ilTorinese

Premi Internazionali Res Publica 2022

A Mondovì la consegna del riconoscimento. Sotto i riflettori giornalisti, sportivi e dirigenti della Finanza Etica e dell’assistenza ai rifugiati

Sabato 29 ottobre, ore 15

Mondovì (Cuneo)

La versione attualizzata dell’“Allegoria del Buono e del Cattivo Governo”, ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti (Scuola senese del Trecento) custodito nel Palazzo Pubblico di Siena, fa da immagine – guida all’evento. Mentre sarà una scultura bronzea di leggera informale geometria, appositamente realizzata dal grande Riccardo Cordero, artista di fama internazionale, origini albesi (allievo all’“Accademia Albertina” di Torino di Sandro Cherchi e Franco Garelli, e lui stesso docente di “Scultura” all’“Accademia” subalpina fino al 2000) ad essere consegnata ai vincitori dei “Premi Internazionali Res Pubblica 2022”, attribuiti a singoli e ad Associazioni che “si prodigano a favore del Bene Comune e del Senso Civico”.

 

La cerimonia di Premiazione si terrà il prossimo sabato 29 ottobre, dalle ore 15, presso la “Sala Ghislieri” (ex Oratorio di Santa Croce) di Mondovì Piazza. Quattro le sezioni scelte dalla “Giuria Internazionale” per il 2022: “Giornalismo investigativo”,“Assistenza ai rifugiati”, “Finanza etica” e“Sport come salute”. Il premio della prima sezione è stato assegnato al “Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (CIGI)”, con sede a Washington DC: ritirerà il Premio il direttore Gerard Ryle. Per la seconda sezione il riconoscimento è andato alla “Caritas polacca” di Varsavia, rappresentata a Mondovì dal direttore, padre Marcin Iżycki. Il terzo premio riconosciuto al “Fondo Etica SGR” di Milano, verrà ritirato dal direttore generale Luca Mattiazzi. Duplice riconoscimento per il comparto “Sport come salute”: un premio è stato assegnato alla “Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes)”, e un altroalle campionesse paralimpiche Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini.  Per la “Fispes” ritirerà la scultura di Cordero il presidente Sandrino Porru.

È possibile assistere alla cerimonia liberamente di persona, oppure tramite web collegandosi al sito www.premiorespubblica.it

La cerimonia di consegna del “Premio” – presentata da Diego Fabbri e Giorgia Vicari– sarà introdotta da Aldo Mola, storico e saggista, a colloquio con l’artista Riccardo Cordero, autore della scultura – Premio, sul tema “L’arte come ispirazione al senso civico”. Alcuni video illustreranno poi l’attività portata avanti da ognuno dei premiati. Altro momento chiave dell’evento sarà il concerto tenuto dalla giovane arpista Maria José Borello.

“Ambrogio Lorenzetti, nell’affresco del 1338 che abbiamo attualizzato nell’identità del ‘Premio’ – sottolinea Antonio Maria Costa, fra gli ideatori del Concorso – mostra i benefici della buona gestione della ‘res pubblica’ e il vantaggio di proteggere il bene comune, una preoccupazione particolare oggi, a seguito soprattutto della pandemia. La storia insegna che tanto maggiore è l’impegno comune, tanto meglio la società si confronta con le dislocazioni che accompagnano drammi sociali. Per questo dobbiamo reagire. Insieme”.

Per ulteriori info: www.premiorespublica.it

g.m.

Nelle foto:

–       Immagine-guida “Premio Res Publica”

–       Scultura – Premio di Riccardo Cordero

–       Marcin Izycki, direttore “Caritas Polonia” e Gerard Ryle, direttore “CIGI”

–       Luca Mattiazzi, direttore generale “Etica SGR”, Sandrino Porru, presidente “Fispes” e le campionesse paralimpiche Martina Caironi, Monica Contrafatto ed Ambra Sabatini

L’aria in Piemonte, la situazione. Accordo tra Legambiente e Arpa

/

Il 2022 si sta concludendo come un anno negativo per la qualità dell’aria in Piemonte.

Ad oggi i superamenti di PM10 a Torino e in tutta la regione registrano un peggioramento rispetto agli anni scorsi, anche se il trend di miglioramento, se paragonato ai primi anni 2000, continua ad esserci.

