ilTorinese

Mercato immobiliare: il boom del trilocale

Nelle grandi città italiane l’analisi dell’offerta di immobili, realizzata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa e riferita a gennaio 2022, evidenzia che la tipologia più presente sul mercato è il trilocale, con il 33,1%, a seguire il quattro locali con il 24,2% ed i bilocali con il 24,0%.

In aumento, rispetto a luglio 2021, la percentuale di monolocali, mentre è in calo quella di offerta di trilocali e quattro locali, molto probabilmente perché i tagli più grandi sono ora più desiderati e chi possiede una casa di ampia metratura decide di non venderla.

Bari è la città in cui si è registrato il maggiore incremento di monolocali e bilocali.

Roma è la città dove è più elevata la percentuale di trilocali presente sul mercato (39,4%).

A Bologna e Genova invece c’è una maggiore concentrazione sul quattro locali rispettivamente con 31,5% e 38,2%.

A Milano è il bilocale ad essere più presente (43,0%).

 

OFFERTA Monolocali 2 locali 3 locali 4 locali 5 locali
Bari 11,0 27,9 28,7 21,4 11,0
Bologna 10,2 17,6 28,7 31,5 12,0
Firenze 2,7 13,3 34,0 28,7 21,3
Genova 1,8 13,1 31,4 38,2 15,5
Milano 9,2 43,0 32,6 12,5 2,7
Napoli 12,0 28,8 36,0 14,4 8,8
Palermo 1,5 17,7 34,6 30,4 15,8
Roma 7,9 29,3 39,4 16,5 6,9
Torino 4,0 34,2 36,6 17,5 7,7
Verona 2,6 15,3 28,7 31,3 22,1
Media 6,3 24,0 33,1 24,2 12,4
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

I nervi scoperti della Città di Torino

La città di Torino ha due nervi scoperti. Il personale e l’indebitamento. Partiamo da quest’ ultimo.  Forse il più facile e tutto sommato gestibile.

