ilTorinese

“Cioccolatò”, modifiche alla circolazione

A seguito dello svolgimento della manifestazione “Cioccolatò”,  che determinerà la chiusura al transito dei veicoli in piazza Vittorio Veneto nel tratto compreso tra via delle Rosine e lungo Po Diaz (il transito resta invece libero sull’asse di via Bava e via Bonafous), dalle ore 11.00 alle ore 20.00 di sabato 1° e domenica 2 marzo 2025, varieranno il servizio le linee: 3 – 13 BUS – 15 TRAM – 30 – 53 – 55 – 56  – 70 – Venaria Express. Inoltre, dalle ore 11.00 alle ore 20.00 di domenica 2 marzo sarà deviata la linea 16 CS BUS.

  • Linea 3.
    Direzione corso Tortona: effettua l’ultima fermata per il servizio passeggeri in corso Tortona angolo corso Belgio (fermata n° 598).
    Direzione Vallette: effettua la prima fermata per il servizio passeggeri in corso Belgio prima di via Rcasoli (fermata n. 572), quindi prosegue per coro Regina Margherita, percorso normale.
  • Linea 13 BUS.
    Direzione piazza Gran Madre: percorso attuale fino in corso San Maurizio angolo via Bava da cui prosegue per corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, ponte Vittorio Emanuele I, percorso normale.
    Direzione piazza Campanella: da ponte Vittorio Emanuele I deviata in lungo Po Cadorna, corso San Maurizio, corso Regina Margherita, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via Pietro Micca, percorso attuale.
  • Linea 15 TRAM.
    Direzione piazza Coriolano (Sassi): da via Brissogne segue il percorso attuale fino in corso Vittorio Emanuele II da dove è deviata per via XX Settembre, via Pietro Micca, piazza Castello, viale I° Maggio (Giardini Reali), corso Regina Margherita, corso Tortona, corso Belgio, percorso normale.
  • Direzione via Brissogne: da largo Berardi deviata in corso Regina Margherita, viale I° Maggio (Giardini Reali), piazza Castello, via Pietro Micca, via San Tommaso, via dell’Arsenale, corso Vittorio Emanuele II, percorso attuale.
  • Linea 30.
    Solo in direzione corso San Maurizio: da via Vanchiglia deviata in corso San Maurizio (capolinea).
  • Linea 53.
    Solo in direzione Ospedale San Vincenzo: dal capolinea di corso San Maurizio prosegue in direzione corso Regina Margherita dove effettua inversione di marcia, quindi riprende corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, ponte Vittorio Emanuele I, percorso normale.
  • Linea 55.
    Solo in direzione via Moncalieri (Grugliasco): da via Vanchiglia deviata in corso San Maurizio, corso Regina Margherita, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via Bertola, via San Tommaso, percorso normale.
  • Linea 56.
    Direzione largo Tabacchi: percorso attuale fino in corso San Maurizio angolo via Bava da cui prosegue per via corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, ponte Vittorio Emanuele I, percorso normale.
    Direzione via Tirreno (Grugliasco): da ponte Vittorio Emanuele I deviata in lungo Po Cadorna, corso San Maurizio, corso Regina Margherita, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via Pietro Micca, percorso normale.
  • Linea 70.
    Solo in direzione piazza Failla (Moncalieri): dal capolinea di corso San Maurizio prosegue in direzione corso Regina Margherita dove effettua inversione di marcia, quindi riprende corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, ponte Vittorio Emanuele I, percorso normale.
  • Venaria Express.
    Direzione Autostazione via Fiochetto: da via Pietro Micca deviata in via XX Settembre, corso Regina Margherita, corso Regio Parco, percorso normale.
    Direzione Reggia di Venaria: da corso Regio Parco deviata in corso Regina Margherita, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via Pietro Micca, percorso normale.

Inoltre, dalle ore 11.00 alle ore 20.00 di domenica 2 marzo:

  • Linea 16 CS BUS.
    Da ponte Vittorio Emanuele I deviata in lungo Po Cadorna, corso San Maurizio, percorso normale.
    La linea 16 sarà gestita con autobus nell’intera giornata di domenica 2 marzo per lavori di potatura alberi in corso Tassoni.