I dati
Il numero di giorni/anno di superamento a Torino al 27 ottobre 2022

Torino Grassi al 3 ottobre scorso aveva 69 superamenti. A differenze delle altre stazioni citate che dispongono di misuratori automatici disponibili in continuo, il dato della stazione Torino Grassi è aggiornato al 3 ottobre in quanto dati rilevati con campionatori gravimetrici sono determinati con analisi di laboratorio che richiede tempistiche di produzione del dato più lungo.
Complice di questo stato della qualità dell’aria è certamente l’anomalia climatica che ci ha colpito da inizio anno con scarsità di precipitazioni e temperature quasi sempre sopra la media.

Lo studio scientifico
Arpa Piemonte, con uno studio scientifico pubblicato a inizio anno sulla rivista “atmosphere”, ha analizzato il rapporto tra qualità dell’aria della Pianura Padana, e quindi dei dati del Piemonte, con altre realtà critiche europee.
L’articolo pubblicato analizza nel dettaglio il perché, pur a fronte di un nettissimo miglioramento emissivo ottenuto negli ultimi decenni attraverso la applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili, ancora oggi il rispetto dei limiti per il PM10 e gli ossidi di azoto non è garantito sul territorio, ed il Piemonte (Torino in particolare) è ancora molto distante dal rispetto delle normative europee.

Lo studio riporta che, nelle stagioni fredde, la velocità del vento, l’altezza dello strato rimescolato e la pressione atmosferica che si verificano nel bacino del Po sono da tre a cinque volte meno efficiente nel diluire e disperdere gli inquinanti rispetto alle regioni a nord delle Alpi, causando la stagnazione degli inquinanti e la trasformazione chimica dei precursori gassosi in particolato” spiega il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto.

La APP Aria Piemonte
Arpa Piemonte ha realizzato una App, per diffondere i dati di qualità dell’aria prodotti dall’Agenzia attraverso le misurazioni delle stazioni del Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria e le simulazioni modellistiche prodotte dal Sistema Modellistico Regionale di Qualità dell’Aria.
Sono riportate le informazioni giornaliere sullo stato di qualità dell’aria osservato negli ultimi trenta giorni e previsto per il giorno in corso ed i due giorni successivi sul territorio regionale. Le informazioni riguardano gli inquinanti a maggiore criticità in Piemonte, ovvero:

  • il particolato PM10, di cui viene visualizzata la concentrazione media giornaliera (il valore limite è 50 μg/​m³, da non superare per più di 35 giorni per anno solare)
  • il biossido di azoto NO₂, di cui viene visualizzato il valore della massima media oraria (il valore limite è 200 μg/​m³, da non superare per più di 18 ore per anno solare)
  • l’ozono O₃ di cui viene visualizzato il valore della massima media mobile su otto ore (il valore obbiettivo è 120 μg/​m³, da non superare per più di 25 giorni per anno solare)

Inoltre, sono visualizzati i livelli del protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog (semaforo) adottato dalla Regione Piemonte per prevenire l’eventuale occorrenza dei superamenti del valore limite giornaliero di PM10.

Chiunque può scaricare l’applicazione ai link:
o   web: https://webgis.arpa.piemonte.it/aria_piemonte
o   android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.piemonte.arpa.aria
o   ios: https://apps.apple.com/us/app/aria-piemonte/id1634624529

Il Protocollo d’Intesa
Ieri è stato siglato il Protocollo d’Intesa tra Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Arpa Piemonte: firma unica in Italia.
Legambiente e Arpa, tenendo conto della distinzione dei rispettivi ruoli e delle competenze istituzionali, intendono realizzare questo rapporto di collaborazione e confronto sulle tematiche ambientali per avviare attività in comune volte all’obiettivo che accomuna entrambi: migliorare ancora di più la tutela dell’ambiente e la conseguente difesa della salute pubblica.
Gli ambiti di collaborazione saranno ad esempio: partecipazione a eventi e progetti comuni, partecipazione a bandi di finanziamento per progetti di tutela ambientali, corsi di formazione o condivisione di dati e informazioni ambientali.

