ilTorinese

Ruba trolley a due anziani ma la Polfer lo arresta

Una coppia di anziani è stata oggetto alla stazione di Novara del furto di un trolley che conteneva capi di abbigliamento ma anche oggetti preziosi. Grazie alle telecamere è stato arrestato dalla Polfer e denunciato  in stato di libertà un marocchino di 22 anni senza fissa dimora.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Juve in caduta libera: Monza-Juventus 1-0

Settima giornata serie A

Gytkjaer (M)

La prima vittoria del Monza in serie A arriva contro una bruttissima Juventus in evidente caduta libera.Una situazione da incubo in casa bianconera dove i dirigenti juventini stanno seriamente valutando la possibilità di esonerare l’allenatore Max Allegri.Dalla tribuna ospite,dove ci sono i tifosi bianconeri, s’alza forte e tempestoso il coro “andate tutti a lavorare”,un segnale eloquente del profondo scollamento e frattura insanabile che si è creato tra il popolo bianconero e la dirigenza(compresa la  squadra)juventina.
I numeri sono impietosi:un solo tiro in porta per la Juve contro i 4 ed 1 gol del Monza,con i brianzoli che hanno ottenuto un possesso palla del 70%.
Un nervoso Di Maria è stato espulso al 40esimo del primo tempo. L’argentino reagisce ad un fallo di Izzo con una gomitata ad altezza petto, non ci sono dubbi per l’arbitro Maresca che estrae subito il cartellino rosso.
Provvidenziale l’arrivo della sosta che consentirà ai bianconeri di raccogliere le idee e studiare il da farsi per risalire la china dell’attuale centroclassifica:ammesso che ci sia ancora Allegri allenatore.

Enzo Grassano

Lettera aperta di Quaglieni a Mauro Laus

Caro Senatore, questa mattina ho vinto la pigrizia domenicale ereditata dalla pandemia di leggere a letto i giornali e sono stato al teatro Alfieri ad ascoltarla

Ero curioso anche perché un comizio alle 9,30 del mattino oggi è cosa ardua.Nessuno finora si è azzardato a confrontarsi con l’Alfieri, luogo deputato nel passato remoto solo per grandi leader nazionali. Lei è riuscito a riempire il teatro, un fatto unico, credo negli ultimi dieci anni, per qualsiasi partito ed ha raggiunto anche altre  molte migliaia di ascoltatori via internet.
La conduttrice dell’intervista che ha reso agile con misura sapiente   il comizio che oggi appare  di per se ‘ improponibile, è stata una coprotagonista discreta  d’eccezione perché Laura Pompeo, donna di cultura e politica di razza, ha dimostrato cosa significhi parteggiare, ma anche stare al disopra con equilibrio, toccando tutti i temi senza censure.
Laura Pompeo ha alle sue spalle e davanti a sé il ruolo dei colloqui intervista da casa tramite internet che ci hanno salvato  dall’isolamento della pandemia attraverso una trasmissione su Fb di grande successo da cui è nato anche un libro che sta riscuotendo vasto interesse.
Io l’ho ascoltata con piacere e quasi mai ho dissentito da lei perché lei si è rivelato un politico che non parla il politichese, è appassionato delle sue idee e delle sue origini di cui è  anzi giustamente orgoglioso ,ma non è mai fazioso.
Quanta differenza con altri suoi colleghi! Ha anche dimostrato cosa ha fatto in Parlamento nei suoi cinque anni al Senato con una sorta di rendicontazione ai suoi elettori che molti paracadutati o non si scordano di fare.
Quando ha parlato di diritti non si è rivelato giacobino come altri suoi colleghi, anche se ha tralasciato di pronunciare la parola dovere. Sarà che ,occupandomi  quest’anno di Mazzini , io la parola doveri la dico spesso,ma credo che il senso di tutto il suo discorso-intervista sia stato all’insegna del dovere civile.
Oggi troppo spesso si rivendicano i diritti, ma  anche i doveri a me paiono  importanti perché senza doveri, come insegnava Mazzini, i diritti si vanificano.
Molte cordialità.
Pier Franco Quaglieni

Apli-Piemonte: “Media silenziano alternativa al regime”

Riceviamo e pubblichiamo

Lucianella PRESTA (APLI- PIEMONTE): 
“I media nazionali e territoriali silenziano l’unica vera alternativa al regime”.

