ilTorinese

Fondazione CRT compie 30 anni e illumina la Mole

Con il messaggio “Trent’anni per il futuro”, la Fondazione CRT festeggia il compleanno illuminando la Mole Antonelliana con il proprio logo giallo e blu – gli stessi colori simbolo della città di Torino – nel lungo weekend sotto le stelle da venerdì 17 a domenica 19 dicembre (dalle 20 all’1 di notte).

 

Trent’anni di attività sono certamente un bel traguardo ma, per chi guarda sempre al futuro, sono anche l’inizio di un ulteriore impegno per continuare a migliorare la qualità della vita delle persone e il benessere delle comunità in un periodo così complesso e sfidante per tutti”, affermano il Presidente Giovanni Quaglia e il Segretario Generale Massimo Lapucci.

 

Nata il 20 dicembre 1991, terza Fondazione di origine bancaria italiana per entità del patrimonio, la Fondazione CRT ha messo finora a disposizione del territorio risorse per 2 miliardi di euro, rendendo possibili oltre 40.000 progetti per l’arte, la ricerca, la formazione, il welfare, l’ambiente, l’innovazione, in tutti i 1.284 Comuni piemontesi e valdostani.

 

In particolare, i due miliardi di euro complessivamente erogati sono stati così ripartiti:
Arte, attività e beni culturali: 530 milioni
Educazione, istruzione e formazione: 268 milioni
Ricerca scientifica e tecnologica: 216,6 milioni
Volontariato, filantropia e beneficenza: 267,4 milioni
Modalità innovative di intervento: 316,2 milioni
Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa: 84,2 milioni
Altri settori: 157,1 milioni di euro
Accantonamenti al Fondo per il volontariato: 136,6 milioni

 

In aggiunta alle erogazioni, la Fondazione CRT sperimenta interventi ispirati alla logica della venture philanthropy e dell’impact investing, per generare un impatto sociale e ambientale. Uno dei principali esempi a livello europeo è l’operazione di rigenerazione urbana delle OGR Torino, le ex Officine Grandi Riparazioni dei treni, interamente riqualificate dalla Fondazione CRT e riconvertite, con oltre 100 milioni di euro, in un innovativo centro internazionale per l’arte e la cultura, la ricerca scientifica, tecnologica e industriale, il food.

 

La Fondazione CRT è attiva nelle principali reti internazionali della filantropia, come EFC (European Foundation Centre) che ha appena dato vita alla nuova realtà di Philea (Philanthropy Europe Association) ed EVPA (European Venture Philanthropy Association). Collabora inoltre con le Nazioni Unite e altre organizzazioni su scala globale, tra cui Rockefeller Philanthropy Advisors, per rafforzare l’integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei propri interventi così come in quelli degli altri enti della “galassia” Fondazione CRT: la Società Consortile per Azioni OGR-CRT, la Scialuppa Onlus (costituita nel 1998 per la prevenzione dell’usura), la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, la Fondazione Sviluppo e Crescita (per investimenti pazienti e a dichiarato impatto sociale), REAM SGR S.p.A. (società di gestione del risparmio immobiliare a vocazione sociale e per lo sviluppo), la Fondazione ULAOP Onlus per la cura della prima infanzia e per una cultura condivisa della genitorialità.

 

Ulteriori informazioni sul sito www.fondazionecrt.it

Delegazione Unicef in visita al Questore di Torino

Una delegazione dell’Unicef, Organizzazione che si occupa di promuovere i diritti dei bambini e delle bambine in tutto il mondo, ha reso visita al Questore di Torino Dott. Vincenzo Ciarambino . 

La delegazione UNICEF, composta dal Presidente Provinciale Antonio Sgroi e da Annamaria PanseraReferente dei laboratori per la realizzazione delle pigotte, hanno preliminarmente ringraziato la Polizia di Stato tramite la persona del Questore di Torino Dott. Ciarambino per il contributo che, secondo una consuetudine instaurata a partire dal 2001, viene destinato ogni anno a Unicef Italia dalla vendita del calendario della Polizia di Stato. 

