ilTorinese

Un nuovo sguardo su Palazzo Madama: la storia di Torino inizia qui

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Attraverso i preziosi disegni a china di Francesco Corni

Uno sguardo e un percorso storici, una visione che abbraccia i duemila anni di storia di Palazzo Madama, da quel baluardo difensivo che fu la porta Decumana – poi Phibellona – sino al Novecento. Un allestimento proposto nella Corte Medioevale, al piano terreno, dove ai lati l’occhio con facilità individua i lati e gli angoli delle due torri, dove sotto l’ampio pavimento trasparente si contano scale, il pozzo, stanze, muri di delimitazione, passaggi, ogni cosa avvalorata da un sapiente gioco di luci, per scoprire al meglio le differenti parti. Dove ogni passaggio storico – dall’ampliarsi della città romana, la Julia Augusta Taurinorum, di età augustea, un’area di 670 x 760 metri, attorno al “decumanus maximus” (l’attuale via Garibaldi) e al “cardus maximus” (via Porta Palatina e via San Tommaso), a quella medioevale, agli interventi di Filippo (il nuovo rivestimento in cotto della corte interna) e Ludovico d’Acaia (che aggiunge altre due torri simmetriche a quelle romane); di Emanuele Filiberto di Savoia che, trasferendo la capitale del ducato da Chambéry a Torino, interviene con la creazione della cittadella, di Carlo Emanuele I, Carlo Emanuele II e Vittorio Amedeo II che, in poco meno di un secolo, dal 1619 al 1703, ampliano la città rispettivamente verso Porta Nuova, verso il Po e in direzione di Porta Susina;

di Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, le due Madame Reali, con i loro “abbellimenti”, la prima con la copertura della corte per la creazione della sala superiore, oggi Sala del Senato (qui dal 13 ottobre verrà ospitata la mostra su Margherita di Savoia), la seconda con l’affidamento a Filippo Juvarra della facciata e dello scalone monumentale, capolavori della Torino e dell’arte barocca (1718 – 1721) – è splendidamente documentato dai disegni (in esposizioni sino al 9 gennaio 2023) di Francesco Corni, modenese di origine e spentosi a Stambino due anni fa, a china nera su carta da lucido, dove trovano spazio, con prevalenza, la conoscenza delle fonti storiche, documentarie e visive del castello e non soltanto, ma altresì, a scopo didattico, le suggestive intuizioni, le supposizioni, le scommesse nate attraverso gli studi quotidiani (da ricordare almeno la sua lunga collaborazione a “Bell’Italia” e a “Bell’Europa”) che sempre accompagnano ogni intervento moderno intorno al mondo dell’architettura antica e dell’archeologia.

 

“Scopo del progetto”, ha illustrato nei giorni scorsi Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama, “è quello di restituire alla sensibilità dei visitatori il ruolo essenziale di Palazzo Madama nel suo essere il cuore di Torino, la cui crescita e sviluppo è riflessa nell’evoluzione della città medesima.” I disegni di Corni racchiusi nelle teche, i nove pannelli che con una descrizione essenziale passano da un’epoca all’altra, da un mutamento della struttura ad un altro, il prezioso intervento, già ricordavamo, di illuminazione che impreziosisce e arricchisce l’intero ambiente, fanno una guida intelligente per lo sguardo di chi, cittadino o turista, vorrà visitarlo: arricchito da una bella pubblicazione, “Palazzo Madama. La porta di Torino”, edita da Ink Line, che giunge sino al periodo napoleonico e alla prima capitale d’Italia, all’Osservatorio Astronomico poi smantellato e al Senato subalpino, ricca di illustrazioni, di approfondimenti, dell’intero lavoro di Corni a testimonianza dei tanti cambiamenti.

