ilTorinese

La “Clementina” alla Venaria Reale per celebrare la Giornata della donna

Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna, martedì 8 marzo dalle ore 10.30 la Reggia di Venaria omaggia con una Conversazione a Corte la più famosa delle donne artiste attive alla corte sabauda: Maria Giovanna Battista Clementi, detta La Clementina (Torino 1690-1761).

Per l’occasione, il percorso di visita della Reggia si arricchisce con l’esposizione del dipinto La Dama con levriero fino al 10 aprile 2022.

 

In Piemonte previsti nuovi bacini per l’accumulo idrico

“Il Piemonte – ha dichiarato l’assessore – sta vivendo un momento critico dovuto alla mancanza di precipitazioni, che sta coinvolgendo pesantemente il comparto agricolo e, se la siccità si protrae, potrebbero rendersi necessari interventi di tipo irriguo per il grano. È nostra intenzione avviare una riforma della governance del sistema irriguo per ridurre la frammentazione degli interventi e provvedere a nuovi regolamenti attraverso un confronto con i soggetti interessati. Abbiamo importanti progetti da portare avanti, quali quelli di Serra degli Ulivi e del Sessera. Il primo sta procedendo, grazie anche ai fondi che arriveranno con il Pnrr, mentre per il secondo il Governo ha chiesto una serie di approfondimenti per verificare meglio le necessità del territorio”.

“Stiamo inoltre seguendo – ha aggiunto – alcuni bandi attivati nel 2019 per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture e per l’adeguamento dei pozzi irrigui e stiamo per chiudere quelli per il rispetto delle norme ambientali da parte dei consorzi”.

Il dibattito è stato aperto da Paolo Demarchi (Lega), che ha sottolineato che “senza l’intervento degli agricoltori l’ecosistema sarebbe decisamente più a rischio e la desertificazione procederebbe in modo più deciso” e ha messo in guardia sulle conseguenze della guerra in Ucraina sull’agricoltura.

Sean Sacco (M5s) ha ricordato che “il M5s aveva depositato una proposta di legge di governance sui consorzi che è stata bocciata” e che “è forse il caso di ragionare, con le associazioni, su come ridurre il fabbisogno d’acqua in agricoltura”.

Marco Grimaldi (Luv), che ha domandato se siano già state emesse ordinanze per limitare l’uso di acqua in agricoltura, infine, l’assessore ha risposto che è avvenuto solo in alcuni Comuni per impedire le bagnature dei giardini

Lega Piemonte: la legge sul gioco lecito non si cambia

“Nonostante mesi di confronto in commissione e un voto d’aula incontrovertibile, apprendiamo che le sinistre cercano al di fuori del perimetro del Consiglio regionale nel quale sono minoranza l’ultimo strumento per scardinare la legge 19 del 2021 sul gioco lecito e il contrasto alla ludopatia. Anche nell’eventualità che il tema possa tornare al centro del dibattito dell’assemblea di Palazzo Lascaris, la Lega vuole chiarire fin d’ora che il contenuto del testo approvato ormai nove mesi fa non è in discussione né negoziabile. La legge votata dalla maggioranza che i piemontesi hanno voluto per guidare la Regione è una norma di buonsenso che tutela i posti di lavoro, cancellando l’abominio giuridico imposto dalle sinistre durante la legislatura Chiamparino, e che fornisce nuovi e più efficaci strumenti alla lotta alla ludopatia. Un testo che soprattutto mette un argine invalicabile alla possibilità che un settore completamente legale e severamente controllato dallo Stato possa scivolare in quella zona d’ombra nella quale prospera l’illegale. Per queste regioni non comprendiamo come la nostra legge possa essere cambiata. E di conseguenza non capiamo neppure le ragioni di voler presentare a ogni costo un testo alternativo che, fino a quando la Lega sarà maggioranza in Regione, non avrà alcuna possibilità di essere approvato”.

Lo dichiara in una nota il vicepresidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Andrea Cerutti.

