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Allarme caro energia per le imprese: “l’aumento potrebbe essere di 30 mila euro”

Come previsto lo stop del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina ha riportato i prezzi del gas a livelli dell’autunno 2023. Va da sé che questa situazione potrebbe creare problemi seri alle imprese e alle famiglie che già pagano una bolletta del gas più alta rispetto a quanto succede negli altri Paesi europei.

In particolare, le imprese, in questi primi giorni del 2025 hanno visto le quotazioni del prezzo del gas superare il tetto dei 50 euro per megawattora.

 

Nel 2025 la stima di Nomisma energia rispetto alla bolletta energetica è di 200-300 euro per una famiglia media italiana mentre per un’impresa media l’aumento potrebbe essere di 30 mila euro.

 

In pratica, se nello scorso anno, (secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato), le piccole e medie imprese italiane hanno pagato l’elettricità il 9,9% in più rispetto alla media Ue, per il 2025 si hanno proiezioni di costi che potrebbero essere maggiorati fino al 15% a causa del “caro metano”.

 

Le imprese che potrebbero essere maggiormente penalizzate sono quelle cosiddette energivore che hanno bisogno di grandi quantità di energia per produrre come quelle della ceramica, vetro, lavorazione di metalli, acciaio, pulitintolavanderie ecc

 

“Questa crisi energetica, a breve, si ripercuoterà negativamente sull’occupazione e sull’intera economia perché quando le piccole imprese soffrono e i posti di lavoro sono a rischio, consumi e crescita subiscono una frenata – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte -Il mondo produttivo, già in crisi per una congiuntura particolarmente negativa dovuta alla crisi dell’automotive, che ha convolto tutto l’indotto, per il decalage del Superbonus che ha frenato il comparto dell’edilizia, per il possibile aumento delle accise che sta preoccupando l’autotrasporto, deve ora fare i conti con i rincari dell’energia.”

“Servono politiche mirate per affrontare e prevenire i rincari senza dover subire sistematicamente gli effetti della crisi energetica-conclude Felici– Inoltre si rischia la speculazione nei contratti che potrebbe mettere in moto una fiammata dei costi non giustificata dall’effettivo aumento della materia prima. Occorre affrontare il problema in un’ottica di breve, di medio e di lungo termine. Nel breve termine gli strumenti sono quelli di supporto alle aziende, che hanno il costo dell’energia che incide in maniera importante, possibilmente in un quadro di armonizzazione con gli incentivi che anche nel resto d’Europa si danno alle aziende. Nel medio termine l’unica strada percorribile è la penetrazione delle rinnovabili e la configurazione di un mix a costo ottimale. Nel lungo termine, invece, possiamo certamente aprirci a tecnologie nuove e diverse, sempre naturalmente nell’ottica di un’attenzione ai costi”.

“La bolletta elettrica delle nostre aziende è già tra le più costose d’Europa. – sottolinea Michele Quaglia, vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – Le pericolose fluttuazioni dei costi del metano, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, rischiano quindi di inasprire una situazione già di per sé complessa, considerato che nel mix energetico il gas ancora pesa per il 42%. Questo problema mostra innanzitutto l’urgenza di interventi di politica energetica da parte del Governo su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, disaccoppiamento dei costi tra energia elettrica e gas, sostegno convinto delle rinnovabili e delle azioni per l’efficientamento e la riqualificazione energetica degli edifici. Le imprese, dal canto loro, devono puntare ad azioni efficaci in termini di transizione energetica attraverso una collaborazione sempre più stretta tra attività produttive e territorio. Di qui, la scelta di Confartigianato Cuneo di supportare le aziende creando CER-a, la comunità energetica operativa da giugno 2024 su Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Attraverso le comunità energetiche si dà vita ad un importante progetto etico che pone cittadini e imprenditori al centro, fornendo loro una maggiore consapevolezza del sistema di produzione ed erogazione dell’energia e una buona protezione dalle fluttuazioni dei costi. Rappresentano quindi un’importante realtà di visione, grazie alla quale sarà possibile raggiungere grandi risultati in termini di sostenibilità ambientale attraverso la condivisione dell’energia.».

