In questa suggestiva foto di Giada Grigoli la basilica di Superga in tutta la sua bellezza e solennità
Candidature e liste: siamo alle solite
Dunque, ci risiamo con il suk arabo. La vicenda delle candidature, degli incroci nella quota
proporzionale e nella scelta dei collegi uninominali vincenti, ripropone il capitolo della fatidica
designazione centralistica dei candidati da parte di ogni partito. Soprattutto quando questa
designazione coincide con le giornate di Ferragosto. Del resto, lo diciamo da ormai molto tempo e
da molto tempo è un tema del tutto irrisolto. E cioè, l’impossibilità – o meglio la non volontà – di
ridare la voce ai cittadini/elettori attraverso il varo di una riforma elettorale degna di questo nome.
Per l’ennesima volta, infatti, ci troviamo di fronte ad uno scenario dove due soli criteri la fanno da
padrone: quello della fedeltà al capo partito da un lato e quello della brutale rappresentanza
correntizia dall’altro. Due criteri che nulla centrano con la competenza, il radicamento territoriale,
l’espressività sociale e, non ultimo, la “professionalità” della politica. Insomma, da anni
denunciamo – tutti, partiti, organi di informazione, intellettuali, opinionisti e commentatori – la
debolezza strutturale della nostra classe dirigente e la sua sostanziale incapacità di ergersi a
guida autorevole e qualificata del paese e poi si fa di tutto per bloccare una riforma che almeno
cerca, seppur con scarsa possibilità di successo,di invertire quella rotta. E, pertanto, la selezione
e la promozione della classe dirigente politica continua ad avvenire all’insegna dei criteri che
quotidianamente denunciamo e combattiamo.
Ora, ci si trova di fronte all’ennesima competizione elettorale del tutto impotenti e anche un po’
rassegnati. Ovvero, il giorno dopo la compilazione centralistica delle liste già sapremo – senza
sbagliarsi granchè – chi saranno i futuri eletti e chi saranno i sicuri sconfitti o trombati. E questo
perchè, anche attraverso gli ormai quotidiani sondaggi, conosciamo in forte anticipo il peso dei
vari partiti e, di conseguenza, i potenziali eletti di quella lista proporzionale nelle varie
circoscrizioni e i vincenti dei collegi uninominali. Tutto è già certificato. Anzi, per essere ancora più
precisi e dettagliati, il giorno dopo la compilazione delle liste i candidati possono anche fare a
meno di cimentarsi con la campagna nazionale elettorale perchè già si sa la potenziale e futura
composizione delle Camere. Salvo miracoli – sempre possibili, per carità – addebitabili ad eventi
straordinari ed imprevedibili. Ma, appunto, proprio perchè imprevedibili sono del tutto fuori della
norma.
Insomma, anche questa volta pagheremo le conseguenze della debolezza della politica. O meglio,
della esplicita volontà dei capi partito di continuare a designarsi i propri eletti. C’è una sola
speranza, al riguardo. Ed è quella che i capi partito scelgano al meglio la futura rappresentanza
democratica. Perchè altrimenti sarebbe difficile, estremamente difficile, denunciare giustamente le
malefatte e lo squallore del populismo grillino e poi continuare tranquillamente a praticare quella
degenerazione. Ovvero, continuare ad avere una rappresentanza parlamentare disciplinata
unicamente ed esclusivamente dalla fedeltà, dalla logica tribale della spartizione delle varie tribù
correntizie e dalla sostanziale debolezza delle singole personalità politiche. Sarebbe, ancora una
volta,il trionfo dell’anti politica, del qualunquismo, della demagogia e del pressappochismo.
Ovvero, per dirla in altri termini, della vulgata populista che tutti diciamo, almeno a parole, di
combattere e di voler definitivamente sradicare dal tessuto democratico del nostro paese.
Giorgio Merlo
“Dal centrodestra stiamo ascoltando tanti buoni propositi per tagliare le tasse ma realmente non illustrano una proposta specifica e soprattuto convincente”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Dicono che le coperture per tagliare le tasse ci sono, bene! Quali sono e dove le trovano però non lo spiegano. Se è questa la credibilità su cui fondano il loro programma e la campagna elettorale allora abbiamo la vittoria in tasca. Non è purtroppo con tante belle, ma irrealizzabili, promesse con cui si vinceranno le prossime elezioni ma solo illustrando proposte concrete e sopratutto fattibili. La sinistra le ha sempre aumentate, il centrodestra ha sempre promesso un taglio mai arrivato, il Terzo Polo farà la vera politica fiscale che le famiglie e le imprese aspettano da tempo e per rilanciare l’economia dell’Italia”, conclude.
