ilTorinese, Autore presso Il Torinese - Pagina 2659 di 4771

ilTorinese

Commissione Intergovernativa “Alpi del Sud

Si è svolta  la riunione della CIG Commissione Intergovernativa “Alpi del Sud” tra Italia e Francia per il ripristino dei collegamenti stradali e ferroviari tra il Piemonte, Region Sud e la Liguria, dove nell’ottobre 2020, la tempesta Alex provocò distrusse il versante di uscita del tunnel di Tenda, che ha reso necessaria una variante progettuale dell’opera in costruzione.

La CIG g Alpi del Sud di oggi ha definito un’unica opzione progettuale delle molteplici in campo. Le Regioni coinvolte, che ha visto per il Piemonte la presenza dell’assessore ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi, hanno richiesto che il cronoprogramma precedente non fosse dilatato, anzi che si procedesse speditamente per anticiparlo. Tutti i soggetti hanno garantito che non vi saranno ritardi, ma solo alcuni approfondimenti. «Vigileremo e collaboreremo – conferma l’assessore Gabusi – affinché tutto si concretizzi a breve».

L’uomo e il suo mistero

Abbiamo compreso tutto della nostra vita? Quale il significato del nostro comparire, evolvere, per scomparire di nuovo, dopo un periodo più o meno lungo di permanenza nella dimensione fisica in cui ci veniamo a trovare?

Domande che, da sempre, assillano l’umanità e a cui non è ancora stata trovata una risposta; quesiti che hanno portato un numero sterminato di studiosi a formulare le teorie più singolari riguardo il lato più nascosto delle nostre esistenze, teorie in cui è stato raccolto e esaminato tutto quanto non era stato possibile inserire nell’ordine di eventi dimostrabili razionalmente, non prima di avere selezionato e escluso quanto riconosciuto come frutto di antiche superstizioni o di pura fantasia.
Eppure ci sono branche di studio, non riconosciute dalle istituzioni classiche, capaci di avere suscitato correnti di pensiero diffuso a livello planetario, così potenti nella loro contrapposizione con la Scienza Ufficiale, da avere alimentato la produzione di un numero incredibilmente elevato di volumi scritti da Maestri il cui sapere è indubbio, come indubbie sono le capacità artistiche dei pittori che illustrano antichi saperi, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, il cui scopo è quello di tentare di comprendere cosa vi sia nella dimensione spirituale della nostra esistenza, avvertita con differente intensità individuale dalla popolazione dell’intero pianeta, che prova con tecniche differenti, quali le preghiere, le cerimonie e riti di ogni genere, a stabilire un contatto per potersi garantire una crescita individuale che non sia solo legata alla materialità.

Uno di questi studi, fra i più misteriosi, è rappresentato senza dubbio dall’Alchimia, un termine che, nel passato, dava adito a insinuazioni poco lusinghiere e che veniva affrontato talvolta a rischio della propria vita, poiché chi si occupava di una simile tematica poteva venire bollato di eresia e condotto al rogo. Per comprendere appieno quali possano essere i motivi di tanto rigore è necessario cercare di esaminare il mondo con la mentalità delle generazioni che ci hanno preceduto che, di certo, non godevano dei privilegi tecnologi e scientifici da cui la nostra vita e il nostro apprendimento sono stati facilitati. Cominciamo, dunque, ad affrontare la questione chiedendoci come nasca e che senso abbia l’alchimia oggi, dopo tutte le scoperte scientifiche, dopo tutto quello che è successo nel corso dei secoli. Quando ha inizio lo studio dell’Alchimia, che cos’è l’Alchimia, da dove arriva questa misteriosa Alchimia?
Qualcuno sostiene che sia di origine cinese. Non si sa con certezza da dove provenga. I primi testi, i più antichi testi che possediamo di alchimia, sono di origine greco-alessandrina e risalgono al secondo secolo d.C. Sono legati a una particolare visione filosofica che si usa chiamare Ermetica. Sono già legati a un particolare tipo di simbolismo, a un particolare tipo di tradizione, a un preciso tipo di linguaggio, che si mantiene costante nel tempo, fornendone la sua prima caratteristica. L’alchimia è, dunque, indifferente al tempo. Prendiamo un testo di alchimia del 200 avanti Cristo e ne prendiamo uno del 1800 o del 1900, il simbolismo è lo stesso, l’insegnamento il medesimo; sono trascorsi 2000 anni e nulla è cambiato. Possono essere mutati gli insegnamenti da un punto di vista formale. Possiamo mettere a confronto antichi testi egizi e testi francesi del 1800, ma si potrà notare che vengono utilizzati lo stesso tipo di linguaggio e lo stesso tipo di fraseologia. Ogni autore può presentare un suo particolare modo di porgere il messaggio, di offrire il proprio insegnamento ma, sostanzialmente, noi ritroviamo ovunque lo stesso tipo di simbolismo, lo stesso tipo di dottrina.