Sono decenni che è sull’ orlo della bancarotta. Spende di più di quanto incassa e si indebita non per investimenti, ma per pagare le spese correnti.  In particolare i costi del personale. L’altra nota dolente, in tutti i sensi. Dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo. Sintesi: per niente produttivo. Perché?  Sono pochi e male organizzati. Diciamola tutta: per niente organizzati. Tanto … fin che la barca va, falla andare. Però’ ora siamo arrivati.  Ma come siamo giunti  a questo punto? La Torino del triangolo industriale come tale aveva competenze e nel DNA la capacità di organizzare. Ovviamente tanti i motivi che  ci hanno portati a questa situazione, primi fra tutti economici. Quando c’erano i soldi si sono sperperati.  Oggi sono molti di meno e male utilizzati. Secondo: gli alti dirigenti con trentennale esperienza sono andati in pensione e non c’è stato tournover. Svuotamento degli uffici dove la media dei dipendenti ciondola stancamente per i corridoi. Tranne per l’anagrafe presa quotidianamente d’assalto da utenti imbestialiti che, raramente, portano a casa ciò che desiderano. Con alcuni elementi di contorno.  Ad esempio non mi risulta che chi percepisce il reddito di cittadinanza aspettando un lavoro che non arriverà mai, svolga lavori socialmente utili. Concretamente il Municipio di Torino in un decennio è passato da poco meno di 20mila dipendenti a 7000 -7500.  Dati  ballerini, visto che chi può andare in pensione non se lo fa dire due volte. Capita, dunque, che in una sola settimana 300 impiegati vadano in pensione . Si assommi il fatto che i pochi funzionari rimasti non  sappiano, non avendone esperienza, da che parte rigirarsi, e sembra che la cifra di ” riferimento ” sia zero.
Comunque il Sindaco Lo Russo non si da’ per vinto. E cerca di non farsi distrarre dal ruolino di marcia.  Innanzitutto dicono sia un grande lavoratore.  Alle 7,30 è già operativo in ufficio.
Sulle nomine, stavolta ha fatto tutto da solo.
Si’, forse, al massimo, qualche telefonata di conferma. Così Cuntro’, fedelissimo di Piero Fassino alle Farmacie. Alessandro Battaglino a Trm , niente di meno che l’inceneritore. In questo caso Battaglino, fedelissimo dell’onnipresente Peveraro.
Ma la notizia delle notizie è Paola Bragantini Presidente Amiat. Brava è brava . Direi politicamente brava. Tecnicamente?  Si vedrà. Indubbiamente l’Amiat è un posto importante. Un settore decisamente fragile visto che Torino, ultimamente, in tale ambito difetta. Ma per il Pd risolve un altro problema: le candidature alle prossime elezioni politiche. Il tutto è dietro l’angolo. Con non pochi problemi, non ultimo la riduzione del 40% dei seggi. Tanto si voterà con l’attuale sistema elettorale. Sono pochissime le probabilità di una riforma. Concretamente tanti pretendenti e pochi posti. Magari, poi arriva il biellese Furia, segretario regionale che qualche pensierino lo sta facendo.  Lui che ha un filo diretto con Provenzano già ex ministro del Mezzogiorno.  Altri se vogliono hanno un seggio assicurato come il prof Giorgis e Mauro Laus che già cinque anni fa si sono conquistati voto per voto le elezioni.
Ovviamente tutto sotto traccia. E mi sa che in questo caso non ci saranno primarie. Dunque Enrico  Letta docet. Letta non è uno stupido e saranno tante e fitte le consultazioni. Obbiettivo: totale rinnovamento. Sono  troppi quelli che vogliono ancora bene a Matteo Renzi. L’altro nodo sono le alleanze.  I cinque stelle hanno una caratteristica di fondo. Totalmente ingovernabili.  Il nostro Conte chiaramente annaspa…Cinque anni fa non essere carne né pesce li ha fatti vincere.
Oggi i pochi rimasti sono divisi su tutto.  Molti hanno fatto un giro di 180 gradi. Da anti europei e filo Putin ad anti Putin e filo europei. Indubbiamente Giggino è tra quelli più cambiati. Ma tutti , proprio tutti si sono presentati a rapporto dal Beppe Nazionale, alias Grillo. Chi si era illuso che il comico non contava più ha preso una cantonata. Raggiante la Meloni: ora tocca a me.   ” Dio mi manda, guai chi si oppone ” . Già sentito. Il che non vuol dire che nel centro destra è tutto liscio come l’olio. Anche loro hanno le loro gatte da pelare.  Non ultimo tanti galli nello stesso pollaio. Covid e guerra in Ucraina hanno decisamente peggiorato la caoticita’ della nostra classe politica. Ma i guai non finiscono qui.  Un’inflazione al 7 % pone un altro problema: basteranno i soldi stanziati dall’Europa?  Probabilmente no. Sono stati presentati i progetti di Torino e della Regione Piemonte?  Che qualità operativa hanno?  Una cosa è certa: l’attuale struttura burocratica del Municipio di Torino non è all’altezza sia quantitativamente che qualitativamente. Pochi dipendenti ed assolutamente non formati per gestire il tutto. Ed i tre bandi per l’assunzione di nuovi dipendenti sono, mi pare, ancora in alto mare. Questa la terza sfida della giunta Lo  Russo oramai, tutta, soprannominata Missione impossibile.  Non disperiamo, comunque: difficile essere ottimisti, ma la speranza è l’ultima a morire.

