ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

Mazo de la Roche “Il padrone di Jalna” -Fazi- euro 18,00
Ecco il quarto capitolo della saga di Jalna, di Mazo de la Roche, (dopo “Jalna”, “Il gioco della vita” e “La fortuna dei Finch”) in cui la scrittrice canadese -di enorme successo negli anni Trenta- ha narrato la storia della famiglia Whiteoak proprietaria della vasta tenuta in Canada. Una delle saghe più famose della letteratura del 900.
Ora, dopo la morte della matriarca Adeline, la famiglia rischia di perdere tutto.
A dirigere il clan è Renny che ha preso in mano le redini della famiglia e della tenuta, nella quale vivono i 3 zii anziani, fratelli e sorelle con le rispettive famiglie. Un bel guazzabuglio di personalità diverse da gestire, tra rancori vecchi e nuovi, intrighi….insomma la commedia umana sciorinata in una delle saghe più intriganti di tutti i tempi.
Renny si trova a fronteggiare, prima di tutto, la penuria di denaro; poi a tormentarlo c’è la decisione dell’amministrazione locale che, per ampliare la strada, ha deciso di abbattere le querce secolari al confine della tenuta. Quegli alberi sono il simbolo di Jalna e Renny intende proteggerli a qualsiasi costo.
Ma i problemi non si limitano a questo. La sua natura di donnaiolo sta mettendo parecchio in crisi il suo rapporto con Alayne; per di più si scontrano sull’educazione della figlia Adeline. La ragazza ha ereditato la tempra dell’omonima nonna e dà parecchio filo da torcere.
Ma queste solo alcune delle questioni che vi coinvolgeranno in una lettura appassionante.

Roy Jacobsen “Gli invisibili. Saga dei Barrøy” -Iperborea- euro 18,00
E’ il primo volume della quadrilogia che il pluripremiato scrittore norvegese ha dedicato alla storia di una famiglia di pescatori che vivono su un’isola minuscola a sud delle Lofoten.
Jacobsen, che è anche sceneggiatore e autore di libri per bambini, è uno dei più importanti scrittori norvegesi contemporanei ed è stato in lizza tra i finalisti dell’International Booker Prize nel 2017.
La saga narra la storia di tre generazioni di una famiglia di pescatori alle prese con la vita difficile e la sopravvivenza, a partire dall’inizio del secolo scorso. Vivono su una sperduta, minuscola isola, una delle migliaia che spuntano dal mare al largo delle coste norvegesi dello Helegeland, a sud delle isole Lofoten.
E’ su quell’impervio fazzoletto di terra brulla che vivono i Barrøy: hanno lo stesso nome dell’isola e sono gli unici abitanti di quello spazio.
Ci sono il vecchio Martin e la moglie Maria –donna inquieta che arriva da un’altra isola e rimane sempre un po’ estranea-. I figli Hans e Barbro, folle e coraggiosa, l’unica a fuggire davvero. E poi la piccola Ingrid che cresce in questa realtà, dove scorrazza impavida alla scoperta delle meraviglie possibili su una lastra di ghiaccio, incurante del pericolo in agguato.

Un microcosmo di creature la cui vita è poco più che sussistenza: poca terra coltivabile, esigui pascoli per il bestiame, la pesca solo quando le tormente, gli uragani e le tempeste di neve e ghiaccio lo consentono.
Un nucleo in cui i ruoli sono precisi e ben definiti: gli uomini a pescare, le donne, Maria e Barbro, invece riparano le reti da pesca, raccolgono le uova di edredone, cucinano il poco che hanno.

E’ la natura gigantesca e potente che qui fa da sovrana, domina le loro esistenze e non fa sconti. Orizzonte sconfinato, silenzio, paesaggi che mutano con il volgere delle stagioni scandiscono vita e occupazione dei Barrøy. E balza agli occhi il fortissimo contrasto tra uomo e natura.
Eppure il legame della famiglia con l’isolotto è simbiotico, un cosmo in miniatura dove la lotta per la sopravvivenza non concede tregua. I personaggi nutrono l’inconfessabile desiderio di andarsene verso lidi più ospitali; l’idea della fuga però resta un sogno, perché il legame con l’isolotto è più forte di tutto il resto, una sorta di idillio che nulla può scalfire.

