ilTorinese

A Fruttero e Lucentini il giardino in piazza Arbarello

Nella seduta del 5 luglio, la Commissione Toponomastica della Città di Torino, presieduta dalla presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo, ha deliberato nuove intitolazioni

Su proposta del consigliere Andrea Tronzano (Forza Italia), è stato dedicato ad Antonella Sesino, dipendente della Città di Torino uccisa nell’attentato del Museo del Bardo a Tunisi nel 2015, il giardino in corso Farini, vicino a corso Verona, nei luoghi dove ha vissuto.

Su richiesta della Circoscrizione 7 e dell’associazione Due Fiumi, all’artista e docente di storia dell’arte Andrea Cordero è stata intitolata la Sala polivalente all’interno della sede dei Servizi Sociali in Lungo Dora Savona 30.

Su proposta della Circoscrizione 3, a Mamadou Moussa Balde, ventitrenne originario della Guinea, morto suicida il 22 maggio 2021 nel Cpr di Torino, verrà dedicata l’aiuola spartitraffico tra le vie Monginevro, Lancia e Sagra di San Michele.

La piazzetta di via Cigna 114, conosciuta come “scarpa turca”, su richiesta della sezione torinese dell’Anfi – Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, sarà dedicata alla memoria del finanziere Antonio Farci, vittima del dovere, ucciso a 21 anni in un’operazione di contrasto al contrabbando, nel 1971.

Come proposto dal sindaco Stefano Lo Russo e chiesto da un appello lanciato dal quotidiano La Stampa, il giardino tra piazza Arbarello, via Fabro, via Bertola e corso Siccardi sarà invece intitolato ai due celebri scrittori Carlo Fruttero e Franco Lucentini.

Come chiesto dall’Aec – Associazione Amicizia Ebraico Cristiana di Torino, all’insegnante e scrittrice Giuliana Fiorentino Tedeschi, sopravvissuta ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, sarà dedicato il giardino antistante l’istituto Isef, in piazza Bernini. A Rita Montagnana, parlamentare del Partito Comunista, quello tra corso Galileo Ferraris, via Tirreno, largo Orbassano e corso De Nicola, come proposto dalla Circoscrizione 1.

Su richiesta della consigliera Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia), verrà dedicato un sedime, ancora da individuare, alle “Vittime della strage di Vergarolla”, avvenuta nella spiaggia di Vergarolla, vicino a Pola, dove il 18 agosto 1946 in occasione di una gara di nuoto esplose del materiale bellico, provocando la morte di oltre 100 persone.

Come chiesto dall’associazione Consiglieri comunali emeriti della Città di Torino, il giardino tra corso Cosenza e corso Unione Sovietica sarà intitolato alla giornalista professionista Anna Rosa Gallesio Girola.

Su proposta del Cfu – Comitato Fibromialgici Uniti, verrà apposta la targa commemorativa “12 maggio Giornata mondiale della Fibromialgia e MCS” nell’area verde di fronte all’ospedale Regina Margherita, in piazza Polonia.

Un’altra targa, per i “Giusti tra le nazioni”, sarà collocata all’interno dei giardini Morvillo, in via Ricaldone angolo via Tripoli, come proposto dal Distretto Rotary 2031, dal Distretto Rotaract 2031 e dalla comunità ebraica torinese.

Muore solo in casa, il corpo scoperto dopo giorni

Un sessantacinquenne di Moncalieri da giorni non dava notizie di sè a parenti e amici. I carabinieri e i vigli del fuoco hanno trovato l’uomo privo di vita nella sua abitazione. Il medico ha stabilito che la morte è avvenuta per un malore  improvviso. E’ il secondo caso a Moncalieri nell’ultima settimana. Anche un insegnante che non si era presentato alla Maturità è stato trovato morto in casa.

 

La vita del più celebre liutaio piemontese, Giuseppe Rocca 

La liuteria non è soltanto Antonio Stradivari. Torino e la Regione Piemonte vantano infatti una secolare tradizione collegata alla costruzione degli strumenti musicali, legata a doppio filo con la vita di celebri autori, le cui opere (violini, viole, violoncelli) sono oggi ricercatissime in Italia e all’estero. Il più celebre Maestro dell’ottocento fu certamente Giuseppe Rocca. 

