ilTorinese

Un vero successo per quei ragazzi fatti di grinta, di sudore e di sogni

“Fame – Saranno famosi” all’Alfieri, sino a domenica 28 gennaio

Fuori, le immagini dei panorami di New York, le case antiche e la selva di grattacieli, i parchi e gli alberi dalle foglie rossastre, le nubi che trascorrono veloci, il Chrysler sullo sfondo e la neve che scende e che imbianca; al di qua della vetrata, nelle aule della famosa quanto esclusiva scuola di Performing Arts, un gruppo di ragazzi tutti giovanissimi – con loro gli insegnanti, qualcuno con il desiderio di confessarsi dolorosamente a se stesso e agli altri -, grinta fatica sudore e lacrime, la passione e la voglia di affermazione, la speranza in un futuro di soddisfazioni e di emozioni sempre vive e autentiche, le prove di ogni giorno che non risparmiano nessuno, in cui nessuno ha il successo in tasca, c’è chi dopo quattro anni di corsi taglia il traguardo e chi cade, come un angelo spezzato, vittima delle disillusioni e della spirale di una droga che finisce per avvolgerlo completamente. Quattro anni che sono l’ossatura temporale e le epoche difficili di “Fame – Saranno famosi”, all’inizio degli anni Ottanta film di culto diretto da Alan Parker, un successo di personaggi, di dialoghi e di canzoni soprattutto (tra tutte, “Fame” e “Out Here in My Own”), il ritratto di quell’”american dream” capace di coinvolgere tutti quanti, la voglia di riversarsi nelle strade per trasmettere un sogno.

Poi arrivò la serie televisiva, lunga 136 episodi, che raggruppò pubblico ad oltranza davanti ai canali televisivi, serali e pomeridiani, poi il musical che definì quei successi ai quattro angoli del mondo. Oggi Fabrizio Di Fiore Entertainment, con la compagnia Roma City Musical, con il concretizzarsi del sogno di un impresario ispirato, produce una versione in cui si pensa in grande, si realizza in grande e si mostra in grande, con un debutto torinese – grandioso e applauditissimo, partecipato di emozioni e di risate, ritmato negli applausi, siglato con molte chiamate al termine – che non può essere altro che il biglietto da visita di un lungo percorso che accompagnerà la compagnia attraverso varie piazze italiane fino al termine della stagione. La versione vista all’Alfieri è firmata da Luciano Cannito, una macchina da guerra (immaginiamo, senza dubbi) che firma la traduzione e il riadattamento del libretto originale di José Fernandez e le liriche di Jacques Lévy (una attualizzazione che non guasta, il punto più alto oggi è Meryl Streep e l’immagine clou è quella di Brad Pitt, gli accadimenti sono altri rispetto a quelli di quattro decenni fa), che costruisce coreografie capaci di sfoderare un ritmo trascinante come di rado ci si imbatte su di un palcoscenico e una regia che mette a fuoco i personaggi, ognuno dei ragazzi e degli adulti, ognuno con i tanti sentimenti che lo attraversano e che sa sempre mettere in primo piano l’idea del gruppo, dello sforzo comune, dello spirito di squadra. Ognuno con la propria storia, chi s’innamora sognando i grandi testi di Cechov e di Shakespeare, chi non vede certo un ostacolo per un avvenire di ballerina qualche chilo di troppo, chi trasmette a tutti gli altri un mare di allegria (nascondendo a se stesso una traccia di insicurezza, forse), chi mostra una ribellione che tende ad accusare una vita solitaria e difficile, una famiglia sull’orlo della distruzione, come il “povero negro sempre da aiutare”.