Come dichiara Adinolfi in un suo recente comunicato, anche noi in Piemonte constatiamo il silenzio con cui radio e televisioni, tranne rarissime eccezioni, ignorino il ruolo di Alternativa per l’Italia.

Adinolfi arriva provocatoriamente a lanciare un invito “ABROGATE LA PAR CONDICIO: Non trasformate Lasorella di Agcom nella barzelletta d’Italia”

Egli usa l’ironia per denunciare lo scarso spazio riservato dalle televisioni alla lista di cui è capolista al Senato nel Lazio e in Abruzzo: “Sono qui a chiedere l’abrogazione della par condicio, per evitare al dott. Giacomo Lasorella di vedersi trasformato nella barzelletta d’Italia visto che come presidente di Agcom è il garante dell’applicazione della legge. Agcom ha riconosciuto che Alternativa per l’Italia, ai sensi dell’articolo 2 comma 2 lettera b del suo stesso regolamento diramato il 3 agosto 2022, è uno dei sedici soggetti politici nazionali che per diffusione sul territorio hanno diritto a veder divisi equamente gli spazi. Mario Adinolfi e Simone Di Stefano hanno avuto qualche manciata di secondi nei Tg Rai e Mediaset, zero secondi nel Tg La7, zero secondi a In Mezz’ora (la Annunziata ha invitato tutti, a partire dalle piccole liste di sinistra, ma noi no), Otto e Mezzo, Di Martedi, In Onda, Omnibus, L’aria che tira, Agorà, Controcorrente, Dritto e Rovescio, Carta Bianca, Piazza Pulita, Quarta Repubblica. Fossi nel dott. Lasorella, presidente Agcom, chiederei dunque l’immediata cancellazione della legge sulla par condicio visto che non è in grado di farla applicare e alcuni partiti hanno decine di ore a settimana di copertura e noi decine ai secondi. Qualora facesse istanza di abrogazione della par condicio per non risultare più la barzelletta d’Italia, sosterremmo la sua proposta a difesa del suo onore. O forse un nominato dai partiti in campagna elettorale preferisce non infastidire chi lo ha nominato al ben retribuito incarico all’Agcom?”
Mentre sottolineiamo la denuncia di Adinolfi ci appelliamo ai media piemontesi affinché provvedano a garantire ciò che la legge prescrive.

Rock Jazz e dintorni. I 99 Posse e la Ukulele Turin Orchestra

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Lambic Tonino Carotone rende omaggio a Fred Buscaglione.

Martedì. All’Otium Pea Club si esibisce il quartetto della vocalist Elis Prodon. Nel Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour è di scena il cantautore Alessandro Petulla.

Mercoledì. Al Blah Blah si esibisce Matt Elliott.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Beat In2. Al Blah Blah sono di scena i Blue Trip. Al Dash suona l’Ukulele Turin Orchestra. Al Cafè Neruda si esibisce il quartetto di Paolo Voghera.

Venerdì. Alla Suoneria di Settimo debutto della kermesse “Beatles Days” con The Beatless, Marco Roagna e Ticket To Beat. Nel Sound Garden dell’Hiroshima arrivano i 99 Posse.  A Piozzo nell’Open Garden del Baladin , i Marlene Kuntz presentano le canzoni di “Karma Clima”. Al Jazz Club suona il trio Fortune Teller. Al Cap 10100 si esibiscono i Worg, Beatkoinz e Headkube. Al Blah Blah sono di scena i NotFound. Il produttore elettronico Sonambient si esibisce al Bunker presentando l’album “Controforma”.

