ilTorinese

Furto di rame nella scuola

E’ stato sorpreso lo scorso mercoledì mattina dagli agenti del Comm.to Barriera Milano sul tetto di un edificio in via Tollegno, sede di una scuola. A chiamare il 112 NUE, un operaio che stava svolgendo dei lavori all’interno del comprensorio e che aveva udito alcuni rumori sospetti. In considerazione del fatto che nei giorni precedenti erano stati perpetrati altri furti nella parte dell’edificio attualmente chiusa alle attività scolastiche, l’uomo si è insospettito e da qui l’intervento della Polizia di Stato.

I poliziotti del Commissariato Barriera Milano, saliti sul tetto dell’edificio, hanno notato un cittadino nordafricano intento a divellere le tegole sul tetto; accanto a lui 6 pannelli di rame, per un peso complessivo di 15 kg.

L’uomo è stato arrestato per furto aggravato.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.

Ambiente: Ruffino “tragedia Marmolada insegna, proteggere il Mondo”

“Purtroppo serve sempre qualche tragedia per farci capire tardi che sul clima dobbiamo intervenire ora senza perderci in chiacchiere. Quanto successo sulla Marmolada, ma anche l’allarme lanciato ieri in Val d’Aosta e per ora fortunatamente rientrato, sono segnali che non possiamo continuare a sottovalutare a maggior ragione quando ci sono delle vittime”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Noi abbiamo presentato un pacchetto energetico la settimana scorsa che non solo permette grandi risparmi a famiglie e imprese ma rispetta anche l’ambiente. Non perdiamo altro tempo e iniziamo quella transizione ecologica che serve a tutti. Il mondo è uno, se ci autodistruggiamo non possiamo considerarci intelligenti”, conclude.

Lo stato di emergenza per la siccità finanzia 23 interventi nel Torinese

155.000 euro sono destinati agli interventi in somma urgenza e 54.000 al trasporto dell’acqua con autobotti

 

Con l’accoglimento della richiesta dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri sono in arrivo nel Torinese oltre 209.000 euro per 23 interventi, di cui 155.000 euro vanno agli interventi in somma urgenza e 54.000 al trasporto dell’acqua con autobotti

 

Le cifre fanno parte di un più ampio finanziamento per l’emergenza siccità che riserva al Piemonte 7,6 milioni di euro per intervenire sull’emergenza idrica che da settimane sta mettendo a dura prova il territorio.  In particolare, quasi 6,8 milioni di euro sono destinati a 102 interventi di somma urgenza e più di 800 mila euro vengono utilizzati per 142 interventi di trasporto dell’acqua con le autobotti.

 

«Si tratta di un primo stanziamento per le somme urgenze che ci sono state segnalate dai territori più colpitiAbbiamo però trasmesso a Roma una ricognizione più approfondita di interventi meno urgenti, ma che riteniamo comunque necessari per prevenire il ripetersi in futuro di situazioni come questa e ci auguriamo che anche su queste altre opere possa arrivare al più presto un sostegno – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi –. Siamo in presenza di un’emergenza in cui la rapidità degli interventi è determinante. Siamo perciò soddisfatti della velocità con cui il governo ha risposto alle nostre richieste stanziando subito una prima tranche di risorse da destinare alle somme urgenze. Questo è il primo passo di un percorso più strutturale che dobbiamo però fare tutti con rapidità se vogliamo dare un vero aiuto ai territori che maggiormente stanno soffrendo in questo momento».

 

«Ora auspichiamo che con altrettanta rapidità il Governo accolga anche la richiesta della stato di calamità per l’agricoltura – aggiunge l’assessore alla Agricoltura Marco Protopapa –  indispensabile sia per ristorare i nostri agricoltori di fronte ai danni causati da questa prolungata siccità, ma anche per attivare gli investimenti necessari per una futura nuova gestione dell’acqua».

 

Gli interventi riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, le opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi. Sono inclusi anche gli interventi di distribuzione di risorse idriche con autobotti nei Comuni che ne hanno dichiarato la necessità.

Gioco d’azzardo: la Regione in campo

«Tutte le attività previste dalla nuova normativa sul contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo sono in corso di realizzazione».

