ilTorinese

Al via la seconda parte della stagione dello Spazio Flic, il Caleidoscopio della scuola circense

/

Al via il secondo tempo del Caleidoscopio dello Spazio Flic, il cartellone di spettacoli circensi che la Flic, scuola di Circo di Torino propone presso lo spazio Flic Centro Internazionale per le Arti Circensi, che ha sede in via Nicolò Paganini 0/200

Dal 18 gennaio al 29 giugno 2025 andrà in scena il secondo tempo del Caleidoscopio con ben 11 spettacoli in 16 appuntamenti e il grande finale dal 27 al 29 giugno con la terza edizione del Festival Oscillante.

La programmazione dello spazio Flic prevede due appuntamenti che vedono compagnie ospiti di livello internazionale. Il 18 e 19 gennaio 2025 sarà la volta di Akri, spettacolo del catalano Rosés Moretó, che viene presentato in prima nazionale. Questo assolo acrobatico esplora il concetto di confine attraverso l’uso di una scala, che diventa strumento circense e metafora di vita. Si tratta di un viaggio profondo che affianca tra loro discipline diverse quali il teatro, la manipolazione di oggetti e il movimento acrobatico, accompagnato da un’elegante colonna sonora e un sofisticato disegno di luci. Manél Roses Moretó è nato a Barcellona e, dopo la laurea presso l’Università di danza e Circo di Stoccolma, ha lavorato in varie compagnie, tra le quali il Cirque du Soleil.

L’8 febbraio 2025 approderà al Flic La Burla, presentato dalla compagnia Madame Rebiné. Si tratta di uno spettacolo di Circo contemporaneo che combina poesia e magia, con tre personaggi anziani che raccontano l’epilogo di un negozio di giocattoli, evocando un mondo sospeso tra nostalgia e modernità. Si pone all’interno di quella che è definibile la magie nouvelle, una corrente artistica che ha fatto della magia un linguaggio drammaturgico e che ha la volontà di utilizzare l’effetto come mezzo e non come fine. La compagnia Madame Rebiné è nata nel 2011 a Tolosa maturando un progetto iniziato alla Flic dall’incontro di Andrea Brunetto, Massimo Pederzoli e Alessio Pollutri.

Tre gli appuntamenti della rassegna Circo in Pillole tra febbraio e marzo.

Il primo febbraio, per la regia di François Juliot, con “La grande avventura” gli allievi del corso Mise a Niveau e dell’Anno tecnico metteranno in scena un’intensa esplorazione del tema della crescita e dell’avventura.

Il 22 febbraio il Circo in Pillole, Frammenti del futuro, diretto da Francesco Sgrò, si inserirà nell’ambito del ‘World Anthropology Day’, Antropologia pubblica a Torino e Milano. Si tratta di un progetto coordinato dall’Università di Milano Bicocca e realizzato in collaborazione con i Dipartimenti di Culture, Politica, Società e Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, in collaborazione con le università milanesi partner dello IULM e Statale e la Società di Antropologia Applicata, che cofinanzia l’iniziativa.

Lo spettacolo avrà come protagonisti nuovamente gli allievi del corso Mise à Niveau e dell’Anno Tecnico, unendo discipline circensi a temi antropologici in un racconto collettivo fatto di emozioni e gesti.

Il 9 marzo Florent Bergal guiderà gli allievi del secondo anno in un viaggio alla riscoperta della parte più istintiva e animale dell’essere umano, in “Zoography”.

Momento speciale della stagione sarà il 23 marzo, con la presentazione dei progetti work in progress vincitori dell’edizione 2024 di ‘Surreale’, la call internazionale per artisti di Circo under 35 promossa dalla Flic con il sostegno della Regione Piemonte e Ministero italiano per la Cultura. Durante la serata il pubblico potrà assistere a Failles del Collectif Desfoules, che invita a riflettere sull’equilibrio e la caduta attraverso un intreccio di corpi e pensieri, e ‘Abel’ della Cie del Caravaggio, un racconto teatrale che mette a nudo il vuoto dietro l’apparente pienezza della vita.