Le fotografie che accompagnano i mesi del 2022 sono state scattate da 12 poliziotti vincitori di un concorso fotografico indetto dell’Ufficio Relazioni esterne, cerimoniale e studi storici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che hanno voluto rappresentare la propria dimensione professionale attraverso lo strumento della fotografia, coniugando così passione professionale e sensibilità estetica. 

Il ricavato della vendita sosterrà il programma COVAX per un accesso equo e globale ai vaccini. 

Inoltre, una quota sarà devoluta al Fondo Assistenza per il personale della Polizia di Stato, in favore del piano “Marco Valerio”, riservato ai figli dei dipendenti della Polizia di Stato affetti da patologie croniche. 

Alla fine dell’incontro è stata donata al Dott. Vincenzo Ciarambino, come segno di gratitudine alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato, la “Pigotta Poliziotta” appositamente realizzata dalla Referente Annamaria Pansera. 

Smog, limitazioni al traffico sospese per lo sciopero

Le misure di limitazioni del traffico passano al livello rosso, che scatta in caso di previsione di superamento, per la media giornaliera, del valore di 75 microgrammi mcg/mc di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi. Il nuovo semaforo sarà attivo solo a partire da venerdì 17 dicembre; nella giornata di oggi 16 dicembre , infatti, a Torino è previsto uno sciopero del trasporto pubblico locale per cui saranno sospese automaticamente tutte le limitazioni strutturali e permanenti, come previsto dall’ordinanza n° 5406/2021.

Alle limitazioni già in vigore con il livello arancio, da venerdì quindi si aggiungerà per il trasporto merci (N1, N2, N3) il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19.

Si ricorda che lo stop riguarderà anche agli automezzi dotati di dispositivo ‘Move In’( MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti).

Venerdì i nuovi rilevamenti curati da Arpa Piemonte ci diranno se le limitazioni temporanee proseguiranno o saranno revocate.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni previste e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaam

 

Il Piemonte taglia il traguardo di un milione di terze dosi di vaccino

VIA ALLE VACCINAZIONI PER LA FASCIA 5-11 ANNI- FINORA 17.000 PREADESIONI

Tra le 33.214 persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate  all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 18) a ricevere la terza dose sono state 29.062, mentre a 2.051 è stata somministrata la prima ed a 2.101 la seconda.

Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 7.490.284 dosi, di cui 3.070.025 come seconde e 1.006.147 come terze, corrispondenti al 98,9% di 7.569.990 finora disponibili in Piemonte.

 Con quelle di mercoledì 15 dicembre  in Piemonte sono state somministrate più di un milione di terze dosi.

Su 1,9 milioni di persone che in Piemonte hanno maturato i tempi per la terza dose, più di metà l’ha già ricevuta seguendo l’ordine delle categorie prioritarie definite dal Ministero.
Parliamo di 1 milione di persone già richiamate con terza dose, che rendono la Regione Piemonte tra le più veloci in Italia in questa nuova fase della campagna vaccinale, ma anche tra quelle in cui il virus nonostante l’incremento dei casi è ancora maggiormente contenuto – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Lo ripetiamo sempre, ma non possiamo fare a meno di dire grazie a tutto l’esercito del vaccino e ad ogni operatore della sanità piemontese, perché in questo momento di maggiore circolazione del virus stanno facendo ogni sforzo immaginabile per fronteggiare la pandemia e allo stesso tempo continuare a garantire l’attività ordinaria del nostro sistema sanitario”.

In particolare in due delle categorie a maggiore priorità, gli over 80 e il personale sanitario, la copertura della terza dose tra coloro che hanno maturato i 150 giorni supera l’85,5%.

INIZIANO LE VACCINAZIONI PER LA FASCIA 5-11 ANNI

Primo giorno di vaccinazione giovedì 16 dicembre  per i bambini della fascia 5-11 anni, grazie alle 102.000 dosi pediatriche della Pfizer arrivate nella giornata di oggi.

