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Joan Mirò in mostra a Cherasco

A Palazzo Salmatoris a Cherasco sono in mostra quaranta opere di Joan Mirò che dialogano con opere di artisti a lui contemporanei

 

Joan Mirò approda a Cherasco a Palazzo Salmatoris a partire dal 15 ottobre fino al 22 gennaio prossimo, nella personale dal titolo “Joan Mirò. Genius loci. L’alfabeto del segno e della materia”.

“Joan Mirò, genio e maestrie catalane. La sua terra, matrice, punto di partenza e di ritorno continuo, baricentro spirituale della sua originalissima ricerca –  spiega Cinzia Tesio, nella presentazione della mostra di cui è curatrice insieme a Riccardo Gattolin.

Palazzo Salmatoris, grazie all’impegno delle amministrazioni comunali, ha, da sempre, rivolto un’attenzione particolare all’arte moderna e contemporanea, promuovendo esposizioni delle opere di Massimo Campigli, Ligabue, Lucio Fontana e Picasso.

Le opere ora in mostra del maestro catalano, circa una quarantina, dialogano con i suoi contemporanei Dalí  De Chirico, Capogrossi, Mathieu, Matta, Hans Hartung, Burri, Fontana, Vedova e Scarpitta. Questo accostamento consente di tratteggiare un panorama della ricerca artistica molto variegato. Ciascun artista, infatti, presenta una propria cifra stilistica e un segno unico.

L’esposizione unisce sale dedicate alla presentazione cronologica dei vari movimenti, dal surrealismo e espressionismo, fino all’arte trasgressiva, e sale monotematiche.

Sono anche esposte opere di grafica, una forma di espressione che Mirò riteneva molto originale, come dimostra il ciclo “Ubu roi”.

“La mostra su Mirò propone, nella sua costruzione – precisa Cinzia Tesio – una chiave di lettura particolare e interessante, proprio come avvenuto nelle esposizioni precedenti dedicate a Fontana e Picasso. Desideriamo incuriosire lo spettatore con un alto grado di confronto dialettico tra le opere del maestro catalano e quelle di artisti con i quali ha collaborato e si è confrontato nella sua lunga vita artistica”.

Questa esposizione parla di sogno, libertà e presenta un respiro profondamente internazionale. Costituisce la conferma della volontà da parte del Comune di Cherasco di proseguire un percorso, intrapreso da anni, di ricerca e proposta di mostre di alto livello.

Il celebre poeta e scrittore francese Raymond Queneau, nel saggio scritto nel 1949 dal titolo “Joan Mirò  ou le poete prehistorique”,coniò un nuovo termine, “miroglifico”, per riferirsi  alle opere dell’artista catalano, nato a Barcellona a fine Ottocento e spentosi a Palma di Maiorca nel 1983.

Nella produzione di Mirò, secondo Queneau, ricorrevano segni e elementi costanti, tanto da affermare che Mirò “fosse una lingua che bisogna imparare a leggere e di cui è possibile fabbricare un dizionario”. I miroglifici, quali caratteri di una scrittura ideografica, avevano la possibilità di essere associati a idee o oggetti, traducibili attraverso un alfabeto o un dizionario di riferimento.

Queneau, in realtà, ignorava l’esistenza di un ampio repertorio di disegni che l’artista consegnò alla Fundació di Barcellona, da lui stesso creata. Si tratta di cinquemila schizzi, prove frammentarie, bozzetti di approfondimento, studi e bozzetti preparatori di opere in cui ha espresso una scrittura enunciativa.

Avvicinatosi al movimento surrealista a partire dal 1924, anno del Primo manifesto del Surrealismo, Mirò risentì anche dell’automatismo, rendendo la sua arte libera e spontanea. La libertà psichica creativa, che faceva dire a André Breton che la personalità dell’artista si fosse fermata allo stadio infantile, rappresenta il carattere primario del surrealismo. Le sue forme rimandano alla bizzarria e all’innocenza, a mondi e personaggi che appartengono a un universo costante, immerso nella grazia e nell’armonia.

Il mondo di Mirò può essere considerato ai limiti della magia. L’osservatore, davanti ai suoi quadri, si catapulta in scene fantasiose, venendo a passeggiare all’interno delle scene raffigurate. Il mondo raffigurato da Mirò è colorato e i vari toni brillanti, dai gialli ai blu, dai verdi ai rossi, con la presenza anche di bianco e nero, sono in grado di creare composizioni armoniose e geometriche. Nei suoi  quadri si riconoscono rombi, quadrati, cerchi, capaci di trasformarsi in parti del corpo umano, in animali, elementi naturali oppure oggetti. La sua capacità creativa si esprime attraverso un alfabeto giocoso e in una “pittura-scrittura” mai negativa.