Sabato. Al Jazz Club suona il quartetto The Hipshakers. Al Cap 10100 è di scena il rapper Reks. Alla Suoneria di Settimo prosegue il tributo ai Beatles con l’esibizione di The Beat Circus, Repsilon, Powerllusi e Gabriele Daho. Al Blah Blah suonano i Five Ways To Nowhere. Allo Ziggy si esibiscono i Browbeat con  Niamh e Nabla Dot.

Domenica. Conclusione a Settimo del tributo ai Beatles con Rolando Giambelli, Oldies But Goldies, Blue Meanies , Let’s Beat e altri. Al Jazz Club suona il trio del chitarrista Dario Lombardo. Riapre il Folk Club con il cantautore nordirlandese Foy Vance.

Pier Luigi Fuggetta

Forza Italia, le politiche per la casa

Riceviamo e pubblichiamo

PRESENTAZIONE delle POLITICHE SULLA CASA

Forza Italia Piemonte  presenta le iniziative sulla Casa per le prossime elezioni politiche e in particolare la Legge che istituisce l’elenco regionale degli amministratori di condominio e immobili La conferenza stampa si terrà domani LUNEDÌ 19 SETTEMBRE alle ORE 11,30, presso la Sede di Forza Italia in via Barbaroux 43 a Torino.

Parteciperanno il Coordinatore Regionale Paolo ZANGRILLO; il vicecapogruppo di Forza Italia a Montecitorio Roberto ROSSO, responsabile nazionale del Dipartimento Casa, Edilizia Sociale e Riqualificazione Periferie; il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo RUZZOLA, la vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Alessandra BILETTA

A Terra Madre 13 nuove delizie italiane per Slow Food

 

Dall’Italia e dal mondo, sono più di 100 le realtà virtuose presenti a Parco Dora, dal 22 al 26 settembre 

La 14esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, a Parco Dora di Torino dal 22 al 26 settembre, vede il debutto di 13 nuovi Presìdi italiani, che vanno ad arricchire lo straordinario bagaglio di biodiversità tutelata da Slow Food e si aggiungono ad altre storiche produzioni internazionali presenti all’evento. Tra queste, le ostriche bretoni dalla Francia e del mare di Wadden dai Paesi Bassi, lo zafferano di Jiloca e i capperi di Ballobar dell’Aragona, nel nord est della Spagna e i diversi tipi di formaggi a latte crudo irlandesi.

 

Da sempre Slow Food pone la difesa della biodiversità al centro dei suoi progetti con l’obiettivo di tutelare la straordinaria ricchezza del nostro Pianeta. Ed è proprio nella nostra Penisola, ricca di prodotti artigianali, tecniche tradizionali, specie autoctone e paesaggi rurali, che già nel 1999, l’Associazione ha dato vita a uno dei suoi strumenti più significativi: i Presìdi Slow Food. Questi progetti sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. Oggi sono oltre 600 in 79 paesi (in Italia se ne contano più di 350) e coinvolgono migliaia di produttori.

 

Sono sei le regioni italiane che presentano quest’anno una nuova ricchezza da tutelare: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Ecco le loro storie, simbolo di rinascita e resilienza.

 

Il Lazio presenta: sua maestà la Mosciarella 

Oltre a vedere la nascita ufficiale della rete dei castanicoltori italiani, Terra Madre ospita per la prima volta il Presidio della Mosciarella delle casette di Capranica Prenestina, una cinquantina di chilometri a est di Roma. Mosciarella non è il nome della varietà di castagna, bensì quello del prodotto che si ottiene dall’essiccatura del frutto: un procedimento lungo ma indispensabile per conservare le castagne nel freddo inverno che, da queste parti a oltre 900 metri d’altitudine, non si fa attendere. Tipica è la lavorazione, che avviene nelle casette, i piccoli locali in pietra costruiti nei boschi, dove vengono bruciate le ramaglie della potatura dei castagni e la spulla (cioè i resti delle bucce di castagne dell’anno precedente): il fumo e il calore sprigionato asciugano le castagne novelle, affumicandole leggermente.