PATRIZIO TOSETTO

Un affresco del secolo scorso da un atto d’amore per le nipotine

RITRATTO DELL’ITALIA DEL SECOLO PASSATO LA STORIA DI GINO ROTA

Anna Rota Milani non è una scrittrice. La sua ‘appartenenza’ al mondo dell’arte è dovuta soprattutto alla pittura dai caratteri impressionistici. Lo testimoniano le sue opere che impreziosiscono gli ambienti dell’Antico Mulino di Fontanetto Po e la ‘Ca’ San Sebastiano a Castel San Pietro di Camino Monferrato o i suoi atelier a Zoalengo di Gabiano o in via Macrino d’Alba a Torino. Non è una scrittrice, o almeno così non ama definirsi, ma in ‘Gino e i Rota – ricordi di amore e di resilienza’, questa artista torinese di residenza ma dalle salde radici monferrine (anzi della Valcerrina) ha saputo affrescare attraverso il ricordo della persona e della vita del padre Gino (ma il suo vero nome era Michele Marco Luigi, per tutti Gino) classe 1913, famiglia originaria di Ponte San Pietro, paese non distante da Bergamo poi giunta in Monferrato, e della  mamma Salvina di Pozzengo di Mombello Monferrato, la vita quotidiana di una famiglia del Novecento, con sullo sfondo quella che era la società di allora. In quello che l’autrice definisce ‘un atto d’amore per le mie nipotine’ si è voluto ricordare, con colpi di penna che sembrano pennellate, un mondo che non c’è più con Gino e Salvina che si uniscono le loro vite alle 6 del mattino, al buio e al freddo, nella chiesetta di Pozzengo, poi il viaggio di nozze: in bicicletta si spingono sino a Cavagnolo e prendono il trenino per Torino sino a Porta Susa. Poi in un piccolo appartamento in corso Belgio iniziano la loro vita insieme. Vita che non sarà certamente facile nell’Italia della guerra e del dopoguerra, ma Gino e Salvina non sono persone da arrendersi. Così nel 1948 arriva Anna. Il padre in questi anni non sta fermo, cambia lavoro, si ingegna, passa dalla Snia Viscosa, alla profondità delle miniere nelle cave di marna, tra il capoluogo e Gabiano, e poi ancora muratore, portiere, da vero eclettico, come lo definisce con orgoglio la figlia, e poi ancora ‘carbonaio motorizzato’ sino a diventare conduttore di impianti termici sino ad ideare un brevetto per filtrare l’aria destinata al carburatore che proporrà come pezzo di ricambio alle officine meccaniche piemontesi, ottenendo un importante riconoscimento dalla concessionaria Lamborghini. E per qualche anno il ‘Filtro Rota’ verrà prodotto e venduto in centinaia di esemplari. E poi ancora ci saranno la pensione ed il ritorno a Zoalengo. E quanto a genialità e capacità di crescita anche la figlia Anna ha fatto la sua strada riuscendo ad aprirsi una strada nel mondo dell’impresa, certamente non facile anche nell’Italia del secondo dopo guerra. Ma questo aspetto merita sicuramente di ritornarci perché è un altro capitolo che merita di essere scritto.

Il libro, come scrive Giovanni Ponzetti nella presentazione “è un intreccio di curiosità, episodi e anedotti, che hanno rappresentato le vite vissute dei componenti della famiglia Rota fino a conferire identità di storia al racconto stesso”.

Massimo Iaretti

Una maglietta e niente cibo per i volontari di Eurovision

A cura di Electomagazine.it

Lo stile non è acqua. E neppure champagne. Quei morti di fame dei volontari per Eurovision hanno cominciato a lamentarsi per il trattamento annunciato dall’organizzazione. “Cari volontari Vip lounge assistant”: eppure la mail che, generosamente, gli organizzatori hanno inviato ai plebei a cui è stato concesso il privilegio di lavorare gratis, era iniziata con toni gentili.

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Una maglietta e niente cibo per i volontari di Eurovision. Però possono andare in bagno (per ora..)

Magliano: Se vi sono Regioni a statuto speciale, questa Giunta è invece decisamente ordinaria

Tanti i (piccoli) Comuni, pochi i Segretari: nulla di fatto, tuttavia, per risolvere il problema, centinaia di Sindaci abbandonati a se stessi nonostante il mio Question Time appena discusso, con provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, e nonostante il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso novembre.

Deludente risposta al mio Question Time, discusso in Consiglio Regionale: chissà se il mio provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, Regione a statuto speciale, varrà a sbloccare un immobilismo che, in tema di misure per rendere meno difficile il reclutamento di Segretari Comunali, neanche l’impegnativa del nostro recente Ordine del Giorno, approvato lo scorso novembre, era riuscita a smuovere.

Urgono misure per velocizzare le procedure di reclutamento di quelle fondamentali figure che sono i Segretari Comunali: la Giunta ha, al momento, rinunciato completamente a fare la propria parte. Dai tempi del nostro Ordine del Giorno dello scorso novembre dobbiamo registrare un totale nulla di fatto.

Abbiamo riportato il tema in Aula con un Question Time, poco fa, data la situazione di assoluta urgenza: se la Sardegna è a statuto speciale, assolutamente ordinaria si è confermata questa Giunta, che sta lasciando soli centinaia di Sindaci sul territorio piemontese. Due elementi aggravanti: termini e proroghe per i Vice Segretari che stanno scadendo, ruolo del Segretario Comunale che sarà ancora più importante alla luce della necessità, per i Comuni, di cooperare con lo Stato per attuare il PNRR.