La situazione ambientale piemontese, come noto, ha delle criticità che non possiamo assolutamente sottovalutare e sottostimare – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – A partire dalla qualità dell’aria per arrivare all’inquinamento delle acque (pensiamo in particolare alla situazione legata all’emissione di PFAS dalla Solvay di Spinetta Marengo); da una gestione dei rifiuti deficitaria ad un territorio particolarmente esposto ad eventi estremi e ad alto rischio idrogeologico. Questo protocollo d’intesa è firmato nell’ottica di una collaborazione che possa permettere una maggiore condivisione dei dati, così da meglio comprendere i processi in corso e mettere in campo le soluzioni più adatte in tempi rapidi”.

Analisi dei dati e volontariato ambientale possono dare un contributo molto importante alla conoscenza del territorio, con campagne di raccolta dati e azioni di sensibilizzazione, come dimostrano le tante esperienze che Legambiente PVDA ha già messo in campo in questi anni – ribadisce Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Aumentare la consapevolezza riguardo l’ambiente che ci circonda, inoltre, ci aiuta a prendercene cura e a sentirlo nostro, rafforzando il senso di comunità e soprattutto di corresponsabilità, fattore indispensabile”.

Il protocollo d’intesa, unico in Italia, sigla una collaborazione in essere già da anni – conclude Angelo Robotto – Mettere a fattor comune le conoscenze, le iniziative, le metodologie, le ricerche, i dati, nel rispetto dei diversi ruoli, darà al Piemonte la possibilità di avere una uno sguardo attento sull’ambiente non solo a 360° ma ancora più coordinato e quindi sempre più efficace ed efficiente

Al “Museo del Tessile” di Chieri omaggio ai tempi aurei del fustagno

“Neroblaum fustaneorum. Teleri di memoria”, un progetto collettivo site specific di Sara Conforti

Fino al 5 novembre

Chieri (Torino)

Un lavoro site specific che incrocia, nella volontà dell’artista, passato e presente, nelle sue varie manipolazioni tecniche e nelle sue più significative pagine di rigorosa memoria. Un lavoro dedicato al tessuto “Denim” o “Jeans”, che inevitabilmente omaggia il “Fustagno”loro prezioso antesignano chierese, le cui varianti “nero – blu” tinte con “gualdo buono” (Isathius Tinctoria), arrivato a Chieri – sede nel 1482 dell’“Università del Fustagno” – con i Càtari, sono descritte in latino medievale negli “Statuti dell’Arte del Fustagno”. Di qui il titolo in latino della rassegna firmata dalla torinese Sara Conforti (“Premio alla Carriera Lorenzo il Magnifico” per l’impegno profuso a favore del “femminile fragile”), ospitata, fino al prossimo 5 novembre, al “Museo del Tessile” di Chieri (Sala della “Porta del Tessile”, in via Santa Chiara 10/A). Il percorso espositivo prende il via con l’installazione di sette “Teleri” posti sulla facciata esterna della “Porta del Tessile”, sui quali, con inserti in tessuto “Denim” campeggiano anagrammi ricamati: “frammenti autobiografici che partono da alcune parole chiave estrapolate da uno scritto dell’artista dedicato alla memoria di un proprio paio di blue jeans d’affezione”.