“Morte di un liutaio. Le vicende di Giuseppe Rocca.” (2022, Edizioni Bookabook) è un giallo storico che racconta l’esistenza intricata e la morte oscura di questo autore. Adottando uno stile narrativo tipico del romanzo storico, il libro intreccia la “storia piccola” di Giuseppe Rocca e dei personaggi che lo circondano agli eventi culturali e sociopolitici della “storia grande” a cavallo dell’Unità d’Italia.

La sua storia inizia a seguito di un tragico evento che lo porta ad abbandonare tutto e a spostarsi da Alba a Torino. Qui, aiutato dal grande liutaio Giovanni Pressenda, scopre il proprio talento nell’arte della liuteria e apre una bottega. Eppure, il talento non basta per emergere in un’Italia dilaniata dal colera e dalle proteste del popolo. Sottovalutato, Giuseppe farà una serie di scelte sbagliate che lo condurranno a un epilogo tanto misterioso quanto avvincente.

“Morte di un liutaio” è il romanzo d’esordio di Flavia Vighini. L’autrice vive a Cremona, città della musica e capitale mondiale del violino. La vicinanza al mondo dei liutai le permette di conoscere tecnicismi e curiosità di un settore che trova amatori in tutto il mondo e di scoprire la storia di Giuseppe Rocca. Da qui la decisione di scrivere un romanzo.  “Questo libro nasce dal desiderio di mettermi alla prova nel genere letterario del romanzo storico, il cui studio mi ha molto affascinata durante il mio percorso universitario.”, racconta l’autrice. “Giuseppe Rocca mi è sembrato perfetto: eccezionale e allo stesso tempo fragile e inquieto. La sua vita familiare fu così ricca di avvenimenti – matrimoni, lutti, figli – che ho dovuto operare delle scelte, per semplificare l’intreccio. La sua morte, poi, così oscura e mai del tutto chiarita, si prestava perfettamente ai miei scopi. Il periodo storico in cui visse, infine, resta uno dei più affascinanti d’Italia.”

Nel romanzo, completato durante la pandemia da Covid-19, vi è una descrizione dettagliata dell’esperienza dell’epidemia e delle credenze e reazioni che scatenò la diffusione del colera. Seppur ambientato nell’Ottocento, infatti, “la storia si ripete uguale a sé stessa” e, allora come oggi, tra la popolazione vi era chi credeva che la malattia fosse un maleficio, un espediente di governo per sfollare le popolazioni e incutere un salutare timore nei superstiti e le quarantene e le altre procedure di contenimento erano derise. “Mi sono recata a Torino e, come un’investigatrice, sono andata a cercare i luoghi in cui i miei personaggi avevano mosso i loro passi: il Teatro d’Angennes, il caffè Fiorio, l’Antica Osteria della Dogana Nova (ora Albergo della Dogana Vecchia), a caccia di particolari e informazioni. Mi sono divertita moltissimo a far vivere ai miei personaggi gli avvenimenti storici di quei tempi.”, confessa l’autrice.

Flavia Vighini presenterà il suo romanzo il giorno 7 luglio alle ore 18.30 presso la sede dell’Accademia Liuteria Piemontese San Filippo, nel centro storico di Torino, in via Principe Amedeo 8/a.

Volti nel Volto: arte, storia, spiritualità

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7 luglio – 18 settembre 2022

Pinacoteca dell’Accademia Albertina – via Accademia Albertina 8, Torino

INAUGURAZIONE: 6 luglio ore 18.30

Per informazioni:

Tel. 0110897370 email: pinacoteca.albertina@coopculture.it  – www.pinacotecalbertina.it

L’Albertina di Torino è una delle più antiche Accademie di Belle Arti d’Italia e custodisce una importante collezione di opere d’arte antica, realizzate dal XV al XX secolo.

In collaborazione con la Fondazione Carlo Acutis propone ‘volti nel Volto’, una mostra/workshop per approfondire il tema del volto di Cristo nell’arte. Saranno esposti tesori solitamente inaccessibili al pubblico, in un percorso sulla storia dell’arte e della spiritualità.

La mostra è patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino.

Minuziosi dipinti rinascimentali e caravaggeschi, preziosi disegni gaudenziani solitamente non esposti al pubblico e affascinanti allestimenti multimediali sono gli ingredienti del progetto “volti nel Volto” che non è solo una mostra, ma si pone l’obiettivo di accogliere il pubblico nella dimensione di un laboratorio artistico.

Grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Carlo Acutis e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è stato infatti possibile coinvolgere le migliori allieve e i migliori allievi dell’Accademia nella realizzazione di dipinti che hanno preso forma per questo progetto, in allestimenti scenografici immersivi e in altre attività di valorizzazione che il pubblico potrà scoprire accanto alle collezioni della Pinacoteca.

La Fondazione Carlo Acutis nasce dalle riflessioni sul ruolo e la responsabilità economica e sociale di una famiglia imprenditoriale e dalla testimonianza di vita del beato Carlo Acutis. Alla creazione di valore si deve affiancare crescita etica e attenzione ai bisogni e alla dignità delle persone. La Fondazione ha la missione di promuovere lo sviluppo ed il coordinamento di iniziative di pubblica utilità. L’obiettivo è restituire dignità e speranza alle persone in difficoltà, prendersi cura del territorio per mezzo di progetti di supporto sociale, di sostegno alla cultura, con particolare interesse verso quelle attività focalizzate su beni di ambito storico artistico e di ricerca scientifica che si sposino con una finalità sociale.

In occasione dell’incontro Europeo della Comunità di Taizé, a Torino dal 7 al 10 luglio 2022, la Fondazione vuole offrire ai ragazzi provenienti da Paesi dell’intero continente l’esperienza di ‘volti nel Volto’, percorso artistico incentrato sul Santo Volto, cui si aggiunge la disponibilità di laboratori didattici condotti dall’Accademia.

Il racconto della mostra sulla storia dell’arte si confronta con l’immagine della Sindone che, custodita a Torino, ha molto ispirato nei secoli l’iconografia del volto di Cristo. Sul telo sindonico è visibile l’immagine di un uomo di cui è identificabile la causa della morte per crocifissione. Per questa ragione la Sindone ha anche ispirato e continua a ispirare l’arte cristiana e rappresenta un interessante punto di confronto con le opere dell’allestimento espositivo.

La mostra alla Pinacoteca Albertina è visitabile tutti i giorni feriali e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) a esclusione del mercoledì, giorno di chiusura,  ed è compresa nel biglietto di ingresso del Museo: Intero € 7,00 Ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni, convenzioni; gruppi. Gratuito under 6 anni, insegnanti, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.

Liste d’attesa, le proposte del Pd

VALLE – ROSSI (PD): “A TORINO NIENTE CUP”

Accelerare sulle agende pubbliche e rafforzare il personale

4 luglio 2022 – “Tra le azioni necessarie per migliorare i tempi delle liste d’attesa sicuramente c’è il buon funzionamento del sistema di sovra-cup regionale. Tuttavia gli interventi sul sovracup sono utili, ma non risolvono il problema a monte, cioè la mancanza di disponibilità di medici, strutture e slot di prestazioni prenotabili. La condivisione pubblica delle agende e la loro accessibilità ai cittadini non può essere ulteriormente rimandata, sia per quanto riguarda il pubblico sia per il privato accreditato, ancora solo parzialmente presente” affermano il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle e Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione Sanità a fronte dell’informativa avvenuta oggi in IV commissione proprio sul tema del sovracup.

“E’ preoccupante la situazione dell’area torinese, con l’ASL Città di Torino che riesce a prenotare su CUP solo il 56,48% dei primi accessi, contro una media regionale dell’80% e la Città della Salute con solo il 38,93% contro il 71% delle aziende ospedaliere. Su questo occorre un cambio di passo radicale. E’ chiaro che se le persone non riescono ad accedere con facilità alla prenotazione si rivolgono al privato oppure rinunciano” aggiungono in Consiglieri.

“Ma questo è solo un primo passo. Occorre garantire prima di tutto il personale necessario da un lato aumentando quello sanitario e dall’altro rafforzando l’organico del CUP, anche portando a tempo pieno gli attuali part-time. Ma servono anche modalità organizzative tali da permettere una calendarizzazione di medio e lungo periodo nei reparti e slot adeguati nelle agende. È inutile tenere il sovracup aperto di domenica, ad esempio, visto che i medici di base fanno le ricette principalmente da lunedì a venerdì.” concludono i Consiglieri del Partito Democratico.