Barbara Gullino: il life coaching dedicato alle donne

Barbara Gullino, Coach della relazione d’aiuto e del cambiamento e facilitatrice del respiro consapevole, propone a tutte le donne un percorso di life coaching per aiutarle a ritrovarsi nei propri aspetti più intimi delle relazioni amicali e amorose, oltre che a lavorare  sulla sensazione di non sentirsi realizzate. Questo percorso ha una durata di tre mesi, può essere attuato online o in presenza, ed è finalizzato a un risveglio interiore e a una maggiore conoscenza di se stesse.

“A distanza di anni le donne con cui ho lavorato – spiega Barbara Gullino – mi raccontano della loro trasformazione.  È importante arrivare a capire, all’interno della volontà di cambiamento, che abbiamo retaggi provenienti dalla famiglia di origine che incidono sulle varie relazioni della nostra vita. Dopo un primo incontro in cui la persona mi parla di sé, dalle sue parole e dal modo in cui utilizza la voce cerco di individuare fragilità ed esigenze e, successivamente, attivo lo strumento della ‘respirazione consapevole’. Questa tecnica richiama il respiro ancestrale, il respiro della vita per quello che è.  Se si pensa al respiro come a un sismografo che registra emozioni, capiamo intuitivamente quanto sia importante cambiare il nostro modo di respirare. La respirazione circolare o terapeutica porta in sede due fasi: la somatizzazione in cui si lavora dietro al dolore, e la consapevolezza, in cui vi è un lavoro profondo”.

Barbara Gullino è anche operatore olistico che promuove sedute di massaggi finalizzati a sciogliere tutte quelle tensioni muscolari originate da inquietudini interiori. Anche in questo caso la respirazione gioca un ruolo importante ed è fondamentale imparare a respirare non solo con i polmoni, ma anche con l’addome.

“Durante le sedute di massaggio utilizzo oli essenziali – dichiara Barbara Gullino –  le essenze di arancia amara e lavanda servono proprio per allentare la tensione. La linfa delle piante ha il potere di riconnetterci alla natura. Un’altra pratica fondamentale riguarda le visualizzazioni,  il metodo per vedere con chiarezza il risultato che si vuole raggiungere e infine il “mandala”, ovvero il lavoro e il dialogo con il nostro individuale bambino interiore finalizzati a riportare in luce eventi ed emozioni dimenticate e continuare a percorrere con successo la nostra strada verso il cambiamento”.

Info: barbaragullino69@gmail.com – telefono: 349 8093434

Mara Martellotta

Padel e beach volley di Carnevale

IL 1° MARZO A PALAVILLAGE UNA NON STOP ALL’INSEGNA DELLO SPORT

DOPPIO TORNEO, 8 ORE DI PADEL E 12 ORE DI BEACH VOLLEY.

Dalle ore 12 alle 24. Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (TO)

Palavillage si prepara a festeggiare il carnevale con una full immersion nello sport.

Sabato 1° marzo gli appassionati di padel e beach volley potranno cimentarsi in un doppio torneo, tra pallina e racchetta e sabbia, rete e palla.
Dalle 12 alle 24 è in programma la 12 ore di beach volley. I tre campi di Palavillage ospiteranno infatti il torneo maschile, femminile e misto organizzato in collaborazione con Tsunami Beach Volley. Un tuffo virtuale in spiaggia pur restando in città.

Parallelamente, a partire dalle ore 16 e fino alle 24, i campi da padel indoor di Palavillage saranno teatro di una 8 ore non stop di padel. Un torneo a squadre (4 uomini e 2 donne) di tutti i livelli per sfidarsi tra amici divertendosi e provare a vincere i premi messi in palio da Gino Auto, Menabrea e Prato Nevoso Ski.

 

Una giornata di sport e intrattenimento accompagnata da dj set e spaghettata finale riservata a tutti i partecipanti.

 

Torneo 8 ore padel: 40€ soci, 45€ non soci. Torneo 12 ore beach volley: 25€.