Le imprese femminili dimostrano grande capacità di resilienza: in Piemonte aumentano rispetto a un anno fa

Secondo i dati forniti da Unioncamere in Piemonte le imprese femminili al 31 dicembre 2021 sono 96.433, in aumento rispetto alle 95.879 del 2020. Sara Origlia (Presidente del Movimento donne Impresa di Confartigianato Piemonte): “Occorre canalizzare risorse per sostenere l’imprenditoria femminile, che concorre in modo determinante alla tenuta economica del nostro Paese”

 

“Le imprese femminili hanno pagato il prezzo più alto a causa della crisi pandemica, pensiamo ad esempio ai servizi alla persona come le parrucchiere e le estetiste, (le prime chiusure durante il lockdown e le ultime aperture), alle imprese legate alla moda o quelle che svolgono attività riconducibili al turismo o agli eventi, alle quali si collegano le pasticcerie e la ristorazione, le pulitintolavanderie: tutte imprese ad alta vocazione imprenditoriale femminile. Imprese rosa, che hanno anche saputo affrontare le difficoltà con uno spirito guerriero, cercando di modificare in itinere gli obiettivi da raggiungere, applicando una delle doti femminili più rappresentative: la vocazione naturale al cambiamento”.

Con queste parole, Sara Origlia titolare di un laboratorio artigianale di pasticceria secca e Presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte, ha commentato i dati sull’imprenditoria femminile in Piemonte, elaborati da Unioncamere Piemonte.

 

A fine dicembre 2021 le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 96.433 unità, in aumento rispetto alle 95.879 del 2020, ma ancora leggermente inferiori rispetto alle 96.591 di fine 2019. Le aziende in rosa rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,5% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte.

Nel corso del 2021, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato la nascita di 6.138 imprese femminili, a fronte delle 5.403 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, positivo per 735 unità, traducendosi in un tasso di crescita del +0,8%.

Sebbene il dato sia meno brillante rispetto a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (+1,1%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 6,4%, a fronte del 5,9% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 5,6%, contro un 4,8%). La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, tuttavia, meno intensa rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+1,5%).

 

“Lo tsunami della pandemia – continua Origlia – non ha spento la vocazione imprenditoriale femminile, anche se abbiamo compreso ancora una volta come nel nostro Paese c’è un grande problema ancora insoluto: la conciliazione lavoro-famiglia, soprattutto in questi anni in cui le imprenditrici hanno dovuto dividersi in quattro per affrontare problemi aziendali, dedicarsi alla cura della famiglia, con le chiusure di scuole e asili. A questo punto, considerati i numeri in crescita relativi alle imprese condotte da donne in Piemonte, chiediamo politiche di sostegno che aiutino le donne ad uscire da questa situazione che le ha gravemente penalizzate sia sul piano personale, sia lavorativo”.

L’Italia è al primo posto in Europa per il maggior numero d’imprese a conduzione femminile, ben 1.336.227. Se l’Italia è il “Paese dell’anno”, come ha decretato “The Economist”, questo numero dimostra che il merito è anche delle donne e della loro grande capacità di reagire e affrontare un momento così difficile come quello vissuto con la pandemia.

“Le imprese femminili – rimarca Origlia – hanno dimostrato grande capacità di resilienza, coraggio e capacità di adattamento. Ogni giorno devono affrontare gli effetti economici della pandemia ancora in corso e il rincaro delle materie prime, del gas e dell’elettricità. che stanno penalizzando in maniera trasversale tutte le imprese. Gli ultimi dati di Unioncamere evidenziano una crescita in Piemonte delle imprese condotte da donne. Questo significa che nonostante tutte le difficoltà, le donne non mollano, dimostrando una capacità di adattamento e forte volontà”.

“Abbiamo, però, bisogno – conclude Origlia – di un welfare a misura di donna che lavora e che svolge un’attività indipendente. Occorre canalizzare risorse per sostenere l’imprenditoria femminile, che concorre in modo determinante alla tenuta economica del nostro Paese, con azioni volte a incentivare la partecipazione femminile all’attività d’impresa, supportandone le competenze e la creatività per l’avvio di nuove iniziative economiche e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto”.

Rivoli: danneggia auto in sosta Arrestato anche per resistenza

Lunedì mattina, intorno alle 10.30, gli agenti del Commissariato di Rivoli intervengono in via Cavour, per la segnalazione di una persona che dopo aver danneggiato le auto in sosta si stava allontanando in direzione di via Colli.

Sul posto, gli agenti prendono contatto con il richiedente il quale aveva seguito l’uomo nella sua fuga. Il testimone indica agli agenti l’uomo il quale, una volta raggiunto dai poliziotti, si scaglia contro gli operatori del Commissariato fino a colpirli. L’uomo viene messo in sicurezza. Gli agenti così appurano che le auto colpite sono due, una delle quali presenta uno specchietto retrovisore divelto.

Per la persona fermata, un cittadino senegalese di 22 anni, scatta l’arresto per danneggiamento e resistenza. A seguito della colluttazione i due agenti riporteranno contusioni giudicate guaribili in 3 e 7 giorni.

