Al termine degli interventi di riqualificazione, riapre oggi con un aspetto completamente rinnovato il giardino di strada della Magra, nel quartiere Barca: più accessibile, con nuove pavimentazioni lungo i viali, nuovi giochi e spazi per la socializzazione. La cerimonia di inaugurazione si terrà oggi, martedì 5 agosto alle ore 17.30, alla presenza dell’assessore Francesco Tresso e del Presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto.
Nel dettaglio, l’area giochi è stata ampliata e arricchita da nuove attrezzature ludiche per i più piccoli – un’altalena, un gioco a molla, uno scivolo – mentre per i più grandi è stata installata una nuova attrezzatura calisthenics. Rinnovata anche la pavimentazione in gomma antitrauma e resa più sicura l’area, con l’adeguamento delle piastre e la posa di cordolature in calcestruzzo. Per migliorare l’accessibilità all’area giochi sono stati ripristinati i viali d’accesso, realizzati in pavimentazione drenante per aumentare la permeabilità del terreno. Per migliorare la sicurezza dell’area è stata completamente rifatta la recinzione perimetrale del giardino. Significativo anche l’intervento sul verde, con il ripristino di quasi mille mq di prato. Novità anche sugli arredi: i vecchi tavoli da picnic in legno, ammalorati, sono stati sostituiti da due nuovi tavoli in acciaio, sono stati effettuati interventi di manutenzione sulle panchine e posati nuovi cestini porta rifiuti.
I lavori sono stati realizzati con fondi PNRR nell’ambito del Piano Integrato Urbano della Città di Torino, che prevede interventi di manutenzione straordinaria nelle aree verdi interne e limitrofe alle biblioteche civiche. In totale sono 36 in totale le aree interessate, di cui 28 aree giochi. Per il giardino di strada della Magra, la biblioteca di riferimento è la Rita Atria di strada San Mauro.



Fu il governo Monti a bloccare il ponte sullo stretto di Messina che ora ha trovato nell’attuale governo chi intende riprendere il lavoro erroneamente interrotto. Queste polemiche sul ponte di Messina che si trascinano da tanti anni, rivelano una visione provinciale che condanna il Sud e la Sicilia a rimanere indietro ed isolata, sarebbe proprio il caso di dire. Sono stato ad Istanbul e i due ponti che collegano le sponde del Bosforo, opera di un’impresa italiana, sono elementi essenziali della vita della grande metropoli che lega Occidente e Oriente. In Turchia erano tanto più avanti di noi. Bloccare tutto perché potrebbe esserci la mafia ad approfittarne è un ragionamento obsoleto che offende in primis i siciliani. Non parliamo degli ambientalisti che vedono nel ponte colate di cemento destinate a distruggere la natura. Il cemento della speculazione edilizia può essere a volte delittuoso, ma il cemento per un’opera pubblica ciclopica come un ponte è cosa indispensabile. E’ persino un’ovvietà. Ci possono anche essere alcune obiezioni legittime perchè le aree sismiche interessate devono prevedere la massima cautela, come ci dimostra l’esperienza giapponese. Ma essere per principio contrari alle grandi opere è cosa non accettabile che ha gravemente penalizzato l’Italia in generale. C’è stato chi ha definito l’impresa del ponte “un vecchio modo predatorio di concepire il mondo“ . Il vecchio, insostenibile modo di bloccare tutto, ululando alla luna, ha ridotto l’Italia a non essere più da tempo al passo con la modernità. La decrescita felice deve finire una volta per tutte. Cominciamo dal ponte, ben sapendo che l’arretratezza italiana non è solo a Villa San Giovanni e a Messina.