Barriera di Milano, il problema sicurezza
C’è un problema nella Circoscrizione 6 – Barriera di Milano del Comune di Torino ed è legato alla sicurezza.
Lo sostiene da tempo l’ex consigliere comunale, oggi dirigente di Forza Italia, Raffaele Petrarulo che evidenzia come il consiglio aperto sulla sicurezza, sollecitato anche dal capogruppo azzurro in Circoscrizione, Luciano Speranza, dato per imminente tra la fine di giugno el’inizio di luglio non sia stato ancora convocato.
Ma parafrasando Tito Livio ‘dum Romae consulitur Saguntum expugnantur’, la situazione pare avere avuto un aggravamento proprio in questo mese di agosto con l’incendio di due vetture (le cause sono in via di accertamento) la notte di San Lorenzo e un furto in piazza Bottesini, dove i soliti ignoti hanno asportato diverse bottiglie di liquori ed attrezzature dalla sede del circolo degli Alpini di Torino Nord e, disturbati dall’allarme, sono scappati lasciando cocci di bottiglie sul pavimento.
Così il vulcanico Petrarulo ha invitato il sindaco Stefano Lo Russo a non limitarsi al giro sul tram 4, ma a compiere una passeggiata notturna, senza scorta, in sua compagnia per vedere cosa accade in Barriera perché “la vita dei residenti è a rischio e l’insicurezza ormai quotidiana”. Di qui anche la necessità di presidi fissi e mobili nelle zone che sarebbero più calde.
Massimo Iaretti
A Torino le camere degli hotel sono piene oltre il 60 per cento e la metà delle presenze è rappresentata da turisti stranieri: molti i francesi, e gli spagnoli.
Positiva anche la crescita dei passeggeri all’aeroporto di Caselle: oltre il 20% rispetto al 2019. Il 70% dei turisti ha prenotato per almeno tre o più notti. Se si prende in esame un’area del Piemonte, l’Alessandrino, sulle colline del Monferrato, secondo i dati di Coldiretti, non ci sono più turisti russi, ma la loro assenza è stata compensata dal ritorno di stranieri, in particolare dagli Stati Uniti. Tanti arrivi anche da Germania, Francia e Gran Bretagna. Le vacanze degli alessandrini invece registrano una netta preferenza sulle mete nazionali. Nei mesi scorsi il turismo post pandemia è ripartito con un +42% dei pernottamenti e +53% degli arrivi rispetto al 2020 nelle zone collinari monferrine che però ancora non riportano il settore ai volumi prepandemici.
Ottima Juve! Juventus-Sassuolo 3-0
1′ giornata di campionato serie A
Di Maria
Vlahovic(2)
È un tris Juve che esordisce come meglio non poteva allo Stadium di Torino.
Battuto il Sassuolo al termine di una gara dominata dall’inizio alla fine senza correre rischi.
I bianconeri di Max Allegri svolgono trame di gioco efficaci con un grande Di Maria autore del gol del vantaggio ed autore dell’assist per il raddoppio di Vlahovic che mette a segno una doppietta,di cui un gol su rigore.
Unica nota stonata della serata il doppio infortunio occorso a Zakaria e Di Maria.
La Juve comincia bene il campionato seguendo la scia delle altre squadre tutte vincenti e favorite per la vittoria dello scudetto,Inter Milan e Roma.
Tabellino
Juventus-Sassuolo 3-0
Marcatori: pt 26′ Di Maria, 43′ Vlahovic rig.; st 6′ Vlahovic.
Assist: pt 26′ Alex Sandro; st 6′ Di Maria.
Juventus (4-2-3-1): Perin; Danilo, Bonucci, Bremer, Alex Sandro (16′ st De Sciglio); Zakaria, Locatelli (31′ st Rovella); Cuadrado (16′ st Kostic), Di Maria (21′ st Miretti), McKennie (31′ st Soulé); Vlahovic. A disp. Pinsoglio, Garofani, Gatti, Rugani, Da Graca, Fagioli. All. Allegri.