 

La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua

Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato

Torino e l’acqua

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere l’acqua. L’acqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, l’acqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto l’ecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

1. Torino e i suoi fiumi
2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia
3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
4. La Fontana dell’Aiuola Balbo e il Risorgimento
5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?
7. La Fontana Luminosa di Italia ’61 in ricordo dell’Unità d’Italia
8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma
9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua
10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino


9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua

Torino non è solo nebbiosa e malinconica nei tristi mesi invernali, né è da considerarsi unicamente come capoluogo magico e misterioso.
Torino “enigmatica ed inquieta”, per dirla con De Chirico, è città ricca di storia che ha radici antiche, come testimonia il suo stesso nome, Augusta Taurinorum, il villaggio fondato dal princeps romano Augusto nel I secolo a.C., Torino città composta, circondata dalla cerchia delle imponenti vette alpine, città sobria ed elegante, dalle vie diritte, per secoli cuore del Regno dei Savoia, città teatro dell’Unità Nazionale. I grandi architetti che di qui sono passati hanno lasciato testimonianze importanti, ricordiamo fra tutti Juvarra e Guarini. Città capitale di un regno e di una nazione, divenuta poi capitale del cinema e dell’automobile. Torino però è anche importante città d’arte.

Numerosi sono i musei dedicati all’attività artistica, come la GAM (la Galleria d’Arte Moderna), il Museo delle Antichità, la Fondazione Merz, Camera, la Galleria Sabauda e molti altri ancora: la lista dei luoghi che proteggono e nello stesso tempo propongono al grande pubblico le opere d’arte è davvero molto estesa. Molteplici sono anche le iniziative volte ad avvicinare la cittadinanza a quello strano mondo che è quello dell’Arte, guardato sempre con distanza e ogni tanto con sospetto, soprattutto quando si tratta di arte contemporanea. Ma le opere non sono tutte all’interno delle gallerie, alcune si ergono coraggiose tra le strade della città, esposte alle intemperie e agli sguardi dei passanti, alcuni curiosi, altri critici, una tre queste è la Fontana Igloo di Mario Merz, (1925-2003). L’autore dell’opera è uno dei massimi esponenti dell’arte povera italiana; pittore e scultore, originario di Milano, si sposta quindi a Torino già in giovane età, dove si iscrive alla Facoltà di Medicina. Mario inizia a dedicarsi alla pittura grazie agli incoraggiamenti del critico Luciano Pisto, che lo inizia alla pittura ad olio. Il giovane artista dimostra fin da subito interesse per l’astrattismo-espressionista per deviare poi in un secondo momento verso una pittura più informale.

 

La prima mostra di Mario Merz viene allestita presso la Galleria Bussola di Torino nel 1954. É con gli anni Sessanta del secolo scorso che l’autore riesce a trovare la sua giusta espressività, lasciando la pittura e iniziando ad utilizzare materiali diversi, come i tubi al neon, il ferro, la cera e la pietra. Con queste nuove sperimentazioni crea i suoi primi assemblaggi tridimensionali, anche chiamati “pitture volumetriche”. Proprio in questi anni, e con le opere che esegue in tale periodo, entra a far parte di un gruppo di artisti, tra cui Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e Lucio Fabro, che aderiscono alla corrente denominata “arte povera”. Caratteristica delle opere di Merz è l’utilizzo del tubo al neon, con il quale realizza degli slogan, soprattutto nel periodo di protesta studentesca del 1968; in seguito inizia a dedicarsi alla costruzione di grossi igloo, utilizzando materiali disparati che stavano a significare il definitivo superamento del quadro e della superficie bidimensionale. Successivamente, a partire dagli anni Settanta, Merz inserisce nelle sue opere la “successione” di Fibonacci, come simbolo e testimonianza dell’energia insita nella materia e della crescita organica.

Il termine “arte povera” viene utilizzato per la prima volta dal critico d’arte Germano Celant nel 1967 per descrivere uno specifico modo di lavorare di un certo gruppo di artisti italiani.
Tale movimento artistico d’avanguardia è stato uno dei più significativi e influenti tra i filoni artistici che nacquero nell’Europa nel decennio Sessanta-Settanta; gli artisti più significativi per lo sviluppo dell’arte povera furono circa una dozzina, tutti accomunati dalla caratteristica di utilizzare, per la realizzazione delle proprie opere d’arte, materiali di uso comune, che potevano richiamare epoche pre-industriali, come le rocce, la terra, la carta, la corda o degli indumenti vecchi. L’arte povera si pone in opposizione sia alla pittura astratta modernista, che aveva dominato tutti gli anni Cinquanta, (ed è per questo che la maggior parte delle opere di questi artisti è di tipo scultoreo), sia si contrappone al minimalismo americano e all’entusiasmo per l’utilizzo della tecnologia, (ed ecco l’utilizzo di materiali che rievocano un passato lontano, pre-industriale). Caratteristica del movimento è l’utilizzo di materiali semplici e artigianali, abbinati in genere a elementi che richiamano la cultura di massa e del consumo; le opere sono caratterizzate da un aspetto misterioso e mitico, di difficile comprensione, appositamente in contrasto con l’ “ovvio” design tecnologico e minimalistico americano; l’utilizzo dell’assemblage contrasta con la pittura astratta, considerata eccessivamente legata alla sfera emotiva.