L’alchimia non è localizzata solo nel mondo mediterraneo, anche se si parla molto di più dell’alchimia occidentale, perché è quella che conosciamo più da vicino, ma troviamo testi di alchimia in Cina, specialmente applicata alla tradizione Taoista, che risalgono all’incirca a un’epoca di poco precedente l’era cristiana e anche questi presentano una simbologia che si mantiene costante nel tempo. Disponiamo di testi di alchimia anche nella tradizione indiana. Libri dedicati al suo studio sono presenti nel mondo musulmano, specialmente di tradizione sciita e di nuovo incontriamo lo stesso linguaggio, lo stesso simbolismo e la stessa fraseologia. L’alchimia è indifferente allo spazio. Ovunque ritroviamo lo stesso linguaggio, lo stesso insegnamento, la stessa fraseologia, lo stesso simbolismo e risulta interessante notare che è indifferente alla cultura del luogo, in particolare è indifferente alla religione. L’alchimia Taoista, l’alchimia egiziana, l’alchimia musulmana sono sicuramente inserite all’interno del linguaggio culturale del loro rispettivo luogo. Evidentemente gli alchimisti cristiani sono profondamente cristiani, gli alchimisti musulmani profondamente musulmani, gli alchimisti Taoisti sono profondamente Taoisti, ma sono prima di tutto alchimisti. Sicuramente l’origine è nei templi egizi, migra nel mondo romano e ne segue le sue vicende fino alla decadenza, alla sua scomparsa. Secondo secolo: per un po’ quel poco di alchimia che resta lo si ritrova a Bisanzio.

E a un certo punto anche da Bisanzio fugge, ci sono dei problemi in Occidente, che toccano anche l’intero mondo orientale e l’alchimia sopravvive per lo più in Persia. Gli Arabi scoprono l’alchimia che risorge di nuovo, traducono i testi dal greco, la importano a Damasco, nel Marocco, in Egitto, in Spagna e, intorno all’anno 1000, si ha l’incontro degli occidentali con i musulmani e le crociate, che sono anche un grande momento culturale, tale da permettere il ritrovarsi di civiltà diverse, di incontro specialmente fra le cavallerie religiose mistiche che riportano l’alchimia in Occidente. Come prima cosa traducono i testi arabi in latino e poi producendo i testi in originale. E’ questo l’inizio della grande storia dell’alchimia occidentale, rappresentata da personaggi carismatici come Arnaldo da Villanova, Raimondo Lullo, San Tommaso d’Acquino, Alberto Magno, che era suo maestro e così via. Dopo alterne vicende e diverse migrazioni, l’Alchimia approda in Italia e il paese di elezione in cui si sviluppa l’alchimia diventa la Germania del 1600. Tanto per avere un’idea di quello che capita in Germania, specie alla corte di Rodolfo d’Asburgo nel ‘500, è opinione comune che vi fosse un alchimista in ogni angolo del suo palazzo tanto che, nel 1600, in Germania vennero pubblicati qualcosa come ventimila testi di alchimia.

Disgraziatamente la Germania rimase coinvolta in una guerra, la Guerra dei Trent’anni, da cui deriverà una desolazione terribile. Alla fine dei trent’anni rimarrà vivo un terzo dei tedeschi. Infine finisce questa grande epoca storica, una delle ultime nella tradizione ermetica dell’Occidente e l’alchimia non cresce più, divaga. Nel ‘700 vive una vita sicuramente immaginifica, legata a tutta una serie di sette, ma ormai via via depauperata.Nell’800 la cultura dominante scientista e positivista la dichiara morta quando in Francia,
verso la fine del secolo, viene pubblicato un libro a cui Balzac dedica un romanzo, ispirato a tale lavoro. Poi, all’inizio del ‘900, quando ormai si ritiene che l’alchimia sia definitivamente cancellata dalla memoria degli studiosi, all’inizio del secolo scorso, fa la sua comparsa un testo che, almeno in certi ambienti, è ben conosciuto, anzi vengono pubblicati due testi di un autore misterioso il cui nome è Fulcanelli. I volumi appena pubblicati hanno il titolo, rispettivamente de: “Il Mistero delle Cattedrali” e “Le Dimore Filosofali” , ancora oggi rintracciabili nelle eleganti edizioni delle edizioni Mediterranee.