Ayesha Harruna Attah “Zainad conquista New York” -Marcos Y Marcos- euro 18,00
E’ il terzo romanzo della scrittrice ghanese Ayesha Harruna Hattah, una delle voci più interessanti della narrativa africana contemporanea. Racconta le peripezie di una giovanissima immigrata di colore, appena 20 anni e tanti sogni nel cassetto.
Vuole diventare disegnatrice di fumetti e dare vita ad una propria graphic novel a New York, città che la fa sentire al centro della vita. Mentre la sua famiglia rimasta in Ghana vorrebbe per lei un percorso più tradizionale, Zainad ha deciso di seguire uno stage estivo in America, per poi frequentare i corsi alla School of Visual Arts di New York. Così plana nella sfolgorante Big Apple…..dove non tutto luccica come potrebbe sembrare.
Allora seguiamo Zainab che vaga alla ricerca di una casa. Impresa complessa, che si scontra subito con un materasso pulcioso nella stanza che avrebbe dovuto affittare per ben 500 dollari, e dalla quale fugge con una scusa prima ancora di aver disfatto il bagaglio.
Il sogno americano si rivela piuttosto complicato da realizzare e le difficoltà intralciano continuamente il suo cammino.
Le case in affitto non sono quelle promesse dalle agenzie, lo stage è più noioso di quello che pensava e, poiché siamo nel 2006, la tragedia delle Torri Gemelli ha accentuato il clima di sospetto nei confronti degli stranieri. Ma Zainab non molla e passa da una sistemazione all’altra, a partire dall’ospitalità angusta di parenti nel Bronx.
La bellezza del romanzo alberga soprattutto nel continuo dialogo interiore tra Zainab e le voci di tre sue antenate che sente rimbombare nella testa e l’accompagnano nell’avventura.
Sono la trisnonna Jamila, la bisnonna Zeina e la nonna Mma Fati, che le parlano, la consigliano, la guidano, la sgridano all’occorrenza e soprattutto la ispirano continuamente. Tre voci potenti che si avvicendano nella sua testa fin dai primi passi sul suolo straniero.
E al di là degli incontri, delle soluzioni, e delle amicizie che stringerà Zainab, il romanzo diventa un affascinante spaccato di vita della giovane; arricchito dalle voci del passato che ci danno la misura della potenza della tradizione, ma anche del cammino verso l’emancipazione. Voci ancestrali che ricompattano storia familiare, nostalgie, malinconie e tanto altro ancora.

Julia Chapman “Appuntamento con la morte” -Neri Pozza- euro
Julia Chapman è lo pseudonimo di Julia Stagg, conosciuta autrice britannica di romanzi gialli; questo è il primo capitolo della serie poliziesca “The Dales Detective Series”, articolata in 7 volumi, ambientata nelle verdi e apparentemente tranquille colline dello Yorkshire, nel cuore dell’Inghilterra.
La storia si svolge nel villaggio di Bruncliffe, che in realtà non esiste; l’autrice ha volutamente inserito uno spicchio di finzione nel mezzo di una vera mappa, perché il mondo in cui è ambientato il giallo è reale.
Il piccolo paese ha un passato di prosperità industriale, ma ora le fabbriche sono dismesse e parecchi posti di lavoro andati in fumo. La comunità si è rinserrata in se stessa, tutti sanno tutto degli altri, le notizie corrono veloci di bocca in bocca, nulla sfugge e si guarda sempre con sospetto chi non ne fa parte.
Su questo sfondo si dipana la trama gialla, con morti sospette e un’improbabile coppia di detective a svolgere le indagini.

Lì vive e si arrabatta come può Delilah Metcalfe, esperta informatica che cerca di guadagnarsi da vivere con un’agenzia di appuntamenti online, “La Dales Dating Agency” DDA. Però gli affari non vanno per niente bene e lei è sempre a contrattare con la banca per ottenere dilazioni nei pagamenti. Non le resta che affittare un piano del caseggiato, così da ricavare almeno un’entrata fissa.

