ilTorinese

Letizia Turco è la vincitrice della finalissima interregionale di Miss Mondo

Per Piemonte Liguria e Valle D’Aosta

Letizia Turco è la vincitrice della finalissima interregionale di Miss Mondo Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, tenutasi all’interno di Palazzo Pralormo, prestigiosa location torinese. Si è  trattato di una serata in grande stile in cui 24 ragazze di rara bellezza si sono contese la vittoria. Patron della serata Domenico Barbano, da cinque anni responsabile del concorso e fondatore di Hoas-History of Style, che si è dichiarato “molto soddisfatto della kermesse”.

Ha vinto il titolo di Miss Mondo Piemonte a soli 17 anni Letizia Turco, studentessa del Liceo Coreutico Teatrale Germana Erba al teatro Nuovo di Torino, allieva dell’Accademia CDH Cinema District Hub di Moda e Cinema, che è  conosciuta per scoprire nuovi volti della televisione, del cinema e della moda. Letizia suona da diversi anni il pianoforte, ama la moda, danza e recita e ha sfilato con i grandi brand della moda a Hoas Torino. Ora il suo desiderio è quello di diventare top model e attrice.

Miss Mondo Valle d’Aosta, 20 anni, è Rebecca Arnone, mentre Miss Liguria è Melissa Yucel.

Il primo giugno le ragazze partiranno alla volta di Gallipoli, dove si terranno le fasi finali del concorso nazionale al quale accedono 120 ragazze da ogni parte d’Italia. I primi tre giorni vi sarà  una pre selezione, dalla quale ne rimarranno 50 e, successivamente, 25.

Queste ultime accederanno  alla finalissima il 18 giugno prossimo.

Miss Mondo è nata in Gran Bretagna nel 1951 ed è stata fondata da Eric Morley, scomparso nel 2000, oggi passato nelle mani della moglie Julia. Insieme a Miss Mondo, Miss International e Miss Universo, si tratta di uno dei concorsi più pubblicizzati del pianeta.

Tutti insieme costituiscono il Big Four International Beauty Pageants

MARA MARTELLOTTA

Furto di ruote e cerchioni in pieno giorno

Arrestati in due dalla Polizia di Stato

Lunedì pomeriggio, gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e del Commissariato San Secondo hanno arrestato due persone, un quarantaseienne e un ventiduenne, per tentato furto aggravato.

Poco prima delle 13, giunge una segnalazione che indica la presenza di due persone in corso Agnelli che stanno smontando gomme e cerchioni di un veicolo in sosta caricandole, al contempo, su un altro veicolo. Il testimone fornisce una descrizione dei presunti autori del gesto. Gli agenti intervenuti, pur riscontrando quanto narrato dalla segnalazione non trovano sul posto le due persone indicate. A non grande distanza dal luogo, però, in corso Agnelli angolo via Bainsizza, gli agenti del Commissariato San Secondo intercettano i due i quali vengono bloccati mentre erano in procinto di allontanarsi a bordo di uno scooter.

A seguito di accertamenti, emerge che l’auto usata per caricare la refurtiva era rubata e alla stessa era stata applicata una targa posteriore anch’essa rubata. Nella disponibilità del quarantaseienne, gli agenti trovano diverse carte intestate a terze persone che vengono sequestrate per ulteriori accertamenti. Inoltre, nello scooter, gli agenti rinvengono altri documenti risultati rubati.

Alla luce dei fatti, oltre all’arresto per tentato furto, per i due scatta la denuncia in stato di libertà per ricettazione, riciclaggio della targa rubata e applicata sul veicolo rubato e porto di arnesi atti allo scasso. Il maggiore dei due viene denunciato anche per la ricettazione delle carte mentre il ventiduenne per guida senza patente.

Unc Piemonte promuove il Progetto “Save & Safe”

 Per sensibilizzare i consumatori al risparmio, ambiente ed economia circolare

La Presidente Patrizia Polliotto: “Ottima sinergia con U.Di.Con e Ministero del Lavoro