 

La Sicilia: sono oltre 50 i progetti attivi nella regione 

L’ultimo arrivato dei Presìdi Slow Food siciliani nasce a Tortorici, centro di seimila abitanti in provincia di Messina noto soprattutto per i noccioli, di cui oggi troviamo ancora numerosi ecotipi locali. Il Presidio tutela la pasta reale di Tortorici, dolce costituito da soli tre ingredienti: acqua, zucchero e le nocciole che crescono sui monti dei Nebrodi. Piatta e irregolare, la pasta reale si contraddistingue per un rigonfiamento al centro che si produce in cottura, nel momento in cui l’impasto “scoppia”, facendo sciogliere lo zucchero e generando la particolare forma. Non esiste una ricetta precisa, molto dipende da come vengono tritate le nocciole tostate.

 

Come per la pasta reale, anche nel caso della scattata di Alia la preparazione non richiede molti ingredienti. Il dolce tipico di questa cittadina montana a sud est di Palermo prevede solo mandorle, acqua e farina di maiorca, un grano antico presente ancora oggi nel territorio delle Madonie. Si dice che nessuna scattata viene mai uguale all’altra. La ricetta tradizionale, tipica dei giorni di festa, risalirebbe ai primi anni del Novecento e continua a essere tramandata da generazioni. Valorizzare questo lavoro artigiano è il principale obiettivo del Presidio, che mira anche a coinvolgere e rinforzare il tessuto agricolo e rurale del territorio, a partire dalle coltivazioni necessarie per realizzare il dolce, come il grano di maiorca e i mandorleti, nettamente diminuiti.

 

Nell’Agrigentano invece, il buttiglieddru di Licata non è solo un pomodoro che, come suggerisce il nome, ha una forma simile a quella di una bottiglia. La sua particolarità è data da una coltivazione pressoché unica, con semina a dicembre, maturazione a fine maggio e utilizzo di insetti “utili” al posto di fitofarmaci. Ottimo fresco per la sua dolcezza, il buttiglieddru viene da sempre trasformato anche in passata, polpa e pomodori secchi. Il Presidio oggi riunisce una decina di produttori attorno a un rigido disciplinare di produzione che prevede, tra le altre cose, l’autoriproduzione della semente, il divieto del diserbo e la semina in campo aperto.

 

Il Friuli-Venezia Giulia, un viaggio attraverso il Carso e le Alpi

Il Friuli-Venezia Giulia partecipa a Terra Madre con due nuovi Presìdi Slow Food, avviati quest’anno nella regione più orientale dell’arco alpino: il miele di marasca nell’area del Carso e il pestith, un pesto di rape macerate diffuso in Valecellina e Val Vajont in provincia di Pordenone.

 

Il miele di marasca si ottiene dal nettare dei fiori di ciliegio canino (Prunus mahaleb), conosciuto anche come ciliegio di santa Lucia, varietà che cresce spontaneamente sui substrati carbonatici del Carso triestino e goriziano. Dalla sua breve fioritura, più precoce vicino al mare rispetto all’entroterra, si ottiene un miele dal colore ambrato e dall’aroma delicato, con un leggero retrogusto amarognolo che ricorda quello delle mandorle.

 

Dal Carso poi ci spostiamo sulle Alpi con il pestith, che a seconda della località può venire chiamato anche pestìç, pestìth, pestìf o pastìç, ottenuto dalla macerazione della rapa dal colletto viola. Si tratta di una varietà di rapa che cresce anche nelle zone montane più fredde e poco soleggiate. Viene raccolta in autunno e lasciata macerare fino al periodo natalizio, quando le rape vengono lavate e pestate: a quel punto sono pronte per essere soffritte in olio oppure burro, cipolle, sale e pepe.

