ilTorinese

Il castello di Moncucco Torinese si rifà il trucco

Ci vuole almeno un milione di euro per rilanciare lo storico castello di Moncucco Torinese in cui visse l’ultimo cavaliere templare d’Italia.

Bisogna restaurare l’ala sud-ovest del maniero che non fu interessata dalla prima ristrutturazione decisa dall’ex sindaco Gianpaolo Fassino che utilizzò i fondi delle Olimpiadi invernali del 2006. Con gli ultimi restauri nel 2007 erano state recuperate le parti più degradate dell’edificio. Ora il progetto del Comune, retto dal sindaco Daniele Bargetto, prevede di realizzare al primo piano una decina di stanze a tema, una foresteria nei piani più alti, un ristorante, una caffetteria, un parcheggio e un ascensore per i disabili. Il maniero, risalente a nove secoli fa, è già tuttora sede di diversi eventi, mostre, spettacoli teatrali e di danza. Il primo documento sull’esistenza del castello è rintracciabile in un diploma imperiale del 1164 in cui l’imperatore Federico I Barbarossa confermava al marchese di Monferrato Guglielmo V, suo alleato, diverse proprietà che già possedeva. Nel territorio che circonda l’attuale comune svettavano tre castelli. Oggi resta solo quello di Moncucco mentre gli altri due, Pogliano e Vergnano furono distrutti nel Medioevo e nell’Ottocento. Di proprietà inizialmente degli Avvocati del vescovo di Torino, il maniero venne annesso ai possedimenti del Marchesato del Monferrato all’inizio del Trecento e nel 1631 passò ai Savoia con la pace di Cherasco. Successivamente appartenne ai Grisella di Rosignano, agli Scarampi di Monale, ai Solaro di Govone e ai Melano di Portula. Tra le antiche mura del castello di Moncucco nacquero nel Duecento due cavalieri templari: i fratelli Jacopo e Nicolao. Il secondo fu arrestato e condannato nell’isola di Cipro mentre Jacopo, nato nel castello dei Grisella, è stato l’ultimo Gran Maestro d’Italia dell’Ordine dei Templari, una delle più importanti associazioni monastico-cavalleresche del Medioevo. Si sa poco della sua vita e le poche notizie sul personaggio sono tratte dagli interrogatori dei Templari processati in Italia e a Cipro. Fu condannato in contumacia per non essersi presentato al processo ai templari nello Stato Pontificio. Nel castello di Moncucco, acquistato a metà Ottocento dal Comune, si trova il Museo del Gesso in cui sono illustrate le fasi di lavorazione e l’utilizzo del gesso nell’architettura agricola del Basso Monferrato fra XVI e XIX secolo e la sua evoluzione in Italia e in Europa. Per informazioni sull’apertura del museo bisogna rivolgersi al Comune di Moncucco.
Filippo Re

+Europa e i diritti

Riceviamo e pubblichiamo


+Europa: evento finale dedicato ai Diritti a Torino alle 18
Con Magi e i candidati saranno presenti Cucco, Battaglia, Curti e altri

venerdì 23 settembre, a partire dalle ore 18, presso la sede torinese del comitato elettorale della lista “+Europa con Emma Bonino” (via san Dalmazzo 9 bis/b), si terrà l’evento di chiusura della campagna elettorale intitolato +Europa = +Diritti.

Sui diritti civili da difendere, su nuovi diritti civili da conquistare e affermare, si confronteranno anche tanti ospiti, fra i quali Enzo Cucco, Alessandro Battaglia, Ilda Curti, Yuri Guaiana, Claudio Uberti e molti altri, a sostegno di Riccardo Magi, candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale di Torino 01.

Al termine dell’evento è previsto un rinfresco.