Le grandi superfici cucite sono state create nell’ambito di una serie di workshop in collaborazione con le partecipanti al progetto “Lalàgeatelier – Dispositivi Vestimentari”nella sua nuova sede nel quartiere “Le Vallette” di Torino in collaborazione con le residenti del quartiere, le utenti della “Comunità Fragole Celesti” e “Cooperativa progetto tenda Onlus”. Arte e sociale. “Un lavoro corale dove la ricerca fra ‘abito’ e ‘habitus’ confluisce nell’atto performativo”. E proprio in linea con questi principi, Sara Conforti ha fondato a Torino, nel 2016, “hòferlab”, associazione culturale volta a sensibilizzare sui temi della giustizia sociale ed ecologica, dei diritti umani e del lavoro nelle filiere del tessile globale. Memoria e intreccio, rapporti e tessiture sono chiave di volta anche dell’esposizione interna, dove troviamo la grande installazione interattiva, “Centosettantaperottanta – What comes first?”, uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile, un archivio di “reminescenze vestiamentarie” condivise, attraverso la redazione dei “taccuini esperienziali”, un’opera collettiva che ha dato vita al “taccuino d’artista” donato alla “Collezione di Moleskine Foundation” di Milano ed esposto a febbraio al “Palais de Tokyo” a Parigi e a maggio al “One World Observatory” presso il “One World Trade Center” a New York. Il “taccuino d’artista” è eccezionalmente esposto al “Museo del Tessile di Chieri, per la prima volta in Italia, grazie al prestito dalla “Collezione di Moleskine Foundation”. L’opera invita il visitatore a fruire di una curiosa “formula partecipata” che rimanda ai “Libri della Fortuna”, in gran voga nel Rinascimento.  Il pubblico, rivolgendo a sé stesso la domanda “What comes first?” potrà interagire con le opere delle partecipanti ai workshop, estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati che a sua volta coincide con quello di un taccuino e di uno dei ricami rilegati nel libro, a loro volta numerati e messi a disposizione del pubblico. Attraverso la loro lettura il pubblico potrà entrare in contatto empatico con la storia e le memorie scritte dall’anonima compilatrice dell’opera, casualmente chiamata a dare risposta alla domanda iniziale. A completare, infine, la mostra una serie di fotografie e speciali opere tessili in “cotone BCI – Better Cotton Initiative” (il più grande programma di sostenibilità del cotone al mondo) e “Denim”realizzate grazie alla collaborazione con “Thecolorsoup” e “Berto Industria Tessile”.

 

Con questo evento – commenta Melanie Zefferino, presidente della ‘Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile’ – Chieri accoglie nel suo Museo una figura di primissimo piano sulla scena artistica internazionale, capace di coniugare creatività e rigore in un fare multanime che lega a doppio filo arte e attivismo per immaginare, intrecciare o annodare trame di ricordi, di emozioni, di vita. Sara Conforti restituisce così valenza esistenziale all’universo del tessile, suggerendo nuove ‘sezioni di ordito’ per un domani ancora da ritessere”.

Gianni Milani

“Neroblaum fustaneorum. Teleri di memoria”

“Museo del Tessile”, via Santa Chiara 10/A, Chieri (Torino); tel. 329/4780542 o www.fmtessilchieri.org

Fino al 5 novembre

Orari:mart. 9,30/12,30 e sab. 14/18.

Nelle foto:

–       Sara Conforti: dalla serie”Centosettantaperottanta – What comes first?”, Ph. Carlo Toso

 

Fenomeno autostrade: tra vincoli e svincoli, al via un laboratorio permanente su logistica e trasporti

/

A  100 anni dall’inaugurazione della prima arteria italiana

  • Convegno all’Unione Industriali Torino su storia, presente e futuro dei trasporti italiani
  • Presentato il progetto di un laboratorio permanente sulle infrastrutture stradali e non solo, il primo think tank sui temi della logistica e dei trasporti da Piemonte, Liguria, Veneto fino all’Europa
  • Paolo Manzone, autore del libro che dà il titolo al convegno aprirà il suo “cantiere” anche a studenti superiori e dell’università insieme al prof. Franco Gaboardi (Unito): “Vogliamo portare l’occupazione dei neolaureati da 67 a 80%” attraverso progetti di formazione ‘sul campo’ e contatto diretto con imprese e lavoro”

Torino, 27 ottobre 2022 – Comprendere la macchina burocratica che gestisce la rete autostradale italiana e migliorarla anche in chiave europea è l’ambizioso obiettivo degli organizzatori del convegno dal titolo “Fenomeno autostrade: tra vincoli e svincoli” svoltosi oggi, giovedì 27 ottobre alle ore 17,30 nella Sala Piemonte all’Unione Industriali Torino, in via Fanti 17 in collaborazione con Autostrada dei Fiori. Tra gli scopi principali c’è la volontà di aumentare l’occupazione dei neolaureati e le opportunità di crescita professionale degli studenti anche attraverso un laboratorio permanente che sappia far dialogare imprese e giovani alla ricerca di lavoro: il primo think tank sui temi della logistica e dei trasporti.

