ilTorinese

“Nessun dorma”, nella vita di Tosca la storia del Novecento

Con stile scorrevole e garbato, il nuovo libro di Rosanna De Amicis intitolato “ Nessun Dorma”, come la famosa romanza di Giacomo Puccini, racconta la storia di Tosca a partire dalla nascita , durante la seconda guerra mondiale, per proseguire  con la fanciullezza, la maturità e la vecchiaia.

Fa da sfondo agli avvenimenti lo splendido territorio collinare di Vignale Monferrato dove si svolge la sua esistenza e in cui  in una lussuosa villa vive la protagonista, ormai anziana e vedova, che la scrittrice ha capacita’ di far conoscere immediatamente sia fisicamente che nello spirito gia’ dalle prime pagine.

Con grande efficacia descrittiva viene presentata la “Signora di Villa Tosca“ mentre legge un libro scelto dalla ricca biblioteca ascoltando brani di musica lirica a cui si e’ appassionata da quando il marito Filippo , rendendosi pigmalione, la trasformo’ da semplice maestrina di campagna ,figlia di modesti locandieri, in conoscitrice della grande musica colta.

Le ampie e silenziose stanze ogni giorno si animano al suono dei capolavori di Puccini e Mascagni che ella ama particolarmente perche’ forieri di pathos e di rimandi ai giorni felici della gioventu’ aiutandola a vivere di ricordi.

Con intuito psicologico l’autrice scava la personalita’ di Tosca, donna vivace, generosa, tenace e di forte tempra come lo sanno  essere le donne monferrine; allo stesso modo viene penetrata psicologicamente la personalita’ di chi le sta intorno , figli, nipoti, la fedele governante Rosa, il solerte giardiniere Giuseppe e l’affidabile autista Giovanni, in modo cosi’ efficace da farci immaginare di averli conosciuti realmente.

Interessante e’ notare come ogni avvenimento della sua lunga vita venga inserito in particolari momenti storici, politici e sociali che hanno contraddistinto il novecento a partire dagli anni quaranta, fornendo vari spaccati d’epoca che arricchiscono ulteriormente il romanzo andando oltre le vicende personali della protagonista.

Stimolanti gli accenni alle bellezze paesaggistiche e architettoniche di Vignale che, possedendo antichi palazzi e chiese settecentesche, vanto del barocco e del neoclassicismo piemontese, costituisce un invito a una visita turistica.

Unendo nel libro passato e presente, tradizione e contemporaneita’ rappresentata dal famoso internazionale “ Festival della danza “,Rosanna De Amicis riesce a conciliare in modo intrigante una storia immaginaria romanzata e la realta’ visibile.

Giuliana Romano Bussola

“Diploma di grande coraggio” ai bambini vaccinati al Mauriziano

Durante il Vaccino Day pediatrico, presso l’ospedale di Torino

Mercoledì 22 dicembre 2021 dalle ore 13 alle ore 16 si terrà il Vaccino Day pediatrico presso l’ospedale Mauriziano di Torino. L’attività vaccinale è riservata alla fascia di età 5 – 11 anni. Domani verranno vaccinati 30 piccoli pazienti con priorità ai fragili. Poi ogni mercoledì di ogni settimana ne verranno vaccinati circa una settantina. I bambini ed i loro genitori saranno accolti presso il corridoio Turati di fianco all’Aula Carle nell’atrio pianoforte ed accompagnati in ospedale dalla musica, da attività ludico / ricreative e riceveranno, insieme ad un piccolo dono, un vero e proprio diploma di grande coraggio da portare a casa come segno del valore e dell’importanza del gesto vaccinale.

Il progetto, condiviso con la Direzione Aziendale ed il Direttore di Pediatria e Neonatologia (dottoressa Emilia Parodi), vede la collaborazione del Gruppo Salutearte Mauriziano con altre Associazioni torinesi.

L’attività si inserisce nell’ambito delle progettualità di umanizzazione dei luoghi e delle relazioni di cura e di Promozione della Salute, che vede da tempo impegnato l’ospedale Mauriziano, secondo la metodologia di Teatro Sociale e di Comunità.

Donna partorisce in taxi. La bimba nata ora è al Maria Vittoria

Il tassista aveva  fatto salire sulla sua vettura  una coppia di stranieri, lei incinta, che gli avevano chiesto di portarli all’ospedale Sant’Anna.

Passati pochi minuti il conducente, un 45enne da anni in servizio a Torino, si è reso conto che la donna stava già partorendo.