«La parola “diritti” è forse una delle più usate in campagna elettorale, forse una delle più abusate. – ha dichiarato Riccardo Magi, candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale di Torino 01 e capolista dei collegi plurinominali di Piemonte 1 per la lista +Europa con Emma Bonino – Noi vogliamo fare tesoro, ancora una volta, di quello che ci ha lasciato Marco Pannella, che collegava sempre la parola “diritti” alla parola “persona”. Se non si àncora la lotta per i diritti civili vecchi e nuovi al vissuto della singola persona, si rischia di fare un discorso astratto, buono per tutti gli usi ma in realtà inutile, retorico, ipocrita.
Bisogna sempre partire dalla persona, dal singolo individuo, irripetibile, e operare per espandere le sue libertà, le sue possibilità, a 360 gradi, dalle libertà sessuali ai nuovi diritti digitali. +Europa non vuole essere il sindacato dei diritti – prosegue Magi – vuole cercare di mettere le persone, la persona, in grado di scegliere per sé.
Senza mai dimenticare che alla parola “diritti” – conclude il candidato – deve fare sempre da contraltare la parola “doveri”. È questa la vera libertà, che è sempre fragile, sempre in costruzione; il resto sono chiacchiere, illusioni e anche, purtroppo, speculazioni sulla pelle delle persone.»

Terra Madre Salone del Gusto, Petrini: «Il cibo è causa della crisi ambientale, ma può essere anche la soluzione»

 

Il fondatore di Slow Food punta il dito contro lo spreco alimentare ed esorta a cambiare abitudini: meno carne e più proteine vegetali

 

«La crisi  climatica è una vera e propria iattura che sta sconvolgendo la vita a milioni di persone, ma il principale responsabile di questo sconquasso è il sistema alimentare globale». Lo ha detto il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, all’inaugurazione della 14esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, l’evento globale organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino dedicato al cibo buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari, a Parco Dora a Torino fino a lunedì 26 settembre. Petrini ha puntato il dito contro le storture di un sistema che consuma risorse, impoverisce il suolo e non è in grado di soddisfare il bisogno nutritivo di tutti: «Già oggi che la popolazione mondiale non supera gli otto miliardi di persone, si produce cibo in grado di sfamarne dodici – ha aggiunto Petrini –. Significa che il 32% di alimenti perfettamente commestibili viene buttato via: è un fallimento epocale, perché nel frattempo circa 900 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Oltretutto, per produrre quel cibo abbiamo sprecato miliardi di litri d’acqua e utilizzato milioni di ettari di suolo. Occorre ridurre lo spreco nelle nostre case, non aumentare la produzione, come sento ripetere ciclicamente».

Alla conferenza inaugurale sono intervenuti anche il Commissario europeo per gli affari economici e monetariil presidente della Regione Piemonte e il sindaco di Torino. Il primo ha sottolineato che, dopo quindici anni di progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, nell’ultimo triennio abbiamo assistito a dei passi indietro, aggiungendo che tornare sui propri passi non può essere una soluzione e che il futuro va costruito non soltanto con l’obiettivo di salvare il pianeta, ma anche di vivere meglio. Il presidente della Regione Piemonte ha ribadito che Terra Madre è un fenomeno culturale che celebra il cibo e il legame inscindibile tra prodotti e territorio e che l’uomo ha il dovere di valorizzarlo e di difenderlo. Per il sindaco di Torino, Terra Madre è l’occasione per comprendere che siamo ospiti, e non padroni, di questo pianeta, e che la risposta alla sfida ambientale passa attraverso il cambiamento dei comportamenti quotidiani di ciascuno.

 

Il cibo come causa del problema, il cibo come soluzione

 

«Siamo nel mezzo di una crisi nella quale se ne intersecano molte altre: geopolitica, economica, energetica, alimentare, oltre che quella sanitaria dalla quale stiamo uscendo dopo un biennio di pandemia» ha dichiarato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. «In questi cinque giorni di Terra Madre il cibo è protagonista, inteso come vettore attraverso cui concretizzare la transizione e la rigenerazione di cui abbiamo bisogno. Il cambiamento è già in atto: ognuno di noi può scegliere di esserne parte come protagonista, oppure di subirne solamente le conseguenze. Terra Madre esiste proprio per comprendere le storture dei sistemi alimentari e per capire come agire in prima persona». La dimostrazione è data anche dall’afflusso di pubblico di questa prima giornata, a partire dalle scolaresche che hanno partecipato ai laboratori, sold out da settimane, e ai percorsi liberi allestiti a Parco Dora.