Questi due volumi sono la prova di come l’antica Scienza sia sopravvissuta al trascorrere del tempo e sia ancora ben presente nel pensiero dei contemporanei, presentandosi in ottima forma. Fulcanelli ha lasciato un unico allievo, Eugene Canseliet, il quale ha tramandato il segreto a poche persone, un gruppo di allievi ormai ridotto ai minimi termini, un chiaro segnale di come, in Occidente, la Tradizione resista e si presenti ancora in ottima forma e venga esaminato, anche se con occhio critico, da personaggi titolati in ogni campo dello scibile, studiosi interessati a tutto quello che riguarda l’arcano principale della nostra vita, ovvero cosa sarà di noi una volta scomparsi dalla dimensione fisica. L’alchimia rientra, a pieno titolo, nella branca di studi in questione e rappresenta solo uno degli aspetti che verrà preso in considerazione e ampliato ni prossimi articoli che saranno pubblicati in questa rubrica, il cui scopo è quello di estendere una conversazione a tutti i lettori interessati a una dimensione sovra fisica dell’essere umano. Nei prossimi articoli verrà esaminato il modo in cui l’alchimia, la cui credenza principale è semplicemente quella di poter ottenere la Pietra Filosofale per trasmutare i metalli vili in oro, sia stata utilizzata, in realtà, per ampliare la coscienza e stabilire un rapporto con il mondo dell’invisibile. Verranno in seguito prese in considerazione altre manifestazioni dello Spirito umano, esaminate anch’esse da persone di grande Cultura, da considerarsi al di fuori di ogni sospetto, studiosi titolati e indipendenti, che cercano di comprendere quale possa essere il significato di tutto quello che siamo chiamati a vivere. Quanto successo negli ultimi anni, l’apertura mentale indubbiamente verificatisi anche in ambienti accademici, è giunta a un punto tale da non lasciare più indifferenti anche i più tenaci fra gli scettici e è questo lo scopo di questa serie di articoli che vuole essere un viaggio verso mondi poco o per nulla conosciuti, suscitando un dibattito con il lettore che si spera possa essere costruttivo.

Rodolfo Alessandro Neri

 

Peste suina, approvato il piano regionale

 

Via libera immediato a 24 ore dal provvedimento nazionale che ha stanziato finalmente i primi 10 milioni per indennizzi e reti di contenimento  Il presidente Cirio: “In questi mesi ci siamo fatti carico della situazione solo con le nostre forze”

 

 

A 24 ore dall’approvazione da parte del Governo del provvedimento che regolamenta a livello nazionale la gestione dell’emergenza peste suina africana, la Regione Piemonte ha recepito la normativa dando immediatamente via libera oggi al proprio Piano Regionale.

>

“Finalmente è arrivato l’intervento che attendevamo da Roma – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ieri pomeriggio ad Acqui Terme ha incontrato gli Enti locali ed i rappresentanti del comparto insieme al commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari, con i parlamentari e consiglieri regionali del territorio  -. Avremmo auspicato una azione più rapida perché nel frattempo la Regione ha dovuto far fronte alla situazione solo con le proprie forze, dalle prime ordinanze già a fine gennaio, all’anticipo di 3 milioni di euro per gli indennizzi per gli allevatori che hanno dovuto abbattere capi sani perché all’interno della zona rossa, fino al fondo da quasi 2 milioni per l’agricoltura e le altre realtà danneggiate. Abbiamo dovuto insomma anticipare ciò che a livello nazionale è stato definito solo ieri con lo stanziamento dei primi 10 milioni di euro, che serviranno a creare una rete di contenimento per bloccare il passaggio dei cinghiali infetti dall’area rossa a quelle non contaminate e agli indennizzi per le nostre aziende che dopo le conseguenze del covid, della guerra e dei rincari dell’energia e delle materie prime si trovano adesso a fronteggiare questa nuova emergenza e non possono essere lasciate sole”.

