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Reale Mutua Basket Torino – Piacenza 82-73: si continua a vincere

Il basket visto da vicino.

La Reale Mutua vince ancora pur non entusiasmando nel totale della partita, che viene risolta nel momento cruciale da un tiro di “fantasia” del nuovo idolo Giordano Pagani e da un paio di tiri da tre del buon Toscano che riportano a distanza una squadra discreta che senza fare nulla di che era comunque giunta in parità a pochi minuti dalla fine.

È stata una partita “sonnacchiosa” in cui il gioco è andato avanti a sprazzi con lampi di buon basket di alcuni, vedi Trey Davies nei minuti iniziali con 2 bombe da tre e un canestro e poi poco nel resto partita,  con alcuni momenti da Alibegovic e Landi, qualche tiro e passaggio buono di Zugno e forse i più costanti Davon Scott e De Vico che in campo riescono a fornire un contributo abbastanza uniforme.

Il gioco del basket attuale è quello che è in serie A, quindi siamo ormai abituati al “Non schema” della SERIE A2, che prevede giro palla, pick and roll e tiro alla bene e meglio negli ultimi secondi (vedasi il canestro segnato lanciando la palla verso canestro di Pagani allo scadere dei 24”, a titolo esplicativo…). In tutto questo comunque la Reale Mutua  continua a vincere portandosi a 6 vittorie e una sola sconfitta,  e quindi non ci si può e deve lamentare.

Stasera giocava contro di noi quel Pascolo già in quel di Trento che ci eliminò nel 2015 e il suo “fantasma” attuale mi è dispiaciuto vederlo giocare a così basso livello, dopo nazionale ed Eurolega con Milano… . Ma era un’altra epoca, dove il capitano della nazionale Italiana era con noi in A2 e il gioco era un’altra cosa… .

Ma si sa il tempo passa, e la società ora è diversa, almeno nel nome, anche se le persone che la seguono sono ancora sempre le stesse, sia come tifoseria che in alcuni ambiti direttivi. Però non è più quell’epoca. Il tifo sta lentamente tornando ma manca ancora qualcosa a questa squadra per legarsi emozionalmente alla città.

La Torino del Basket ha tifato per la Pms, poi l’Auxilium, ed ora per Basket Torino: eppure erano società diverse accomunate dai colori gialloblu e dal giocare al Parco Ruffini… ma questo gruppo gialloblù è quello ancora poco emozionante, forse per colpa del finale di stagione scorsa e della delusione di tutti per quei momenti buttati al vento per salire in A1 … tra falli effettuati in maniera assurda e decisioni incomprensibili in panca, anche se sembra che la nemesi “Derthona” sia tornata ieri proprio per l’ex allenatore di Torino a colpire sconfiggendo la sua Sassari e forse decretando un destino ineluttabile verso di lui… .

Ma torniamo a Torino: l’allenatore di quest’anno, Edoardo Casalone, ha lo stile Pozzecco, cioè amico dei giocatori, ma non ha scene di panico o da tragedia greca in panchina, è molto giovane e può solo migliorare con il tempo. Ha voglia di condividere le sue emozioni con il pubblico e si arrabatta con quello che ha. Al momento va molto bene, però per avere il grande pubblico deve trovare un alchimia giusta di tecnica e divertimento. Il mondo è cambiato: per portare qualcuno a muoversi e a spendere per uscire di casa bisogna dare di più. Al momento si vince..

Basterà questo ai tifosi del basket di Torino?

Paolo Michieletto

 

Il Regio torna al 100%: da oggi in vendita gli abbonamenti

Stagione d’Opera e di Balletto 2022

“Abbonarsi non è mai stato così conveniente” Da lunedì 15 novembre in vendita gli Abbonamenti Da sabato 27 novembre in vendita Biglietti e Card

Il 12 febbraio 2022 si aprirà il sipario sulla Stagione d’Opera e di Balletto 2022 del Teatro Regio. Una Stagione lunga dodici mesi che segna la riapertura del Regio al 100% della capienza e che restituirà un Teatro completamente rinnovato nel suo impianto scenico e tecnologicamente all’avanguardia.

A partire da lunedì 15 novembre alla Biglietteria e on line sul sito del Regio sono in vendita gli Abbonamenti a 7 e 3 spettacoli. L’offerta per gli Under 30 è straordinariamente ricca e vantaggiosa: un abbonamento a 7 prime e 3 abbonamenti a 3 spettacoli.