 

Più di 550 eventi, oltre 700 espositori da tutte le regioni d’Italia e dal mondo, quasi 200 Presìdi Slow Food, decine di ospiti italiani e internazionali che parleranno di gastronomia, di alimentazione e del significato economico, ambientale e sociale di ciò che ogni giorno mettiamo sotto i denti: Terra Madre è tutto questo e molto di più. È allegria, cene e degustazioni, buon cibo, vini, birre, caffè d’eccellenza. È una festa in cui l’alimentazione viene raccontata attraverso le persone: più di tremila delegati arrivati da più di 150 Paesi, ognuno con un bagaglio fatto di conoscenze, esperienze, tradizioni. Terra Madre è il luogo in cui avviene uno scambio di tutto questo sapere, un momento di arricchimento collettivo.

 

Le testimonianze dalle reti di Slow Food e Terra Madre

 

Dai rincari energetici alla siccità, dalla perdita di sovranità alimentare alle abitudini sconsiderate di consumo, la conferenza di inaugurazione di Terra Madre è stata l’occasione per mettere sul tavolo alcuni dei temi che verranno approfonditi nei prossimi giorni. «I mesi interi trascorsi senza pioggia hanno fatto scomparire gran parte dei pascoli in cui le nostre pecore e le nostre capre sono abituate a muoversi liberamente» ha raccontato Angela Saba, allevatrice e casara, produttrice del Presidio Slow Food del pecorino a latte crudo della Maremma. «La produzione di formaggio è quasi dimezzata, e per questo motivo abbiamo dovuto rinunciare a portare il pecorino a Terra Madre» ha aggiunto: gli effetti della crisi climatica esistono e si fanno sentire già oggi.

 

Giuseppe Di Martino, produttore di pasta a Gragnano, ha fatto invece riferimento all’aumento di costi dell’energia elettrica e del gas, rincari che rischiano di costringere tante realtà a chiudere: «Le bollette sono cresciute di 12 volte rispetto ai mesi scorsi, se negli scorsi anni la politica si fosse concentrata sulle energie rinnovabili probabilmente oggi avremmo meno problemi».

 

Sul palco anche Altin Prenga, cuoco albanese dell’Alleanza Slow Food dei cuochi: «Per anni abbiamo trattato troppo male il cibo, facendolo viaggiare da una parte all’altra del mondo, consumandolo fuori stagione e sprecandolo: è triste da dire, ma forse questa batosta era necessaria per capire che cosa serve, cioè mani che lavorano la terra, mani che producono lavorando il cibo nei luoghi in cui viene consumato».

 

Come ha sottolineato Dali Nolasco Cruz, referente dei produttori del Presidio Slow Food del peperoncino serrano di Tlaola, in Messico, e recentemente eletta nel Consiglio di amministrazione di Slow Food, l’alimentazione va di pari passo con i diritti umani: «In diverse aree del mondo, le persone e in particolare le donne non hanno accesso alla terra e ai semi, che sono nelle mani di multinazionali che determinano dove, quando e come fare agricoltura. Slow Food e Terra Madre lottano per far sì che le persone siano libere e che i loro diritti non vengano calpestati».

