La ricerca in sanità nell’AO Ordine Mauriziano
Tra innovazione diagnostica e coinvolgimento attivo dei cittadini
All’AO Ordine Mauriziano di Torino la ricerca si muove lungo direttrici nuove, capaci di coniugare tecnologie avanzate e centralità della persona. In quest’ottica, l’innovazione non riguarda solo gli strumenti, ma anche i linguaggi, i percorsi e le relazioni che legano la ricerca alla cura.
Ne è un esempio il progetto di scienza partecipata con pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative croniche, basato sulla lettura ad alta voce condivisa come strumento di supporto psicosociale e cognitivo. Promosso all’interno dell’ospedale, il progetto coinvolge i pazienti in sessioni condotte da volontari delle Biblioteche civiche torinesi, in collaborazione con ricercatori universitari di Psicologia e Infermieristica. Un’iniziativa innovativa non solo per i suoi effetti potenziali sul benessere – riduzione dello stress, miglioramento della memoria e del senso di comunità – ma anche perché fondata sulla co-progettazione: i pazienti partecipano attivamente alla modellazione della seconda edizione dell’intervento, rendendosi parte integrante della ricerca. Un esempio virtuoso di citizen science in ambito oncoematologico, che unisce cultura, assistenza e formazione.
La tecnologia entra invece in gioco nello studio multicentrico che ha valutato l’impiego dell’intelligenza artificiale nella diagnosi delle masse annessiali. L’algoritmo OvAi X, basato su modelli di machine learning con la finalità di supporto all’ecografia ginecologica, raggiunge un’accuratezza diagnostica del 94,8%. Un risultato che apre la strada all’utilizzo dell’IA per migliorare l’appropriatezza diagnostica e ottimizzare i percorsi clinici, riducendo tempi, incertezze e costi.
Infine, nell’ambito della medicina di precisione, uno studio presentato al 26° Congresso ESGO (Società Europea di Oncologia Ginecologica), che si è tenuto a febbraio a Roma, ha analizzato la stabilità del sistema MMR (Mismatch Repair) nel carcinoma endometriale, tra diagnosi e recidiva. La ricerca, condotta nell’ambito della rete dei gruppi di ricerca italiani che si occupano di Ginecologia oncologica MITO-MaNGO (acronimi rispettivamente di Multicenter Italian Trial on Ovarian cancer e di Mario Negri Gynecologic Oncology group), ha evidenziato l’impatto dei fattori pre-analitici sui risultati dei test e la necessità di protocolli standardizzati, per garantire l’affidabilità delle analisi molecolari su cui si basano molte decisioni terapeutiche, in particolare l’accesso all’immunoterapia.
In tutti questi ambiti – dal coinvolgimento attivo dei pazienti alla diagnosi avanzata – l’AO Ordine Mauriziano conferma una visione della ricerca sanitaria come strumento di innovazione responsabile, capace di integrare tecnologia, umanizzazione e rigore scientifico.
CURARSI CON LA RICERCA IN PIEMONTE
La rubrica della Regione Piemonte, in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), che racconta la ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali. Dopo aver narrato l’importanza di fare ricerca e di avere Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sul territorio al fine di migliorare sempre di più le cure e i servizi offerti, nonché il ruolo del DAIRI – R nella governance della ricerca sanitaria del Piemonte, ogni settimana verrà approfondita un’esperienza diversa, per valorizzare il lavoro svolto nelle diverse ASR e le buone pratiche che contribuiscono a costruire un sistema sanitario innovativo e fondato sull’evidenza scientifica.