Il “Casanova” di Red Canzian, uno spettacolo maestoso tra passioni e duelli

Sul palcoscenico dell’Alfieri, dall’8 al 13 marzo

 

Dice Red Canzian: “Ho cullato a lungo l’idea di comporre un’opera musicale dedicata alla città di  Venezia, forse l’unica al mondo di tale notorietà a non avere un “suo” musical, e a Giacomo Casanova, uno dei personaggi italiani universalmente conosciuti, ma finora raccontato in una chiave sempre un po’ monotematica, mentre io volevo rappresentarlo nelle tante sfumature che fanno di lui una delle figure storiche più interessanti che l’Italia e Venezia in particolare possano vantare”. Ed ecco: tre anni di lavoro, un’immaginazione che dovrà acquistare concretezza e impadronirsi di un palcoscenico, la lettura del best seller (uscito nel 2018 e tradotto in oltre dieci lingue) di Matteo Strukul “Giacomo Casanova – La sonata dei cuori infranti” che ha fatto accendere la scintilla verso un’ispirazione che avrebbe allineato due ore di musica per 35 brani inediti, di cui 29 cantati e sei esclusivamente musicali, con la regia di Emanuele Gamba. E poi i 35 cambi di scena costruiti con una tecnica di proiezioni ad altissima definizione dall’effetto immersivo – catturare innanzitutto le immagini di una Venezia deserta, chiusa nei silenzi della pandemia, trattarle ripulendole di ogni elemento moderno e lasciare che lo spettatore si ritrovasse immerso nella città di Goldoni e degli impresari e delle sale teatrali, di Tiepolo e di Guardi e di Canaletto, dentro le calli e i palazzi della nobiltà, piazza San Marco e le chiese colme di tesori, la laguna e la prigione dei Piombi, oltre i confini tra le sale dei castelli del Nord -, per dare vita ad un’epoca, per ricreare in modo felicemente tangibile la città lagunare del 1755; e ancora i 120 costumi disegnati da Desirée Costanzo e realizzati dall’Atelier Stefano Nicolao (nomination all’Oscar per i costumi di “Eyes Wide Shut” di Kubrick), gli apporti di Chiara Canzian resident director, di Fabio Barettin e di Massimo Checchetto, rispettivamente lighting designer e direttore degli allestimenti scenici, le coreografie di Roberto Carrozzino e Martina Nadalini.

Senza dimenticare l’immagine sensuale che Milo Manara, già anima felliniana per il film del regista riminese, torna a regalare dopo quasi cinquant’anni al pubblico a presentazione e suggello dello spettacolo, l’abbraccio tra l’infallibile seduttore e la sua giovanissima fiamma, cui inaspettatamente non riuscirà a sfuggire. “Ho pensato a “Casanova Operapop” – aggiunge ancora Canzian – con lo sviluppo dell’opera all’italiana, nella quale la storia e i personaggi prendono forma attraverso la musica e le parole delle canzoni, scritte da Miki Porru, e dove i dialoghi punteggiano il racconto in pochi momenti, seppur importantissimi. Per rendere lo spirito epico delle composizioni, arrangiate magistralmente da Phil Mer, abbiamo registrato l’Orchestra Sinfonica di Padova e del Veneto, diretta dal Maestro Carmelo Patti, fusa con i suoni moderni di una band ”.

Dopo le repliche e il pieno successo di Bergamo e Udine, delle serate al Malibran veneziano e agli Arcimboldi milanesi, “Casanova” giunge finalmente all’Alfieri di Torino (da martedì 8 sino a domenica 13) per il cartellone del “Fiore all’occhiello” di Torino Spettacoli. L’attesa è molta, qualcuno ha definito lo spettacolo “maestoso” e imperdibile. A chi assisterà, un momento dell’esistenza di un uomo di circa trent’anni, non soltanto avventuriero e libertino, ma di un uomo che fu altresì scrittore, esoterista, alchimista, poeta, filosofo, diplomatico e agente segreto della Serenissima (più volte il cinema s’è “accorto” del personaggio, non solo Fellini, anche tra i tanti Steno e Comencini, Lasse Hallström e Scola con il suo capolavoro “Il mondo nuovo”, un Casanova vecchio, alle prese con la fuga del re Luigi verso Varenne, nella tragedia della Rivoluzione francese), che viaggiò nelle varie corti e frequentò i salotti di mezza Europa, che ebbe rapporti con Caterina di Russia e con Federico di Prussia, con Rousseau e con Voltaire, con la Pompadour e con Mozart (una tradizione vuole che abbia partecipato alla stesura del libretto del “Don Giovanni”), che scrisse la propria autobiografia in francese (“Histoire de ma vie”), che visse tutta la propria vita secondo le “leggi” e i precetti di quella aristocrazia da cui era stato escluso per nascita e nella quale cercava di rientrare, avvalorando con parole e scritti anche la voce secondo cui era il figlio di una relazione adulterina della madre Zanetta Farussi, attrice veneziana di un certo successo, con il nobile Michele Grimani.