Il nuovo cartellone è composto da 15 titoli, con 9 opere, 4 appuntamenti con la danza, 2 appuntamenti speciali: Il diario di Anna Frank e la prima esecuzione assoluta di Falcone e Borsellino, realizzata nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio. Da giugno a settembre tornerà la seconda edizione del Regio Opera Festival.

I titoli in abbonamento sono i seguenti: La bohème, Norma, Turandot, La scuola de’ gelosi, Don Giovanni e i due balletti
Carmina Burana e Schiaccianoci.

L’abbonamento ai 7 spettacoli prevede uno sconto del 20% circa rispetto alla somma dei singoli biglietti; l’abbonamento a 7 spettacoli destinato agli under 30 prevede uno sconto dal 65% (7 prime) al 30%. Gli abbonamenti a 3 spettacoli sono: Weekend, Feriale e Pomeridiano, con uno sconto del 15%. Per gli under 30 gli abbonamenti Weekend e Feriale prevedono uno sconto del 30%; ancor più vantaggioso l’abbonamento Giovani, che propone uno sconto del 45%.

Da sabato 27 novembre saranno in vendita i biglietti e le card per tutti gli spettacoli della Stagione 2022, che potranno essere acquistati alla Biglietteria e sul sito del Regio o presso i punti vendita Vivaticket. Per gli under 30 è prevista una riduzione fino al 20%. Particolarmente vantaggiose le card a 2 e 4 spettacoli, che possono anche essere utilizzate da più persone per lo stesso spettacolo.

Per l’acquisto degli abbonamenti, dei biglietti e delle card è possibile utilizzare i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti della Stagione 2019-2020 annullati causa Covid-19.

BIGLIETTERIA
Piazza Castello 215 – Torino
Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242
biglietteria@teatroregio.torino.it
Orario di apertura: da lunedì a sabato 13-18.30; domenica 10-14

INFORMAZIONI
Tel. 011.8815.557 – info@teatroregio.torino.it
Orario del servizio: da lunedì a venerdì 9-17.30

Per tutte le informazioni e acquisto: www.teatroregio.torino.it

La nuova politica culturale torinese nasce al Pepe. Sperando che i politici se ne accorgano

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La politica è una cosa troppo seria per lasciare che se ne occupino i politici.

Soprattutto se, per politica, non si intende solo il rattoppo delle buche per le strade o gli autovelox per far cassa. Così, convinti che anche la politica cittadina vada al di là dell’amministrazione di un immenso condominio, alcuni professionisti torinesi di differenti settori hanno iniziato a riunirsi al bar ristorante Pepe di piazza Maria Teresa ed hanno cominciato a ragionare su una diversa visione del futuro di Torino, soprattutto in ambito culturale…

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La nuova politica culturale torinese nasce al Pepe. Sperando che i politici se ne accorgano