«In questi primi sei mesi CER-a ha già ottenuto risultati molto significativi – sottolinea Franco Roagna presidente della CER-a di Confartigianato Cuneo – e l’interesse da parte di imprese, istituzioni e cittadini si sta dimostrando molto alto. Ad oggi abbiamo già attive sul territorio 26 configurazioni che nel 2025 produrranno energia elettrica da fonti rinnovabili per un totale di 11MW. CER-a si sta anche dimostrando un efficace strumento di cambiamento culturale per quanto riguarda la transizione energetica, affiancando ai dati tecnologici valori di natura etica, quali la collaborazione e la sussidiarietà, con la promozione di uno stile di vita orientato alla condivisione e al risparmio energetico. Attraverso la nostra comunità energetica, che non ha scopo di lucro, gli incentivi che vengono generati sono equamente suddivisi tra i produttori, i consumatori e a favore del territorio, con la collaborazione delle amministrazioni locali, a cui viene destinata una parte considerevole degli introiti economici per mitigare la povertà energetica locale e promuovere l’uso consapevole dell’energia.».

cs

Un viaggio nella storia delle Universiadi all’archivio di Stato di Torino

Un viaggio nella storia delle Universiadi, all’archivio di Stato di Torino, in piazzetta Mollino, sino al 23 gennaio 2025, dalle ore 10 alle 18.30, con ingresso libero.

Fiaccole, bracieri, tante storie e le medaglie, quelle d’epoca e quelle nuove nate da un concorso organizzato tra gli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, vinto dalla giovane Matilda Elia.

Igino Macagno

I treni sono un disastro? Di chi la colpa?

IL COMMENTO

Sulla feroce polemica contro il Ministro dei trasporti a proposito dei grossi ritardi della giornata di sabato occorre fare chiarezza nell’interesse del Paese. 
Nell’ultimo anno i ritardi dei treni sono aumentati a vista d’occhio. Perché? Perche’ gli incentivi alle aziende di trasporto ad utilizzare il trasporto su rotaia (il Ferrobonus che ideai e finanziai io nel 2009 quando ero Sottosegretario di Stato ai trasporti) hanno funzionato ed hanno raddoppiato il traffico merci su rotaia. Ma per trasportare queste merci sono aumentati i treni merci che viaggiano sulla nostra rete ferroviaria. . Per quanto riguarda il trasporto passeggeri il successo dell’alta Velocità ha aumentato se non raddoppiato i passeggeri e quindi il numero dei treni in circolazione . Siccome giustamente si è aperto il mercato a più operatori sia nel trasporto passeggeri che quelli merci sono aumentati notevolmente i treni che circolano sulla nostra rete ferroviaria che sostanzialmente è quella ristrutturata nel dopoguerra usando i fondi del Piano Marshall. L’alta velocità ha usufruito anche dallo spazio offerto dal trasporto aereo che ha alcune tratte molto care. La grande novità è rappresentata dalla costruzione della RETE ad AV che corre su binari propri da Torino a Salerno e entrata in funzione sabato 5 dicembre 2009.
L’aumento della domanda di trasporto ad AV ha portato a un forte aumento dei treni in circolazione.  Infine per utilizzare al meglio i fondi del PNRR sono stati decisi investimenti di alcune decine di miliardi sulla rete normale e siccome i lavori debbono essere ultimati entro la metà del 2026, altrimenti si debbono restituire i soldi alla Europa, attualmente sono in corso oltre 1000 interventi sulla rete. Per garantire la sicurezza sul lavoro ovviamente quando si lavora i treni non viaggiano o vengono deviati.  Ecco i motivi dei ritardi e dei disagi.  Se uno ristruttura casa continuando ad abitarla subisce disagi sino a quando i lavori non sono ultimati ma poi sta meglio di prima. Mi stupiscono gli interventi di due ex Ministri dei Trasporti, Bersani e Giovannini.  Bersani in particolare, perché lo ritengo una persona seria e perché da Ministro ha fatto cose buone.  Chi è stato al governo e specificatamente al Ministero dei trasporti dovrebbe premettere che da quando si delibera un investimento sulla infrastruttura della rete ferroviaria occorrono molti mesi/anni per terminare i lavori.
Nessun investimento serio finanziato dal Governo Meloni, che ha iniziato la sua attività due anni e due mesi fa, potrebbe essere già  ultimato oggi.   Per la carenza della rete ferroviaria occorre cioè riferirsi ai Governi precedenti. Ricordiamo tutti la Conferenza stampa del Governo Prodi a Caserta quando due Ministri litigavano sulla TAV e il Professore disse: “Volete fare cadere il Governo?” Salvini non ha nessuna colpa se il vecchio traforo ferroviario del Frejus è fermo da quasi due anni causa una frana in territorio francese che i francesi, se Dio vuole, risolveranno nella prossima primavera. Giovannini poi imputa (sic) all’attuale Governo di aver diminuito gli interventi sulla rete autostradale a favore della rotaia. Forti le polemiche sulla enfasi di Salvini  sul ponte di Messina ma non spiegano cosa farebbero in alternativa.
Io sono convinto che la priorità per il nostro Paese sia l’attraversamento delle Alpi, dove si dirigono 2/3 delle nostre esportazioni,  e quindi la TAV, il Brennero  e poi il Ponte.
Noi non dobbiamo fermare i cantieri in corso anzi dobbiamo accelerare i lavori sulla TAV, sul Terzo Valico,  sul Brennero.  Quando avremo ultimati queste reti che ci collegheranno alla Francia e alla Spagna (TAV), alla Svizzera e alla Germania Ovest (Terzo Valico) e a Austria e a Baviera Germania Est (Brennero) oltre ai 1500 interventi sulla rete ferroviaria normale, allora il nostro viaggiare sarà ancora più importante e bello.  Facciamo i sacrifici ancora per due anni e poi viaggeremo tutti meglio e in modo green. Sì perché il Treno è l’unico mezzo di trasporto che non inquina e riducendo la congestione del traffico sulle strade anche qui inquinerà di meno e ci porterà lavoro e benessere.
Mino Giachino
già Sottosegretario di Stato ai trasporti