A raccontare la decadenza della Serenissima, il ritorno dall’esilio a Vienna, i duelli e le trame dell’inquisitore Garzoni per impadronirsi del potere, le figure di una vecchia passione, Gretchen, e della contessa Margarethe von Steinberg, le sfide amorose e le conquiste, la bellezza e il fascino, la prigione e la fuga, sono Gian Marco Schiaretti (Casanova), Angelica Cinquantini (la giovane Francesca che ne catturerà il cuore), Gipeto come potente e corrotto inquisitore e Manuela Zanier che è la contessa. E ancora Paolo Barillari, Jacopo Sarno, Roberto Colombo, Antonio Orler, Silvia Scartozzoni, Rosita Denti e Alice Grasso. Con loro il corpo di ballo con dieci ballerini, non solo impegnati a danzare ma a ricoprire i tanti piccoli personaggi e il popolo sconosciuto di una città nei diversi momenti corali della storia.

 

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono firmate da Jarno

Antonio Martino l’ultimo grande liberale

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Io  che sono stato molto  amico di Valerio Zanone, dovetti ricredermi su Antonio Martino dipintomi come un liberista più che un liberale. Non sempre il liberismo coincide con il liberalismo, come ci ha insegnato Benedetto Croce. Quando lo conobbi a Messina per iniziativa del comune amico Girolamo Cotroneo, andai un po’  prevenuto e discutendo con lui giunsi a dirgli che anche la Cina comunista pratica il liberismo economico più sfrenato.

La mia era ovviamente una provocazione, ma servì a portare i nostri discorsi su un terreno molto concreto. Mi resi conto che Martino era un vero liberale ,certamente non solo perché  figlio di un grande liberale e ministro degli Esteri a cui si deve l’inizio della nascita dell’ Europa, quel Gaetano Martino oggi quasi del tutto dimenticato di cui mi parlava l’amico Vittorio Badini Confalonieri, che voglio accomunare nello stile proprio dei gentiluomini liberali ,così distanti dai politicanti d’oggi. Antonio Martino volle tentare di arrivare alla segreteria del PLI nel 1988 come leader di una minoranza che non era alla sua altezza e andò a cozzare contro l’egemonia zanoniana che aveva portato il partito a sinistra ed era riuscita a ricondurre il microscopico partito al Governo. La linea di Martino era per un liberalismo più coerente e meno legato al potere. Nella crisi indegna che segnò la chiusura non certo gloriosa del Partito di Cavour, di Giolitti e di Soleri, Martino ebbe modo di trovare accoglienza e rispetto in Forza Italia a cui diede idee liberali e soprattutto, insieme a Giuliano Urbani, una credibilità politica che le mancava totalmente. Ma va detto che il ruolo da lui esercitato nella fase costituente non venne rispettato nei decenni successivi. Fu apprezzato ministro degli Esteri e della Difesa nei governi Berlusconi, tra i pochi ministri di alto livello intellettuale e politico. Se scorriamo i nomi dei ministri berlusconiani il suo è stato l’unico nome di autentico prestigio seguito solo da Franco Frattini che fu anche lui agli Esteri. Forza Italia fece di lui molto presto un blasone nobiliare per coprire il partito di Dell’Utri, di Verdini, di Bondi, togliendo spazio politico a Martino che, non avendo particolari ambizioni politiche, fu un disciplinato deputato fino al 2018 ,quando decise di non ricandidarsi. Posso dire che non era amareggiato per una sostanziale emarginazione personale,ma perché le sue idee liberali erano andate totalmente disperse. Martino aveva la stoffa del leader e ogni volta che parlava riusciva a dire cose non banali,frutto di una cultura di altissimo livello. Lo ascoltai un’ ultima volta quando parlò del suo incontro con Putin di cui dette una descrizione disincantata ed obiettiva. Martino era molto professore ed assai poco fazioso: la lucidità della cultura prevaleva su tutto. Aveva delle riserve sull’unificazione europea e sull’euro così come si stavano delineando e molte delle sue osservazioni avevano un fondamento di verità. Forse nessuno gli diede seriamente ascolto e questo la dice lunga sul declassamento della politica d’oggi. Fu il ministro che abolì il servizio militare obbligatorio,già deciso in precedenza. Io credo che un uomo come lui lo abbia fatto perché costretto dalle scelte compiute .Una volta gli dissi le mie riserve sul fatto che senza un po’ di disciplina militare avremmo avuto una generazione di rammolliti .Sorrise, non commentò, ma capii che anche lui condivideva la fondatezza di quel dubbio. Oggi la cultura liberale italiana ha perso l’unico vero punto di riferimento su cui poteva contare. Spero che gli amici della sua Messina, raccolti attorno al senatore Enzo Palumbo, possano colmare il vuoto  con la loro nascente “ Democrazia liberale “,unica speranza che ci sia rimasta per una rinascita liberale autentica.
scrivere a quaglieni@gmail.com

