ilTorinese

La Lega in visita alla Casa Circondariale di Ivrea

Presenti gli esponenti della Lega eporediese Alessandro Giglio Vigna e Andrea Cane.

“Ringrazio il Garante Mellano, l’Ispettore Carabotta con i Sovrintendenti Capo Stella e Manoti e tutti coloro i quali hanno reso possibile questa visita – commenta il consigliere regionale Andrea Cane, vicepresidente della Commissione sanità del Piemonte – abbiamo visto un carcere che non ha conosciuto il Covid nei reparti detentivi, un caso quasi unico nella nostra penisola. Nell’infermeria si è lamentata la carenza di medici, di cui mi farò portavoce personalmente nelle prossime sedute di Commissione e direttamente all’Assessorato alla Sanità, situazione naturalmente legata al momento pandemico e che verrà ripristinata grazie ad un agognato ritorno verso la normalità di tutto il personale sanitario disponibile sul territorio”.

“Uno dei problemi della Polizia Penitenziaria a Ivrea – ha aggiunto Alessandro Giglio Vigna parlamentare del collegio eporediese, che ha contribuito a superare il problema delle comunicazioni all’interno delle celle – come in tutta Italia, è la carenza di agenti che ha come risvolto maggior lavoro e meno riposo per gli operatori, inoltre il sovraffollamento aumenta il rapporto fra numero agenti e numero detenuti. Siamo felici che dopo la mia Interrogazione e sollecitazioni al Ministero siano arrivati i dispositivi jammer che rendono inutilizzabili i cellulari”.

“In un paese normale i partiti – ha concluso l’onorevole Giglio Vigna – non si dividono fra chi sta con la polizia e chi sta con i detenuti. In Italia tutta la sinistra sta con i detenuti, come il mainstream; vuoi per buonismo, vuoi per indotto di voti, vuoi perché va di moda. La Lega quindi si schiera con gli altri, con chi ha deciso di servire lo stato, con la Polizia Penitenziaria. Al Carcere di Ivrea abbiamo trovato donne e uomini orgogliosi della loro divisa a cui va il nostro ringraziamento, a nostra volta siamo orgogliosi di portare la loro voce nelle sedi istituzionali “.

Lo Stato non è Babbo Natale, dà (dice di dare ) con una mano, ma prende con l’altra…

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Di Carlo Manacorda*

C’è una serie di tasse chiamate “accise” che sempre tasse sono ma appesantite dalle beffe ai danni dei cittadini. Si pagano magari senza saperlo e rendono allo Stato, complessivamente, una cinquantina di miliardi di euro all’anno. Le pagano tutti: disoccupati, cassa integrati o nullatenenti, gli stessi soggetti cui si sono promessi i bonus e i ristori. Da anni se ne chiede almeno una riduzione ma le promesse della politica sono sempre cadute nel nulla. Così, ad esempio, fra le 18 accise che paghiamo sulla benzina continuiamo a pagare la crisi di Suez del 1956 o i terremotati del Belice del 1968 o il contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Per non parlare dell’Iva sulle accise. Ma non c’è da allarmarsi. In fin dei conti sono “accise”, mica “tasse”….

 

… continua a leggere: LO STATO NON E’ BABBO NATALE

*Carlo Manacorda, economista ed esperto di bilanci pubblici

 

Truffe e furti agli anziani sempre più frequenti: il Consiglio regionale approva nuova legge all’unanimità

E’ la Proposta di legge 82 “Misure di sostegno per gli anziani vittime di delitti contro il patrimonio”, presentata da Raffaele Gallo (Pd), che ha anche svolto la relazione. “Ringrazio maggioranza, opposizione e Giunta che hanno lavorato insieme per aggiungere un tassello di welfare al Piemonte – ha detto -. Speriamo di trovare le risorse finanziarie per ampliare l’efficacia di questa norma. Un pilastro di questa proposta è l’istituzione da parte di Regione Piemonte di un’assicurazione per le persone anziane che dovessero essere vittime di truffe, furti, rapine. Anche un piccolo rimborso è importante per non far sentire soli questi cittadini in un momento di difficoltà”.

La proposta di legge promuove l’assistenza e il sostegno a favore degli anziani vittime di delitti contro il patrimonio come il furto, la rapina, l’estorsione o la truffa. Scopo della proposta di legge in questione non è solo quello di fornire sostegno economico ai soggetti anziani vittime di tali delitti, ma anche quello di consentire, proprio in virtù della qualità dei servizi offerti, l’emersione degli stessi, inducendo le vittime a presentare denuncia e a collaborare con le Autorità competenti nella individuazione e punizione dei colpevoli.