 

La Puglia, tra gioielli del mare, dolci tipici e lievitati tradizionali

A Taranto, la cozza nera è un nuovo Presidio Slow Food ed è anche molto di più: innanzitutto un riconoscimento che sfida i pregiudizi che da anni, per ragioni prima di tutto ambientali, affliggono la città pugliese, e poi anche un simbolo di rinascita di una comunità che ha nella mitilicoltura le origini della propria storia. Più di venti mitilicoltori hanno aderito al progetto, che prevede l’allevamento della cozza nera tarantina secondo un disciplinare che non garantisce soltanto la tracciabilità e la qualità del prodotto, ma anche il rispetto dell’ecosistema marino. Grazie alla collaborazione con partner scientifici, come il Cnr, e tecnici, come Novamont, i produttori che aderiscono al Presidio utilizzano infatti materiali ecosostenibili, prodotti in mater-bi e quindi compostabili.

 

Sempre in provincia di Taranto, a Manduria, il colombino è il dolce delle feste. Oggi sono pochi i pasticceri locali a conservarne la ricetta. Questo pasticcino dalla forma di tortino tronco-conico presenta due strati di pasta sfoglia farcita con pasta di mandorle all’arancia e crema pasticcera. Il tutto ricoperto da una soffice glassa di meringa fatta con zucchero, albume e limone, e da un decoro a forma di colombino, da cui deriva il nome, realizzato con confettura di albicocche. Un classico è il suo abbinamento con un bicchiere di Primitivo di Manduria Dolce Naturale.

 

Nel brindisino invece, il confetto riccio di Martina Franca è legato ad altre due occasioni speciali, i due giovedì che precedono il martedì grasso. Il confetto viene realizzato con mandorle di varietà locale di forma tondeggiante – la tondina in particolare, ma anche la catuccia, la spappacarnale e la carluccio – zucchero e limone. La preparazione prevede l’abbrustolimento delle mandorle all’interno della conca, un pentolone basso, tondo e largo di rame, riscaldato a temperatura costante, a cui l’artigiano del riccio imprime movimenti ondulatori. Segue poi l’arricciatura, che si ottiene riducendo la temperatura del fuoco e versando nella conca “lu gilueppu”, uno sciroppo cotto a filo, formato da acqua calda, zucchero e qualche goccia di limone.

 

La focaccia a libro di Sammichele di Bari è una focaccia dalla forma circolare, croccante e dal colore bruno esternamente, soffice e di colore bianco all’interno. Il nome deriva dalla chiusura a libro della sfoglia che, durante la lavorazione, viene stesa, condita con olio extravergine, sale e origano e poi richiusa su sé stessa per formare un rotolo sistemato a spirale. Tratto tipico nella realizzazione della focaccia a libro, fecazze a livre in dialetto, è l’utilizzo e la valorizzazione di ingredienti “poveri” e poco elaborati: farina provenienti da grani teneri coltivati localmente e legati alla tradizione cerealicola regionale – maiorca, risciola, bianchetta; sale delle vicine saline di Margherita di Savoia; olio extravergine di oliva di frantoi locali da olive della cultivar ogliarola barese; origano spontaneo raccolto nelle zone incolte, aride e assolate; lievito naturale proveniente dalla pasta acida dell’impasto precedente.


A chiudere il cerchio pugliese è il pane di Monte Sant’Angelo, un pane di farina di grano tenero di forma rotonda grande, a volte grandissima. Un tempo, infatti, le famiglie acquistavano il pane una sola volta alla settimana e quindi le forme potevano superare i 12 chilogrammi. Un aspetto curioso e caratteristico dei forni del paese garganico, è il fatto che molti fornai sono soliti esporre i pani all’esterno delle botteghe, a volte anche appendendoli al muro. La sua cottura avviene ancora in forni con camere in pietra refrattaria spesso molto vecchi che, con l’eccezione di Natale e Capodanno, rimangono sempre accesi. La preparazione prevede la lievitazione con la sola pasta acida, al quale ogni giorno si aggiunge la farina necessaria per la produzione quotidiana.