Ora la Giunta promette di “spronare gli organi competenti” per trovare una soluzione: alla buon’ora, esattamente questo chiedevamo con il nostro atto di fine 2021 (nello specifico, il mio documento impegnava la Giunta a intraprendere iniziative nei confronti dei Ministeri competenti per velocizzare le procedure di reclutamento dei Segretari Comunali). Se la Giunta non è in grado o non ritiene di agire in questo senso, lo dica e proveremo a fare noi, come Moderati, la nostra parte.

La distanza tra parole (tanta retorica a favore dei piccoli Comuni) e azioni (scarse) emerge in tutta la sua evidenza. Chiederemo un’udienza urgente in Commissione di Cirio e dell’Assessore competente affinché ci informino sulle prossime azioni previste.

Avere in organico un Segretario Comunale è un obbligo previsto dalla normativa in vigore. La funzione svolta dal Segretario Comunale – che sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei Dirigenti e dei Responsabili, coordinando la loro attività così da consentire l’attuazione del programma amministrativo del Comune – è centrale ed essenziale per una corretta gestione delle attività dell’Ente Pubblico. Il ruolo del Segretario Comunale diviene a maggior ragione insostituibile dal momento che i Comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il PNRR. La difficoltà di trovare un Segretario aumenta, evidentemente, per i Comuni di piccole dimensioni: la situazione è dunque particolarmente grave in Piemonte, dove i Comuni con meno di 5.000 abitanti sono più di mille.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Cognome della madre alla prole. Un reale passo in avanti verso l’eguaglianza sostanziale tra i generi?

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla legittimità della norma di cui all’art. 262 del codice civile nella parte in cui stabilisce che quando il figlio è riconosciuto contemporaneamente da entrambi i genitori assume il cognome del padre.

Il Giudice delle leggi ha ritenuto tale regola non conforme agli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione a due norme della Convenzione Europea dei diritti Umani, l’art. 8 e l’art. 14.

La motivazione della sentenza della Corte Costituzionale sarà disponibile nei prossimi giorni, ma, sin d’ora, appare chiaro che la stessa abbia ritenuto violati il principio di eguaglianza tra i coniugi, il diritto alla propria identità personale, il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare.

La sentenza è stata da più parti valorizzata per “aver abolito uno degli ultimi retaggi di una società patriarcale”, con il pregio di traguardare anche il nostro Paese verso una visione più moderna della famiglia, più al passo con i tempi e più armonica rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea.

Sicuramente l’intervento della Corte Costituzionale che,comunque, dovrà essere seguito da una regolamentazione legislativa a cura del Parlamento, è un tassello verso la piena applicazione del principio di eguaglianza formale stabilito dal primo comma di cui all’art. 3 della Costituzione ed è, pertanto, encomiabile.

Il dubbio, però, è se, superato lo scoglio dell’eguaglianza formale di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza alcuna distinzione, nello specifico, per genere o sesso, davvero la possibilità di attribuire al figlio il doppio cognome o comunque quello della madre, sia una declinazione di eguaglianza sostanziale.

I dogmi ed i retaggi, soprattutto quelli culturali, sono difficili da superare e sicuramente non sarà sufficiente l’innovazione formale per raggiungere pienamente anche la parità e l’eguaglianza sostanziale.

Ancora una volta, in adesione alle spinte provenienti anche dalla Corte Europea dei Diritti Umani, il Giudice delle leggi ha lanciato un segnale forte al dormiente legislatore italiano, ma il percorso verso l’obiettivo è arduo e lungo.

Servono senz’altro interventi più incisivi, che influiscano concretamente sulla realtà e quotidianità delle famiglie, tali da garantire che entrambi i genitori possano svolgere i loro compiti di cura, domestici, lavorativi e professionali in condizioni di parità, senza rinunce da parte di quello più fragile economicamente o lavorativamente.

Per perseguire il risultato voluto dalla Corte Costituzionale non si può prescindere dalla formazione, dalla cultura, dalla spoliazione dei luoghi comuni e degli stereotipi, che, purtroppo, nel nostro Paese saldamente ancorati.

Sarebbe necessaria più coesione e solidarietà sociale, più consapevolezza di sé, piuttosto che del ruolo.

Il resto è solo un contorno, sicuramente di rilievo, ma non sufficiente.

L’auspicio è che la vera ventata di novità e la vera rivoluzione culturale possano almeno pervenire dalle prossime generazioni che porteranno il doppio cognome.

