ilTorinese

Tassare gli extra profitti bancari? Parliamone!

 

di Gianluigi De Marchi *

C’è qualcuno in Italia che ama le banche?

La risposta più ragionevole non supera le 261.976 persone, cioè il totale dei dipendenti delle banche (e probabilmente anche all’interno di questo esiguo numero ci sono alcuni che odiano la banca dove lavorano perché non sono abbastanza valorizzati…).

Il sentimento di avversione nei confronti degli istituti di credito è cresciuto in maniera esponenziale nel corso degli ultimi anni, quando gravissime crisi bancarie hanno volatilizzato miliardi di risparmi degli italiani. Inutile fare l’elenco delle banche che hanno chiuso i battenti, li conosciamo tutti, molti di noi hanno pagato personalmente le conseguenze di essersi fidati della filiale in cui da generazioni avevano il conto, dell’amico che lavorava lì e ci consigliava caldamente di acquistare le azioni (“Le ho fatte comprare anche alla mia mamma, sono sicure!” si spingevano ad affermare i Giuda allo sportello…).

Ma anche a chi non ha abboccato ha subito trattamenti iniqui: negli ultimi anni i tassi sui prestiti sono schizzati alle stelle (la media calcolata dall’ABI nel 2024 indica un costo medio del 5,25% sui prestiti alle imprese, ma alzi la mano il piccolo imprenditore, il commerciante o l’artigiano che paga meno del 10% annuo…), mentre i tassi sui depositi bancari sono stati praticamente azzerati (la media calcolata dall’ABI indica una remunerazione dell’1% annuo, ma non conosco nessuno che riceva più di un misero 0,1%, un decimo della media…).

Un anno fa il governo aveva cercato di porre rimedio alla situazione ipotizzando un’imposta straordinaria sui cosiddetti “extraprofitti bancari”, generati non tanto dall’aumento dell’efficienza nei servizi ma dalla rendita di posizione derivante da un mercato in cui all’improvviso i tassi d’interesse erano schizzati all’insù a seguito dell’aumento del costo del denaro deliberato dalla Banca centrale europea per combattere l’inflazione “post Covid”. L’aumento era stato immediatamente applicato sui finanziamenti, mentre sui depositi i tassi erano rimasti prossimi a zero.

Morale: nel 2021 il sistema bancario aveva conseguito 16 miliardi di profitti, nel 2023 il livello è triplicato a 43 miliardi!

Ecco allora il rimedio, pensato per ottenere maggiori entrate fiscali da utilizzare per sostenere le imprese e le famiglie: un’imposta pari al 40% sull’ammontare del margine differenziale sugli interessi, calcolata in parte sulla differenza tra interessi passivi e attivi tra il 2021 e il 2022, ed in parte sull’eccedenza del 6% maturata tra 2021 e 2023.

Facciamo un esempio, semplificando molto i calcoli: una banca nel 2021 prestava denaro al 3% e pagava sui depositi l’1% aveva un margine di due punti percentuali. Nel 2023 applicava il 5% sui prestiti e pagava sempre l’1% sui depositi, quindi con un margine di interesse di quattro punti percentuali. La differenza tra i due margini – 4 e 2 per cento – ha portato a un incremento di profitto, sul quale lo Stato chiedeva il 40% come imposta straordinaria

Il sistema bancario è insorto con decisione, facendo pressioni su tutti i partiti (l’attività di lobbing non guarda certo il colore delle tessere) ottenendo una modifica che ne ha completamente azzerato l’effetto negativo sui bilanci delle banche; anzi, le ha avvantaggiate…

E’ stati infatti consentito, fermo restando il calcolo dell’imposta, che chi avesse deciso di accantonare a riserva l’importo dovuto (maggiorato di 2,5 volte) non avrebbe dovuto versare nulla allo Stato. Una pratica che, in sintesi, serve a rendere i loro bilanci più solidi.

Capito il meccanismo?

Invece di versarlo in parte allo Stato, l’extraprofitto è stato messo interamente a riserva, così niente imposte a beneficio di tutti, e invece guadagni per gli azionisti, perché le banche si sono capitalizzate, aumentando di valore in borsa!

Al momento nessuno ha più osato riprendere il discorso sulla tassazione degli extraprofitti, e allora provo a farlo io, sperando che qualcuno prenda spunto per arrivare ad una soluzione equa.

Fissiamo un margine considerato equo per il giusto profitto aziendale del settore: ad esempio stabiliamo che gli interessi minimi da riconoscere ai depositanti debbano essere almeno pari al tasso di riferimento della Banca Centrale europea meno due punti. A fine ottobre il tasso era pari al 3,40%, i depositi riceverebbero l’1,4% annuo.