Sassuolo (4-3-3): Consigli; Muldur (7′ pt Toljan), Ayhan, Ferrari, Rogerio; Matheus Henrique, Frattesi (36′ st Ceide), Thorstvedt (36′ st Harroui); Berardi, Defrel (1′ st Raspadori), Kyriakopoulos (14′ st Pinamonti). A disp. Pegolo, Russo, Marchizza, Alvarez, Obiang, Erlic, D’Andrea, Ruan. All. Dionisi.
Arbitro: Rapuano di Rimini.
Ammoniti: pt 16′ Locatelli (J), 33′ Thorstvedt (S), 41′ Ferrari (S); st 24′ Matheus Henrique
Enzo Grassano
Martedì 16 agosto, nella giornata del funerale di Piero Angela, il Sindaco di Torino ha proclamato il lutto cittadino.
Il primo cittadino ha sottolineato che, nel giorno del funerale a Roma, un grande torinese come Piero Angela merita il ringraziamento della Città e il massimo degli onori per tutto quello che ha saputo dare a Torino e all’Italia.
Alle esequie, che si svolgeranno in Campidoglio dove sarà anche allestita la camera ardente, sarà presente la Vicesindaca con il Gonfalone della Città
Un Ferragosto particolare
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Questo è un ferragosto particolare, tutto politicizzato, per la prima volta.
Persino il Ferragosto del 1943 a pochi giorni dal 25 luglio passo’ quasi nella normalità. Il Ferragosto è stato sempre una festa rispettata anche da chi non poteva andare in ferie. Tra l’Assunta e San Rocco, tutti o quasi sospendevano il lavoro come a Natale e Santo Stefano. Il mio amico Aldo Viglione , grande avvocato e grandissimo presidente della Regione, sospendeva il lavoro solo a Ferragosto, dicendo di fare “i fucinatori “. La politica ha sempre conosciuto una tregua per agosto, solo quest’anno la direzione del Pd si riunisce oggi. Sicuramente gli aspiranti candidati sono tutti all’erta in tutti i partiti.
Ma forse all’erta dovrebbero anche essere i cittadini perché queste elezioni difficilmente ci offriranno una governabilità . Il fatto che manchi una classe politica decente e che il metodo elettorale sia rimasto lo stesso peserà anche il 25 settembre.
Milioni di italiani hanno ripreso ad andare in ferie, alberghi, campeggi, seconde case, spiagge traboccano di gente. I ristoranti sono pieni, ma pochi riescono a distendersi come un tempo. E’ quasi impossibile vedere gente che ride.
Ci sono i soliti teppistelli che gridano e si dedicano ad atti vandalici. Le discoteche hanno ripreso a pieno ritmo senza regole.
Sembrerebbe quasi un paese tornato normale,ma forse è solo apparenza. Il Covid non è debellato anche se i giornali dedicano più spazio alla Meloni che alla pandemia. La crisi economica continua ad essere evidente, anche se pochi ci pensano.
A Ferragosto abbiamo diritto a non pensare,a far vacanza. Eppure qualcosa si è infranto con la pandemia e solo i superficiali e i distratti possono vivere come se nulla fosse accaduto.
La festività religiosa dell’Assunta, considerata in passato una delle feste più importanti, ha ceduto il posto al Ferragosto paganeggiante e carnevalesco trascorso in osteria o in spiaggia. La gente va sempre meno in chiesa e per alcuni si tratta di una maturazione individuale e collettiva che ci ha liberati dalla religione. C’è oggi gente del tutto impermeabile alla religiosità comunque espressa.
L’abbattimento di tanti valori non ha in realtà fatto crescere una società che è sempre più cinica ed egoista. La guerra tra Russia ed Ucraina sembra anch’essa andata in ferie e nessuno ne parla. Esserci “abituati” alla guerra in pochi mesi, contando sulla distanza ,può sembrare un fatto sconcertante,ma è la realtà in cui siamo immersi.
