Ieri sera per cause ancora all’esame della polizia locale due auto si sono scontrate nei pressi del semaforo tra il sottopassaggio e via Oxilia a Novara, in corso Risorgimento. Nello scontro sono rimaste ferite cinque persone, ma nessuna in modo grave. Il traffico è rimasto bloccato per diverso tempo per permettere i soccorsi e i rilievi del caso.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Politecnico di Torino tra i migliori nella classifica di U-Multirank 2022, il più grande database internazionale sulle università del mondo
U-Multirank, sviluppato con il supporto della Commissione Europea e Programma Erasmus, valuta ogni anno oltre 2.200 università: l’ateneo torinese si conferma eccellenza in knowldge transfer
Nella sua nona pubblicazione annuale, l’ U-Multirank , classifica avviata dalla Commissione Europea e cofinanziata dal Programma Erasmus, premia Politecnico di Torino, che si conferma tra i migliori in knowledge transfer.
Gli ultimi dati rilevati dalla ricerca U-Multirank non solo forniscono indicazioni sulle prestazioni nazionali delle università, ma, in quanto classifica globale multidimensionale, consentono di mettere in luce la diversità del settore dell’istruzione superiore su un palcoscenico mondiale.
In Italia le università con il maggior numero di punteggi più alti includono:
Università italiane con il maggior numero di migliori risultati in assoluto
Totale punteggi “A” 2022
Università Bocconi
15
Università Humanitas
14
Scuola IMT Alti Studi Lucca
13
Politecnico di Bari
12
Università IULM
12
Politecnico di Torino
12
La piattaforma di U-Multirank, il più grande database internazionale sulle università del mondo, consente infatti agli utenti di generare confronti interattivi multidimensionali su cinque dimensioni di performance: una valutazione ponderata dell’offerta formativa che consente agli utenti di orientarsi meglio nella scelta dell’università e che colloca gli istituti italiani in cima alle classifiche di determinate aree di eccellenza. Nell’ambito della Ricerca, ad esempio, il 72% delle università italiane ottiene una valutazione superiore alla media, mentre il 62% si posiziona molto bene per connessione e impegno verso il territorio, attività con valore educativo, culturale e di sviluppo sociale:
Le indagini più recenti, che coinvolgono in totale 82 università italiane, misurano le performance dei vari istituti su scala nazionale e globale: osservando da vicino le prestazioni degli atenei nazionali nella categoria Ricerca di U-Multirank, si può capire facilmente perché le italiane si trovano in vetta al ranking. Le seguenti misurazioni della capacità di Ricerca evidenziano le specifiche aree di forza delle università italiane:
Numero di posizioni Post-dottorato (93% di risultati ‘A’ o ‘B’ )
Tasso di citazione (85%)
Pubblicazioni più quotate (83%)
Pubblicazioni ad accesso aperto (79%)
Percentuale di autrici donne (79%)
Offrendo una classifica personalizzabile, gli studenti possono scegliere con maggiore consapevolezza cosa o dove studiare in base a ciò che è più importante per loro. A loro volta, le università possono utilizzare i dati di U-Multirank per valutare i propri punti di forza e di debolezza e trovare il modo di creare o rafforzare i propri piani strategici, compresi gli aspetti di cooperazione.
Il prof. Angelo D’Orsi a Torino
VideotecaGAM presenta Jannis Kounellis
22 giugno – 13 novembre 2022 a cura di Elena Volpato
Prosegue il ciclo di esposizioni dedicate alla storia del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. La mostra, sesto e ultimo appuntamento della collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, si compone di tre diverse manifestazioni dell’immagine di Apollo che Kounellis mise in opera, tra il 1972 e il 1973, nascondendo il proprio volto dietro una maschera di gesso recante le fattezze del dio.