Contemporaneamente fissiamo gli interessi massimi da applicare ai finanziamenti con una maggiorazione sul tasso di riferimento variabile in considerazione della rischiosità del prestito: ad esempio 5 punti percentuali per i mutui garantiti da ipoteca, 7 punti percentuali per la cessione del quinto dello stipendio, 9 punti percentuali per lo scoperto di conto e così via.

Ne deriverebbe una “forbice” sicuramente sufficiente per coprire i costi di funzionamento delle banche, accantonare riserve per eventuali insolvenze, investire in innovazione eccetera.

In questo modo, fra l’altro, le manovre della Banca centrale europea sui tassi sarebbero molto più efficaci perché si trasferirebbero immediatamente sul sistema bancario, trascinandolo nella direzione voluta dalle autorità monetarie centrali evitando comportamenti contrari da parte degli intermediari.

Qualcuno grida allo scandalo ed alla violazione della libera concorrenza?

Rifletta sul fatto che gli utili bancari sono conseguiti tosando i clienti (cioè tutti noi…), riducendo la capacità di spesa delle famiglie (comprimendo quindi i consumi) e delle imprese (levando spazio ad investimenti produttivi).

Ci sono proposte migliori?

Magari! Le aspetto con vivo interesse.

* Giornalista e scrittore

demarketing2008@libero.it

 

La malasosta dei monopattini a Torino

Ci scrive il lettore Luigi Gagliano:
“La malasosta dei monopattini continua ad imperversare  con un forte senso di arroganza ed inciviltà. Siamo in Borgo Filadelfia esattamente incrocio tra via Reduzzi e via Spano. Il monopattino che vediamo in foto è stato abbandonato in quel modo all’angolo di via Reduzzi ignorando (o forse di proposito) che a pochi passi dietro l’angolo c’è il centro Socioterapico  per invalidi che vengono veicolati esclusivamente in carrozzina, tanto per accedere al centro quanto per essere riportati a casa. Quello è un punto di passaggio obbligato  per gli invalidi in carrozzina. Trovandosi il marciapiede dietro l’angolo sbarrato da un monopattino  crea situazioni di  impedimento e disturbo, tanto gli accompagnatori che gli operatori del centro  sono costretti a fastidiose e pericolose manovre per superare l’ostacolo.  Ciò succede perché a tutt’oggi le Autorità  non hanno trovato una valida e drastica soluzione contro quei monopattini abbandonati in maniera incivile e selvaggia”.

Sinner a Candiolo per la nuova biobanca

JANNIK SINNER PARTECIPA AL LANCIO DEI LAVORI DELLA NUOVA BIOBANCA DELL’ISTITUTO DI CANDIOLO-IRCCS ED E’ NUOVAMENTE AL FIANCO DELLA FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO CON LA CAMPAGNA “UN ACE PER LA RICERCA” DI INTESA SANPAOLO.
IL NUMERO 1 DEL TENNIS MONDIALE HA PARTECIPATO ALLA CONSEGNA DEL “MICROSCOPIO BLU” ACQUISTATO CON LA CAMPAGNA “UN ACE PER LA RICERCA 2023” E ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO 2024

Chieri: Marcello Portogallo è il nuovo Comandante della Polizia Locale

Marcello Portogallo è il nuovo Comandante della Polizia Locale della Città di Chieri. È stato presentato  ai media locali dal Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero e dall’assessore alla Polizia Locale e alla Prevenzione e Sicurezza Biagio Fabrizio Carillo.

Marcello Portogallo, 44 anni, di Busto Arsizio, avvocato, dal 2017 è stato funzionario Vice Comandante della Polizia Locale di Biella, città in cui risiede con la moglie e le tre figlie di 4, 14 e 17 anni. Il suo impegno nella P.A. comincia nel 2002, subito dopo il servizio militare prestato nell’Arma dei Carabinieri, come semplice agente di Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, nel basso varesotto. Nel 2008 si iscrive all’Università di Milano Bicocca dove si laurea in Giurisprudenza. Svolge il tirocinio di praticantato e consegue il titolo di Avvocato nel novembre 2018, senza mai abbandonare la professione di agente di Polizia Locale.

«Voglio innanzitutto ringraziare tutte le operatrici e gli operatori della nostra Polizia Locale che svolgono un’attività fondamentale – dichiara il Sindaco Alessandro Sicchiero – in questi ultimi anni sono stati fatti passi importanti, investendo in personale e attivando servizi innovativi come i controlli serali, i pattugliamenti con le unità cinofile e l’Ufficio mobile.  Noi pensiamo alla Polizia Locale come ad una “Polizia di prossimità”, presente sul territorio ma sempre con un approccio di dialogo e di confronto con i cittadini. I vigili non sono solo quelli che multano, sono anche quelli che fanno opera di prevenzione e di contrasto delle situazioni più critiche. Contiamo molto sull’esperienza maturata dal Comandante Portogallo, e sulle sue competenze giuridiche, per proseguire sulla linea fin qui tracciata».