È intervenuto Silvio Magliano (Moderati) ricordando che è “importante coinvolgere il mondo del volontariato. Tenere la guardia alta è fondamentale e non essere lasciati soli è importantissimo. Il furto con truffa è anche un danno psicologico, oltre che naturalmente economico”. E Alberto Preioni (Lega) ha spiegato che “approvare anche proposte di opposizione, dimostra che questa maggioranza guarda alla sostanza delle cose, dimenticando questioni strumentali e calcoli politici. Una prova di maturità per il Consiglio, che mi auguro verrà colta dalla minoranza anche per altre occasioni”.

Nel testo appena votato è prevista la stipula di specifiche convenzioni tra la Regione Piemonte e gli enti del Terzo settore di intesa con le Amministrazioni locali al fine di erogare agli anziani una serie di servizi, in particolare di tipo informativo, di sostegno psicologico professionale e di assistenza nella fase di denuncia alle autorità competenti. C’è poi il sostegno economico agli anziani vittime di delitti contro il patrimonio e anche appunto la copertura assicurativa, esplicitando il ruolo di stazione appaltante del servizio assicurativo rivolto agli anziani vittime dei reati e assegnato alla Regione, introducendo un ancoraggio ai principi generali del Codice dei contratti pubblici. Verrà fatta la promozione di apposite campagne informative per far conoscere i servizi erogati.

Il bollettino Covid di martedì 11 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 529 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 68 dopo test antigenico), pari al 2,7% di 19.905 tamponi eseguiti, di cui 10.959 antigenici. Dei 529 nuovi casi, gli asintomatici sono 250 (47,3%).

I casi sono così ripartiti: 92 screening, 344 contatti di caso, 93 con indagine in corso; per ambito: 3 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 76 scolastico, 450 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 356.888 così suddivisi su base provinciale: 28.771 Alessandria, 17.109 Asti, 11.081 Biella, 51.435 Cuneo, 27.435 Novara, 191.190 Torino, 13.260 Vercelli, 12.625 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.471 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.511 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 148 (-13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1658 (-22 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.880

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.586.001 (+19.905 rispetto a ieri), di cui 1.550.241 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO  11.433

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.433 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.545 Alessandria, 696 Asti, 423 Biella, 1.422 Cuneo, 935 Novara, 5.441 Torino, 509 Vercelli, 367 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 95 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

332.769 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 332.769 (+ 957 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 26.412 Alessandria, 16.016 Asti, 10.069 Biella, 47.898 Cuneo, 25.676 Novara, 178.821 Torino, 12.308 Vercelli, 11.858 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.366 extraregione e 2.345 in fase di definizione.

Turno infrasettimanale con Juve e Toro pronti a raggiungere i rispettivi obiettivi

-3 giornate alla fine del campionato di serie A 2020-21

36esima giornata di campionato
Mercoledì 12 maggio
Ore 20.45
Sassuolo-Juventus
Torino-Milan

2 gare fondamentali per le torinesi che, nonostante le ultime difficoltà,non sono lontane dal raggiungere i rispettivi obiettivi: qualificazione in Champions League per i bianconeri,salvezza per i granata.Comunque andrà a finire è stata una stagione travagliata per Juve e Toro partiti con altri obiettivi ad inizio stagione.
Contro il lanciatissimo Milan di Pioli in lotta per un posto in Champions League,i granata di Davide Nicola a + 4 sulla zona retrocessione,il 18esimo posto occupato dal Benevento(Crotone e Parma sono già retrocesse)dovranno ottenere un risultato positivo a tutti i costi,anche un pareggio,per aver sempre un margine di salvezza importante per non scivolare nei bassifondi della classifica.C’è sempre da recuperare la gara contro la Lazio,quindi una possibilità in più.Mancheranno per infortunio i difensori N’Kolou,Izzo,Murru ed il secondo portiere Milinkovic Savic.