La prima, del 1972, ebbe luogo all’Attico di Roma. Ad essa, in quanto immagine di una soglia, è affidato l’inizio del percorso: in uno scatto di Claudio Abate, Kounellis appare a cavallo, all’interno di una sala. La testa dell’animale avanza verso l’osservatore, oltre la porta. È un’immagine attraversata da inquietudine e tensione per i molti tratti di ambiguità che ne emergono: un cavallo all’interno della sala di un palazzo, la classicità della maschera unita alla contemporaneità degli abiti del cavaliere, l’aprirsi della visione e il sovrapporsi della porta all’imponente presenza che inibisce il passaggio. Tuttavia, il più rimarcabile segno di contraddizione è dato dalla dimensione temporale dell’apparizione: da un lato c’è la vita animale, il respiro del cavallo, il calore e l’odore del suo corpo, la sua incapacità a restare immobile; dall’altro c’è il bianco assoluto del gesso, la fissità imperturbabile della maschera, la terribilità di uno sguardo vuoto, il silenzio solenne.
L’animale vive nell’ora, il dio si mostra nella continuità del suo essere. L’opera abita uno spazio indecidibile tra le due temporalità. Ricongiunge il divenire all’immutabile, il presente all’eterno e sovrappone la sua contemporaneità al passato dell’arte.
La seconda, del 1973, è una diversa fotografia scattata in occasione della performance di Kounellis presso la galleria La Salita di Roma. L’artista siede al centro dell’inquadratura con la maschera di Apollo sul volto. Davanti a lui, su un tavolo, sono disposti i frammenti di una scultura classica che appare come il corpo smembrato del dio. Sopra il torso sta appollaiato un corvo impagliato. Alla sinistra di Kounellis un suonatore di flauto esegue musiche di Mozart e alla sua destra c’è una finestra aperta. Anche in questa apparizione la tensione è creata dall’intreccio di opposti. La ieratica presenza del volto di Apollo si confronta con l’immagine di morte della scultura disgregata e del corvo il cui corpo imita la vita ma ne è privo, al contempo, però, si unisce al corpo vivo di Kounellis che perpetua la divinità assumendone le fattezze.
Questo ciclo di morte e di rinascita trova un contrappunto, ai due lati, dalla presenza del flautista e della finestra, forse immagini di due diversi soffi vitali e di due diversi spazi che vanno mescolandosi: quello interno, abitato dall’arte e dal dio, risuonante di musica, e quello all’esterno, oltre il recinto sacro, immerso nella quotidianità.
La terza e ultima opera è un video, No title del 1973, proveniente dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia, l’unica opera video che Kounellis abbia mai realizzato. La sua visione, nel piccolo percorso di mostra, avviene oltre una tenda nera, in una stanzetta ricavata all’interno dello spazio espositivo perché i visitatori entrino uno alla volta. È da soli che ci si reca a interrogare l’oracolo. Da un monitor, posto più in alto dell’usuale, la maschera di Apollo appare nella sua inscalfibile immobilità. Kounellis la regge con la mano destra, mentre nella sinistra tiene una lampada a petrolio accesa.
Esiste il tempo misurabile del video, i 25 minuti della sua durata fisica; esiste il tempo storico in cui l’artista si offrì all’inquadratura fissa della telecamera, il tempo narrato dalla foggia della camicia che indossa; esiste infine il tempo perenne, il ciclo incorrotto della divinità antica che da sempre presiede alla manifestazione della luce e dell’arte e di cui l’opera di Kounellis non è che una delle infinite epifanie.
Sopra: Jannis Kounellis, Senza titolo, 1973
video, 25’, b/n, muto, Courtesy Archivio Storico della Biennale di Venezia
© Estate Jannis Kounellis
Da Veronica a “Vera Icon”
LA DEVOZIONE AL VOLTO DI CRISTO NEL MEDIOEVO
TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Conferenza con Gian Maria Zaccone
direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone
Mercoledì 22 giugno 2022
ore 16.45
Palazzo Madama – Sala Feste
Piazza Castello, Torino
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Dipinto raffigurante la santa Veronica che ostende il Santo Volto, seconda metà del XVI secolo. Torino, Museo della Sindone |
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, mercoledì22 giugno alle ore 16.45, la conferenza Da Veronica a “vera icon”: la devozione al Volto di Cristo nel Medioevo tra Oriente e Occidente con il professor Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone.
Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.
All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” – presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion.
Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, e in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima a imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra.
Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela a identificare le fattezze umane di Cristo.
Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, e in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma, la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.
Gian Maria Zaccone, storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.
Info: ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)
e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Ufficio Stampa Palazzo Madama
Stefania Audisio
+39 3426266357 e-mail stefania.audisio@fondazionetorinomusei.it
Relazioni Esterne CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone
Paola Cappa
+39 3356669011 e-mail paola.cappa@sindone.it
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Focaccia genovese e non solo da Sant’Agostino
Torino che, scrisse Bobbio, fu la seconda città più crociana d’Italia, non può rimanere insensibile al grido di dolore che arriva da Napoli.
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Credo che la notizia vada conosciuta in tutta Italia. Bisogna tentare di fermare il progetto di trasferimento della Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli da Palazzo Reale all’ex Real Albergo dei Poveri a Palazzo Fuga. Spostare la Nazionale appare un vero azzardo: la Vittorio Emanuele III ospita circa due milioni di volumi tra cui cinquemila incunaboli, quarantamila cinquecentine, trentamila manoscritti, l’intero corpus autografo delle opere di Giacomo Leopardi, tanti autografi, il fondo Lucchesi Palli, i preziosi codici miniati medioevali, il Dioscoride Napoletano, i manoscritti copti del V e VI secolo d.C., i 1800 papiri ercolanesi del III secolo a.C. … Solo chi non conosce i libri e il delicatissimo patrimonio cartaceo conservato alla Biblioteca di Napoli può condividere una scelta totalmente errata. E’ stato tentato in passato di cancellare il nome a cui è intitolata , adesso vogliono trasferirla il che potrebbe voler dire esporla a danneggiamenti. La Napoli di Benedetto Croce sarebbe inorridita. Torino che, scrisse Bobbio, fu la seconda città più crociana d’Italia, non può rimanere insensibile al grido di dolore che arriva da Napoli.
Focus Piemonte: situazione epidemiologica e vaccinale
Il valore del Piemonte, con un’incidenza di 258.4 casi ogni 100.000 abitanti (diagnosi settimana 13-19 giugno), a fronte del valore nazionale di 391.5 si conferma il più basso in Italia assieme alla Valle d’Aosta.
L’occupazione dei posti letto ordinari alla data del 20 giugno si attesta al 3,7% (il valore nazionale è al 7,1%) e quella delle terapie intensive all’1,3% (il valore nazionale è 2,1%), mentre la positività dei tamponi è al 9,3%.
VARIANTI, SEQUENZIAMENTO ACQUE REFLUE: NON SI EVIDENZIA UNA SPECIFICA DOMINANZA
Dai dati diffusi da Arpa, gli esiti delle analisi di sequenziamento delle acque reflue su campioni prelevati il 13 giugno nei depuratori di Castiglione Torinese, Cuneo, Alessandria e Novara non hanno evidenziato la dominanza di specifiche varianti, situazione che probabilmente è determinata da una fase di transizione in atto.
Si conferma stabile il quadro delle sottovarianti di Omicron 4 e 5 per le quali si rileva la presenza di alcune mutazioni specifiche con un aumento di frequenza rispetto alla scorsa settimana in tutti i depuratori.
Non si rilevano mutazioni specifiche appartenenti alla sottovariante di Omicron 3.
Nelle prossime settimane verrà monitorato l’evolversi della situazione.
VACCINAZIONI
L’84,5% dei cittadini piemontesi oltre i 5 anni di età ha concluso il ciclo primario con monodose o doppia dose (il 96,3% di coloro che hanno aderito, ovvero 3,7 milioni su 4,2 di platea complessiva).
Gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito ma hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi, sono 163.000, tra cui 43.000 tra i 5 e gli 11 anni e 40.000 over50.
I non aderenti sono al momento 370.000, tra i quali 120.000 nella fascia tra 5 e gli 11 anni e 105. 000 over50.