Dopo questo breve excursus, torniamo a passeggiare tra le nostre strade cittadine, finché non ci imbattiamo in un bizzarro igloo circondato da macchine che sfrecciano in su e in giù verso chissà quali mete. È l’opera di Mario Merz, che fa parte dell’intervento urbano detto “Spina 2”, e viene posta all’incrocio tra corso Mediterraneo e corso Lione, nel grande viale finalizzato ad attraversare la città da nord a sud. Si tratta di un igloo con una struttura ricoperta di lastre in pietra e luci al neon, indicanti i punti cardinali, situato al centro di una grande vasca con delle canne verticali che gettano acqua.Inaugurata il 6 novembre 2002, l’opera è un’istallazione permanete e rientra nel progetto “Artecittà-undici artisti per il passante ferroviario” lanciato nel 1999 dalla città di Torino.
L’intera opera è un’allegoria dell’abitare, un’architettura equilibrata che contiene spazio interno e spazio esterno, quasi a simboleggiare le esigenze della vita. L’igloo si richiama ai processi naturali di crescita, come la spirale e i numeri delle serie di Fibonacci, entrambi temi di grande interesse e molto cari all’artista. La fontana è una delle ultime opere firmate da Merz, scomparso nel 2003 e rappresenta in maniera inconfondibile lo stile del maestro.

 

Alessia Cagnotto

8° Meeting Open di Avigliana

E’ stato presentato nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte in piazza Castello l’8° Meeting Open di Avigliana.

Sport, agonismo, spirito amatoriale, divertimento e turismo. Tutto pronto per l’8° Meeting, che partirà il prossimo 9 luglio per due giorni nella splendida cornice del lago Grande di Avigliana.

Un evento unico, organizzato dall’UISP Piemonte settore nuoto, dal  Comitato Valle Susa e con il contributo del Comitato di Biella,  grazie al Comune di Avigliana che è stato sin dal primo anno promotore e sostenitore, con la preziosa ospitalità del Centro Nautico di Avigliana, con il patrocinio della Città Metropolitana, della Regione Piemonte.

Un luogo panoramico per la posizione e che si prepara ad accogliere almeno 500 atleti/e e altrettanti spettatori/spettatrici con un alto livello di gare sportive.

Le gare e le dimostrazioni sono al centro di un programma che permetterà sia agli atleti/e, che ai curiosi/e di vivere una due giorni di spettacolo all’insegna dello sport e della bellezza dello specchio d’acqua e del verde che circonda il lago Grande.

Avigliana e la UISP sono pronte a “sbalordire” ancora una volta!

Il Programma:

Il via alle gare ufficiali sarà sabato 9 luglio da Corso Laghi 423, esattamente alle 10, con la prova promozionale di swimrun

Alle 15,00 ci sarà la partenza della gara riservata ai disabili sulla distanza dei 200 metri.

Un’ora dopo alle 16,00 sarà la volta dei 2000 metri di nuoto pinnato e a seguire la sempre affascinante dimostrazione di nuoto sincronizzato.

In contemporanea, dalle 15 alle 19 si svolgerà il torneo di pallanuoto per le categorie master e giovani under18, a cui sono ammesse squadre miste maschi/femmine, fino ad un massimo di 15 giocatori. Il torneo si svolgerà in due giornate con partite il mattino e il pomeriggio.

Domenica 10 Luglio si replica e alle 10,00 ci sarà la partenza della gara 1000 metri riservata a disabili e a seguire i 2000 e 3000 metri.  Ogni gara di ogni disciplina è aperta a tutte le categorie, quindi con partecipanti dai 10 ai 90 anni, nella pallanuoto dai 14 anni agli 80.

Ogni anno si inserisce una novità.

Novità 2022 gara promozionale di swimrun, una specialità adatta sia ai bambini/e, sia per chi non ha mai provato a nuotare in acque libere.

