ilTorinese

Segnalazione Youpol, arresto per droga

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un giovane cittadino senegalese per  la detenzione, ai fini di spaccio, di sostanza stupefacente e false dichiarazioni sull’identità personale.

A seguito di diverse segnalazioni giunte sull’applicazione della Polizia di Stato “YOUPOL”, inerenti alla  presenza, nella zona compresa fra Corso Gamba, Corso Rosai, via Costaguta e via Crosato, di soggetti dediti all’attività di spaccio, i poliziotti del del Commissariato di P.S. San Donato hanno effettuto un’attenta perlustrazione dell’area: la loro attenzione veniva attirata da un ragazzo che giungeva, a bordo di monopattino, da Corso Principe Oddone.

Qui il giovane, dopo essersi guardato intorno, occultava velocemente un sacchetto all’interno di una fessura di un new jersey. Il tempestivo intervento dei poliziotti permetteva di ritrovare, all’interno proprio del sacchetto citato, 25 frammenti e 2 involucri contenenti cocaina.

Il giovane, che all’atto del controllo dichiarava di essere minorenne, veniva inoltre trovato in possesso di tre smartphone, verosimilmente utilizzati per essere contattato dagli acquirenti dello stupefacente.

Negli uffici di Polizia, a seguito di vari accertamenti, è emerso che il ragazzo era in realtà maggiorenne; pertanto, gli opertori di polizia lo hanno  arrestato sia per la detenzione della sostanza stupefacente che per aver dichiarato false generalità. L’arresto è stato successivamente convalidato.

Il giorno del Disability Pride

Torino abbraccia orgoglio e diritti e sabato 28 giugno tornerà ad ospitare la sua terza edizione del Disability Pride, la terza parata cittadina di persone con disabilità.

Dopo il successo delle prime due edizioni, sabato 28 giugno Torino ospiterà il suo terzo Disability Pride, l’evento che pone al centro le persone con disabilità,  chiedendo una società realmente accessibile, inclusiva e libera dall’abilismo. Il ritrovo sarà alle 15.30 davanti al castello del Valentino, rotatoria Nikola Tesla) e partenza del corteo intorno alle ore 16 da corso Massimo D’Azeglio. Il Politecnico di Torino rinnova il suo patrocinio a questa importante manifestazione  cittadina per i diritti, la dignità e la visibilità delle persone con disabilità.

Il Disability  Pride Torino nasce dal desiderio di rivendicare dignità,  visibilità,  piena partecipazione alla vita sociale,  culturale, economica e politica.  In quest’ottica la parola orgoglio non significa autocelebrazione, ma riconoscimento pubblico  di sé contro ogni tentativo di invisibilizzazione, medicalizzazione o pietismo.

Un Pride è,  prima di tutto, un momento di rottura simbolica dello stigma, è  l’affermazione  della propria identità  in uno spazio condiviso, politico, gioioso, in cui la disabilità smette di essere qualcosa da nascondere o sopportare, diventando parte legittima del tessuto sociale.

Promosso dal Coordinamento Disability Pride Torino, rete di associazioni, fondazioni, start up del territorio,  la manifestazione gode del patrocinio  della Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino, Politecnico di Torino e Università degli Studi di Torino. Si tratta si un importante riconoscimento istituzionale  che testimonia l’interesse crescente  verso i diritti delle persone con disabilità,  non solo come destinatari di servizi, ma soprattutto come cittadine e cittadini attive,portatrici di competenze, desideri, progettualità.
Il Disability Pride, nato negli Stati Uniti negli anni Novanta, è  approdato in Italia nel 2015 grazie all’attività di Carmelo Comisi, pioniere del movimento nel nostro Paese, che ha dato vita a una rete di eventi che pongono al centro l’orgoglio della propria identità  e la visibilità pubblica delle persone con disabilità.  In dieci anni il movimento ha toccato molte città italiane e dal 2023 Torino.
Oggi il Disability Pride  rappresenta una delle principali piattaforme di attivismo e confronto sui diritti, i bisogni, le aspirazioni  delle persone con disabilità.
Attraverso parate, manifestazioni artistiche e momenti di riflessione politica, il Pride promuove una cultura alternativa a quella dell’assistenzialismo e della compassione e nasce per superare la discriminazione di chi non rientra negli standard fisici, sensoriali o mentali dominanti .
Il corteo torinese propone uno sguardo intersezionale sulla disabilità e  i fatti, attraversa e incontra temi complessi più che mai attuali, come l’identità di genere, gli orientamenti di sessualità,  le origini etniche, le condizioni socio-economiche, venendo soggetta a multiple oppressioni che vanno riconosciute e combattute collettivamente.