Unc Piemonte promuove sul proprio territorio di riferimento, il Nord Ovest d’Italia, il progetto dal titolo “Save & Safe – Save planet, Safe people” nato da una collaborazione tra U.Di.Con.- Unione per la Difesa dei Consumatori e UNC – Unione Nazionale Consumatori, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con Avviso n.2/2020 per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n.117 e s.m.l.- anno 2020.
Il progetto avrà una durata di 18 mesi e tra gli obiettivi generali del progetto rientrano principalmente quello di ridurre le ineguaglianze e di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo tramite sviluppo di azioni che facilitino l’accesso alle misure di sostegno e i servizi del sistema pubblico e privato.
L’emergenza sanitaria, che il nostro paese sta attraversando da un anno e mezzo, ha provocato un’emergenza sociale e, purtroppo, gli esperti concordano nel dire che la pandemia aggraverà ulteriormente la situazione economica di moltissime famiglie.
Il Progetto “Save & Safe – Save planet, Safe people” si propone di mettere il consumatore al centro, con particolare riferimento ai giovani consumatori, approfondendo tematiche come l’educazione alimentare, l’economica circolare, lo spreco alimentare, il sovraindebitamento, stimolando la proposta di soluzioni innovative e creative ed efficaci. Il progetto coinvolgerà giovani, famiglie, anziani e stakeholders vari con attività che sono state pensate proprio con un approccio trasversale.
Saranno realizzati strumenti informativi per specifici target di soggetti come il videogioco sul sovraindebitamento pensato per i più giovani, webinar/incontri con i cittadini, sarà realizzato un call-center e due sportelli presso le sedi nazionali U.Di.Con. e UNC presso i quali opereranno esperti che forniranno consulenza ai cittadini e realizzeranno dei percorsi “tailor-made” per prevenire o ridurre il rischio di sovraindebitamento o di povertà delle famiglie.
Verrà inoltre realizzato un sito web con due landing page sui siti delle associazioni proponenti, nelle quali sarà possibile consultare informazioni e i servizi realizzati con il progetto.
“Unc Piemonte persegue con vigore crescente l’azione di promozione penetrativa degli strumenti messi a disposizione da Unione Nazionale Consumatori per gli abitanti del Nord-Ovest, nostra area di riferimento. Si accentua così il dialogo istituzionale con i principali partners con cui la nostra storica Associazione consumeristica, prima in Italia dal 1955, approfondisce e risolve, in un’ottica di efficace problem-solving, le questioni di maggior rilievo in termini di impatto numerico e attualità legate al mondo del consumerismo”, chiosa l’Avvocato Patrizia Polliotto, coordinatrice regionale Unione Nazionale Consumatori Comitato Regionale Piemonte.

25 maggio 2005: la rimonta del Liverpool sul Milan

Accadde oggi

Ancora Milan in accadde oggi: sono passati 17 anni da quel triste giorno per i tifosi del Milan. Il 25 maggio del 2005 avvenne l’incredibile rimonta del Liverpool nella finale di Champions League proprio contro i rossoneri. Ad Istanbul un vero e proprio incubo per il Milan, una notte magica per i tifosi dei Reds. La squadra di Ancelotti chiuse il primo tempo con il nettissimo risultato di 3-0 grazie alle reti di Maldini, Crespo e Kakà.Coppa già in bacheca? Macché!!Un Liverpool mai domo ed infatti la squadra di Rafa Benitez operò un’incredibile e storica rimonta. I Reds ribaltarono la gara con le reti di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso. Il secondo tempo si chiuse così sul 3-3 e la gara si decise ai rigori con la oramai mitica vittoria degli inglesi. Una delle delusioni più brutte ed avvilenti nella grande storia del Milan.

Enzo Grassano

La gentrificazione elimina il ceto medio dalle grandi città. Anche a Torino

Tu chiamala, se vuoi, gentrificazione.

Che è, in pratica, il processo con cui i palazzinari delle grandi città individuano i quartieri degradati dove gli immobili costano poco, intervengono sulle autorità locali affinché vengano eliminati spacciatori e delinquenti vari, iniziano la riqualificazione delle abitazioni, cacciano gli inquilini poveri e mettono in vendita i nuovi appartamenti a prezzi elevati. Non è il caso di approfondire le modalità attraverso le quali un quartiere venga liberato dalla delinquenza mentre altri quartieri, poco interessanti per i palazzinari, restino ostaggio della malavita multicolore. Tanto è chiaro a tutti.

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La gentrificazione elimina il ceto medio dalle grandi città

 

Parlami di spreco, stop foodwaste

 #Parlamidispreco. Stop food waste. One Health. One Earth

LIVE DEL 26 MAGGIO 2022 ORE 18.00

La puntata del 26 maggio prossimo alle ore 18 della trasmissione “Parla con me”  sulla radio web Radiovidanetwork sarà  incentrata sul tema dello spreco alimentare e il titolo sarà “Parlamidispreco. Stop foodwaste“, condotta da Simona Riccio, founder della trasmissione Parla con Me e Social Media Manager del Caat. Si ritiene inoltre molto soddisfatta della live andata in onda sulla pagina Linkedin di Parla Con Me del 12 maggio scorso, in cui erano presenti la testimonial Onorevole Maria Chiara Gadda – Deputata di Italia Viva, nonché prima firmataria e promotrice della legge contro lo spreco alimentare insieme ad altre quattro realtà che concretamente e da anni si impegnano per combattere lospreco alimentare.