A confermarlo è l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, che  in Consiglio ha risposto ad un’interrogazione sullo stato di applicazione della legge regionale.

«In vista della Campagna di comunicazione istituzionale regionale di prevenzione e contrasto al Gap (Gioco d’azzardo) – ha spiegato l’assessore Icardi -, è stato costituito il gruppo di lavoro, composto da referenti tecnici Asl, esperti degli Enti accreditati e delle Associazioni scientifiche, esperti dell’Osservatorio epidemiologico regionale ed esperti Ires. Sono state confermate, per quanto concerne la tutela dei minori, molte delle azioni già avviate in passato».

«Sul fronte della Campagna di informazione nelle scuole – ha proseguito l’assessore alla Sanità -, sta proseguendo la formazione di alunni e docenti piemontesi ed è stato avviato il Centro regionale di Prevenzione e promozione della salute presso la struttura Fondazione Educatorio della Provvidenza in corso Trento, a Torino. Il Centro inizierà le attività ospitando le classi di studenti delle scuole superiori dal prossimo anno scolastico. In questa struttura sarà attivata una stanza appositamente realizzata per far sperimentare ai ragazzi l’importanza del gioco responsabile. Dal 2023 sono previste attività di prevenzione e sensibilizzazione che si svolgeranno direttamente nelle sedi scolastiche».

«Infine – ha concluso l’assessore Icardi -, un’apposita commissione regionale ha individuato logo e contenuti per la campagna istituzionale regionale di comunicazione, valutando le proposte giunte da una serie di agenzie pubblicitarie aderenti al bando regionale».

A Fruttero e Lucentini il giardino in piazza Arbarello

Nella seduta del 5 luglio, la Commissione Toponomastica della Città di Torino, presieduta dalla presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo, ha deliberato nuove intitolazioni

Su proposta del consigliere Andrea Tronzano (Forza Italia), è stato dedicato ad Antonella Sesino, dipendente della Città di Torino uccisa nell’attentato del Museo del Bardo a Tunisi nel 2015, il giardino in corso Farini, vicino a corso Verona, nei luoghi dove ha vissuto.

Su richiesta della Circoscrizione 7 e dell’associazione Due Fiumi, all’artista e docente di storia dell’arte Andrea Cordero è stata intitolata la Sala polivalente all’interno della sede dei Servizi Sociali in Lungo Dora Savona 30.

Su proposta della Circoscrizione 3, a Mamadou Moussa Balde, ventitrenne originario della Guinea, morto suicida il 22 maggio 2021 nel Cpr di Torino, verrà dedicata l’aiuola spartitraffico tra le vie Monginevro, Lancia e Sagra di San Michele.

La piazzetta di via Cigna 114, conosciuta come “scarpa turca”, su richiesta della sezione torinese dell’Anfi – Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, sarà dedicata alla memoria del finanziere Antonio Farci, vittima del dovere, ucciso a 21 anni in un’operazione di contrasto al contrabbando, nel 1971.

Come proposto dal sindaco Stefano Lo Russo e chiesto da un appello lanciato dal quotidiano La Stampa, il giardino tra piazza Arbarello, via Fabro, via Bertola e corso Siccardi sarà invece intitolato ai due celebri scrittori Carlo Fruttero e Franco Lucentini.

Come chiesto dall’Aec – Associazione Amicizia Ebraico Cristiana di Torino, all’insegnante e scrittrice Giuliana Fiorentino Tedeschi, sopravvissuta ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, sarà dedicato il giardino antistante l’istituto Isef, in piazza Bernini. A Rita Montagnana, parlamentare del Partito Comunista, quello tra corso Galileo Ferraris, via Tirreno, largo Orbassano e corso De Nicola, come proposto dalla Circoscrizione 1.

Su richiesta della consigliera Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia), verrà dedicato un sedime, ancora da individuare, alle “Vittime della strage di Vergarolla”, avvenuta nella spiaggia di Vergarolla, vicino a Pola, dove il 18 agosto 1946 in occasione di una gara di nuoto esplose del materiale bellico, provocando la morte di oltre 100 persone.

Come chiesto dall’associazione Consiglieri comunali emeriti della Città di Torino, il giardino tra corso Cosenza e corso Unione Sovietica sarà intitolato alla giornalista professionista Anna Rosa Gallesio Girola.