Probabile formazione:
3-5-2
Sirigu.
Lyanco Bremer Buongiorno.
Singo,Rincon, Mandragora,Verdi,Ansaldi
Belotti,Sanabria
In casa Juve si respira una grande crisi con il tecnico Pirlo sulla graticola,reo di non aver avuto in mano pienamente la squadra che ad un certo punto pare abbia smesso di seguirlo,dando un segnale di grande confusione sul rettangolo di gioco ed anche con i cambi,a gara in corso, piuttosto discutibili.Contro il Sassuolo,fuori casa al Mapei Stadium di Reggio Emilia, servirà una grande prova di squadra e maturità per portare a casa la vittoria, fondamentale per arrivare quarti e qualificarsi in Champions League.Servirà anche il miglior Cristiano Ronaldo,non quello visto ultimamente pasticcione e spaesato,quasi un corpo estraneo alla squadra.Tra l’altro il fuoriclasse portoghese ha realizzato 99 reti con la maglia della Juventus in tutte le competizioni.CR7 potrebbe diventare il primo giocatore a raggiungere quota 100 marcature con la Juventus nelle sue prime tre stagioni – il record sin qui è stato stabilito da Omar Enrique Sivori e Roberto Baggio.Entrambi hanno tagliato quota 100 gol con i bianconeri nelle loro prime 4 stagioni.

Probabile formazione
4-4-2
Buffon
Cuadrado De Ligt Bonucci Alex Sandro
Chiesa Betancour Rabiot McKennie
Dybala Ronaldo

Vincenzo Grassano

Incidente in tangenziale: volontario di 24 anni della Croce Rossa muore a fine turno

L’autista 24enne di un furgone per disabili della Croce Rossa di Beinasco è morto ieri sera  in un incidente sulla tangenziale di Torino.

Stava rientrando a fine turno alla sede della Croce Rossa poiché aveva accompagnato un paziente che necessitava di dialisi all’ospedale Giovanni Bosco.

Mentre stava guidando il furgone  ha perso il controllo  ed è stato sbalzato fuori dall’abitacolo. Soccorso dal 118 è stato portato al  Cto in condizioni gravissime e non è stato possibile salvarlo.

Autismo, 100 nuovi casi l’anno in Piemonte

Il Piemonte è una delle poche Regioni in Italia con un Centro per l’autismo degli adulti, ma con 100 nuove diagnosi ogni anno il fenomeno è in forte crescita e manca una rete di assistenza adeguata sul territorio.

“Il Centro per gli adulti con autismo di Torino segue 750 persone ed ha liste di attesa lunghe fino a 12 mesi perché manca il personale – ha riferito Benedetta De Marchis, presidente del Coordinamento Autismo Piemonte, ascoltata in Commissione regionale Sanità (presidente Alessandro Stecco) – Negli altri territori della regione non si è riusciti ad organizzare équipe dedicate in grado di rispondere alle necessità di questa condizione così complessa. Le famiglie di queste persone adulte con autismo si sentono abbandonate, in casi estremi si ricorre al ricovero e ai sedativi”.

Al Coordinamento Autismo Piemonte fanno capo 20 associazioni in rappresentanza di circa mille famiglie che ogni giorno si occupano di un adulto con diagnosi da autismo. Oltre a Torino soltanto a Castellamonte opera un altro centro per autistici adulti che segue 180 casi ma ha soltanto uno psichiatra in servizio un giorno a settimana.

Gli auditi in Commissione Sanità hanno denunciato che anche la situazione della neuropsichiatria infantile è molto peggiorata in questo periodo di pandemia: c’è un notevole problema di personale e di formazione specifica, inoltre quando i ragazzi autistici compiono 18 anni non riescono più a essere seguiti adeguatamente.

Roberto Keller, referente del Centro autismo per adulti della Regione Piemonte, ha spiegato: “Il nostro Centro è stato attivato da più di 10 anni, in altre regioni non c’è affatto. Il fenomeno clinico però in costante crescista: c’è un caso ogni 54 persone. I costi sono molto alti: da 5 a 10 mila euro al mese a persona. Sono costi insostenibili: l’unico modo per gestire il fenomeno è attivare interventi territoriali con tutte le risorse necessarie”.

“Adesso tra le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan – ha proseguito il dottor Keller –  c’è un fondo di 50 milioni di euro dedicati all’autismo, di cui il 25% espressamente destinato ai servizi rivolti alla fascia adulta che andranno suddivisi tra le regioni”.

Giancarlo D’Errico, vice presidente FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ha sottolineato la necessità di utilizzare metodi di co-progettazione per arrivare ad un reale coordinamento con i territori provinciali.