Le realtà che sono intervenute sono state:

Andrea Albert Maria Gasco  iThanks il primo assistente digitale contro lo spreco del cibo, grazie a loro le date di scadenza degli alimenti non saranno più un problema.

Marco Raspati  Regusto Società Benefit una piattaforma che collega imprese ed enti no profit per gestire le rimanenze di prodotto, attraverso la tecnologia

Julien Fanara  Phenix Italia grazie alla loro app si può acquistare cibo invenduto dai negozi a basso costo, permettendo ad ognuno di noi di fare qualcosa di concreto contro lo spreco di cibo.

Franco Dipietro  Biova Project il loro slogan: “Noi lo spreco ce lo beviamo” raccolgono il pane invenduto e lo trasformano in birra e anche in buonissimi snack.

Prima di comunicarvi chi saranno gli ospiti della puntata del 26 maggio, sempre sulla pagina Linkedin di Parla Con Me alle ore 18.00, vogliamo condividere con voi i feed-back dei i relatori intervenuti nella precedente puntata:

On.le Maria Chiara Gadda: Fiera di fare parte di una generazione che sta contribuendo a un cambio di passo sostanziale nelle parole dordine e nelle azioni concrete sul fronte della sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Andrea Albert Maria Gasco: L’evento è stato molto bello, soprattutto per il confronto e l’argomento. Per fare un qualcosa di fisico molto ben volentieri! Noi ci siamo!.

Marco Raspati: “Dal 2016 a oggi abbiamo affrontato un percorso evolutivo arrivando a consolidare una piattaforma con tecnologia blockchain totalmente a impatto zero. Stiamo costruendo uneconomia intorno alla gestione dello spreco, che diventa risorsa ridistribuita creando valore positivo per la comunità e lambiente. Regusto gestisce i prodotti a rischio spreco generando soluzioni a problematiche sociali, economiche, ambientali, convertendo i prodotti in pasti equivalenti distribuiti, in costi recuperati e in benefici ambientali.

Julien Fanara: “Oggi le opportunità di confronto sul tema dello spreco alimentare non sono mai abbastanza. Il format curato da “Parla con Me” su questo tema è stata un’ottima occasione per potermi confrontare e scambiare idee eopinioni con grandi professionisti che hanno fatto della lotta allo spreco, la propria mission. È stato per me un onore potervi prendere parte, raccontando dell’impegno di Phenixin Italia!”.

Franco Dipietro: Generare nuovo valore da quello che oggi è considerato uno scarto, ecco una missione imprenditoriale degna di essere vissuta.

Per riascoltare la puntata, cliccate qui: https://bit.ly/39ezHDG

Parlami di Spreco è l’iniziativa che pone al centro del dibattito l’ampio tema dello spreco alimentare sia per umani sia per animali, che affligge il nostro Paese ed il nostro pianeta sotto molti punti di vista. Parlami di Sprecovuole offrire una tavola rotonda dove gli ospiti quali aziende e personalità di spicco discutono il loro impegno nella lotta contro lo spreco alimentare, mettendo al centro le soluzioni innovative per contrastarlo con lauspicio di sensibilizzare e rendere consapevoli la maggior parte delle persone al fine di contrastare lo spreco alimentare.

Gli ospiti della puntata del 26 maggio saranno:

Gabriella Stailova – Responsabile di produzione Azienda Agr. Venditti Fabio

Claudio MenconiChef decoratore TV

Francesco Colicci – Co-Founder e Presidente EquoeventoOnlus

Luigi Vendola – Giornalista ambientale e Responsabile progetti – Eco Dalle Città

Per seguire la puntata, seguite il link:  https://

I cento anni di Enrico Berlinguer

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Un secolo fa nasceva a Sassari Enrico Berlinguer. Il 25 maggio del 1922 era un giovedì e in Italia il fascismo si preparava alla presa del potere imponendo con la forza la dittatura del regime. Il padre era l’avvocato Mario Berlinguer, antifascista e discendente da una famiglia nobile, ufficiale durante la Grande guerra e in seguito, dopo la Liberazione, esponente del Partito d’Azione e a lungo parlamentare socialista.  