In fuga dalla guerra Da Torino riparte la speranza per 13 bimbi ucraini malati di tumore

Saranno curati all’Ospedale Infantile Regina Margherita 


La missione coordinata dalla Regione Piemonte è stata resa possibile grazie alla generosità  
di Fondazione Lavazza, Basic Air e dell’imprenditore Alessandro Barbero, che hanno finanziato tutte le spese necessarie per il viaggio dall’Ucraina all’Italia

Missione compiuta. È giunto alle 17.15 ora italiana all’Aeroporto di Torino Caselle il volo privato che ha portato in Piemonte 13 bambini malati di tumore e bisognosi di cure. Sono in fuga dalla guerra in Ucraina con le loro famiglie e saranno accolti e curati dall’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

Dopo giorni di attesa con la difficoltà di far partire il gruppo dall’Ucraina, la Regione Piemonte ha deciso di organizzare una missione umanitaria per andare a prendere i bambini direttamente al confine.

Una operazione organizzata in poche ore per sbloccare la situazione, resa possibile grazie alla generosità di tre importanti realtà imprenditoriali piemontesi.

Fondazione Lavazza, che ha messo a disposizione l’aereo che ha portato i piccoli pazienti in Italia.

Basic Air, compagnia aerea nata in Piemonte che ha trasportato da Torino all’aeroporto di Iasi in Romania l’equipe medica del Regina Margherita, partita ieri per raggiungere le famiglie e i loro bambini.

E l’imprenditore piemontese Alessandro Barbero, da anni presente con la propria azienda in Romania, che ha messo a disposizione il pullman che ha portato i medici dall’aeroporto di Iasi fino al confine ucraino, attraverso la Moldavia. Proprio al confine tra Moldavia e Ucraina l’esercito ha affidato alle loro cure i piccoli pazienti che con questo pullman umanitario hanno potuto raggiungere l’aeroporto di Iasi, dove ad attenderli c’era l’aereo partito intanto dall’Italia e pronto a portarli in Piemonte.

A bordo anche il presidente della Regione Alberto Cirio con l’assessore ai Bambini Chiara Caucino, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e la dottoressa Franca Fagioli, direttore dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Ad attenderli all’arrivo in Piemonte l’assessore regionale alla Protezione civile e all’Emergenza dei profughi ucraini Marco Gabusi e il console onorario dell’Ucraina a Torino Dario Arrigotti.

“Questo è un momento delicato, drammatico – ha detto il presidente Cirio con gli assessori Caucino e Gabusi – ma per noi è anche un momento di gioia e di speranza, perché ci permette di dare la solidarietà non solo a parole, ma nei fatti. Il Piemonte non sta a guardare e oltre a condannare la guerra e l’aggressione che la Russia ha fatto nei confronti dell’Ucraina pensa alle prime vittime, che sono le persone e in particolare gli anziani e i bambini, soprattutto quelli malati. Il nostro grazie di cuore va a questi straordinari imprenditori e a tutti coloro che grazie al sostegno della Fondazione Specchio dei tempi stanno supportando le iniziative necessarie a portare soccorso. E grazie naturalmente ai nostri medici. Ci auguriamo non debba essere necessario e che questa guerra possa finire presto, ma finché ci sarà qualcuno che avrà bisogno di aiuto il Piemonte risponderà “presente”.