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Karine Tuil “Le cose umane” – La nave di Teseo- euro 19,00
Karine Tuil è una scrittrice francese di origini tunisine, nata a Parigi nel 1972; ha studiato diritto, poi la
decisione di diventare scrittrice e il successo con il suo romanzo del 2015 “L’invenzione della vita”, finalista al prestigioso premio Goncourt. “Le cose umane” è il suo undicesimo romanzo: ha vinto il Prix Interallié e il Prix Goncourt des Lycéens nel 2019, ed ha ispirato il film con Charlotte Gainsbourg. La trama è notevole, la scrittura ancora di più e narra la torbida vicenda di un’accusa di stupro che rovinerà le vite dei protagonisti. Jean Farel è un uomo di successo self made man, giornalista televisivo che da 30 anni conduce un
seguitissimo programma di politica.
Sua moglie Claire è molto più giovane di lui ed ha stoppato la sua carriera per dedicarsi a marito e figlio. Poi c’è il loro rampollo Alexandre che sta costruendosi un futuro brillante frequentando ingegneria in una prestigiosa università americana. Da quando lui ha preso il volo, Claire ha reimpostato la sua vita, ha ripreso a scrivere, diventando un’intellettuale femminista di spicco, e ha iniziato una relazione con un altro uomo. E’ Adam Wizman, appartiene a una famiglia ebraica tradizionalista e ha sposato Valerie, che a un certo punto è diventata praticante esageratamente ortodossa, totalmente votata all’educazione delle due figlie secondo rigidi principi religiosi. Per 20 anni Adam accetta di vivere con questa “quasi estranea” che detta legge; poi i due prenderanno strade diverse.
Adam si innamora di Claire e i due vanno a vivere insieme. La tragedia irrompe quando la figlia 18enne di Adam, Mila, accusa di stupro Alexander che durante una festa l’avrebbe drogata e obbligata a subire una violenza brutale. Inutile dire che tra Adam e Claire si apre un baratro; mentre il giovane ragazzo perfetto, figlio irreprensibile di buona famiglia famosa, viene trascinato in tribunale e sventrato mediaticamente. Lui si professa innocente, ma Mila insiste a puntare il dito contro di lui. Karine Tuil vi conduce nei meandri delle dinamiche impietose della macchina giuridico-mediatica che non fa sconti a nessuno. E’ abilissima nel raccontare senza peli sulla lingua un tema attuale che rimanda al #Metoo,
denunciando anche l’accanimento che si verifica in Francia quando sul banco degli imputati finisce un uomo
che diventa capro espiatorio di un clima particolare. E mette a nudo pure le possibili motivazioni delle
presunte vittime.
Questa potrebbe essere l’occasione per leggere anche il precedente romanzo di successo di Karine Tuil
“L’invenzione della vita” -Frassinelli- euro 20,00
Il romanzo parla di come si può rinnegare un passato scomodo e reinventarsi una vita del tutto nuova, ma edificata sulla menzogna. Descrive la portata dell’ambizione di chi vuole eccellere nel mondo del lavoro e raggiungere il successo a tutti i costi. La storia coinvolge un triangolo amoroso tra Parigi, la banlieue, e New York dove primeggiare è possibile ma ha sempre un costo elevato. Samuel, Nina e Samir erano un trio legatissimo; i primi due stavano insieme, ma della ragazza era innamorato anche Samir. Nina ha scelto Samuel Baron (amico fraterno di Samir), figlio di una colta famiglia ebrea ed aspirante scrittore. E la sua è la vita che Samir vorrebbe vivere. 20 anni dopo, Samir Tahar è uno degli avvocati più quotati della Grande Mela, ha sposato una donna ricchissima ed ha una famiglia e una vita invidiabili. Ma per sfondare nel campo legale e nella high society ha dovuto rinnegare le sue origini arabe: ha cambiato nome, e si finge ebreo come la famiglia della consorte. La verità non deve venire a galla, però il castello di carte è sempre in bilico. Ed è costato caro. Tanto per cominciare Samir ha dovuto rinunciare all’unica donna che aveva amato, poi ha fatto della sua vita un segreto e della discrezione un modo di vivere. Ma le menzogne tendono a venire smascherate, con
conseguenze che implicano solitudine e sdegno.
Lawrence Osborne “L’estate dei fantasmi” – Adelphi- euro 19,00
E’ il penultimo romanzo di Osborne, è ambientato a Hydra -famosa isola del mar Egeo per il nome del mostro mitologico a più teste- che tra gli anni 60 e 70 del 900 è luogo di ritrovo di ricchi greci, artisti e nomi brillanti del jet set internazionale (tra i quali Onassis, Brigitte Bardot, Jacqueline Kennedy). Osborne racconta di due famiglie, un’americana e una inglese, che si ritrovano sull’isola durante un’estate. Sono gli Haldane, ricchi americani bianchi di New York, con la figlia 20enne, Sam, che non vede l’ora di ripartire. Gli altri sono gli snob britannici Codrington: Jimmie -ricco mercante d’arte-, la sua seconda moglie greca, insopportabile e perfida soprattutto nei confronti della figliastra 24enne Naomi, avvocato disoccupato. Le due giovani rampolle si conoscono e legano. Naomi è l’elemento trainante; fin da piccola habitué dell’isola di cui conosce tutto, compresi i metodi per sfuggire alla noia con rifornimento di spinelli e cocktail ad alto tasso alcolico. La trama fa un balzo quando le due fanciulle trovano un rifugiato in fuga, Faoud, stremato dalla stanchezza del naufragio e semi-svenuto sugli scogli. Che fare? E’ Naomi che studia un rocambolesco piano per aiutare il giovane a raggiungere l’Italia…..ma nulla sarà semplice. L’autore mette in campo più temi: la critica della società perbenista borghese e bianca, il problema dell’immigrazione e le sorti dei rifugiati; tutto in un thriller che valica i confini di Hydra e vi porterà nel Sussex, in Toscana e a New York.
Erica Jong “Senza cerniera. La mia vita” -Bompiani- euro 18,00
Erica Jong è la famosa autrice americana di “Paura di volare” – libro best sellers che nel 1973 ha segnato l’epoca in cui le donne hanno vinto la ritrosia nel parlare delle loro fantasie sessuali- ed ora, all’alba degli 80 anni ci regala la sua autobiografia. Senza nascondere nulla.
L’ha scritta per cercare di capirsi meglio e mettere insieme i pezzi sparsi della sua persona; lei con il suo bagaglio di attacchi di panico, paura della solitudine, dipendenza da psicologi e dagli uomini. E’ nata raccontastorie in una famiglia ebrea newyorkese di artisti, colta e decisamente stravagante. I genitori innamoratissimi, sono stati più che altro amici delle figlie.
Erica è cresciuta con 3 sorelle ed è sempre stata molto attenta ai diritti delle donne. Alle superiori si diletta con la pittura, salvo diventare poi una scrittrice perché in famiglia nessuno lo era. Senza remore racconta le sue passioni –per i cani, i viaggi e i bambini meno fortunati-, i suoi 4 matrimoni, l’amore incondizionato per la figlia Molly. Sciorina pensieri, momenti, successi, fatiche, errori… e tutto quello che ha movimentato la sua vita, mettendosi a nudo con forti pennellate di ironia e schiettezza. Un libro che fa i conti pure con il tempo che passa e la fregatura dell’invecchiare, cosa per niente divertente. A suggerirle l’idea di queste pagine è stata anche l’autobiografia di Lillian Hellman, altra donna notevole.
Ed ecco l’occasione giusta per scoprire l’ autobiografia della commediografa
Lillian Hellman “Pentimento e il tempo dei furfanti” -Adelphi-
La Hellman, nata a New Orleans nel 1905, è morta nel 1984. Cresciuta a New York, fin da piccola rivelò grandi doti nella scrittura e si laureò alla Columbia University.
Sposa lo sceneggiatore Arthur Kober che a Los Angeles lavorava nel mondo del cinema.
Ma nel 1932 si innamora del famoso e tormentato scrittore Dashiell Hammett, genio che avviò il genere letterario “hard boiled” e inventò l’investigatore Sam Spade.
La loro relazione -non sempre facile- durerà fino alla morte di lui.
La Hellmann divenne famosa con la commedia “Le piccole volpi” rappresentata con successo a Broadway nel 1939; da allora scrisse alcune delle più acclamate pièces americane a partire dagli Anni Trenta. Nella sua autobiografia offre una caleidoscopica serie di ritratti di persone che per lei hanno rappresentato molto. Descrive con enorme bravura il clima della sua famiglia del Sud, sullo sfondo di un epoca gravata da
forti contrasti sociali.
Poi narra il legame con la ricchissima, coraggiosa e generosa amica Julia che, nell’Europa sconvolta
dall’ascesa del nazismo, lottò in prima persona contro la barbarie, fino a rimetterci la vita.
Personaggio magnificamente interpretato da Vanessa Redgrave nel film “Julia” di Fred Zinnemann,, del
1977, dove il ruolo di Lillian è affidato ad un’intensa Jane Fonda.
Ma c’è anche il racconto degli anni difficili e bui del Maccartismo nelle cui spire finirono la Hellmann e
Dashiel Hammet. Entrambi vennero duramente perseguitati per le loro idee liberali, privati di ogni possibilità
di lavoro e braccati fino all’arresto di Hammet.