cs
Sono 33.284 gli studenti piemontesi che saranno esaminati da 898 commissioni in occasione della Maturità. Sul totale dei candidati all’esame di Stato 32.548 sono interni e 736 esterni, mentre 31.968 frequentano la scuola statale e 1.316 la scuola paritaria. Invece 16.760 sono studenti dei licei, 10.852 degli istituti tecnici e 5.672 degli istituti professionali. Rispetto alla maturità del 2024, in Piemonte il numero dei candidati è aumentato dello 0,1% . Nel territorio registrano un aumento le istituzioni scolastiche delle province di Asti (+1,6%), Biella (+8,1%), Cuneo (+0,3%), Novara (+4,3%), Verbano Cusio Ossola (+6,2%) e Vercelli (+2,0%)
Aperte le candidature per i Comuni Plastic Free 2026
Le domande possono essere presentate dai comuni fino al 30 novembre 2025
Sono ufficialmente aperte le candidature per ottenere il riconoscimento di Comune Plastic Free 2026, l’iniziativa nazionale promossa da Plastic Free Onlus, che premia l’impegno delle amministrazioni locali nella lotta all’inquinamento da plastica e nella tutela dell’ambiente. Città, paesi, borghi italiani potranno inviare la domanda entro il 30 novembre 2025 attraverso la piattaforma digitale dedicata, che quest’anno si presenta come un’interfaccia migliorata con una scheda di valutazione aggiornata con criteri ancora più sfidanti.
“Anno dopo anno il riconoscimento si evolve per rispondere alle crescenti esigenze ambientali – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, l’associazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica e, con l’edizione 2026 vogliamo valorizzare ancor di più le amministrazioni che dimostrano un impegno concreto e duraturo per la salvaguardia del proprio territorio. I nuovi criteri sono pensati per stimolare i Comuni a fare un passo in più verso la sostenibilità e la responsabilità ambientale”.
La candidatura è gratuita e aperta a tutti i 7896 Comuni italiani. Una volta completata la procedura online, l’amministrazione riceverà un pre-esito immediato con il punteggio ottenuto, così da poter intervenire rapidamente per migliorare le proprie performance ambientali prima della scadenza definitiva.
“Semplificare la candidatura e offrire un feedback immediato – aggiunge De Gaetano – aiuta le amministrazioni a crescere e attivarsi con maggiore consapevolezza. Il nostro obiettivo non è solo premiare, ma accompagnare i Comuni in un percorso di miglioramento continuo a beneficio dell’intera comunità”.
Anche per il 2026 verranno assegnati quattro livelli di riconoscimento in base al grado di virtuosità ambientale raggiunto 1, 2, 3 tartarughe più la lode speciale ‘3 tartarughe gold’, destinata alle eccellenze assolute.
Una volta chiuse candidature, il Comitato di valutazione di Plastic Free verificherà i dati dichiarati e validerà i risultati. Saranno effettuati anche controlli sul territorio per accertare la veridicità delle informazioni fornite dai Comuni candidati.
L’ufficializzazione dei Comuni Plastic Free 2026 è prevista per il prossimo gennaio, mentre la premiazione nazionale avverrà a febbraio.
“Ricevere le tartarughe significa assumersi un impegno pubblico verso i cittadini e l’ambiente- conclude il presidente di Plastic Free. È un riconoscimento che parla di futuro, di visione, di responsabilità. Ogni Comune che partecipa compie una scelta coraggiosa e necessaria per costruire un’Italia più sostenibile “.
Mara Martellotta
Ospedale Settimo, ok ai 15 milioni per l’acquisizione
Ulteriore passo avanti nel percorso di rientro dell’ospedale di Settimo Torinese all’interno del servizio sanitario regionale. La giunta regionale ha infatti dato il via libera ai 15 milioni di euro necessari per acquisire l’Ospedale di Settimo Torinese, che diventa così a tutti gli effetti un ospedale pubblico.