A questo punto il tassista ha portato i due al più vicino Maria Vittoria, dove il parto è stato completato in sicurezza.

La donna è stata affidata alle cure dei medici. Ed è nata una bimba. Per i genitori e per il tassista torinese sarà un periodo natalizio da ricordare!

Ragazzina di 16 anni investita da auto

DAL PIEMONTE

Ad Acqui Terme (Al) una ragazzina di 16 anni  è stata investita mentre attraversava in via Mariscotti, una delle arterie più trafficate del centro cittadino.

La giovane è stata soccorsa dall’ambulanza del 118 e trasferita in codice giallo all’ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria.

Tanta paura ma la ragazza non è fortunatamente in pericolo di vita.

Tragedia della gru, in Regione un minuto di silenzio per le vittime: “Più sicurezza, prevenzione, formazione”

Il Consiglio regionale del Piemonte, all’inizio della seduta odierna, ha ricordato le tre vittime del grave incidente sul lavoro a Torino, verificatosi in via Genova sabato 18 dicembre.

“Quanto accaduto conferma che è necessario intensificare i controlli. Troppo spesso purtroppo la sicurezza, la prevenzione, la formazione sono considerati costi e impedimenti di cui fare a meno. Le vittime sui luoghi di lavoro, in Piemonte come in Italia, hanno raggiunto livelli inaccettabili per un paese moderno e civile” ha ribadito il presidente Stefano Allasia.

“Il nostro pensiero va alle famiglie di Filippo Falotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti che hanno perso la vita, e ai feriti, comprendendo che nulla può alleviare un dolore così grande” ha concluso.

L’Aula ha poi osservato un minuto di silenzio.

Made in Italy, “Parlaconme” torna in onda

In onda su Radiovidanetwork mercoledì 15 dicembre la puntata di PARLACONME dedicata ai paladini e difensori del made in Italy. Ospiti Gian Giacomo Centinaio e Ettore Prandini

 


E’ andata in onda mercoledì 15 dicembre  sulla Radio web Radiovidanetwork, dalle 18 alle 19, la puntata registrata della trasmissione PARLACONME condotta da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist, Social Media Marketing del CAAT, Centro agroalimentare di Torino.

Ospiti della trasmissione dedicata al tema ‘I paladini del “made in Italy” e della filiera agroalimentare’ Gian Giacomo Centinaio, Sottosegretario di Stato delle Politiche agricole, alimentari e forestali dal primo marzo 2021, già Ministro dell’Agricoltura negli anni 2018/-19, e Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti dal 2018.
Il primo giugno 2018 il senatore Gian Marco Centinaio veniva nominato Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e giurava davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La grossa novità relativa alla struttura del “nuovo governo del cambiamento” era rappresentata dal fatto che il Ministero dei Beni Culturali avrebbe preso in carico il Turismo, che sarebbe stato affiancato dal comparto dell’agroalimentare. Il Senatore aveva maturato una lunga e forte esperienza nel settore turistico e ha sempre sostenuto che: “Gli stranieri vengono in Italia sia per le sue bellezze storiche, architettoniche, naturalistiche, sia per l’enogastronomia”.
Il suo mandato terminava l’anno successivo, ma il suo lavoro per il settore turistico e enogastronomico non si è mai fermato, anzi, si è sempre più concentrato e rivolto a dare valore ai prodotti che rappresentano le eccellenze italiane riconosciute in Italia e nel mondo, tanto che dal 1° marzo scorso è stato nominato Sottosegretario di Stato delle politiche agricole, alimentari e forestali. Con l’ospite Gian Marco Centinaio sono stati discussi alcuni temi inerenti il distretto del cibo, dato che da qualche giorno è stato sottoscritto lo Statuto della Consulta dei Distretti del Cibo, una realtà importante del nostro Paese, che ha il duplice scopo di valorizzazione dei territori e del settore agroalimentare italiano. Valorizzare un prodotto significa, infatti, anche valorizzare le aree interne, in quanto dietro ogni prodotto sono presenti storia, arte e cultura, che è necessario saper raccontare. Sono state discusse le possibili strategie vincenti e quali possano essere le aziende in grado di investire nelle attività di piccole realtà territoriali quali musei, botteghe, fabbriche storiche, squadre sportive.
Il secondo tema affrontato riguarda il nutriscore, rischi e difesa, alla base del confronto con Centinaio, che ha risposto ad alcune domande relative alla presenza o meno di una task force di professionisti individuati dal settore al fine di supportare il settore agroalimentare. Il nutriscore rappresenta il sistema di etichettatura a colori e talora rischia di essere fuorviante e tale da indurre i consumatori a esprimere valutazioni sbagliate sulla salubrità dei prodotti. Sono state anche espresse alcune riflessioni sulla tematica dei vini, che rappresentano il motore trainante del turismo enogastronomico italiano. Ultimo tema affrontato con Centinaio quello della comunicazione digitale, già in parte anticipato in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare, tenutosi a Torino, in cui è emerso come questo tipo di comunicazione sia alla base della trasmissione dei valori del prodotto e dell’intera filiera agroalimentare.