Arianna Porzi, vicepresidente del Coordinamento, ha parlato del Centro di Castellamonte: “Uno psichiatra con sei ore a settimana deve seguire 180 casi: non è stato fatto un investimento nella formazione. Abbiamo chiesto più volte un aggiornamento delle normative. Per fortuna la rete associativa piemontese ha creato alcune équipe specializzate ma sono private: c’è bisogno di convenzioni per evitare che le famiglie si svenino per avere i servizi”.

I consiglieri Silvio Magliano (Moderati), Domenico Rossi (Pd), Andrea Cane (Lega), Monica Canalis (Pd) e lo stesso presidente Alessandro Stecco (Lega) hanno chiesto chiarimenti sulla situazione del servizio per l’autismo degli adulti soprattutto nei piccoli centri, sulla quantità di personale impiegato e soprattutto sulle esigenze di coordinamento territoriale e di collaborazione tra il Tavolo per la disabilità e quello per l’Autismo.

I carabinieri smantellano la “centrale” della droga della Val Susa

Torino, 11 maggio. Dalle prime ore dell’alba, nella provincia di Torino, oltre 80 carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del capoluogo piemontese su richiesta del Gruppo criminalità organizzata comune e sicurezza urbana della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 persone, ritenute responsabili di concorso in estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Susa (TO) tra giugno e novembre 2020, ha consentito di individuare tre distinte piazze di spaccio di hashish e marijuana nella bassa Val Susa, in particolare nei comuni di Borgone di Susa, Sant’Antonino di Susa e Rivoli (TO). Lo stupefacente veniva approvvigionato da fornitori residenti nella città di Torino. E’ stata fatta luce anche sui metodi messi in atto da alcuni componenti del gruppo criminale per estorcere denaro a vari acquirenti morosi.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati già arrestati in flagranza 5 pusher e sequestrati complessivamente 11 kg di hashish e 3 kg di marjuana.

La storia della Resistenza in Val Vigezzo 

LIBRI /  RILETTI PER VOI    Tra i tanti testi dedicati alla lotta di Liberazione merita di essere citato un libro poco conosciuto ma importante. S’intitola “Val Vigezzo- La Resistenza”, edito qualche anno fa dall’Anpi con il patrocinio del comune di Malesco, curato da Paolo Bologna e Albino Barazzetti.

Il volume,corredato da foto d’epoca e riproduzioni di documenti,raccoglie testimonianze, racconti, frammenti di vita, episodi che – nell’insieme – offrono un interessante quadro di ciò che furono gli anni della Resistenza antifascista in questa valle al confine con la Svizzera. Dal tremendo rastrellamento della Val Grande nel giugno del 1944 ( trecento partigiani caduti in combattimento, precipitati dai dirupi o fucilati come i 15 di Finero o i 9 di Beura, tra i quali Teresa Binda, medaglia d’oro al merito civile, montanari e contadini passati per le armi, baite distrutte, alpeggi bruciati, bestiame razziato) al 12 ottobre dello stesso anno quando, durante una ricognizione al Sasso di Finero,sul crinale con la Valle Cannobina, persero la vita il comandante della Divisione Valtoce, Alfredo Di Dio e il colonnello Attilio Moneta. Nelle pagine di “Val Vigezzo-La Resistenza” trovano spazio vicende come la battaglia dei Bagni di Craveggia o l’esodo verso la confinante Svizzera ( il “paese del pane bianco”, come lo definì lo stesso Bologna), le vicende collettive dei vigezzini e le storie individuali di spalloni che diventarono uomini di collegamento e “passatori” di ebrei, militari e perseguitati politici, di religiosi caparbi come Don Cabalà e Don Martinoli, di donne e uomini semplici che seppero scegliersi la parte in quegli anni tremendi. Difficile citarli tutti perché Bologna e Barazzetti, con un lavoro certosino,raccolsero tante testimonianze e documenti che rendono l’idea di cos’ è stato il movimento partigiano e il suo forte legame con la popolazione vigezzina. Storie terribili e dolorose, come quella del piccolo Romano Sotta, bambino maleschese di dieci anni trucidato dall’Alpe Basso insieme a due partigiani, o piene di speranza come si legge nelle testimonianze di coloro che trovarono la salvezza oltre confine. In 160 pagine, Bologna e Barazzetti riordinarono e proposero una lettura della storia di Vigezzo a metà del secolo scorso. I due autori sono scomparsi ma resta la speranza che questo lavoro possa servire affinché non se ne disperda il prezioso patrimonio di memoria storica e civile.