 

Con una visione più sabauda che nazionale, per l’antica abitudine a non liberarsi del salvabile e dell’ancora utilizzabile, alla lodevolissima insegna del risparmio, una volta terminata la mostra estiva su Pompei e l’allestimento intorno alla Veronica del Vaticano di Ugo da Carpi, si utilizzano di questo le teche mentre di quella si alzano lungo tutta la parete a destra di chi entra gli alti supporti a sorreggere oggi i pannelli posti ad illustrare, in italiano e in inglese, i vari passaggi storici e architettonici. Confessa ancora Villa di essersi trovato in questi ultimi mesi dinanzi a persone che conoscevano perfettamente le collezioni ospitate all’interno di Palazzo Madama ma “che erano all’oscuro della storia racchiusa tra queste mura. Ecco il perché della decisione di una mostra che ne ricordasse le tappe e gli sviluppi.” Contrariamente a quanto è accaduto sino ad oggi, la corte sarà l’autentica entrata al Palazzo, primo sguardo verso l’intero percorso di visita e necessaria del biglietto d’ingresso. “La casa dei secoli è il Palazzo Madama – scriveva Guido Gozzano, all’inizio del secolo scorso, in “L’altare del passato”,- nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia nella sua decrepitudine varia”: perché il punto centrale della città è questo, è qui, è l’origine di una storia che non è ancora superata.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Perottino, l’allestimento; Francesco Corni, “La Porta Decumana di Augusta Taurinorum”, inchiostro di china su carta da lucido, 26×25 cm, Strambino 1997; Francesco Corni, “Palazzo Madama all’epoca di Giovanna Battista di Nemours”, inchiostro di china su carta da lucido, 35×30 cm, Strambino 1997; Francesco Corni, “Palazzo Madama dopo il 1865 prima del restauro di D’Andrade”, inchiostro di china su carta da lucido, 35×30 cm, Strambino 1994.

Lotto, doppia super vincita in provincia di Torino

L’estrazione del Lotto ieri sera si è rivelata  particolarmente fortunata per il Piemonte. Infatti a Mazze’, in provincia di Torino, è stata centrata una quaterna da 129.500 euro e un terno da 29.250 euro: nel caso si trattasse di un unico giocatore, la vincita totale ammonterebbe a 158.750 euro. E’ quanto rende noto l’agenzia di stampa specializzata ‘Agimeg’

Maurizio Scandurra, la battaglia del giornalista contro il racket del Caro-Estinto

Il giornalista tv con la Casa Funeraria Giubileo: “Il nostro appello fiducioso al Procuratore Capo Di Torino”.

Segnalare onoranze funebri in ospedale ed Rsa è reato. Lo dice la legge. Come giornalista, ho il dovere morale e deontologico di supportare la legalità in ogni sua forma. E’ ora di porre fine alla sporca e squallida compravendita dei cadaveri che ogni giorno parrebbe consumarsi silente, anche sotto la Mole e nel resto d’Italia, nei luoghi di cura e di dolore pubblici e privati, dove si muore e si piange”.

Ha tuonato veemente così Maurizio Scandurra martedì 20 settembre scorso durante uno dei suoi seguitissimi interventi serali a ‘La Zanzara’, fra i programmi radiofonici italiani più ascoltati condotto su ‘Radio24’ dalla coppia Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

Il giornalista radiotelevisivo e saggista cattolico torinese, noto per la dialettica schietta e spesso irriverente che non guarda in faccia a nessuno, ha scelto di schierarsi pubblicamente accanto alla battaglia di giustizia intrapresa per prima da ‘Giubileo’, la storica onoranza funebre cittadina che, tra il 2001 e il 2010, ha portato all’attenzione della Guardia di Finanza e della Magistratura, oltre che delle cronache italiane,“L’aberrante fenomeno per cui – prosegue Scandurra, che di recente ha visitato la sede dell’azienda toccandone con mano diretta etica e serietà professionali – l’aggiudicazione dei funerali parrebbe sempre più pilotata, a seconda delle segnalazioni e testimonianze raccolte da ‘Giubileo’, da una  rete di contatti d’interesse pronti ad aggiudicare nell’ombra salme ed esequie al miglior offerente, proprio come in un’asta classica. Vogliamo scherzare?”.