Uncem: “Festival dell’acqua senza montagna”

È sorprendente come gli Organizzatori del Festival dell’Acqua, iniziato ieri a Torino, non abbiano previsto di avere sul palco del Lingotto uno o più Sindaci dei Comuni montani

 

Le multiutilities, anche le migliori e più solide in Italia, quelle pubbliche che sono preziose e decisive per il futuro del Paese, forse non sanno ancora tutte bene che senza forza di gravità si farebbe niente. Né per scopi idropotabili, né per l’idroelettrico. E purtroppo, anche nelle emergenze, la forza di gravità è dissesto e danni. La forza di gravità è della montagna. L’acqua è di tutti, ma la forza di gravità è dei territori montani. E così, un Sindaco di un Comune montano, o due, avrebbero potuto rilanciare dal palco del Festival sul tema degli invasi idrici da fare insieme, con le multiutilities, e avremmo dato sponda a iniziative per stare nelle transizioni energetica, ecologica, digitale partendo dal bene pubblico acqua. Ci auguriamo che la dimenticanza nel programma del Festival sia occasionale e frutto di una distrazione. Perché i Sindaci in platea al Lingotto  c’erano, ma averne uno o più sul palco a intervenire, accanto al Sindaco Lo Russo, sarebbe stato molto importante anche nel riconoscere il ruolo metromontano della città che ospita il Festival, che sull’essere ‘Capitale alpina’ deve ancora svegliarsi, senza perdere ulteriore tempo, e attivare processi politici, istituzionali, economici di interazione e di scambio con le valli”.

Lo affermano Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Incidente stradale, scontro fra due auto: un morto e un ferito

Sulla strada provinciale per Valenza a Casale Monferrato nello scontro tra due auto una persona è morta e l’altra è rimasta ferita. L’impatto tra una Dacia e una Yaris è avvenuto nei pressi del ponte dell’autostrada. I carabinieri hanno svolto gli accertamenti.

Elezioni, Molinari (Lega): Pace fiscale per il Piemonte

Riceviamo e pubblichiamo

“Nel nostro Piemonte sono in arrivo 200mila cartelle esattoriali.

Dati choc confermati da Salvini a tutela dei cittadini piemontesi, avanti tutta con la Lega e la pace fiscale. Milioni di cartelle in tutto il Paese, infatti, svuoteranno le tasche degli italiani in un momento storico già emergenziale dopo una pandemia, con una guerra in corso e i prezzi delle bollette alle stelle. In queste condizioni gravose, l’unica soluzione di buon senso sarebbe la pace fiscale, rottamazione e saldo e stralcio. In questo modo lo Stato incasserebbe miliardi di euro che altrimenti non potrebbe mai recuperare. Un giusto accordo per tutti i piemontesi onesti che, dovendo magari pagare piccole somme diventate enormi negli anni tra interessi e sanzioni, troverebbero il giusto accordo con l’Agenzia delle Entrate, senza esserne più perseguitati”.

Lo dichiara il coordinatore regionale della Lega in Piemonte, Riccardo Molinari.

“Vibrazioni di seta” Musiche tradizionali cinesi per la Festa di Mezz’Autunno

Al Conservatorio Giuseppe Verdi in programma musiche tradizionali cinesi venerdì 23 settembre alle 21

 

Saranno “Vibrazioni di seta” le musiche tradizionali cinesi in occasione della Festa di mezz’autunno, promossa dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino, che celebra la ricorrenza con una serata dedicata alla musica del Paese di mezzo.
Venerdì 23 settembre, alle 21, al Conservatorio di piazza Bodoni, si terrà il concerto “Vibrazioni di seta”, con due musicisti dell’United Kingdom Chinese Music Ensemble. Si tratta di un evento organizzato in collaborazione con l’Unione Musicale.
La Festa di metà autunno rappresenta una delle festività maggiormente avvertite dai cinesi in patria e all’estero. Per trasmetterne lo spirito nel capoluogo piemontese, nasce uno spettacolo capace di coniugare l’aria insufflata nel flauto con la seta, materiale con cui, tradizionalmente, vengono fabbricate le corde degli strumenti musicali.
Sono diversi gli strumenti utilizzati, il guaina, una cetra a sette corde, il pipa, liuto a quattro corde, e il flauto di bambù di tipo xiao, da sempre associati al mondo raffinato dell’aristocrazia imperiale. Nei secoli sono diventati parte integrante della formazione dei letterati di corte e tipici della musica tradizionale cinese. Gli strumenti si alterneranno in assoli e in duetto, spaziando da partiture del secolo tredicesimo a brani, invece, contemporanei.
Il concerto è offerto dall’Istituto Confucio a titolo gratuito e la prenotazione è obbligatoria attraverso il sito web dell’Istituto Confucio a titolo gratuito.
Obbligatoria la prenotazione attraverso il sito web dell’Istituto Confucio al link htttps://istitutoconfucio.torino.it/concerto2309