Marco Travaglini

La Rocca di Arignano torna a vivere dopo 700 anni

A giugno La Rocca aprirà le porte al pubblico, dopo un restauro durato 6 anni. Al suo interno un ristorante guidato dall’executive chef Fabio Sgrò, con la consulenza dello chef 1 Stella Michelin Ugo Alciati, una Scuola di Cucina, uno spazio eventi, sei intime camere, con un’area benessere dedicata, un percorso sensoriale e un’opera d’arte dell’illustre scultore Arnaldo Pomodoro

“Vogliamo che la Rocca torni a splendere, che diventi una destinazione e che si riappropri di quella vita che le è stata rubata secoli fa”. Esordiscono così Luca Veronelli ed Elsa Panini, i proprietari della Rocca di Arignano – lui erede di una famiglia imprenditoriale e consulente aziendale, lei biologa con la passione per la cucina – che da giugno riaprirà le porte, a 20 km da Torino, dopo un importante lavoro di restauro.

All’interno vi saranno uno spazio ristorativo, La Locanda della Rocca, con la consulenza dello chef 1 Stella Michelin Ugo Alciati e la presenza dell’executive chef Fabio Sgrò, la Scuola di Cucina guidata dalla direttrice creativa Elsa Panini, un piano dedicato agli eventi, di lavoro e di piacere, e un ultimo riservato a sei esclusive camere, i cui ospiti avranno la possibilità di accedere a un’area benessere riservata. A fare da anteprima all’esperienza che attenderà loro ci saranno il percorso sensoriale, un cammino da vivere con tutti i propri sensi, e, collocata all’ingresso, una scultura di Arnaldo Pomodoro: un parallelepipedo di bronzo e fibra di vetro, emblema dello stile inimitabile e originale dell’artista che tutto il mondo ci invidia.

IL PROGETTO
Alla base di tutto, prima ancora del progetto, c’è il sogno di una famiglia, quella di Luca Veronelli e di Elsa Panini, che da sempre condividono un desiderio comune: vivere e lavorare a contatto con la natura, in un contesto che abbia quel gusto del vissuto che dona a tutto un sapore diverso. Luca Veronelli, classe 1966, proveniente da una famiglia di imprenditori, consulente aziendale, appassionato di giornalismo e di teatro. “Enogastronomia, antichità e desiderio di benessere, in attesa che un giorno, ad apprezzare questo progetto di vita – e non di puro investimento – ci saranno i nostri eredi”. Elsa Panini, anch’essa proveniente da una famiglia di imprenditori, biologa per formazione e cuoca per passione, con un passato nel controllo qualità, è a capo della Scuola di Cucina, a cui è affidato il compito di portare il concetto della sana alimentazione al di là delle mura, grazie ai corsi aperti a tutti, che animeranno il palinsesto durante l’anno. “Il nostro è un vero e proprio progetto di vita, più che di lavoro, che mi ha permesso di apprezzare ancora di più il valore della bellezza e delle cose fatte bene e con amore. È un sogno che si realizza, fatto di amore e mattoni vecchi di mille anni, benessere e cibo”.

L’ARCHITETTO CHE HA CURATO IL RESTAURO
Il progetto di restauro è stato curato dall’Architetto Massimo Raschiatore, con la supervisione della Soprintendenza Archeologica, data la natura storica dell’opera. “Fin da subito era evidente che la sfida non sarebbe stata delle più semplici. Per capirlo bisogna guardare le foto dell’avanzato stato di abbandono in cui si trovava la Rocca. Per questo sono felice che la proprietà abbia deciso di dedicare un’ala della struttura alla memoria storica dei lavori fatti”. L’edificio è composto da tre livelli di edificazione, uno del 1000, uno del 1200 e uno del 1300, epoca in cui è stato eretto il corpo di fabbrica centrale, interno rispetto ai bastioni, quello dove attualmente si trovano tutti gli ambienti abitati, che all’epoca però non fu mai ultimato. Ci sono molti indizi che raccontano di una storia interrotta. Come gli inviti delle due torri angolari, ben visibili dalla passeggiata sui bastioni, che sembrano una rimanenza a seguito di un abbattimento, ma che in realtà sono la testimonianza di un’interruzione. “A differenza di tutti gli altri edifici medievali che troviamo in Piemonte la Rocca è rimasta dormiente dal 1400. In questo è uno dei più rari esempi di architettura medievale incontaminata dal passaggio dei secoli”.  I nuovi volumi sono stati studiati in modo tale da integrarsi nell’impianto architettonico, seguendo un filo conduttore comune dell’originalità e del recupero.