>

Il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso si è soffermato sulla “certezza dei finanziamenti” e sul fatto che “da lunedì inizieranno i sopralluoghi per il posizionamento delle reti di recinzione. Un passo necessario per avere le deroghe che permetteranno, non appena partita questa operazione, di riprendere in parte le attività forestali e di outdoor”. Inoltre, ha garantito che “la Regione con gli enti locali supporterà l’attività del Commissario”.

>

“Abbiamo un milione e 300 mila capi suini da salvare, avendone già dovuti uccidere 3.000 sani, che avevano l’unica colpa di trovarsi all’interno della zona infetta – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa . Questo comporta dei danni, e abbiamo affrontato con l’Europa il problema dei ristori. Lo abbiamo fatto quando ancora nessuno aveva capito l’entità del problema. Oggi finalmente abbiamo un decreto e anche delle risorse: se potrà servire per fare in modo che tutte le restrizioni attualmente in campo possano progressivamente essere eliminate avremo fatto un passo avanti. Il decreto dice che dobbiamo erigere una recinzione, a questo punto scatta la disponibilità degli amministratori a collaborare per posizionarla nel modo migliore possibile. Il virus – ha aggiunto – si sposta di un chilometro alla settimana. Occorre tempismo, sono già passati due mesi: mi auguro che il Commissario per l’emergenza abbia davvero tutti i poteri che servono per agire in tempi rapidi”.

Allarme ‘ndrangheta, Grimaldi (LUV): “Criminalità organizzata sempre più forte”

“Non possiamo lasciare stazioni appaltanti, imprese e cooperative ai vampiri”.

Le inchieste sono efficaci ma la presenza della ‘ndrangheta in Piemonte non è in diminuzione, anzi, ‘si ritiene potrà continuare a rivestire un ruolo di primissimo piano sullo scenario piemontese’. Lo dice la Direzione investigativa antimafia. Organizzazione, capillarità, sodalizi strategici e inquinamento dell’economia e della democrazia. Sono segnali che non possiamo più ignorare” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando la relazione semestrale della Dia relativa ai mesi da gennaio a giugno del 2021.

“Ogni ora in Piemonte chiudono due aziende” – prosegue Grimaldi. – “È sotto gli occhi di tutti il deserto che la crisi sociale e pandemica si sta lasciando alle spalle in termini di attività commerciali e imprenditoriali. Sappiamo da rapporti e ricerche che la ‘ndrangheta si è infiltrata al Nord vampirizzando imprese, strutture sanitarie, Comuni. La ‘variante criminalità’ sta infettando il tessuto economico e sociale del Paese più di prima grazie alla pandemia. Servono nuovi protocolli anti-mafia per non lasciare le stazioni appaltanti, i piccoli imprenditori, le organizzazioni di artigiani, le cooperative, i commercianti da soli a combattere i vampiri”.

Vola alto la “Sinfonia” di Alessandro Sciaraffa

 

Dalla “GAM” di Torino alla Fondazione e Galleria “TSE Art Destination” di Nur-Sultan, capitale del Kazakhstan

Fino al 30 aprile

Sound art: ovvero lo studio delle onde sonore e dei fenomeni invisibili della Natura, rappresentate con l’aiuto di tecnologie sperimentali che spesso prevedono il coinvolgimento del pubblico. E’ questo il tema centrale intorno al quale ruota l’attività artistica, originale e altamente suggestiva, del torinese Alessandro Sciaraffa. Presente nelle più importanti Gallerie e Musei internazionali, dal 21 ottobre del 2021 Sciaraffa è rappresentato negli spazi espositivi della “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di Torino con l’installazione immersiva e partecipativa “Sinfonia”, presentata nel suo allestimento da Sara d’Alessandro Manozzo, storica dell’arte romana e curatrice indipendente. Destinata alla collezione permanente della “GAM”, l’opera ha vinto il bando “Italian Council (IX edizione, 2020)”, programma di promozione internazionale dell’arte italiana voluto dalla “Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura”.