 

Mara Martellotta

ph. Matteo Ziglioli

Università, economia e felicità

Alla Fondazione Mirafiore di Farinetti a Serralunga d’Alba due primi incontri dell’anno venerdì 17 e sabato 18 gennaio rispettivamente sul tema dell’Università e su quello di economia e felicità

 

La Fondazione Mirafiore di Serralunga d’Alba promuove due incontri venerdì 17 gennaio alle ore 19 e sabato 18 gennaio alle ore 18.30 rispettivamente con Danilo Iervolino sul tema “L’Università italiana. A che punto siamo” e con Stefano Bartolini sul tema “Economia e felicità, un matrimonio possibile”.

Per il primo l’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti con prenotazione obbligatoria sul sito della Fondazione Mirafiore, per il secondo è sold out ed è possibile iscriversi alla lista d’attesa.

La Fondazione E. Di Mirafiore di Serralunga d’Alba inaugura il nuovo anno del laboratorio di Resistenza Permanente, diretto da Paola e Oscar Farinetti con due appuntamenti legati al tema del tempo, fil rouge di questa edizione, esplorato attraverso le prospettive dell’istruzione, dell’economia e del benessere.

Venerdì 17 gennaio alle 19 il primo ospite sarà Danilo Iervolino, imprenditore visionario, fondatore dell’Università Telematica Pegaso e dal 2022 proprietario della casa editrice BFC Media e della squadra di Calcio Salernitana. Iervolino ha rivoluzionato il settore della formazione online, apportando innovazione in un campo apparentemente statico. Durante il suo intervento affronterà il tema della scuola e dell’Università italiane, condividendo la sua esperienza e interrogandosi sul ruolo delle istituzioni educative nel costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. Non sarà soltanto un momento di analisi, ma anche di spunto verso l’azione per ripensare il ruolo dell’istruzione come motore di cambiamento sociale e culturale. Sarà un’occasione per riflettere su come le istituzioni educative possano rispondere alla sfida del presente, costruendo un sapere che sia realmente al servizio delle persone e della comunità.

Sabato 18 gennaio alle 18.30 sarà la volta di Stefano Bartolini, professore di Economia Politica all’Università di Siena, voce autorevole nel dibattito internazionale su economia e felicità. Nella sua lectio magistralis Bartolini esplorerà il rapporto tra prosperità economica e benessere personale e collettivo, analizzando i limiti del modello economico attuale e offrendo spunti per uno sviluppo e futuro più sostenibili. Bartolini guiderà il pubblico attraverso una riflessione profonda sul complesso legame tra crescita economica e felicità, affrontando una delle questioni più urgenti e al tempo stesso affascinanti del nostro tempo, se sia possibile conciliare la prosperità economica con la sostenibilità dell’ambiente, del tempo libero, della felicità.

La crescita economica ci ha liberato dalla libertà di massa, permettendo l’accesso ai beni di consumo, all’istruzione, alla sanità, ma anche producendo effetti negativi come crisi ecologiche, impoverimento delle relazioni interpersonali, sfociato negli ultimi decenni in solitudine di massa. L’impatto della crescita economica sul benessere delle persone è stato deludente. L’autore esplorerà gli effetti della crescita sulla qualità della vita, mettendo in evidenza non soltanto i progressi ottenuti, ma anche le contraddizioni del sistema.

Mara Martellotta

Derby della Mole, Torino -Juventus 1-1

Tensioni  prima della partita con il lancio di oggetti contro il pullman della Juventus. Va in frantumi il finestrino di un’auto della polizia. Poi si gioca: Toro e Juve pareggiano 1-1 il 183° derby della Mole. Segnano Yildiz al 9′ e Vlasic al 46′. La Juve registra il dodicesimo pareggio su 19 partite di Serie A.

Città della Salute, Pentenero – Valle (Pd): “Chi la metterà in sicurezza?”