La madre, Mariuccia Loriga, era cugina della madre di Francesco Cossiga e figlia del medico igienista Giovanni Loriga, un sassarese di Osilo che si occupò delle condizioni mediche e sociali dei lavoratori specializzandosi nello studio della medicina del lavoro tanto da venire considerato uno dei padri della disciplina. Nella città più estesa della Sardegna, nel nord-ovest dell’isola dei Quattro Mori, trascorse infanzia e adolescenza, frequentando il liceo classico Azuni e iscrivendosi a 18 anni, nel 1940, alla facoltà di Giurisprudenza. A metà agosto del 1943 si iscrisse al Pci clandestino ricevendo la tessera nella serra del comunista pistoiese Renato Bianchi. Il ventunenne Berlinguer costituì e divenne segretario del circolo giovanile comunista che, alla fine di quell’anno, contava una cinquantina di aderenti tra giovani operai e studenti. In una Sardegna sempre più povera e  affamata, nel gennaio del 1944, il futuro segretario generale del Pci e i militanti del movimento giovanile comunista parteciparono attivamente ai cosiddetti moti del pane di Sassari, rivendicando la distribuzione di generi alimentari, in particolare pane, pasta olio. Arrestato, Berlinguer rimase in prigione quattro mesi, fino al 25 aprile di quell’anno. Il rapporto di polizia scrisse che “il B., seguendo la nota prassi comunista, si è chiuso in un assoluto mutismo”. A settembre si trasferì a Roma con la famiglia e successivamente a Milano dove lavorò nel Fronte della gioventù, il movimento politico fondato da Eugenio Curiel per coordinare l’arcipelago delle organizzazioni giovanili antifasciste. La sua carriera politica nel Pci iniziò nel gennaio del 1948, quando a ventisei anni entrò nella direzione del partito e meno di un anno dopo diventò segretario generale della FGCI, la Federazione giovanile comunista. Nel corso dei trentacinque anni che seguirono la sua vita, il pensiero e l’azione si intrecciarono con la storia della nazione.

Compromesso storico, austerità, eurocomunismo, questione morale sono termini del lessico berlingueriano che danno la misura dell’importanza del suo ruolo nella storia della sinistra non solo italiana. Enrico Berlinguer morì l’11 giugno del 1984 a Padova, durante un comizio elettorale per il rinnovo del parlamento europeo. Aveva solo sessantadue anni. Le immagini che restano nella memoria, per lo più in bianco e nero, ci rimandano il suo viso scavato, il corpo minuto. Una velata malinconia nello sguardo, il timbro di una voce antica. Quella stessa voce che proponeva con lucidità una visione del mondo nuova; la necessità di osare scelte più avanzate, di cambiamento, dove impegnare i destini di un popolo che si diceva comunista ma di un tipo del tutto originale, italiano e democratico, innervato nella Costituzione repubblicana. Sembrava un uomo fragile e delicato, Enrico Berlinguer. Gentile, riluttante, pacato, colto. Uomo di unità, affezionato alle speranze dei giovani, schivo e apparentemente inadatto alla leadership al punto che, come qualcuno disse, stava male prima di ogni incontro televisivo. Un uomo, secondo Alfredo Reichlin (scomparso nel marzo del 2017, con il quale ebbi l’onore di lavorare quand’era direttore de L’Unità, glorioso giornale che ora non c’è più) che per conformazione fisica e psicologica “poteva fare il bibliotecario”, ma che si dimostrò un eccezionale e insostituibile “capo di un popolo”. La folla che lo salutò in occasione dei funerali per le strade del centro di Roma fu la testimonianza più evidente dell’amore che il popolo italiano provava per questo uomo gracile e forte allo stesso tempo, partito dalla Sardegna non per fare la “carriera politica” ma per “impegnarsi nella politica”. Tra quei drammatici fotogrammi che accompagnano i suoi ultimi istanti in piazza della Frutta ce n’è uno, quasi impercettibile a un osservatore poco attento: quello del suo ultimo sorriso alla folla, dopo aver pronunciato le sue ultime parole “...lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini”.