Dopo essere stata esposta dunque, per la prima volta, al Museo torinese di via Magenta, “Sinfonia” si è trasferita, fino al 30 aprile, nelle sale della “Fondazione e Galleria TSE Art Destination”, a Nur-Sultan, dal 1997 capitale e una delle realtà più dinamiche nel panorama artistico contemporaneo del Kazakhstan. Un “prestito” importante per un progetto “che si colloca – dicono alla ‘GAM’ –nell’ambito delle attività internazionali della‘Fondazione Torino Musei’, che vede il coinvolgimento e il supporto dell’‘Ambasciata d’Italia’ a Nur-Sultan e rafforza le collaborazioni tra i nostri musei e le realtà culturali della capitale kazaka, con un significativo omaggio alle Relazioni Diplomatiche tra l’Italia e il Kazakhstan che celebrano nel 2022 il 30° Anniversario”.

“ L’installazione di Alessandro Sciaraffa – sottolinea a sua volta Baurzhan Sagiyev, direttore della ‘Tse Art Destination’ ci ricorda che il linguaggio dell’arte e il gesto artistico non hanno confini e distanze. L’opera ci immerge in un mondo di vuoto disincarnato ed effimero dove tutti possono vivere il non-essere pur rimanendo parte di qualcosa di più grande. Quest’opera è allo stesso tempo misteriosa e comprensibile, e lo è in particolare per i discendenti degli antichi nomadi che adoravano il sole, Padre Cielo e Madre Terra, e che eseguivano riti che includevano pratiche di interazione con i suoni della natura e con gli strumenti che li imitavano”. 

“Sinfonia” è composta infatti da un gong, unsistema sonoro e da una proiezione video su uno schermo specchiante inseriti dentro uno spazio buio a unire due dei temi fondamentali nell’opera di Sciaraffa: il suono primitivo del gong e l’osservazione delle aurore boreali. Il risultato del suo lavoro è così caratterizzato dalla simbiotica presenza di suono, tecnologiae natura. Esperimento non nuovo. Già presente in “Aurora” – esposta nel 2019 sempre alla “GAM” in occasione di “Luci d’Artista” – in cui oggi come allora Sciaraffa “esplora e rende tangibile la luce scintillante, con le infinite sfumature di colori e forme, e il suono inudibile generato dall’aurora boreale, catturato mediante apparecchiature in grado di captare le basse frequenze. “Manovratore” e “regista” di queste surreali “macchine” capaci di riprodurre i suoni delle “profondità naturali”, in un onirico viaggio immaginifico attraverso realtà fisiche sconosciute e anche un po’ inquietanti, è il visitatore che attiva suono e luce interagendo con il “gong”. A lui dice lo stesso Sciaraffa: “Ci sarà il suono delle aurore boreali che inizieranno a scoppiettare, a luccicare. Tu potrai stare a guardare questi bagliori di luce, come dei grandi dipinti che scorrono in uno spazio tempo, per poi farli esplodere con il gong”.

 

Per info: “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

g.m.

Nelle foto:

–       Alessandro Sciaraffa: “Sinfonia”, 2021

–       Alessandro Sciaraffa

A Rivoli lo street food è internazionale

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni  riparte l’International Street Food 2022, la più importante manifestazione di street food esistente in Italia organizzata da Alfredo Orofino.
Sarà la città di Rivoli ad accogliere la quinta tappa che avrà luogo in Piazza Martiri della Libertà venerdì 8 aprile dalle ore 18, sabato 9 e domenica 10 aprile 2022, dalle ore 12.
Per questa edizione 2022 sono previste 150 tappe in tutta Italia.

In questa quinta tappa ci saranno 30 cucine diverse e tanti ristoranti itineranti con chef qualificati pronti a stupire con le loro particolarità e qualità.
Come nelle precedenti edizioni, che hanno riscosso grandissimo successo grazie all’entusiasmo del pubblico, sarà possibile gustare prodotti di paesi diversi, con cucine internazionali, senza tralasciare però le nostre gastronomie regionali.

La piscina per la terapia è funzionante e riscaldata, ma non utilizzata: vergognoso

USU di Torino

Dalle proteste dello scorso autunno nulla è cambiato all’Unità Spinale Unipolare del CTO, lungi dall’essere ripristinata a pieno ritmo nonostante il mio impegno a Palazzo Lascaris e le proteste di pazienti e Associazioni. A questa situazione di immobilismo si aggiunge la beffa della vasca piena e potenzialmente attiva ma chiusa al pubblico: uno spreco di risorse inaccettabile (anche le due bagnine, regolarmente stipendiate, sono impiegate in altre mansioni). Chiederemo conto di tutto in Consiglio Regionale.