«Con l’acquisizione dell’ospedale di Settimo abbiamo centrato tre obiettivi: intanto abbiamo salvato dal rischio chiusura un presidio sanitario indispensabile per questo territorio, poi abbiamo messo un segno più alla sanità pubblica piemontese e infine abbiamo posto le base per potenziare ulteriormente il servizio con la garanzia degli attuali posti letto e la possibilità di aggiungerne altri. Sappiamo che i problemi della nostra sanità sono tanti, ma quello di Settimo rappresenta un percorso virtuoso – che abbiamo condiviso con l’amministrazione di Settimo, con l’Asl e con le rappresentanze sindacali – di impegno a favore della sanità pubblica, a servizio di una comunità e di un territorio e a tutela dei lavoratori» dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi.
«Un ulteriore passo per l’obiettivo, da noi sempre sostenuto, di arrivare alla gestione totalmente pubblica dell’ospedale di Settimo. Credo che la scelta del presidente Cirio e dell’assessore Riboldi sia positiva e confermi un impegno pubblico a beneficio della cittadinanza. Restano da affrontare alcuni nodi fondamentali, su tutti quelli a tutela del personale che lavora nell’ospedale. Proprio per la tutela del personale che da anni affronta situazioni di precarietà, occorre affrontare con tempi molto stretti i prossimi passaggi del percorso liquidatorio di Saapa» sottolinea il sindaco di Settimo Elena Piastra.
L’acquisizione – avvenuta anche sulla base delle risultanze del documento “Analisi, riprogettazione strategica e valorizzazione economica dell’ospedale civico di Settimo Torinese” predisposto dall’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano su mandato della Direzione regionale Sanità – risponde a una precisa scelta politica dell’amministrazione regionale che ha voluto interrompere la sperimentazione pubblico-privata avviata nel (autorizzata dalla norma oggetto di proposta referendaria e abolita la scorsa settimana dal Consiglio regionale) per ricondurre il presidio all’interno del sistema pubblica e garantire il prosieguo di cure e assistenza anche a livello territoriale.
Al fine di garantire lo sviluppo ed il consolidamento delle attività dell’Ospedale di Settimo, infatti, la delibera approvata dalla giunta dispone il sostanziale mantenimento degli attuali posti letto ospedalieri (lungodegenza e riabilitazione) e di quelli territoriali (CAVS), incrementabili con ulteriori 35 posti letto per l’ospedale di comunità, in coerenza con la programmazione regionale.
Prosegue intanto da parte dell’Asl TO4 il percorso di internalizzazione dell’attività della Saapa, la Società assistenza acuzie e post acuzie, che è attualmente in liquidazione e che gestisce i servizi dell’ospedale.
Sport e inclusione con Special Olympics
Ieri a Roma, presso l’impianto sportivo Acqua Acetosa del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, si è svolto un pomeriggio all’insegna dello sport unificato e dell’inclusione sociale, con un evento speciale dedicato al canottaggio. L’iniziativa, organizzata da Special Olympics Italia, ha visto la partecipazione di atleti con e senza disabilità intellettive, uniti in un obiettivo comune: infondere la consapevolezza che lo sport è uno strumento fondamentale e immediato per creare ponti e legami tra persone diverse.
Il team Special Olympics RCC Tevere Remo, presente in Italia da circa 20 anni, nasce dall’impegno appassionato del Coordinatore Tecnico Nazionale di disciplina e coordinatore FIC per l’attività di Special Olympics, Paolo Ramoni. Attualmente, il team conta circa 70 atleti che, con gioia e determinazione, si allenano con costanza per migliorarsi e vivere appieno l’esperienza sportiva con il supporto del coach Livia Ravoni.
“Per il Reale Circolo Canottieri, il gruppo di Special Olympics è un fiore all’occhiello – ha dichiarato Daniele Masala, Presidente del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo – perché credo fermamente nella Carta Olimpica, in cui si afferma che lo sport non permette discriminazioni di nessun tipo. È dal 1894, anno in cui De Coubertin ha stabilito le regole mondiali del rispetto della persona e dello sport”.