Ed ecco che a scuotere la sonnolenta cittadina arriva su una moto rombante una sorta di figliol prodigo, è Samson O’Brien, cresciuto a Bruncliffe, con alle spalle un passato turbolento e un padre alcolizzato.
Samson aveva lasciato la cittadina oltre 10 anni prima, ora è un ex agente di Scotland Yard sotto copertura, ma sospeso dal servizio e in attesa di sapere se può tornare alla sua vita londinese oppure se deve reimpostare il suo futuro.
Nel frattempo ha deciso di tornare a casa ed aprire un’agenzia investigativa. Quando Delilah scopre che il suo affittuario è lui, la cosa non le aggrada per nulla. I due si conoscono da sempre, sono cresciuti insieme, ma tra loro non correva buon sangue ed anche ora abbondano incomprensioni e battibecchi.
Fin qui la parte più divertente, ma la morte è al centro della trama. Viene scoperto il corpo senza vita di Richard Hargreaves, falciato da un treno sotto il quale sembra si sia buttato di sua volontà. Suicidio o meno, era un cliente della DDA, dunque pessima pubblicità per gli affari di Delilah.
Poi, in fondo a Gordale Scar viene trovato anche il cadavere di Martin Foster, altro cliente della ragazza. E un terzo morto è in arrivo. Tutti e tre avevano partecipato alla stessa serata di speed-date….quali donne avevano scelto?
A Delilah non resta che chiedere l’aiuto di Samson e vedremo dove li condurranno le indagini….in pagine intriganti, ma senza troppo orrore e nel solco della migliore tradizione del giallo inglese.

 

Per il ponte del 2 giugno boom di visitatori nei musei torinesi

Il ponte della Festa della Repubblica ha portato 10815 visitatori ai Musei Reali di Torino confermando l’apprezzamento della proposta culturale offerta.

 

Alle 13 di domenica 5 giugno erano infatti 8.384 gli ingressi ai Musei Reali.

 

In 461 hanno scelto di visitare la mostra Nel segno di Raffaello, mentre in 1970 hanno visitato la mostra Vivian Maier Inedita.

 

Barricalla apre per la Giornata dell’ambiente

 

DUE GIORNI DI APPUNTAMENTI PER

LA GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE 2022

 Venerdì 10 giugno cinema all’aperto

Sabato 11 giugno visite guidate e

sessione di yogapilates con suoni ancestrali

 

Le attività sono gratuite e aperte a tutti

Le attivià di yogapilates a Barricalla – foto di Michele d’Ottavio
Barricalla in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente propone due giorni di appuntamenti gratuiti e aperti a tutti per ricordare l’importanza dell’ambiente la necessità di preservarlo.

Venerdì 10 e sabato 11 giugno si potrà vivere l’emozione del cinema all’aperto stessi sul grande prato sulla sommità della collina di Barricalla, immergersi nel tramonto vivendo l’esperienza unica dello yogapilates e del bagno di suoni ancestrali nella scenografia naturale dell’arco alpino, scoprire come si possa proteggere l’ambiente con le nostre scelte di consumo e produrre energia solare a partire dai rifiuti speciali.

 

Barricalla è il principale impianto di smaltimento di rifiuti speciali in Italia da cui produce energia solare grazie ai campi fotovoltaici installati sulle aree che hanno terminato il ciclo di coltivazione. Per queste sue caratteristiche, Barricalla è considerato un impianto modello a livello nazionale, e non solo.

 

Le attività, gratuite e aperte a tutti, sono su prenotazione via e-mail all’indirizzo info@barricalla.com sino a esaurimento dei posti disponibili, indicando l’appuntamento per il quale si intende prenotare e il numero di persone, oltre a un recapito telefonico di riferimento.

 

Gli appuntamenti di Barricalla fanno parte di Impianti aperti, iniziativa promossa da Assoambiente in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente per sconfiggere i pregiudizi intorno al tema dei rifiuti ed avvicinare gli impianti ai cittadini dei territori che li ospitano.

VENERDÌ 10 GIUGNO, ORE 21,30

A riveder le stelle

Cinema all’aperto a pedali

In collaborazione con l’Associazione Cinedehors e Mobile Green Power

 

A riveder le stelle è una vera e propria lettera al futuro dell’umanità. Racconta la storia di 6 persone che, lasciate a casa le proprie abitudini e comodità, si sono avventurate in un viaggio di 7 giorni a piedi attraverso la piemontese Val Grande, l’area wilderness più grande d’Europa.