Qualche mese fa le proteste, poi la mia interrogazione in Aula, quindi un lungo immobilismo e oggi lo scandalo della piscina per le terapie funzionante ma non utilizzata: questa la realtà dell’Unità Spinale Unipolare del CTO, in via Zuretti 24 a Torino.

Lo stato dell’arte: il pian terreno dell’edificio ospita la piscina per le terapie. Attualmente, niente altro. La piscina è perfetta, potenzialmente funzionante, riscaldata, puntualmente monitorata e costantemente manutenuta. Alle due bagnine, pagate in teoria per svolgere la loro mansione a bordo vasca, sono in realtà affidati altri compiti: nello specifico, una è stata ricollocata a svolgere attività di fattorino e l’altra dà una mano in palestra. Perché? Perché la piscina è chiusa al pubblico, cioè ai pazienti e agli utenti, fino a data da destinarsi. Uno spreco difficile da definire e qualificare senza usare aggettivi come folle, assurdo, vergognoso. Di tutto questo chiederemo conto in Aula.

Il secondo piano della struttura, nonostante richieste e proteste, resta chiuso. Le liste d’attesa restano lunghissime, pertanto si dà la precedenza ai pazienti più gravi: il risultato è che altre situazioni rischiano di diventarlo, proprio perché non si interviene costantemente e tempestivamente secondo un normale programma di cure. Non si arrestano le defezioni tra il personale (sono molti i trasferimenti in altri reparti o presso altre strutture), scarseggiano gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. L’ambulatorio di vulnologia è stato spostato altrove. L’unione di diversi reparti non è stata senza conseguenze organizzative e operative.

L’USU era un’eccellenza: la Giunta Regionale ha il dovere di intervenire. In fretta.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Quando il Pd torinese insegue Fruttero & Lucentini…

DI AUGUSTO GRANDI

Prendi due politici del Pd e mettili a scrivere un “noir” ambientato tra Torino e Langa.

E, per completare il quadro, inserisci il tutto negli ultimi giorni di campagna elettorale che hanno portato alla guida di Torino il loro compagno Stefano Lo Russo (ora Stefano L’ucraino). Poteva uscirne un polpettone illeggibile, una squallida operazione di propaganda partitica ammantata di un raccontino giallo per nascondere i veri obiettivi. Invece Michele Paolino, con la collaborazione di Sergio Chiamparino, è riuscito a scrivere una storia gradevole, leggibile anche al di fuori delle sezioni del partito o delle bocciofile di riferimento.

Continua a leggere:

Quando il Pd torinese insegue Fruttero & Lucentini..

Difensore civico: quarant’anni al servizio dei cittadini

A Palazzo Capris (via Santa Maria, 1) si è tenuto il convegno “Quarant’anni di difesa civica” per inquadrare la situazione di questa figura nata a tutela e garanzia del cittadino, frutto ancora di grande dibattito in ambito giuridico. Un istituto, quello della difesa civica, che si è ritagliato nel tempo un ruolo sempre maggiore. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio regionale e dal Difensore civico regionale in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino.

Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, portando i saluti istituzionali ha affermato che “in questi quattro decenni il ruolo del Difensore civico ha assunto un’importanza sempre maggiore a servizio della cittadinanza, esercitando quella funzione di intermediario tra Pubblica amministrazione e cittadino, per tutelarne i diritti in caso di ritardi, omissioni, discriminazioni o abusi in generale. Ritengo giusto riconoscere la bontà, l’efficienza e l’efficacia del lavoro svolto in questi anni da un organo di garanzia essenziale, che contribuisce quotidianamente a misurare la reale capacità dell’Amministrazione regionale di essere sempre più vicina alle esigenze della società e alla sua continua evoluzione”.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, è intervenuto con un videocollegamento ed ha parlato di “un istituto importante per la vita democratica del nostro Paese e che per questo è previsto nello Statuto della nostra Regione. È importante celebrare l’attualità di una figura che come tutte le cose buone migliora nel tempo. Sono per questo disponibile a prendere in considerazione le proposte che verranno formulate per potenziare la figura del Difensore civico”.