A dare simbolicamente il via a questa nuova fase della campagna vaccinale sarà il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, alle ore 9 presso il nuovo Hub Vaccinale Bambini della Fondazione Compagnia di San Paolo, in via Gorizia 112/A a Torino.

Saranno presenti anche il direttore dell’Asl Città di Torino Carlo Picco, il direttore della Clinica Universitaria Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia, Giovanni Di Perri, e il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo Francesco Profumo.

Sono 17.000 le preadesioni finora registrate su www.ilPiemontetivaccina.it.

Candiolo, inaugurato l’hospice Monviso

FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO

 

Il nuovo servizio inaugurato dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli, permette di seguire al meglio i pazienti in tutto il loro percorso.

Umanità e competenza al centro di questo importante progetto.

Alla cerimonia erano presenti anche Andrea Agnelli, Presidente della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia, Luigi Genesio Icardi, Assessore Regionale alla Sanità, e il Maestro Ugo Nespolo.

 

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, grazie alla generosità dei donatori, ha messo a disposizione dell’Istituto di Candiolo IRCCS un nuovo servizio per i propri pazienti oncologici e per le loro famiglie: “l’Hospice “Monviso”, una struttura che avrà un suo personale dedicato, medici, infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi.

All’inaugurazione hanno partecipato Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Andrea Agnelli, Presidente della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia (l’ente che gestisce le attività cliniche e di ricerca dell’Istituto), e Luigi Genesio Icardi, Assessore Regionale alla Sanità.

Situato al terzo piano del Centro di ricerca e cura, “Monviso” si estende su 2 mila e 500 metri quadrati ed è stato realizzato anche grazie all’importante supporto del Maestro Ugo Nespolo, da sempre vicino alla Fondazione, che ha donato più di 50 opere per arredare e rendere ancora più accoglienti le camere e gli spazi comuni, oltre che disegnare il logo. Il nuovo Hospice conferma l’attenzione per il paziente da parte dell’Istituto, garantendo così le cure e il benessere psicologico a quelle persone che vivono una fase della malattia avanzata o terminale.

Il nome “Monviso” vuole sottolineare il forte legame che da sempre contraddistingue il rapporto tra la Fondazione e il territorio, oltre al fatto che lo skyline dell’arco alpino piemontese è ben visibile dalle finestre dell’Istituto.

Nell’Hospice vi sono 20 camere singole, dotate di letto aggiuntivo e bagno privato, e un’area comune comprendente una cucina e un salone, per dare la possibilità ai pazienti e ai loro familiari di avere tutti i confort in un ambiente il più “casalingo” possibile.

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Circolo dei Lettori, l’Hospice sarà inoltre dotato di una piccola biblioteca, a disposizione dei degenti e dei loro cari.

L’area è attrezzata con le più moderne tecnologie, tra le quali un sistema di telemedicina e di teleriunione per consentire ai familiari una facile interazione con l’ammalato, e agli specialisti di Candiolo di confrontarsi a distanza con i medici di medicina generale e con i nuclei delle Asl che hanno in carico il paziente.

La Fondazione vuole permettere all’Istituto di poter curare sempre più persone e di farlo sempre meglio – dichiara Allegra Agnelli e l’apertura di questo servizio sottolinea ulteriormente l’attenzione che tutti noi abbiamo nei confronti dei pazienti e delle persone a loro vicine. “Monviso” incarnerà pienamente due valori che da sempre ci hanno contraddistinto, umanità e competenza. Grazie a tutti i nostri donatori che ci hanno permesso di fare questo importante, e fondamentale, investimento”.

L’Hospice inaugurato oggi rappresenta solo l’inizio di un percorso dedicato a questa tipologia di pazienti. Un ulteriore spazio, infatti, è stato pensato nel progetto “Cantiere Candiolo”, l’importante piano di sviluppo dell’Istituto che metterà a disposizione nuovi spazi per medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari.