Complicanze respiratorie: al Mauriziano ambulatorio distrofia muscolare di Duchenne

Realizzato con l’associazione di pazienti “Parent Project”, sarà punto di riferimento nazionale per la patologia genetica rara che si manifesta in un neonato maschio ogni 5000 causando la progressiva degenerazione dei muscoli di tutto il corpo.
«I pazienti possono effettuare in un’unica giornata tutti i controlli periodici necessari in ambito sia respiratorio sia cardiologico» spiega il dottor Fabrizio Racca, Direttore della Struttura di Anestesia e Rianimazione generale che è capofila del progetto.
Ha preso avvio il primo ambulatorio multispecialistico delle complicanze croniche respiratorie e cardiologiche dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. Realizzato in collaborazione con l’associazione di pazienti “Parent Project”, il nuovo ambulatorio è a disposizione dei pazienti con distrofia muscolare di Duchenne (DMD), che hanno già compiuto 14 anni, e rappresenterà un punto di riferimento nazionale per questa patologia genetica rara (circa un migliaio i pazienti in Italia).
«Al Mauriziano – spiega il dottor Fabrizio Racca (Direttore della Struttura di Anestesia e Rianimazione generale -, i pazienti seguiti dal servizio possono effettuare in un’unica giornata tutti i controlli periodici necessari in ambito sia respiratorio sia cardiologico. In media, il “Day Service” si svolge due volte all’anno per ogni paziente e riguarda un totale di circa 50-60 pazienti all’anno». Gli specialisti operano coordinandosi con i neurologi di riferimento, mentre la prenotazione delle visite viene curata dalle operatrici del Centro Ascolto Duchenne di Parent Project. Il dottor Racca si occupa di questa patologia da circa vent’anni e figura tra i massimi esperti a livello internazionale, tanto da essere stato tra gli organizzatori del Convegno internazionale di consenso sulla gestione respiratoria dei pazienti affetti da DMD che si è tenuto quest’anno a settembre a Roma, nonché, da circa 15 anni, la figura di riferimento per la gestione delle problematiche respiratorie della Conferenza internazionale sulla DMD che si tiene sempre a Roma ogni anno.
La distrofia muscolare di Duchenne (DMD) è una patologia genetica rara, che si manifesta in un neonato maschio ogni 5000. È la forma più grave di distrofia muscolare e causa una progressiva degenerazione dei muscoli di tutto il corpo, che perdono nel tempo la capacità di funzionare. Nel corso dell’adolescenza i ragazzi perdono la capacità di camminare e, gradualmente, la patologia inizia ad estendersi anche ai muscoli respiratori ed al cuore.
A oggi non esiste una cura. Negli ultimi 25 anni, però, grazie ai progressi della ricerca e ad una presa in carico clinica multidisciplinare, l’aspettativa di vita (che pochi decenni fa non superava l’adolescenza) è raddoppiata. Lo scenario della malattia continua ad evolversi: i bambini che oggi nascono con la DMD diventano adulti e per questo motivo famiglie e società devono saper fronteggiare nuove sfide e bisogni. I giovani pazienti devono essere accompagnati nella costruzione di un progetto di vita e di una loro autonomia: la gestione clinica diventa sempre più fondamentale per garantire la migliore qualità della vita possibile durante l’età adulta.
«La prevenzione delle complicanze respiratorie e cardiache è un aspetto fondamentale della presa in carico nei pazienti giovani e adulti che convivono con la Duchenne – aggiunge il dottor Racca -. In questo senso, oltre alla Direzione sanitaria del Mauriziano, che ha accolto il progetto, sottolineo il grande contributo della Struttura di Pneumologia diretta dal dottor Roberto Prota e della Struttura di Cardiologia diretta dal dottor Giuseppe Musumeci, tasselli fondamentali nel mosaico di cura dei nostri pazienti».
Le unità del Mauriziano operative sul progetto sono quelle di Anestesia e Rianimazione Generale (che svolge il ruolo di capofila), Pneumologia, Cardiologia, Riabilitazione e rieducazione funzionale. Il Day Service vede coinvolte numerose professionalità: anestesista/rianimatore, pneumologo, tecnico di fisiologia respiratoria, cardiologo, fisiatra e fisioterapista.
Un obiettivo secondario del progetto è quello di implementare un’offerta chirurgica multispecialistica specifica, attenta alle necessità dei pazienti con DMD. Per effettuare un intervento chirurgico in anestesia, una persona con DMD ha bisogno di un’equipe multidisciplinare esperta nella prevenzione e gestione delle complicanze respiratorie e cardiologiche acute intra e postoperatorie.
Parent Project aps è l’associazione italiana di riferimento dei pazienti con distrofia muscolare di Duchenne e Becker e delle loro famiglie. Attiva dal 1996, opera su diversi fronti con l’obiettivo di costruire un presente ed un futuro di qualità per bambini, ragazzi ed adulti che convivono con la patologia. La rete dei Centri Ascolto Duchenne affianca pazienti e famiglie nella quotidianità, grazie alla professionalità di psicologhe e psicologi, assistenti sociali ed una fisioterapista. L’associazione sostiene la ricerca sulla patologia ed è attiva nell’ambito della divulgazione, formazione ed informazione scientifica, oltre che nella promozione di progetti innovativi per rispondere sempre più ai bisogni di pazienti e famiglie.