Su proposta del Cfu – Comitato Fibromialgici Uniti, verrà apposta la targa commemorativa “12 maggio Giornata mondiale della Fibromialgia e MCS” nell’area verde di fronte all’ospedale Regina Margherita, in piazza Polonia.

Un’altra targa, per i “Giusti tra le nazioni”, sarà collocata all’interno dei giardini Morvillo, in via Ricaldone angolo via Tripoli, come proposto dal Distretto Rotary 2031, dal Distretto Rotaract 2031 e dalla comunità ebraica torinese.

Muore solo in casa, il corpo scoperto dopo giorni

Un sessantacinquenne di Moncalieri da giorni non dava notizie di sè a parenti e amici. I carabinieri e i vigli del fuoco hanno trovato l’uomo privo di vita nella sua abitazione. Il medico ha stabilito che la morte è avvenuta per un malore  improvviso. E’ il secondo caso a Moncalieri nell’ultima settimana. Anche un insegnante che non si era presentato alla Maturità è stato trovato morto in casa.

 

La vita del più celebre liutaio piemontese, Giuseppe Rocca 

La liuteria non è soltanto Antonio Stradivari. Torino e la Regione Piemonte vantano infatti una secolare tradizione collegata alla costruzione degli strumenti musicali, legata a doppio filo con la vita di celebri autori, le cui opere (violini, viole, violoncelli) sono oggi ricercatissime in Italia e all’estero. Il più celebre Maestro dell’ottocento fu certamente Giuseppe Rocca. 

“Morte di un liutaio. Le vicende di Giuseppe Rocca.” (2022, Edizioni Bookabook) è un giallo storico che racconta l’esistenza intricata e la morte oscura di questo autore. Adottando uno stile narrativo tipico del romanzo storico, il libro intreccia la “storia piccola” di Giuseppe Rocca e dei personaggi che lo circondano agli eventi culturali e sociopolitici della “storia grande” a cavallo dell’Unità d’Italia.

La sua storia inizia a seguito di un tragico evento che lo porta ad abbandonare tutto e a spostarsi da Alba a Torino. Qui, aiutato dal grande liutaio Giovanni Pressenda, scopre il proprio talento nell’arte della liuteria e apre una bottega. Eppure, il talento non basta per emergere in un’Italia dilaniata dal colera e dalle proteste del popolo. Sottovalutato, Giuseppe farà una serie di scelte sbagliate che lo condurranno a un epilogo tanto misterioso quanto avvincente.

“Morte di un liutaio” è il romanzo d’esordio di Flavia Vighini. L’autrice vive a Cremona, città della musica e capitale mondiale del violino. La vicinanza al mondo dei liutai le permette di conoscere tecnicismi e curiosità di un settore che trova amatori in tutto il mondo e di scoprire la storia di Giuseppe Rocca. Da qui la decisione di scrivere un romanzo.  “Questo libro nasce dal desiderio di mettermi alla prova nel genere letterario del romanzo storico, il cui studio mi ha molto affascinata durante il mio percorso universitario.”, racconta l’autrice. “Giuseppe Rocca mi è sembrato perfetto: eccezionale e allo stesso tempo fragile e inquieto. La sua vita familiare fu così ricca di avvenimenti – matrimoni, lutti, figli – che ho dovuto operare delle scelte, per semplificare l’intreccio. La sua morte, poi, così oscura e mai del tutto chiarita, si prestava perfettamente ai miei scopi. Il periodo storico in cui visse, infine, resta uno dei più affascinanti d’Italia.”

Nel romanzo, completato durante la pandemia da Covid-19, vi è una descrizione dettagliata dell’esperienza dell’epidemia e delle credenze e reazioni che scatenò la diffusione del colera. Seppur ambientato nell’Ottocento, infatti, “la storia si ripete uguale a sé stessa” e, allora come oggi, tra la popolazione vi era chi credeva che la malattia fosse un maleficio, un espediente di governo per sfollare le popolazioni e incutere un salutare timore nei superstiti e le quarantene e le altre procedure di contenimento erano derise. “Mi sono recata a Torino e, come un’investigatrice, sono andata a cercare i luoghi in cui i miei personaggi avevano mosso i loro passi: il Teatro d’Angennes, il caffè Fiorio, l’Antica Osteria della Dogana Nova (ora Albergo della Dogana Vecchia), a caccia di particolari e informazioni. Mi sono divertita moltissimo a far vivere ai miei personaggi gli avvenimenti storici di quei tempi.”, confessa l’autrice.