Ma c’è di più. “Di questo ne ho parlato più approfonditamente qualche giorno fa anche in un paio di editoriali firmati per Il Quotidiano del Lazio e su Roma.it, facilmente reperibili anch’essi in rete, oltre che in tv sulle frequenze nazionali di ‘Radio Radio Tv’. La gente che soffre nei momenti di strazio viene avvicinata da personale delle camere mortuarie, medico, sanitario e parasanitario senza scrupoli: pronti a “consigliare” questa o quella impresa funebre ricevendone un diretto beneficio in denaro. Il tema è tutto qui. Favorendo così un giro di nero e di elusione ed evasione fiscale che va a discapito dell’onore e della dignità delle famiglie colpite dal lutto. Ma anche a danno di tutta quella parte seria del comparto dell’ultimo saluto che lavora onestamente con le dovute autorizzazioni di legge e paga le tasse, producendo ricchezza, lavoro e benessere”.

Per poi concludere con un appello accorato: “Mi rivolgo insieme a ‘Giubileo’ con stima e fiducia, direttamente da queste pagine, al Procuratore Capo di Torino, nell’ottima persona della Dottoressa Anna Maria Loreto, per chiedere un interessamento diretto dell’Autorità Investigativa su un tema che, specialmente dopo l’avvento del Covid, con l’aumento del numero dei decessi, richiede soprattutto oggi più di allora massima attenzione, cautela e altrettanta prevenzione. Confido nell’aiuto e nell’operato dei Giudici”.

Gli fa eco Serena Scarafia, Presidente del Cda di ‘Giubileo’: “Ringraziamo di cuore Maurizio Scandurra per aver sposato la battaglia più importante. La più difficile. Ci ritroviamo vent’anni dopo nuovamente al punto di partenza. Con l’aggravante che le nuove tecnologie di comunicazione agevolano ancor più il sottobosco di disonestà che si fa terreno fertile per un fenomeno difficile da debellare, ma sul quale è opportuno far luce e insegnare ai cittadini e ai consumatori a tenere gli occhi bene aperti. Solo la sempre più ampia diffusione di una coscienza consapevole e radicata può contribuire ad arrestare e aderadicare il mercato del dolore”.

Curiosità dal mondo del calcio: la maxi pausa del campionato

Questo campionato di calcio 2022/23 è caratterizzato da una novità ed una conferma:la grande novità è la maxi pausa di quasi 2mesi per via del mondiale in Qatar( purtroppo, si svolgerà senza l’Italia dal 20 novembre al 18 dicembre)che sarà dal 13 novembre al 4 gennaio.

Sono previste 2 soste per le gare della Nazionale Azzurra in Nations League, 25 settembre e 26 marzo.Ci sono altresì 4 turni infrasettimanali: 31 agosto, 9 novembre4 gennaio, 3 maggio.Dopo la novità c’è la conferma dell’asimmetria del calendario della serie A.I gironi d’andata e ritorno sono totalmente indipendenti l’uno dall’altro.

Enzo Grassano

Come rallentare la SLA, una scoperta scientifica straordinaria alle Molinette

Il professor Adriano Chiò, direttore del Centro regionale esperto per la SLA dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e facente parte del Dipartimento di Neuroscienze ‘Rita Levi Montalcini’ dell’Università di Torino, annuncia  la straordinaria scoperta scientifica a cui il Centro regionale ha contribuito, partecipando, unico in Italia e tra i pochi al mondo, a uno studio internazionale sul Tofersen, che ha dimostrato un rallentamento ed in alcuni casi addirittura un’inversione della progressione clinica della Sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

Il trattamento è efficace nelle persone portatrici della mutazione nel gene SOD1. L’effetto positivo del farmaco si manifesta in modo netto nel corso del primo anno di trattamento e successivamente persiste nel tempo, un risultato clinico senza precedenti nel trattamento della SLA.

Il Tofersen è un oligonucleotide antisenso (ASO) che agisce selettivamente sull’RNA messaggero, bloccando la sintesi della proteina alterata. La terapia viene somministrata mediante puntura lombare, e tale metodica è molto ben tollerata.

Seppur non applicabile a tutti i malati di SLA (solo in Piemonte sono circa 400), la scoperta apre nuovi e rivoluzionari percorsi di studio su questa grave malattia neurodegenerativa, perché per la prima volta si è di fronte a un principio attivo che è in grado di arrestarla.