“Sappiamo bene come certi traguardi siano possibili soltanto grazie ad un modello organizzativo della massima efficienza – osserva l’Assessore Regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – con l’impegno di professionalità gestionali e tecniche di primo piano. Senza dubbio, su questo fronte l’Istituto di Candiolo rappresenta una garanzia assoluta di serietà e successo nei confronti dei pazienti e dei donatori che da sempre sostengono con le loro offerte la Fondazione Piemontese per la ricerca del cancro”.

Mai come in questi tempi – ha dichiarato Ugo Nespolo – si deve scegliere se confinare la creazione artistica a un ruolo di puro e semplice optional al sociale, decoro o semplice investimento oppure tentare di riportare il fare arte ad un possibile incontro con la vita reale. Ho lavorato con entusiasmo al Progetto Monviso Hospice dell’Istituto di Candiolo nella speranza che le mie opere, appositamente create, come il logo possano in qualche modo contribuire al benessere psicologico delle persone che saranno ospitate e dotare l’arte di una valenza non passiva”.

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus è stata costituita nel 1986 per offrire un contributo significativo alla sconfitta del cancro attraverso la realizzazione in Piemonte di un centro oncologico, l’Istituto di Candiolo (Torino), capace di coniugare la ricerca scientifica con la pratica clinica e di mettere a disposizione dei pazienti oncologici le migliori risorse umane e tecnologiche. La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro si occupa di reperire le risorse economiche attraverso attività di raccolta fondi e organizza tutte le iniziative e le manifestazioni necessarie per raggiungere questo scopo.

L’Istituto di Candiolo è l’unico centro di ricerca e cura del cancro italiano realizzato esclusivamente attraverso il sostegno di oltre 300 mila donatori privati che, grazie alla loro generosità, ne hanno fatto un centro di rilievo internazionale. L’ Istituto di Candiolo è anche l’unico “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” del Piemonte, riconosciuto dal Ministero della Salute, a testimonianza delle importanti scoperte fatte e pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. È inserito nella Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e le sue prestazioni sono fornite in convenzione col Servizio Sanitario Nazionale o in regime di libera professione. Ha iniziato la sua attività nel 1996 e da allora ha sviluppato nuovi spazi e servizi. Oggi si estende su 56.500 mq, di cui circa 10 mila dedicati alla ricerca. A Candiolo lavorano circa 800 persone tra medici, ricercatori italiani e internazionali, infermieri, personale amministrativo e tecnici.

“Sport in backstage”, storie di atleti e di persone

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LO SPORT RACCONTATO E FOTOGRAFATO DA UN PERSONAGGIO D’ECCEZIONE DEL GIORNALISMO PIEMONTESE

Antica Tettoia dell’orologio di Porta Palazzo: all’interno , nei corridoi che attraversano lo storico e tradizionale mercato coperto, in una saletta dedicata, Stefano Tallia – giornalista e neo presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte – ha presentato una personale raccolta fotografica, oggetto delle sue esperienze di viaggio e di lavoro in giro per il mondo, dal titolo “ Sport in backstage” : lo sport, tematica a lui molto cara, oggetto della sua attività passata e presente, narrata con le foto di persone e personaggi del mondo sportivo, di gesti atletici ma tutti accomunati dallo spirito di aggregazione e di sviluppo delle relazioni personali che la pratica sportiva, a qualunque livello, è in grado di apportare. E non è caso che questo aspetto emerga nel contesto urbano più significativo adatto a comunicare questa unione di intenti.