La rassegna ha ricevuto il prestigioso Patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero della Cultura Spagnola presso l’Ambasciata di Spagna.

La mostra, che inaugura il prossimo 15 ottobre a Cherasco, è ospitata nella splendida cornice di Palazzo Salmatoris e sarà visitabile fino al 22 gennaio prossimo.

MARA MARTELLOTTA

 

 

Orari

Da mercoledì a sabato ore 9.30- 12.30; 14.30-18.30

Festivi ore 9.30/19

Ufficio Turistico-Cherasco Eventi

Tel 0172.427050

Mail info@chaerascosalmatoris.it

Musica a tutto volume nella notte, multa per disturbo alla quiete pubblica

Sabato notte, durante uno dei controlli che ormai da alcuni mesi la Polizia Locale mette in atto per contrastare i fenomeni di ‘malamovida’, gli agenti del Comando Territoriale VII, unitamente al Reparto Investigazioni Tecnologiche, hanno fermato e sanzionato un giovane, reo di aver violato i divieti sul turbamento della tranquillità pubblica contenuti nell’articolo 44 comma 1 lettera b) del Regolamento di Polizia Urbana.

Il giovane, osservato per alcune ore dagli agenti in borghese, stazionava in piazza Santa Giulia in prossimità di una cassa acustica che diffondeva musica ad alto volume. Intorno ad esso si sono successivamente radunate una cinquantina di persone che hanno continuato a ballare anche oltre l’orario di chiusura dei locali limitrofi.

I ‘civich’ sono dunque intervenuti e la cassa acustica, che inizialmente era appoggiata al suolo e che successivamente è stata caricata su un’autovettura per essere alimentata in modo da prolungarne l’utilizzo, è stata sequestrata, mentre il proprietario, un giovane ventitreenne di nazionalità italiana, è stato sanzionato per aver turbato la quiete pubblica.

Si tratta dell’ennesimo intervento della Polizia Locale che sta mettendo in atto veri e propri interventi mirati volti a contrastare questa nuova tendenza dei giovani che, mediante l’utilizzo di casse acustiche, prolungano le serate della movida in strada fino a notte fonda, ben oltre l’orario di chiusura dei locali, andando a ledere la quiete e il diritto al riposo degli altri cittadini.

‘Best Managed Company’, Marazzato compie 70 anni e fa tris

L’azienda ambientale italiana leader nelle soluzioni per il pianeta riceve per la terza volta consecutiva dal 2020 a oggi il prestigioso riconoscimento riservato alle imprese eccellenti.

Marazzato Soluzioni Ambientali Srl, società di punta del Gruppo Marazzato, holding partecipativa leader italiana dal 1952 a oggi nel settore ambientale e delle soluzioni per il pianeta, è stata nuovamente nominata nei giorni scorsi a Milano Best Managed Company, titolo giunto quest’anno alla sua quinta edizione.

Il marchio dall’elefantino con il naso all’insù, già insignitodel prestigioso riconoscimento nel 2020 e nel 2021, fa tris, essendo stata riconfermato con successo dalla rinomata agenzia mondiale di rating Deloitte.

Numerosi e degni di menzione i requisiti richiesti alle imprese – anche familiari – selezionate, tra cui avere sede legale in Italia, assenza di controllo da parte di gruppi multinazionali esteri e di procedure concorsuali tipiche (fallimento, concordato preventivo), esecutive e protesti, e possedere un fatturato superiore ai 10 milioni di euro.

Elementi significativi di primaria rilevanza, questi, valutati da una Giuria indipendente, composta da autorevoli esponenti della business community e del panorama accademico e istituzionale italiano, che ha provveduto a esaminare in profondità i profili delle società candidate. Premiando tra esse le migliori realtà distintesi per strategia, competenze e innovazione, impegno verso le persone e performances.

Ringraziamo ‘Deloitte’ per questo terzo, consecutivo riconoscimento, che assume un valore ancor più pregnante proprio nell’anno in cui celebriamo il nostro 70° anno dalla fondazione -dichiarano soddisfatti i fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida del player ambientale che porta il loro cognome, fondato nel dopoguerra dal nonno Lucillo e sviluppato dai genitori Carlo e Mara.