Il pubblico potrà godere della visione di questo intenso docufilm uscito poche settimane fa sulla cima della collina di Barricalla, sedendosi comodamente sulle stuoie. Una parte dell’energia elettrica necessaria alla proiezione del film sarà originata da biciclette poste su cavalletti e collegati a generatori: gli spettatori a turno, pedalando genereranno l’energia necessaria ad alimentare il sistema audio-video.

 

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili (100). L’accesso all’area sarà possibile a partire dalle 20,45). Prenotazioni all’indirizzo e-mail info@barricalla.com

Si suggeriscono abbigliamento e scarpe comode, stuoie o coperte per accomodarsi sul prato, repellente per insetti.

 

A rivedere le stelle. Docufilm di Emanuele Caruso. Italia, 2020, 73′

SABATO 11 GIUGNO, ORE 18

Visita guidata a Barricalla

Un momento ormai tradizionale a cui negli anni hanno partecipato centinaia di persone, permettendo così la diffusione di una maggiore conoscenza del mondo dei rifiuti speciali (oltre il 90% di quelli che produciamo, anche inconsciamente, ogni giorno).

La visita si sviluppa sui diversi lotti – quelli ancora attivi e quelli ormai chiusi – in un percorso che dal piazzale porterà i visitatori – accompagnati dei responsabili e dai tecnici – sui luoghi in cui si concretizza l’attività dell’impianto e si esercita il monitoraggio del suolo, dell’acqua e dell’aria.

Visita gratuita, su prenotazione alla mail info@barricalla.com

Si suggeriscono abbigliamento e scarpe comode.

SABATO 11 GIUGNO, ORE 19

RigeneraMENTEeCORPO. Saluto al sole al tramonto: benessere ed energia positiva/ sessione di yoga e pilates e meditazione sonora / sound healing session.

Con il supporto dei docenti del CUS Torino, si potrà praticare yoga e pilates e concludere con una rilassante “sound immersion” sulla sommità di una delle colline di Barricalla, all’ora del tramonto, circondati dalle catene montuose. Un contesto suggestivo che mette in luce come attività sportiva e ambiente vadano di pari passo.

 

Il programma:

BENESSERE ED ENERGIA POSITIVA/ SESSIONE DI YOGA E PILATES

con Raffaella Noto e Aurora Losapio – dalle 19 alle 19,45

Benessere ed energie positive verranno raggiunti con la parte più fisica, la sessione di YogaPilates in contemplazione del sole che volge al tramonto.

 

Raffaella Noto, fino al 2017 insegnante e coreografa di danza afro e danza contemporanea; oggi, Insegnante di Pilates I e II livello, Reformer (Pilates e rieducazione posturale con macchine ed attrezzi). Diplomata all’accademia italiana di fitness riconosciuta dal CONI.

Aurora Losapio. Dottoressa in Scienze Motorie e Sportive SUISM Torino, Formatrice, ricerca specialistica per l’Attività Fisica Adattata, operatore ayurvedico, insegnante yoga, power yoga, yoga a raggi liberi (R) e pilates.

 

 

 

MEDITAZIONE SONORA / SOUND HEALING SESSION

con Simone Campa – dalle 19,45 alle 20,15

Un’esperienza di profonda immersione nel Suono, una sessione di ascolto e percezione sottile, di meditazione e di ricezione della vibrazione sonora e dei suoni armonici, generati da strumenti musicali utilizzati da millenni per la cura attraverso il Suono. Un viaggio all’interno di se stessi attraverso le vibrazioni del proprio corpo, alla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio tramite le emozioni che solo il suono puro può far emergere. La sessione di meditazione sonora è guidata da Simone Campa che con i suoi strumenti sonori, suonati e interpretati con esperienza e fantasia, in equilibrio tra meditazione, ritualità e dimensione curativa, accompagnerà il pubblico nell’esperienza olistica. Verranno utilizzati i gong da Nepal, Birmania e Cina, campane tibetane antiche e moderne provenienti dall’area dell’Himalaya, flauti e sonagli dell’India, ed il più moderno handpan.

 

Simone Campa. Musicista polistrumentista, percussionista, direttore artistico, compositore, ricercatore, suonoterapeuta.

Dal 2018 è direttore della Peter Hess Academy Italy, sezione italiana del Peter Hess Institut, il più importante istituto tedesco di suonoterapia, riconosciuto a livello internazionale. Per il Peter Hess Institut è inoltre responsabile dei progetti di ricerca relativi alla suonoterapia applicata all’attivitá artistica performativa, coreutica e musicale. É membro della international Association of Sound Massage Therapy. È direttore della Clinica Olistica di Torino.