L’OPERA DI POMODORO
Prima di poter ammirare il Monferrato dai piani alti della Rocca, prima di poter accedere agli spazi interni che la caratterizzano – dalla Scuola di Cucina alle Camere, passando lo spazio dedicato agli Eventi – gli ospiti rimarranno ammaliati dalla vista di un’opera dal valore impareggiabile. Si tratta di “Soglia: a Eduardo Chillida”, una scultura realizzata dal riconosciuto artista classe 1926 Arnaldo Pomodoro in passato donata al MASI da Credit Suisse in occasione della celebrazione dei 150 anni della banca e, successivamente, collocata nell’Agorà di LAC Lugano Arte e Cultura. È un grande parallepipedo in bronzo e fibra di vetro che cattura subito l’attenzione all’ingresso, superato il Giardino dei Semplici sulla destra, negli spazi antistanti l’accoglienza. I neofiti sapranno apprezzare l’unicità dell’elemento, gli intenditori la coerenza con gli altri capolavori di uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto anche all’estero. Non si può rimanere indifferenti di fronte al suo stile, unico. Le sue opere, infatti, si rompono e si frammentano davanti agli occhi che, nelle geometriche forme, non apprezzano la perfezione dell’estetica esterna ma bensì il cuore della struttura. Un insieme di linee ed elementi grafici che riconducono a ingranaggi o alle note di una composizione musicale.

LE CAMERE
Sei saranno le stanze dove gli ospiti potranno accomodarsi e vivere l’esperienza della Rocca di Arignano. Riposare in questi ambienti, che non hanno avuto abitanti per secoli, guardare da quelle finestre, che per 700 anni sono rimaste serrate, sembra impossibile. In ogni camera l’equilibrio dei materiali è affidato ai mattoni che rivestono le generose altezze, ai materiali di recupero, alle vecchie ceramiche, al legno, ai velluti, ai portoni borchiati che sanno di storia, al ferro grezzo, alla lana cotta e al lino dei tessuti. Il linguaggio è lontano e contemporaneo allo stesso tempo. Fiori all’occhiello della struttura sono la suite della Camera della Guardia con accesso privato, che prende il nome proprio dalla sentinella che qui riposava al termine della ronda, e la Camera della Trinità, la suite a doppia altezza con vasca idromassaggio, che culmina con il terrazzo privato che si trova a 30 metri di altezza. Da qui si può godere di un panorama che lascia senza fiato, fatto di dolci colline, di borghi e di natura. E che presto si potrà ammirare da altre nove stanze.

LA LOCANDA DELLA ROCCA
A firmare la carta del Ristorante La Locanda della Rocca, lo chef 1 Stella Michelin di Guido Ristorante, Ugo Alciati. Chiamato a coordinare il progetto ristorativo, ha scelto come executive chef Fabio Sgrò, dopo aver instaurato con lui un rapporto umano prima ancora che lavorativo. “Pur non avendo mai lavorato fianco a fianco con Fabio, sono certo che si rivelerà la persona giusta per questo progetto, è un condensato di esperienze di spessore in ristoranti di livello, anche a livello internazionale”. La filosofia di cucina è stata costruita a 4 mani, grazie a studi che arrivano fino all’epoca medievale, portati a termine attraverso libri e ricettari. Il risultato è una proposta culinaria singolare: da un lato in grado di richiamare gli usi di un tempo e dall’altro la contemporaneità. Locale, stagionale ed etica sono le tre caratteristiche imprescindibili per la selezione delle materie prime, al fine di creare una linea di continuità con il territorio e in sintonia con il panorama naturale. La presenza dello chef Alciati alla Rocca sarà contingentata a lezioni di cucina, nella Scuola, orchestrata dalla Direttrice Creativa Elsa Panini, a eventi eno-gastronomici e a occasioni speciali.