Ci apprestiamo a chiudere un 2022 denso di gradite soddisfazioni in termini di crescita e consolidamento, con una previsione di chiusura di ricavi pari a 70 milioni di euro. E l’orizzonte rivolto al potenziamento della divisione bonifiche, dei servizi ambientali, della valorizzazione di aspetti di responsabilità sociale e cultura d’impresa anche grazie alla nostra straordinaria collezione di mezzi storici del Novecento con cui puntiamo a incrementare l’interazione con il territorio in cui operiamo e che continua a portarci fortuna, hanno chiosato i manager, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda che porta il loro cognome.

Record di presenze per Handanovic

Curiosità dal mondo del calcio

Tra le varie curiosità di questo campionato di calcio serie A segnaliamo che il record di presenze,tra i giocatori in attività, appartiene al portiere dell’Inter Samir Handanovic con 552 gare disputate. Sul podio alle sue spalle troviamo il bomber doriano Fabio Quagliarella con 533,terzo il portiere del Sassuolo Andrea Consigli con 440.
Il record generale di tutta la storia del calcio della serie A appartiene a Gianluigi Buffon con 657 gare disputate.
Il super portiere ex bianconero,44enne, è ancora in attività a difendere la porta del Parma in serie B.

Enzo Grassano

 

Torino si candida per ospitare l’Europride

Torino ha ufficializzato la richiesta di candidatura a ospitare il Pride europeo nel 2026 o nel 2027. La richiesta è stata formalizzata dal coordinamento torinese Lgbt che, durante  la conferenza europea delle associazioni promotrici  delle manifestazioni dell’orgoglio arcobaleno  ha deciso di avviare la procedura.

4 Artists 2022

Inaugurata il 9 ottobre nel Salone Marescalchi del Castello di Casale Monferrato, proseguirà fino al 30 ottobre la bella mostra di quattro interessanti artisti.

Ad Antonio Barbato, Pio Carlo Barola e Gianpaolo Cavalli legati da un lungo percorso contrassegnato da sincera amicizia e solidale condivisione di intenti, iniziato negli anni 80 con la creazione del “Gruppo Arte Casale”, si è aggiunta Roberta Omodei Zorini, poliedrica pittrice, scultrice, disegnatrice di gioielli che si avvale di suggestivi rimandi al Liberty, al Surrealismo e alla Pop Art attraverso composizione in resina polimerica e plexigas.

Antonio Barbato con le sue essenziali e raffinatissime scritture figurate, frutto di una libera appropriazione di moduli segnici, sollecitazioni alchemiche visionarie e simboli primordiali di estrema purezza, annulla la distinzione tra figurativo e astrazione in un percorso sottilmente intellettuale da cui traspare il prestigioso trascorso di paleografo e archivista.

Le opere di Pio Carlo Barola, instancabile organizzatore della biennale internazionale “Grafica ed ex libris” insieme a Cavalli e Barbato, sono di forte impatto visivo grazie al prorompente colorismo e alle pennellate svettanti come lingue infuocate che danno forma ad un gioco tra il serio e l’ironico dove si intrecciano allegorie di facile comprensione e simbolismi più oscuri ed enigmatici.

Sognanti e delicati i ritratti femminili di Gianpaolo Cavalli che si innalzano ad una sfera superiore al di sopra della realtà contingente mentre il silente autoritratto ci introduce nel profondo della sua anima rivelandone l’indole meditativa.

Molto indicativa la similitudine di Carlo Pesce, curatore della mostra, riguardo ai tre pittori casalesi paragonati per il loro programma artistico “ …Ad un trifoglio dal gambo unico e tre foglioline separate che corrispondono ai singoli linguaggi…”

Giuliana Romano Bussola

Orari feriali   16-19

Orari festivi  10-12,30  16-19

Chiusura lunedì.

Al Mauto the Golden Age of rally

Per la prima volta in mostra gli esemplari di una delle collezioni più importanti al mondo

THE GOLDEN AGE OF RALLY

Da Pinto a Biasion, da Mouton a Kankkunen: a Torino l’epoca d’oro del rally in un’esposizione inedita nel panorama internazionale

 

The Golden Age Of Rally: arriva a Torino un’esposizione inedita nel panorama internazionale attraverso gli esemplari più iconici della Fondazione Gino Macaluso, menzionata fra le più importanti collezioni al mondo[1]. Un viaggio nella storia dell’epoca d’oro del rally, che il pubblico potrà scoprire dal 27 ottobre 2022 al 2 maggio 2023 nelle sale del Museo Nazionale dell’Automobile.