A cura di Carmen Bonsignore (www.carmenbonsignore.it)

Per Eurovision Off, Davide Boosta Dileo torna sul palco in solitaria

Eurovision Off nel Salone d’Onore

della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Giovedì 5 maggio, ore 21

Davide BOOSTA Dileo 

The Post Piano Session

 

 

Un pianoforte al centro e tutto intorno il fastoso Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, una delle più spettacolari invenzioni juvarriane. Per Eurovision Off, giovedì 5 maggio, Davide Boosta Dileo torna sul palco in solitaria con The Post Piano Session, un viaggio nella musica sulle note di un pianoforte sorprendentemente post-rock. Al posto delle corde della chitarra, risuonano quelle del pianoforte che trascinano il pubblico in un’atmosfera intima e personale.

Davide BOOSTA Dileo, classe 1974, da Torino, è un artista dalle mille sfaccettature, tra cui musicista, dj, compositore, autore e produttore, conduttore radio-televisivo e scrittore, è anche autore di opere d’arte. È tastierista e co-fondatore del gruppo elettronico Subsonica, con alle spalle 8 album in studio, 8 dischi di platino, più di 500mila copie vendute, 4 cd live e una grandissima carriera live. Come solista, Davide ha pubblicato “La Stanza Intelligente” nel 2016 e “Facile” nel 2020 con anche dei singoli nel 2021 come “Stellae Noctis” con Alina Kalancea e “Alphabet, Canone for Letters”.

 

L’evento è promosso dalla Fondazione Ordine Mauriziano, ente proprietario della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con Reverse Agency, Teatro Superga, Sistema Cultura e Città di Nichelino.

 

 

INFO

The Post Piano Session, Davide BOOSTA Dileo

Eurovision Off

Giovedì 5 maggio, ore 21

Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi,

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Prezzo: 25 euro

www.ordinemauriziano.it

L’opera di Peter Russell al Circolo dei Lettori

Venerdì 6 maggio alle ore 17,00 la Sala Musica del Circolo dei Lettori di via Bogino a Torino ospiterà un incontro dedicato a Peter Russell, tra i maggiori letterati inglesi della seconda metà del  ventesimo secolo, grande esperto e conoscitore di Dante, candidato al Premio Nobel per la Letteratura alla fine degli anni ’90, riconosciuto dalla critica letteraria ufficiale come “ultimo dei grandi poeti moderni”.

A confrontarsi sull’opera del grande poeta saranno Wilma Minotti Cerini, curatrice della monumentale opera Peter Russell. Vita e poesia; Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, ultima residenza del poeta britannico; Natale Luzzagni e Stefano Valentini del periodico La Nuova Tribuna Letteraria; Adam Vaccaro, Presidente  dell’ associazione culturale Milanocosa; Roberto Salbitani, scrittore e fotografo, amico personale di Peter Russell; Giampiero Tonon, del sito www.Literary.it;Mons. prof. Franco Buzzi, ex Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano; Prof. Francesco Diciaccia, scrittore e critico. L’incontro sarà coordinato dal poeta e saggista torinese Sandro Gros-Pietro. Peter Russell, influenzato dalla poetica di Yeats e grande amico di Thomas Stearns Eliot e Ezra Pound, fu tra i primi a curare le traduzioni in inglese di Mandel’štam, Pasternak e Jorge Luis Borges. Una vita intensa e prolifica, riassunta puntualmente  l’imponente  volume di oltre ottocento pagine, curato dalla poetessa e scrittrice Wilma Minotti Cerini, nata a Milano e oggi residente sul lago Maggiore. Un libro fondamentale per conoscere uno dei principali protagonisti della scena culturale inglese degli anni ’50 che frequentò a Firenze il Caffè Letterario Le Giubbe Rosse dove conobbe Montale, Quasimodo, Landolfi e Ungaretti. Dopo una serie di vicissitudini personali e un breve soggiorno a Berlino, nel 1964 si trasferì a Venezia per restare accanto a Pound fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nella città della Serenissima il 1 novembre 1972. Nei primi anni ’80 Russell 1983 si trasferì definitivamente in Toscana, al confine tra il Valdarno fiorentino e quello aretino. A Pian di Scò trasformò un vecchio mulino nella sua casa-biblioteca dove visse e lavorò fino al gennaio del 2002 quando, poco prima di morire, donò tutto il suo patrimonio librario e documentaristico al comune toscano. La serata torinese, a poco più di cent’anni dalla nascita (Russel era originario di Bristol, nell’Inghilterra sud-occidentale, dove nacque il 16 settembre del 1921) offrirà l’occasione di ripensare a questo intellettuale irregolare, innamorato  delle sue idee su poesia, bellezza e libertà.