Oggi la direttrice facente funzioni Borghese si dimette. Il prossimo commissario, Schael, arriverà a marzo.
Il non detto, grande come una casa, è chiaro: chi metterà la sua firma sotto il bilancio preventivo dell’azienda sanitaria più grande del Piemonte?
É una questione certamente delicata, vista l’attenzione della procura e della Corte dei Conti: proprio per questo sono gravi la disinvoltura delle anticipazione diffuse da Schael ieri e la mancata capacità di giungere a un accordo con l’Università da parte di Cirio e Riboldi.
Il commissariamento arriva dopo cinque anni di governo di centrodestra: non era davvero evitabile? E non c’era nessuno disposto a prendere servizio dal primo gennaio?
Riboldi e Cirio devono rispondere a queste domande, assumendosi le loro responsabilità.
Il sistema sanitario piemontese non può permettersi che Città della Salute resti allo sbando per due mesi.
CS

Antagonisti attaccano gazebo di Fdi

Un gruppo di militanti antagonisti ha assaltato un gazebo di Fratelli d’Italia a Torino, in corso Racconigi. “I centri sociali antagonisti – commenta Stefano Bolognesi, consigliere della circoscrizione 3 – hanno attaccato violentemente un nostro gazebo, tentando di rubare materiale e bandiere e aggredendo i militanti. Ringrazio le forze dell’ordine presenti per essere intervenute immediatamente e avere interrotto la violenza schierando il reparto celere”. Solidarietà da parte del sindaco Stefano Lo Russo, dai parlamentari di Fdi e da Forza Italia.

Torino, treni in ritardo o cancellati per un guasto a Milano

Convogli in ritardo fino a un’ora e mezza e treni cancellati questa mattina alla stazione di Porta Nuova. La causa un guasto che ha bloccato la circolazione ferroviaria a Milano. Trenitalia stamane ha invitato non mettersi in viaggio attraverso Milano, se non strettamente necessario. L’azienda ferroviaria spiega che “poco prima delle 8, si è verificato un problema tecnico alla linea elettrica che ha interessato una parte dei binari di Milano Centrale. Le cause sono in corso di accertamento. I collegamenti da e per Venezia, Bologna e Genova sono stati fortemente rallentati e, per limitare i disagi, alcuni treni hanno effettuato la fermata nelle altre stazioni milanesi o hanno subito limitazioni di percorso. La linea da e per Torino è stata sempre attiva. I tecnici di RFI sono intervenuti per effettuare le opportune verifiche tecniche alla linea elettrica e dalle 10.30 la circolazione ferroviaria è ripresa gradualmente”

Attacco circolo ARCI e gazebo Fdi, Forza Italia: “Un commissario alla sicurezza”

ROSSO E FONTANA: TORINO SU BRUTTA CHINA. SOLIDARIETA’ ALLE PERSONE COLPITE, MA DOV’E’ LO RUSSO? 

“Dov’è Lo Russo? A prendersi ancora un caffè e fare progetti culturali ad Askatasuna?” a domandarselo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente segretario provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.

“Condanniamo fermamente le due aggressioni subite in poche ore l’una dall’altra da un circolo Arci e a militanti di Fdi in Corso Racconigi. La situazione sta degenerando rapidamente a Torino. Sono state anche chiare le forze dell’ordine al riguardo con una nota firmata congiuntamente da tutti i rappresentanti delle forze di polizia. L’amministrazione Lo Russo ha perso qualsiasi credibilità al riguardo, in particolare dopo aver flirtato con i centri sociali in pendenza peraltro di un processo penale. E’ necessario un cambio di strategia: chiediamo la nomina di un commissario straordinario per la sicurezza a Torino che vada a sostenere l’azione della Giunta Comunale” spiegano i due azzurri.

Concludono Rosso e Fontana: “Noi non abbiamo paura di condannare l’attacco al circolo Arci, ci chiediamo il perchè del silenzio del Pd e del capogruppo Cerrato su quanto accaduto agli agenti al corteo per Ramy e poi ai militanti di Fdi. Non solo però troviamo estremamente grave che siano state negate. ancora una volta, comunicazioni sui fatti del corteo a Ramy in Sala Rossa. Forse il centrosinistra sta ancora facendo campagna elettorale provando a mantenere i voti degli estremisti di Askatasuna? Questa tacita connivenza è pericolosa”.