 

Le vetture in mostra saranno quelle che, tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso, hanno vinto le più importanti gare del campionato, da Montecarlo al Rally Safari, dal Mille Laghi in Finlandia a Sanremo. Esemplari mitici, come Lancia rally 037 evo2 e Audi Quattro, protagonisti di sfide ormai diventate leggenda, che raccontano le imprese di piloti e squadre corse, l’evoluzione tecnologica e l’enorme successo di pubblico che hanno accompagnato questo sport nel corso dei decenni.

 

Un percorso esperienziale, attraverso speciali video mapping e scenari espositivi, per immergersi a 360° nel mondo del rally. Piattaforme sceniche realizzate ad hoc simuleranno i manti stradali su cui si sono dati battaglia piloti e vetture, dalla sabbia del Sahara, alla neve del Col de Turini, fino al duro asfalto. Un salto indietro nel tempo, in un’epoca dominata dalla meccanica, dalla velocità, in una sfida ai limiti che ha visto protagonisti auto e piloti leggendari. Nomi come BiasionMäkinenKankkunenMoutonPintoSainz, delle cui gesta si potrà leggere in una speciale hall of fame allestita in occasione di questa mostra che, con i suoi diversi focus, punta a attrarre e coinvolgere pubblici diversi, offrendo anche nuovi punti di vista a chi questo sport già lo ama.

 

I modelli provengono dalla collezione di Gino Macaluso, nella cui memoria è stata costituita l’omonima Fondazione per volontà della moglie e della famiglia, con lo scopo di valorizzare l’automobile come oggetto di culto, capace di coniugare innovazione tecnologica e cultura umanistica, tradizione artigianale e bellezza del design d’avanguardia. La collezione è tra le più importanti al mondo ed unica nel suo genere per il palmares delle vetture, il prestigio e l’originalità dei suoi modelli: automobili storiche che hanno fatto la storia del design automobilistico e del motorsport, diventando un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appassionati.

 

 

[1] La collezione è citata dal magazine The Key che, nella sua edizione del 2021, la inserisce tra le prime 100 al mondo per importanza storica e culturale.

Alla ricerca di una verità irraggiungibile

Sugli schermi “La notte del 12” di Dominik Moll

Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione

Grande il numero degli omicidi commessi su suolo francese, il venti per cento circa rimane insoluto, diventano ossessioni per il commissario che se ne occupa. “La notte del 12” – basato sul libro inchiesta firmato da Pauline Guéna, “18.3 Une année à la PJ” – è la trascrizione cinematografica di uno di quei delitti, di una storia vera, la soppressione brutale di Clara dopo una serata felice con le amiche, il ritorno a casa, i sorrisi e la gioia di vivere, l’ultimo messaggio, la libertà a tratti senza freni di una ragazza di ventun anni, l’incontro con il proprio assassino: un accendino che scatta ed è buttato su di lei, orrendamente devastata, tremendamente sfigurata. Una notte nel panorama di Grénoble, nel chiuso delle sue montagne, come nel chiuso della piccola comunità.

Il giovane capitano della Polizia Giudiziaria Yohan (un Bastien Bouillon pieno di scatti d’ira e di arrendevolezza, il suo senso di inadeguatezza, nella costruzione perfetta del personaggio), di fresca nomina, si butta nell’inchiesta, mentre in un allegro spirito di virile cameratismo, tra verbali e fotocopiatrici che non funzionano, i suoi colleghi scivolano in battute e atteggiamenti tutti al maschile, le tante tracce che portano ai fermati – drogati, solitari, piccoli delinquenti, disadattati, violenti e gelosi capaci soltanto a sfogarsi a suon di botte – tratteggiano un allarmante quadro dell’universo maschile. Una traccia, un particolare, un interrogatorio che scava più nel profondo, un momento di fortuna che sembra definitivamente buttar giù una porta da sempre sbarrata, un indizio che subito si sbriciola, Yohan s’imbatte contro voglia in una umanità da raccapriccio, l’unica boccata d’aria la trova in quei tanti giri su bicicletta che riempiono le sue serate sotto le luci del velodromo. L’inchiesta certo, ma attorno – o a ben vedere, al centro – c’è quell’aria di sospetto e di inquisizione nei confronti della vittima, Clara che è dagli occhi maschili inquisita, sezionata, ricordata in ogni sua debolezza, il collega Marceau, burbero e irascibile (un grandioso Bouli Lanners) che intravede in quell’incessante cercare una propria rivalsa nei confronti della moglie che ha trovato in un altro uomo la felicità che lui non è stato capace di darle, Clara che aveva una certa dimestichezza con i ragazzi e quindi un po’ se la è cercata…, la sua vita passata al setaccio, gli incontri per brevi passioni o per noia, le libertà di una sera, senza inibizioni.