Mara Martellotta

Con uno stratagemma gli viene sottratto il borsello con preziosi e denaro all’interno

La Polizia di Stato recupera e riconsegna la refurtiva

 

La vittima ha raccontato agli agenti di esser stato derubato del borsello contenente diversi monili d’oro e contanti mentre sostava in via San Francesco d’Assisi per delle commissioni. Un individuo l’avrebbe distratto allontanandolo dall’abitacolo dell’auto mentre un complice avrebbe sottratto il borsello approfittando di un finestrino lasciato aperto.

Poco dopo, una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale ha recuperato la refurtiva durante un controllo effettuato nei confronti di tre soggetti, fermati in via Priocca.  Nello specifico, i tre sono stati fermati dagli agenti della volante mentre erano a bordo di un’auto. Gli agenti hanno notato che il passeggero seduto sul sedile posteriore cercava di occultare qualcosa per poi consegnarla al soggetto seduto nella parte anteriore.

Nel corso della perquisizione, addosso a quest’ultimo, gli agenti hanno recuperato una mascherina al cui interno erano nascosti diversi monili in oro e un’ingente somma di denaro.

Il controllo veniva esteso agli altri occupanti e al mezzo, all’interno del quale veniva poi ritrovato il borsello ed una penna di valore, oggetti poi rivendicati dalla vittima del furto avvenuto poco prima.

L’attività degli agenti permetteva, quindi, di recuperare: 4 anelli, 3 monete rare, un bracciale, tre collane, una penna di valore e circa 1600 euro in contanti.

Dalle prime indagini, effettuate osservando le immagini di videosorveglianza presenti dove era stato perpetrato il furto, emergeva che il soggetto immortalato nell’atto di commettere il furto, corrispondesse alla descrizione di uno dei tre, un cittadino cubano di 30 anni. Il cittadino straniero è stato poi arrestato in quanto gravemente indiziato del furto aggravato in concorso.

Assieme a lui, gli agenti hanno tratto in arresto per favoreggiamento reale il presunto complice, un cittadino venezuelano di 36 anni, l’uomo seduto sul sedile posteriore dell’auto. Sempre per il reato di favoreggiamento, è stato denunciato in stato di libertà anche l’autista dell’auto. La refurtiva, per un valore totale di circa 2800 euro, veniva poi restituita al legittimo proprietario.

Marazzato, in un libro 70 anni di storia

Un volume che ripercorre le tappe principali dell’evoluzionedell’impresa ambientale vercellese dalle origini sino ai giorni nostri.

Un libro per celebrare i settant’anni del ‘Gruppo Marazzato’. Un’iniziativa tesa a coniugare passato, presente e futuro attraverso la scansione cronologica dei principali avvenimenti che hanno accompagnato la storia dell’azienda vercellese leader nelle soluzioni ambientali dal 1952 sino a oggi.

È questo, in sintesi, il contenuto di “Dal Trasporto all’Ambiente: il senso è nel viaggio”, opera che già nel titolo annovera l’aforisma coniato anni fa da Lucillo Marazzato, l’indimenticato Fondatore che pose la prima pietra. Inaugurando così per sé, per i figli Carlo e Giorgio e per i nipoti Alberto, Luca e Davide, oggi terza generazione alla guida dell’impresa di famiglia, un futuro roseo denso di opportunità di crescita, consolidamento e sviluppo.