Una visione sostenuta anche dal crescente interesse verso i Disability Studies, ambito accademico multidisciplinare che analizza la disabilità non solo in chiave medica, ma soprattutto come costruzione sociale e politica. Il Disability Pride Torino si pone come spazio di rivendicazione, ma anche di educazione collettiva, per contribuire ad arginare stereotipi, paternalismi e narrazioni di abilità ancora troppo diffuse. Insomma una normalità che ancora troppo spesso discrimina.

Tra le voci che animeranno palco e corteo la coordinatrice del Disability Pride di Torino, Alessia Volpin, il content creator ipovedente, Marco Andriano, Alexa Pantarella, ricercatrice sul linguaggio e podcaster Diversi Speaking, e rappresentanti di Disability Pride Network, coordinamento Torino Pride e istituzioni patrocinanti.

In occasione della terza edizione,  il Coordinamento del Disability Pride Torino ha aggiornato il proprio manifesto , documento politico culturale  elaborato da persona con disabilità,  persone neurodivergenti, caregiver, alleati e alleate su tre pilastri: attuazione della convenzione ONU sui diritti delle persone con  disabilità, ratificata in Italia nel 2009, piena implementazione della legge delega 227/2021, lotta all’abilismo e all’idea di normalità.

Mara Martellotta

A Torino l’evento finale del progetto nazionale “Sport in rete”

 

Una rete sportiva inclusiva per gli sport di rete

A fine giugno nel capoluogo piemontese il traguardo del progetto promosso da US ACLI, CSI e PGS, con il sostegno di Sport e Salute. Per tre giorni nella città della Mole squadre miste di pallavolo, tennis, pickleball, e tennistavolo si confronteranno e incontreranno, mettendosi in gioco superando la rete, elemento caratterizzante di queste discipline sportive, che in questa occasione non divide ma unisce.

 

Dal 27 al 29 giugno 2025 Torino ospita l’evento conclusivo di Sport in Rete, il progetto nazionale promosso congiuntamente da US ACLI, CSI e PGS, con il sostegno di Sport e Salute.

L’iniziativa, avviata nell’ottobre 2024 e attiva fino a settembre 2025, utilizza discipline sportive “di rete” – come pallavolo, tennis, pickleball – per promuovere inclusione e parità di genere tra i più giovani. Al centro del progetto, un approccio educativo e innovativo che pone l’accento sulla collaborazione, il rispetto e la valorizzazione delle capacità individuali.

In questi mesi, il progetto ha coinvolto centinaia di ragazze e ragazzi tra i 10 e i 14 anni, in 16 regioni italiane. Attraverso corsi continuativi, tornei, percorsi misti e momenti di sensibilizzazione, Sport in Rete ha favorito la partecipazione anche di giovani inattivi o provenienti da contesti fragili, creando ambienti di gioco accoglienti e senza pressioni.

L’evento finale di Torino rappresenta il momento culminante di questo percorso: per tre giorni, giovani atlete e atleti provenienti da tutta Italia si confronteranno in squadre miste, cimentandosi in due discipline sportive a testa, in una sfida non solo sportiva, ma anche educativa e relazionale. Saranno oltre 120 i giovani atleti e accompagnatori, provenienti da Bari, Brescia, Catania, Firenze, Milano, Torino e Trieste.