L’anno che sancisce il rapporto tra Stato e infrastrutture stradali come lo intendiamo oggi è il 1921. La prima autostrada italiana è stata inaugurata nel 1924: era la Milano-Laghi, l’attuale A8 e in quegli anni veniva chiusa al traffico la notte, in quanto non c’erano le esigenze di traffico attuali. Altre importanti strade di collegamento rapido sorsero nel decennio successivo lungo il triangolo economico del nord: dalla Torino-Milano (1932) alla Genova-Serravalle (1935).

“Fino al 1975, l’Italia era tra i primi 4 paesi europei per sviluppo della rete autostradale, un prestigio che si è andato a perdere nel corso del tempo – dichiara Paolo Manzone, autore del libro ‘Fenomenologia delle autostrade italiane: vincoli e svincoli’, presentato oggi nella sua nuova edizione, da cui è nata l’idea dell’incontro e del laboratorio permanente –. Conoscere la storia e il presente per migliorare il futuro, tenendo conto delle esigenze, sempre nuove, nel mondo dei trasporti è il punto di partenza della nostra ricerca e aprire questo ‘cantiere’ agli studenti e alle imprese coinvolte è il contributo che vogliamo fornire insieme al mio staff”.

Nell’incontro all’Unione Industriali si è analizzato lo stato di salute delle infrastrutture stradali, in particolare nel Nord-Ovest, tentando di tracciare gli scenari futuri delle arterie autostradali anche alla luce delle necessità, sempre maggiori, legate alla logistica portuale – Genova, Savona e Trieste -, e ai rapporti economici tra il Piemonte e la Liguria. Un convegno, un libro e ora anche per coinvolgere istituzioni, addetti ai lavori insieme a scuole e università come dimostrato dalla presenza di una settantina di studenti del corso di Laurea in Economia e Statistica per le organizzazioni (Unito) tra il pubblico presente oggi all’Unione Industriali.

“L’incontro di oggi è un primo passo verso il progetto di collaborazione tra imprese, scuola e università per sensibilizzare e informare, studenti e imprenditori, sui temi collegati alle nostre autostrade – spiegano gli organizzatori Paolo Manzone e il professor Franco Gaboardi, docente di Diritto ed Economia e Contabilità Pubblica presso il Dipartimento di Economia e Statistica Cognetti de Martiis e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino – intendiamo ampliare l’attuale piano di ricerca con un nuovo progetto che si occuperà dell’intero sistema viario che collega i porti del mar Ligure al resto d’Europa, creando un’unica grande rete di scambi e collaborazioni tra gli utenti dei percorsi di terra e di mare: un sistema di cooperazione che si baserà principalmente sull’informazione e l’interrelazione, un vero e proprio think tank su logistica e trasporti”.

“Tra gli obiettivi principali – conclude Gaboardi – c’è il desiderio di contribuire ad aumentare le opportunità di lavoro e formazione di studenti e neolaureati, portando l’occupazione media dal circa il 67 all’80% dei giovani, proprio come nel caso di quelli presenti qui oggi, primi beneficiari del progetto”.

Estrae coltello e ferisce gli agenti: uomo arrestato in stazione dalla Polfer

Un cittadino italiano è stato arrestato per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di arma clandestina dalla Polizia Ferroviaria nella stazione di Pinerolo.

Gli agenti del Settore Operativo del Compartimento Polfer Piemonte e Valle d’Aosta, durante i controlli predisposti nell’ambito dell’intensificazione di vigilanza all’interno della stazione ferroviaria, hanno notato un uomo che, alla loro vista, ha cambiato improvvisamente direzione. Insospettiti, i poliziotti lo hanno inseguito e, una volta raggiunto, gli hanno intimato di fermarsi.

Il giovane ha reagito voltandosi di scatto ed estraendo da sotto la giacca un coltello di grosse dimensioni con il quale ha tentato di colpire all’addome uno degli operanti. Disarmato, l’uomo è stato prontamente bloccato dai poliziotti che si sono procurati diverse ferite da taglio alle mani. Oltre al coltello, l’uomo era in possesso di diversi petardi ed accendini.

A casa del 43enne sono stati successivamente rinvenuti numerosi artifizi esplodenti artigianali, due pistole “scacciacani” modificate con relativi caricatori, due fucili lanciatori artigianali, una lancia artigianale, tre timer, diverse scatole di munizioni a salve, un fucile mitragliatore da softair.