In quel sorriso  è racchiusa l’anima di Berlinguer. La bellezza di chi ha scelto di occuparsi in maniera disinteressata degli altri; di avere uno scopo nella vita che va oltre se stessi. In quel sorriso è racchiuso un manifesto politico, troppo in fretta archiviato dopo la sua morte e troppo strumentalmente rispolverato per esigenze di propaganda. Il sorriso di un uomo che è ancora tra noi perché le sue intuizioni politiche e culturali avevano scavato nel profondo della crisi italiana, ne avevano tirato fuori i nervi scoperti attraverso i quali si poteva vedere il futuro della nostra società e dell’Europa. Un uomo fatto passare per un conservatore e che, all’opposto, sapeva leggere con visionaria lucidità il cambiamento in corso, cercando di proporre una via d’uscita democratica, non populista. Berlinguer riuscì ad affrontare un tema ostico e da molti mal digerito come l’austerità che non aveva nulla a che vedere con le ricette neoliberiste e monetarie ma con l’idea di affrontare il tema dei consumi e della produzione all’interno di una società più giusta, sobria, solidale, democratica, attraverso una migliore distribuzione dei redditi e una condivisa responsabilità tra le classi che esistevano (e che esistono) ancora. Un discorso che affascinò il cattolicesimo progressista e che confermò quella diversità dei comunisti italiani che si fondava non certo sulla purezza ideologica ma sull’appartenenza a una comunità e a un’idea della politica basata su una visione morale (e non moralista) intesa come servizio, studio, avanzamento e lotta democratica. Si dirà che il mondo è cambiato, è più veloce, ha altre esigenze, e che sono stati commessi tanti errori lungo il cammino. Non c’è nulla di più vero. Gi stessi che sostengono queste tesi spesso argomentano le loro analisi con la denuncia su come il nostro paese sia cambiato in peggio, per la crisi e per lo spazio esiguo che hanno le giovani generazioni, per l’assenza di futuro.

Forse è cambiato in peggio anche perché, invece di contrastare alcune derive, le abbiamo assecondate; perché si è stati troppo indulgenti nello sposare parole d’ordine, modi di essere, ideologie che non appartengono a una parte che si propone di essere la parte dei più deboli; perché così tanto impegnati a ricercare il futuro si è pensato, più volte in questi anni, di trovarlo gettando via le lezioni del passato. Ecco perché, senza nostalgie ma con il senso dell’attualità, riemerge potente l’insegnamento di Berlinguer. Perché non basta un tweet per “riempire la propria vita”, ma occorre riscoprire il pensiero lungo, quello che invita a guardare al mondo con realismo e creatività, innovazione e obiettivi proiettati nel futuro. Quel “pensiero lungo” che non è ideologia arrugginita né fuga dalla realtà, manca molto alla politica di oggi. E Berlinguer qui pensieri lunghi li cercava nelle suggestioni che arrivavano dall’ambientalismo, dal pacifismo, dai movimenti delle donne. Con il sorriso di chi diceva: “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”. Parole dette con un sorriso, dolce e determinato. Parole di Enrico Berlinguer.

Marco Travaglini

 

Ricerca antitumorale, il Poli scende in campo

LA RICERCA ANTI-TUMORALE DEL POLITECNICO DI TORINO FINANZIATA DALLO EUROPEAN RESEARCH COUNCIL DELLA COMMISSIONE EUROPEA

 

La ricerca della professoressa Valentina Cauda del Dipartimento DISAT è stata selezionata da ERC tra i vincitori delle sovvenzioni “Proof of Concept” per esplorare il potenziale commerciale o sociale dei progetti di ricerca di frontiera.

Il finanziamento, del valore di 150 mila euro, fa parte del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea

 

Il progetto AI CUrES (AI to predict Cancer metastasis using Ultra-Echo-Sono imaging) – sviluppato dalla professoressa Valentina Cauda del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT al Politecnico di Torino – mira a proporre nuove metodologie per la diagnosi precoce delle metastasi tumorali, acquisendo nuove conoscenze nella fase iniziale della loro formazione con un approccio in tempo reale e possibilmente predittivo, che può essere decisivo per il futuro dei pazienti oncologici.

Grazie al carattere particolarmente innovativo e al grande impatto potenziale di questo progetto, la professoressa Cauda è stata selezionata tra i 55 progetti beneficiari del contributo ERC PoC-2022 da parte dello European Research Council della Commissione Europea. la sovvenzione è finalizzata alla realizzazione di “Proof of Concept”, cioè prototipi dimostrativi per esplorare il potenziale commerciale o sociale dei progetti di ricerca di frontiera. AI CUrES è stato selezionato tra 96 progetti presentati da ricercatori e ricercatrici ERC di tutta Europa e prevede un finanziamento di 150 mila euro, parte del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea.