 

Dalla Calabria, il legume che non ti aspetti 

Storicamente considerato la carne dei poveri per la sua ricchezza in proteine, il fagiolo poverello bianco è un legume dalle ottime proprietà nutrizionali. La sua produzione avviene in provincia di Cosenza, all’interno del Parco Nazionale del Pollino, e le località coinvolte sono tre: Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo. Qui il fagiolo poverello bianco viene ancora coltivato secondo la tradizione: essendo un fagiolo rampicante, si utilizzano paletti di sostegno in castagno, ottenuti dai vicini boschi cedui, mentre la raccolta è manuale. I baccelli vengono lasciati essiccare sui cannizzi, cioè graticci di canna intrecciata, e poi inseriti per essere battuti. Una delle sue peculiarità è proprio la coltivazione, realizzata arricchendo il terreno soltanto con letame ben maturo, senza fertilizzanti chimici di sintesi.

 

In Campania la cipolla è di Vatolla

Ingrediente fondamentale del tradizionale “susciello di cipolla”, la cipolla di Vatolla, frazione del comune cilentano di Perdifumo, in provincia di Salerno, riflette secolari tradizioni contadine: dall’abitudine di accendere tre falò al momento della semina, a quella di vendere le cipolle rigorosamente intrecciate. L’associazione dei produttori che aderiscono al Presidio è composta in grande maggioranza da donne, coinvolte in particolare nel lavoro di intrecciatura, insieme alle quali collabora un gruppo di giovani, desiderosi di riscoprire la propria storia e le proprie radici. La caratteristica principale di questa cipolla è il sapore – spiccatamente dolce, poco pungente e dal profumo penetrante – che la rende perfetta per essere consumata cruda, in insalata, oppure nella classica frittata di cipolla e cacioricotta.

Siccità e altre storie, Torino ospita il Festival dell’acqua

DAL 21 AL 23 SETTEMBRE

 

Un’occasione di importante riflessione sui problemi della siccità e dell’approvvigionamento idrico alla presenza di esperti nazionali e internazionali, istituzioni e stakeholder

 Dal 21 al 23 settembre torna in presenza il Festival dell’Acqua, l’evento ideato e promosso da Utilitalia – la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche – che quest’anno sarà ospitato a Torino.

 

Il capoluogo piemontese è al centro di un territorio che, più di tutti in Italia, sta soffrendo negli ultimi mesi il problema della siccità e dell’approvvigionamento idrico, tematiche di grande attualità che nella tre giorni di settembre verranno affrontate e approfondite presso il Centro Congressi del Lingotto.

 

Il programma vedrà momenti di riflessioni e dibattiti con esponenti della politica, tecnici ed esperti del settore, che si confronteranno con i principali attori europei del servizio idrico su cambiamenti climatici, digitalizzazione e PNRR.

 

Il Festival dell’Acqua, organizzato in collaborazione con SMAT – Società Metropolitana Acque Torino, coinvolgerà anche la cittadinanza torinese con iniziative diverse, per approfondire il tema dell’acqua sotto varie angolature.

Giochi universitari, anche un giovane Fai tra i tedofori

Ci sarà anche un giovane FAI tra i tedofori presenti alla cerimonia di accensione della fiamma della XXXI edizione dei Giochi Mondiali Universitari che si svolgerà martedi 20 settembre presso il cortile del Rettorato, in via Po a Torino.