Un lavoro, annuncia l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi,  che tra appena due mesi troverà continuazione in una nuova sperimentazione internazionale, questa volta sul gene FUS, sempre con il coinvolgimento in primo piano del Centro regionale esperto per la SLA dell’ospedale Molinette, che lavorerà al progetto a trazione statunitense, insieme a soli altri tre centri di alta specializzazione in Europa.

L’assessore richiama l’attenzione sull’eccellenza della ricerca sanitaria in Piemonte, che ha saputo conquistarsi, con i risultati, un posto di assoluta importanza in campo internazionale.

Nel caso di quest’ultima ricerca, avviatasi all’inizio del 2020, gli scienziati dello staff del professor Chiò sono riusciti a portare a termine lo studio, grazie allo specifico supporto fornito dalla Città della Salute di Torino per superare le limitazioni legate alla pandemia.

“Emozioni d’Artista”. Collettiva a venti a “La Conchiglia” di Torino

 

Fino al 4 ottobre

Sono venti gli artisti – pittori e scultori di varia estrazione, tendenza e scrittura narrativa – assemblati nella vasta esposizione di opere (un’ottantina) accolte, in riapertura della nuova stagione espositiva, alla galleria d’arte “La Conchiglia” di via Zumaglia 13 bis a Torino, fino al prossimo 4 ottobre.

Collettiva di ampio respiro perfettamente fedele al titolo di presentazione (“Emozioni d’Artista”) e curata da Elio Rabbione, in collaborazione con l’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”di Carmagnola, la mostra vuole anche presentarsi come omaggio (doveroso!) agli 87 anni di recente compiuti dal grande Bruno Molinaro, i cui dipinti fanno da corposa entréealla collettiva. Rossi, gialli, bianchi, cespugli di fiori, distese di papaveri, macchie di glicine o angoli suggestivi di piccoli mercati: Molinaro gioca serioso fra fantasia e realtà creando con libero vigore sorprendenti mondi naturali affidati in toto alla forza e alla meravigliosa creatività di materia e colore Originali, di certosina, maniacale manualità (nell’intagliare, nel sovrapporre “legno a legno”, ritagli e profili di scarto) sono invece le sculture– architetture di Pippo Leocata.

 

In esse troviamo la classicità delle “cariatidi”, della “nike alata” e di “guerrieri a cavallo” magicamente scesi, a secoli di distanza e Fidia permettendo, dal cantiere del Partenone e così vicini ai mitici guerrieri in armi liberatori dell’Adrano (Adranon) di Pippo dalla dominazione siracusana. Di silenziosi e suggestivi paesaggi d’Africa, del deserto sahariano, con alte dune e carovane, cammelli e cammellieri dalle lunghe irreali ombre, ci parla poi  Guido Mannini, ultimamente attratto dal mistero di più intimi giochi astratti, al pari delle sculture e delle estrose armonie cromatiche di Giuseppe Manolio, seguite dalle geometrie (che bello “Forma e ruggine”, olio su lamiera del 2018!) di Paolo Pirrone. E, a seguire, i ricordi appesi al filo del tempo nelle “stanze vuote” di Eleonora Tranfo, dov’è la polvere a dominare vecchi pavimenti piastrellati, logori abiti appesi, pile di libri dimenticati a terra e sedie e assi abbandonati. Desolazione che sa di amara poesia. Tutt’altro rispetto alle luminose assolate, azzurro-vita bianchi travolgenti e verdastri marini, “giornate al mare” di Giacome Sampieri, dov’è trionfo di varia umanità in costume, borse a tracolla, asciugamani stesi sulla sabbia e ombrelloni aperti o chiusi e perfino la “vù cumprà” con vari cappelli (da rifilare o da far argine al sole) infilati in testa.