«Il ruolo del Comandante della Polizia Locale è fondamentale per lo sviluppo delle future strategie dedicate alla sicurezza urbana. Confidiamo molto nella sua esperienza e provata professionalità – aggiunge Biagio Carillo, assessore alla Polizia Locale e alla Sicurezza e Prevenzione – Lavoreremo con impegno per garantire ai cittadini prossimità e vicinanza e soprattutto ascolto. La prevenzione è un aspetto su cui puntiamo molto e al quale affiancheremo tutti gli strumenti di controllo».

«Comincio questo mio nuovo incarico a Chieri con la stessa passione e lo stesso entusiasmo che hanno sempre contraddistinto il mio impegno professionale – conclude Marcello Portogallo – lavorerò per valorizzare i colleghi e le colleghe, ciascuno con le sue attitudini, e per creare un Comando che possa fattivamente contribuire alla tutela della sicurezza urbana e alla vivibilità sociale, in armonia con le indicazioni dell’Amministrazione comunale e in costante ascolto della cittadinanza».

Latte, Coldiretti Torino alle Atp Finals

Coldiretti Torino promuove il consumo di latte tra gli sportivi, organizzando un momento di formazione per le Nitto ATP Finals. L’evento è aperto a tutti. Venerdì 15 novembre, dalle 11.30 alle 12.20, a Casa Gusto, lo spazio ricavato nei locali dell’Archivio di Stato, dedicato agli eventi collaterali di promozione del sistema agroalimentare piemontese, si terrà una vera e propria lezione di assaggio del latte. Il titolo dell’iniziativa è “Impariamo ad assaggiare il latte”, alimento proteico per lo sportivo e il bartender, e sarà condotta dall’Onaf -Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi, che guiderà il pubblico nell’assaggio di tre campioni di latte pastorizzato di mucca, capra e bufala, tutti provenienti da allevamenti del torinese.

“Con questa iniziativa – precisa il Presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – vogliamo ricordare che il latte è da sempre un alimento alleato della buona forma fisica e dell’attività sportiva, un alimento ingiustamente demonizzato e sotto attacco anche con il pericolo che si è avviata la produzione di latte sintetico con tecniche di ingegneria biologica. Il latte da laboratorio che si vuole introdurre in Europa è un cibo sintetico che rappresenta un attacco ai cittadini e al cibo naturale. Questo “non latte” è anche un attacco al pianeta per il suo risvolto ambientale, un attacco alla funzione positiva dell’allevamento animali che garantiscono fertilizzanti naturali all’agricoltura e sempre più sottrazione di CO2 e metano, producendo energia pulita da biogas”.

“L’Onaf promuove la cultura dei prodotti lattiero caseari attraverso i corsi per assaggiatori di formaggi e attraverso numerosi eventi organizzati sul territorio – ricorda Sara Valentino, referente Onaf Torino – insegnare a degustare formaggi e latte come materia prima significa diffondere passione per un alimento che ha segnato la storia dell’umanità, ma significa anche fare promozione  dei territori, soprattutto quelli alpini e collinari che, con i loro formaggi tipici, contribuiscono alla biodiversità del nostro Made in Italy alimentare”.

L’evento è inserito nella più grande manifestazione dedicata al tennis, e ricorda quanto il latte sia importante come alimento per tutta la popolazione e in particolare per l’infanzia sia stata una delle più importanti conquiste sociali del Novecento. La creazione delle centrali del latte in ogni grande città italiana ha permesso anche alle classi più povere di accedere a questo alimento fondamentale che oggi viene criminalizzato. Il latte è un alimento adatto a u o stile di vita attivo, ma può essere utilizzato per la preparazione di molti cocktail innovativi, come avviene in molti locali italiani. Davide Pinto, bartender torinese, preparerà un vero distillato di latte da un mix di latte di capra e bufala, un mix cremoso che sarà offerto in degustazione. 

Come per tutti gli appuntamenti di Casa Gusto, è previsto un costo simbolico di 5 euro ( 3 euro per i ticket older Nitto ATP Finals, bambini e bambine da 0 a 6 anni gratis). Le prenotazioni si effettuano sulla piattaforma Ticketmaster. Il ricavato, ad esclusione dei costi vivi della piattaforma, verrà devoluto alla Fondazione di Ricerca Molinette.