La sua formazione professionale in ambito di sound healing e sound therapy annovera diplomi e specializzazioni presso il Peter Hess Institut (GERMANIA) e presso la BAST – The British Academy of Sound Therapy / University of Chichester (Chichester, UK). Collabora stabilmente con antropologi, ricercatori, terapeuti, insegnanti di yoga e discipline olistiche ed orientali, sviluppando percorsi di utilizzo terapeutico e curativo del Suono e del Ritmo, collaborando con festival nazionali ed internazionali, tra cui il Festival Torino Spiritualità ed Il Circolo dei Lettori di Torino.

 

 

L’attività è adatta a tutti, anche ai non esperti o alla prima esperienza. Si suggeriscono abbigliamento e scarpe adatte all’attività sportiva. Attività gratuita, su prenotazione alla mail info@barricalla.com

CHE COS’È BARRICALLA

Oltre l’80% dei rifiuti che viene prodotto nel nostro Paese è composto da rifiuti speciali pericolosi e non: tutti devono essere analizzati, messi in sicurezza e smaltiti in maniera corretta perché non si tramutino nel tempo in danno ambientale e sociale per i territori e le comunità che le abitano.

Barricalla è il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, ed è situata a Collegno su una superficie di circa 150.000 metri quadrati; è immediatamente riconoscibile per l’ampio parco fotovoltaico visibile anche dall’esterno.

Da oltre 30 anni è un importante punto di riferimento per la corretta gestione delle sostanze potenzialmente pericolose di provenienza industriale e da terreni bonificati. Barricalla accoglie i rifiuti che non possono essere più reimpiegati nel ciclo produttivo smaltendoli in maniera corretta. L’intera struttura è progettata per garantire la massima affidabilità, con altissimi livelli di sicurezza passiva, a tutela dell’ambiente e delle comunità del territorio.

Sono circa 130.000 le tonnellate che, ogni anno, trovano collocazione nel sito torinese che conta un volume complessivo autorizzato di 1.832.650 metri cubi, articolati in cinque lotti, l’ultimo in attività inaugurato a settembre 2018 in occasione dei 30 anni di vita della Società.

Oggi Barricalla, grazie ai 4.680 metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati sulla cima dei lotti già terminati, produce 1,12 GWh di energia elettrica, con circa 700 tonnellate/anno di CO2 non emessa. Nei prossimi mesi, grazie al nuovo impianto che sarà installato sui lotti III e IV, la fornitura sarà quasi triplicata raggiungendo una produzione pari al consumo annuo di circa 1.100 famiglie.

Ufficio stampa Barricalla

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La bicicletta di Oreste, la pelliccia di Clitennestra

Alle Fonderie Limone “Ifigenia” e “Oreste” di Euripide, finale di stagione per lo Stabile torinese

 

In finale di stagione, Valerio Binasco mette in scena alle Fonderie Limone due tragedie di Euripide, “Ifigenia” (in Aulide, rappresentata nel 405 a. C.) e “Oreste” (del 408), in una consequenzialità d’accadimenti, 80’ ciascuna, ne prosciuga la scrittura, via il coro, via il deus ex machina ovvero gli interventi d’Apollo o di Diana o di qualsiasi altro celeste considerandoli un espediente teatrale legato ad un’epoca, ne prosciuga il luogo – lo spazio dell’azione ai lati del quale siamo allineati è mutato in un ampio e lungo corridoio, uno spazio lungo il quale camminare e correre, tra gioie e affetti traditi e disperazione, al limite del quale rintanarsi imbrattati di sangue entro un cerchio di terriccio – e gli oggetti. In “Ifigenia” è lo stallo sulle coste della Beozia delle navi che dovrebbero salpare per la piana di Troia, i venti contrari, la dea offesa che esige un sacrificio. La vittima dovrà essere la figlia di Agamennone, il comandante della spedizione, cullato nell’ambizione e vittima della sua ambiguità, pronto a guardare ai suoi doveri di soldato come ai suoi sentimenti di padre. Ma in quel momento, nel fondo della propria coscienza, forse consapevole di non riuscire ad essere né comandante né padre. Tra l’altro ha promesso Ifigenia in sposa ad un ignaro Achille: e all’arrivo della ragazza, con la madre Clitennestra e il giovanissimo fratello Oreste, i diversi pensieri s’incrociano, gli uni contro gli altri, le intenzioni e le speranze e l’infelice sì di una ragazza che avrebbe tutto il diritto di vivere e al contrario accetta il destino che altri hanno imposto. Il bagagliaio di una macchina la inghiotte, con una bella idea di regia Binasco la pone modernamente in salvo, come affascinano il divertimento in bicicletta di Oreste mentre la tragedia incombe tutt’intorno o quel lento fruscìo sul pavimento delle macchinine con cui ancora il ragazzino gioca nel finale, mentre si spengono piano piano le luci.