La Regione Piemonte aveva dato lunedì all’Ambasciata ucraina la disponibilità ad accogliere nei propri ospedali i bambini bisognosi di cure. Immediatamente era stato attivato un contatto che oggi ha permesso di far giungere in Italia i 13 piccoli pazienti, 5 fratellini e altri 14 familiari.
A sostegno della missione SAGAT Spa e SAGAT Handling hanno garantito la piena gratuità di tutte le operazioni aeroportuali.

“Da adesso – spiega la dottoressa Franca Fagioli – dobbiamo rivalutare lo stato della malattia e l’eventuale tossicità provocata dai trattamenti precedenti su questi bambini e il più rapidamente possibile riprendere la chemioterapia, che è stata interrotta a causa della guerra e delle difficoltà che hanno preceduto l’inizio dell’invasione. Siamo fiduciosi, perché le probabilità di guarigione dei bambini oncologi sono oggi superiori all’80% e tutte le possibilità che abbiamo saranno messe in campo per arrivare a questo obiettivo. Sarà importantissimo inoltre, oltre ad aiutarli a guarire, supportare psicologicamente i bambini e i loro familiari duramente provati non solo dalla malattia ma anche dalla violenza della guerra”.

“Nell’immensità della tragedia che il popolo ucraino sta vivendo – ha detto il console onorario dell’Ucraina a Torino Dario Arrigotti – il pensiero che il Piemonte sia riuscito in così poco tempo a fare una cosa così grande mi commuove. Spero che questi bambini con le loro famiglie possano trovare qui una casa e le migliori cure e sono certo che sarà così. Spero anche che il Piemonte possa continuare a dare sostegno ai profughi, ai malati e anche ai feriti che potremo aiutare dando loro soccorso negli ospedali della regione”.

28esima giornata di campionato Domenica 6 marzo

Ore15
Bologna-Torino
Ore18
Juventus-Spezia

Juve e Toro sono attese da 2 gare,sulla carta,non particolarmente difficili ma si sa l’imponderabile è sempre dietro l’angolo,specie in un campionato altamente equilibrato come quello italiano.I granata di Juric sono in un periodo di crisi di risultat ma non di gioco,non vincono da 5 turni in cui hanno ottenuto solo 2 punti frutto di 2 pareggi e 3 sconfitte pur giocando bene.I bianconeri di Max Allegri,invece,stanno attraversando un ottimo periodo di forma, saldamente ancorati al quarto posto,in corsa nella Champions League dopo il buon pareggio dell’andata contro il Villareal fuori casa e con un piede nella finale di Coppa Italia avendo battuto,fuori casa,la Fiorentina.Unico neo i troppi infortuni che stanno gravemente rimaneggiando l’organico bianconero.

Formazioni
BOLOGNA (3-4-3): Skorupski; Bonifazi, Medel, Theate; De Silvestri, Schouten, Soriano, Hickey; Orsolini, Barrow, Sansone.
Squalificati: nessuno | Indisponibili: Arnautovic, Dominguez, Kingsley, Santander, Vignato

TORINO (3-4-2-1): Berisha; Zima, Bremer, Rodriguez; Singo, Lukic, Mandragora, Vojvoda; Brekalo, Pjaca; Belotti.
Squalificati: nessuno | Indisponibili: Pellegri Edera, Fares, Milinkovic-Savic, Praet,Zaza

JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Danilo, Rugani, De Ligt, Pellegrini; Locatelli, Arthur, Rabiot; Cuadrado, Vlahovic, Morata.
Squalificati: nessuno | Indisponibili: Alex Sandro, Bonucci, Chiellini, Chiesa, De Sciglio, De Winter, Dybala, Kaio Jorge, McKennie, Zakaria

SPEZIA (4-3-3): Provedel; Ferrer, Erlic, Nikolaou, Reca; Maggiore, Bourabia, Bastoni; Verde, Manaj, Gyasi.
Squalificati: Amian, Kiwior | Indisponibili: Colley, Nzola, Sala, Sena, Sher

Enzo Grassano

Latitante per truffa Covid era nascosto in una sauna -bunker

Ricercato per truffa, Paolo Malvini si era nascosto in una sorta di bunker, nei pressi di Milano.

Il 55enne piemontese è al centro dell’inchiesta della Guardia di finanza di Asti sulla truffa da venti milioni di euro in relazione ai fondi Covid che  ha portato a dieci arresti.

Era ricercato da un mese e abitava  in un seminterrato, nel quale si poteva entrare  da una sauna grazie a  un meccanismo occultato e azionabile solo dall’interno.