Il Comitato UISP VALLE SUSA, che partecipa all’organizzazione dell’evento, quest’anno propone una GARA PROMOZIONALE DI SWIMRUN, una specialità adatta anche a bambini/e e a chi non ha mai provato a nuotare in acque libere.

Il percorso della promozionale di 1500 metri nuoto (articolato su due frazioni, 1000 e 500 metri) e 4000 metri di corsa si snoderà intorno al lago Grande di Avigliana con arrivo e partenza dal Circolo nautico e sarà delimitato con l’indicazione delle entrate in acqua e con apposite boe da regata di colore rosso.

Ci si domanda, cos’è esattamente swimrun? Lo si potrebbe definire un “duathlon” anomalo. E’ uno sport multidisciplinare, che alterna corsa e nuoto in acque libere. La sua particolarità è l’assenza di zone di cambio nel passaggio tra una disciplina e l’altra. Gli atleti/e corrono e nuotano indossando le scarpe e portando con sé tutto l’equipaggiamento necessario. Per facilitare il galleggiamento in acqua è consentito l’utilizzo di pull buoy e palette per aiutare lo scivolamento. Le distanze non sono codificate, ma ogni prova viene pensata in relazione al territorio in cui si svolge. E’ uno sport che si può praticare a livello individuale e a coppie (anche miste), che devono sempre correre e nuotare vicine e possono anche legarsi con una corda elastica, per non allontanarsi tra le onde, quando il mare è agitato.

Un motivo in più per fare un weekend fuori porta sul lago di Avigliana e ammirare tanti atleti/e impegnati tra gare e dimostrazioni.

Oltre a Patrizia Alfano, Vice Presidente Nazionale e Presidente Regionale Uisp Piemonte e a Nunzio Di Stefano responsabile settore nuoto Uisp Piemonte sono intervenuti :

Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte “Il Piemonte non ha il mare, ma ha dei laghi splendidi che sono una straordinaria risorsa ambientale, turistica e anche sportiva. Lo testimonia l’8 Meeting Open di Avigliana che anche in questa edizione porterà in campo, anzi…in acqua, tante declinazioni del nuoto!”

Andrea Archinà, Sindaco di Avigliana “L’8^ edizione dell’evento dimostra che sia ormai consolidato. Siamo felici che si arricchisca non nuove discipline e valorizzi non solo il lago, ma le attività in acque libere. Prosegue anche la nostra collaborazione con i circoli nautici e velici. Il Lago Grande è stato insignito delle 5 vele Legambiente, favorevole alle attività all’aperto”

Romina Fileccia, direttore tecnico sincro Rari Nantes Gerbido “All’inizio è stato un progetto visionario, quasi primitivo ma è diventato un importante momento di spettacolo. Porteremo 18 atlete e 1 atleta che si esibiranno in 12 piccole coreografie, che alterneranno momenti giocosi ad emozionanti”

Serenella Paur, atleta e organizzatrice prova swimrun “E’ uno sport che arriva dalla Svezia e lo definisco selvaggio. Chi lo pratica nuota con un body, calzini e scarpe drenanti. Tutti coloro che lo praticano abbracciano la bellezza del territorio e Avigliana mette molta tranquillità. Saranno presenti atleti di alto livello come Veronica Castelli, Ivan Ciampolillo, Walter Rosa”

Michela Biolcati, tecnico Ashd Novara e atleta paralimpica campionessa di nuoto pinnato “Grazie al nuoto, dopo l’incidente ho ripreso a vivere. La mia specialità è il nuoto pinnato statico e dinamico, con una sola pinna, perchè utilizzo solo una gamba. Ho fondato e sono specializzata nell’insegnamento a disabili motori ed autistici. Ad Avigliana arriverò subito dopo l’atterraggio a Malpensa, sono stata convocata agli assoluti.”

Cultura, via ai bandi pluriennali per consentire a enti e associazioni del territorio di fare programmazione