Un’edizione di successo, dicevamo, a cui concorrono le scene di Italo Grassi (c’è anche un doveroso posto lassù in alto, per due postazioni, per la batteria spericolata di Paola Caridi su un lato del palcoscenico e per la chitarra di Alberto Gandin e il pianoforte di Giulio Decembrini sull’altro) e i costumi di Veronica Iozzi (bellissimi quelli finali bianco/argento che arieggiavano quelli del “Chorus Line” cinematografico di Attenborough). Gli insegnanti hanno i visi e la professionalità di Lorenza Mario, di Garrison Rochelle, di Stefano Bontempi e di Barbara Cola che con la sua personalissima quanto incisiva Miss Sherman, preside dell’istituto, si ritaglia un angolo di autentiche emozioni largamente apprezzate dal pubblico. Le emozioni, il duro lavoro, i successi e le sconfitte, il senso della competizione, le lacerazioni non rimarginabili, la fatica e la dedizione di ogni sera, la comunicazione sincera verso chi sceglie di uscire di casa e ha tutto il diritto di assistere a un qualcosa di bello che assomigli a un rito, tutto questo incrocia la bravura e per molti già la maturità di un gruppo di ragazzi scelti tra i tantissimi che si sono presentati ai provini. Mi è piaciuta la sicurezza interpretativa di Flavio Gismondi (Nick, già alle spalle qualche stagione di televisione e teatro) e la naturale sincerità e la voce di Ginevra De Soller (e mi auguro che di lei sentiremo ancora parlare), l’estensione vocale e la simpatia di Michelle Perera (Mabel), anche la sfrontatezza acerba di Raymond Ogbogbo (qui Tyrone, il Leroy Johnson del film), che dovrebbe credere di più nel proprio personaggio, fatto di tanti chiaroscuri, interiorizzarlo maggiormente e non affidarlo troppo alla fisicità; la splendida voce e la approfondita interpretazione della Carmen di Alice Borghetti, in uno spazio tutto suo. Davvero brava, convincente. Con loro i compagni Alfredo Simeone, Giuseppe Menozzi, Greta Arditi, Arianna Massobrio e Claudio Carlucci. Serata da memorizzare, un successo (assicurato) da saggiare per le repliche che termineranno domenica 28 gennaio.

Elio Rabbione

Nelle immagini: alcuni momenti dello spettacolo nelle foto di Valerio Polverari.

Tragedia a Torino. Donna morta in casa, il marito è in ospedale

Oggi una donna è stata trovata senza vita nel suo appartamento in via Spontini, in Barriera di Milano, a Torino. Il marito è stato soccorso nella stessa abitazione ed è stato ricoverato in ospedale. I due sarebbero  vittime di una intossicazione  da gas. Con i sanitari sono intervenuti i vigili del fuoco del nucleo Nbcr e la polizia di Stato per le indagini.

“Chi vive se ne pente”. Dodici racconti e una farsa

‘Chi vive se ne pente’ di Mario Marchisio  verrà presentato alla Società Dante Alighieri giovedì 25 gennaio prossimo

Il Comitato di Torino della Società  Dante Alighieri presenterà giovedì  25 gennaio alle ore 18 presso la propria sede in via Cesare Battisti 17 il volume “Chi vive se ne pente”. Si tratta di dodici racconti e una farsa editi da Puntoacapo Editrice. Saranno presenti Giovanni Saccani, Presidente del comitato torinese, e Chicca Morone, scrittrice e poetessa, che dialogheranno con l’autore.

Mario Marchisio, poeta e saggista, è  autore di oltre 15 opere. Socio della Dante Aleghieri, ha presentato con il comitato torinese altre due opere sempre con grande successo di pubblico. Fra le sue pubblicazioni recenti, ricordiamo “Caleidoteratoscopio, torto e ragione del frammento” di Puntoacapo del 2021, “Epigrammi, parole, satire” ( Aurora Boreale) del 2022, e “Nuovo elogio della pittura”  di Aurora Boreale  del 2023.

L’opera racconta di un delirio, vessazioni, tradimento, vendette iperboliche, il gusto perverso della beffa. Questo il mondo dei personaggi di Mario Marchisio, cui si aggiunge talvolta il soprannaturale, declinato anche nella sua variante mitologica. Si tratta di un elegante teatro dell’orrore psichico, che contrasta con il tono della narrazione,  ironico, meditativo e a tratti intensamente lirico.

Chicca Morone, poetessa mitomodernista, librettista e grafologa, ha pubblicato cinque romanzi e diverse raccolte di racconti. Ha curato con Ravagli e Barina la raccolta ‘Landai. Poesie brevi per la libertà  delle donne’ (2019). È  presidente fondatore de ‘il mondo delle idee’ (1994).