Iscrizioni presso la segreteria di Palavillage, oppure telefonando allo 011 1947 5700 – mail. segreteria@palavillage.com

 

 

PALAVILLAGE

Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (Torino)

www.palavillage.com

I Popolari sono nel PPE

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Gli eventi politici internazionali cambiano, e cambieranno in modo sempre più radicale, le agende
politiche nazionali. E quindi anche quella italiana. E non solo perchè il progetto politico della
politica estera ridiventerà centrale per la stessa costruzione delle alleanze e delle coalizioni, ma
per la semplice ragione che avranno sempre più vita corta gli atteggiamenti balbettanti, equivoci o
puramente opportunistici. Fuor di metafora, difficilmente una coalizione – come ad esempio quella
del cosiddetto ‘campo largo’ – sarà politicamente credibile se al suo interno si contano 5 o 6
posizioni diverse, se non addirittura alternative, rispetto ai temi cruciali della politica estera. E
quindi della reale collocazione dell’Italia nell’Europa e a livello internazionale. Un tema, questo,
che è stato bruscamente accelerato dopo l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti
d’America ma anche dopo la recente elezione del Parlamento tedesco. È del tutto evidente, al
riguardo, che ogni forza politica si dovrà assumere le proprie responsabilità e mettere in campo la
propria coerenza culturale. Perchè di questo si parla e non di altro.
Ed è proprio su questo versante che, ad esempio, assumeranno di nuovo una grande importanza
le cosiddette “famiglie” politiche europee. E quindi, e di conseguenza, l’appartenenza dei singoli
partiti nazionali alle tradizionali famiglie politiche europee. Per coerenza, e non per convenienza.
Sotto questo versante il tema della cultura Popolare, della tradizione Popolare, del pensiero
Popolare di ispirazione cristiana sono chiamati, anch’essi, ad essere coerenti con la propria storia
nella nuova geografia politica che si è aperta e che è destinata ad essere sempre più esigente nei
prossimi mesi ed anni. Ed è abbastanza naturale prendere atto che il ritorno delle grandi famiglie
politiche europee può segnare anche, e soprattutto a livello nazionale, il ritorno della politica e del
suo significato più autentico. E il PPE, al riguardo, può rappresentare nel suo interno le varie
sensibilità e anche le diversità che completano e arricchiscono il vasto e articolato mondo del
cattolicesimo politico nelle sue molte declinazioni. Certo, non può essere solo la tendenza
conservatrice ad esaurire la composita e ricca famiglia Popolare. Perchè, per rispetto delle
diversità dei singoli paesi europei e per le svariate sensibilità che caratterizzano la tradizione del
cattolicesimo politico europeo, il PPE non può non farsi carico di questa pluralità di accenti e di
ricchezze che attualmente sono riconducibili all’area popolare, cristiano sociale e cattolico
popolare. Ed è altrettanto vero che questa tradizione, questa cultura e questo pensiero oggi non
possono essere collocati in famiglie politiche e culturali che sono semplicemente diversi se non
addirittura alternative rispetto al pensiero di matrice Popolare.
Ecco perchè, anche in una fase storica particolarmente delicata e complessa come quella
contemporanea, possono arrivare iniziative e scelte che contribuiscono non solo a semplificare il
quadro politico ma renderlo, tutto sommato, più trasparente, più credibile e più coerente. A
cominciare, appunto, dal profilo, dalla natura e dalla consistenza del PPE e, di conseguenza, della
collocazione concreta della cultura politica del popolarismo e del cattolicesimo politico nazionale
ed europeo.