Più chiusa, più tetra, più ricolma d’orrore e di sangue, più statica nel disegno che Binasco ce ne offre, “Oreste”, “la tragedia dei fallimenti”. Più di vent’anni sono trascorsi da quei primi accadimenti, ora è la storia di un figlio che vendica la morte del padre, tornato a casa vincitore ma nella stessa casa tradito, assassinando la propria madre e il suo amante e facendosi giudice con la sorella Elettra e l’amico Pilade. Binasco non s’affida e non squaderna gli interventi celesti, prima Diana e Apollo poi, li chiama con un temine di oggi – “voglio assumermi tutte le responsabilità nel tutelare questa sensibilità contemporanea” -, la coscienza di ognuno, con una caterva di tormenti, molti e profondi, “non c’è nessun Apollo cui dare la colpa”. La strage che i tre ragazzi compiono, di fronte al pubblico, apertamente (anche Elena, la moglie di Menelao, ne sarà vittima, sporca di sangue, trucidata sul fondo della scena), non vuole affidarsi alla “ananke”, alla “necessità”, ma è opera del tutto loro, decidono da soli, freddamente consapevoli, non ci sarà un dio a portare un lieto fine, non ci saranno nozze finali o Elena portata in cielo, sarà una vendetta che sa di personale sentenza, decisa, finale, irrevocabile. Non c’è nulla di antico, nulla che sappia di favola e di macchinazioni, che mantenga quel tanto o poco, vera o di comodo che di religiosità c’è in Euripide, c’è la realtà contemporanea, spogliata di ogni accomodamento. Tutti i personaggi, giovani e adulti, sono chiusi al termine dentro quel cerchio, senza nessuna via d’uscita.

All’ottimo esito della serata (io ho assistito allo sviluppo unico delle due tragedie; repliche sino a domenica 12 maggio, dal martedì al venerdì a sere alterne, il sabato e la domenica la messa in scena consecutiva dei due spettacoli), alla felice, personale impronta che Valerio Binasco (il regista ha altresì ritagliato per sé l’immagine di un combattuto, altalenante Agamennone) ha impresso al discorso euripideo, concorre un eccellente gruppo d’attori. Con Giovanni Anzaldo, Giovanni Calcagno, Jurij Ferrini, Nicola Pannelli, Letizia Russo e il giovanissimo Matteo Liverano, Giordana Faggiano è una convincente Ifigenia, Giovanni Drago un sanguinario quanto determinato Oreste, Sara Bertelà una Elena che per pochi attimi lascia il segno, soprattutto Arianna Scommegna, che fa di Clitennestra, tutta pelliccia gioielli occhialoni frivolezza incredulità e disperazione, un piccolo capolavoro.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Occupazioni case ATC, sfondata quota 200 casi a Torino e provincia


Non vogliamo più sentire l’alibi del “fenomeno di proporzioni ridotte”: chiediamo invece interventi immediati ai primi segnali d’allarme e riduzione dei tempi di assegnazione degli appartamenti sfitti.


I dati ci preoccupano: a maggio 2022 le case ATC abusivamente occupate sono 205 a Torino e 214 sull’intero territorio della provincia. Erano 190 a fine 2021: con il superamento della quota psicologica dei 200 casi, continuare a parlare di “proporzioni assolute del fenomeno ancora ridotte” diventa difficile dal punto di vista numerico e inutile dal punto di vista politico. Il costo delle occupazioni è sia economico (con un danno quantificabile in 2 milioni di euro) sia sociale (chi occupa impedisce a chi ne ha titolo di esercitare il diritto alla casa: sono quasi 10mila le famiglie che, nell’area metropolitana, hanno chiesto un’assegnazione). Tre misure per affrontare l’emergenza: una regia regionale in grado di coordinare l’attività di ATC e Comuni, intervento immediato ai primi segnali sospetti (per esempio, la presenza dei primi camper in zona), riduzione dei tempi di assegnazione.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Sindaco, perché sono state tolte le panchine in via Garibaldi e in corso Palestro?