QUARTE DOSI, IL PIEMONTE SEMPRE IN TESTA ALLA CLASSIFICA NAZIONALE
Il Piemonte si conferma la prima Regione in Italia ( fonte: Covid 19 vaccini open data) per le quarte dosi. Sono oltre 267mila quelle somministrate ad oggi alle platee autorizzate a livello nazionale che hanno maturato i tempi necessari per la quarta dose.
Sono 368mila gli sms di convocazione già inviati dalle Asl: in particolare, oltre 273 mila sms sono stati inviati agli over80 e più di 95mila ai fragili over 60 con specifiche patologie, ovvero circa il 99% della platea piemontese trasportabile a cui può già essere somministrato il secondo booster in un centro vaccinale.
Proseguono le somministrazioni per i circa 20mila non trasportabili.
Tutti coloro che possono già ricevere la quarta dose presso un hub vaccinale hanno già ricevuto una data di convocazione.
Ad oggi la risposta è stata positiva: più del 70% degli over 80 ha aderito (tra coloro che hanno già ricevuto la convocazione).
E’ sempre attivo l’accesso diretto per gli over 80 (l’elenco degli hub è sul sito della Regione Piemonte).
In farmacia dal 26 aprile sono state somministrate 6.800 quarte dosi agli over80. Le prenotazioni sono circa 200.
FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE
In Piemonte nel periodo dal 13 al 19 giugno i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 1.577.
Suddivisi per province: Alessandria 132, Asti 43, Biella 64, Cuneo 150, Novara 118, Vercelli 66, VCO 61, Torino città 334, Torino area metropolitana 554.
In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 11.042(+3.799 rispetto alla settimana precedente).
Questa la suddivisione per province: Alessandria 923 (+377), Asti 299 (+92), Biella 446 (+133), Cuneo 1048 (+282), Novara 825 (+280), Vercelli 459 (+186), VCO 428 (+ 151), Torino città 2.340 (+840), Torino area metropolitana 3875 (+1279).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI
Nella settimana dal 13 al 19 giugno l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è di 258.4, in netto rialzo (+52.4%) rispetto ai 169.5 della settimana precedente. Si tratta della seconda settimana consecutiva in cui si registra un rialzo, dopo 6 settimane consecutive in cui la curva dei contagi è sempre scesa.
Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 248.9 (+ 61,9%).
Nella fascia 25-44 anni è 321.5 (+ 53,5%).
Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 312.5 (+ 58,3%).
Nella fascia 60-69 anni è 252.3 (+37,6%).
Tra i 70-79 anni è 237.8 (+ 49,7%).
Nella fascia over80 l’incidenza risulta 153.7 ( +30,3%).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NELLE FASCE DI ETÀ SCOLASTICHE
In età scolastica, nel periodo dal 13 al 19 giugno, l’incidenza rispetto alla settimana precedente registra un aumento in tutte le fasce di età.
Nella fascia 0-2 anni l’incidenza è di 197.6 (+ 69,3%).
La fascia di età 3-5 anni registra un’incidenza di 103.4 (+ 64,9%).
Nella fascia tra i 6 ed 10 anni l’incidenza è 128.9 (+ 77,1%).
Nella fascia 11-13 anni l’incidenza è 191.3 (+ 68,8%).
Nella fascia tra i 14 ed i 18 anni l’incidenza è 210.6 (+ 59,5%).
La Cena in Bianco rimarrà nella storia del CAAT
Sabato 18 giugno 2022
La nostra struttura ha accolto, a partire dal pomeriggio fino a notte inoltrata, una community allegra, elegante e festante di oltre diecimila persone.
Sono state allestite, a cura dei partecipanti, 5 tavolate da un chilometro ciascuna, le quali hanno accolto a cena le migliaia di famiglie con bambini, coppie e single tutti rigorosamente vestiti di bianco da testa ai piedi (così come bianche erano le tavolate, le sedute, le installazioni…).
Migliaia di torinesi e di persone giunte da ogni parte d’Italia (una coppia è giunta addirittura da Pescara, al fine di partecipare a questa serata), hanno scoperto e apprezzato una realtà come quella del CAAT, fino ad oggi poco nota fatta eccezione per gli operatori del settore.