Flavia Vighini presenterà il suo romanzo il giorno 7 luglio alle ore 18.30 presso la sede dell’Accademia Liuteria Piemontese San Filippo, nel centro storico di Torino, in via Principe Amedeo 8/a.

Volti nel Volto: arte, storia, spiritualità

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7 luglio – 18 settembre 2022

Pinacoteca dell’Accademia Albertina – via Accademia Albertina 8, Torino

INAUGURAZIONE: 6 luglio ore 18.30

Per informazioni:

Tel. 0110897370 email: pinacoteca.albertina@coopculture.it  – www.pinacotecalbertina.it

L’Albertina di Torino è una delle più antiche Accademie di Belle Arti d’Italia e custodisce una importante collezione di opere d’arte antica, realizzate dal XV al XX secolo.

In collaborazione con la Fondazione Carlo Acutis propone ‘volti nel Volto’, una mostra/workshop per approfondire il tema del volto di Cristo nell’arte. Saranno esposti tesori solitamente inaccessibili al pubblico, in un percorso sulla storia dell’arte e della spiritualità.

La mostra è patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino.

Minuziosi dipinti rinascimentali e caravaggeschi, preziosi disegni gaudenziani solitamente non esposti al pubblico e affascinanti allestimenti multimediali sono gli ingredienti del progetto “volti nel Volto” che non è solo una mostra, ma si pone l’obiettivo di accogliere il pubblico nella dimensione di un laboratorio artistico.

Grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Carlo Acutis e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è stato infatti possibile coinvolgere le migliori allieve e i migliori allievi dell’Accademia nella realizzazione di dipinti che hanno preso forma per questo progetto, in allestimenti scenografici immersivi e in altre attività di valorizzazione che il pubblico potrà scoprire accanto alle collezioni della Pinacoteca.

La Fondazione Carlo Acutis nasce dalle riflessioni sul ruolo e la responsabilità economica e sociale di una famiglia imprenditoriale e dalla testimonianza di vita del beato Carlo Acutis. Alla creazione di valore si deve affiancare crescita etica e attenzione ai bisogni e alla dignità delle persone. La Fondazione ha la missione di promuovere lo sviluppo ed il coordinamento di iniziative di pubblica utilità. L’obiettivo è restituire dignità e speranza alle persone in difficoltà, prendersi cura del territorio per mezzo di progetti di supporto sociale, di sostegno alla cultura, con particolare interesse verso quelle attività focalizzate su beni di ambito storico artistico e di ricerca scientifica che si sposino con una finalità sociale.

In occasione dell’incontro Europeo della Comunità di Taizé, a Torino dal 7 al 10 luglio 2022, la Fondazione vuole offrire ai ragazzi provenienti da Paesi dell’intero continente l’esperienza di ‘volti nel Volto’, percorso artistico incentrato sul Santo Volto, cui si aggiunge la disponibilità di laboratori didattici condotti dall’Accademia.

Il racconto della mostra sulla storia dell’arte si confronta con l’immagine della Sindone che, custodita a Torino, ha molto ispirato nei secoli l’iconografia del volto di Cristo. Sul telo sindonico è visibile l’immagine di un uomo di cui è identificabile la causa della morte per crocifissione. Per questa ragione la Sindone ha anche ispirato e continua a ispirare l’arte cristiana e rappresenta un interessante punto di confronto con le opere dell’allestimento espositivo.

La mostra alla Pinacoteca Albertina è visitabile tutti i giorni feriali e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) a esclusione del mercoledì, giorno di chiusura,  ed è compresa nel biglietto di ingresso del Museo: Intero € 7,00 Ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni, convenzioni; gruppi. Gratuito under 6 anni, insegnanti, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.