Un’occasione speciale per incontrarsi, conoscersi e vivere i valori del fair play e dell’inclusione attraverso il gioco.

Composizione squadre e discipline
Ogni squadra sarà composta da 8 atleti, con una presenza mista di genere. Potranno gareggiare ragazze e ragazzi di età compresa tra i 10 e i 14 anni. Le squadre si sfideranno in tornei basati su una formula bi-disciplinare. Ogni atleta dovrà indicare due sport tra:

  • Tennis
  • Tennistavolo
  • Pallavolo/Beach volley
  • Pickleball

Il primo sarà considerato lo sport principale, il secondo quello complementare. Ciascun componente di ogni singola squadra sarà chiamato a gareggiare in entrambe le discipline indicate, privilegiando quella scelta come principale.
L’iniziativa rappresenta non solo un’occasione di confronto sportivo, ma anche un momento di condivisione dei valori formativi dello sport, della coesione territoriale e della costruzione di relazioni inclusive tra giovani di diversa provenienza.

Gli obiettivi del progetto e il percorso verso Torino
Con Sport in Rete si è voluto rendere lo sport uno spazio accessibile e motivante per tutti e tutte, a partire da chi spesso ne resta escluso perché proveniente da contesti di fragilità socioeconomica o inattivo. Le attività proposte hanno cercato di contrastare l’abbandono sportivo e stimolare un coinvolgimento attivo e positivo nello sport, con un’attenzione particolare alle ragazze preadolescenti, attraverso l’organizzazione di attività polisportive, innovative e socializzanti.
Il progetto ha inoltre supportato le associazioni e le società sportive locali, aiutandole a consolidare e migliorare la propria offerta introducendo percorsi a bassa intensità agonistica, accessibili e inclusivi, in grado di accogliere giovani in condizioni di fragilità e valorizzare le capacità individuali più che la performance.
Un lavoro che ha posto le basi per una nuova cultura sportiva, attenta alla persona, al rispetto reciproco e alla costruzione di relazioni significative: valori che troveranno piena espressione nell’evento finale di Torino, dove le esperienze locali si intrecceranno in un unico grande appuntamento nazionale.

Opera, la cucina che racconta Torino attraverso la meraviglia del gusto

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO 
A due passi da Piazza San Carlo, in una di quelle vie del centro dove il tempo sembra rallentare per lasciare spazio alla bellezza, si trova “Opera”, un ristorante che non si limita a servire piatti: racconta storie. Varcata la soglia del locale, ci si ritrova in un ambiente intimo, elegante senza ostentazioni, fatto di luci calde, legno chiaro e dettagli curatissimi. C’è una calma gentile che avvolge tutto, dal sorriso discreto del personale alla musica che accompagna senza disturbare. La sala è luminosa di giorno, morbida e raccolta la sera, ideale per un pranzo riflessivo o una cena da ricordare. Lo stile è moderno ma profondamente radicato nel territorio, proprio come la cucina che propone: una ricerca attenta, quasi filologica, degli ingredienti e delle tradizioni piemontesi, interpretate con mano contemporanea e spirito curioso.
Il cuore pulsante di Opera è lo chef Stefano Sforza, che porta avanti una visione personale e coerente della cucina: ogni piatto è il risultato di un equilibrio tra tecnica, materia prima e ispirazione. Qui non si viene solo per mangiare, ma per fare esperienza. Il menu cambia seguendo le stagioni, ma non mancano mai sorprese e riletture creative di grandi classici. Tra le proposte più apprezzate, le animelle glassate con cipollotto e fondo al Marsala, o la reinterpretazione del vitello tonnato che gioca su consistenze e acidità senza tradire l’anima del piatto originario. Il pane, fatto in casa ogni giorno, è servito con burro mantecato e olio extravergine piemontese: un inizio semplice ma già rivelatore. Anche la carta dei vini merita attenzione: una selezione mai banale, con molte etichette del territorio accanto a scelte più internazionali, tutte pensate per accompagnare con precisione il percorso gastronomico.