 

Dai  “Grandi caldi” ai “Grandi freddi”, di natura colta nelle proprie estreme variazioni climatiche ci parla anche Gian (Giancarlo) Laurenti. Ed è natura che invita a riflessioni. Le più varie. Ciascuno cerchi la sua. Per restare in tema, l’invito è di spostare lo sguardo alle larghe corpose campagne astigiane fermate da Claudio Fassio sotto la neve. Così come ai trasparenti acquerelli torinesi di Ines Daniela Bertolini o agli omaggi floreali, fra oli ed acquerelli, inni alla “joie de vivre” di Adelma Mapelli. Universi immaginifici trasfigurati e trasfiguranti, collocati in improbabili spazi dai forti colori accesi e inquietanti dominano, a seguire, le tele di Gabriella Malfatti che, pur in un linguaggio assolutamente personale, pare strizzare l’occhio ad un’onirica avvolgente gestualità d’impronta informale. La stessa, senza mezzi termini dichiarata, delle grumose policrome tavole di Martino Bissacco cui si contrappongono la narrazione astratta (di derivazione per certi versi futurista) dell’“aristocratica”pittura di Luciana Penna, così come i “vetri dipinti a gran fuoco” di Marina Monzeglio.

Magnifiche le donne- artiste celebrate da Andreina Bertolini e resuscitate dall’oblio “imposto” loro dai “grandi”: da Francoise Gilot (compagna di Picasso e l’unica donna ad aver avuto l’ardire di lasciare il Maestro e il suo “enorme ego”) alla giapponese Ya Yoi Kusama con i suoi “pois le zucche e il manicomio” dove Kusama vive dal ’77 per scelta personale. Deliziose altresì le bimbe, da favola felice, dipinte dallo scomparso Giacomo Gulloinsieme ai loro inseparabili fenicotteri rosa. Mistero e poesia, invece, nel volto femminile di rinascimentale bellezza che s’affaccia dalla cortina di pianeti sconosciuti o nelle calviniane“Città invisibili” di Angela Betta Casale. E, in chiusura, i fantasiosi immaginifici boschi e “pesci volanti” di Antonio Presti, contrapposti alla grezza impeccabile realtà scultorea di Maurizio Rinaudo, artefice di classici nudi femminili e di “rocciosi” busti, tormentati nel bronzo e concepiti fra sacro e laico. Autentiche, per l’appunto, “emozioni d’artista”.

Gianni Milani

“Emozioni d’Artista”

Galleria d’arte “La Conchiglia”, via Zumaglia 13 bis, Torino; tel. 011/6991415 o www.laconchiglia-to.com

Fino al 4 ottobre

Orari: dal mart. al ven. 15/19; sab. 10/12 – 15/19

Nelle foto:

–       Bruno Molinaro: “Mercato dei fiori di Nizza” olio su tela, 2011

–       Pippo Leocata: “Parata Cavalieri – Fidia, Partenone”, legni pallet recupero, 2022

–       Giacomo Sampieri: “Una giornata al mare”, olio su tela, 2022

–       Adelma Mapelli: “Nello stagno”, acquerello, 2011

 

 

Il Business match del Piemonte si gioca ai Ronchiverdi di Torino

Da Martini a Valmora, da Carlo Pignatelli a Caffè Vergnano da Head a Generali al Torino F.C. Venticinque eccellenze del territorio piemontese, aziende che si sono fatte conoscere a livello internazionale, si sono sfidate ai Ronchiverdi in un Business Match fino all’ultima idea imprenditoriale, che si è tenuto per tutta la giornata di martedì 20 settembre.

Si tratta della seconda edizione del B2B, evento unico nel panorama Torinese e non solo, l’appuntamento dedicato all’economia più atteso da Ceo e Ad, che ha lo scopo di fare incontrare aziende leader al fine di creare connessione fra loro, fare network e generare, di conseguenza, importanti opportunità. Le 25 imprese si sono sedute insieme ai tavoli dei Ronchiverdi dove, due rappresentanti alla volta di altrettante realtà imprenditoriali, si sono confrontate in match dedicati alla formazione di idee e partnership. Il tutto è avvenuto sullo sfondo del tema dell’illusionismo aprendo simbolicamente le celebrazioni agli Europei e ai Mondiali di Magia che si terranno a Torino nel 2024 e nel 2025. Ogni tavolo “da gioco” portava il nome di un mago, da Silvan a Houdini passando per Copperfield.

 

Alla conferenza stampa con i rappresentanti delle 25 aziende partecipanti. Hanno aderito: l’Assessore allo Sport e ai Grandi Eventi Mimmo Carretta, il Responsabile Marketing Confindustria Torino e l’Amministratore della Scuola di Amministrazione Aziendale Torino.