Ricerca e innovazione, l’impegno della Regione Piemonte

L’assessore Marnati: “Obiettivo finale avere un’Europa più intelligente e noi vogliamo essere presenti come regione virtuosa”

Risorse, obiettivi e risultati attesi: su queste tre direttrici si è articolato l’intervento dell’assessore regionale alla Ricerca e Innovazione Matteo Marnati in VI Commissione nell’illustrare il Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) 2022-2024.

Quattro i capitoli principali sui quali si articoleranno gli interventi in capo all’assessorato: il finanziamento del raddoppio del centro di biologia molecolare di Torino, al quale sono destinati, per il 2022, 7 milioni di euro “mai come in questi momenti è importante avere a disposizione competenze nel campo della biologia molecolare e personale preparato e qualificato” commenta Marnati.

Il secondo grande capitolo riguarda tutta la partita della digitalizzazione della pubblica amministrazione con la finalità di supportare il miglioramento dell’organizzazione, la semplificazione amministrativa ma anche realizzare sistemi integrati che garantiscano servizi completamente digitalizzati sull’intera filiera, con particolare riferimento alle priorità dettate dall’emergenza Covid-19; o ancora e mettere a disposizione le piattaforme a sostegno dell’inclusione territoriale con particolare riferimento al cloud e ai pagamenti elettronici.