L’EXECUTIVE CHEF FABIO SGRÒ
A guidare la cucina del ristorante La Locanda della Rocca ci sarà l’executive chef Fabio Sgrò. Classe 1985, originario di Montà d’Alba (CN), dopo la Scuola Alberghiera a Barolo, inizia il suo percorso tra i più importanti alfieri della ristorazione locale: Massimo Camia, 1 Stella Michelin; Davide Palluda al Ristorante L’Enoteca di Canale; la Locanda del Pilone di Alba; il ristorante Marcelin di Montà dove a 20 anni è già Sous Chef. È il 2005-06 quando raggiunge L’Albereta di Erbusco (BS) per uno stage, quando vi è ancora – seppur non come Executive Chef – Gualtiero Marchesi. Nel 2011 ritorna al Marcelin di Montà in qualità di Executive Chef e tre anni dopo si imbarca per Hong Kong alla chiamata di Umberto Bombana per prendere in mano la brigata del ristorante italiano La Piola. Sempre in terra asiatica, in qualità di Corporate Executive Chef del ristorante fusion di stampo italo-giapponese Lai Sun, riesce a far entrare il suo locale nella lista dei 100 migliori ristoranti asiatici per il South Morning China Post a soli 6 mesi dall’apertura. Dopo tre anni lontani dall’Italia, a fine 2017 decide di fare ritorno. A fine 2020 riceve la proposta da parte di Ugo Alciati che oggi lo incorona executive chef de La Locanda della Rocca. “È un onore immenso essere stato scelto per guidare la brigata di un progetto così eccezionale nella sua unicità. Lavorare fianco a fianco con Alciati è per me motivo di arricchimento personale”.

 

LA SCUOLA DI CUCINA
Nello stesso piano della cucina e della sala del ristorante si troverà la Scuola di Cucina, dove la direttrice creativa Elsa Panini illustrerà la sua filosofia di alimentazione sana e genuina con le proprie lezioni. L’anima della scuola è il grande tavolo centrale, che non solo ospiterà i suoi corsi, ma sarà anche il palcoscenico su cui si muoveranno le mani esperte di cuochi e professionisti. Qui prenderanno vita i lievitati, le paste e le creazioni pasticcere che si potranno degustare alla tavola del ristorante. Le parole chiave sono stagionalità, tradizione, territorio, ritorno alla terra, circolarità, genuinità, salute e benessere. Parole che restano solo teoria, se non sono seguite da una pratica coerente. Ed è esattamente quello che succede all’interno della scuola, al centro di uno degli ambienti più evocativi del castello, dove un calendario fitto di lezioni animerà il palinsesto durante tutto l’anno.
Tra le docenze confermate quella di Petunia Ollister, la creatrice dei #bookbreakfast; di Frollemente, il progetto nato tre anni fa dall’amore per la fotografia e la cucina di Lucia e dalla creatività e passione per la tecnologia di Claudio; dello chef * Stella Michelin, Ugo Alciati e di Carol Choi e Francesco Scarrone, anime del Rantan, l’agriturismo in Val Chiusella immerso nella natura ma dal respiro internazionale, dove scoprire il vero sapore delle materie prime.

L’ORTOLANO
L’orto della Rocca sarà affidato al classe 1987 Paolo Gilardi. Fin dall’avvio della sua attività, coltiva nella collina di Pino Torinese tutto ciò che gli altri contadini hanno scelto di non produrre: zucchine gialle, pomodori provenienti da tutte le fasce climatiche del mondo, rabarbaro e rafano bavaresi solo per fare qualche esempio illustre. Lo fa da sei anni, con la sua azienda agricola Badola dove mette in pratica le tante nozioni apprese nelle esperienze olandese e tedesca, importando dall’Inghilterra, e non solo, i semi di ‘verdure alternative’ ed elaborando, sul terreno che un tempo era appartenuto al nonno, le teorie del visionario Pascal Poot. “Lo stress idrico fa bene alle piante, perché permette al seme di sviluppare una resistenza alla siccità dalla generazione successiva”. La sua ricerca ha colpito la proprietà della Rocca di Arignano, che ha individuato in lui la persona giusta a cui affidare gli orti privati, naturale motore de La Locanda della Rocca e della Scuola di Cucina stessa, sia come produzione che come didattica. “Questo incarico alla Rocca mi permette di chiudere in qualche modo il cerchio, dando delle coordinate precise del mio metodo di lavoro, del mio approccio, della mia offerta e del racconto che ne verrà fatto. Il tutto sarà assolutamente in linea con l’ecosistema della Rocca di Arignano, da rispettare e valorizzare”.