La scomparsa di Gian Mesturino, un autentico uomo di teatro

La prima immagine, forse un po’ sfocata, che ho di Gian Mesturino è un’immagine di teatro, lui sul fondo del palcoscenico del Carignano nelle vesti di un “soldato” – recitava così la distribuzione dei ruoli -, oltre la fitta rete dei molti attori che riempivano “La devozione alla Croce” di Calderon de la Barca che Gianfranco De Bosio aveva messo in scena per la stagione dello Stabile torinese. Quella foto può essere sfocata perché sono trascorsi oltre cinquantasette anni, era l’inizio di ottobre del 1967, nelle decadi che sono seguite abbiamo parlato di quello che doveva essere stato il suo esordio, degli incidenti che avevano accompagnato quella messinscena e delle sostituzioni, delle presenze di Pani e di un grande Mauri e di Adriana Asti. Lontanissimi ricordi che chissà chi ha ancora voglia di coltivare. Debutto che forse “La devozione” non era se le cronache di Solonghello che sta nel cuore del Monferrato scrivono che all’età di cinque anni era stato assoldato in qualità di siparista nel piccolo teatro del paese. E poi, nella sfera mia più personale, un’occasione felicissima, quando poco più di quarantacinque anni – quanti conti si fanno ormai con i calendari – intervenne con Germana al mio matrimonio per cui ancora oggi lui è là, in più di una foto, dentro un album, sorridente, con altri amici del mondo teatrale torinese, sui gradini della chiesa lassù in collina. Era nato nell’agosto del ’42 Gian, era architetto e scenografo – quante scenografie avrà inventato negli studi Rai e per i cartelloni di Torino Spettacoli? -, aveva con l’amico Girolamo Angione preparato e rivisitato per i palcoscenici di oggi il repertorio di Plauto, aveva reinventato luoghi teatrali e li aveva rianimati, aveva con grande passione sin dai primi anni d’attività scommesso su testi che ambientava nella sala Valentino e nell’atrio (un “Don Cafasso” con il già scomparso Fulvio Bava) del Nuovo.

Cultore di gialli, aveva strappato i diritti di “Trappola per topi” della Christie ed era vissuto di rendita per anni, con una ineguagliabile risposta del pubblico; aveva inventato tra le mura del Gioiello, passato da sala cinematografica a teatro, gli spettacoli a lunga tenitura, intramontabili, prova tangibile quel “Forbici Follie” che festeggia in questa stagione i venticinque anni di vita e di continuo successo. Sempre con una passione ineguagliata aveva dato luogo ad appuntamenti e a rassegne e a festival, creando “Vignaledanza” e “Il gesto e l’anima”, “Isola di Pasqua” e “Natale Bimbi” e il teatro classico tra i ruderi del teatro romano di Bene Vagienna e molto altro ancora. Aveva percorso l’insegnamento e ancora tirava tardi – “la mia giornata non è ancora finita, ho ancora da vedermi un po’ di cose della scuola” lo sentivi ancora ripetere di recente, quando lo incrociavi al Gioiello o all’Alfieri, seduto nelle ultime file a “controllare” un suo spettacolo ospite di realtà che non gli appartenevano più da quando, da due stagioni, aveva traghettato le sale nelle mani del Frabrizio Di Biase Entertainement, o semplicemente da spettatore, buon conoscitore, attento, insaziabile di nuove prove, “vittima” di quel Liceo Coreutico di corso Moncalieri che ancora presiedeva, “ma il merito di tutto quel che abbiamo costruito andrà sempre a Germana, io venivo sempre dopo di lei”. Ma non era vero, Gian non si risparmiava, negli undici anni dalla scomparsa della moglie non aveva mollato, perché doveva essere così, perché il teatro era la sua casa e il pubblico era il suo pubblico: per cui se salivi gli scalini che danno sulla platea dell’Erba, inconfondibile gioiello di famiglia, te lo trovavi lì, con un “benvenuti” sulle labbra a staccarti premuroso il biglietto. Oppure sapevi che contento varcava la quarta parete per rivestire gli abiti poveri del “Gelindo” – come aveva ancora fatto il 22 dicembre scorso -, un testo che lui stesso aveva scritto attingendo dal repertorio popolare. Questo era Gian e molto altro ancora, in una rete di ricordi che nel momento della scomparsa si affollano alla mente.