Le metastasi sono la principale causa di morte delle malattie tumorali e costituiscono ancora oggi un’emergenza clinica irrisolta, che richiederebbe un intervento tempestivo sia in termini di diagnosi precoce sia di terapie preventive da attuare quanto prima, non solo contro il tumore primario, ma soprattutto nei primi stadi di formazione delle metastasi. La metastasi è il risultato di un complesso meccanismo, ancora oggi oggetto di molti studi, che vede la circolazione di materiale biologico, in particolare vescicole extracellulari (EVs), dal sito del tumore primario verso altri tessuti.

Come confermato da recenti ricerche, credo che sia possibile sfruttare le EVs specificamente prodotte da un tumore primario, qui nello specifico derivanti dal cancro del colon-retto, per comprendere meglio il potenziale metastatico di un tumore – spiega la professoressa Valentina Cauda – In AI CUrES combineremo le nanotecnologie e una tecnica di imaging multimodale ad alta risoluzione alle EVs, per monitorare la loro circolazione in ambiente biologico, lavorando dalle colture cellulari in vitro, agli organoidi 3D, fino ad arrivare ai modelli in vivo, per avvicinarci passo dopo passo alla complessità del corpo umano. L’uso di algoritmi di intelligenza artificiale aiuterà nell’elaborazione delle immagini raccolte sulle EVs in circolazione emesse dalle cellule tumorali alle cellule riceventi. Questo lavoro ha come visione futura l’ambizione di prevedere i possibili esiti clinici nei pazienti affetti dal tumore al colon retto, nonché in un futuro remoto estendibile ad altre patologie oncologiche, e di aiutare a impostare terapie preventive in maniera tempestiva”.

Al Politecnico la professoressa Cauda guida il TrojaNanoHorse Lab con un gruppo di ricerca di quasi 20 persone al DISAT. Il TNH Lab è stato lanciato nel 2016 grazie al suo ERC Starting Grant “TrojaNanoHorse” da 1,5 milioni di euro, da cui deriva non solo il progetto “AI CUrES”, ma anche l’ERC “PoC XtraUS”, tuttora in corso, che terminerà nel mese di agosto. Il laboratorio offre un asset di ricerca multidisciplinare nel campo della nanomedicina, studiando l’uso delle nanoparticelle per la terapia del cancro e la sua diagnosi.

Maggiori informazioni dedicate al progetto AI CUrES finanziato sono disponibili al seguente link: https://www.tnhlab.polito.it/AI_CUrES/

Maggiori informazioni sullo European Research Council-ERC

 

ERC, istituito dall’Unione europea nel 2007, è la principale organizzazione europea di finanziamento per la ricerca di frontiera di eccellenza. Finanzia ricercatori creativi di qualsiasi nazionalità ed età, per la realizzazione di progetti in tutta Europa. ERC offre quattro schemi di sovvenzioni principali: Starting Grants, Consolidator Grants, Advanced Grants e Synergy Grants. ERC è guidato da un organo di governo indipendente, il Consiglio scientifico. Dal 1° novembre 2021, Maria Leptin è Presidente di ERC. Il bilancio complessivo di ERC dal 2021 al 2027 è di oltre 16 miliardi di euro, nell’ambito del programma Horizon Europe, sotto la responsabilità del Commissario europeo per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, Mariya Gabriel.

In totale, circa 1530 progetti PoC hanno ricevuto finanziamenti dal 2011. Con i fondi aggiuntivi, ricercatori e ricercatrici ERC possono, ad esempio, verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità commerciali o preparare domande di brevetto. Secondo una recente indagine, più della metà dei ricercatori che hanno ottenuto sovvenzioni PoC hanno creato aziende o trasferito i risultati delle loro ricerche ad aziende già esistenti.

Come candidarsi alla prossima tornata di finanziamenti?

 

Ricercatori e ricercatrici ERC possono ancora candidarsi per i finanziamenti PoC in due ulteriori tornate del bando nel 2022. La prossima scadenza sarà il 29 settembre 2022. Ulteriori informazioni su come candidarsi per il PoC