Mara Martellotta 

Algoritmi clinico-assistenziali infermieristici: validità normativa per il 118

Traguardo importante per la sanità piemontese e per i cittadini: la
Regione Piemonte ha approvato ufficialmente l’utilizzo degli algoritmi clinico-assistenziali infermieristici
nel sistema di emergenza territoriale 118, riconoscendoli come normativa regionale grazie a una nuova
Deliberazione della Giunta Regionale (DGR) che seguirà dopo l’accordo firmato questa mattina al
Grattacielo Piemonte. Dopo oltre vent’anni, è stata formalizzata la posizione degli infermieri all’interno
del 118, un traguardo importante per la sanità piemontese e per i cittadini. Soddisfatto del risultato
anche Nursing Up Piemonte, il sindacato infermieristico, che ha preso parte all’incontro di questa
mattina.
«Dopo l’accordo seguirà, così come previsto dalle procedure regionali, l’atto normativo che si
concretizzerà con la dgr
 – hanno dichiarato Roberto Aleo, segretario provinciale Nursing Up
Piemonte e Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up Piemonte
 -. Questo atto è il
risultato di una mediazione politica tra Regione e Ordini che ha chiarito i confini e il ruolo essenziale
degli infermieri all’interno del sistema sanitario d’emergenza, rafforzando così la loro capacità di
risposta in situazioni criticheQuesto provvedimento assicura una maggiore sicurezza e riconoscimento
ai professionisti che operano sul territorio, per un’assistenza sempre più qualificata
».
La Regione Piemonte ha infatti approvato ufficialmente l’utilizzo degli algoritmi clinico-assistenziali
infermieristici nel sistema di emergenza territoriale 118, riconoscendoli come normativa regionale grazie
a una nuova Deliberazione della Giunta Regionale (DGR).
Il provvedimento, frutto di un lungo percorso di mediazione, rappresenta un importante passo avanti per
la sicurezza del sistema sanitario territoriale e un miglioramento nella risposta alle emergenze.
L’accordo è stato sottoscritto dall’Ordine professionale dei medici e degli infermieri, nonché delle
rappresentanze istituzionali . La collaborazione tra sindacati medici, infermieristici, ordini professionali e
istituzioni ha permesso di trasformare una delibera aziendale di Azienda Zero in un atto normativo
regionale, consolidando il ruolo degli infermieri e rendendo i protocolli di emergenza un riferimento
obbligatorio per gli interventi del 118.
«La validità normativa degli algoritmi clinico-assistenziali rappresenta un riconoscimento cruciale per le
competenze infermieristiche, permettendo agli infermieri di intervenire autonomamente in situazioni di
emergenza sempre nel rispetto delle responsabilità condivise con i medic
i», marcano i rappresentanti
sindacali.
In questo nuovo assetto, la Regione Piemonte sottolinea l’importanza della presenza dei medici del 118
nei casi di Codice Rosso e nelle Centrali Operative, garantendo così la collaborazione necessaria tra le
due professioni per la tutela della salute pubblica.
«La Regione ha dimostrato di voler riconoscere il contributo degli infermieri nel sistema delle
emergenze, ma ora è fondamentale che vengano definiti i criteri di valorizzazione, sia economici che
professionali, per i professionisti del settore. Il nostro impegno proseguirà in questa direzione, affinché
questi interventi possano tradursi in una vera valorizzazione. del lavoro infermieristico, riconoscendo
anche l’impegno e la responsabilità che ogni operatore porta con sé ogni giorno
», hanno concluso i due
segretari del Nursing Up.

Alluvione ’94, il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione

In occasione della ricorrenza del 30° anniversario della Grande Alluvione del novembre 1994 la Regione Piemonte ha organizzato “La forza di ricostruire”, evento che è svolto oggi ad Alba per ricordare cosa avvenne in quei giorni, fare il punto sul contrasto al dissesto idrogeologico e coinvolgere la cittadinanza sui temi della prevenzione.

Nel pomeriggio il Teatro Sociale ha ospitato “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, cerimonia durante la quale sono state ricordate le vittime e sono stati ringraziati i sindaci, gli amministratori locali e i tanti volontari che si adoperarono in prima linea per portare aiuto, salvare tante vite e che lavorarono nei mesi successivi per consentire ai territori colpiti di risollevarsi.

A consegnare i riconoscimenti sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio, il Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi.