L’uomo, già pregiudicato per reati contro il patrimonio e per reati inerenti agli stupefacenti, è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

Molinette, Pd: “Mano tesa sulle manutenzioni”

Oggi il presidente del gruppo PD in Consiglio Regionale Raffaele Gallo, il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle e il consigliere Mauro Salizzoni hanno visitato il corridoio delle Molinette colpito dal crollo, alcuni degli spazi dell’ospedale che necessitano di urgenti interventi di manutenzione ed il Pronto soccorso.

Nel corso della mattinata, hanno anche incontrato il direttore  Giovanni La Valle e i rappresentanti dei lavoratori.

«I 34 milioni, spalmati sui prossimi tre anni, promessi dalla giunta Cirio sono un piccolo passo avanti. In attesa degli atti che li individuino e li trasferiscano, abbiamo constatato che la complessità e lo stato di degrado della struttura richiederebbero un’altra velocità e altre risorse, visto che il documento messo a punto dai tecnici dell’azienda indica ben altri 70 milioni di necessità. Per questo siamo pronti a condividere nella variazione di bilancio che discuteremo nei prossimi giorni risorse ulteriori per le Molinette. Senza polemiche, sono previste voci molto meno urgenti in questa variazione di bilancio. Sarebbe interessante impegnare sulla struttura anche parte dei fondi europei del settennato 2021/2027, sui quali ancora la Giunta regionale non ha reso note le sue intenzioni. Rimane poi il tema mai risolto delle assunzioni del personale amministrativo per rendere operativo il piano manutenzioni» dichiarano Raffaele Gallo, Daniele Valle e Mauro Salizzoni.

«Ma non equivochiamo: questi interventi non fanno venire meno la necessità di accelerare sul Parco della Salute. Nessuna manutenzione potrà rendere le Molinette al passo con l’esigenza di un ospedale moderno e adeguato alle necessità dei piemontesi. Nella sua relazione all’assemblea pubblica dell’Unione industriali, il presidente Marsiaj ricordava che “una infrastruttura critica (come il Parco della Salute) può essere realizzata con gli stessi tempi del nuovo ponte Morandi a Genova”. Per questo abbiamo proposto un decreto analogo a quello di Genova per Torino e il Parco della Salute. E come a Genova si è individuato il Sindaco Bucci, il presidente Cirio si assuma quest’onere in prima persona, diventando commissario straordinario. Non serve uno pseudocommissario che affianchi il Direttore generale La Valle, ma un vero commissario con pieni poteri e responsabilità, come a Genova. Siamo ancora preoccupati per la richiesta di prorogare i termini della gara a fine 2023: se il governo concedesse questa proroga, non si muoverebbe un mattone per un altro anno. Occorre un piano con tempi certi e forte condivisione, se vogliamo davvero che qualcosa si muova nei prossimi mesi».

Donna muore investita dal trattore del figlio

Un agricoltore di 59 anni stava manovrando un trattore con rimorchio in un magazzino  a Gattinara, quando ha investito per scarsa visibilità la madre di 82 anni. Dopo essere stata urtata dal mezzo agricolo nel cortile del magazzino, è stata cosciente durante tutti i soccorsi. Poi purtroppo è morta per la gravità delle ferite, dopo il trasporto in ospedale. Indagano i carabinieri di Borgosesia che escludono ci sia stato dolo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE  (foto archivio)

Ma chi era davvero Enrico Mattei?

 

“Nel luglio del 1987, dopo un colloquio con Mario Ronchi alla cascina Albaredo di Bascapè, raggiungo il breve prato della notte del 27 ottobre.