La collaborazione tra Special Olympics Italia e la Federazione Italiana Canottaggio ha permesso di regolarizzare la partecipazione degli atleti con disabilità intellettive agli allenamenti e alle competizioni, non solo organizzate da Special Olympics, ma anche dalla FIC. Il Team RCC Tevere Remo è stato il primo a praticare il canottaggio in questa cornice, e grazie alla Convenzione con la FIC, altri circoli storici in tutta Italia hanno aperto le loro porte al canottaggio unificato, agli atleti con e senza disabilità intellettive in barche da due e da quattro e al contempo alla promozione dell’autonomia in barche singole. Oggi, una numerosa rappresentanza di questi atleti sono stati i primi testimoni di come lo sport possa diventare un potente strumento di coinvolgimento e crescita personale.
Con loro: Alessandra Locatelli, Ministro per le Disabilità, che in diverse occasioni si è mostrata puntualmente un’energica sostenitrice del Movimento Special Olympics.
“È stata un’esperienza straordinaria – ha dichiarato la Locatelli – penso che lo sport unificato abbia la potenza per mettere insieme diverse capacità. Ci si può aiutare a vicenda, supportare. Ho visto la possibilità di integrare l’incoraggiamento con il ritmo,. Mi sono sentita anche io, che ero alla mia prima esperienza in barca, supportata e incoraggiata in un’atmosfera gioiosa nel condividere questo momento bellissimo”.
Per la prima volta, il Ministro Locatelli ha voluto cimentarsi in una prova sportiva, remando insieme agli atleti e condividendo con entusiasmo questa esperienza di inclusione. La sua partecipazione attiva ha rappresentato un gesto simbolico di vicinanza e impegno sottolineando il valore dello sport unificato che, in questo caso, ha unito persone diverse “sulla stessa barca” dando loro l’opportunità di condividere un’emozione e un obiettivo comuni.
La giornata è stata particolarmente significativa anche grazie alla presenza e al coinvolgimento di due esponenti di spicco di Special Olympics International in visita a Roma: Shawn Ferguson, Chief Global Government Relations Officer, e David Evangelista, President and Managing Director di Special Olympics Europe Eurasia.
“È stato un qualcosa di fantastico – ha detto Shawn Ferguson – imparare direttamente sul campo insieme agli atleti cosa significa vivere Special Olympics. Non avevo mai vissuto qualcosa di simile prima d’ora. Mi hanno dato tutti il benvenuto, come succede sempre in Special Olympics. Puoi fare bene o meno bene, io non sono andato troppo bene (ride, ndr), ma è stato fantastico, molto divertente. Penso che lo sport vissuto in questa maniera sia straordinario e sono sicuro che avrebbe un grande impatto e un grande successo nel mondo. Naturalmente, Special Olympics Italia si è dimostrata esperta in questo, nel mostrare coi suoi straordinari atleti, partner e coach il potere dello sport e dell’inclusività”
“Special Olympics Italia è uno dei programmi più forti non solo in Europa ma in tutto il mondo– ha aggiunto David Evangelista – si è visto a Torino, mesi fa, in occasione dei Giochi Mondiali Invernali. Lo sviluppo del canottaggio è molto importante perchè quanto più sport riusciamo ad offrire agli atleti e tante più opportunità avranno per allenarsi, gareggiare e meglio sarà. Special Olympics Europe Eurasia e Special Olympics International svilupperanno il canottaggio. Ringrazio Special Olympics Italia e la Ministra Locatelli per aver organizzato questo evento nel Tevere, un fiume emblematico ”
L’evento si è inserito a pieno titolo in un più ampio percorso di sensibilizzazione e di promozione dei valori di rispetto, amicizia e inclusione che travalicano i confini di ogni genere e che caratterizzano il Movimento di Special Olympics, in Italia e nel mondo. Ma non solo, forte della presenza di Shawn Ferguson e David Evangelista, oggi Special Olympics Italia ha scelto di promuovere questa disciplina, con l’ambizioso obiettivo di accendere una scintilla per far sì che il canottaggio, già presente ai Giochi Nazionali, possa essere promosso a livello internazionale. L’intento è che questo sport venga praticato in diversi paesi e, un giorno, possa entrare a far parte delle discipline ufficiali dei Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics.