Il presidente Cirio ha affermato che l’iniziativa è stata organizzata per ringraziare tutti gli amministratori locali di quel tempo: “In Piemonte abbiamo una Protezione civile di alto livello qualitativo. Oggi vogliamo ricordare chi è stato protagonista di quei tragici momenti di 30 anni fa. Io avevo 22 anni quando ci fu l’alluvione e andai anche io, munito di pala, a spalare il fango alla Ferrero. Insieme a me c’erano gli operai della Ferrero che andarono a ripulire la fabbrica dal fango ancor prima di occuparsi delle loro case. Nel maggio 1995 sono diventato vicesindaco di Alba e così ho seguito gli anni della ricostruzione. La Protezione civile piemontese è costituita da persone che studiano e si preparano. Rimasi molto colpito quando, in Turchia, in una città terremotata di 200 mila abitanti come Antiochia, c’erano soltanto due ospedali da campo: uno degli Stati Uniti d’America e l’altro del Piemonte”. Il presidente ha aggiunto che “quando il Governo ha bisogno, chiama e il Piemonte risponde,‘perché la nostra Regione è sempre a disposizione dei sindaci per tutelare il territorio e soccorrere chi ha bisogno.”.

In mattinata – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future. Oggi ricordiamo il trentennale della tragica alluvione del 1994, un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unica la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza”.

In un video intervento, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha dichiarato “quanto organizzato dalla Regione Piemonte è importante e significativo perché si renda omaggio non solo alle vittime, ma anche perché venga dato merito a coloro che si adoperarono in uno straordinario slancio di solidarietà per alleviare ferite, dolore e sofferenze di quelle drammatiche giornate. Vi è infatti la necessità e il dovere etico, nonché la responsabilità politica, di trarre da questa esperienza una lezione e acquisire ogni elemento utile affinché la nostra condotta di oggi non ci riporti a quelle tragedie. L’alluvione del Piemonte insegna come si deve operare in condizioni di emergenza, quanto sia importante il coordinamento di ogni soggetto coinvolto ma anche l’importanza della prevenzione. Allora si guardava principalmente alla gestione dell’emergenza mentre oggi, dopo tanti anni abbiamo il dovere di interrogarci su cosa non funzionò. Il Governo ritiene che la prevenzione sia la priorità della Protezione civile, e bisogna lavorare affinché i cittadini abbiano la consapevolezza di vivere in un territorio fragile, che abbiamo il dovere di attrezzare il territorio per renderlo meno esposto e meno vulnerabile all’inclemenza del tempo. Il cambiamento climatico non deve essere un alibi: bisogna fare in modo che tutte le autorità coinvolte ad ogni livello sappiano trarre l’ispirazione per lavorare nell’ottica della prevenzione”.

Videomessaggio anche del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “Quei drammatici giorni di 30 anni fa furono una tragedia umana ed ambientale a cui la nostra generosa gente ha saputo reagire: le istituzioni, i volontari, i cittadini si sono prodigati per la ricostruzione.
Questa ricorrenza avviene mentre si susseguono sciagure simili in varie zone del nostro Paese ed in Europa. Non sono più eventi eccezionali, bensì una normalità climatica, che ci impone un cambio di passo assoluto. Occorre attuare tutte le azioni necessarie per mettere in sicurezza i luoghi più fragili, ma anche rendere non vulnerabili i territori considerati sicuri. Per questo scopo, il Pnrr ha previsto lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro, di cui 1,5 già assegnati, che si aggiungono ai quasi 2 miliardi di euro messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente nel 2024, per Regioni e Comuni. Abbiamo chiesto che la Finanziaria 2025 stanzi ulteriori 2,5 miliardi di euro, il che significa un aumento del 35 per cento rispetto all’anno precedente. Dobbiamo reagire alla nuova realtà climatica, prendendo esempio dalla risposta energica e determinata che i cittadini diedero in occasione dell’alluvione del 1994”.

In sala anche il Capo Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano: “Quando trent’anni fa il Piemonte fu colpito da quella tremenda alluvione, il Servizio nazionale di Protezione civile era stato istituito solo due anni prima, con la legge 225 del 1992. È su questo evento che il volontariato organizzato ha iniziato a formarsi e da quel momento ha accompagnato e sostenuto il Paese nel superamento di ogni calamità naturale. Da quell’evento ad oggi, abbiamo compiuto tutti insieme un cammino di crescita che ha portato il sistema italiano ad essere un modello in tutto il mondo e nelle tante emergenze che abbiamo dovuto affrontare abbiamo sempre potuto contare sull’eccellenza che ormai rappresenta la Protezione civile della Regione Piemonte”.In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

I riconoscimenti

La cerimonia ha previsto la consegna di una targa e di una medaglia di ringraziamento per gli amministratori che nel 1994 registrarono vittime sul proprio territorio, nonché per il sistema di coordinamento della Protezione civile piemontese.

A consegnarli il presidente Cirio, il Capo Dipartimento Ciciliano e l’assessore Gabusi.

Il Presidente della Regione Piemonte nel 1995, Enzo Ghigo.

Il presidente della Provincia di Torino nel 1994, Luigi Ricca, accompagnato dal Vice Sindaco Metropolitano Jacopo Suppo.