Inoltre nell’ambito della Cerimonia verrà riservato uno spazio al pubblico FAI per ammirare il braciere della Fiamma e ascoltare il racconto delle Universiadi dalla voce del Comitato Organizzatore, il CUS Torino – Centro Universitario Sportivo. Evento a cura del Gruppo Giovani e della Delegazione FAI di Torino.
Forse non tutti sanno che l’Universiade, nella sua forma moderna e attuale, fu ideata dal dirigente sportivo italiano Primo Nebiolo che ne organizzò la prima edizione nel 1959 a Torino. Proprio nel 2025 Torino tornerà ad essere teatro delle Universiadi Invernali, che si svolgeranno dal 13 al 23 gennaio e accoglieranno oltre 3.000 atleti da tutto il mondo.
Il termine “Universiade”, frutto della combinazione tra le parole “università” e “Olimpiade”, racchiude in sé uno dei concetti alla base di ogni forma di sport: l’universalità. La manifestazione nel corso degli anni ha assunto sempre più i connotati di un vero e proprio festival internazionale dello sport e della cultura che ha saputo appassionare il pubblico di ogni età.
La Giornata Mondiale dello Sport Universitario si protrarrà fin dopo il tramonto. Alle ore 20.25 – un orario che richiama l’appuntamento del 2025 che vedrà impegnati nelle Universiadi Torino e altri quattro comuni piemontesi (Bardonecchia, Pinerolo, Pragelato e Torre Pellice) – la Mole Antonelliana e i quattro ponti del centro città si illumineranno con il logo e i colori della manifestazione che porterà sulle montagne piemontesi i migliori atleti studenti degli sport della neve e del ghiaccio.

ORARIO
Appuntamento alle ore 17.00 presso il Rettorato.
La presentazione durerà un’ora, termine evento ore 18.00.
Si prega di presentarsi una decina di minuti prima dell’inizio.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Evento a contributo a partire da 5€ per iscritti FAI, 8€ per non iscritti. Prenotazione consigliata su FAI Prenotazioni a questo link.

Il teatro Astra si apre per le prove di “Processo Galileo”

Regia di Andrea De Rosa e Carmelo Rifici

Il teatro Astra apre al pubblico le prove di “Processo Galileo”, martedì 20, mercoledì 21 e giovedì 22 settembre prossimi  . Appuntamento in via Rosolino Pilo dalle 16 alle 19.

La guerra, la pandemia, la crisi energetica, l’emergenza climatica sono elementi di forte preoccupazione che paiono invitare alla chiusura e all’isolamento. Cosa risulta fondamentale nel nostro tempo? La risposta spetta, è vero, al singolo individuo ma il rischio più grande è che si trascuri la centralità della cultura per la vita della comunità intera. L’arricchimento individuale conosce molte strade, ma esiste un luogo in cui la cultura viene prodotta, riprodotta, vissuta, consumata e conservata. Questo luogo è  il teatro, al centro della vita della città.

Da questa riflessione compiuta da Andrea De Rosa nascel’iniziativa da parte del TPE Teatro Astra che, da martedì  20 agiovedì  22 settembre, dalle 16 alle 19, permetterà al pubblico di assistere alla creazione artistica nel suo divenire. Durante questi giorni coloro che visiteranno il teatro potranno richiedere informazioni, acquistare biglietti o abbonamenti.

Già da inizio settembre i due registi Andrea De Rosa e Carmelo Rifici, con la squadra di collaboratori, drammaturghi, tecnici e attori, sono impegnati nella costruzione di “Processo a Galileo”, lo spettacolo di debutto della Stagione TPE, che andrà in scena dal 12 al 20 novembre.

La proposta del teatro Astra di apertura al pubblico vuole, così, sottolineare la centralità che il teatro ha nella vita di una città, un piacere al quale non bisogna assolutamente rinunciare. A teatro ci si confronta prima di tutto con se stessi, poi con il prossimo, con altre persone e più pensieri possono suggerire tante possibili domande ed altrettante risposte.

Mercoledì 21 settembre anche la scuola entrerà in scena al teatro Astra. Nel pomeriggio, in caffetteria, il direttore del TPE, Andrea De Rosa, insieme a Sergio Ariotti, direttore del Festival delle Colline Torinesi, incontreranno i docenti per la presentazione e l’approfondimento della stagione “Buchi Neri”, che ha, quale fil rouge, la riflessione sul rapporto con la verità scientifica.

Alle sei produzioni tematiche si aggiungeranno molti altri appuntamenti, per un totale di 29 spettacoli che gli insegnanti avranno modo di conoscere di prima mano per poter scegliere quali recite dedicare ai loro studenti e su quali argomenti realizzare incontri di riflessione e  di condivisione didattica.

Mara Martellotta