avere un rapporto piuttosto interessante con l’arte. Alcuni dei suoi progetti, infatti, sono esposti in musei d’arte moderna quali: il MoMA di New York e di San Francisco, l’Henry Ford Museum a Dearborn in Michigan. Abbiamo testimonianza di una delle sue strutture geodetiche anche in Italia, nello specifico si tratta di una donazione, avvenuta nel 1967, di una delle sue strutture tecniche alla città di Spoleto in occasione del Festival dei Due Mondi.
L’opera ha preso il nome di “Spoletosfera”.
Un vero visionario quindi che è riuscito ad unire i concetti di: Arte, Architettura e Design in una unica filosofia. Nel suo libro del 1969, “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra”, l’autore invita a considerare la terra come una vera e propria astronave, con risorse limitate e bisognosa di una gestione saggia. Fuller esplora come l’umanità possa usare la tecnologia ed il Design in modo intelligente per affrontare le sfide globali, ed invita a superare i vecchi temi di pensiero: in sostanza è una visione di un futuro in cui pensiamo ed agiamo come un equipaggio unico, responsabile del e per il proprio pianeta.
Oggi il testimone di Fuller potrebbe essere preso da Greta Thunberg, la quale affermò:”Perchè dovrei andare a scuola? Se i politici non ascoltano gli scenziati, perchè mai dovrei studiare ?”, sottolineando che per il cambiamento è necessario non essere né troppo piccoli né troppo soli per fare la differenza: ogni nostro gesto può fare la differenza.
Ovviamente non tutti la pensano come Fuller: al contrario, sull’argomento, l’essere umano si è sbizzarrito a cercare soluzioni diverse: talvolta l’uomo si concentra come Fuller sulle grandi vicende collettive come la fine del mondo, dimenticando le storie individuali. In altre parole non riesce a vedere il controsenso della propria visione: Noi siamo l’universo e morti noi, con noi, muore l’universo intero (tema sostenuto nel film “The life of Chuck”), perchè nel corso della nostra vita noi abbiamo selezionato discriminato, scelto (in poche parole abbiamo fatto ciò che Galileo Galilei ha riassunto con la frase: “provando e riprovando”) tutto ciò di cui avevamo bisogno e per il quale eravamo sensibili. Qualcuno, ancora più sprezzante di Fuller e del regista Mike Flanagan, sostiene che “un giorno la Terra servirà a concimare un pianeta lontano”.
Posizioni diametralmente opposte ma tutte ugualmente affascinanti.
Gli artisti di Artissima ci faranno comprendere a quali di questi si siano ispirati.
Emanuele Farina Sansone