C’è una lapide sul terreno, in memoria di Mattei, Bertuzzi, McHale. All’intorno, tanti alberi e una fitta siepe. In un angolo, un cancello bianco, chiuso. Di quando in quando il silenzio è rotto dal rombo di un aereo che passa basso scendendo su Linate”. Con queste parole Italo Pietra concludeva il suo libro ‘Mattei La pecora nera’ il libro dedicato ad Enrico Mattei, uno dei più geniali ed autorevoli figli dell’Italia del Novecento, partito dalle Marche come operaio e giunto alla presidenza dell’Eni, la sua creatura, dopo aver salvato l’Agip dalla liquidazione cui era condannata alla fine della seconda guerra mondiale, considerata un inutile residuato del regime fascista. La sua vita ebbe termine, come tutti sanno, il 27 ottobre del 1962 mentre rientrava da una due giorni in Sicilia, di cui molto di è detto e scritto. Il Morane-Saulnier mentre era in fase di avvicinamento a Linate cadde e con lui morirono il pilota Irnerio Bertuzzi, asso dell’aviazione della Repubblica Sociale ed il giornalista americano William McHale, della testata Time-Life, incaricato di scrivere un articolo su di lui. Il testo di Italo Pietra, già comandante partigiano nell’Oltrerpo Pavese e direttore de ‘Il Giorno’, quotidiano voluto da Mattei, dal 1960 al 1972 è una delle pietre miliari, anche se datato, dei lavori a lui dedicati. L’aereo cadde in territorio del comune di Bascapè, piccolo centro della Provincia di Pavia incuneato tra i territori di quelle di Milano e di Lodi. Qui si trova l’area commemorativa dei 3 scomparsi in quello che all’epoca venne classificato come un incidente ma che oggi la caparbia tenacia di un magistrato, l’ex procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, può ragionevolmente fare ritenere un attentato. Il magistrato ha riassunto i risultati degli anni di lunghe indagini e ricostruzioni giudiziarie in un testo che vale davvero la pena di leggere: ‘Il caso Mattei. Le prove dell’omicidio del presidente dell’Eni dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità’. Oggi, anche a distanza di oltre trent’anni dalla descrizione che diede Italo Pietra l’area di Bascapè non è molto dissimile. Al suo esterno dei cartelli posti ‘a ricordo del fondatore di Eni nel luogo in cui perse la vita’ spiegano sinteticamente chi era e all’interno una lapidericorda i tre scomparsi nel tragico incidente. In questi giorni sono state organizzate alcune iniziative per ricordare il presidente Mattei ed i suoi 2 compagni di sventura. I Pionieri dell’Eni hanno posto corone e fiori davanti a quella lapide. Personalmente, e d’intesa con l’Associazione Culturale Tigulliana, di Santa Margherita Ligure mi recato sul posto per deporre un vaso di  fiori al Memoriale Enrico Mattei, rimanendo in raccoglimento per pochi istanti. E’ stato un modo per omaggiare una persona che ho sempre stimato sin da ragazzo, di cui ho letto quasi tutto quello che c’è attualmente in circolazione, di cui ho rivisto la pellicola ‘Il caso Mattei’  magistralmente diretta da Franco Rosi

Ma chi era veramente Enrico Mattei ?  Un Uomo che vedeva molto al di là del tempo in cui viveva, che sapeva creare lavoro ed assicurare al lavoro italiano energia a buon mercato, un Uomo che capiva i tempi, che capiva che il mondo stava cambiando, che sicuramente non si faceva troppi scrupoli per arrivare agli obiettivi che si prefissava, ma che sognava un’Italia aperta al mondo

 

. Forse la definizione sentita in un bar di Bascapè è quella che gli si cuce maggiormente addosso: “Era un grande italiano, un patriota, un partigiano’. E la sua opera andrebbe studiata maggiormente nelle scuole perché è comunque un pezzo di storia dell’Italia odierna.

Massimo Iaretti

Calcio: una questione irrisolta, di UFO!

Accadde oggi… curioso!

Siamo a Firenze, è il 27 ottobre del 1954, la partita Fiorentina-Pistoiese viene  disturbata dall’apparizione di misteriosi oggetti volanti sopra la città. Gli occhi di pubblico e giocatori sono tutti rivolti al cielo e l’arbitro, non sapendo che fare, sospende addirittura l’incontro! è la prima,ed unica,gara della storia del calcio sospesa… per Ufo!  E di cosa si è trattato? Mistero:ancora oggi non esiste una spiegazione a giustificare quel fenomeno. Per la cronaca, la partita fu poi ripresa e terminò 6-2 per la squadra viola.