LA LETTERA DI MINO GIACHINO

Egregio Signor Sindaco,
La bella panchina sistemata dalla precedente Amministrazione su mia richiesta è rimasta l’ultima di tante panchine di via Garibaldi e corso Palestro . La loro presenza era molto utile per i residenti ma anche per chi passeggiava nell’isola pedonale o sotto gli alberi di corso Palestro.
Mi auguro vengano rimesse al più presto.

Mino Giachino

Il giardino dei ghiacciai Inaugurazione del percorso

Giovedì 9 giugno 2022

Appuntamento ore 9:00 Paradiso Park Frazione Valnontey – Cogne (AO) 

Un giardino che, con il recupero dei sentieri e delle iscrizioni storiche incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso, vuole essere un’azione concreta di sensibilizzazione sulla crisi climatica e sul ritiro dei ghiacciai.

 

 

 

Un incontro in solidarietà con Alaa Abd-el-Fattah

LUNEDÌ 6 GIUGNO A PALAZZO CIVICO

Lunedì 6 giugno 2022 alle ore 12,00 nella Sala Carpanini di Palazzo Civico, si svolgerà un incontro in solidarietà con Alaa Abd-el-Fattah. In prigione al Cairo dal 2013, Alaa è in digiuno dal 2 aprile. Una protesta che mette a rischio la sua vita e che ha una sola ragione: vedere rispettati i suoi diritti di persona e di cittadino.

L’incontro, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio Comunale, è promosso da Fondazione Sandretto Re RebaudengoFondazione MerzAmnesty International Italia, con la collaborazione di hopefulmonster editore.

Partecipano:

Beatrice Merz – Presidente Fondazione Merz

Danilo De Biasio – Presidente Festival dei Diritti

Modera:

Massimo Novelli – giornalista

Très Court International Film Festival: a Torino, cinema ed emozioni in meno di 4 minuti

 

Lunedì 6 giugno 2022 | ore 18.00 e ore 20.45

Cinema Teatro Maffei

Via Principe Tommaso, 5, 10125 Torino

Ingresso gratuito | Tessera ARCI necessaria per l’ingresso

 


Lunedì 6 giugno si torna al cinema per scoprire e votare i brevissimi ed emozionanti cortometraggi selezionati nell’ambito della 24esima edizione del Très Court International Film Festival: l’Alliance Française di Torino, in collaborazione con il Cinema Teatro Maffei, dedica una serata al meglio della produzione audiovisiva mondiale sotto i 4 minuti. Anche quest’anno, la rassegna internazionale di “corti molto corti” Très Court viene portata dalle Alliances Françaises in Italia grazie al sostegno dell’Institut Français. Da Torino a Genova, da Bolzano a Merano, fino a Trieste: 5 città italiane si uniscono alle 10 città francesi e 40 in tutto il mondo in cui viene proiettato il festival.

Questo evento globale, che si tiene in contemporanea in tutto il mondo dal 3 al 12 giugno, raggiunge più di 15.000 spettatori in 5 continenti. Al termine del festival vengono assegnati 9 premi, tra cui un Premio Internazionale del Pubblico a cui parteciperanno anche gli spettatori torinesi.

 

A Torino, il festival è proposto in collaborazione con il Cinema Teatro Maffei, che lunedì giugno accoglierà due proiezioni (alle ore18.00 e alle ore 20.45) della Selezione Internazionaleun mosaico di 40 brevissimi film di generi diversi (sottotitolati in italiano grazie al supporto dell’Alliance Française di Trieste), provenienti da tutto il mondo, scelti fra migliaia di corti presentati al comitato di selezione. Dalla commedia al dramma, dal film di animazione al documentario, questa selezione riflette i più recenti indirizzi della creazione cinematografica contemporanea. Autori francesi, spagnoli, rumeni o turchi, voci da provenienti dagli Stati Uniti, dalla Germania e ancora dall’Iran e da tanti altri paesi vedranno le loro opere presentate l’una dopo l’altra in un’avvincente maratona della durata di poco più di due ore, in cui sarà presentato anche il cortometraggio italiano This is fine di Gianmarco Nepa.