Ringraziamo tutti i partecipanti, in particolare gli atleti che remano sempre con il vento a favore dell’inclusione, gli ospiti, le istituzioni e tutti i partecipanti per avere reso questa giornata memorabile.
Una profezia dimenticata annuncia il ritorno dell’Oscurità Primordiale e la ricerca di un nuovo Guardiano

Contatti:
-Facebook: Alessio Cerboneschi – autore
–Instagram: LeTerrediDreora
–Sito web: www.leterredidreora.it
-Email: postmaster@leterredidreora.it
AVS: cambiare la disciplina sul gioco d’azzardo
Valentina Cera
A Carmagnola, nel secolare Palazzo nobiliare, espongono “in trasferta” 37 artiste/i “Amici di Palazzo Lomellini”, oggi chiuso per lavori di restauro
Fino al 29 giugno
Carmagnola (Torino)
Subito, al centro del grande Salone al primo piano della quattrocentesca “Casa Cavassa”(dal 1867 sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Francesco Bussone”) ci imbattiamo nella complessa installazione “Prove di Speranza”, opera di Pippo Leocata , pittore, scultore, allievo del grande Carlo Mollino che in lui trasmise a vita quel benefico virus dell’“ars costruendi” che ancora oggi l’artista siculo-torinese si porta addosso come insostituibile stilema del suo “fare arte”. Ebbene proprio quella sua “Prove di Speranza”mi piace ritenere, (oggi più che mai alla luce degli ultimi tragici e terrifici “venti di guerra” mediorientali) il fulcro centrale della ricca Collettiva “Una scatola magica per l’arte” – oltre 70 opere a firma di ben 37 artisti – organizzata dall’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, sotto la curatela di Elio Rabbione ed ospitata, fino a domenica 29 giugno, nella storica (1438) “Casa Cavassa”di via Benso a Carmagnola. Articolata in cinque elementi-opere, l’installazione di Pippo Leocata presenta (in riferimento al “Giubileo della Speranza” di Papa Francesco) due poderose, silenti “Porte Sante” (in legno di pallet, catramina e olio) che, al loro aprirsi, non possono far altro che restituirci sgomento, cumuli di macerie, frammenti di antichi simboli di fede, bianchi sudari di morte e oceani di lacrime di donne, uomini, bambini (quanti bambini!) per i quali la vita è stata solo, o quasi, guerra.
E, per molti, subito morte. Al centro, un grande olio urla la parola “PACE”. Anche in lingua araba. Così come potrebbe farlo usando decine di altri idiomi, propri degli oltre cinquanta Paesi oggi coinvolti in conflitti internazionali, spesso ignoti. O ignorati. E, dunque, quanto Leocata può offrirci, al di là del suo agire artistico, sono solo “Prove di Speranza” prima ancora che “prove di pace”. Quella “speranza” e quella “pace”, mai come oggi parole e realtà così lontane. Chissà, se allora quel mare di macerie potrà a breve ricomporsi e riprendere le antiche forme? E’ quanto forse vuole farci immaginare (sognare, sperare) il buon Leocata. Così come quella attigua immagine, nitida fra piacevoli giochi di colore de “Lo speziale misterioso”, opera di Andreina Bertolini o gli “Arcobaleni e i giochi fai da te” dei bimbi d’Africa di Giorgio Cestari. Trentaquattro i pittori, raccolti in rassegna e tre scultori: accanto a Leocata, Giancarlo Laurenti con le sue poderose essenziali figure che sfidano la libera lievità del vuoto, così come le eleganti, di classica rinascimentale bellezza, figure femminili di Sergio Ùnia.