Presentazione dell’artista torinese Antonio Lapone che per l’occasione ha creato un’opera dedicata all’evento in 70 copie ciascuna delle quali numerata e firmata ed omaggiata a tutti i Partner Ronchiverdi. Alla fine del match, il pranzo firmato e curato da Marco Sacco, chef del “Piccolo Lago” sul lago Mergozzo e la brigata di “Piano 35”, all’interno del grattacielo IntesaSanpaolo di Torino, ha deliziato e ristorato i “campioni” sulla terra rossa per un giorno. Il tutto, fatto precedere da un aperitivo preparato dai bartender di “Casa Martini”, accompagnato dai vini dell’azienda Damilano e terminato dai dessert del gelatiere per eccellenza nella Città di Torino e partner del Circolo, Alberto Marchetti.

Nel corso della giornata i match sono stati intervallati da spettacoli di magia ai quali ha partecipato  anche il pluripremiato Luca Bono ex allievo di Arturo Brachetti.

“Noi crediamo fortemente nel fare impresa – spiega il Direttore Marketing dei Ronchiverdi, Massimo Di Conza – soprattutto in momenti complessi come questi l’unione crea opportunità, fatturati e di conseguenza posti di lavoro. E’ ormai universalmente riconosciuto che il network di impresa rappresenta un elemento centrale per sviluppare la capacità competitiva delle aziende. Fare rete per le imprese rappresenta un nuovo modello che si sta affermando come opportunità reale di competitività, per questo Ronchiverdi in occasione della giornata del B2B presenta in anteprima l’innovativo abbonamento Business che verrà poi ufficialmente lanciato entro la fine di ottobre”

 

Ronchiverdi

Corso Moncalieri, 466 – 10133 Torino

 

Chiara Vannini

Lepri, Pd: Ruolo strategico della formazione

Riceviamo e pubblichiamo

“RISPONDO ALL’APPELLO DI CONFAP E FORMA SUL RUOLO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E LA COESIONE SOCIALE. NON SOLO LICEIZZAZIONE: SERVONO COMPETENZE TECNICHE.”.

Il candidato alla Camera del Partito Democratico risponde all’appello di Confap e Forma e rilancia l’impegno per consolidare in Parlamento il ruolo della formazione professionale nelle politiche attive del lavoro, nella formazione iniziale dei giovani e nell’inclusione delle persone più svantaggiate.

 

 “Non solo liceizzazione: servono competenze tecniche. Da Torino, città per eccellenza della formazione e del capitale umano, rispondo all’accorato appello di CONFAP e FORMA, le organizzazioni che rappresentano gli enti accreditati della formazione professionale”, dichiara l’onorevole Stefano Lepri, ricandidato in Parlamento nel collegio nord ovest di Torino. “Torino deve confermarsi e rafforzarsi come riferimento nazionale dei giovani e degli adulti per la formazione, orientandola verso la transizione tecnologica, digitale e green. A Torino vi è una storica, radicata e avanzata rete di formazione professionale, che a livello regionale coinvolge più di 17.000 ragazzi sui corsi di IeFP obbligo di istruzione e circa 14.000 persone sui percorsi della direttiva mercato del lavoro, oltre agli occupati inseriti in percorsi più brevi di formazione continua individuale e in apprendistato. Gli enti accreditati hanno saputo strutturare percorsi in sintonia con i bisogni delle imprese, limitando la dispersione scolastica al di sotto del 10% e garantendo alla quasi totalità degli studenti un’occupazione dopo il termine dei corsi. Un fiore all’occhiello del nostro territorio, che va sostenuto in ogni modo.

Ce lo ha ricordato anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che, proprio una settimana fa, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, ha proposto che il 2023 diventi l’Anno europeo delle competenze e in particolare della formazione continua.