Il Dito di Dio: Pablo Trincia racconta il disastro della Costa Concordia

Al Salone del Libro di Torino

Erano le 21:45 quando la Costa Concordia naufragava nelle acque gelide dell’ arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del Giglio in una fredda notte del 13 gennaio del 2012, impattando contro gli scogli delle “Scole” e riportando una falla lunga 36 metri sul lato sinistro della carena.
Qualche ore dopo, il gigante marittimo- dal valore stimato di 450 milioni di euro- si inclinava sul lato di dritta, con uno sbandamento prossimo ai 90°, naufragando definitivamente a 00:42.
La Costa Concordia è stata la più grande nave della Marina Mercantile italiana, assumendo il ruolo di ammiraglia fino al 2007. Il suo ultimo viaggio era iniziato a Savona con a bordo 4.229 persone (di cui 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio). La crociera “Profumo d’Agrumi” prevedeva una rotta dislocata su tutto il Mediterraneo passando da Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia per concludere la rotta proprio nella città di partenza, Savona.
Durante quella tragica notte di dieci anni fa, moriranno 32 persone, di cui 27 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio diversi per età e nazionalità.
Per omaggiare e raccontare la vita e l’intreccio tragico e magico dei destini delle persone a bordo, Pablo Trincia- autore televisivo e giornalista- scrive e legge “Il dito di Dio” podcast originale Spotify. Lo abbiamo incontrato al Salone Internazionale del Libro a Torino dove ha letto e raccontato alcune storie tratte del suo ultimo libro “Romanzo di un naufragio” (Einaudi editore), sequel letterario del podcast.

Uno dei grandi protagonisti di questa tragica storia è stato l’assurdo e misterioso incrocio dei destini delle persone presenti a bordo. Quanto è stato importante questa tematica nello sviluppo narrativo del podcast prima e del libro poi?

Il destino nella storia della Costa Concordia è tutto: è lo scheletro che regge il racconto. Infatti, ogni persona che presente quella notte sulla nave, ci è finita per uno strano intreccio di date, eventi e coincidenze. Questo è l’elemento dominante della narrazone. Tutti abbiamo un destino, ma quando finisci in quelle situazioni ti domandi “perchè proprio io sono arrivato in quel posto a quella determinata ora?”.

I destini delle vite dei passeggeri della Concordia sembra essersi intrecciati anche dopo quella tragica notte. Quanto è stato complesso per te raccontare il prima e il dopo delle vite dei protagonisti – inconsapevoli – di quella tragedia?

Molto, ascoltare le vicende delle persone presenti sulla nave è stato difficile. Mi sono trovato a commuovermi più di una volta, però è anche bello quando il racconto diventa così intenso.

L’altro grande protagonista di questa storia è stato il Comandante Francesco Schettino. Hai sottolineato la difficoltà di “mettersi nei panni” di un soggetto che ha compiuto le azioni che tutti conosciamo, per garantire una lettura più oggettiva possibile. Quanto è stato complesso distaccarsi da un giudizio morale su di lui? Pensi di esserci riuscito?

Sì, penso di averlo raccontato senza giudizio ma semplicemente narrando i fatti. Non mi sono messo a giudicarlo: lo aveva già fatto un tribunale oltre che tutto il mondo. L’ho semplicemente raccontato.

Passando all’iconografia della nave (un gigante da 290,20 metri di lunghezza e da 35,5 metri di larghezza), quali sono state le tue prime sensazioni quando hai visto le immagini di quel colosso riverso sul un lato e quasi completamente naufragato nelle acque dell’Arcipelago toscano?

Faceva impressione vedere delle immagini del genere in TV perché è qualcosa che non vedi abitualmente. Quando raccontavo la storia ho sempre cercato di tenerla a mente e l’ho guardato un sacco di volte. Inoltre ho cercato tutte le fotografie possibili perché volevo raccontarla bene. E’ un’immagine fortissima ed è anche il motivo per cui questa storia è rimasta così impressa nella testa delle persone.

La tua carriera da podcaster inizia nel 2017 con “Veleno”, inchiesta realizzata con la collaborazione della giornalista Alessia Rafanelli e narrata in sette puntate.
Trovo un legame tra quella storia e questa: il tragico destino che accomuna intere famiglie e le lega definitivamente. Sembra che tu sia particolarmente legato ai racconti che hanno come protagonisti le famiglie. E’ così?

E’ una domanda molto bella perché è vero. Mi piace l’idea di raccontare i nuclei familiari perché sono il primo mondo che abbiamo intorno a noi ed la prima cerchia di cui facciamo parte. Sono ricche di persone, caratteri e comportamenti che mi affascinano. Per la stessa ragione sono appassionato dalla letteratura latino-americana che ha come protagonista intere generazioni familiari tutte legate da un filo rosso. Quindi penso di avere una particolare propensione a questa tipologia di racconto.