“Il Piano è frutto del lavoro condiviso con tutti gli attori dei Tavoli della cultura – ha detto l’assessore – ed è in linea con quanto previsto dal Testo unico sulla cultura. Le principali novità riguardano appunto la programmazione su base triennale, fatta salva la cadenza annuale per alcune tipologie di istruttorie per interventi che richiedono tempistiche ridotte, l’attribuzione di un maggior ruolo a enti partecipati e controllati dalla Regione a favore della crescita del sistema culturale, il potenziamento di intese e collaborazioni con i vari livelli della Pa”.
“La Regione continuerà a lavorare anche attraverso il crowdfunding – ha aggiunto Poggio – con l’obiettivo di costruire una comunità di sostenitori, anche in collaborazione con fondazioni bancarie e atenei”.
“Il Piano è frutto di un lavoro iniziato nella scorsa legislatura –  è intervenuto Diego Sarno (Pd) -. Bene la decisione sui bandi triennali, mentre convince poco la scelta di limitare le convenzioni, perché vengono annullate le scelte politiche regionali e questo riduce la progettualità e la visione futura delle politiche pubbliche in materia culturale”.
Su proposta del Partito democratico, nei bandi saranno previsti criteri di premialità per le realtà culturali che svolgeranno le loro attività all’interno dei beni confiscati alle mafie, che in Piemonte sono numerosi e ancora in attesa di assegnazione. E sempre il gruppo Pd ha ottenuto voto favorevole unanime ad un atto di indirizzo collegato che chiede alla Regione di emanare i bandi nella prima metà dell’anno, di abbreviare i tempi di erogazione dei contributi e di coinvolgere Finpiemonte e gli istituti di credito piemontesi per anticipare le risorse regionali a enti e associazioni: “L’iter di partecipazione ai bandi e di rendicontazione vanno semplificati – ha sottolineato il primo firmatario Daniele Valle – così come si dovrà lavorare per cercare di garantire risorse a tutti gli idonei in graduatoria”.
Alberto Preioni (Lega), ha spiegato che “il pubblico deve fare la sua parte, ma per il settore è fondamentale l’apporto dei privati, servono mecenati in grado di investire sugli eventi culturali”; Paolo Bongioanni (FdI) ha chiesto prudenza rispetto alla stipula di convenzioni “che possono diventare rischiose se si cementano nel tempo”; Alessandra Biletta (FI), ha espresso soddisfazione per “un documento aperto a interventi innovativi per superare le difficoltà del sistema, duramente colpito dalla pandemia”.
“Fondamentale migliorare l’accessibilità ai luoghi della cultura per le persone con disabilità” ha ricordato Silvio Magliano (Moderati), mentre Francesca Frediani (M4o) ha parlato della cultura come strumento di contrasto al disagio e dell’importanza di riconvertire spazi abbandonati in luoghi della cultura e Marco Grimaldi (Luv) ha riaffermato l’esigenza di riqualificare spazi come le aree verdi per ospitare grandi eventi pubblici, fruibili da tutti.

Si sposa  in terapia intensiva in condizioni critiche. Ma ecco il più grande regalo di matrimonio: un cuore. Viene salvato con un trapianto 

 

All’ospedale Molinette di Torino

Si sposa intubato in terapia intensiva di cardiochirurgia in condizioni critiche, ma contestualmente arriva il più grande ed inaspettato regalo di matrimonio: un cuore compatibile da trapiantare. Viene salvato con un trapianto dopo la cerimonia in ospedale ed ora può ricominciare una nuova vita.
Un giovane uomo di 47 anni dopo poche ore dal suo matrimonio in ospedale è stato sottoposto con successo ad un trapianto di cuore in emergenza. E’ successo nei giorni scorsi nel reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Mauro Rinaldi.