Non si era mai trincerato dietro quel bianco barbone da vecchio patriarca, non era un uomo per il quale era sufficiente stare a guardare, si era sporcato le mani e gli piaceva farlo, aveva trasmesso passione e cuore e intelligenza, aveva dato casa a Piero Nuti e ad Adriana Innocenti, si era circondato di validi collaboratori, soprattutto a un manipolo di giovani aveva dato tutto l’entusiasmo di cui era capace. Anche a loro spetterà continuare. Soprattutto a Irene, che oggi dovrà essere la vera e infaticabile anima della conduzione di Torino Spettacoli, a Miriam che continuerà a viaggiare per lo stivale rappresentando testi e raccogliendo successi, ad Eva, più appartata, nella sua carriera di medico e altresì di pittrice. Il roisario sarà recitato lunedì alle 18,30 nella chiesa Madonna Addolorata al Pilonetto, i funerali nella medesima chiesa martedì alle 10.

Elio Rabbione

Tutto pronto per le Universiadi invernali 2025

/

Torino e le valli olimpiche saranno dal 13 al 23 gennaio il palcoscenico della 32ª edizione delle Universiadi invernali (FISU World University Games 2025), una vera e propria festa dello sport che vedrà oltre 2.000 studenti-atleti di 55 nazioni, tra cui 53 italiani, competere per conquistare i 90 titoli in palio.

La manifestazione è organizzata da un comitato composto da Ministero dello Sport, Regione Piemonte, Città metropolitana e Comune di Torino, Federazione Italiana Sport Universitario, Edisu Piemonte, Centro Universitario Sportivo di Torino.

Le gare

Il programma comprende 13 discipline, ospitate in 6 differenti località:

– a Torino il Palavela ospiterà le gare di short track e di pattinaggio di figura e al PalaTazzoli si disputeranno il torneo femminile e le semifinali e finali maschili di hockey su ghiaccio e i tornei maschile e femminile di curling

– Bardonecchia sarà la sede di sci alpino, freestyle e snowboard

– Pragelato sarà teatro di biathlon, fondo e ski-orienteering

– a Sestriere debutterà lo sci alpinismo

– nei palazzetti di Torre Pellice e Pinerolo si giocheranno le fasi preliminari dell’hockey maschile.

Per la prima volta nella storia delle Universiadi, gli studenti-atleti normodotati e con disabilità gareggeranno sulle stesse piste di sci alpino e sci di fondo: un grande motivo di orgoglio per questa edizione dei Giochi, che fa dell’inclusività un elemento cardine e ribadisce il valore dello sport quale strumento per il cambiamento e veicolo di formazione, crescita e integrazione.

Il calendario completo

Per informazioni su giorni, orari e costo dei biglietti (quando previsti) di tutti gli appuntamenti sportivi e non consultare http://wugtorino2025.vivaticket.it/

Il programma culturale

Ricchissimo anche il programma culturale realizzato in occasione dei Giochi, ad iniziare dalla cerimonia di apertura del 13 gennaio nell’Inalpi Arena. Tra i vari artisti di fama internazionale presenti spicca Giovanni Allevi, che mediante verso l’esecuzione di alcuni suoi brani di maggior successo parlerà alla platea di giovani universitari dello spirito che lega lo sport alla musica e del potere della musica e dell’arte come veicolo di connessione e responsabilità.

E poi ancora: concerti, mostre, dibattiti scientifici di rilievo internazionale, eventi e notti bianche per far assaporare davvero a tutti il clima dei Giochi.

Da segnalare gli incontri in programma nella bolla di piazza Castello e le mostre “Passion and Sport through time” nell’Archivio di Stato (un viaggio nella storia delle Universiadi attraverso i suoi oggetti, dal braciere originale delle prime edizioni a cimeli storici e medaglie del passato fino a quelle presenti, con il logo dell’evento, passando per l’evoluzione del design della fiaccola) e “Passione e Sport nel Tempo” in piazza San Carlo, che ripercorre il viaggio degli sport invernali dalle loro origini fino alle competizioni high-tech di oggi esplorando come la passione per queste attività abbia plasmato le comunità, ispirato gli atleti e unito le nazioni.