Presiede il premio di poesia Rodolfo Valentin- Sogni ad occhi aperti. Al teatro Carignano di Torino ha suonato le crystal bowls durante la rappresentazione dei suoi testi  “Tra le ali dell’angelo. Mister Pinkerton ( maestro Oddenino) e Saffo ( maestro Merletti). È vicedirettore  ed editorialista del giornale online Civico20news.

È  gradita la prenotazione

 

 

Mara Martellotta

Giaveno, green di cellulosa pollai e fioriere: start-up prima al mondo

IT DESIGN SFIORA IL MILIONE DI EURO DI RICAVI

Chiusura col botto per la ‘IT Design Srl’ di Giaveno, che saluta il 2023 sfiorando il milione di euro di ricavi lordi nell’ultimo triennio.

La start-up innovativa piemontese, leader nella ricerca di tecnologie innovative sostenibili per industria e artigianato fondata dai fratelli Polito è altresì prima al mondo ad aver sperimentato con successo un utilizzo della cellulosa in formato HPL (High Pression Laminate) – materiale ecologico già in uso in cosmetica, edilizia, farmaceutica e tessile – per realizzare arredamenti da giardino e pollai “completamente ecosostenibili e a zero impatto ambientale”.

Il periodo post pandemico, stante la maggiore voglia di verde e il crescente affermarsi di politiche green su scala mondiale è coinciso per noi con un significativo picco di crescita. Nel 2021, 2022 e 2023 abbiamo chiuso il bilancio rispettivamente a quota euro 790.638, 859.387 e 986.709, con una percentuale di crescita media che va dal 9,8 al 26%”, affermano i fratelli Polito all’agenzia di stampa Ansa.

L’obiettivo 2024 è proseguire con impegno sul cammino intrapreso puntando a superare il 30% di incremento di volume aggregato lordo con le gamme di prodotti ‘Cucciolotta’ e ‘PoliLine Garden’, rafforzando ulteriormente l’export e la presenza capillare sul territorio nazionale”.

Con la crescente sostenibilità planetaria, “l’obiettivo è massimizzare la durabilità dei manufatti in ambiti di primaria attenzione quali allevamenti e aree verdi”, spiegano i titolari dell’azienda. “Un po’ come accadeva nel boom economico postbellico quando un prodotto come un frigo, una lavatrice o un’auto era per sempre. Per questo il nostro Centro Ricerche ha puntato sulle proprietà dell’Hpl, High Pression Laminate, elemento super innovativo per garantire anche nel mondo nuovo identico risultato“.
I vantaggi in termini ambientali dei nuovi prodotti green vanno – approfondiscono ancora dalla IT Design – dall’assemblaggio senza viti e bulloni per ridurre alla fonte l’estrazione mineraria alla resistenza ai raggi UV e agli agenti atmosferici senza perdite di colore, dall’assenza di manutenzione e spigoli alla garanzia di perfetta incolumità“.

Dal 25 gennaio al primo febbraio al Teatro Regio  il Don Pasquale di Donizetti

Sarà un Don Pasquale di rilievo quello che prenderà avvio il 25 gennaio prossimo al Teatro Regio fino al primo febbraio 2024.

Nell’opera si susseguono a ritmo serrato momenti di farsa ad altri di tenerezza sentimentale, quali la serenata al chiaro di luna di Ernesto, che mandò in delirio il pubblico parigino la sera del debutto nel 1843. In questa storica produzione sono richieste duttilità e reattività per affrontare le diverse situazioni, che risultano garantite da un doppio quartetto di specialisti. Il maestro Alessandro De Marchi ha una costante attenzione verso le modalità interpretative dell’età del belcanto e condurrà certamente l’orchestra attraverso una partitura spumeggiante. Scene e costumi sono di Eugenio Guglielminetti, per la magistrale regia di Ugo Gregoretti, che collocano la vicenda in una Roma ottocentesca, piena di vita e di poesia.

Don Pasquale è un’opera buffa in tre atti di Gaetano Donizetti. Il libretto scritto da Giovanni Ruffini, anche se firmato da Michele Accursi ,è un rifacimento del libretto che Angelo Anelli scrisse nel 1810 per Ser Mercantonio di Stefano Pavesi.