Valeria Rombolà

Città della Salute, costi in aumento

DAL CONSIGLIO REGIONALE

L’aumento dei costi edili si ripercuote sulle gare per le Città della Salute di Torino e Novara. Nel corso dell’informativa in quarta Commissione sullo stato di avanzamento dei lavori per realizzare le due strutture, l’assessore regionale alla Sanità ha spiegato che si sta lavorando con Anac per trovare un meccanismo che consenta di rivedere i prezzi, evitando che le gare vadano deserte. La Regione ha predisposto un emendamento per chiedere l’estensione delle procedure di revisione dei prezzi anche per le gare in corso prima del 27 gennaio e, in attesa che venga recepito, l’Azienda Città della Salute di Torino ha prorogato di tre mesi i termini per le ditte che entro fine maggio avrebbero dovuto presentare il progetto definitivo, in modo che i lavori possano comunque essere affidati entro fine anno, come da cronoprogramma.

Sempre per la Città della Salute di Torino – ha aggiunto l’assessore – dal settembre scorso procedono i lavori di bonifica del lotto 1, su cui sorgerà l’Ospedale. Se non ci saranno intoppi, tale operazione si concluderà entro la fine dell’estate.

Rispetto al progetto originario della Giunta precedente, è stato previsto che il Regina Margherita non entri a far parte del Parco della Salute di Torino e che i 100 posti previsti per l’area pediatrica vengano destinati all’area ostetrico-ginecologica senza aumento di costi e senza variare la gara in corso.

Un discorso a parte – ha sottolineato l’assessore – va fatto sul taglio dei 641 posti operato a suo tempo dalla precedente Amministrazione e che oggi impone una riflessione sull’offerta di cura complessiva, tenendo conto della necessità di assicurare a Torino e ai suoi cittadini un adeguato numero di posti letto per le patologie ad alta intensità che richiedono ospedalizzazione. Scenari che sono al vaglio della Cabina di regia, anche alla luce  delle incognite rappresentate dal costo finale della bonifica e del manufatto, ad affidamento avvenuto.

Per quanto riguarda Novara, ha poi spiegato l’assessore, dopo che le sette aziende concorrenti non hanno presentato offerte giudicando i massimali insostenibili, abbiamo chiesto all’Azienda di effettuare una revisione dei prezzi che è stata pari a 79 milioni. Il Ministero ha inoltre chiesto di aggiungere 20 milioni per eventuali imprevisti. L’aumento del prezzo per Novara è stato dunque di  99 milioni, per un totale di 419 milioni.  Rimane invariata la parte costruttiva  del progetto.

Il dibattito è stato aperto dal Pd, che ha sottolineato la necessità di procedere speditamente con entrambe le Città della Salute e l’importanza di programmare i posti letto per Torino anche alla luce del previsto rifacimento del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia e del futuro ospedale dell’Asl To5.

Luv ha chiesto che la Commissione effettui un sopralluogo ai cantieri della Città della Salute di Torino e ha insistito sulla necessità di privilegiare fonti ecocompatibili per l’approvvigionamento energetico.

Monviso ha sottolineato, soprattutto per Torino, la necessità di valutare la situazione delle vie, mentre il M5s ha evidenziato come, nel caso di Novara, il dimensionamento risalga a più di un decennio fa e che, se esso fosse più simile a quello dei nuovi nosocomi, si potrebbe forse pensare a qualche margine sui costi. Sul punto i tecnici dell’Assessorato hanno ribadito che i vincoli architettonici ed urbanistici previsti dal piano regolatore di Novara e storici del Parco della Battaglia hanno previsto un intervento diffuso orizzontalmente, incrementando spazi di collegamento.

La Lega si è dichiarata disponibile a fare quanto sarà necessario per contrarre al massimo le tempistiche affinché le due opere vedano la luce.

La Commissione ha poi iniziato le prime determinazioni sulla Proposta di legge 187, Riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione, di cui è prima firmataria la capogruppo del M5s.

Il provvedimento intende disciplinare l’attività di tatuaggio e dermopigmentazione per garantire, soprattutto dal punto di vista sanitario, chi vi si sottopone. Si prevedono corsi formativi e di aggiornamento per gli operatori e ne viene normata l’attività. Alla Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione, toccherà adottare il regolamento attuativo che individui, tra l’altro, i requisiti e i criteri di priorità per l’accesso a contributi per la realizzazione di tatuaggi con finalità mediche per ridurre il disagio psicologico delle persone che si sono sottoposte a interventi di asportazione e ricostruzione dell’areola mammaria. Si prevede, per quest’ultimo fine, lo stanziamento di 87,5 mila euro per il 2022 e di 175 mila per il 2023 e il 2024.

La Pdl viene ora inviata al Cal per il parere, mentre la consultazione dei soggetti interessati si svolgerà nella seduta di Commissione di lunedì 13 giugno. Relatori in Aula saranno per la maggioranza Fi e per la minoranza M5s, Pd e Luv.