Alla serata al Cinema Teatro Maffei, si aggiungono due proiezioni mattutine speciali al Liceo Berti di Torino il 6 e il 7 giugno, che coinvolgeranno un centinaio di studenti che con il loro voto contribuiranno ad assegnare il Premio del pubblico globale.

Très Court International Film Festival

24esima edizione / Selezione Internazionale

Film in lingua originale / Sottotitoli in italiano

Lunedì 6 giugno 2022 | ore 18.00 e ore 20.45

Cinema Teatro Maffei

Via Principe Tommaso, 5, 10125 Torino

 

Ingresso gratuito alle proiezioni dei Très Court International Film Festival

Tessera ARCI necessaria per l’ingresso

Per chi non ha la tessera ARCI, possibilità di farla alla cassa, direttamente la sera stessa al costo di:

6 euro – SOLO per i soci dell’Alliance Française di Torino

8 euro – per coloro che NON sono soci dell’Alliance Française di Torino

AL Museo Diocesano la Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino

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Rimarrà aperta fino al 6 giugno l’esposizione straordinaria nel Museo Diocesano della Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino “Cum Illius”, per ringraziare monsignor Cesare Nosiglia e dare il benvenuto al nuovo arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole.

L’esposizione si pone l’obiettivo di rappresentare l’importanza della realtà della Diocesi, ossia della Chiesa locale e viene, per l’occasione, esposta la bolla papale di Papa Leone X per l’istituzione dell’Arcidiocesi di Torino datata 21 maggio 1515. Il salotto, opera settecentesca di Paolo Antonio Paroletto, raffigura il miracolo eucaristico avvenuto a Torino il 6 giugno 1453, ritraendone il vescovo del tempo, Lodovico da Romagnano, proveniente da Carignano, che accolse in un calice l’ostia sottratta alla chiesa di Exilles e libratasi poi in alto, nello stupore generale del popolo.

Di questo vescovo viene esposta anche una pagina del suo breviario, il libro della preghiera quotidiana. Risale al secolo successivo la cinquecentina esposta e aperta in una delle pagine riguardanti la consacrazione di un Vescovo.

La bolla o lettera solenne proviene dalla Cancelleria pontificia di papa Leone X e sancisce la Costituzione del Vescovo di Torino in Arcivescovo in seguito all’erezione dell’Arcidiocesi, smembrata dalla sede metropolitana di Milano, e porta la data del dodicesimo giorno prima delle calende di giugno ( 21 maggio), del 1515. La pergamena è priva di sigillo plumbeo e si trova in condizioni discrete.

Di particolare interesse anche il paramento d’altare d’argento, attualmente collocato all’interno del Museo Diocesano di Torino, opera realizzata dalla bottega dell’argentiere Paolo Antonio Paroletto negli anni 1740/41. Si tratta, molto probabilmente, di un paliotto d’altare posizionato in origine all’interno della cattedrale ei San Giovanni Battista e che, in un secondo momento, dopo il 1797, venne spostato.

Pare ampiamente attestabile dalle documentazioni storiche come un grave incendio, verificatosi all’interno della Sacrestia del Duomo nel 1797, sia stato la causa delle vicende del depauperamento che hanno interessato il tesoro degli argenti, di cui faceva parte anche il paramento d’altare.

La scena rappresenta il cosiddetto “miracolo di Torino” del 6 giugno 1453, con il Vescovo  Ludovico da Romagnano che accolse in un calice l’ostia consacrata trafugata, inserita tra due imponenti volute che presentano fori a testimonianza dell’esistenza, in epoca antica, di importanti decori decurtati.

Nella parte centrale inferiore della scena emerge un putto alato, che si distingue da quest’ultima come elemento indipendente. La base risulta semplice e liscia, con un motivo decorativo a rosette, fissate mediante chiodi in ferro. Una piccola curiosità: per due volte ha scampato la fusione Zecca.

MARA MARTELLOTTA

Orario: venerdì, sabato, domenica, lunedì ore 11-18.

Ultimo ingresso alle 18.15

Museo Diocesano di Torino