Gli attori coinvolti, Uisp Piemonte e Etica & Sport, hanno affiancato in maniera significativa la realizzazione della mostra, come racconta Patrizia Alfano, Presidente di Uisp Piemonte: “ Come Uisp Piemonte, siamo molto onorati di poter supportare questa splendida iniziativa di Stefano Tallia e Michele D’Ottavio, non solo per il tema trattato dalle foto esposte ma anche per le bellissime finalità dell’evento stesso. La prima a supporto della asd Atletico Balon, associazione che tramite le proprie attività propone la buona pratica sportiva attraverso le manifestazioni sportive di forte carattere multiculturale; la seconda invece, riguarda il contest fotografico “Cattura l’emozione dello Sport per Tutt@” aperto a tutte le associazioni piemontesi che operano sul territorio, che con un semplice “click” ci permetteranno di entrare in un altro tipo di backstage, ossia quello permeato dall’allegria e la gioia racchiusa nei tanti momenti che scandiscono le molteplici attività dello sport di base. La società vincitrice, selezionata da una giuria di esperti, attraverso un hastag su Instagram, potrà ricevere una dotazione sportiva riferita alla propria disciplina. Insomma questa mostra, abbinata al contest, possono continuare ad essere una cassa di risonanza per dar voce alle società dello sport di base.

Dalle parole di Stefano Tallia, si capisce la portata semplice ed efficace della mostra fotografica.

1. Qual è stata l’idea per mettere in campo il progetto “ Sport in backstage”?

Offrire la narrazione dello sport sotto vari punti di vista, sia come giornalista sia come appassionato e tifoso perché per molto tempo ho frequentato i campi sportivi e gli stadi. Ma sicuramente l’esperienza che più mi ha “segnato” e che mi ha dato l’input più significativo per realizzare la mostra sono state le esperienze da volontario in Bosnia Erzegovina e in altre località del Medio Oriente dove lo sport era il linguaggio universale utilizzato per raccontare quello spirito di aggregazione fra culture e tradizioni popolare diverse. Molto spesso questi momenti li ho ritratti con gli smartphone ma solamente per tenerne in quel momento un appunto o un piccolo ricordo della giornata trascorsa. Solo riguardandole mi sono reso conto che potevo realizzarne un racconto fotografico, con l’intento di esaltare quello stesso spirito che avevo trovato nei miei viaggi e che, attraverso questo mio contributo, possa essere di stimolo per ricreare una nuova cultura di sport

2. Proprio in virtù di quest’ultima affermazione, cosa manca allo sport locale ma in generale a quello nazionale?

Senza dubbio la promozione e la valorizzazione dello sport di base a partire dall’educazione sportiva dei bambini. Non smetterò mai di dire che rappresenta la migliore medicina per tutte quelle patologie infantili che se non curate sin da subito, saranno sempre più difficili da curare col passare degli anni, come ad esempio quelle legate all’obesità: l’Italia è il paese con il numero più alto di soggetti in età scolare che soffrono di queste problematiche con notevoli difficoltà anche nello sviluppo e nella maturazione dei rapporti sociali. Mi auguro che nel PNRR vengano stanziate risorse anche per supportare il reparto sportivo, che non è lo sport solo dei grandi campioni ma è lo sport di tutti.

3. Qual è la foto a cui sei più legato?

Si chiama “ Giochi senza frontiere”: l’ho scattata in un campo da calcio del Kurdistan iracheno, in occasione di un mio documentario dove ho incontrato migliaia di persone fuggite dalla guerra, e in quel campo vi erano tantissimi ragazzi che giocavano semplicemente a pallone…e lì capisci quanto lo sport nazionale, il calcio, parli davvero di aggregazione culturale.

Chiara Vannini

 

Travolto da un treno muore macchinista allo scalo di Orbassano

Ieri sera un macchinista è morto allo scalo merci di Orbassano, investito da un  treno in manovra. L’uomo aveva 61 anni e abitava ad Alessandria.
Verso le 22 è stato travolto da un treno merci e non è stato possibile salvarlo. In corso  gli accertamenti dello Spresal dell’Asl To 5 e della polizia ferroviaria. I sindacati dei trasporti Filt Cgil , Fit Cisl,  Uiltrasporti, Ugl Ferrovie e Fast Confsal denunciano l’accaduto ed “esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia della vittima”.