Un “Lungo viaggio” impietoso dentro la famiglia di O’Neill

Sul palcoscenico del Carignano, sino al 9 marzo

Testo intriso di autobiografia più che ogni altro tra le opere di Eugene O’Neill, “Lungo viaggio verso la notte” è il ritratto che impietosamente l’autore dipinge della propria famiglia: del padre attore di successo fossilizzato in quella interpretazione del “Conte di Montecristo” che portò avanti per più di seimila repliche, rimanendone come soffocato, della madre infatuata della religione, con un passato di permanenza in un college dell’Indiana e persa nell’abuso della morfina, di suo fratello che dovette combattere per una vita intera contro l’alcolismo (il successivo “Una luna per i bastardi” ne avrebbe spiegato gli sviluppi), con grande verità anche di se stesso affetto da tubercolosi e costretto a essere ricoverato per un paio d’anni in sanatorio, mentre quella stessa casa dei Tyrone raccontata nel dramma, a tutti invisa e da tutti osteggiata, altro non è che la casa degli O’Neill nel Connecticut. “Lungo viaggio” vide la fine della stesura nel 1942, in pieno conflitto mondiale, e l’autore, nel consegnarlo all’editore, espresse la volontà che venisse rappresentato soltanto 25 anni dopo la sua morte: ma alla sua morte nel 1953) la vedova, trasferendo i diritti all’Università di Yale cancellò quel primo obbligo, l’opera si aggiudicò il Premio Pulitzer per la drammaturgia e vide la prima rappresentazione a Stoccolma nel febbraio del ’56.

È una prigione quella che contiene la famiglia Tyrone – Gabriele Lavia, che interpreta e dirige il dramma, sino a domenica 9 marzo, al Carignano per la stagione dello Stabile torinese, la definisce “famigliaccia” -, la circonda una più che visibile inferriata, onnipresente e obliqua, da cui sarà possibile un’unica uscita di mamma Mary e di cui gli attori si libereranno soltanto per gli applausi finali, mentre all’interno stanno tavoli e seggiole e angoli di conversazione, mentre all’esterno tutto è avvolto nel buio entro cui gli attori scompaiono (la scena è di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti) – all’interno della quale i personaggi, offuscate vittime e carnefici allo stesso tempo, impiegano la loro giornata con briciole di tenerezza, con momenti dove passato e presente devono essere rinfacciati a qualunque costo, dove in diversa misura si corre verso l’autodistruzione, dove liquori e droga annebbiano i cuori e i sentimenti e riempiono il tempo interminabile, dove circolano sospetti e sussurri e grida, dove le illusioni sbiadiscono, dove impera la grettezza e l’attaccamento al denaro e il rimpianto del padre, impossibile grande attore shakespeariano, le debolezze e le accuse dei figli e la madre che continua a narrare di una esistenza infelice e sola, dove si gioca drammaticamente a scarnificarsi senza risparmio di colpi di scure. Non si tira indietro l’autore, neppure per un attimo, in quella descrizione familiare, disposto a mettere in piazza ogni ferita, ogni possibile conseguenza, con grande infelicità e palpabile crudezza, con una asprezza e una sincerità personale che forse mai cosi hanno attraversato un palcoscenico.

E Lavia certo non si sottrae a quella ragnatela di rabbiosa, quanto pietosa, infelicità che è al centro del dramma. Lo fa dando corpo e anima, in modo autentico (dove ci si allontana dalla “recitazione” per essere sempre più “veri”) ai quattro personaggi e con un vigore che espone tutto il realismo del testo. Fotografa, delinea, accentua, tratteggia, muove in quello spazio che si fa sempre più angusto e soffocante, riempie dell’esattezza di gesti e parole frantumate e lasciate a metà, di espressioni che vogliono dire e non diranno mai. Del suo James esprime non solo i tratti dei ricordi e delle incomprensioni e della dolorosità del vivere ma pure quelli più caparbiamente infantili: e riempie immediatamente la scena. Gli sono accanto Federica Di Martino, che è una perfetta mater dolorosa e folle, forte padrona di un frastagliato itinerario di drammaticità, capace di sfruttare appieno, con grande convincimento, gli ultimi attimi vestita dell’abito da sposa, Jacopo Venturiero (Jamie) e Ian Gualdani (Edmund), credo scelti dopo parecchi provini, forse ancora qua e là in cerca di eccessi che si smorzeranno e di una giusta appropriazione in un percorso che s’è iniziato da un paio di settimane soltanto. Beatrice Ceccherini è la cameriera Cathleen. Applausi incondizionati al termine, resi da un pubblico completamente agguantato da una resa che è agli occhi di chi guarda una delle concretezze teatrali della stagione.