 

Insieme al Sottosegretario, unito nella difesa del nostro Made in Italy e delle nostre eccellenze Italiane in Italia ed all’estero, e’ intervenuto il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini che, in realtà, è anche imprenditore agricolo e conosce molto bene la realtà di ciò che è presente dietro un prodotto. Solo pochi giorni fa egli ha ribadito che il valore economico che l’agricoltura muove oggi è pari a 570 mld di euro. Questo dato conferma che si tratta assolutamente di un settore strategico per il sistema Paese. Con il Presidente Prandini si è parlato dello stato del settore agroalimentare in tempi di pandemia; della consapevolezza che deve acquisire il consumatore nei confronti dei prodotti che acquista e dell’importanza della collaborazione e dell’introduzione di una sinergia tra distribuzione e agricoltura. Il secondo tema affrontato, quello delle pratiche sleali. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 novembre scorso, ha finalmente approvato il decreto sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera.
Fortemente voluta da Coldiretti, rappresenterà il nuovo punto di partenza per la formazione dei prezzi a garanzia del reddito degli agricoltori. Con questa norma si auspica che gli agricoltori possano essere giustamente retribuiti ed avere la giusta redditualita’, perché venga riconosciuto il lavoro svolto in modo adeguato. Esiste, infatti, purtroppo un caporalato che riguarda le imprese agricole: il non riconoscere il giusto prezzo. Così si sottopaga il lavoro.
Altro tema trattato quello dell’italian sounding e della lotta per contrastarlo. Da anni il Presidente Prandini e Coldiretti combattono a favore della difesa del nostro Made in Italy in Italia e nel mondo, evidenziando il fatto che sui mercati mondiali ci sono oltre 100 miliardi di falso Made in Italy, mentre sarebbe necessaria la presenza di 100 miliardi di vero prodotto italiano.
La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.

Mara Martellotta

Per collegarsi ed ascoltare la trasmissione:

– collegarsi al sito www.vidanetwork.it
–  app ufficiale RADIO VIDA NETWORK scaricabile gratuitamente per IOS e ANDROID
– nei maggiori aggregatori di radio
– su speaker Alexa e Google Home

–  REPLICA la domenica successiva – alle ore 9.00 

 

Attimi di paura a Torino: ragazza armata di tronchese minaccia i passanti

Un uomo sente suonare il citofono della propria abitazione in Barriera di Milano. Si tratta di una donna che chiede di entrare nel palazzo per imbucare alcune lettere.

L’uomo apre ma dallo spioncino vede una giovane  dirigersi verso le cassette della posta con una tronchese al seguito e numerosa corrispondenza nella tasca  dei pantaloni. L’uomo avverte il 112  e inizia a seguire la ragazza , che intanto aveva già abbandonato l’atrio.

E’ stata denunciata inoltre per sottrazione di corrispondenza per le missive asportate, indirizzate alle famiglie di uno stabile della zona.

Principesse, Draghi e cavalieri

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina  

L’autorevole settimanale britannico “The Economist” ha incoronato nel suo ultimo numero l’Italia quale Paese dell’anno.  

 

A noi italiani è venuto immediatamente da pensare agli allori sportivi (dai titoli olimpici e paraolimpici agli europei di calcio, pallavolo femminile e maschile e del football americano, dalla finale di Berrettini  Wimbledon, il tempio del tennis, ai successi del nuoto, del ciclismo e della ginnastica ritmica), musicali (con il trionfo del gruppo dei Måneskin all’Eurovision e a quello di un violinista italiano al Premio Paganini) e gastronomici (con la vittoria della Coupe du Monde de la Pâtisserie 2021).

 

Nulla di tutto ciò.