Terzo obiettivo, supportare le start up nei settori tecnologicamente più avanzati, in particolare sostenendo – attraverso un cofinanziamento complessivo di 625mila euro, l’Esa Bic recentemente assegnato dall’Agenzia Spaziale Europea a Torino per stimolare la nascita delle startup italiane nel settore della Space Economy.

Per quanto riguarda il quarto “capitolo” “È stata poi rivista le neo-strategia della specializzazione intelligente, sono passati 7 anni dall’ultima programmazione – aggiunge Marnati – e in questo lasso di tempo sono cambiate molte cose. La nuova specializzazione è stata rivisitata con gli assetti tecnologici, sui quali noi puntiamo. Entro fine anno verrà approvata dalla Giunta e potremo contare sui fondi”. “Obiettivo finale – conclude – avere un’Europa più intelligente e noi vogliamo essere presenti come regione virtuosa. Abbiamo molto lavoro da fare insieme”.

Il programma regionale Fesr 21-27 vede un aumento delle risorse di oltre 500 milioni di euro rispetto alla dotazione 14-20, che ammontava a quasi 966 milioni di euro, e rispetto al tema della ricerca e innovazione, l’obiettivo sul quale interviene il programma –  “Eu competitiva e intelligente” – si stanzieranno circa 807 milioni di euro da declinare sulle misure riguardanti Ricerca e innovazione, Digitalizzazione, Crescita sostenibile e competitività,  Competenze per la specializzazione intelligente e Connettività digitale.

Palazzo Lascaris si colora contro il cancro della cervice uterina

“Faccio appello alle donne affinché adottino tutte le misure utili a prevenire la malattia, perché una diagnosi precoce salva la vita. La pandemia ha rallentato molte azioni messe in campo perché era necessario occuparsi delle patologie legate al Covid, ma ora è il momento di ripartire con azioni efficaci di sensibilizzazione e di prevenzione. Ognuno di noi può fare la sua parte ricordando e rimarcando quanto sia importante sottoporsi regolarmente ai test di screening, solo tutti insieme possiamo sconfiggere il tumore della cervice uterina”, dichiara il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.

La decisione di aderire è stata presa dall’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea in seguito alla richiesta dell’Ufficio di Presidenza della Commissione consiliare Sanità.

“La Strategia globale dell’Oms e il Piano europeo contro il cancro della cervice uterina e di tutti i tumori causati dal papilloma virus (Hpv) – spiega il presidente della Commissione Alessandro Stecco – prevedono che entro il 2030 il 90% delle ragazze adolescenti siano vaccinate, il 70% delle donne siano sottoposte a screening da Hpv e il 90% delle donne con lesioni precancerose e cancerose siano trattate. Il Manifesto per l’eliminazione dei cancri-Hpv correlati in Italia, realizzato da Fondazione Veronesi e altre associazioni hanno lanciato un appello affinché l’Italia diventi il primo in Paese in Europa a eliminare i tumori da papilloma virus”.

Oltre a partecipare alla campagna di sensibilizzazione, il Consiglio regionale e la Commissione Sanità continueranno a seguire l’evoluzione di questo importante tema.

 

Popolo della Famiglia. “Sinistra dica No a utero in affitto”

Lucianella Presta (Pdf-Piemonte):
“La vicenda della bimba ucraina dimostra che è una pratica criminale”

Lucianella Presta, Coordinatore regionale del Popolo della Famiglia sottolinea e riprende le parole di Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, che commenta la vicenda della bambina commissionata tramite utero in affitto e poi abbandonata in Ucraina: “Tanti si chiedono come sia possibile che questa bimba sia stata abbandonata ‘come una cosa inutile’. La risposta la ripetiamo da militanti del Popolo della Famiglia ed è sempre ripresa nei libri di Adinolfi: è la procedura in sé dell’utero in affitto a reificare la persona umana. E se la persona diventa cosa, oggetto di transazione finanziaria, la cosa quando viene a noia si può abbandonare. Se è imperfetta si può gettare via. Nella storia dell’umanità c’è una sola equiparazione possibile: gli schiavi erano persone considerate cose. Questi campioni della modernità e del progressismo vogliono riportarci ai tempi della schiavitù, quando i ricchi potevano servirsi di persone trasformate in cose per i loro bisogni. L’utero in affitto è un abominio criminale di stampo schiavista. Chi a sinistra lo sostiene o addirittura se ne serve (come Nichi Vendola, Tiziano Ferro e la comunità Lgbt) dovrebbe solo vergognarsi e non farlo sapere in giro. Serve un no deciso della sinistra a questa pratica abominevole, cui si è contigui se si approvano le registrazioni anagrafiche dei ‘figli di due papà’ che solo da utero in affitto possono avere origine”.