Cittadinanza, Ruffino: “Tajani faccia marcia avanti”

Trovo apprezzabile la determinazione del ministro Tajani quando assicura che Forza Italia non farà marcia indietro sulla sua proposta di cittadinanza. Bene, provi allora a fare marcia avanti. Eviti solo di consumare il tempo con annunci a cui non segue nessun atto politico. Così l’on. Daniela Ruffino (Azione):

‘Antico Testamento’ per la regia di Gabriele Vacis debutta alle Fonderie Teatrali Limone

Debutto in prima nazionale della Trilogia dei Libri Antico Testamento per la regia di Gabriele Vacis alle Fonderie Teatrali Limone

 

Martedì 14 gennaio debutta in prima nazionale alle Fonderie Teatrali Limone, ‘Antico Testamento’ per la regia di Gabriele Vacis, il primo spettacolo che compone il progetto pluriennale ‘La trilogia dei libri’, nuova produzione del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale in collaborazione con PoEM impresa sociale.

Dopo la ‘Trilogia della guerra’, in cui Vacis e PoEM avevano indagato tre grandi classici del teatro greco, il nuovo progetto de ‘La Trilogia dei Libri’ è dedicato ai testi sacri delle religioni monoteiste e si concentrerà, nei prossimi due anni, su Nuovo Testamento e Corano.

Lo spettacolo resterà in scena per la stagione in abbonamento fino a domenica 26 gennaio 2025.

Nel III secolo a. C. , sotto il regno di Tolomeo II, una commissione di settantadue sapienti ebrei fu incaricata di tradurre in greco il Pentateuco, ovvero i primi cinque libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Le narrazioni contenute in questi libri sacri costituirono un vero e proprio spartiacque, relegando il mito che, fino a quel momento, era stato il principale strumento per spiegare le origini e l’ordine del mondo, a una sfera di fantasia. Il linguaggio dell’Antico Testamento, intriso di simbolismi e significati profondi, pone una sfida che sappia cogliere non soltanto il messaggio religioso, ma anche il contesto culturale e storico in cui tali testi furono scritti.