Elio Rabbione

Foto Tommaso Le Pera

Cutri’ alla guida della Fim CISL Torino Canavese

Con 87 voti su 102, Rocco Cutrì, è stato riconfermato ieri pomeriggio, segretario generale della Fim Cisl Torino-Canavese che, con oltre 8 mila iscritti, è una delle federazioni più importanti della Cisl dell’Area metropolitana. La sua elezione è avvenuta nella riunione del Consiglio generale, al termine del IV congresso della federazione territoriale che si è svolto nel salone Mario Operti della parrocchia Gesù Redentore, a Torino, alla presenza dei segretari generali di Fim, Ferdinando Uliano, e di Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco. Lo slogan scelto per il congresso, al quale hanno partecipato 177 delegati.è “Rappresentare il lavoro: tecnologia, organizzazione e tutele”. Confermati in segreteria territoriale Fim anche Paola Eusebietti e Igor Albera.
“La digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la formazione continua l’inclusione e la sostenibilità – ha detto Rocco Cutrì dopo la sua rielezione – ci portano a dire che l’esistente non è più sufficiente. Si apre di fronte a noi una nuova era che cambia il lavoro e la vita delle persone. La Fim vuole essere protagonista del presente e del futuro del nostro territorio e fare la sua parte in questo cambiamento epocale che è già iniziato”.

Torino Invisibile: Le Storie della Città che Non Conosciamo

SCOPRI – TO    ALLA SCOPERTA DI TORINO
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Torino è una città che, oltre alla sua fama di capitale sabauda, nasconde angoli misteriosi e storie affascinanti spesso ignorate dai più. Dai quartieri storici che raccontano il passato industriale della città, alle tradizioni che sopravvivono nel silenzio, fino a leggende dimenticate, c’è un volto nascosto di Torino che merita di essere raccontato. Esplorando questi luoghi e queste storie, riscopriamo un’anima meno conosciuta ma altrettanto ricca e suggestiva.
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Vanchiglia: Tra Storia e Modernità
Uno dei quartieri più caratteristici di Torino è senza dubbio Vanchiglia, un tempo cuore pulsante dell’industria tessile cittadina. Questo angolo di città, che oggi si presenta come un vivace quartiere bohémien, conserva ancora l’eco di una Torino operaia che non smette di raccontarsi. Le sue strade strette e i suoi cortili nascosti sono testimoni di un passato che, pur trasformato, è rimasto impresso nelle architetture e nei racconti degli abitanti. Vanchiglia è un esempio perfetto di come Torino abbia saputo evolversi, mantenendo vivo il legame con le sue radici industriali, ma guardando anche al futuro con il fermento culturale e creativo che la caratterizza oggi.
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Tradizioni e Misteri: Il Volto Segreto della Città
Oltre alla sua evoluzione urbana, Torino nasconde anche una ricca tradizione che affonda le sue radici in epoche lontane. Un esempio di questa tradizione è il Carnevale storico torinese, un evento che ogni anno rievoca le maschere antiche della città. Meno conosciuto rispetto a quelli di altre città italiane, il Carnevale di Torino è intriso di significati storici, sociali e culturali. Le maschere, come il “Carbin” e la “Balanzona”, non erano solo elementi di svago, ma anche simboli di critica sociale e politica, un modo per la gente di esprimere il proprio dissenso in modo ironico e creativo.
Non meno affascinante è la storia del “Ratto di Torino”, un misterioso episodio che si svolse nel 1696, quando alcuni ladri tentarono di rubare il Sacro Catino, una reliquia che si diceva appartenesse a Gesù Cristo. Nonostante l’episodio non sia mai stato del tutto chiarito, è entrato nel folklore della città, alimentando leggende che parlano di misteriosi protettori e di un tesoro perduto. Questa storia, che ha avuto eco nella tradizione orale, è solo una delle tante che popolano la memoria collettiva torinese, creando un’aura di mistero che aleggia sulla città.
Un altro lato sconosciuto di Torino è il suo vasto reticolo di sotterranei e passaggi segreti. La città è infatti celebre per le sue gallerie che si sviluppano sotto le strade più note.
Alcuni di questi spazi, risalenti all’epoca romana o medievale, erano utilizzati per vari scopi, dalla difesa alla gestione del commercio. Oggi, molte di queste gallerie sono nascoste e inaccessibili, ma altre sono diventate parte integrante delle visite turistiche che permettono di scoprire una Torino sotterranea che sfugge agli occhi di chi cammina sopra di essa. Questi passaggi, che un tempo erano vitali per la vita della città, sono diventati oggi una delle curiosità più affascinanti da esplorare per chi desidera scoprire un Torino lontano dalle luci delle piazze.
La città, infatti, è un perfetto esempio di come il passato e il presente possano convivere, alimentando una narrazione che si sviluppa non solo sopra la terra, ma anche sotto di essa. Torino è una città che non finisce mai di sorprendere, capace di nascondere storie e leggende, così come luoghi che, pur restando invisibili, continuano a definire la sua identità.
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NOEMI GARIANO