Un’esperienza che unisce eleganza e calore, senza perdere autenticità
Opera non è un ristorante “di tendenza”, è qualcosa di più duraturo. Ha l’eleganza di chi sa il fatto suo ma non sente il bisogno di ostentarlo. La sensazione è quella di essere ospiti, non clienti. Il servizio è preciso ed umano, con personale attento, preparato e sempre disposto a raccontare un piatto, un ingrediente o un accostamento. Si percepisce un rispetto profondo per il lavoro, la materia e le persone, in cucina come in sala. Anche i dessert meritano un discorso a parte; piccoli capolavori di equilibrio, mai troppo dolci, sempre centrati. Il sorbetto al sedano e mela verde, ad esempio, sorprende per freschezza e pulizia, chiudendo il pasto con leggerezza e finezza. Il ristorante offre anche un menu degustazione che si snoda in sette portate, ognuna pensata come tappa di un racconto coerente, dove nulla è lasciato al caso. Le porzioni sono calibrate, l’impiattamento sobrio ma elegante e ogni piatto arriva al tavolo con il suo tempo, senza fretta.
Nel cuore di Torino, un luogo dove il cibo diventa racconto.
Opera è il luogo ideale per chi cerca qualcosa in più di una buona cena. È una destinazione per torinesi curiosi e per viaggiatori attenti, per chi vuole riscoprire i sapori della tradizione piemontese senza rinunciare all’innovazione, per chi apprezza il dettaglio e la coerenza, per chi crede che mangiare bene sia un atto culturale prima ancora che un piacere. Non ci sono effetti speciali, ma sostanza. Non ci sono forzature, ma autenticità. È un ristorante che ha scelto la via dell’identità e della cura e la percorre con coerenza e passione. In un momento storico in cui la ristorazione tende spesso all’eccesso o alla spettacolarizzazione, Opera rappresenta una forma di resistenza elegante e concreta. E quando si esce, dopo il caffè servito con piccola pasticceria fatta in casa, si ha la sensazione di aver vissuto qualcosa che resta. Qualcosa che non si dimentica. Proprio come le grandi opere.
NOEMI GARIANO

La pace derisa

La pace derisa, ultima silloge poetica di Maria Grazia Minotti Beretta, è interamente ispirata dalla sua storia personale e dalla sensibilità con la quale guarda agli aspetti più intensi dell’esistenza. Un’autrice che, giunta al suo quindicesimo volume di poesie, ripensa e propone le sue liriche con voce limpida. Dopo un breve periodo di silenzio e riflessione, Minotti Beretta ritorna così alla poesia con un libro che viene da lontano, frutto di un dialogo intenso con la tradizione. Dopo le iniziali evocazioni familiari (l’autrice è nata a Milano in piena guerra, sotto i bombardamenti, perdendo il padre Ettore, partigiano, ucciso dai nazisti il 7 aprile 1945, e poco più tardi la madre) la raccolta, segnata da una profonda riflessione sul senso del tempo, si apre con la poesia “a mio padre adottivo” dove la poetessa intende recuperare la potenza nominante delle parole, dentro uno spazio rigoroso, secondo una precisa misura: “Era un burbero benefico, che ho amato come padre”. L’autrice è ormai distante dalle esperienze poetiche degli inizi e la parola è diventata custode del tempo, capace di riportare in superficie qualcosa di nascosto che è in noi. Le parole, dunque, non si disperdono diventando rivelatrici di senso per questo il libro che assume la forma di un luogo protetto, evocativo e dialogante. I temi della poesia ci sono tutti: i ricordi della guerra e del dopoguerra, la malinconia e la solitudine, l’interrogazione sull’essere e sul morire, la fragilità e l’attesa, il desiderio che sconfina nella delusione, la trepidazione del sentire, l’amore e l’amicizia come beni che perdurano all’ansia e alla pena, l’urgenza di chiudere in una frase il senso di una possibile risposta. La poesia della Minotti nelle centoventitré  liriche propone anche riflessioni sulla realtà drammatica di un mondo dove ogni giorno la pace viene derisa, vilipesa, sopraffatta da chi vuole imporre il suo credo, forza, potere e la collega nella spoglia interiorità dei versi  alla semplicità severa di antichi valori e sentimenti che meriterebbero di non essere mai dimenticati. In questo senso La pace derisa conferma come la poesia resta ancora oggi la sua compagna fedele, la nicchia dove custodire i ricordi e lo specchio sincero della sua anima.