Il Magico Paese di Natale entra nella Top ten dei mercatini d’Europa

Asti/Govone

Il Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco scala la classifica dei migliori mercatini natalizi d’Europa, e si posiziona per la prima volta nella top ten della prestigiosa organizzazione internazionale European Best Destination. Dopo l’undicesimo posto ottenuto nel 2020, quest’anno Il Magico Paese di Natale guadagna una posizione in classifica e si posiziona al decimo posto, davanti a realtà ben più grandi come Mosca, Bruges o Manchester. “È una grandissima soddisfazione”, afferma Pier Paolo Guelfo, organizzatore dell’evento . “Già essere gli unici italiani selezionati nella top 20 era per noi motivo di grande onore, ma riuscire a rientrare nella top ten è un sogno che si avvera, il riconoscimento di un grande sforzo fatto quest’anno per costruire un evento ancora più grande e bello, che ha davvero le potenzialità per diventare uno dei più significativi in Europa.” “Dopo questo risultato importante, siamo ancora più felici di aver partecipato attivamente
all’edizione 2021 del Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco”, dichiara Maurizio Rasero, sindaco di Asti . “La manifestazione sta portando risultati anche superiori alle aspettative, con importanti ricadute sul nostro territorio: questo posizionamento è la dimostrazione che per il futuro abbiamo margini di crescita interessanti, che porteranno sempre più turisti internazionali alla scoperta del nostro Natale .” I votanti di tutto il mondo hanno espresso la loro preferenza su una rosa di venti mercatini in tutta Europa (in cui Il Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco era l’unico evento italiano selezionato), votando sul sito dedicato per dieci giorni consecutivi . Ad accrescere l’importanza del risultato ottenuto quest’anno dal Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco, c’è un forte aumento dei voti ricevuti da parte del pubblico straniero (+77% rispetto allo scorso anno), sintomo di un evento che si fa sempre più di respiro internazionale. Il Magico Paese di Natale nelle Terre Unesco risulta infatti essere non solo l’evento natalizio preferito dai votanti italiani, ma anche da quelli sloveni e croati .
A vincere la classifica dei migliori mercatini natalizi d’Europa è quest’anno Budapest, con 24.180 preferenze, seguita da Basilea (22.604 voti), Metz (21.085 voti), Vienna (19.40 voti), Montbeliard (18.537 voti), Craiova (17.904 voti), Trier (9-615 voti), Madeira (8.004 voti), Bruxelles (7.559 voti), Govone&Asti (7.042 voti)

La Città di Torino adotta la “Carta per l’integrazione dei rifugiati”

La Città di Torino ha adottato su proposta dell’UNHCR (Alto Commissariato ONU per i Rifugiati), la “Carta per l’integrazione dei rifugiati”.

La delibera è stata licenziata dalla Giunta Comunale, su proposta di Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità. Il documento, frutto di un percorso condiviso, sarà adottato da altre cinque grandi città: Roma, Milano, Napoli, Bari e Palermo con l’obiettivo di promuovere e favorire l’integrazione e l’inclusione di rifugiati e richiedenti asilo sul territorio.

Con la Carta il Comune di Torino rinnova l’impegno ad essere una città della buona accoglienza in cui l’integrazione delle persone migranti rappresenta un valore fondamentale sul quale investire le migliori energie attraverso un processo dinamico in cui tutti gli attori sociali e le persone rifugiate partecipano. A tale fine è necessario costruire una rete per lo scambio di esperienze e conoscenze, avviare un confronto con le istituzioni nazionali e individuare soluzioni operative nel solco di una cooperazione rafforzata tra le amministrazioni locali.

Alle persone con vulnerabilità socio-sanitaria, donne sole con bambini, minori stranieri non accompagnati è necessario offrire soluzioni concrete ai loro bisogni lavorativi,  formativi e abitativi.