Il segretario del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino, Paolo Berti, ha dichiarato che “la mediazione e l’indipendenza proprie alla funzione di Difensore civico, accomunano questo ruolo a quanto viene fatto dagli avvocati. Non solo in ragione della loro professionalità ma per la conoscenza che hanno delle persone, vengono infatti scelti degli avvocati per svolgere il ruolo del Difensore civico”.

Ha introdotto e moderato il convegno Paola Baldovino, Difensore civico della Regione Piemonte: “In questi 40 anni, il Difensore civico ha contribuito ad umanizzare l’attività amministrativa a tutela dei diritti delle persone e, in tal modo, far emergere i bisogni concreti dei cittadini – ha spiegato Baldovino -. Al Difensore civico possono rivolgersi tutti, gratuitamente e senza formalismi e, pertanto, l’istituto costituisce un’importante risorsa per la collettività piemontese. Con questo convegno si è inteso, oltre a celebrare l’anniversario della legge istitutiva dell’ufficio, diffondere anche la conoscenza di questa figura di garanzia e gli ambiti di intervento nei quali il Difensore civico può operare. In particolare, l’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino, al fine di sottolineare l’utilità dell’Istituto per coloro che svolgono la professione forense, anche quale strumento deflattivo del contenzioso giudiziario”.

Sono stati 572 i fascicoli aperti nel corso del 2021 presso il Difensore Civico piemontese e di questi circa il 60% riguardano l’area dei servizi alla persona e, all’interno di questi, più di 7 su 10 sono inerenti sanità e ospedali. Interessante, tra le varie aree di intervento, quella sui procedimenti amministrativi e sulle richieste di accesso documentale e di accesso civico, che hanno garantito maggiore trasparenza delle amministrazioni.

È poi intervenuto Gianluca Gardini, ordinario del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, che ha spiegato come “l’evoluzione storica e giuridica della difesa civica fa parte di una storia minore nel nostro Paese perché confinata alle esperienze delle autonomie territoriali. In Italia mai abbiamo avuto un difensore civico nazionale, diversamente da quanto accade nella stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione europea. Addirittura non sono pochi gli stati che lo hanno previsto nella carta costituzionale e altri, comunque, con una legge ordinaria. Gli uffici del difensore civico presenti nel nostro paese non sono poi neanche stati valorizzati come strumento alternativo per la risoluzione delle controversie tra la Pubblica amministrazione e il cittadino. Ed è di tutta evidenza come questo avrebbe potuto alleggerire il Tar di una parte dei procedimenti”.

A proposito degli effetti del contenzioso amministrativo della difesa civica, Gabriella Racca, ordinario presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino ha spiegato che “La difesa civica va intesa come difesa della Buona Amministrazione, quindi il difensore non è un organo terzo rispetto alla Regione e alle altre amministrazioni ed è chiamato a collaborare affinché l’obbiettivo comune sia effettivamente raggiunto. Il cittadino in difficoltà deve trovare nel Difensore civico il punto di collegamento che ripristini il rapporto di fiducia con la parte pubblica. Per far ciò il difensore deve collegarsi e rafforzarsi in rete con Anac, con i responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, con il Difensore civico digitale, con i responsabili della transizione digitale (Rtd), con le Aziende sanitarie, con i Media nelle forme tradizionali e più innovative”.

Su come è cambiato il modo di interfacciarsi dell’avvocato con la difesa civica e sulle varie funzioni del Difensore civico contro la gestione scorretta o impropria delle pubbliche amministrazioni è intervenuta Silvia Ingegnatti, avvocato del Foro di Torino, evidenziando “ la funzione di garante del diritto alla salute del Difensore civico, fino al potere di moral suasion che può essere esercitato nei confronti della Pa. Gli avvocati possono cogliere le opportunità insite nel ricorso al Difensore Civico al fine di vagliare, nel superiore interesse del proprio assistito, tutti gli strumenti posti a disposizione della legge, di cui la Difesa Civica costituisce una valida potenzialità”.

Alessandra Carrozzo, avvocato del foro di Torino ha illustrato i doveri deontologici dell’avvocato, con particolare riferimento al dovere di informazione verso i clienti che “impone di informare delle opportunità che offre l’istituto del Difensore Civico in diverse materie e quindi della possibilità e delle modalità per avvalersi di tale organo. Questo in relazione al rapporto che tale strumento di tutela ha con le altre prerogative difensive”.