Il Presidente della Provincia di Cuneo nel 1994, Giovanni Quaglia, accompagnato del Presidente Luca Robaldo.

Il Presidente della Provincia di Alessandria nel 1994, Massimo Bianchi, accompagnato dal Presidente Luigi Benzi.

Il Presidente della Provincia di Asti nel 1994, Luciano Grasso, ha ritirato la targa il figlio Danilo Grasso, accompagnato dal Presidente Maurizio Rasero.

Il Presidente della Provincia di Vercelli nel 1994, Gilberto Valeri, ha ritira la targa il Presidente Davide Gilardino.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alessandria nel 1994, Francesca Calvo, ha ritirato la targa il figlio, Consigliere regionale Davide Buzzilanghi, accompagnato dal Vicesindaco Giovanni Barosini.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alba nel 1994, Enzo Demaria, ha ritirato la targa il figlio Claudio De Maria, accompagnato dalSindaco Alberto Gatto

l Sindaco del Comune di Canelli nel 1994, Oscar Bielli, accompagnato dal Vicesindaco Mauro Stroppiana.

In ricordo del Sindaco di Chivasso nel 1994, Francesco Lacelli, ha ritirato la targa la moglie, Sig.a Rita Mosca,, accompagnato dal Sindaco Claudio Castello.

In ricordo del Sindaco di Crescentino nel 1994, Luigi Canonica, ha ritirato la targa la figlia Barbara Canonica, accompagnata dal Sindaco Vittorio Ferrero e dal Vicesindaco Liberato Disposto.

Il Sindaco di Varallo Sesia nel 1994, Pier Angelo Pitto, accompagnato dal Vicesindaco Eraldo Botta.

In ricordo del Ministro dell’Interno nel 1994, Roberto Maroni, hanno ritiratno la targa la Sig.a Emilia Macchi e la Sig.a Enza Maroni.

Per il Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Marco Fasero.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Torino ha ritirato la targa il Presidente Leonardo Capuano.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Alessandria ha ritirato la targa il Presidente Andrea Morchio.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Asti ha ritirato la targa il Presidente Gianfranco Castagna.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Cuneo ha ritirato la targa il Presidente Roberto Gagna.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Vercelli ha ritirato la targa il Presidente Dario Colangelo.

Per la Direzione Regionale Piemonte dei Vigili del Fuoco ha ritirato la targa il Direttore Alessandro Paola.

Per la Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Vittorio Ferrero.

Per il Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte ha ritirato la targa l’Ispettore generale Cav. Corrado Busnelli, accompagnato dagli ispettori regionali Jacopo Caretti e Roberto Badellino.

Per la Protezione Civile Piemonte dell’Associazione Nazionale Carabinieri ha ritirato la targa il Presidente Roberto Zocchi.

Per il Coordinamento delle Sezioni Piemontesi dell’Associazione Nazionale Alpini ha ritirato la targa il Presidente Alessandro Trovant.

Per l’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta ha ritiraro la targa il Sig. Mauro Luigi Rubat Ors.

Per la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia ha ritirato la targa il Presidente delle Misericordie d’Italia Alba Bruno Rustichelli.

Per il Presidente dell’Associazione Commercianti Albesi nel 1994 Giancarlo Drocco ha ritirato la targa il figlio Marcello Drocco, accompagnato dal Direttore Fabrizio Pace e dal Vice Direttore Silvia Anselmo.

Per la Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi ha ritirato la targa Roberto Bellato, Presidente della Fondazione nel 1994.

Targa alla giornalista Paola Scola, autrice di “Eroi nel fango” e “Più forti dell’alluvione, e per aver raccontato e tramandato, in questi anni, la forza e il coraggio di ricostruire di un’intera comunità.

Targa anche per il Soccorso Alpino Speleologico Piemonte, il Dipartimento di Emergenza Sanitaria, l’Associazione Nazionale Bersaglieri Regione Piemonte e l’ANPAS Comitato Regionale Piemonte

IL CONVEGNO DEL MATTINO

In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

Aprendo i lavori l’assessore Gabusi ha sottolineato che “Oggi ricordiamo un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unico il a la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza.”