La Fondazione Garuzzo porta a XI’AN Nino Migliori

 

 

Fondazione Garuzzo, ente culturale senza fini di lucro con sede a Torino nata nel 2005 da un’idea di Rosalba e Giorgio Garuzzo, porta per la prima volta in Cina l’arte del grande fotografo bolognese Nino Migliori, 99 anni di cui 77 passati dietro la macchina fotografica.

Nino Migliori è uno dei capisaldi della fotografia italiana, nonché uno degli esponenti più autorevoli della scena internazionale. Per celebrare il lavoro dell’artista che ha contribuito a scrivere con la luce un pezzo della storia del nostro Paese ed è entrato a far parte dell’immaginario collettivo attraverso alcuni scatti iconici ed esemplari, Fondazione Garuzzo ha ideato la mostra dal titolo “Nino Migliori: una storia della fotografia italiana” curata da Alessandro Carrer e Clemente Micciché. L’esposizione aprirà il 7 marzo prossimo fino al 20 aprile all’Art Museum di Xi’an, uno dei più grandi spazi destinati a ospitare arte internazionale e contemporanea in Cina, che accoglie quasi un milione di visitatori ogni anno, e farà parte della rassegna Internazionale che celebra i quindici anni della nascita del Museo.

Il progetto rappresenta la prima grande retrospettiva del fotografo bolognese in Cina ed è stata resa possibile grazie ai rapporti tra la Fondazione Garruzzo che, dal 2005, si occupa di valorizzare l’arte contemporanea italiana nel mondo, e la Fondazione Nino Migliori , impegnata nella tutela del profilo e dell’identità artistica del fotografo. È anche stata resa possibile grazie ai decennali rapporti della Fondazione Garruzzo, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, l’Ambasciata d’Italia in Cina, l’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e le istituzioni cinesi.

A Xi’an, una delle metropoli più celebri e visitate del Paese grazie alle molteplici architetture storiche e al millenario esercito in terracotta, la mostra su Nino Migliori presenta 194 opere che abbracciano grande parte della carriera dell’artista, dagli esordi ai giorni nostri, dalle serie realiste passando per le sperimentazioni e le ricerche connesse all’informale europeo, fino agli esiti più recenti.

Il fotografo bolognese, alchimista dell’immagine con una profonda e radicata fede nell’etica antica della fotografia, ha contribuito con la sua opera a spingere sempre più a fondo le possibilità espressive del linguaggio fotografico, mostrandone tutte le sfaccettature attraverso una ricerca prolifica quanto stupefacente. I suoi lavori sono da sempre il frutto di una costante e continua riflessione sulla fotografia, tanto dal punto di vista tecnico quanto teorico, con risultati innovativi e sperimentali che hanno cambiato nel corso del tempo l’idea e le potenzialità stesse del mezzo fotografico. Anche le immagini cosiddette “sperimentali” sono frutto di una serie di tecniche spesso ideate dallo stesso Migliori con risultati incredibili, in cui il gesto dell’autore e la materia sono predominanti rispetto all’immagine.

In settantasette anni di carriera Nino Migliori ha perpetuamente sconfinato tra fotografia e arte, scrivendo con le sue opere un vero e proprio poema sull’umanità, e firmando quello che senza dubbio può essere considerato uno dei percorsi più dinamici e interessanti dell’intera cultura fotografica occidentale.