Il documento impegna le città aderenti ad operare per obiettivi, in particolare, promuovere l’accoglienza diffusa in piccoli gruppi e in famiglia; ricercare soluzioni abitative post-accoglienza favorendo percorsi di accompagnamento all’abitare; integrare i sistemi di welfare locale e di accoglienza; facilitare la rapida acquisizione dei documenti essenziali; promuovere il coordinamento coi servizi sanitari per la tutela della salute, soprattutto mentale; consolidare i servizi rivolti alle persone rifugiate adottando un approccio one-stop-shop ossia il superamento degli ostacoli burocratici per fornire un servizio migliore.

Ma chi è padre Bianchi per cambiare l’Ave Maria?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni 

 

Il prof. Quaglieni

Debbo premettere di non aver mai avuto una particolare simpatia per Enzo Bianchi, fondatore della Comunità interreligiosa di Bose, personaggio celebratissimo anche dall’attuale Pontefice che però in tempi recenti lo ha allontanato in modo brusco da Bose.  L’ho ascoltato qualche volta e ho avuto modo anche di parlargli.  Non mi ha mai convinto, se non per il suo tentativo di tenere aperto un dialogo con protestanti e ortodossi apprezzato anche dal cardinale Ravasi che è la testa più colta e pensante della Chiesa d’oggi.  Mi è sembrato sempre un grande affabulatore, anche se appare evidente una sua incultura di fondo rappresentata da un diploma in ragioneria e una frequenza non terminata con una regolare laurea della Facoltà di Economia e commercio. Bianchi ha vissuto intensamente la stagione del Concilio Vaticano II, rimanendo nella Chiesa senza gli estremismi allora frequenti delle comunità contestative di Firenze, di Torino, di Roma e di altre città che ebbero dal cardinale Pellegrino un qualche appoggio clandestino come quello concesso all’ex abate di San Paolo dom Franzoni.  Il nettissimo orientamento a sinistra di Bianchi ne ha fatto il fiore all’occhiello dei cattolici progressisti. Articoli di giornale,  conferenze, libri hanno reso noto Bianchi anche in televisione. In una recente intervista,  dopo le polemiche con il Papa per il suo allontanamento da Bose, ha detto testualmente : “Io a Bose avevo provato a cambiare le preghiere. Avevo trasformato il linguaggio di molte di esse per renderlo più attuale. Più vicino ai giovani, più moderno. E non è che questa scelta mi abbia portato così tanta fortuna …”. Ed ancora : “Ai giovani la liturgia che oggi viene offerta in chiesa e ‘ molto lontana, troppo perché essi ne siano ancora attratti. Io faccio fatica ad accettare liturgia ed Eucarestia così come vengono celebrate oggi. Le preghiere si ripetono in un linguaggio che non dice più nulla. I social e non soltanto hanno cambiato il modo di comunicare e l’Eucarestia e le preghiere devono parlare anche ai giovani che sono sempre meno nelle nostre chiese “.  Io non ho una sufficiente conoscenza del mondo protestante, ma mi sembra che Bianchi parli ormai come tale. Certamente non ha una cultura neppure teologica,  ma parlare così delle preghiere e soprattutto dell’Eucarestia appare imbarazzante.  Può sembrare strano che un laico credente come chi scrive, debba ricordare a “padre “ Bianchi che il “Padre nostro” è la preghiera insegnata da Gesù.  E “l’Ave Maria “sublimata dalla poesia dantesca, e’ una preghiera che nessun Bianchi può permettersi di toccare o ritoccare. E’ la preghiera che don Bosco consigliava di recitare ogni sera prima di addormentarsi ai suoi giovani.  E tanto basta. Stiamo davvero perdendo il senso della misura e delle proporzioni. Nessuno sente la necessità di una riforma da parte di Enzo Bianchi.  Se lo confrontiamo ai grandi eretici come Lutero, abbiamo la vera dimensione parolaia del fondatore di Bose. Non esiste un Cristianesimo per i giovani e uno per gli anziani.  I secoli della storia della Chiesa appartengono ad una tradizione che forse Bianchi non è neanche in grado di capire. Siamo nella novena di Natale e il canto del “Regem venturum dominum”appartiene ad una suggestione ineffabile che anche l’ateo Massimo Mila ammirava.