I pilastri del sistema di formazione professionale sono 3:

  1. L’Istruzione e formazione professionale (IeFP) nell’anno formativo 2020-21 ha interessato in Italia 151.641 allievi tra 14 e 18 anni, caratterizzandosi come ambiente formativo orientato all’inclusione sociale (il 7,5% degli allievi è disabile e il 13,6 % è di origine straniera) e utilizzando una metodologia attiva, fondata sull’esperienza reale e sull’alleanza con le imprese. A tre anni dal completamento del percorso di IeFP lavora il 69% dei diplomati e il 62% dei qualificati. La spesa annua per la formazione professionale ordinamentale IeFP è complessivamente di 680 milioni di euro; il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP (poco meno di 5.500 euro) è molto inferiore al costo annuo/studente dell’istruzione professionale statale (8.736,15 euro).
  2. Un ulteriore importante segmento della formazione ordinamentale è rappresentato dall’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): un anno di preziosa formazione superiore rivolta sia ai diplomati IeFP sia ai diplomati della scuola secondaria superiore.
  3. La FP Formazione Professionale riguarda ampie fasce di popolazione adulta, tra cui alcune categorie di persone svantaggiate sul mercato del lavoro. La FP deve essere considerata la principale politica attiva del lavoro, come previsto nel Programma GOL con diffuse azioni di upskilling e reskilling, sia per il reinserimento lavorativo sia per il miglioramento dei percorsi di carriera. Qualificare il sistema di formazione professionale italiano, certificarne la qualità, valorizzare le reti nazionali, sviluppare programmi anche sovra-regionali in collaborazione con le imprese è strategico per lo sviluppo del Paese. La spesa annua per la formazione professionale non ordinamentale, finanziata dallo Stato, dalle Regioni, dall’Unione Europea e dai Fondi interprofessionali, è stimata (dati 2021) in 900 milioni di euro.

Faccio pertanto miei i punti contenuti nel documento programmatico inviato qualche giorno fa da CONFAP e FORMA alle forze politiche:

1.  Rendere stabile e implementare l’offerta di IeFP in tutte le Regioni, finanziandola in modo  continuativo e con adeguati parametri;

2.  Sviluppare su tutto il territorio nazionale l’offerta formativa di IFTS (Istruzione e Formazione  Tecnica Superiore);

3.  Assicurare una sede nazionale unitaria per la Governance della IeFP nel rispetto delle  competenze regionali;

4.  Investire sull’orientamento degli studenti, a partire dalla scuola secondaria di primo  grado valorizzando la proposta della IeFP;

5.  Implementare il potenziale della FP nell’accompagnamento delle trasformazioni  organizzative e produttive indotte dalle transizioni digitale e ambientale;

6.  Consolidare il ruolo della FP nelle politiche attive del lavoro;

7.  Valorizzare l’apporto della FP nelle politiche sociali e giovanili, a partire dall’inclusione delle  persone più svantaggiate;

8.  Estendere anche al sistema IeFP, al pari dei sistemi dell’istruzione pubblica e paritaria, gli  interventi di sostegno agli investimenti e quelli emergenziali, a cominciare dai ristori per i  costi energetici, particolarmente urgenti in questa fase di grave crisi.

C’è molto da fare. La formazione professionale non è una scuola di serie B, ma una realtà che dà un forte contributo all’occupazione e alla lotta alla dispersione scolastica. Di formazione professionale si è parlato troppo poco, anche nel PNRR. Questo gap va colmato con un chiaro indirizzo politico. Serve più programmazione, più stabilità, più orientamento e meno burocrazia.

Stefano LEPRI – deputato e candidato del PD a Torino

Il castello di Moncucco Torinese si rifà il trucco

Ci vuole almeno un milione di euro per rilanciare lo storico castello di Moncucco Torinese in cui visse l’ultimo cavaliere templare d’Italia.