Accontentiamoci di questo Ferragosto 2022 ed auguriamoci che anche quello del prossimo anno sia simile. È difficile sperarlo migliore. L’ottimismo leibniziano è impossibile, possiamo trovare ammaestramenti solo nel “Candide” di Voltaire che ci invita a limitarci a coltivare il nostro giardino. Non è molto, ma è già qualcosa. Oggi come e’ tradizione della mia famiglia brinderemo con un ottimo champagne. Dopo qualche calice potrei anche cambiare idea …
Buon Ferragosto e buona festa dell’Assunta a tutti!
Il “tasteur de vin” da ristorante dice sempre “sì”
Ascoltare e vedere per credere
“Siamo in Liguria, perbacco, beviamo ligure!”.
“Allora consiglierei un fresco, gradevolissimo Pigato”. Troppo accattivante la proposta dell’elegante, baffetto da sparviero, direttore di sala. “E dunque sia per il Pigato!”. L’hotel é fra quelli storici e più blasonati non solo del Finalese ma credo di tutta la Riviera del Ponente Ligure. Trascorre una manciata di minuti ed ecco in arrivo, comodamente adagiato (collo in fuori) nell’apposito “seau a glace”, il prezioso “nettare” dal color giallo paglierino, arrivato in terra ligure da una colonia greca dell’Egeo nientemeno che in epoca medievale. “Tirabuscion” alla mano il quasi english direttore di sala libera dal tappo la preziosa (visto anche il prezzo) bottiglia. E, il rito é d’obbligo, ne versa due dita nel mio calice. Perché non in quello di mia moglie? Sessismo vitivinicolo? O, fra i due, sono io ad avere la faccia giusta del vero conoscitor di vini? O del buon beone? Non sono né l’uno né l’altro. Ma per fortuna conosco bene (e spesso mi ha fatto un po’ sorridere) il teatral rito dell’assaggio. Primo: annusare ben bene, a mo’ di cane da tartufo, dentro il calice. Secondo: roteare in giusta misura il mirabile dono di Cielo e Terra. Terzo: degustare con la dovuta lentezza, papillare, schioccare con saggia delicatezza lingua e palato. A piacere, socchiudere beatamente gli occhi. E poi, un secondo di suspence. Oh, cribbio! Il decantato nettare mi sa che “sa un po’ di tappo”. La sala ristorante é piena fino all’ultimo tavolo. Che fare? Certo non posso rispedirlo al mittente. Che figura sarebbe, per me e il pur notevole hotel? Quindi : “Ottimo”, sorrido con malcelato compiacimento. Eh, no! Adesso non datemi del pavido, non ditemi che avrei dovuto buttare in tavola la carta del “gran rifiuto”. Quanti di voi lo avrebbero fatto? Siate sinceri! E chi mai ha assistito a scene analoghe con finale diverso? Pochi, pochissimi… forse nessuno. Il tutto rientra nel gioco. Fatto sta che con quell’ “ottimo” mi sono sorbito tutta la bottiglia al “vago sentor di tappo” e al prezzo “modico” di oltre venti euro. A consolarmi, la scena che poco dopo mi si ripropone a fianco. L’affabile Maitre porge (che goduria!) un similare Pigato all’ingioiellata signora con tanto di consorte seduti al tavolo vicino. A lei e non a lui. Niente sessismo vitivinicolo, dunque. E il teatral copione dell’assaggio si ripete, passaggio per passaggio. Ahi! Lieve smorfia! E trepida attesa. Ma, niente da fare. E l’ “ottimo” diventa un bel ” perfetto”. Sorrido e mi guardo intorno. Avanti il prossimo. Non c’è niente da fare. Il “tasteur de vin” da ristorante dice sempre “sì”. Del resto, l’importante nel gioco dell’assaggio non é tanto il risultato, ma la perfetta esecuzione di tutto il godibilissimo rituale. Vero? Yes sir.
Gianni Milani
Notizie dal Piemonte
L’ASD Asti Calcio annuncia la morte di una figura importante del club, il segretario Renzo Musso. “Dopo aver lottato per anni contro un brutto male, senza abbandonare mai la sua scrivania, è mancato all’età di 72 anni. Una colonna portante della segreteria della società biancorossa e, ancora prima, della società Colline Alfieri Don Bosco.
Presidenza, Direttivo e tesserati tutti, affranti dal dolore, si stringono alla famiglia.
CIAO RENZO, riposa in pace”. Così la società sportiva ha annunciato la sua scomparsa.