Enzo Grassano

“Accumuli e sovrapposizioni”, una mostra dedicata all’artista scomparso Moreno Bottauscio

Alla galleria Malinpensa by Telaccia

 

È dedicata a Moreno Bottauscio la mostra postuma intitolata “Accumuli e sovrapposizioni” che la galleria Malinpensa by La Telaccia propone dal 3 al 19 novembre prossimi, a cura di Monia Malinpensa e Lia Taddei, realizzata in collaborazione con l’Osteria Rabezzana di Torino.

Moreno Bottauscio, nato il 16 febbraio 1953, in Borgo Dora a Torino, era il primogenito di una famiglia operaia solida dal punto di vista economico e ben inserita socialmente. La vita familiare subì un pesante contraccolpo quando il fratello minore, ad appena tre mesi di vita, si ammalò gravemente senza alcuna possibilità di guarigione. La malattia del fratello segnò per la famiglia l’inizio di un calvario che ciascuno ha affrontato con la forza e le debolezze del suo carattere. Questo evento ha acuito la sensibilità di Moreno, da una parte determinando compassione e tenerezza, dall’altra conferendo una spinta piuttosto forte alla trasgressione.

Nel 1966 l’artista si iscrisse al Liceo Artistico “Primo” di Torino e ricevette dal padre un prezioso regalo in premio, la visita alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Durate gli anni universitari presso la Facoltà di Architettura, a partire dagli anni Settanta, continuò a disegnare, sperimentando nuove forme espressive e, appena laureato, si dedicò all’insegnamento, che sarebbe divenuto il lavoro della sua vita.

La passione e l’impegno per l’arte emergeranno da una mostra personale allestita a Torino nel 1988, quindi in successive esposizioni nel ’91 e nel ’95. Nel ’98 partecipò ad alcune mostre collettive, anche se il “mostrarsi” non era nelle sue corde, tanto che a lungo abbandonò il tentativo di uscire allo scoperto.

Dopo il 2010 tenterà un collegamento con due gallerie d’arte, una a Massa Marittima in Toscana, e una a Genova. Nel 2011 la morte del padre vedrà Moreno unico sopravvissuto della famiglia e la sua vita, nonché  la sua arte, ne avrebbero risentito in maniera evidente ma, grazie anche all’aiuto della psicoanalisi, egli sarebbe riuscito a ritrovare un nuovo equilibrio.

Nel 2015 ebbe un infarto, venne ricoverato e ebbe un arresto cardiaco, salvato dai medici per miracolo.

Da quel momento iniziò a adottare un regime di vita salutista, anche se purtroppo, di lì a pochi anni, nell’autunno del 2018 gli fu diagnosticato  un tumore ai polmoni, morendo il 25 aprile 2019.

“Le opere di Moreno Bottauscio – spiega la gallerista Monia Malinpensa – dimostrano come l’artista non si accontenti di rappresentare l’immagine descrittiva o lo scatto fotografico del momento, ma indaghi piuttosto le situazioni, le emozioni e i sentimenti attraverso un lavoro altamente creativo, arricchito da una profonda introspezione e da un’indagine emotiva instancabile. La sua arte oltrepassa la pura visione estetica perché nutrita da una intensa passione che trae origine da un aspetto psicologico di verità e di vita, attraverso il quale, l’artista è in grado di esprimereuna sensibilità non comune e un profondo intimismo”.

“Moreno Bottauscio – aggiunge la gallerista – utilizza un linguaggio altamente comunicativo che nasce dall’esigenza di raccontare e raccontarsi, senza alcun trattenimento e con grande sincerità. La sua ricerca si basa su uno spazio vitale in cui è molto forte la presenza umana, capace di mettere in luce un cammino narrativo denso di impegno concettuale. L’artista si dimostra in grado di coniugare il passato con il presente, comunicando nelle sue opere una realtà disarmante, senza filtri e senza limiti, che attinge al profondo e gli consente di liberare la propria identità e la propria memoria, che costituiscono i temi centrali della sua ricerca pittorica”.

MARA MARTELLOTTA

 

Galleria Malinpensa by La Telaccia

Corso Inghilterra 51, Torino

0115628220

info@latelaccia.it

Orario: dal martedì al sabato ore 10.30/12.30 – 16.00/19.00

Lunedì e festivi chiuso