X’ian Art Museum- X’ian

Dal 7 marzo al 20 aprile 2025

 

Mara Martellotta

Bilancio Regione: Avs, gli odg approvati

Sono quattro gli impegni che Alleanza Verdi Sinistra è riuscita a far prendere alla Giunta regionale mediante l’approvazione di ordini del giorno collegati al bilancio:
1. Contrastare lavoro nero e sfruttamento, in particolare in agricoltura, attraverso la prosecuzione del progetto Common Ground, già attivo nel 2023-2024 e che vogliamo sia rifinanziato anche per il 2025. Oltre a ciò, la Giunta si è impegnata a rendere strutturali le politiche attive di contrasto al caporalato, potenziando i centri per l’impiego nelle aree maggiormente interessate, incentivando le assunzioni dirette da parte delle aziende agricole, l’ospitalità in azienda, il miglioramento del trasporto pubblico e il coinvolgimento dei comuni per soluzioni abitative dignitose.
2. Abbiamo chiesto e ottenuto l’impegno a istituire un tavolo di coordinamento regionale per tutte le attività connesse alla realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità che verranno costruiti con il PNRR: senza questa attività di programmazione dei servizi e delle assunzioni, da svolgersi con gli enti locali e le parti sociali, il rischio è che le Case della Comunità restino scatole vuote. Un rischio che non possiamo permetterci.
3. Siamo riuscite a far congelare il provvedimento di soppressione dei bus che portano lavoratori e lavoratrici nelle loro aziende, in provincia di Torino. Come segnalato dalle sigle sindacali la soppressione di questo servizio di trasporto pubblico avrebbe rappresentato già dal 3 marzo la sostanziale impossibilità di recarsi a lavoro per diverse persone e avrebbe colpito il diritto alla mobilità soprattutto delle persone più fragili.
4. Abbiamo ottenuto un impegno più strutturale della Regione Piemonte per l’accoglienza, l’ospedalizzazione e la cura di minori stranieri che non hanno accesso alle cure nei loro paesi, attraverso la collaborazione con la Child Care Italian Network.
E, ancora, abbiamo avuto un’apertura per noi molto importante da parte della Giunta per la copertura da parte della Regione della quota volontaria d’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, aumentata dal Governo Meloni da 300 euro a 2mila euro, per le persone straniere in carico ai servizi sociali. L’aumento ha fatto diminuire del 70% le iscrizioni nel 2024, determinando la rinuncia alle cure e l’aggravamento delle patologie per persone che più ne avrebbero bisogno.
Alice Ravinale
Valentina Cera
Giulia Marro

Alle Ogr il Salone del Vino di Torino, il più importante evento del settore in Piemonte

Il Salone del Vino di Torino giunge alla sua terza edizione ed è in programma da sabato 1 a lunedì 3 marzo all’interno di un unico grande spazio, le OGR di Torino. Ad anticiparlo una settimana di eventi diffusi in tutta la città all’interno del ricco palinsesto OFF, che da quest’anno ruota intorno a 4 sedi principali: OFFTOPIC, Kombo Torino, Mercato Centrale e Eataly Torino Lingotto. Sono 50 gli appuntamenti in programma da lunedì 24 febbraio che accompagneranno il pubblico fino al lungo weekend del Salone del Vino, una manifestazione dedicata a tutti gli amanti del vino in una “grande cantina aperta per tutte le cantine piemontesi”, fra tradizione e innovazione, cultura e letteratura.

Mission del Salone del Vino è raccontare il patrimonio vitivinicolo del Piemonte in tutte le sue sfaccettature, coinvolgendo tutti i territori del vino della nostra regione, approfondendone unicità e tipicità e analizzando nuovi trend e sfide del futuro.

Il Slaone del Vino Torino 2025 è organizzato da KLUG APS, con il patrocinio e il sostegno di Camera di Commercio di Torino, Union Camere Piemonte, Turismo Torino e Provincia, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, AMIAT Gruppo Iren, con il contributo di Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo.

“Il Salone del Vino di Torino 2025 cresce sia negli spazi espositivi sia nelle collaborazioni del mondo del vino piemontese, permettendo ancora di più al grande pubblico di conoscere caratteristiche, peculiarità e varietà di ogni nostro vitigno attraverso le numerose masterclass gratuite. Siamo molti di questa edizione – sottolinea Patrizio Anisio, direttore del Salone del Vino di Torino – perché sarà un’esperienza immersiva e partecipata. Una settimana unica per Torino e il Piemonte”.