Nel mese di giugno il giovane viene ricoverato in un ospedale della provincia di Cuneo per un infarto massivo del ventricolo sinistro, viene sottoposto alle prime cure e trasferito d’urgenza nel reparto di Terapia Intensiva post-cardiochirurgica, coordinato dalla dottoressa Anna Trompeo. Le condizioni cliniche peggiorano e si rende necessario l’impianto di un sistema di assistenza circolatoria meccanica (ECMO) che lo stabilizza. La strategia funziona bene, ma progressivamente si evidenziano problematiche legate alla terapia scoagulante, necessaria per l’ECMO, che impongono la richiesta urgente di un cuore nuovo. Il paziente viene quindi inserito in lista per un trapianto in urgenza nazionale attraverso il Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal professor Antonio Amoroso). Non si può sapere quando e se verrà mai trapiantato. E’ da pochi mesi diventato papà: il paziente, temendo il peggio, chiede pertanto di potersi sposare con la propria compagna di 42 anni, proprio mentre è intubato in ECMO e ricoverato in terapia intensiva. Il matrimonio, definito “in fine vita”, viene celebrato dall’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Torino il pomeriggio con palloncini e cuori rossi illuminati dalla luce del diafanoscopio, che si trova proprio a fianco del suo letto e che, dopo aver illuminato migliaia di radiografie di altrettante vicende umane, cerca di gettare un po’ di luce ad un destino incerto. In fondo al letto non ci sono i fiori ma le fotografie della piccola figlia di due mesi. Accanto a lui la sposa con un bouquet speciale fatto con i tappi colorati delle provette dei prelievi di sangue. Poche ore dopo una fantastica sorpresa. Un vero e proprio dono di nozze: la segnalazione da parte del Centro Nazionale Trapianti di un donatore compatibile. Da lì iniziano i preparativi, non per il ricevimento nuziale ma per l’organizzazione del trapianto. Il donatore è a Napoli, lontano centinaia di chilometri. Parte un volo speciale per il prelievo del cuore, la sala operatoria a Torino viene allestita per il giovane sposo. Tutto è pronto e si può procedere. Fuori dalla sala la moglie attende con ansia notizie. Il cuore nuovo arriva a Torino dopo 12 ore dal matrimonio, il trapianto viene eseguito dal professor Massimo Boffini dell’équipe del professor Mauro Rinaldi, con l’aiuto della dottoressa Erika Simonato e del dottor Matteo Marro e degli anestesisti dottori Andrea Costamagna e Daniele Ferrero. Il cuore riparte perfettamente, l’ECMO non serve più: può essere rimosso. Dopo l’intervento durato oltre sette ore, il paziente ritorna nel suo letto della terapia intensiva. Adesso senza ECMO e con un cuore nuovo perfettamente funzionante. La moglie scoppia in un pianto di gioia liberatorio. Il decorso post-operatorio si svolge in modo regolare. Il paziente viene estubato e risvegliato. Dopo qualche giorno viene trasferito nell’Unità Coronarica della Cardiologia universitaria (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari). Attualmente si trova nel reparto di degenza di cardiochirurgia per proseguire le cure.

“E’ una doppia notizia bellissima a lieto fine per l’uomo e per la coppia. Complimenti alle nostre équipes ed al sistema trapianti, che ancora una volta si confermano punto di eccellenza della Città della Salute. Ma ancor di più complimenti e congratulazioni ad un uomo e ad una coppia nati e poi rinati dopo il trapianto di cuore. Che sia per questo nuovo nucleo familiare un inizio di una nuova vita felice insieme” commenta il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino).

 

 

Scritte minacciose contro la consigliera Alessi

Scritta contro la Capogruppo di FdI della circoscrizione 7 Patrizia Alessi comparsa sulla fermata GTT in Corso Vercelli fronte la sede della Circoscrizione 7: “Alessi muori!”.

In passato erano già comparse scritte con minacce e insulti nei confronti della consigliera.

“Un ringraziamento particolare alle Forze dell’ordine  partendo dal Prefetto dott. Raffaele Ruberto, al Questore dott. Vincenzo Ciarambino, al Commissario del Dora Vanchiglia dott. ssa Semeraro, al personale della Digos e a tutti quanti mi hanno dimostrato la loro vicinanza. Proprio davanti la scritta c’è una telecamera, spero abbia ripreso la persona che ha scritto” dichiara la Capogruppo di Fdi Patrizia Alessi, che prosegue: “Liliana Segre è la Presidente della Commissione straordinaria per il contrasto all’odio e alla violenza, in questo caso dovrebbe intervenire per fare chiarezza davanti tutto questo odio che porta alle minacce di morte”.
Parole condivise da Domenico Giovannini, vice Capogruppo FdI Circoscrizione 7, che dichiara: “Mi sembra gravissimo quanto accaduto  alla collega Patrizia Alessi capogruppo di Fratelli d’Italia che è stata minacciata di morte probabilmente a seguito del Question Time “Sull’occupazione anarchica dell’ex Astanteria Martini di via Cigna” e della presentazione della mozione “La Circoscrizione 7 dice basta ad Askatasuna e ne chiede lo sgombero”, quest’ultima votata da tutto il centro destra ma non dalla maggioranza di sinistra. Ritengo che questo vile gesto sia grave ed esprimo alla collega la mia solidarietà e che non si faccia intimidire da questi atti volti a reprimere la democrazia che con la politica si esprime anche nelle aule della Circoscrizione 7. E’ ora che la componente anarchica di Torino sia riportata al rispetto delle leggi e non sia consentito loro di sentirsi autorizzati nel commettere atti come la minaccia di morte espressa verso la collega Alessi”.