Il regista Dominik Moll ha approntato una eccellente sceneggiatura, dove ogni parola e ogni frase hanno un peso sempre calibrato e non indifferente, dove il quadro si fa completo con i dolori matrimoniali del vecchio poliziotto, con la rassegnazione di qualcuno, con le aspirazioni e con il desiderio di matrimonio che spensieratamente s’impadroniscono di altri, e con l’apporto di attori e di facce quanto mai reali e veri, autentici, lontane anni luce da quei poliziotti che pieni di luoghi comuni, “da cinema”, vediamo spesso sullo schermo, stringe una regia che mette a fuoco in tutta la propria tensione il lungo percorso dell’inchiesta, gli insuccessi, la spinta che vorrebbe dare la nuova giudice, la resa. La rinuncia ad una risposta che chiuda definitivamente il caso. Restano soltanto i genitori della ragazza, a portare un lumino acceso sul luogo del delitto, mentre tutt’intorno è il buio della notte a farla da padrone e i gatti continuano a correre per le strade di Grénoble. Un film da vedere, da consigliare, da amare.

Tennis in carrozzina, le finali

CAMPIONATI ITALIANI 

FABIAN MAZZEI TRIONFA DOPO SEI ANNI NEL SINGOLARE OPEN MASCHILE

CONFERME PER MARIANNA LAURO NEL FEMMINILE E ALBERTO SAJA NEI QUAD

 

Dopo quattro intensissimi giorni di gare, i Campionati Italiani di Tennis in Carrozzina hanno decretato i propri vincitori. La manifestazione, andata in scena da giovedì 6 fino a ieri, ha visto assegnare il titolo tricolore ad alcuni tra i migliori atleti del panorama nazionale della disciplina: in una giornata contraddistinta dal maltempo, le partite – giocate fino a sabato in esterna sulla terra rossa – si sono spostate sui campi interni 1, 2 e 3 in sintetico del Centro Sisport Mirafiori di Via Pier Domenico Olivero 40 a Torino.

 

A trionfare sono stati Fabian Mazzei (Tennis Club Budrio) nel singolare Open (atleti con disabilità agli arti inferiori) maschile, la testa di serie n° 1 Marianna Lauro (ASDC Sardinia Open, #1*) nel singolare Open femminile, la testa di serie n° 1 Alberto Saja (Active Sport Brescia, #1) nel singolare Quad (atleti con disabilità agli arti inferiori e ad almeno un arto superiore), Luca Spano (Country Club Bologna, #5) e Giovanni Zeni (Canottieri Baldesio, #4) nel doppio Open maschile, Silvia Morotti (SBS Bergamo, #2) e Vanessa Ricci (SBS Bergamo, #3) nel doppio Open femminile e ancora di Saja in coppia con il compagno di squadra Ivano Boriva (#3) nel doppio Quad. *posizione nel ranking italiano

 

Per Mazzei si tratta del 18° Titolo Italiano, ottenuto a distanza di 6 anni dall’ultima partecipazione e dall’ultima vittoria: il cinque volte paralimpico ha superato il portacolori del CUS Torino e testa di serie n° 2 Antonio Cippo (#3) per 6-3 6-1. A confermarsi campionessa, non senza combattere, è stata invece Lauro, al 13° titolo in 15 anni di carriera: in un match molto equilibrato, la tre volte paralimpica ha infine battuto l’avversaria e testa di serie n° 2 Silvia Morotti (SBS Bergamo, #2) per 6-4 1-6 6-3. Altra conferma è stata quella di Saja tra i Quad, bravo a superare in finale per il secondo anno consecutivo l’avversario Alfredo Di Cosmo (Tennis Club Insubria Bregnano, #2) per 6-3 6-1.