Bisogna restaurare l’ala sud-ovest del maniero che non fu interessata dalla prima ristrutturazione decisa dall’ex sindaco Gianpaolo Fassino che utilizzò i fondi delle Olimpiadi invernali del 2006. Con gli ultimi restauri nel 2007 erano state recuperate le parti più degradate dell’edificio. Ora il progetto del Comune, retto dal sindaco Daniele Bargetto, prevede di realizzare al primo piano una decina di stanze a tema, una foresteria nei piani più alti, un ristorante, una caffetteria, un parcheggio e un ascensore per i disabili. Il maniero, risalente a nove secoli fa, è già tuttora sede di diversi eventi, mostre, spettacoli teatrali e di danza. Il primo documento sull’esistenza del castello è rintracciabile in un diploma imperiale del 1164 in cui l’imperatore Federico I Barbarossa confermava al marchese di Monferrato Guglielmo V, suo alleato, diverse proprietà che già possedeva. Nel territorio che circonda l’attuale comune svettavano tre castelli. Oggi resta solo quello di Moncucco mentre gli altri due, Pogliano e Vergnano furono distrutti nel Medioevo e nell’Ottocento. Di proprietà inizialmente degli Avvocati del vescovo di Torino, il maniero venne annesso ai possedimenti del Marchesato del Monferrato all’inizio del Trecento e nel 1631 passò ai Savoia con la pace di Cherasco. Successivamente appartenne ai Grisella di Rosignano, agli Scarampi di Monale, ai Solaro di Govone e ai Melano di Portula. Tra le antiche mura del castello di Moncucco nacquero nel Duecento due cavalieri templari: i fratelli Jacopo e Nicolao. Il secondo fu arrestato e condannato nell’isola di Cipro mentre Jacopo, nato nel castello dei Grisella, è stato l’ultimo Gran Maestro d’Italia dell’Ordine dei Templari, una delle più importanti associazioni monastico-cavalleresche del Medioevo. Si sa poco della sua vita e le poche notizie sul personaggio sono tratte dagli interrogatori dei Templari processati in Italia e a Cipro. Fu condannato in contumacia per non essersi presentato al processo ai templari nello Stato Pontificio. Nel castello di Moncucco, acquistato a metà Ottocento dal Comune, si trova il Museo del Gesso in cui sono illustrate le fasi di lavorazione e l’utilizzo del gesso nell’architettura agricola del Basso Monferrato fra XVI e XIX secolo e la sua evoluzione in Italia e in Europa. Per informazioni sull’apertura del museo bisogna rivolgersi al Comune di Moncucco.
Filippo Re

+Europa e i diritti

Riceviamo e pubblichiamo


+Europa: evento finale dedicato ai Diritti a Torino alle 18
Con Magi e i candidati saranno presenti Cucco, Battaglia, Curti e altri

venerdì 23 settembre, a partire dalle ore 18, presso la sede torinese del comitato elettorale della lista “+Europa con Emma Bonino” (via san Dalmazzo 9 bis/b), si terrà l’evento di chiusura della campagna elettorale intitolato +Europa = +Diritti.

Sui diritti civili da difendere, su nuovi diritti civili da conquistare e affermare, si confronteranno anche tanti ospiti, fra i quali Enzo Cucco, Alessandro Battaglia, Ilda Curti, Yuri Guaiana, Claudio Uberti e molti altri, a sostegno di Riccardo Magi, candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale di Torino 01.

Al termine dell’evento è previsto un rinfresco.

«La parola “diritti” è forse una delle più usate in campagna elettorale, forse una delle più abusate. – ha dichiarato Riccardo Magi, candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale di Torino 01 e capolista dei collegi plurinominali di Piemonte 1 per la lista +Europa con Emma Bonino – Noi vogliamo fare tesoro, ancora una volta, di quello che ci ha lasciato Marco Pannella, che collegava sempre la parola “diritti” alla parola “persona”. Se non si àncora la lotta per i diritti civili vecchi e nuovi al vissuto della singola persona, si rischia di fare un discorso astratto, buono per tutti gli usi ma in realtà inutile, retorico, ipocrita.
Bisogna sempre partire dalla persona, dal singolo individuo, irripetibile, e operare per espandere le sue libertà, le sue possibilità, a 360 gradi, dalle libertà sessuali ai nuovi diritti digitali. +Europa non vuole essere il sindacato dei diritti – prosegue Magi – vuole cercare di mettere le persone, la persona, in grado di scegliere per sé.
Senza mai dimenticare che alla parola “diritti” – conclude il candidato – deve fare sempre da contraltare la parola “doveri”. È questa la vera libertà, che è sempre fragile, sempre in costruzione; il resto sono chiacchiere, illusioni e anche, purtroppo, speculazioni sulla pelle delle persone.»