Tutti gli appuntamenti

Un pomeriggio al Valsalice con il dottor Franco Berrino: alimentazione, salute e spirito ambiente

 

Nella giornata di venerdì 10 gennaio, presso l’istituto Valsalice di Torino, si è svolto un importante incontro con il dott. Franco Berrino, che ha parlato con sapienza, simpatia e passione in un’aula gremita di studenti della scuola media. L’evento è stato moderato dal prof. Andrea Olivazzo, docente di Tecnologia che, da diversi anni, dedica una parte di tempo delle sue lezioni ad affrontare un discorso sempre più significativo all’interno delle scelte di vita consapevoli: quello dell’alimentazione quotidiana.

“Il tema dell’alimentazione – ha dichiarato il prof. Andrea Olivazzo – l’ho sempre ritenuto importante, ed è giusto che i ragazzi possano riflettere e prendere consapevolezza di quanto le scelte alimentari influiscano su corpo, mente e ambiente. La presenza del dottor Berrino è la dimostrazione di quanto l’intero istituto Valsalice abbia a cuore la salute e il futuro delle nuove generazioni”.

Il dott. Franco Berrino, laureatosi in medicina e chirurgia all’Università di Torino e specializzatosi in anatomia patologica, si è poi dedicato soprattutto all’epidemiologia dei tumori. Dal 1975 al 2015 ha lavorato all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di medicina preventiva e predittiva. Volto noto della lotta a un’industria alimentare che produce cibi sempre più sterili, raffinati, trattati chimicamente e potenzialmente pericolosi per la salute, è anche tra i fondatori de La Grande Via ETS, una Fondazione che promuove la consapevolezza di essere artefici della propria salute, fisica ed emotiva, e il benessere duraturo conquistato attraverso la scelta del cibo che viene mangiato e dell’attività fisica che viene compiuta. Un percorso finalizzato a divenire partecipi dell’armonia e della salute della comunità umana e del pianeta.

Proprio in questa direzione si è svolto l’intervento del dott. Berrino, che ha saputo catturare da subito l’attenzione dei giovani studenti spiegando due ricette sane e gustose di biscotti da preparare velocemente in casa, proponendo contemporaneamente una riflessione divenuta centrale all’interno dell’incontro.

“Tornare a cucinare e scegliere cosa mangiare è importante per noi e per il pianeta – ha dichiarato il dottor Berrino – oggi, purtroppo, è il cibo a scegliere noi. Questo succede a causa dei bombardamenti pubblicitari da parte dell’industria alimentare”.

“Dobbiamo sempre tenere a mente che scegliere cosa mangiare è una scelta che influisce non soltanto sulla nostra salute, ma anche sulle sorti del pianeta, sulle sue risorse – ha continuato il dottor Berrino – una delle cause della fame in Africa è dovuta alla coltivazione sterminata, voluta dal mondo occidentale, di soia, legumi e cereali finalizzati a diventare cibo per ingrassare gli animali in allevamento, in modo da ottenere più carne, più latte, più “prodotto da vendere”.  A quale costo, però? Gli animali si ammalano a causa di un’alimentazione innaturale e, di conseguenza, ci ammaliamo tutti noi che consumiamo il prodotto in forma di carne, latte, formaggi e derivati. L’uomo si è abituato oggi a mangiare cibi che non hanno mai fatto parte della sua dieta nel corso dell’evoluzione, alimenti sempre più raffinati come la farina 00, pieni di conservanti e trattati chimicamente per garantire una maggior durata, lo zucchero della pasticceria industriale, che posso definire “veleno”, vista la quantità di studi scientifici che lo collegano a molte gravi patologie sempre più presenti nella nostra società”.

“Il mio consiglio – ha concluso il dott. Berrino – è quello di tornare in cucina, di preparare con le vostre mani ciò che andrete a mangiare. Noterete anche dei benefici a livello economico. Tornare a mangiare il cibo dell’uomo, ovvero verdura, legumi, cereali, frutta fresca e secca come base fondamentale della nostra dieta significa allontanarsi dal consumismo imposto dall’industria alimentare. Cercate di mangiare cibo biologico, integrale, consapevoli della preparazione che l’ha portato fino al vostro piatto”.

Gian Giacomo Della Porta