 

Nel doppio, Spano e Zeni hanno battuto gli avversari Cippo e Francesco Felici (Tennis Training School Foligno, #1 Juniores) per 7-5 6-2. Morotti e Ricci hanno sconfitto Lauro e Roberta Faccoli (Active Sport Brescia, #7) per 6-2 6-3. Saja e Boriva, infine, hanno avuto la meglio sulla coppia piemontese formata da Vincenzo Troilo (Sfide Torino, #5) e Luca Cosentino (Volare Alessandria, #10) per 6-1 6-2. A essere premiata, in qualità di atleta più giovane e “più lontana”, è stata anche Beatrice Draghici del Tennis Club Mazara del Vallo. Per quanto concerne i tabelloni di consolazione, composti dagli atleti eliminati durante i primi turni, a vincere sono stati Marco Pincella (Country Club Bologna, #7) e Vanessa Ricci tra gli Open e Erik Garcia (CUS Genova, #12) tra i Quad.

 

A Campionati conclusi, per l’organizzazione firmata Sportdipiù è tempo di bilanci: «Fortunatamente – ha sottolineato il Direttore del torneo Pietro Mazzeiè andato tutto bene e per questo tengo a ringraziare la Sisport per aver messo a disposizione anche la struttura al coperto per permetterci di concludere le finali. Dal punto di vista tecnico abbiamo assistito al grande ritorno di Fabian Mazzei dopo qualche anno di inattività, a una bella e combattuta finale singolare femminile Open, alla conferma di Saja tra i Quad e alla crescita di qualche giovane interessante. A Sportdipiù questi Campionati lasciano molta esperienza nell’organizzare grandi eventi e al territorio piemontese la consapevolezza di poter incrementare un bacino di utenza già grande, sperando che i ragazzi utilizzino il torneo come spunto per iniziare l’attività sportiva; in questi anni di ATP Finals a Torino, infine, non poteva più mancare un grande torneo di tennis in carrozzina».

 

Durante le premiazioni, un visibilmente commosso Fabian Mazzei è riuscito a stento a trattenere le lacrime: «Ancora non ci credo – ha commentato a caldo – e sembra tutto così irreale, aver rivisto tanti avversari e tanti amici che quando siamo fuori dal campo si trasformano in fratelli è stato davvero molto emozionante. Dopo i 6 anni di inattività ho ripreso perché il mio amico Marco Pincella mi ha chiesto di giocare in doppio: per questo ho deciso di rimettermi in discussione e devo dire che è andata molto bene perché non pensavo di arrivare fino in fondo.

La voglia e l’entusiasmo sono tornati, l’obiettivo è quello di partecipare a tornei internazionali e fare classifica; per le Paralimpiadi, invece, ci devo pensare perché ne ho già disputate cinque».

 

Per Marianna Lauro, invece, l’obiettivo dichiarato sono proprio le Paralimpiadi: «Riconfermarmi campionessa – ha dichiarato – è sempre una grande emozione. In finale ho vinto solamente al terzo set perché, passando dalla terra a un campo molto veloce, all’inizio ero fuori tempo e ci ho messo un po’ a riprendermi ma sono comunque molto contenta. Il prossimo obiettivo è quello di qualificarmi per Parigi 2024: ho iniziato bene la stagione vincendo due tornei e, la prossima settimana, partirò per la Polonia dove ne giocherò altrettanti. Dovrò invece migliorare sul servizio, sicuramente il mio punto debole: nonostante fossi arrivata ai Campionati con un buon colpo, infatti, sono mancata un po’ e con il mio allenatore dovrò lavorarci».

 

I Campionati Italiani di Tennis in Carrozzina sono stati realizzati con il patrocinio della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, della Città di Torino, del Comitato Italiano Paralimpico e della Federazione Italiana Tennis e sono inclusi nel programma di Piemonte Regione Europea dello Sport 2022. La loro organizzazione da parte di Sportipiù non sarebbe possibile senza il fondamentale contributo degli sponsor: oltre ai sostenitori istituzionali Reply, Beneficentia Stiftung, Vigel, Angelini, Barricalla, Megadyne e Gruppo Ver Plast, vanno ad aggiungersi Dondi Salotti, Expo Srl, TeleFlex, Reale Group, Lauretana e Monticone Frutta. Immancabile, come sempre, anche il supporto dei partner ISCOG, Volo2006, Lab 3.11, CPD Consulta Persone in Difficoltà e Autocarrozzeria Nuovo Jolly.

 

Per gli aggiornamenti su tabelloni e risultati consultare il sito www.sportdipiu.it alla sezione News.