Gabriele Vacis e gli artisti di PoEM si sono confrontati con queste domande, tentando di restituire la poesia e la profondità di questi testi millenari attraverso un linguaggio che parla all’uomo di oggi, ricucendo il legame tra passato e presente e donando nuova vita alle parole che, pur distanti nei secoli, continuano a risuonare con forza nelle coscienze.

“La Trilogia della guerra, Prometeo, Sette a Tebe e Antigone e i suoi fratelli – annota Gabriele Vacis- ha avvicinato PoEM ai testi antichi, alle nostre radici greche. ‘Siamo tutti greci’ affermava Borges. E anche l’Antico Testamento come lo conosciamo noi proviene da quel mondo. Ad Alessandria d’Egitto, nel III secolo a.C., una settantina di sapienti traducono in greco i primi cinque libri della Bibbia. Sta finendo l’epoca dei tragici, ma l’humus culturale è quello, un ambiente di scambi profondi tra Grecia, Egitto e tutto il Medio Oriente. Un momento che innegabilmente ha fondato il nostro modo di stare al mondo, ha modellato il prima e governato il dopo e che spesso, senza che ci rendiamo conto della ragione, fonda le relazioni che abbiamo, le leggi che rispettiamo. Nella Trilogia della guerra siamo andati a cercare le ragioni di scelte, giudizi, diritti e leggi che continuano a gettarci nei conflitti. Ho provato a capire come queste parole ci parlino ancora e che cosa abbiano da dire a dei giovani di questo millennio.

A questo punto è stato naturale continuare il lavoro sull’altro grande serbatoio delle antiche scritture, i libri sacri.

Così abbiamo pensato a una nuova trilogia che porterà in scena l’Antico Testamento nel 2025, il Nuovo Testamento nel 2026 e il Corano nel 2027. Quindi abbiamo cominciato a leggere l’Antico Testamento. Per alcuni dei ragazzi di PoEM era la prima volta ma non è stato difficile appassionarsi alle storie della creazione e dei patriarchi. Quello che si è capito subito è che i primi cinque libri della creazione raccontano, più o meno eguali alla Torah, la creazione come separazione. Dio è quello che separa il cielo dalla terra, le acque dall’asciutto, il buio dalla luce.

Poi racconta una migrazione, come se l’esodo fosse un elemento costitutivo di un’altra. Terzo grande tema è la costruzione di un popolo, di una grande famiglia. Cosa ci dicono i libri sacri sui grandi temi? Come usciamo dalle secche delle banalizzazione e delle strumentalizzazioni che delle parole, quelle antiche come quelle attuali, fanno le tecnologie di comunicazione?

Dalla lettura del Pentateuco estraggo domande che pongo agli attori. Le domande richiedono come risposte delle storie piuttosto che opinioni. Non chiedo se sia giusto che creare significhi separare, ma “Quando hai vissuto una separazione?” Che cosa è nato da quella separazione?”

Non chiedo se sia giusto accogliere i migranti? Ma quando hai affrontato una migrazione? Rispondendo a domande come queste gli attori raccontano vicende personali, che vengono poi riprese e intrecciate e generano una drammaturgia che ha anche a che fare con noi, con me, nato quando è nata la televisione e iniziato all’uso del computer trenta anni fa, mentre la dozzina di ragazzi sono nati solo qualche anno prima di Facebook.

Questo è un modo per liberarsi dai pregiudizi e dai conformismi che ci spingono a fare uso del nome di Dio per il falso”.

Fonderie Teatrali Limone dal 14 al 26 gennaio 2025 prima nazionale La Triologia dei Libri Antico Testamento

Mara Martellotta

Sharenting. La condivisione delle immagini dei bambini sui social

I  rischi connessi

Mentre mangiano o giocano, quando sono al mare o insieme ai loro amici, le foto dei bambini spopolano su internet, sui social, sui profili Facebook o Instagram . Questa volonta´ di condivisione ´ certamente un gesto di affetto e di orgoglio da parte di genitori, dei nonni e di tutti coloro che li amano, ma spesso e’ una rischiosa e inopportuna sovraesposizione delle vita dei minori in un luogo virtuale non del tutto sicuro, la rete informatica.