Raccontare sé stessi è sempre un’arte difficile che richiede equilibrio e altrettanta umiltà”, esordisce Alberto Marazzato, Direttore Generale del Gruppo che porta il suo cognome. “Abbiamo cercato di farlo al meglio lasciando spazio ai fatti, agli episodi, agli aneddoti preziosi condivisi con chi fa parte della nostra vita quotidiana. Offrendo anche ampio spazio alla memoria di chi ci ha permesso, con impegno indefesso e altrettanto entusiasmo, di arrivare sino a qui. Valorizzando le nostre risorse umane, celebrandone il valore con uninedita sperimentazione che passa attraverso specifiche a tema sparse nei vari capitoli del libro. Dando così, con l’ausilio della tecnologia, testimonianza visibile di quanto, in ‘Marazzato’, la forza del gioco di squadra sia uno degli elementi chiave nella vitadell’azienda sia sotto il profilo umano che professionale”.

Il volume porta la firma del giornalista radiotelevisivo e saggista Maurizio Scandurra. “Ringrazio la Governance del Gruppo per avermi offerto l’onore di fare anche un po’ mio il loro lungo ed eclettico percorso, che dimostra come lungimiranza, passione, impegno e talento costituiscano l’ossatura portante di un’equazione sempre producente. Tanto nella vita, quanto nel lavoro: che, per la Famiglia Marazzato, fa altresì rima con coraggio e successo”, afferma l’autore. Dedico di vero cuore quest’opera al Fondatore Lucillo e altresì al ricordo vivo di Carlo Marazzato, straordinario imprenditore, amico e maestro che conobbi per via della condivisa passione per i mezzi storici: i cui medesimi, preziosi valori ritrovo eguali nella moglie Mara e nei Fratelli Alberto, Luca e Davide, cui vanno i miei migliori e sinceriauguri per questo meraviglioso compleanno, con una menzione speciale per tutti i professionisti interni ed esterni al Gruppo che hanno contribuito alla realizzazione di questa avvincente opera editoriale”.

Tenta di far passare la droga per te’: arrestato



Torino: Cerca di far passare lo stupefacente per del tè

Arrestato dagli agenti del Commissariato di P.S. Barriera Milano

L’uomo è stato arrestato alle prime ore del mattino di domenica 18 settembre quando veniva sorpreso all’interno di un locale di Corso Vercelli in possesso di plurimi sacchetti di cellophane trasparente contenente della sostanza vegetale, ad effetti stupefacenti, denominata KHAT di natura anfetaminica a spiccato effetto psicotropo e euforizzante. Gli effetti psicoattivi possono essere seguiti da depressione irritabilità, anoressia e difficoltà a dormire e l’utilizzo frequente di dosi elevate può dare reazioni psicotiche.

Attesa l’inclusione dei tale sostanza nella Tabella I delle sostanze stupefacenti, di cui al D.P.R. n. 309/90 i poliziotti del Commissariato di P.S. Barriera Milano hanno esteso il controllo al veicolo utilizzato dall’uomo per raggiungere il locale che ha dato esito positivo poiché ha permesso di rinvenire altra sostanza stupefacente occultata nel vano motore dell’autovettura.

Sulla base di quanto scoperto, gli agenti hanno deciso di procedere alla perquisizione del suo appartamento a Narzole, in provincia di Cuneo, nel quale è stata rinvenuta ulteriore sostanza stupefacente e la somma di 1300 euro in contanti. Il 44enne, di origini somale, ormai scoperto e con precedenti specifici per traffico di sostanze stupefacenti, tentava invano di giustificare il possesso di detta sostanza e dell’ingente quantitativo di denaro rinvenuto dagli operatori di P.S. affermando che si trattasse semplicemente di tè senza però addurre alcuna motivazione sul perché la stessa fosse occultata nel vano motore.

Sulla base degli elementi raccolti a suo carico, l’uomo è stato così arrestato dagli agenti perché gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e tradotto presso la locale casa circondariale.