La controversia sull’attribuzione del libretto del Don Pasquale può essere definito un bisticcio politico. Giovanni Ruffini era un mazziniano autentico, una delle anime della Giovine Italia, esiliato in Francia.

Il clima sociale francese era estremamente cosmopolita in quegli anni. La cultura era in fermento e l’Europa veniva destabilizzata da continue rivoluzioni. Parigi divenne il luogo ideale per l’incontro tra le posizioni politiche e culturali più disparate. Durante le stesura del Don Pasquale, quello che poteva diventare una lunga e fruttuosa collaborazione tra Ruffini e Donizetti si trasformò in un calvario per entrambi. La diatriba finale fu sull’allestimento e i costumi dell’opera. Donizetti voleva per il don Pasquale un allestimento moderno, pur essendo l’opera un rifacimento d’un libretto del 1810.

Ruffini montò su tutte le furie e rifiutò di firmare il libretto.

A dirimere la bagarre intervenne un amico di Donizetti, Michele Accursi, che propose di apporre le sue iniziali sul libretto. Per questo motivo il libretto originale risulta a firma di “M.A”

Questo stratagemma favorì anche lo stesso Donizetti. In Italia mal sarebbe stato accolto un libretto firmato da un esule politico condannato a morte e rifugiatosi in Francia.

La prima rappresentazione si tenne, infatti, proprio in Francia, al Théatre- Italien di Parigi il 3 gennaio 1843.

L’umorismo nel don Pasquale è irresistibile quanto crudele. Il protagonista è un anziano benestante che decide di sposarsi per diseredare il nipote Ernesto, innamorato di Norina, una bella vedova ma senza soldi.

La decisione costerà cara a Don Pasquale perché un suo amico, il dottor Malatesta, ordirà ai suoi danni una beffa colossale. Il vecchio signore, deriso e schiaffeggiato, accetterà, seppur con un sorriso, la frase pronunciata dalla futura nuora “Ben è scemo di cervello/ chi s’ammoglia in vecchia età “.

“Un curioso accidente” di Carlo Goldoni, regia e interpretazione di Gabriele Lavia

In scena al teatro Carignano 

 

Martedì 23 gennaio, alle 19:30, al teatro Carignano debutta “Un curioso accidente”, per la regia di Gabriele Lavia, che sarà in scena con Federica Di Martino e Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Lorenzo Volpe, Leonardo Nicolini. Lo spettacolo, coprodotto da Effimera, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e dal Teatro della Toscana, resterà in scena per la stagione in abbonamento dello Stabile fino a domenica 28 gennaio 2024. Gabriele Lavia firma la regia è interpreta questo testo poco noto di Goldoni che, ancora oggi, si rivela come un autentico capolavoro di scrittura drammaturgica.

Un soldato ferito, un ricco mercante e una figlia in età da marito: Gabriele Lavia torna al teatro Carignano portando una commedia scritta nel 1760, che racconta una serie di amori incrociati e fraintesi, ma tocca soprattutto uno degli aspetti centrali dell’arte goldoniana: il rapporto tra vero e verosimile. In questa storia crudele ed esilarante, i due protagonisti, padre e figlia, usano le persone come marionette: amore, cura, amicizia e generosità, nelle loro mani, diventano strumenti per insultare, deridere e ferirsi a vicenda. Menzogne, manipolazioni e disinformazione sono lo specchio deformato e attuale dei vizi dell’uomo.

Filiberto, ricco mercante olandese, uno dei protagonisti della commedia goldoniana, ospita in casa propria Monsieur de la Cotterie, un giovane e squattrinato ufficiale ferito in guerra che si innamora, ricambiato, di Giannina, la figlia di Filiberto. La ragazza, di fronte ai sospetti del padre e temendo che questi possa non essere favorevole alla loro unione, gli rivela che de la Cotterie si è innamorato, ma di un’altra fanciulla. Il mercante, quindi, credendo di fare una buona azione, decide di spendersi in tutto e per tutto ad aiutare il giovane a coronare il suo fasullo sogno d’amore, con il solo risultato di ottenere una catena lunghissima e divertentissima di equivoci.