Liste d’attesa, le proposte del Pd

VALLE – ROSSI (PD): “A TORINO NIENTE CUP”

Accelerare sulle agende pubbliche e rafforzare il personale

4 luglio 2022 – “Tra le azioni necessarie per migliorare i tempi delle liste d’attesa sicuramente c’è il buon funzionamento del sistema di sovra-cup regionale. Tuttavia gli interventi sul sovracup sono utili, ma non risolvono il problema a monte, cioè la mancanza di disponibilità di medici, strutture e slot di prestazioni prenotabili. La condivisione pubblica delle agende e la loro accessibilità ai cittadini non può essere ulteriormente rimandata, sia per quanto riguarda il pubblico sia per il privato accreditato, ancora solo parzialmente presente” affermano il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle e Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione Sanità a fronte dell’informativa avvenuta oggi in IV commissione proprio sul tema del sovracup.

“E’ preoccupante la situazione dell’area torinese, con l’ASL Città di Torino che riesce a prenotare su CUP solo il 56,48% dei primi accessi, contro una media regionale dell’80% e la Città della Salute con solo il 38,93% contro il 71% delle aziende ospedaliere. Su questo occorre un cambio di passo radicale. E’ chiaro che se le persone non riescono ad accedere con facilità alla prenotazione si rivolgono al privato oppure rinunciano” aggiungono in Consiglieri.

“Ma questo è solo un primo passo. Occorre garantire prima di tutto il personale necessario da un lato aumentando quello sanitario e dall’altro rafforzando l’organico del CUP, anche portando a tempo pieno gli attuali part-time. Ma servono anche modalità organizzative tali da permettere una calendarizzazione di medio e lungo periodo nei reparti e slot adeguati nelle agende. È inutile tenere il sovracup aperto di domenica, ad esempio, visto che i medici di base fanno le ricette principalmente da lunedì a venerdì.” concludono i Consiglieri del Partito Democratico.

 

La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua

Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato

Torino e l’acqua

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere l’acqua. L’acqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, l’acqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto l’ecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

1. Torino e i suoi fiumi
2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia
3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
4. La Fontana dell’Aiuola Balbo e il Risorgimento
5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?
7. La Fontana Luminosa di Italia ’61 in ricordo dell’Unità d’Italia
8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma
9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua
10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino


9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua

Torino non è solo nebbiosa e malinconica nei tristi mesi invernali, né è da considerarsi unicamente come capoluogo magico e misterioso.
Torino “enigmatica ed inquieta”, per dirla con De Chirico, è città ricca di storia che ha radici antiche, come testimonia il suo stesso nome, Augusta Taurinorum, il villaggio fondato dal princeps romano Augusto nel I secolo a.C., Torino città composta, circondata dalla cerchia delle imponenti vette alpine, città sobria ed elegante, dalle vie diritte, per secoli cuore del Regno dei Savoia, città teatro dell’Unità Nazionale. I grandi architetti che di qui sono passati hanno lasciato testimonianze importanti, ricordiamo fra tutti Juvarra e Guarini. Città capitale di un regno e di una nazione, divenuta poi capitale del cinema e dell’automobile. Torino però è anche importante città d’arte.

Numerosi sono i musei dedicati all’attività artistica, come la GAM (la Galleria d’Arte Moderna), il Museo delle Antichità, la Fondazione Merz, Camera, la Galleria Sabauda e molti altri ancora: la lista dei luoghi che proteggono e nello stesso tempo propongono al grande pubblico le opere d’arte è davvero molto estesa. Molteplici sono anche le iniziative volte ad avvicinare la cittadinanza a quello strano mondo che è quello dell’Arte, guardato sempre con distanza e ogni tanto con sospetto, soprattutto quando si tratta di arte contemporanea. Ma le opere non sono tutte all’interno delle gallerie, alcune si ergono coraggiose tra le strade della città, esposte alle intemperie e agli sguardi dei passanti, alcuni curiosi, altri critici, una tre queste è la Fontana Igloo di Mario Merz, (1925-2003). L’autore dell’opera è uno dei massimi esponenti dell’arte povera italiana; pittore e scultore, originario di Milano, si sposta quindi a Torino già in giovane età, dove si iscrive alla Facoltà di Medicina. Mario inizia a dedicarsi alla pittura grazie agli incoraggiamenti del critico Luciano Pisto, che lo inizia alla pittura ad olio. Il giovane artista dimostra fin da subito interesse per l’astrattismo-espressionista per deviare poi in un secondo momento verso una pittura più informale.