Sono seguite le relazioni di Secondo Barbero, direttore di Arpa Piemonte, Tommaso Simonelli dell’Autorità di Bacino del Po e di numerosi tecnici della Regione. In particolare Vincenzo Coccolo, direttore della Protezione civile regionale nel 1994, ha ricordato che “l’alluvione venne prevista con un ampio anticipo, di 72 ore dalla nostra struttura. Non servì purtroppo a nulla: era l’epoca dei fax e coincise con un fine settimana. Gli uffici pubblici erano chiusi e i fax vennero letti tardi, il lunedì mattina. Quella tragedia fu una lezione per tutti: venne riconosciuto il ruolo del servizio meteoidrografico nelle procedure di allertamento e fu introdotto un percorso virtuoso per un nuovo approccio nella comprensione dei fenomeni, anche sociologico. Sino ad allora, infatti, l’approccio della Pubblica amministrazione era rivolto principalmente al ripristino dei danni con interventi strutturali ad evento avvenuto, con scarso interesse dell’opinione pubblica, che viveva tali eventi come fatti ineludibili. Dopo il 1994 cominciò a formarsi una coscienza collettiva di protezione civile da parte della popolazione e dei mezzi di comunicazione”.

Lista Cirio: Trasporto ferroviario, la provincia di Cuneo trascurata 

Non possiamo accettare che l’orizzonte per la soluzione ai disagi dei viaggiatori sia il 2028. Chiederemo che il SFM sia finalmente davvero accessibile per viaggiatori con disabilità in ogni provincia

L’audizione di questa mattina in III Commissione Consiliare di RFI e Trenitalia si è aggiornata a un prossimo incontro in cui verrà data risposta ai numerosi quesiti e alle ampie sollecitazioni che tutti i Consiglieri hanno rivolto e a breve in forma scritta.

Dobbiamo anche constatare, con sorpresa e una certa amarezza, che ancora una volta la provincia di Cuneo non è stata considerata: nel programma di interventi presentato in Commissione si delineano interventi su molte aree del Piemonte, ma poco o nulla riguarda la provincia di Cuneo e in particolare la zona di Alba e Bra, nevralgiche per i numerosi pendolari e studenti che ogni giorno si devono muovere, ma anche per il notevole impatto turistico.

Dalla relazione di Trenitalia e RFI emerge che, sostanzialmente, SFM4 Alba-Cirié e SFM7 Fossano-Ciriè, collegamenti fondamentali per l’aeroporto e anche per ampie aree del torinese, sono le due linee che hanno accumulato ritardi più ingenti e più costanti: le motivazioni alle problematiche dell’intero SFM che sono state fornite sono chiare e comprensibili e dipendono in gran parte dal traffico che impegna quotidianamente il nodo di Torino. E’ evidente però che non possiamo considerare come positivo uno scenario in cui, finché non saranno completati lavori di adeguamento strutturale che al momento hanno come orizzonte il 2028, non si possa ritenere che la situazione possa cambiare in modo sostanziale.

Apprezziamo l’impegno all’aggiornamento del materiale rotabile e il programma di monitoraggio dei convogli SFM4 e SFM7 che però non assicurano i pendolari in merito a un miglioramento decisivo del servizio nel breve termine.

Su questo tema insisteremo nel prossimo incontro e continueremo a sostenere l’impegno delle Amministrazioni locali e dei Comitati dei pendolari. Con loro condivideremo argomenti e modalità dell’interlocuzione con i gestori della rete e di un servizio che vale 173milioni di euro ogni anno.

Chiederemo inoltre a RFI e Trenitalia quali iniziative intendano realizzare e in quali tempi per garantire l’accessibilità dei convogli e delle stazioni del SFM, in modo che anche le persone con disabilità e con esigenze specifiche possano utilizzare il servizio in autonomia: che tutti i cittadini possano fruire liberamente dei treni è oltremodo rilevante in virtù dei mutamenti demografici sempre più rapidi che cambieranno drasticamente la composizione della popolazione dell’area metropolitana e dell’intera regione negli anni a venire.

Il Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale collaborerà in questo ambito con l’Assessore Gabusi che sta prendendo a cuore la vicenda e ha già preso iniziative in merito, coinvolgendo opportunamente anche i Comitati dei pendolari.

Silvio Magliano, Capogruppo

Daniele Sobrero

Resistenza, Ravetti: “Riconoscere l’istituto Parri”

Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte è il primo firmatario dell’Ordine del giorno con cui si chiede alla Regione Piemonte di adoperarsi per il riconoscimento giuridico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri.

 