“Goldoni – dichiara Gabriele Lavia, interprete e regista – scrive un autentico e delicato capolavoro. L’autore avverte che la vicenda narrata nella commedia corrisponde a un fatto vero, verissimo, accaduto non da molto tempo in Olanda e che gli è stato raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, in piazza San Marco, e le persone medesime lo hanno poi spronato a formarne una rappresentazione comica”.

“Un curioso accidente”, opera teatrale in tre atti, è stata portata per la prima volta in scena a Venezia nell’ottobre dell’anno della stessa stesura, avvenuta nel 1760. Non ebbe immediato successo ma, nonostante questo, dopo “Il servitore e i due padroni” e “La locandiera”, rimane la commedia di Goldoni che vanta il maggior numero di traduzioni. Sotto il ben congegnato meccanismo scenico, in quest’opera affiorano aspetti centrali dell’arte goldoniana, quali il rapporto tra vero e verosimile, la descrizione di una nuova civiltà evoluta come quella olandese e un inserimento di figure non tradizionali, come quella del mercante e della giovane intraprendente.

Teatro Carignano, piazza Carignano 6, Torino

Orari spettacoli: martedì-giovedì-sabato ore 19:30 / mercoledì-venerdì ore 20:45 / domenica ore 16:00

Biglietteria Teatro Stabile di Torino: 011 5169555

 

Mara Martellotta

Canalis – Valle (Pd): “Case comunità via Pellico e via Farinelli lettera morta?”

«Il grido di dolore che arriva dal territorio di San Salvario e dai 1093 firmatari delle petizione con cui si chiede la creazione di Casa di Comunità presso l’ex ospedale Valdese conferma che l’allarme da noi lanciato a suo tempo si sta dimostrando purtroppo fondato: le Case di Comunità non finanziate con il Pnrr rischiano di rimanere sulla carta! . In Piemonte con i fondi messi a disposizione del Pnrr si stanno realizzando solo 82 Case di Comunità contro le 91 previste. Tra quelle non finanziate ci sono le strutture di via Pellico 19 (ex Valdese) e di via Farinelli 25, a Torino. La DGR del 25 luglio del 2023 prevedeva per via Pellico 19  3.040.000 di fondi statali ex articolo 20 e 160.000 euro di fondi regionali, mentre per via Farinelli 25, 3.040.000 di euro di fondi statali ex articolo 20 e 160.000 euro di fondi regionali. Fondi apparentemente non ancora resi disponibili per l’ASL Città di Torino.

Mentre in quelle finanziate dal Pnrr i lavori devono essere conclusi entro il 2026, nelle altre tutto è fermo. Si tratta di territori con una popolazione molto anziana, in particolare molte donne sole e a basso reddito, ed è quindi fondamentale poter disporre di una struttura che, come la Casa di Comunità, vede la coesistenza di servizi sanitari e servizi sociali. Un ritardo o, peggio, la mancata realizzazione di queste strutture a Torino costituirebbe una gravissima perdita ai danni dei cittadini più fragili, penalizzando ingiustamente ed incomprensibilmente queste aree metropolitane rispetto ad altre zone di Torino e del Piemonte»: lo affermano i consiglieri regionale del Pd Monica CANALIS e Daniele VALLE a margine dell’audizione in IV Commissione delle prime firmatarie della petizione con cui si chiede la realizzazione a San Salvario di una Casa di Comunità Hub presso l’ex ospedale Valdese, petizione sottoscritta da 1093 cittadine e cittadini.

Scontro frontale: quattro feriti, due gravi in ospedale

Sono rimaste coinvolte quattro persone nell’incidente stradale avvenuto a Cuneo in via della Grangia. Due sono  ferite lievemente in codice verde, altre due invece sono gravi in codice rosso e sono state trasferite  all’ospedale Santa Croce.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Donna ferita gravemente nello scontro tra auto e camion

E’ in codice rosso all’ospedale di Novara la donna di 70 anni rimasta ferita in uno scontro. L’incidente si è verificato tra la sua auto e un camion a Roccapietra, frazione di Varallo Sesia. L’anziana è stata trasferita in elicottero all’ospedale Maggiore della Carità.
NOTIZIE DAL PIEMONTE