Tutto è nato da una chiacchierata informale, parecchi mesi fa, con Antonella d’Afflitto (ideatrice e promotrice della Cena in Bianco), la quale, a seguito di un servizio televisivo sul nostro mercato, mi ha contattato proponendomi la visionaria idea di realizzare questo straordinario evento proprio qui al CAAT; ho da subito accolto con entusiasmo questa suggestione e, dopo tutti i necessari approfondimenti con gli organi istituzionali preposti alla sicurezza e all’ordine pubblico, ho condiviso con la Direzione e con il CDA della società questo progetto, che è stato da tutti abbracciato con convinzione ed entusiasmo, avendone colto la valenza sociale e di valorizzazione del nostro centro.
Si è trattato di un’occasione irripetibile per promuovere nei confronti dei piemontesi e non solo, la nostra realtà, i nostri grossisti ed i nostri produttori locali. Abbiamo portato alla scoperta del CAAT una miriade di persone che altrimenti non avrebbero mai avuto l’occasione di conoscerci.
Da parte nostra ci siamo adoperati con il massimo impegno al fine di garantire un’esperienza piacevole, allegra e da conservare nella memoria e nel cuore.
L’organizzazione di un simile evento, ha richiesto infatti un significativo impegno e lavoro da parte del Caat per fornire:
⦁ soluzioni per la sicurezza poste in essere grazie a un team di 40 steward per gestire il flusso ed il deflusso delle oltre 3000 vetture, curandone il parcheggio all’interno dell’area.
⦁ un servizio di assistenza sanitaria, con tre ambulanze di cui di cui 2 per il soccorso di base ed una per quello avanzato, un medico rianimatore e 10 soccorritori a piedi ed in bici
⦁ un servizio di supporto, con 12 addetti, alle operazioni di scarico dei mezzi e trasporto del materiale di allestimento (tavoli, sedie, stoviglie) fino alla “sala da pranzo
⦁ un piano antincendio tarato per l’evento
⦁ servizi igienici presidiati (uomo, donna e disabili) lungo tutto il perimetro della tavolata attrezzati di fasciatoi per i nostri ospiti più piccoli
⦁ un servizio di igiene ambientale per la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti prodotti
⦁ punti acqua potabile in prossimità della sala da pranzo
⦁ un set scenografico che ha riprodotto una “zona mercato” allestita con migliaia di chili di prodotti ortofrutticoli e abbellita da una “quinta” fatta di tende bianche, lampadari, bancali e bilance
⦁ un momento musicale a sorpresa, con la presenza della “pocket” orchestra “Bandakadabra” che ha intrattenuto e fatto ballare tutti i partecipanti coinvolgendoli in una travolgente verve comico-teatrale
⦁ shopping bag, come sorpresa finale, brandizzate Cena in Bianco e Centro Agroalimentare Torino al cui interno sono stati inseriti prodotti a marchio rispettivamente offerti dalle ditte Fogliati e Borgnino
⦁ un allestimento con luminarie per creare suggestione all’interno della sala da pranzo e della “zona mercato”
Questa bellissima festa, che ha visto una massiccia partecipazione, è stata possibile grazie all’ideatrice della Cena in Bianco, Antonella d’Afflitto unitamente agli organizzatori Carlo Bentivoglio e Paolo Faretra e grazie all’eccellente lavoro condotto dalla squadra del CAAT coordinata dal Direttore Generale Gianluca Cornelio Meglio.
Tutto si è svolto in condizioni di totale sicurezza e, nonostante la quantità imponente di persone, non vi è stato nulla che abbia scalfito la speciale atmosfera della serata.
Mai nella propria storia il CAAT aveva visto così tanta eleganza e divertimento all’interno della propria struttura; è stata una serata magica i cui ricordi e le cui immagini rimarranno a lungo nella memoria di coloro che hanno avuto la possibilità di unirsi alla nostra tavola.
(Comunicato stampa CAAT)