Gran Premio Costa Azzurra con 12 stelle a Vinovo

Una festa per tutti, con il, regalo da scartare attorno alle 17. Perché all’Ippodromo di Vinovo è arrivata la giornata più attesa dell’anno, quella con l’edizione numero 59 del ‘Gran Premio Costa Azzurra’, prima tappa del circuito ‘Trot Grande Vitesse 2022’ (corsa di Gruppo 1 con una dotazione di 154.000 €). Lei al centro, intorno tutto il resto perché quella del 10 aprile sarà davvero una giornata davvero speciale, tutta da vivere.

 

Il Costa Azzurra è da sempre una delle corse più ambite non solo del panorama nazionale, perché da qui sono passatoi solo campioni. Sarà così anche quest’anno, con favori del pronostico divisi tra tra Vernissage Grif, allenato e guidato da Alessandro Gocciadoro, allevato dall’allevamento Il Grifone della famiglia Brischetto, e Cokstile, il norvegese del signor Renato Santese, già vincitore due anni fa, allenato da Erik Bondo e guidato dal torinese di Francia Gabriele Gelormini, già vittorioso anche l’anno scorso con Billie De Montfort.

A far saltare il banco proveranno tutti gli altri a partire dalla femmina di Fausto Barelli e Santo Mollo, Blackflash Bar, portacolori della scuderia “4 amici al Bar” di Roberto Bruera e Luigi Truccone, che al momento è imbattuta sulla pista di Vinovo dopo le vittorie nel Marangoni e del Città di Torino dello scorso anno. Dodici al via per una corsa bellissima sulla distanza del miglio. In tutto sono otto le corse in un programma che sarà vera celebrazione del cavallo e del suo mondo a 360°, con un’attenzione particolare per le famiglie come dimostrano tutti gli eventi collaterali.

Ad accogliere il pubblico ci sarà una mamma con il suo puledrino di una decina di giorni e gli amici del Circowow, con la caccia al tesoro in tema ippico e altri goichi. Ma ci saranno anche gli animali della fattoria dell’agriturismo “Il giardino dei sapori” di Nichelino e tutti potranno assistere dal vivo alla nascita creazione di un vero ferro di cavallo grazie alle sapienti mani di Emilio Gelormini, il più giovane dei maniscalchi dell’ippodromo.

E ancora i pony dell’Horse House di Candiolo per il battesimo della sella in una piccola passeggiata in tutta sicurezza nell’area attrezzata del parco giochi. In seguito due giovani Amazzoni della Horse House saranno le passeggere della carrozza allestita da “Servizi in Carrozza” di Adamo Martin trainata che aprirà la sfilata dei cavalli partecipanti al Gran Premio. Carrozza, cavalli e cocchieri faranno bella mostra sul parterre per tutto il pomeriggio. Dopo la settima corsa, sulla pista si esibiranno i cavalli della “Caccia alla volpe” (e tra loro due ex trottatori, Bernadette Dvs e Zideale Fas, nella loro nuova vita) portati dalla Società Cacce a Cavallo del Monferrato.

Non mancherà lo stand dell’UGI, Unione Genitori Italiani contro i tumori infantili: in cambio di una piccola donazione sarà possibile acquistare le colombe pasquali della Bonifanti. E sarà presente anche l’Associazione “Stupinigi è” con stand di prodotti a km 0. Non ci rimane che aspettarvi, ricordandovi la possibilità di pranzare presso l’Hippo-Trattoria panoramica sulla pista, dove per l’occasione è obbligatoria la prenotazione.

Per chi fosse impossibilitato a raggiungere l’ippodromo, diretta integrale televisiva proposta sia sul canale 151 del digitale terrestre che sul 220 di Sky, con il supporto di dieci telecamere in HD che condurranno gli appassionati dentro la pista a vivere le emozioni del Gran Premio Costa Azzurra. I giornalisti di EquTv saranno in trasferta a Torino coadiuvata dal punto di vista tecnico e giornalistico dagli operatori dell’Ippodromo di Vinovo.

Corse che prenderanno il via attorno alle 14,30, ingresso gratuito per tutti, così come le attrazioni e i giochi.