“Piace – annota Alessandro Cammarata, assessore alla Cultura di Carmagnola – l’idea di confronto che nasce nel gruppo, la compartecipazione di scelte e di tecniche, poste a misurarsi in giochi di professionalità in altre occasioni già testimoniata”. In altre occasioni e in tutte le possibili accezioni di tecnica e linguaggio narrativo. Fissate a raccontare figure, ritratti (“Il sole dei vecchi” di “meriniana” memoria di Roberto Andreoli, accanto alle maschere e ai tristi burattini dell’assai poco ilare “Carnevale 1934”dell’indimenticato Guido Bertello e alla “Donna di luce” di Rosella Porrati) o paesaggi (che spesso sono poetiche memorie di un passato incollato agli occhi e al cuore: quelli di Lidia Bracciano, di Graziella Alessiato, di Anna Maria Palumbo, Dario Cornero e Giancarlo Costantino, fino alla geometrica “Carmagnola”– vista dal campanile – di Mariarosa Gaude, al “Porto di Ischia” di Paolo Viola, agli stupendi “Riflessi nell’acqua” di Adelma Mapelli e ancora ai “fiori giganti” di Franco Goia, accanto alla“Passeggiata al Valentino” di Marisa Manis, alle vecchie “barche” di Teresio Pirra e al sobrio “Paesaggio lucano” di Paolo Pirrone o ai delicati “Cardi fioriti” di Luciano Spessot in affaccio da un vecchio rustico della sua goriziana Sagrado o del suo “buen retiro”valsusino di Rubiana che fu anche luogo del cuore dell’amico Francesco Tabusso.
Non mancano i più o meno sfacciati “sperimentatori” e trasgressori del “figurativo”: dai teatrali “ritagli” di Angelica Bottari, ai “ventagli grafici” di Anna Branciari, agli intensi giochi cromatici di Maria Brosio e Bruno Molinaro, per arrivare agli inaspettati materici lavori di Ezio Curletto, all’essenzialità espositiva di Lidia Delloste e alle “Selve oscure” di Cristina De Maria o alle iperrealistiche musicali e portentose “immagini spezzate” di Franco Fasanoaccanto alla simbolica surrealtà di Roberta Fassio e alle pure “astrazioni” di Giuseppe Manolio, così come alle immaginarie giravolte di colore di Luciana Pistone o di Magda Tardon e ai “meccanici” improbabili ritratti di Valentina Rossi che fanno il paio con le “cupe riflessioni” di Christian Sorrentino.
Notevole, per finire, “Il mio angolo” di Eleonora Tranfo: un magico fascio di luce su una vecchia poltrona, pochi libri sparsi, “un chiusoche sembra voler trattenere le suggestioni di un tempo”.
Gianni Milani
“Casa Cavassa. Una scatola magica per l’arte”; Casa Cavassa, via Benso 1, Carmagnola (Torino); tel. 011/2386656. Fino a domenica 29 giugno. Orari: giov. e ven. 15,30/18,30; sab. e dom. 10/12,30 – 15/18,30
Nelle foto: Pippo Leocata: “Prove di Speranza”, legni di pallet e tecniche miste, 2025; Guido Bertello “Carnevale 1934”, acrilico su tela, 1976; Sergio Ùnia “Giovinetta”, bronzo, 2010; Luciano Spessot “Cardi fioriti”, acrilico su masonite, 1998; Eleonora Tranfo “Il mio angolo”, acrilico, 2021
Locali storici a Torino: il Caffè Elena
A cura di Piemonte Italia.eu
Il locale si apre sul sottoportico di piazza Vittorio Veneto con una devanture formata da due accessi “a portale” e serramenti in luce entro una cornice centinata di marmo rosa.
La lunetta sulla porta d’ingresso ospita un’insegna dipinta con un’iscrizione pubblicitaria della Ditta Carpano, famosa per la produzione del vermuth…
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https://www.piemonteitalia.eu/it/luoghi/locali-storici-golosi/caff%C3%A8-elena