«Nel 2010, nell’ambito di un provvedimento che doveva eliminare normative obsolete, venne abrogata la legge n.3 del 16 gennaio del 1947, che riconosceva la personalità giuridica all’Istituto nazionale Ferruccio Parri. Quella legge, firmata da Moro e promulgata da Saragat, riconosceva il valore morale e l’importanza dell’attività di studio e documentazione svolta dall’Istituto fondato da Ferruccio Parri e dalla rete di oltre sessanta istituti storici presenti nel nostro Paese, nonché archivi, biblioteche e luoghi della Memoria collegati alla Resistenza, alla deportazione, alla Shoah e alla storia del Novecento. Il venir meno del riconoscimento giuridico ha rappresentato non solo una ferita morale ma anche finanziaria, da cui sono derivate molte delle difficoltà che i nostri istituti della Resistenza, anche in Piemonte, si trovano ad affrontare. Dal momento che alla Camera e al Senato sono ferme due proposte di legge finalizzate a riconoscere la personalità giuridica all’Istituto nazionale Ferruccio Parri, ho presentato in Consiglio regionale un Ordine del giorno con cui si chiede alla Regione Piemonte di attivarsi, affinché la legge in questione possa essere approvata il più rapidamente possibile.Sarebbe un segnale importante alla vigilia dell’80° della Liberazione, non solo dal punto di vista morale ma anche materiale. Si prevede, infatti, il finanziamento dell’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliotecario e l’assegnazione di personale docente. Approvare questa legge sarebbe un riconoscimento significativo per gli Istituti della Resistenza che operano in Piemonte e che con il loro insostituibile lavoro didattico e storiografico costituiscono un vero e proprio archivio di memoria della nostra società civile».

 

Domenico RAVETTI

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte

Mattarella a Torino per l’Assemblea nazionale Anci

Sarà Torino a ospitare dal 20 al 22 novembre nei padiglioni del Lingotto la 41esima assemblea annuale ANCI, che si aprirà nel pomeriggio di mercoledì 20 novembre con la cerimonia inaugurale presieduta dal Presidente Sergio Mattarella. Sarà una tre giorni di incontro e confronto tra rappresentanti delle istituzioni locali e del mondo associativo ed economico; chiamati ad eleggere il nuovo Presidente dell’ANCI sono attesi 5mila Sindaci e amministratori locali di tutto il Paese. Un’atmosfera in cui sarà coinvolta la città intera grazie a un programma ricco di eventi, pensati per gli ospiti dell’assemblea e cittadini curiosi: ANCI Off. L’iniziativa è promossa dalla Città di Torino con il sostegno di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con la Fondazione per la Culturale, insieme a Regione Piemonte, Città Metropolitana, Turismo Torino e Provincia, ANCI Piemonte e il coordinamento delle ANCI regionali con l’obiettivo di mettere in collegamento l’assemblea e la comunità degli amministratori locali italiani con la cittadinanza di Torino e Piemonte, favorendo la promozione del territorio e delle tradizioni regionali e locali.

“Ospitare l’assemblea nazionale ANCI è un’ulteriore conferma della centralità che il Piemonte ha assunto nelle politiche nazionali – afferma il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – anche per questo motivo sono orgoglioso di accogliere in Piemonte i Sindaci provenienti da ogni città italiana. Da Presidente di una Regione che ne ha quasi 1200, conosco bene l’importanza del loro ruolo e la dedizione con cui offrono un prezioso contributo alle istituzioni e alla vita del Paese. I Sindaci sono spesso la prima linea nei rapporti con i cittadini e sono anche il nostro primo interlocutore nel Governo del territorio, con il comune obiettivo di promuovere lo sviluppo e la crescita”.

“L’assemblea ANCI – spiega il Sindaco Stefano Lorusso – è un importantissimo momento di confronto e abbiamo deciso di arricchirlo rendendolo aperto a tutti, dal momento che proprio i Comuni sono parte fondamentale di quel tessuto territoriale che sta alla base del nostro Paese. Attraverso ANCI Off daremo a tante realtà italiane l’opportunità di mostrare le loro eccellenze. Un villaggio dei Comuni aperto alla città dove tutti possono trovare spazio, far nascere legami, rinsaldarne di esistenti e contribuire a costruire una grande comunità multisfaccettata, in cui ogni Comune diventa protagonista”.

Nel tratto di via Roma compreso tra piazza Castello e piazza San Carlo, dal 22 al 24 novembre, sorgerà il villaggio dei Comuni italiani con centinaia di stand espositivi organizzati da Turismo Torino e Provincia che ospiteranno coordinamenti ANCI Regionali, città metropolitane e Comuni che potranno promuovere la loro offerta turistica e le loro peculiarità. La copula geodetica, già montata in piazza Castello per gli eventi collaterali legati alle ATP Finals cambierà allestimento per ospitare un calendario di talk, incontri e appuntamenti a cura della Fondazione per la Cultura Torino, dedicati a buone pratiche, bellezze e curiosità dei Comuni italiani. L’apertura sarà venerdì 22 novembre alle 21 presso l’Auditorium Agnelli del Lingotto, dove sul palco si esibirà la compagni di musica s teatro Accademia dei Folli, per il “Giro d’Italia in 80 minuti”, uno spettacolo che racconterà il Paese attraverso le strofe dei suoi più famosi cantautori, come De André, De Gregori, Modugno e Capossela. 

Mara Martellotta