Il termine sharenting, la fusione dall’inglese tra share (condividere) e parenting (genitorialita’), coniato da poco in America, ci spiega, appunto, questa abitudine molto diffusa ovvero quella di postare con frequenza immagini di piccoli uomini e donne creando, il piu´delle volte, un involontario racconto digitale della loro vita.

Prescindendo dalla questione che riguarda la mancata consapevolezza da parte dei bambini sul fatto che la loro esistenza venga resa pubblica, ci sono altri risvolti legati a questa consuetudine che possono rivelarsi davvero drammatici, tra questi spicca l’appropriazione e l’ utilizzo improprio delle immagini che spesso sfocia in vere e proprie azioni illegali e deprecabili.

Questa “moda” e’ all’attenzione del Garante della Privacy che gia´ nella Relazione annuale del 2021 ha proposto di estenderne la tutela rispetto alla questione del cyberbullismo.

Spesso le foto dei minori sono accompagnate da informazioni sensibili come il nome, l’eta´ e il luogo di appartenenza, che rendono ancora piu´semplice il lavoro di chi potrebbe impossessarsene con cattive intenzioni.

Il Garante della Privacy riassume cosi´ i rischi dello sharenting:

Violazione della privacy e della riservatezza dei dati personali e sensibili del minore ogni volta che si pubblica, senza il suo consenso, un’immagine sui social network, così come stabilito dalla Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Mancata tutela dell’immagine del bambino che subisce la perdita del controllo sulle proprie informazioni con conseguenze sulla creazione della sua identità digitale odierna e futura. I contenuti postati online, infatti, restano e permangono a disposizione di chiunque.

Esiste poi il rischio delle ripercussioni psicologiche che potrebbero iniziare a manifestarsi nel momento in cui i bambini, crescendo, cominciano a navigare autonomamente. Se i loro genitori non hanno provveduto a tutelare la loro immagine e la privacy, i bambini dovranno fare i conti con quanto è stato pubblicato senza il loro benestare e immagini molto intime e private come quella del bagnetto, ad esempio, potrebbero andare nelle mani di chiunque.

Tra i rischi peggiori c’e´ senz’altro quello della pedopornografia. Alcune immagini di bambini in situazioni private, infatti, possono essere rubate, manipolate e inserite nelle squallide pagine digitali dei siti per pedofili. L’addescamento, infine, e´un’altra oscura possibilita´che si prospetta a causa delle immagini condivise, ma anche delle informazioni che le accompagnano, utili mezzi per creare ganci per avvicinare i minori online.

Il Garante invita a porsi diverse domande prima di condividere le foto dei propri figli: mio figlio sarebbe contento di avere sue foto postate? E´una azione sicura per la sua presente e futura identita´online?

Si tratta di problemi reali, di rischi concreti perche´ la rete, sfortunatamente, e´popolata anche da persone dalla scarsa cifra morale alla ricerca non solo di immagini da collezionare ma anche in attesa che qualche minore sprovveduto caschi nella sua rete con inevitabili e nefaste conseguenze.

MARIA LA BARBERA

Fonte: www.garanteprivacy.it

Al via il nuovo percorso di Servizio Civile Universale

Si chiama Servizio Civile Universale, per chi lo svolge un’esperienza lunga un anno a disposizione della comunità tramite associazioni, enti, istituzioni. Per chi lo riceve un aiuto concreto, stabile ed organizzato sul quale fare conto. Un bando in scadenza il 18 febbraio 2025 offre, seppur con alcuni posti in meno rispetto l’anno passato, a giovani tra i 18 e i 28 anni un’importante opportunità di crescita.
La Città metropolitana di Torino e gli Enti da essa accreditati cercano 191 giovani da inserire in progetti di Servizio Civile Universale, di cui 67 posti riservati ai giovani con Minori Opportunità con un ISEE (in corso di validità) di valore inferiore o pari a 15.000 euro.
I progetti sono 11, e i campi a cui afferiscono vanno dall’assistenza (68 posti) alla protezione civile (7 posti), dalle biblioteche, compresa quella di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso” della Città metropolitana di Torino (64 posti) all’ambiente (27 posti), dall’animazione culturale (7 posti) alle scuole (18 posti).
Degli 11 progetti proposti dal nuovo bando, 5 sono realizzati direttamente dalla Città metropolitana di Torino insieme ad enti e associazioni.