Marco Travaglini

Ruffino: “Bene accordo banca-industria con vista sul futuro”

Dove non arriva il governo, arriva la volontà di chi fa impresa e il coraggio delle banche di fare credito con vista sul futuro. È una pietra miliare per il sistema Paese l’accordo siglato da Confindustria e Intesa San Paolo del valore di 17 miliardi per la nostra Regione da erogare nel prossimo quadriennio. Il Piemonte è una pedina strategica in questa intesa il cui obiettivo è finanziare innovazione e sviluppo in quei settori – dalla robotica all’aerospaziale, settore di punta nel Piemonte – il cui peso sarà decisivo per ridefinire il volto industriale della Regione.
È ora importante che le istituzioni locali accompagnino la rinnovata vocazione industriale del Piemonte attraverso adeguate politiche di infrastrutturazione del territorio. Le imprese e gli istituti di credito fanno la loro parte, spetta ora ai soggetti pubblici creare le condizioni ottimali per cogliere tutte le opportunità. A cominciare dall’accelerazione delle opere collegate al Pnrr, recuperando ritardi inammissibili.
on. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte

Torino Soul Night, “il battito della musica black tra leggende e nuove stelle”

A Torino la sesta edizione dell’evento ideato da Samuele Spallitta

Sabato 28 giugno, dal primo pomeriggio a notte fonda

Moncalieri (Torino)

Quest’anno, sarà “Notte Soul” più che mai – sotto il segno della “musica black” coniugata in tutte le sue più varie sfaccettature – la “Torino Soul Night” nata nel 2021 dall’idea del torinese Samuele Spallitta (direttore artistico) e che per la sua sesta edizione assume la veste di “Festival”, con più progetti musicali ad alternarsi on-stage dal primo pomeriggio di sabato 28 giugno (apertura porte stimata intorno alle 15,30) fino a notte fonda (chiusura evento intorno all’una). E cambio di location. Dopo essere stato realizzato prima al “Cap 10100” e poi al “Teatro Juvarra”, per questa sesta edizione, gli organizzatori hanno pensato bene di optare per il “Cacao Torino” (in via Regione Freylia Mezzi 47, a Moncalieri), un locale più grande, alle porte di Torino, dotato dei servizi fondamentali per uno spettacolo rivolto a un pubblico sicuramente numeroso, dall’ampio parcheggio all’area toilet & nursery. Sarà presente anche una food court con una sfiziosa offerta enogastronomica, gestita dal gruppo “To Be Company”.

Grazie ad un mix perfetto e ben studiato di innovazione, tradizione e maniacale attenzione al talento di ogni singolo performer, l’iniziativa è stata in grado di attirare negli anni una platea sempre più variegata e in costante ascesa. Un pregio che sicuramente le va riconosciuto e che di certo verrà riconfermato dalla “line up artisti” di quest’anno, contrassegnata dall’alta qualità e dal riconosciuto respiro internazionale.

Sul palco, otto i nomi “ufficiali” da dieci e lode e due star: “Soul Circus”James ScorseseStessy“The Funkin’ Machine”Ash MorganAwa FallBrownie e Nayana. A chiudere in super bellezza due “autentiche” star: la vincitrice dell’edizione 2024 di “X Factor” Mimì e l’icona Frankie hi-nrg.