IL PERCORSO SENSORIALE
Si tratta di un cammino che prende origine alla base del pendio su cui si erge il Castello. Un percorso fatto di suoni, di colori e di profumi che culmina in cima alla terrazza panoramica. Durante la passeggiata, la Rocca si presenta in punta di piedi tra le fronde degli alberi. Ed è solo quando si raggiunge il Giardino dei Semplici che si percepisce l’esatta grandezza della struttura. Un giardino medievale, dove ogni specie botanica è stata messa a dimora sia con scopi didattici che gastronomici (sono molte le piante edibili), e dove svetta l’imponente Cedro del Libano che da trecento anni si contende il primato in altezza con il torrione principale. Il percorso prosegue poi all’interno, dove lo scalone che collega tutti i livelli, conduce fino alla passeggiata dei bastioni, per concludersi poi con l’estasi finale della grande terrazza panoramica, dove tutto sembra inchinarsi alla maestosità della Rocca stessa. Da qui il punto di vista sul paesaggio è unico, e incanta per l’abbraccio che la natura riserva agli ospiti.

L’AREA BENESSERE
Quando Elsa Panini e Luca Veronelli hanno scoperto la stanza attualmente adibita allo spazio benessere durante il restauro, non hanno avuto dubbi su cosa sarebbe dovuta diventare. La sua posizione strategica, di raccordo fra le camere e il piano sottostante, e la speciale atmosfera che hanno respirato sin dal primo momento, non ha fatto percepire loro alcune alternative e così è stato. Negli spazi attualmente dedicati al wellness gli ospiti delle camere potranno prenotare alcune ore di relax, di decompressione dal mondo esterno e dalla quotidiana routine della settimana, per dedicarsi a sé stessi. Fra massaggi e trattamenti, realizzati con soli prodotti naturali per la cura del corpo – oli ed essenze, tessuti naturali, legni e pietra – in base alle richieste della clientela, rigenerarsi sarà immediato. Per chi vorrà vivere un’esperienza di benessere a 360° vi sarà anche la possibilità, su prenotazione, di partecipare agli yoga retreats che si terranno nella terrazza panoramica con le indicazioni dell’insegnante Clara Vigasio.

LO SPAZIO EVENTI
Anniversari, cerimonie, meetings aziendali, seminari, team buildings o avvenimenti privati, tutti gli spazi interni ed esterni saranno versatili e adattabili alle esigenze delle persone che intenderanno vivere la Rocca. Sarà possibile riservare un solo livello, un solo ambiente, come la sala del Dongione o la terrazza panoramica che domina la Rocca, oppure tutta la struttura. Mentre lo spazio ideale per le presentazioni sarà la sala meeting al primo piano, dotata di impianto audio e video, chi vorrà organizzare un light lunch o un aperitivo dovrà preferire la terrazza principale al quarto piano. A disposizione per una festa privata vi saranno anche tutti gli ambienti esterni, dalla passeggiata dei bastioni, al giardino dei semplici, fino all’orto; cornici perfette per una festa privata. A disposizione anche le cucine della Locanda della Rocca, che realizzeranno un menu su misura, oppure diventeranno il palcoscenico per un team building a sfondo culinario.

IL CONTESTO E I DINTORNI
La Rocca è posizionata nella parte più alta di Arignano, là dove si sviluppa il nucleo medievale, nel cui centro la Piazza della Parrocchia dell’Assunzione di Maria Vergine è il punto d’unione tra l’architettura barocca della chiesa di settecentesca memoria, e la Rocca stessa. Nelle giornate limpide lo sguardo dalle terrazze panoramiche si perde tra le colline del Monferrato. Sullo sfondo la Basilica di Superga suggerisce che al di là della collina torinese, si sviluppa la città. Tutto intorno la cornice è quella delle Alpi, testimoni silenziose della vita che scorre su queste dolci alture. Completano lo splendido paesaggio di contorno al castello medievale il lago di Arignano – esemplare testimonianza di natura incontaminata – l’Abbazia di Vezzolano – una fra le realtà, situata nel comune dell’astigiano Albugnano, di stile romanico e gotico più importanti dell’intera regione – e la città di Chieri, conosciuta come la città delle cento torri della nobiltà, che ancora oggi conserva il suo impianto medievale e i suoi edifici trecenteschi e quattrocenteschi: l’Arco di Trionfo, il Duomo e le chiese Barocche.