Le coppette gelato Atp Finals di Marchetti

Alberto Marchetti, maestro gelataio torinese, ha allestito le vetrine del suo Store Casa Marchetti con un tripudio di racchette, coni e palline, non gelato questa volta, ma per l’occasione della ATP Finals, da tennis, celebrando l’evento con una serie di coppette gelato in ceramica in edizione limitata.

Lo sport e Torino sono, così, i protagonisti della collezione esclusiva che porta le NITTO ATP Finals dai campi da gioco alle tavole. Cinque le coppette da collezione; la prima edizione 2021 reca la firma di Giovanni Gastaldi ed è stata prodotta da Besio 1842, storica azienda artigiana monregalese a gestione familiare, in una limited edition di soli 2021 esemplari, cui si aggiungono 8 coppette personalizzate che Alberto Marchetti ha omaggiato ai fi solisti Djokovic, Medvddec, Zverev, Tsitsipas, Rublev, Berrettini, Hurkacz e Ruud.
Il maestro Alberto Giachetti è stato inoltre scelto per rappresentare la città di Torino e le sue eccellenze nel lounge privé degli atleti presso il Pala Alpitour, dove ha l’opportunità di far conoscere ai più grandi del tennis alcune specialità tipiche della tradizione torinese, tra cui il gelato al gusto gianduia.
La coppetta edizione 2021 e’ in vendita esclusiva presso lo store Casa Marchetti in piazza CLN 248 a Torino al costo di 10 euro.

Mara Martellotta

www.albertomarchetti.it

 

“La passione per la libertà”, i personaggi del Novecento secondo Quaglieni

L’ultimo libro del professore è un monito assolutamente attuale 

La passione per la libertà rappresenta il sottile fil rouge che accomuna personaggi apparentemente diversi tra loro, quali Alfredo Frassati, Ottavio Missoni, Massimo Mila, Giampaolo Pansa, Guido Ceronetti, Philippe Daverio e altri, che sono raccolti nella silloge dell’ultima fatica letteraria del professor Pier Franco Quaglieni, dal titolo, appunto “La passione per la libertà”. Il volume, che reca l’originale e bella copertina dell’artista Ugo Nespolo, edito da Buendia Books, come ha spiegato lo stesso professor Quaglieni, si può leggere senza seguire l’ordine dei capitoli, ciascuno dedicato a un profilo, proprio perché ognuno di essi risulta distinto dagli altri. Ciò che, però, li accomuna è la passione con cui il professore evoca il concetto di libertà, riecheggiando un titolo pannunziano su Tocqueville e invitando al rispetto di tutte le idee espresse, che rappresenta il cardine di ogni civiltà liberale. Non si deve dimenticare che una delle migliori riletture dell’opera di Tocqueville la si deve proprio a un breve saggio composto da Mario Pannunzio, dal titolo “Le passioni di Toqueville”, in cui lo stesso Pannunzio nota come la forza dell’intera opera dello studioso francese non risieda tanto nel suo spirito dottrinario, quanto nella passione, talvolta aristocratica, e nell’amore per la libertà.
Il libro del professor Quaglieni non è una mera successione di profili biografici, quanto un’evocazione di figure tra loro anche diverse, ma tutte colte alla luce della loro libera espressione di pensiero; rappresenta anche la denuncia nei confronti del periodo storico che stiamo vivendo, molto spesso orientato al conformismo.
Quaglieni, uno dei massimi esponenti della cultura liberale contemporanea e non solo italiana, in questo volume riporta anche ricordi di amici che con lui hanno condiviso il cammino di oltre cinquant’anni del Centro Pannunzio, da lui fondato insieme ad Arrigo Olivetti, Mario Soldati e altri giovani studiosi dell’Università di Torino, richiamandosi alla tradizione culturale de “Il mondo” di Pannunzio. Non mancano nel volume pagine autobiografiche nelle quali l’autore ripercorre la storia liberale della sua famiglia, capaci di rendere ancora più profonda la conoscenza del suo pensiero orientato alla passione per la libertà.

Mara Martellotta