“Torino e il vino sono legati da un filo indissolubile, fatto di passione e innovazione – sottolinea l’Assessore allo Sport, Grandi Eventi e Turismo della Città di Torino Domenico Carretta – un legame che ogni anno il Salone del Vino di Torino contribuisce a rinsaldare attraverso il racconto delle grandi etichette e delle grandi realtà vinicole, ma anche delle storie delle famiglie di chi ogni giorno lavora per offrire il meglio della produzione locale e nazionale. Anche per questa edizione il Salone del Vino sarà arricchito da un ricco palinsesto OFF, dedicato a tutti gli appassionati del settore è ai visitatori che desiderano approfondire il rapporto tra vino e innovazione. Le OGR Torino, insieme ad altre suggestive location della città si trasformeranno in un palcoscenico straordinario ospitando oltre 500 cantine e più di 50 eventi, talk, workshop e masterclass che coinvolgeranno il pubblico in un viaggio sensoriale unico”.

“Il Salone del Vino è la più grande vetrina del vino piemontese nella sua capitale- dichiara l’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni – produttori, Consorzi ed enoteche di tutto il Piemonte sono presenti con il ricco display della loro produzione, dalle grandi etichette ai vini eroici e di nicchia. Il Salone del Vino rappresenta un’occasione importante sulla strada di quel rapporto organico tra produzione agroalimentare di qualità e territorio, che è l’obiettivo a cui la Regione Piemonte sta lavorando con decisione. Dobbiamo promuovere sempre di più il brand del Piemonte attraverso i nostri vini e cibi d’eccellenza, ambasciatori di una terra dove paesaggio, storia, cibo, cultura materiale e immateriale esprimono un potenziale formidabile, in grado di generare turismo, conoscenza e ricadute su tutta la filiera. Il vino piemontese, in questo disegno, fa da apripista, è la locomotiva che traina su mercati nazionali e internazionali l’intero comparto del nostro agroalimentare verso il posto che merita”.

La terza edizione entra nel vivo sabato 1 e domenica 2 marzo con il fitto weekend di esposizione vitivinicola dedicata al grande pubblico alle OGR. Si prosegue lunedì 3 marzo con la giornata dedicata agli operatori professionali. Non sarà un Salone dove si potrà solo degustare e ascoltare le storie dei produttori presenti, ma sarà anche una grande fiera in cui acquistare le etichette preferite, come in cantina. Per la prima volta sarà presente u ‘area ospite “Fuori Piemonte”, dove sarà possibile incontrare cantine da tutta Italia distintesi per l’attenzione alla sostenibilità, alla grande qualità e alle nuove sperimentazioni in vigna, come per l’utilizzo di vitigni piwi.

Inoltre, grazie alla collaborazione con Maestri del Gusto di Torino e Provincia, dieci eccellenze gastronomiche del territorio faranno scoprire la loro arte nel valorizzare materie prime e tradizioni, insieme ad un’area food, in collaborazione con SNODO e RIS8, Guru e Midai Food Lab, per accompagnare il vino a tante proposte culinarie. Il weekend perfetto esiste, e dalla fortunata coincidenza di date nasce anche uno spazio dedicato a CioccolaTÒ, in cui si potranno conoscere, grazie a 10 masterclass, gli abbinamenti tra vino, vermouth, spirits e i prodotti delle grandi aziende dolciarie di Torino. Il Salone del Vino è anche dibattito e approfondimento culturale grazie all’area talk dedicata, a ingresso libero, dove ad essere protagonista sarà il futuro del settore vitivinicolo, attraverso speech, interviste e dibattiti che spazieranno dall’enoturismo, alle nuove tendenze dei giovani, dalla sostenibilità sociale del vino alle domande su naturale o supernaturale; e poi ancora intelligenza artificiale, doni in vigna, design sostenibile, vini ancestrali, il futuro dello sfuso e le nuove tendenze.

 

Mara Martellotta