 

La prima mostra di Mario Merz viene allestita presso la Galleria Bussola di Torino nel 1954. É con gli anni Sessanta del secolo scorso che l’autore riesce a trovare la sua giusta espressività, lasciando la pittura e iniziando ad utilizzare materiali diversi, come i tubi al neon, il ferro, la cera e la pietra. Con queste nuove sperimentazioni crea i suoi primi assemblaggi tridimensionali, anche chiamati “pitture volumetriche”. Proprio in questi anni, e con le opere che esegue in tale periodo, entra a far parte di un gruppo di artisti, tra cui Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e Lucio Fabro, che aderiscono alla corrente denominata “arte povera”. Caratteristica delle opere di Merz è l’utilizzo del tubo al neon, con il quale realizza degli slogan, soprattutto nel periodo di protesta studentesca del 1968; in seguito inizia a dedicarsi alla costruzione di grossi igloo, utilizzando materiali disparati che stavano a significare il definitivo superamento del quadro e della superficie bidimensionale. Successivamente, a partire dagli anni Settanta, Merz inserisce nelle sue opere la “successione” di Fibonacci, come simbolo e testimonianza dell’energia insita nella materia e della crescita organica.

Il termine “arte povera” viene utilizzato per la prima volta dal critico d’arte Germano Celant nel 1967 per descrivere uno specifico modo di lavorare di un certo gruppo di artisti italiani.
Tale movimento artistico d’avanguardia è stato uno dei più significativi e influenti tra i filoni artistici che nacquero nell’Europa nel decennio Sessanta-Settanta; gli artisti più significativi per lo sviluppo dell’arte povera furono circa una dozzina, tutti accomunati dalla caratteristica di utilizzare, per la realizzazione delle proprie opere d’arte, materiali di uso comune, che potevano richiamare epoche pre-industriali, come le rocce, la terra, la carta, la corda o degli indumenti vecchi. L’arte povera si pone in opposizione sia alla pittura astratta modernista, che aveva dominato tutti gli anni Cinquanta, (ed è per questo che la maggior parte delle opere di questi artisti è di tipo scultoreo), sia si contrappone al minimalismo americano e all’entusiasmo per l’utilizzo della tecnologia, (ed ecco l’utilizzo di materiali che rievocano un passato lontano, pre-industriale). Caratteristica del movimento è l’utilizzo di materiali semplici e artigianali, abbinati in genere a elementi che richiamano la cultura di massa e del consumo; le opere sono caratterizzate da un aspetto misterioso e mitico, di difficile comprensione, appositamente in contrasto con l’ “ovvio” design tecnologico e minimalistico americano; l’utilizzo dell’assemblage contrasta con la pittura astratta, considerata eccessivamente legata alla sfera emotiva.

Dopo questo breve excursus, torniamo a passeggiare tra le nostre strade cittadine, finché non ci imbattiamo in un bizzarro igloo circondato da macchine che sfrecciano in su e in giù verso chissà quali mete. È l’opera di Mario Merz, che fa parte dell’intervento urbano detto “Spina 2”, e viene posta all’incrocio tra corso Mediterraneo e corso Lione, nel grande viale finalizzato ad attraversare la città da nord a sud. Si tratta di un igloo con una struttura ricoperta di lastre in pietra e luci al neon, indicanti i punti cardinali, situato al centro di una grande vasca con delle canne verticali che gettano acqua.Inaugurata il 6 novembre 2002, l’opera è un’istallazione permanete e rientra nel progetto “Artecittà-undici artisti per il passante ferroviario” lanciato nel 1999 dalla città di Torino.
L’intera opera è un’allegoria dell’abitare, un’architettura equilibrata che contiene spazio interno e spazio esterno, quasi a simboleggiare le esigenze della vita. L’igloo si richiama ai processi naturali di crescita, come la spirale e i numeri delle serie di Fibonacci, entrambi temi di grande interesse e molto cari all’artista. La fontana è una delle ultime opere firmate da Merz, scomparso nel 2003 e rappresenta in maniera inconfondibile lo stile del maestro.

 

Alessia Cagnotto