 

Il titolo ci è stato attribuito (parole e musica del giornale britannico, raramente tenero nei nostri confronti) perché “ha acquisito un primo ministro rispetttato e competente e con lui ha raggiunto un alto tasso di vaccinazione contro il Covid nella popolazione, tra i più elevati d’Europa, e la sua economia si sta riprendendo più rapidamente rispetto ai paesi limitrofi».

 

Il Belpaese aspettava da molto tempo, come una Principessa nella torre più alta e remota del castello, uno stuolo di cavalieri (uno non sarebbe certo sufficiente) che lo liberassero dalle pastoie di una politica (e di una burocrazia) che da molti decenni ne ha arrestato lo sviluppo economico.

 

La crisi politica che si era scatenata all’inizio del 2020, in piena crisi pandemica, sembrava avere confermato il nostro atavico vizio ad autoinfliggerci dolori in aggiunta a quelli già riservatici dalle difficili condizioni esterne.

 

L’ inaccessibile torre rischiava davvero di crollare rovinosamente.

 

Cavalieri coraggiosi ed abili non se ne era riusciti a radunare ed in loro assenza era scoccata l’ora dei Draghi.

 

La testata londinese ha inteso premiare il Paese che ha attuato, grazie all’ex governatore della BCE, il miglioramento più significativo nel corso del 2021

Il nostro cammino rimane però molto lungo e difficile.

 

L’enorme debito accumulato non potrà certamente essere incenerito ma trasformarlo (con il tempo) da “cattivo” (non rimborsabile) a “buono” (Draghi dixit) sarebbe un enorme risultato.

Solo allora la nostra storia potrebbe avere un lieto fine e potremo così essere certi che non si tratta solamente di una favola e di una missione impossibile.

Al via il master in Virologia ambientale

 Marnati: “Risposta straordinaria ad una esigenza” L’inaugurazione ieri nella sede di Arpa Piemonte

L’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati, ha partecipato  all’inaugurazione del master in Virologia Ambientale, che si è tenuta nella sede di Arpa Piemonte a Torino.

Il master, ideato e proposto dall’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) Piemonte, è diretto dal  professor David Lembo, dell’Università di Torino e coordinato da Angelo Robottodirettore generale di Arpa Piemonte.

Si tratta di un master unico in Italia che nasce per rispondere all’esigenza sociale di formare una nuova figura professionale, ad oggi assente, ma di cruciale utilità per affrontare i rischi pandemici presenti e futuri, il virologo ambientale, figura che non solo sarà in grado di campionare l’ambiente, ma saprà utilizzare metodi molecolari sviluppati ad hoc per rilevare i virus nelle diverse matrici ambientali.

“Il master in Virologia Ambientale – ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – è il risultato di un lavoro sinergico tra Arpa e Regione iniziato tempo fa, nel pieno della pandemia quando era emersa l’esigenza di avere nuovi laboratori per processare i tamponi ed Arpa mise a disposizione uno spazio abbandonato da tempo – ha sottolineato l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – E Regione ed Arpa stanno tutt’ora lavorando insieme per mettere a punto studi e ricerche che permettano da un lato di colmare quelli che oggi sono ancora “vuoti di conoscenza” e dall’altro migliorare la vita delle persone. Questo master è il risultato del lavoro che stiamo facendo. È una risposta straordinaria ad una esigenza”.

All’inaugurazione erano presenti anche il professor Giovanni Di Perri, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’università di Torino, e Silvana Dalmazzone, professoressa di Economia ambientale e gestione delle risorse naturali dell’Università degli Studi di Torino.

Il master ha durata di un anno e si concluderà a dicembre 2022.

Quel vàire che non scorderò mai

“La trappola dei ricordi”

La mamma mi aveva istruito alla lettera. E, in quegli anni, del resto si poteva ancora lasciare uscire da soli i bambini per fare qualche piccola compera. Una cinquantina di metri. Non di più. Tutto diritto, sempre sul marciapiedi, nessun rischiosissimo (?) attraversamento stradale e (parola d’ordine) non dare mei retta agli sconosciuti!