Marco Travaglini

Nazifascismo: parte da Torino il viaggio della memoria

È partito ieri  da piazza XVIII dicembre, a Torino, il “viaggio ciclistico della memoria” di Giovanni Bloisi. 

Ex impiegato Enel ora in pensione, 68 anni, Giovanni Bloisi si sposta in bicicletta dentro la storia del Novecento visitando i luoghi della Memoria, in particolare quelli in cui avvennero le stragi nazifasciste. Come tappa di partenza è stata scelta piazza XVIII dicembre, dove il 18 dicembre 1922 le squadre fasciste assassinarono 11 lavoratori.

Ad accompagnare  il “ciclista della Memoria” Giovanni Bloisi nel primo tratto c’erano il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte e Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione Daniele Valle, la vice Sindaca di Torino Michela Favaro e il Sindaco di Collegno Francesco Casciano. Inoltre, erano presenti alla partenza il presidente dell’ANPI di Torino Nino Boeti, il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni ed il direttore di Istoreto Luciano Boccalatte. La prima tratta del viaggio toccherà in mattinata Grugliasco e Collegno, per ricordare i 68 martiri del 1945, e Cumiana, per ricordare l’eccidio del 3 aprile del 1944, per poi proseguire successivamente nel cuneese e in Liguria, fino a La Spezia.

Pragelato, confermati gli impegni per il rilancio turistico e sportivo del territorio.

“Un incontro ricco di proposte, suggerimenti costruttivi e progetti per il futuro di Pragelato. È quello che si è svolto martedì sera a Pragelato tra l’Amministrazione Comunale e i molti cittadini della località dell’alta val Chisone che hanno partecipato al confronto.

Dopo la lunga relazione introduttiva del Sindaco Giorgio Merlo, sono intervenuti il Vice Sindaco Mauro Maurino e l’Assessore Paola Borra che hanno illustrato gli innumerevoli interventi che si sono concretizzati in questi anni di amministrazione. Confermati gli investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, a cominciare dal rifacimento di molti ponti e passerelle logorati e usurati dal tempo, malgrado le ristrettezze oggettive del bilancio comunale. Inoltre si continua ad investire nelle borgate che sono e rappresentano l’anima culturale e storica di Pragelato attraverso interventi sulla viabilità, sulla sicurezza e sugli abitati.

Confermati anche gli impegni in vista delle Universiadi del 2025 che prevedono massicci interventi nell’area adiacente i siti olimpici. Al riguardo è stato illustrato il progetto per la realizzazione del biathlon, lo skiroll e lo sci di fondo in attesa di interventi su altre discipline sportive già previste e contenuti all’interno del progetto originario.

È stato ancora sottolineato più volte che l’obiettivo dell’Amministrazione, parlando di opere pubbliche e di interventi in materia di impianti sportivi, è quello di non costruire piccole o grandi ‘cattedrali nel deserto’ che poi restano inutilizzate perchè non gestite, di non farsi condizionare da regressioni nostalgiche nel ricostruire impianti costosi e non più sostenibili e, infine, di puntare ad obiettivi che siano realisticamente percorribili e sostenibili.

Nel dibattito lungo e articolato si è affrontato anche la prossima destinazione delle ‘casermette’ ad uso ricettivo ed alberghiero. Un progetto ormai in dirittura di arrivo.

Infine, particolare attenzione è stata dedicata al progetto del recupero e riqualificazione delle borgate di Laval e Joussaud. Un investimento massiccio di privati che mira a riqualificare due storiche borgate di Pragelato nel pieno rispetto di tutte le normative esistenti, senza consumare suolo e alterare il paesaggio e che garantisce occupazione e attrattività turistica. Un progetto che è stato bocciato da uno degli enti coinvolti nel procedimento di autorizzazione, cioè la direzione del Parco Alpi Cozie, per motivazioni che, ad oggi, sono comunque oggetto di un procedimento giudiziario in corso.

Un confronto, comunque sia, importante e necessario per il futuro produttivo, turistico e sportivo di Pragelato e dell’intero comparto territoriale della Via Lattea”.

L’amministrazione Comunale di Pragelato.