Nel dettaglio:

  • Empatia in azione, progetto che promuove il sostegno, l’inclusione e la partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale, attraverso azioni concrete che garantiscono l’accesso ai servizi, la tutela dei diritti e la valorizzazione delle diversità.
  • Gira la pagina, progetto che intende mettere in comune le esperienze e le innovazioni delle singole biblioteche, per sostenerne e rinnovare il principale compito di diffusione della cultura, in particolare attraverso il miglioramento reciproco dell’accoglienza e della promozione e diffusione delle iniziative nell’intero territorio delle zone dei sistemi bibliotecari interessati del territorio.
  • Oasi blu, progetto che si impegna a promuovere la sostenibilità valorizzando le energie giovanili e coordinando competenze per riqualificare ecologicamente le aree degradate, proteggendo così l’ambiente e garantendo un futuro migliore.
  • Oasi in connessione, progetto che mira a sensibilizzare e coinvolgere gli abitanti nella prevenzione dei dissesti idrogeologici, inserendosi nell’ambito di gestione e tutela del territorio.
  • Riflessi verdi, progetto che promuove il riutilizzo, lo scambio e la cura ambientale locale, coinvolgendo attivamente i cittadini nel miglioramento della qualità della vita, riconoscendo l’interconnessione tra contesto locale e globale.

Dei 191 posti a bando sul territorio metropolitano torinese si cercano 177 giovani12 nel territorio alessandrino e 2 in quello biellese.
La durata prevista dai progetti è di 12 mesi.
Il trattamento economico è di 507,30 euro mensili.

Il bando scade il 18 febbraio 2025 alle 14

Per partecipare occorre possedere i seguenti requisiti:

  • cittadinanza italiana, oppure di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, oppure di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia;
  • aver compiuto il diciottesimo anno di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;
  • non aver riportato condanna, anche non definitiva, alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo oppure ad una pena, anche di entità inferiore, per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, oppure per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.

Il bando al link
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/servizio-civile/bandi-servizio-civ

150 studenti a Torino simulano le sedute dell’ONU

Da lunedì 13 a mercoledì 15 gennaio torna a Torino IMUN (Italian Model United Nations), la più grande simulazione delle sedute dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che coinvolge anche Napoli, Milano, Catania, Venezia e Roma.
L’appuntamento torinese si svolge nell’auditorium di Città metropolitana di Torino (Corso Inghilterra 7), Ente che, anche quest’anno, ospita, patrocina e supporta l’evento giunto alla decima edizione.

IMUN è un appuntamento annuale organizzato da United Network Europa, l’organizzazione europea che sviluppa e promuove percorsi innovativi di alta formazione per i giovani, seguendo il metodo didattico del Learning by Doing, per trasformare le conoscenze in vere e proprie competenze.

Potenziare la felicità: cultura ed empatia per una umanità rinnovata, è il tema della sessione 2025 di IMUN. Alle ragazze e i ragazzi partecipanti viene dato il compito di analizzare le problematiche attuali, le guerre, il cambiamento climatico, le diseguaglianze, per superarle e costruire il cambiamento. Durante i lavori i partecipanti sceglieranno ognuno il Paese membro delle Nazioni Unite da rappresentare; divisi in commissioni esamineranno insieme, rigorosamente in inglese, i topic proposti, per stilare delle risoluzioni conclusive che saranno votate nella plenary session, la cerimonia finale, una vera simulazione dell’Assemblea al Palazzo di Vetro.

Quest’anno i topic sotto esame sono molto significativi: norme severe contro i crimini di guerra legati alla violenza di genere; le disparità sociali e etniche, di genere e economiche, persino linguistiche; la protezione dei rifugiati e lo stop alle armi nucleari, l’aiuto alle popolazioni colpite da radiazioni atomiche; i crimini giovanili e le politiche di prevenzione e riabilitazione; l’emergenza climatica è al centro delle preoccupazioni di giovani, che discuteranno di biodiversità e sfruttamento sostenibile delle risorse.

Durante la plenary session verranno anche annunciati i best delegates, il primo dei quali verrà premiato con il viaggio a New York per prendere parte alle simulazioni internazionali all’interno del Global Citizens Model United Nations (GCMUN).