Dal vecchio portone di casa alla vicicinissima bottega del Droghiere. Dieci minuti, andata e ritorno e compere in borsa. Botteghe, le drogherie, dove allora si trovava un po’ di tutto, dallo zucchero alla carta igienica agli alimentari alle stringhe per le scarpe. Botteghe ormai scomparse. O rarissime. Oggi reinventate in stile vintage che va tanto di moda e molto molto cult. Avrò avuto sette anni, da poco arrivato a Torino. Io con la mamma per ricongiungerci al papà. Immigrati piacentini. Ricordati bene – mi aveva straraccomandato mamma Giulia, che sarebbe stata in ansia da ricovero fino al mio ritorno – devi chiedere ‘per favore due etti di fontina e due di prosciutto cotto’! Capito? Certo che sì. E la richiesta me l’ero memorizzata alla parfezione in testa per tutto il “lungo” tragitto. Ragazzino sveglio fin d’allora! Due etti di fontina… No, prima, per favore. Per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto; per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto; per favore,due etti di…Ero arrivato ed entrato trafelato, gridando a squarciagola …fontina e due di prosciutto cotto. Il gelo. Silenzio assoluto. Sguardo minaccioso dell’omaccione (a me tale sembrava) che stava dietro al bancone e di stizzito e indispettito rimprovero dalla madamin tutta in ghingheri che l’omaccione stava servendo. Avevo decisamente sbagliato i tempi. Calma gàgno, t’las nèn vist che servu madamin? Bofonchiò il gigante droghiere. Che vergogna! Le guance di fuoco. Mi sentivo piccolo picolo. E tale ero. E maldestro e maleducato. Servita la madamin arriva finalmente il mio turno. Du..du..no, (prima) per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto. Il gigante mi guarda ancora un po’ stizzito. Ed è allora che dalla sua bocca esce quella (per me) terribile, imprevista  parola. Vaire? Sudori. Mi guardo intorno in cerca di aiuto. Co..co..come? “Oh gàgno – replica terribile il droghierone – mi l’hai nén temp da pèrde, l’hai ciamate ‘vaire’. Che tonto (io)! Avrei potuto arrivarci da solo. Vaire come dire quanto. Ma ero da poco arrivato a Torino e parlavo solo (e male) l’italiano, mentre in casa (benissimo) quel dialetto della bassa piacentina che ancora oggi con orgoglio mi ostino a parlare con quanti dei miei famigliari hanno resistito all’onda lunga del tempo. Vaire – mi venne in aiuto una deliziosa nonnina o fatina – in piemontese vuol dire ‘quanto?’Ah, quanto! Le sorrisi, con gratitudine. E mi co’ l’hai dite?, s’innervosì ancora di più quell’omaccione-omicciatolo del droghiere. Finalmente arrivarono i due etti di fontina e di prosciutto cotto. Ero impaurito, ma anche arrabbiato e indispettito. A quell’omaccione (che non m’avrebbe visto mai più) avrei ficcato volentieri due dita negli occhi. Tanto più che uscendo, dopo aver ringraziato la nonnina, lo sentii brontolare ‘Sti Napuli! Eh già, per la sabauda torinesità di allora tutti quelli che arrivavano da appena un po’ al di sotto di Asti erano tutti “terroni” o meglio “Napuli”. Corsi a casa, con una rabbia in corpo da far preoccupare la mamma. Quel maledetto vaire me lo porto dietro da oltre sessant’anni. E mai lo scorderò. Proprio oggi me l’ha fatto tornare in mente un maleducatissimo e un tantino razzista (la parola ci sta) signore in là con gli anni e dall’italiano fortemente sicilianizzato che ho colto a sgridare un ragazzo di colore, davanti ad un noto supermercato cittadino, semplicemente perché aveva “osato” salutarlo. Ciao papà, l’aveva apostrofato come il giovane è solito rivolgersi a tutte le persone di una certa età, il sottoscritto compreso. Un ragazzo bravo, gentilissimo, negli occhi la tristezza e il ricordo di un villaggio lontano. E di chissà quale viaggio infernale! Minchia, quante volte devo dirti di non salutarmi! Lo aveva rimbrottato l’anziano malamente piemontesizzato. Io alla tua età andavo a spalare la neve e al mattino presto a scaricare i camion ai mercati generali! Cazzolina. La frase mi bastò per farmi tornare alla mente quel dannato vaire! I “Napuli” (nel senso lato di “migranti”) ci sono ancora. E sono tanti tanti  Come tanti sono anche purtroppo i “Napuli” (quelli nostrani – e sempre nel senso di “migranti”- settentrionali e meridionali di prima, seconda, terza…generazione) che danno tristemente segno d’aver perso la dolorosa memoria del loro passato. Le sole differenze fra gli uni e gli altri: la lingua e il colore della pelle.

Gianni Milani