Presenti anche KhamillaAgnese e “Guido in Stato di Ebbrezza” – tre promettenti artisti emergenti del panorama torinese – e il DJ set a cura di “Emile Omar by Roseaux”. Il concerto serale sarà presentato da Ginhoon-stage una band d’eccellenza di sette elementi composta da: Francesco Roletti alle tastiere, Davide Ballanti alla chitarra, Paul Zogno al basso, Stefano Petrini alla batteria, Tiziano Codoro alla tromba, Francesco Cangi al trombone e Mattia Primon al sax. Non mancherà l’accompagnamento del coro a cura di “Corde d’Accordo”, con Emanuele Faletra e IMA, che si esibiranno anche singolarmente durante la giornata.

Pier Rosito, CEO e Founder di “To Be Events” dichiara: “Con questa nuova formula la ‘Torino Soul Night’ non è solo un evento di intrattenimento in crescita, ma è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio progetto culturale e musicale. Un’esperienza autentica che celebra la cultura musicale afroamericana combinando ritmi, energia positiva e atmosfera coinvolgente, con un’attenzione particolare alla qualità sonora e all’autenticità dell’esibizione. L’ambizione è di organizzare per i prossimi anni un Festival su più giornate, consolidando Torino come una delle capitali italiane della ‘musica black’”.

La prevendita biglietti è aperta con il circuito di “To Be Company” con acquisto al link: https://tobevents.anyticket.it/

G.m.

Nelle foto: “Soul Circus”; Awa Fall; Frankie hi-nrg, credits Damiano Andreotti

Gran tour tra i siti Unesco in bicicletta

A cura di Piemonteitalia.eu

In Piemonte c’è un ambiente che stupisce. Un “grande parco” che si estende dal Monviso all’Adamello, con al centro il Monte Rosa e il distretto dei laghi, dove elementi naturali, culturali, storico artistici del patrimonio UNESCO disegnano un mondo da scoprire con lentezza, a piedi e in bicicletta su strade bianche, argini di fiumi e canali…

Leggi l’articolo:

https://www.piemonteitalia.eu/it/esperienze/gran-tour-tra-i-siti-unesco-bicicletta

Chieri, nuova centrale operativa della polizia locale

I lavori sono iniziati nel mese di febbraio del 2025. Un investimento di circa 60mila euro per trasferire la Centrale radio-operativa dal piano superiore a quello terreno della sede del Comando, in modo tale da renderla contigua agli altri uffici. Sono stati realizzati interventi strutturali, tra cui un pavimento “galleggiante”, e si è attrezzata la Centrale con le tecnologie più moderne.

Spiega il Comandante Marcello Portogallo: «La Centrale non è più composta solo dall’operatore con una radio e un telefono: oltre al sistema radio per comunicare con il personale esterno e alla centralina telefonica dove arrivano le varie segnalazioni, ora sono attivi dei grandi monitor su cui vengono visualizzate le immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza, attualmente composto da 90 “occhi”, che consentono di controllare da remoto tutti gli accessi sul territorio. Undici di questi non sono telecamere di contesto ma Targa System, ovvero dispositivi di lettura delle targhe in entrata e in uscita, che tramite degli “alert” consentono di individuare veicoli segnalati, ad esempio perché rubati, oppure quelli privi di copertura assicurativa, che costituiscono un rischio per la circolazione stradale».

Commenta l’assessore alla Sicurezza Biagio Fabrizio Carillo: «La nuova Centrale Operativa è un vero e proprio fiore all’occhiello, in quanto dotata delle tecnologie più evolute. Renderà Chieri una città ancora più sicura, supportando al meglio le pattuglie impegnate sul territorio. Non solo contribuirà a rendere più efficace l’attività di prevenzione e di contrasto delle condotte illecite e dei reati predatori, ma sarà a disposizione delle attività di indagine di tutte le forze di polizia, dai carabinieri alla guardia finanza alla polizia di Stato. Inoltre, al verificarsi di situazioni di emergenza potrà ospitare un’unità di crisi e, quindi, operare anche come centrale di Protezione Civile. Il sistema di videosorveglianza verrà ulteriormente implementato: entro fine anno è prevista la copertura di alcune zone sensibili (San Silvestro, l’area Caselli, il parco Pa.T.Ch.) e l’installazione di telecamere in ulteriori punti di accesso della città»